Post precedente: "Follie"Post successivo: "L'attesa"Primo post della missione: "Specchi di sabbia - parte I"Ultimo post della missione: "La fine"Missione precedente: "Base Stellare 137: Un Nuovo Inizio"Missione successiva: "Centro Medico Triven Soth"Apre una pagina adatta alla stampaPagina stampabile MISSIONE: Specchi di sabbia
 14 
FUZZY LOGIC di Luigi Russo - Paolo Maroncelli
15 marzo 1999

    Diario del Primo Ufficiale Scientifico
    Registrazione del Tenente Comandante Quill Voorr

    Nella sezione scientifica, regnava un'atmosfera irreale.

    I membri dello staf scientifico, lavoravano nervosamente, scambiandosi occhiate e sussurri, e scrutando di sottecchi il Comandante Quill, seduto alla sua postazione di lavoro.

    Quello che attirava la loro attenzione e la loro perplessità, era lo strano ed inusuale comportamento dell'Andoriano: egli, infatti, sembrava essere a molti anni luce di distanza dalla sala, e giocherellava stancamente con la propria console, lo sguardo assente, come uno studente che partecipi controvoglia ad una noiosa lezione di trigonometria spazio-temporale.

    La cosa era resa ancora più strana dal fatto che era in corso un esperimento al quale avevano lavorato per un discreto periodo di tempo, e che se fosse andato a buon fine, avrebbe incrementato del 5.543% l'efficenza della sub-matrice secondaria di memoria olografica ad accesso casuale del sistema di distribuzione isolineare dei dati all'interno del mainframe principale, collegato ... beh, insomma, gli avrebbe fatto un bel pò comodo.

    Ed invece... mentre le complesse simulazioni tentavano di prevedere se i cambiamenti hardware/software avrebbero avuto i riultati sperati, proprio durante la sessione di lavoro nella quale c'era più bisogno di quella concentrazione e lucidità mentale a cui gli aveva abituati ed addestrati il loro capo programmatore... Quill cincischiava.

    Il fatto, già di per se non buono, era reso assai più negativo dal fatto che Quill aveva il controllo della console principale, e avrebbe dovuto orchestrare il lavoro di tutta la sezione, come aveva magistralmente fatto durante l'attacco del virus informatico, qualche tempo prima.

    Come logica conseguenza di tutto ciò, la simulazione stava andando allegramente a rotoli, dal momento che le singole sottostazioni non ricevevano i dati richiesti entro i tempi previsti, e quindi gli errori si sommavano agli errori.

    Ad un certo punto, il Tenente Drash attivò, dalla sua console, il comando d'arresto di emegrenza dell'attività del simulatore, ed un messaggio di "INTERRUZIONE ATTIVITA' DEL SIMULATORE ", iniziò a lampeggiare, giallo su sfondo rosso, in tutti i monitor; questo parve risvegliare Quill, che sussultò, come chi si sveglia da un colpo di sonno, e fissò il monitor con aria perplessa.

    "Signore", disse Drash, cercando di far prevalere la professionalità sopra all'irritazione, "così non possiamo andare avanti. Non so cosa la disturbi, ma sta rovinando il lavoro che abbiamo preparato sino ad ora!"

    "Huh?" rispose Quill, guardando per la prima volta con attenzione la propria console, "cosa... ah, per Zarquon!" esclamò, nel rendersi conto della matassa ingarbugliata nella qule si stava trasformando il loro prezioso progetto di ottimizzazione, "ma perchè non me lo avete fatto notare prima?"

    "Signore, con tutto il rispetto..." disse Drash, sempre più stizzito, "lei non poteva non sapere che il suo cattivo controllo si sarebbe ripercusso su tutti i sub-terminali collegati alla sua console!"

    "Tenente Drash!" rispose Quill, punto sul vivo, "io programmavo questi computers prima che suo padre... che cosa ha detto?"

    Drash fu preso in contropiede; "prego, signore?"

    "Che cosa ha appena detto, Tenente?" Quill aveva abbandonato il tono di rimprovero, ed ora pareva pendere dalle labbra dell'umano.

    "Beh, ecco..." il Tenente Drash era sempre più confuso; "ho detto che lei non poteva non..."

    "Non sapere! Io non potevo non sapere!!! Tenente Drash!" l'esclamazione di Quill fu di almeno un paio di decibel superiore al normale; con due rapidi passi afferrò lo stupefatto Drash per le spalle scrollandolo con un sorriso smagliante; "lei è un genio, Tenente! un vero, autentico genio! E può citare la fonte!"

    "Eh?... ah.... uh... Io, veramente..." Drash non sapeva assolutamente cosa fare, in quall'assurda circostanza.

