CHAMERSIS III
Città di Vengim, capitale di Ornamio
Residenza privata del Governatore Delegato
......gabbie di pensiero ospitavano voci distanti che si rincorrevano e si
annullavano a vicenda, mentre fiumi di luce scorrevano sotto il cielo ebano
di un paesaggio indistinto. Riuscire a capire quello che dicessero era
impresa impossibile; quanto più si sforzava di cogliere le parole, quanto
più le voci si facevano fievoli e impercettibili.
Più volte aveva sospettato che non si trattasse di voci vere e
proprie.....ma di melodie e suoni articolati a formare la musica più
insolita e complessa che avesse mai ascoltato.
Era inquieto........molto inquieto.........e anche se la visione in sé
avrebbe dovuto apparire affascinante e seducente, poteva sentire il proprio
corpo tremare e la sua mente gridare aiuto; qualcosa, o qualcuno, non
voleva lasciarlo tornare.
In questo preciso momento, si accorse che un torrente impetuoso fatto di
nubi e fumo lo stava trascinando in un luogo distante........lontanto da
tutto ciò che conosceva e che gli era familiare.
Aprì gli occhi, ed ebbe modo di avvertire nuovamente la propria fisicità;
disteso sul letto, scrutò l'oscurità e fece vagare lo sguardo nella
stanza, alla ricerca di elementi amici.
La porta della veranda era aperta, e dall'esterno spirava una brezza
piacevole e rinfrescante; le cifre luminose dell'orologio integrato nella
parete gli ricordarono che era notte fonda, mentre il ronzio sommesso di
tutti gli altri accessori elettronici della stanza iniziò l'effetto
rilassante che l'avrebbe riconsegnato ad un sonno più sereno.
Qualcosa, però, penetrò la sua mente come uno spillo arroventato, e una
terribile sensazione lo spinse a girarsi sull'altro fianco.
Inorridì, e tutto ciò che il terrore gli consentì di fare fu emettere un
gridolino soffocato ed iniziare a piagnucolare come un bambino.
La creatura se ne stava in piedi al fianco del letto; era immobile, ma il
suo sguardo era puntato fisso su di lui. Da quanto tempo era quì? Tutta la
notte? Aveva dormito con questa cosa che lo fissava da ore??
Non c'era da stupirsene.........la cosa si ripeteva da tempo, ormai.
Lo sguardo dell'intruso era impenetrabile: due occhietti color nocciola
punteggiavano un volto privo di espressione, caratterizzato unicamente
dalla bocca spropositatamente grande, se rapportata alle dimensioni della
creatura.
Non parlava, né si muoveva; veniva e se andava come voleva, senza che
nessuno dei sistemi di sorveglianza registrasse la sua presenza.
E si divertiva a farlo sognare..........e ad inculcargli nella mente
paranoie ed ossessioni.
Anche in quel preciso momento, pur nell'oscurità quasi totale (mitigata
unicamente dalla luce della luna), il governatore sapeva che la creatura
aveva la pelle color sabbia, e doveva sicuramente essere caldissima al
tatto. Molto calda.
= Smettila di guardarmi..... = disse mentalmente.
- Smettila di guardarmi......- mugugnò a bassa voce.
- SMETTILA DI GUARDARMI !! - gridò con tutto il fiato che aveva in gola,
compiendo uno sforzo enorme.
Ma la creatura continuava a fissarlo immobile.
Il governatore raccolse tutte le forze che gli rimanevano, si rigirò
nuovamente nel letto e passò la mano sul sensore accanto al comodino; la
luce si accese immediatamente, e illuminò a giorno la stanza da letto.
Socchiuse gli occhi feriti dalla luce, e quando fu in grado di riaprirli
completamente si accorse che lui era l'unico occupante della camera;
si sedette sul letto e scrutò con attenzione tutti gli angoli almeno un
paio di volte.
Niente.
Come sempre.
Tentò di calmarsi e di regolarizzare il respiro, che in questo momento era
affannoso, e si asciugò il sudore con un lembo del pigiama.
