CHAMERSIS III
Città di Trimorio, sede amministrativa della Confederazione Gilimiana
Cantieri aero-spaziali - Hangar 13
- Ma che diavolo...........
no.....no, senta.......questo non potete farlo!
Cosa? Che significa "non....." ..........ma insomma! Si può avere un po'
di silenzio, quì? -
La presidentessa Rivett tentava invano di capire e di farsi capire dal
sovrintendente del cantiere.
L'Hangar 13 era enorme, come tutti gli altri del resto, e i due lo stavano
attraversando lentamente, nel vano tentativo di intrattenere una
conversazione.
Conversazione che, a dire il vero, solo la presidentessa aveva interesse a
proseguire.
Purtroppo il rumore martellante dei macchinari era quasi assordante, e
copriva completamente qualsiasi parola che non venisse urlata.
- No che non si può avere un po' di silenzio, cara presidentessa! Quì
c'è gente che lavora, e che non può permettersi di smettere e di iniziare
a comando! -
La presidentessa indossava un casco protettivo che le conferiva un aspetto
goffo ed impacciato, e osservava sconsolata l'attività febbrile del
cantiere.
Poi riprese a gridare:
- Allora usciamo da quì, caro il mio Liemi! Sapeva benissimo che avremmo
dovuto discutere di una questione di grande importanza; non si nasconda
dietro il lavoro! -
Il sovrintendente Liemi osservava l'anziana donna con sufficienza, e pareva
ansioso di togliersela dai piedi:
- Beh, mi dispiace proprio, ma oggi non posso permettermi di lasciare il
cantiere neanche per dieci secondi; è chiaro questo? Bene, allora
salutiamoci con affetto e troviamo un giorno migliore per intrattenerci
amabilmente. -
Ciò detto, il sovrintendente rivolse la propria attenzione ad una
saldatrice automatica, che proprio in quel momento iniziava un passaggio
particolarmente delicato.
La presidentessa dilatò le narici, spalancò gli occhi e afferrò
violentemente il braccio dell'uomo, strattonandolo e costringendolo a
girarsi verso di lei:
- Non si azzardi mai più ad usare quel tono con me, o il prossimo cantiere
al quale sovrintederà sarà quello per la costruzione degli smaltitori di
rifiuti! - disse la presidentessa Rivett, puntando minacciosamente l'indice
contro il naso dell'uomo.
Il sovrintendente non parve particolarmente intimidito dalla minaccia della
presidentessa, ma il vigore e l'energia dell'anziana signora lo sorpresero
a tal punto che si ritrovò a fissarla stupito mentre si dirigeva verso la
parete est dell'Hangar.
Realizzò ciò che la donna aveva intenzione di fare solo quando ormai era
troppo tardi per impedirlo:
- NO, PER CARITA'......NON LO FACCIA! -
La presidentessa colpì violentemente il pulsante che comandava l'arresto
generale di emergenza, e il lamento della sirena d'allarme prese a
risuonare nell'aria.
Tutti i macchinari interruppero la propria attività, e gli operai
impiegarono qualche secondo per realizzare quanto stesse realmente
accadendo.
Quando l'eco della sirena si dissolse, nell'Hangar piombò una calma e un
silenzio irreale.
- Spero sia soddisfatta! - disse il sovrintendente con tono accusatorio.
- Sa quanto tempo impiegheremo a riportare le macchine a regime? -
L'uomo si sfilò stizzito il casco, e lo gettò a terra con violenza.
- Ho la sua attenzione, ora? - riprese la presidentessa, con voce calma e
rilassata.
- SI'......CE L'HA!! - gridò di rimando il sovrintendente.
- Molto bene. Allora inizi a spiegarmi cosa diamine è quello! -
Sensima Rivett indicò l'enorme veicolo che torreggiava nell'Hangar, e che
lo occupava quasi interamente.
La vista era impressionante: decine e decine di macchinari accerchiavano
una fusoliera snella ed elegante, sebbene la mancanza del muso ne rivelasse
la struttura e lo scheletro interno.
Alla base della fusoliera, tre ampie pinne, ortogonali l'una all'altra,
conferivano all'apparecchio un tocco di dinamismo, mentre quattro grandi
ugelli completavano il lavoro con un aspetto grintoso e volitivo.
- E' lo Shuttle numero 8 dello Flotta Spaziale Gilimiana. Contenta adesso?
Possiamo tornare a lavorare, vossignorìa? - rispose il sovrintendente,
concludendo la frase con un profondo inchino.