    "Tenente, Drash, le affido il compito di proseguire e portare a termine la simulazione ed il progetto; ho piena fiducia nella sue capacità!" con queste parole, uscì dalla sezione scientifica come se avesse il diavolo alle calcagna, lasciando una decina tra i più rinomati cervelli scientifici della nave, a girare a vuoto.

    Quill si infilò nel primo turboascensore che vide; "Computer! rintraccia il Capitano Sor... <ahem!> Knight!"

    <IL CAPITANO KNIGHT E' ATTUALMENTE DI TURNO IN PLANCIA.>

    "Allora portami da lui più veloce della luce!"

    <LA VELOCITA' MASSIMA DI QUESTA UNITA' DI TRASPORTO...>

    "MUOVITI, COMPUTER!!!"

    Le porte di un perplesso turboascensore si chiusero, e Quill iniziò a saettare verso il Ponte di Comando.

    Il tenente comandante Quill schizzò fuori dal turboascensore e attraversò a passo spedito il ponte di comando, fermandosi accanto alla poltrona vuota che sarebbe dovuta appartenere al consigliere della nave.

    Con la Unicorn che solcava placidamente lo spazio a curvatura sette, l'attività del personale di plancia era ridotta a poco più di semplice routine.
    Il tenente Newport aveva appena riferito di un'oscillazione risonante in uno dei relè del sistema secondario del deflettore di navigazione; un'anomalia che solo lo zelo e la competenza della squadra tecnica avevano permesso di portare alla luce. Trascurare o ignorare il malfunzionamento avrebbe potuto causare la perdita improvvisa ed imprevedibile di tutto il sistema di relè secondari; il che, in una situazione di emergenza, non era sicuramente desiderabile.
    A quanto pare, anche il tenente Newport si era reso conto della pericolosità di questo difetto, banale solo in apparenza, tanto che durante la comunicazione intercorsa tra plancia e sala macchine, il capitano aveva colto elementi di stress e imbarazzo nella voce dell'ingegnere capo.................

    Ma questo era stato l'unico evento significativo degli ultimi 60 minuti. Tutto il personale che in quel momento svolgeva servizio in plancia, quindi, interruppe per pochi attimi la propria attività e seguì con lo sguardo la figura del comandante Quill.

    Pur non avendolo mai incontrato prima di imbarcarsi sulla nave, il capitano sentiva che, tra i membri del nuovo equipaggio, l'andoriano era quello che conosceva meglio. Quill, infatti, era spesso oggetto delle conversazioni tra Knight e il capitano McGuinness: compagno di studi all'Accademia ma, soprattutto, promotore del primo incontro tra Knight e quella che sarebbe stata la sua futura moglie.
    Quill aveva servito per un certo periodo sulla nave di McGuinness, la Garrett, in qualità di Ufficiale Scientifico prima, e di Ufficiale Esecutivo poi; McGuinness aveva sempre riconosciuto la competenza professionale dell'andoriano, ma quando conversava con Knight non mancava mai di ricordare, con una punta di nostalgia, i loro contrasti caratteriali.
    Pare che la forte personalità dell'andoriano, unita alla spiccata intelligenza e spirito di iniziativa, lo spingesse a portare avanti i propri studi, ricerche e linee d'azione senza consultare, a volte, il proprio ufficiale comandante. Accusa, questa, sempre rigettata da Quill, che di rimando sottolineava come l'eccessivo zelo del capitano McGuinness gli impedisse di servire al meglio la Federazione.
    Come Knight era solito ripetere: il buon senso sta nel mezzo. In effetti, a volte McGuinness era eccessivamente pedante e rigoroso; lo era sempre stato, anche all'Accademia. Di contro, Quill era pur sempre un rappresentante del popolo andoriano, e anche se pareva che riuscisse perfettamente a temperare, con la propria razionalità scientifica, tutti quegli aspetti caratteriali che facevano del suo popolo una razza impulsiva, sanguigna e fortemente emotiva, a volte qualche tratto sembrava emergere.

    Ora Knight avrebbe avuto tutto il tempo per valutare in prima persona l'efficienza e il modus operandi di questo brillante ufficiale.