Deglutì, accorgendosi di avere la gola completamente secca, e allungò
nuovamente la mano tremante in direzione del sensore per l'illuminazione.
La stanza ripiombò nell'oscurità, ma il governatore sapeva che, per
questa notte, la creatura non si sarebbe più fatta viva; si fece cadere a
peso morto sul letto, ma invece di riprendere a dormire si rialzò
immediatamente e si diresse verso la veranda.
Respirò a pieni polmoni l'aria fresca e fissò il profilo notturno degli
edifici di Vengim.
Ai suoi occhi la città era splendida: gli edifici nella zona centrale
erano altissimi e punteggiati di luci anche a quest'ora di notte. Il
traffico aereo, in quella zona, era ugualmente intenso: la gente si
divertiva a Vengim.....ad ogni ora del giorno e della notte.
La zona periferica era isolata dal centro della città da una zona ricca di
vegetazione, che assumeva le caratteristiche di un vero e proprio bosco
mano a mano che ci si spostava verso l'esterno.
Quì, le abitazioni non erano altro che lussuose villette residenziali, e
quella del governatore, situata all'estrema periferia della città, era
quasi immersa nella foresta e situata in una zona collinare che gli
permetteva di abbracciare, con lo sguardo, tutta la città dall'alto.
Non aveva ancora smesso di ansimare, e la brezza cominciava solo ora ad
asciugargli il sudore, provocandogli qualche brivido di freddo.
Si diresse verso il suo costoso telescopio laser, lo attivò ed attese che
la procedura di auto diagnostica terminasse il suo ciclo.
Quando la scritta verde sul piccolo schermo di controllo lo avvisò che il
telescopio era pronto all'uso, iniziò ad impostare le coordinate celesti
che ormai aveva imparato a memoria, e sentì che i servomeccanismi alla
base dello strumento procedevano al corretto allineamento.
Quando un <beep> elettronico lo avvisò del completamento dell'operazione,
osservò l'immagine che si era formata sullo schermo di osservazione, e che
aveva impiegato non più di 5 secondi ad andare a fuoco.
Mondove........secondo pianeta del sistema.
La luce color sabbia del piccolo disco luminoso che lo schermo del
telescopio restituiva era particolarmente brillante questa notte, o almeno
questa era l'impressione del governatore.
Da quì non si vedeva nulla..........non si vedevano i dispositivi che
orbitavano attorno al pianeta.........e non si vedeva nulla che avesse
potuto dare risposta a tutti gli interrogativi che si poneva.
La creatura e Mondove.....qual'era la relazione tra il suo persecutore e il
pianeta di sabbia?
Perchè una relazione c'era, di questo ne era certo, e la struttura che
aveva fatto installare con l'inganno attorno al pianeta deserto a qualcosa
sarebbe dovuta servire, in fin dei conti.
* brrrr - brrrr - brrrr ...... *
Il suono dell'RP svegliò il governatore: alzò il capo e si accorse di
essersi appisolato davanti al telescopio acceso; lo strumento aveva seguito
Montove automaticamente, e il pianeta color sabbia era ancora visibile
sullo schermo. Tra non molto comunque avrebbe albeggiato, e il governatore
lo spense per tornare all'interno e rispondere all'RP.
- Sì? - rispose stancamente il governatore.
Lo schermo dell'RP riportò il volto familiare di una donna, dall'aspetto
altrettanto stanco e sbattuto.
- Accidenti Jeer, hai un aspetto orribile! - disse la donna attraverso
l'altoparlante dell'RP.
Il governatore rispose dopo qualche secondo, come se la sua mente fosse
molto lontana dalla conversazione.
- Neanche tu sembri tanto fresca e sveglia. Sai che ore sono? - il tono di
rimprovero si perse nell'apatia della sua voce.