- Non quello. - disse con esasperazione la presidentessa.
- Quello. - concluse, agitando l'indice ed indicando con maggior chiarezza
ciò a cui si stava riferendo.
Un elevatore tratteneva sospeso a mezz'aria un grosso cilindro metallico
cromato, cavo ad entrambe le estremità e ricco di finiture superficiali
che, dalla distanza, non erano chiaramente identificabili; si sarebbe
potuto scambiare per un reattore di un qualche tipo.
L'oggetto era sospeso a perpendicolo sui portelloni aperti della fusoliera
dello Shuttle; pareva che la stiva del veicolo fosse pronta ad accoglierlo.
Il sovrintendente rispose alla presidentessa con voce atona e seccata:
- Quello è un acceleratore elettro-dinamico a doppia induzione magnetica.-
- Dopo più di due anni di test e simulazioni, è finalmente pronto ad
entrare in servizio! - concluse l'uomo, concedendosi un sorriso
compiaciuto.
- Un'arma? - chiese perplessa la presidentessa.
- Un'arma, sì. Sviluppata per il mantenimento della pace, si intende. -
La presidentessa guardò il sovrintendente con aria infantile:
- E non le sembra quantomeno strano che il presidente della Confederazione
Gilimiana lo venga a sapere da un sovrintendente qualunque? -
Liemi non colse il sarcasmo offensivo nelle parole della presidentessa e
rispose con espressione altrettanto innocente:
- Non incolpi me dell'inefficienza dei suoi collaboratori, Signora. -
- Con tutto il rispetto, - proseguì il sovrintendente, - lei non si è mai
adeguata alla politica Gilimiana del dopo-unificazione. Molti ritenevano
che un presidente di transizione, eletto nel periodo precedente
all'unificazione, potesse traghettare efficacemente il paese verso il nuovo
corso, ma lei è rimasta ancorata al passato e pretende che gli organi
istituzionali assecondino le sue nostalgie. -
La presidentessa non nascose di essere stata toccata sul vivo:
- Vada pure avanti, sovrintendente. Mi dia qualche lezione. -
- Beh, il fatto è che gli organi di difesa ora godono di una certa
indipendenza dall'esecutivo, e i poteri del presidente della Confederazione
sono stati notevolmente diminuiti. Lei non è più tenuta a sapere ciò che
avviene in ogni singolo centro di ricerca. -
Sensima Rivett trasse un profondo respiro, e tentò di controllare la
collera che rischiava di travolgerla:
- Allora, adesso sarà lei ad ascoltarmi: i miei metodi potranno anche
essere antiquati, ma le posso assicurare che questo Shuttle, con quell'arma
a bordo, non lascerà questi cantieri prima di un serio dibattito in seno
al consiglio che IO presiedo.
Perchè, anche se le nuove legislazioni prevedono che il presidente venga
tenuto all'oscuro di buona parte delle questioni militari............ -
- oh, andiamo.......non faccia del vittimismo! Sa bene che non è così! -
-........anche se le nuove legislazioni prevedono che il presidente venga
tenuto all'oscuro di buona parte delle questioni militari, la voce sui
preparativi per una possibile azione militare nei confronti delle
installazioni Ornamiensi attorno a Mondove mi era comunque giunta
all'orecchio......nonostante l'inefficienza dei miei vecchi e antiquati
collaboratori, ancora tanto legati al passato. -
Ogni parola della presidentessa trasudava rabbia e sarcasmo.
- Il governatore di Ornamio dovrà sicuramente rendere conto delle proprie
azioni, ma io le posso assicurare che nessuno muoverà un dito contro un
paese che ci è amico da tempi immemorabili, e che ha contribuito in
maniera determinante all'unificazione della Gilimia.
E non ho intenzione di aggiungere altro. -
Ciò detto, la presidentessa girò i tacchi e si avviò verso il portellone
che l'avrebbe condotta all'esterno della struttura.
- Lei è una persona risoluta, ma non può ignorare le regole, presidente.-
le gridò il sovrintendente.
- Le regole sbagliate si cambiano, signor Liemi.
Ah.....un'ultima cosa. -
La presidentessa si arrestò e si girò nuovamente verso il sovrintendente:
- Lei è licenziato. -
- Che cosa? Non dica assurdità........non può farlo! -
- L'ho appena fatto. Arrivederci. - disse, riprendendo la marcia verso
l'uscita.
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