    - Ho bisogno di parlare con lei a proposito della missione, capitano. Ritengo di avere colto elementi importanti che potrebbero portarci a modificare il nostro atteggiamento. -
    L'andoriano si sforzava di apparire freddo e professionale, ma chiunque in plancia aveva colto in lui una certa eccitazione, sia nel modo in cui aveva fatto irruzione in plancia, sia nel modo in cui enfatizzava le proprie parole e le accompagnava con ampi gesti delle mani.
    Knight ebbe veramente l'impressione di avere davanti una persona che aveva effettuato una scoperta di straordinaria importanza.
    Il capitano si guardò attorno velocemente, con aria distratta, e fissò l'andoriano per pochi attimi:
    - D'accordo comandante; mi segua in Sala Tattica. A lei il comando, Numero Uno. -

    Le porte della Sala Tattica si chiusero alle spalle del tenente comandante Quill, mentre Knight aveva già raggiunto la propria scrivania.
    - Prego comandante, si sieda. -
    L'andoriano prese posto davanti al capitano e dovette mordersi la lingua per evitare di parlare prima di essere interpellato.

    - Avevo intenzione di convocare una riunone, per definire i dettagli della missione e consentire ad ognuno di esprimere pareri ed opinioni in seguito ad un'analisi più approfondita dei dati a disposizione. Comunque, parli pure comandante: pare che quanto ha da dire sia molto importante. -

    - Senza dubbio, capitano. Il mio ragionamento è piuttosto articolato, e la prego di seguirmi con attenzione.
    Facciamo qualche premessa:
    1) I Chamersiani sono in possesso di una tecnologia sufficientemente sviluppata da realizzare un'opera come gli specchi orbitali intorno a Chamersis II.
    2) Su Chamersis II, non sono state rilevate forme di vita.
    3) A quanto pare, il nucleo planetario di Chamersis II, è ricco di preziose materie prime.
    Mi segue? -

    - Certo, comandante. Queste considerazioni erano già state fatte durante la nostra ultima riunione. Lei dice che su Chamersis II non sono state rilevate forme di vita, e questo è indubbiamente vero. Ricordiamoci però che i rilevamenti hanno portato alla luce un piccolo mistero che ancora non è stato risolto. -

    - Io mi attengo ai dati a mia disposizione, capitano. Penso sia inutile lasciarsi trasportare dalla fantasia e gettarsi in un mare di ipotesi più o meno verosimili. Atteniamoci ai fatti e analizziamo la situazione: cosa indica la premessa che ho esposto?

    In primo luogo che i Chamersiani non sono in guerra con un'altra razza, e che quindi la funzione degli specchi orbitali, non è offensiva.

    In secondo luogo, nessun dato in nostro possesso sembra affermare che Chamersis III abbia urgente bisogno di qualsivoglia materiale o elemento, da giustificare un'operazione mineraria su scala globale come quella apparentemente in preparazione di Chamersis II.

    Seppure possa essere verosimile che i Chamersiani vogliano sfruttare Chamersis II in qualche maniera attualmente a noi ignota, e anche se si può accettare una certa "invasività" dei metodi Chamersiani, dal momento che non vi sono tracce di vita che ne potrebbero venire danneggiate, su Chamersis III lo sviluppo scientifico, e conseguentemente medico, astronomico, matematico, umanistico, e così via, esclude che i Chamersiani possano essere del tutto all'oscuro dei gravi pericoli insiti nell'attivazione degli specchi orbitali.

    In parole povere, i chamersiani non possono non sapere. -

    Il capitano Knight meditò per pochi attimi sulle parole dell'andoriano e replicò:
    - Sì, è tutto giusto, comandante. Forse le sue valutazioni sulle esigenze minerarie dei chamersiani sono un tantino azzardate, ma sul fatto che gli scienziati locali non possano non avere previsto il disastro siamo tutti d'accordo. Vada avanti. -

    - Se assumiamo che le persone responsabili della creazione e della messa in orbita degli specchi non possano non prevedere le conseguenze della loro attivazione, dobbiamo accettare la logica conclusione che qualcuno, sia esso un singolo individuo, o una collettività, sta deliberatamente portando avanti un progetto che avrà come risultato finale la distruzione di Chamersis III.
    Da quello che sappiamo, su Chamersis III non esiste un governo planetario, per cui, tutt'al più, si tratta di un'iniziativa presa da una sola coalizione o organo politico del pianeta, e non dalla globalità. -

    L'andoriano si interruppe e attese una replica del capitano.
    Knight ascoltava con molto interesse le parole di Quill, e lo invitò con un gesto della mano a proseguire il discorso.