La donna sospirò rumorosamente:
- Si che lo so! Sei stato tu a chiedermi di chiamarti tutte le notti a
quest'ora, da almeno......quattro giorni. Io, dal canto mio, me ne sarei
rimasta volentieri a letto, sai?! -
C'era un'irritazione mal celata nelle parole della donna, che però
proseguì addolcendo il tono della voce:
- Allora, come è andata questa notte? -
- Come ieri notte, e come la notte prima, e come quella prima ancora. -
La donna tornò a sospirare:
- Non va bene, Jeer. Non va proprio bene. Devi fare qualcosa, e se non vuoi
farlo tu lo farò io. -
- Fare cosa? -
- Farti aiutare, Jeer. Vedi che da solo non ce la fai? Devi farti
aiutare.....ti prego....fatti aiutare da qualcuno. -
- No! ne abbiamo già parlato. Non è di aiuto che ho bisogno. -
- E di cosa allora, eh? di cosa? Di quella follia attorno a Mondove? -
Il governatore continuava a parlare con aria stanca e depressa:
- Non è una follia. -
- Ah no? E allora cos'è? No, veramente, dimmelo. Cos'è?? -
Seguì una pausa piuttosto lunga, al termine della quale il governatore
riprese:
- Ci vediamo domani, Breni. Ti amo. -
- Aspetta! *OGGI* abbiamo l'incontro con la Presidentessa Rivett. Te lo
ricordi, vero? -
- Ah...sì....già. Sì, sì, ricordo. A dopo, allora. -
- Ciao tesoro. -
La donna schioccò un bacio e la comunicazione si interruppe.
CHAMERSIS III
Città di Vengim
Centro Governativo per la Ricerca Scientifica
Il Governatore Delegato passeggiava lungo il giardino che circondava
l'edificio; si trattava del complesso più esteso e avveniristico edificato
negli ultimi cinquant'anni, e ospitava gli uffici, i laboratori scientifici
e gli impianti di ricerca che costituivano il "Centro Governativo per la
Ricerca Scientifica".
Il cielo era coperto e la minaccia di pioggia si faceva più concreta di
minuto in minuto. Ciononostante, Jeer Roines cercò distrattamente una
panchina e vi si sedette pesantemente. Si frugò la tasca destra, alla
ricerca di qualcosa che evidentemente non c'era, e prese a fissare un punto
del cielo.
A poche centinaia di metri una donna uscì dal Centro attraverso le porte a
vetro dell'ingresso, e percorse correndo il vialetto che attraversava il
giardino. Indossava una giacca blu molto elegante, e i capelli castani
raccolti sulla nuca, che incorniciavano un viso sobrio e quasi privo di
trucco, completavano il ritratto di una persona rigorosa e professionale.
La donna giunse trafelata alla panchina sulla quale era seduto il
governatore delegato; si piegò in avanti, con le mani poggiate sulle
gambe, e tentò di riprendere fiato prima di parlare, ansimando
rumorosamente.
Jeer posò lentamente lo sguardo su di lei e la fissò con gli occhi
semiaperti di chi si è appena svegliato.
- Che hai Breni? Qualcuno ti insegue? -
La donna si drizzò e fulminò il governatore con lo sguardo; purtroppo per
lei, il fiato corto le impedì di imprimere alle proprie parole la
severità che avrebbe voluto:
- Mi dici cosa diavolo te ne stai a fare lì seduto? Manca pochissimo al
colloquio con la presidentessa! Vuoi peggiorare la situazione? Sai che odia
aspettare. -
Mentre parlava, la donna afferrò il braccio del governatore e lo costrinse
ad alzarsi.
- Per quanto mi riguarda, questo colloquio è assolutamente inutile. Tutto
quello che si doveva dire è già stato detto durante l'ultimo incontro. -
La donna ascoltava trascinando il governatore e costringendolo a procedere
a passo spedito. Lo guardò per un attimo negli occhi e lasciò affiorare
un'espressione di diprezzo e di esasperazione.
- Ma cosa diavolo stai dicendo, Jeer? E' di Sensima Rivett che stiamo
parlando.......la presidentessa della Confederazione Gilimiana. Abbiamo
sempre avuto un rapporto privilegiato con la Gilimia, sia prima che dopo
l'unificazione. Ogni colloquio scatena l'isteria del Consiglio, e sta a me
scrivere la relazione che loro leggeranno.......e che non è mai abbastanza
dettagliata, accidenti a loro! E tu mi vieni a dire che questo incontro è
inutile?? -
Breni si fermò e lasciò il braccio del governatore:
- Io non ti riconosco più Jeer. Ma che ti prende? Sei il governatore di
Ornamio, te ne rendi conto o no? -
Jeer fece vagare lo sguardo nell'aria, come un bambino che, rimproverato,
non ha il coraggio di guardare negli occhi il genitore.
Breni, dal canto suo, riuscì faticosamente a reprimere il pianto.
- Coraggio, ci stanno aspettando. Non costringermi a trascinarti fino
all'ingresso. - disse, dando alla voce un tono dolce e accomodante.
La Sala Conferenze era avvolta nella semioscurità: le grandi vetrate erano
state polarizzate, e l'unica fonte di illuminazione era fornita dalle
sofisticate apparecchiature elettroniche che rendevano completamente
automattizate le operazioni di registrazione e di verbalizzazione dei
colloqui.
Quando il governatore e la donna fecero il loro ingresso, tutti i presenti
si alzarono in piedi, e tornarono a sedersi quando entrambi presero posto:
il governatore a capo tavola e la donna alla sua destra.
Jeer Roines si accorse che di fronte a sé era in bella mostra un fascicolo
piuttosto voluminoso; il titolo "Sfruttamento minerario di Mondove:
valutazioni" campeggiava sulla copertina rigida.
Il conto alla rovescia, sul grande schermo luminescente integrato nella
parete opposta della stanza, stava per terminare.
Jeer colpì con disprezzo il fascicolo e parlò ad alta voce:
- Tutti fuori, prego; questo è un incontro informale. -
Nella stanza scese il gelo dell'imbarazzo. Ognuno si guardava in faccia
stupito, e finiva col fissare il governatore.
Breni spalancò gli occhi, si sporse, tremante, all'orecchio del
governatore e disse a bassa voce:
- Questo NON E' un incontro informale, Jeer! Il Consiglio vorrà un
rapporto dettagliato, e la presidentessa si aspetterà di poter parlare con
tutti i responsabili del programma! -
Il governatore riprese a parlare ad alta voce, ignorando le parole della
donna:
- Grazie per la collaborazione, signori.....e scusate il disturbo. -
Tutti i presenti si alzarono lentamente; raccolsero le carte e i fascicoli
che avevano disposto sul grande tavolo di cristallo e uscirono
disordinatamente dalla stanza, salutando imbarazzati il governatore.
Breni pareva sconvolta e non riusciva a trovare le parole.
- Jeer......ma che diavolo fai?? - disse a bassa voce la donna, tra sé e
sé, senza rivolgersi al governatore.
Il conto alla rovescia terminò, e sul grande schermo comparve la figura di
una donna anziana. Era seduta ad un tavolo simile a quello del "Centro", e
due file di persone dall'aria seria e professionale la circondavano.
Breni fissò preoccupata Jeer, che aveva un'aria assolutamente stanca e
svogliata.
- Piacere di parlare con lei, presidentessa. Come vanno le cose in
Gilimia?-
= Oh, santo cielo! = pensò tra sé Breni:
= Ha proprio intenzione di condurre un colloquio informale! =
La presidentessa rispose con voce ferma:
- Anche per me è un piacere parlare con lei, governatore. Come ben sa, il
terremoto degli ultimi giorni ha tenuto impegnati i servizi di protezione e
soccorso delle regioni settentrionali, ma la situazione è sotto controllo
e il conteggio delle vittime è confortante. Grazie per l'interessamento. -
Breni aveva la netta sensazione che Jeer non si riferisse affatto al
terremoto.
- Mi fa piacere. Potete avere la nostra assistenza in ogni momento. -
- Non sarà necessario, governatore. Grazie comunque. -
- Bene. A cosa dobbiamo l'onore di questo incontro? La pregherei di essere
sintetica, signora presidentessa; abbiamo qualche problema con la rete
satellitare che non siamo ancora riusciti a risolvere. -
Questo non era affatto vero, e Breni iniziò a preoccuparsi sul serio.