    - Questo semplice ma incontrastabile fatto, porta una interessante considerazione da fare:

    Considerato che la civiltà Chamersiana sta rischiando l'estinzione a causa di un errore, magari volontario di una piccola parte della popolazione (non è da escludere che si possa trattare addirittura di un singolo individuo), mi pongo la questione se sia giusto o meno che il nostro intervento debba essere completamente passivo, o se non sarebbe forse meglio cercare di fare chiarezza su questa spinosa situazione, dopo esserci assicurati che gli specchi orbitali non possano essere attivati a sorpresa? -

    Questa volta Knight replicò immediatamente:
    - Fare chiarezza sulla situazione è il nostro obiettivo primario, su questo non esiste ombra di dubbio.
    La Federazione ha un forte interesse di carattere culturale nei confronti di questa nuova e promettente civiltà, ed è ansiosa di trovare risposte chiare a tutte le domande che il comportamento della popolazione locale ha sollevato.
    Tutto però rientra nell'ambito dello studio e della conoscenza. Si ricordi che la nostra non è una missione di salvataggio, e il rispetto della Prima Direttiva, in questo caso, è assolutamente vincolante. -

    Knight ebbe l'impressione che almeno un paio dei quattro occhi dell'andoriano non stessero osservando lui, bensì le scie delle stelle alle sue spalle.
    Quill riprese:
    - Questo se l'installazione degli specchi costituisse una normale attività volta al conseguimento di un risultato utile allo sviluppo della società, in qualsiasi forma esso sia inteso.
    E se ci fosse, invece, un fattore...esterno? -

    Knight si rabbuiò.........trasse un profondo respiro e rispose all'andoriano con voce profonda:
    - Crede che non ci abbia pensato? Questa ipotesi ha aleggiato nell'aria durante tutta la nostra ultima riunione, e ritengo che almeno il comandante Dhek abbia preso in considerazione questa possibilità.
    Sarebbe lo scenario più complesso e problematico che ci dovremmo trovare ad affrontare, perchè probabilmente vedrebbe i chamersiani impotenti e incapaci di fronteggiare una situazione completamente al di fuori della loro sfera di comprensione.
    Io ci penso comandante, non creda, e avevo intenzione di preparare l'equipaggio a questa eventualità nel corso della riunione prevista per le prossime ore. Mi fa piacere che anche altri membri abbiano preso in considerazione questa possiblità.
    Ma, come diceva giustamente poco fa, penso sia meglio non lasciarsi trasportare dalla fantasia e prendere in considerazione, prima di tutto, le ipotesi più probabili.
    Certo.......quelle rilevazioni di Chamersis II in merito al piccolo campo di smorzamento mettono una certa inquietudine, non c'è dubbio. -

    Quill:
    - D'accordo. Prendiamo in considerazione questa possibilità: che l'installazione degli specchi nasca dall'intervento di un fattore esterno. In questo caso non si può certo dire che l'azione sia la conseguenza del "naturale" sviluppo della società. In questo caso l'interpretazione della Prima Direttiva lascia aperti spiragli e offre margini di libertà che, in condizioni normali, non sussisterebbero.
    Ma esistono anche altre possibilità: pensi, ad esempio, se i dati in loro possesso riguardo agli specchi solari fossero alterati.
    E' pur strano, che una civilizzazione abbastanza avanzata come questa corra un pericolo talmente grossolano, no?

    In definitiva, ritengo che esistano troppe lacune, troppe incognite e troppe discrepanze in questa faccenda per limitarci ad un semplice rango di osservatori. Io propongo con forza una spedizione esplorativa, in incognito, su Chamersis III.
    E il tempo purtroppo è un fattore determinante, capitano; se ne rende conto, credo: vediamo di raggiungere il sistema nel più breve tempo possibile, ora che il Comando ci ha autorizzato ad ignorare le limitazioni sulla velocità di curvatura. -

    Knight si alzò in piedi e prese a passeggiare dietro la propria scrivania:
    - No comandante; per ora non se ne parla......della spedizione, intendo. La possibilità è già stata presa in considerazione, e la dottoressa Selenjak è già al lavoro per offrirci un camuffamento efficace. Ma per ora ci limiteremo a raggiungere il sistema e ad iniziare a raccogliere quante più informazioni possibili, evitando che i primitivi sistemi di rilevamento dei chamersiani si accorgano della nostra presenza. Prenderò in considerazione l'idea di una spedizione solo se ne sussisterà la necessità oggettiva.
    Comunque avremo modo di ritornare sull'argomento alla prossima riunione, durante la quale le sarà richiesto di esporre le sue brillanti intuizioni anche al resto degli ufficiali.
    Per ora credo sia tutto, comandante. -

    L'andoriano si alzò in piedi e fissò Knight meditando tra sé e sé, e pensando che forse la situazione avrebbe autorizzato la Unicorn ad un'azione più risoluta.

    Uscì dalla Sala Tattica seguito dal capitano, e imboccò nuovamente il turboascensore.



Torna all'inizio della pagina