La presidentessa Rivett cercò di nascondere l'irritazione e rispose:
- Nessuno ci aveva parlato di questi problemi tecnici. Al contrario, tutti
i membri della nostra Consulta Scientifica sono quì riuniti per un
colloquio che riteniamo estremamente importante. Vi preghiamo di fare tutto
il possibile per mantenere il collegamento. -
Breni sapeva che la presidentessa Rivett e il governatore si conoscevano da
molto tempo, ed erano buoni amici. Se il colloquio fosse stato *veramente*
informale probabilmente si sarebbero chiamati per nome.....e comunque
sapeva che Sensima Rivett era in grado di decifrare le parole e gli sguardi
del governatore almeno quanto lei......e questo la preoccupava.
Prese a tremare, e ascoltò il colloquio in uno stato di forte agitazione.
- Non dipende da noi, presidentessa. Comunque.....di cosa voleva parlarmi?-
- A dire il vero avrei voluto discutere sia con lei che con i responsabili
del vostro programma di Ricerca e Sviluppo......ma con lei vedo solo la
signorina Paiven. -
Jeer si guardò attorno, e i suoi occhi persero improvvisamente
luminosità; Breni notò una crescente apatia nel governatore.
- Può dire a me, presidentessa. Sono il Governatore Delegato, dopotutto. -
La presidentessa non si sforzò di nascondere l'irritazione, e disse
indispettita:
- E' molto franco oggi, gorvernatore. Bene, meglio così.
Non ci convincono i rapporti e i prospetti circa lo sfruttamento minerario
di Mondove. Il signor Cinny le esporrà le nostre........... -
- No, no, lasci stare le valutazioni scientifiche degli esperti. Voglio
parlare con lei. Cosa c'è che non va? -
La presidentessa lanciò uno sguardo al proprio collaboratore e riprese a
parlare:
- C'è che il vostro progetto è pericoloso, governatore. -
- Non la pensavate così quando vi abbiamo comunicato dati e prospetti, mi
pare. -
- Il progetto che avete realizzato è sensibilmente diverso da quello che,
a suo tempo, ci proponeste. La Gilimia ha sempre riconosciuto la validità
del programma spaziale di Ornamio, che per prima ha messo piede su Mondove;
l'ammirazione degli altri governi nei confronti della vostra capacità
scientifica, però, non vi dà il diritto di agire indiscriminatamente, e
di mettere in atto progetti che hanno al loro interno possibilità di
rischio. -
Jeer si rilassò sulla poltrona e rovesciò la testa all'indietro, fissando
il soffitto.
Non rispose.
- Governatore, si sente bene? - disse la presidentessa Rivett.
Jeer trasse un profondo respiro e riprese a parlare:
- Di quale rischio state parlando? -
- Le farei esporre i termini della questione dal mio collaboratore, ma dal
momento che insiste a voler parlare con me le dirò che, a nostro parere,
esiste la possibilità che i vostri specchi alterino in maniera
significativa gli equilibri termo-geologici di Mondove, fino ad arrivare a
conseguenze estreme......non ultima, quella della sua distruzione. Il che
avrebbe ripercussioni drammatiche su Ertione stesso -
Breni non si lasciò tranquillizzare dall'espressione assente di Jeer;
sapeva che la presidentessa era una persona seria ed assennata, e se stava
parlando in questo modo, qualcosa di vero doveva esserci.
La sua agitazione crebbe ulteriormente.
Jeer parlò a fatica, come se ogni parola pronunciata gli causasse
sofferenza:
- Non c'è alcun pericolo. Nessuno, tra i nostri esperti, ha ravvisato
problemi come quelli di cui mi sta parlando in questo momento. Se servirà
a tranquillizzarla, le farò avere un'altra serie di rapporti di
valutazione. -
Ciò detto, chiuse gli occhi.
- Mi dispiace, governatore, ma non possiamo ignorare i *nostri* rapporti.
Ora, le chiederei cortesemente di convocare tutti i responsabili del vostro
programma di Ricerca e Sviluppo entro domani, per una rigorosa discussione
del problema. -
Il governatore non rispose.
Breni si avvicinò preoccupata a Jeer, che riaprì gli occhi e la fissò.
Poi tornò a chiuderli.
- Mi dispiace, presidentessa. - disse la donna.
- Come vede il governatore Roines non è in buone condizioni di salute. La
prego di scusarlo, e desidero rassicurarla sul fatto che la sua richiesta
avrà tempesitva risposta entro la giornata.
Ora, se vuole scusarci, siamo costretti a chiudere il collegamento. -
La presidentessa Rivett assunse un'espressione perplessa.
- Beh, se le cose stanno così.........i miei migliori auguri al
governatore, affinchè possa ristabilirsi in fretta.
Buona giornata a tutti. -
Sullo schermo comparve il logo del "Centro Governativo per la Ricerca
Scientifica".
- Jeer, come ti senti? - chiese preoccupata Breni.
Il governatore si alzò e si rivolse alla donna:
- Grazie, Breni. -
- Grazie? Grazie di cosa?? -
- Di avermi sbarazzato della presidentessa Rivett. Non sapevo più cosa
dire. -
- Di averti *sbarazzato*......della presidentessa? Ma ti senti quando
parli, Jeer? -
- Esco a prendere una boccata d'aria. Non mi sento molto bene....davvero. -
- No, adesso rimani quì e parliamo!! - disse Breni mentre afferrava il
braccio del governatore. Poi riprese:
- Cos'era quel discorso sul pericolo, e sul fatto che il progetto era
diverso da quello che gli avevamo sottoposto? -
- Breni.....non credo che........ -
- Non credi cosa, eh? Cosa non credi?? -
- ....sono piuttosto confuso, tesoro. In questo momento non riuscirei.... -
- JEER, SANTO CIELO....I RICERCATORI DELLA GILIMIA SONO SECONDI SOLO AI
NOSTRI, CREDO....E TU MI VUOI FARE INTENDERE CHE STANNO RACCONTANDO DELLE
BALLE?
- Non urlare, ti prego. L'hai detto tu che sono secondi ai nostri. I nostri
non hanno rilevato nessuna percentuale di rischio. -
- NO, MI DISPIACE MA NON TI CREDO. CONOSCIAMO BENE LA PRESIDENTESSA RIVETT,
E SAPPIAMO CHE DI LEI CI SI PUO' FIDARE. E' IMPOSSIBILE CHE NESSUNO DEI
NOSTRI BRILLANTI SCIENZIATI SI SIA ACCORTO CHE QUALCOSA SAREBBE POTUTO
ANDARE STORTO. -
- Stai parlando di cose che non sei in grado di........ -
- DI COMPRENDERE? PENSI CHE SIA STUPIDA? COME HAI FATTO A CONVINCERE LA
COMMISSIONE PER IL PROGRAMMA SPAZIALE A METTERE IN ATTO QUESTA FOLLIA DEGLI
SPECCHI? PER COSA, POI? PER LO SFRUTTAMENTO MINERARIO? O E' UNA BALLA ANCHE
QUESTA? -
- Ti prego, Breni. Non è il caso........ -
- HAI CORROTTO QUALCUNO? HAI FATTO VALERE IL TUO POTERE? LI HO LETTI I
RAPPORTI, SAI? SONO IL TUO CONSIGLIERE, PENSO DI ESSERE UNA PERSONA
INTELLIGENTE, E PENSO CHE TUTTA QUESTA FACCENDA DEGLI SPECCHI E' UNA
PAZZIA! -
Jeer colpì il volto di Breni a pugno chiuso; la donna barcollò
all'indietro e cadde a terra.
Si massaggiò la guancia sinistra e raccolse con l'indice il sangue che
scendeva dal naso.
A questo punto non poté più impedirsi di piangere.
- Mi dispiace, Breni! Veramente....non volevo, tesoro. Ti prego, peronami!-
- Sai cosa penso? - disse singhiozzando la donna, a voce bassa.
Jeer non rispose.
- Penso che ti devi fare aiutare da qualcuno, perchè stai
impazzendo.......e rischi di portare questo paese, e il nostro rapporto,
alla rovina...... -
- Breni......io....... -
La donna si rialzò, e tamponò la perdita di sangue con un fazzoletto
bianco.
- Fatti aiutare, Jeer. Pensaci tu, o lo farò io. -
Uscì dalla stanza, e il Governatore Delegato rimase solo, mentre la
creatura continuava a fissarlo immobile.
CHAMERSIS III
Città di Vengim
Istituto "Seeves" per la Ricerca Neurologica
Il tomografo ad antiprotoni scorreva minaccioso sopra la testa del
Governatore Delegato.
Gli era stato detto di rimanere fermo e immobile per almeno dieci minuti,
ma lui si era addormentato placidamente.
Mondove......il secondo pianeta del Sistema...........si stagliava contro
il buio gelido dello spazio aperto; un grande disco color sabbia, la cui
immagine occultava parzialmente quella del sole.
Uno degli Shuttle della flotta Gilimiana si avvicinava lentamente al corpo
celeste; le accensioni intermittenti dei motori del vascello illuminavano
la scena come le più potenti fotoelettriche non avrebbero potuto fare.
Cosa c'era che non andava?
Qualcosa.........qualcosa, di sicuro.
Anche se non riusciva a vederla, era certo che la creatura lo stesse
osservando........in quel preciso momento........con sguardo severo ed
accusatorio.
Lo shuttle portava con sé un'arma.
La creatura stava per parlare.....per la prima volta.....
I quattro membri dell'equipaggio avevano inquadrato uno degli specchi, e si
accingevano a fare fuoco.
La creatura aprì la grande bocca ed iniziò ad emettere un suono.
A quel punto, Jeer Roines seppe cosa avrebbe dovuto fare................
............e lo shuttle esplose in un lampo di luce. Jeer si fermò ad
osservare i frammenti del vascello che schizzavano in ogni direzione.
Alcuni erano piccolissimi.....altri invece erano piuttosto grossi, e
recavano stampigliate le insegne della Gilimia.
Quattro gilimiani erano morti.............quattro persone appartenenti ad
un popolo amico.
Perchè lo aveva fatto?
Era colpa della creatura! Era stata sicuramente lei, maledetta!
Un dolore.......un dolore alla testa. Una strana sensazione di
privazione..........qualcuno cercava di penetrare la sua mente.......di
carpire i suoi segreti! Non doveva permetterlo.........
= Non devi permetterlo =
Chi aveva parlato?
= Non lasciarglielo fare. =
Non c'era tempo per discutere. Decise di obbedire.
Afferrò il macchinario che gli stava trapanando il cervello e tirò con
tutta l'energia che aveva in corpo. La punta aveva quasi raggiunto la
materia cerebrale, e il suo prezioso segreto era in pericolo.
Tirò con più forza, digrignando i denti ed emettendo gemiti di
sofferenza. Le dita serrate sul congegno era sbiancate e i tendini
iniziavano a fargli male.
La creatura lo fissava.
Aveva fallito?
Cosa?
- Può uscire, ora. -
La voce riecheggiò nella sua mente e penetrò prepotentemente nella
realta, trascinandolo con sé.
Aprì gli occhi e vide che lo scanner tomografico era immobile sulla sua
testa.
- Esca pure, governatore. Abbiamo finito. - ripetè la voce, che suonava
sgradevole e metallica attraverso l'altoparlante.
Il Governatore Delegato premette meccanicamente il pulsante che qualcuno
(non ricordava né chi né quando) gli aveva indicato, e il lettino sul
quale era steso inziò a scorrere fuori dal cilindro.
Rizzatosi in piedi, notò la figura aggraziata di Breni accanto a quella
più robusta e corpulenta di un medico........ - un vecchio compagno di
scuola della sua ragazza, ora ricordava - .............che aveva assicurato
il proprio silenzio sulla faccenda. In realtà Jeer avrebbe potuto imporre
il silenzio a chiunque in virtù della ragion di stato, ma l'amicizia dava
quache certezza in più.
- Sei pallidissimo, Jeer. Hai avuto qualche fastidio, durante la
scansione?- disse Breni.
Jeer notò ancora una volta il trucco pesante che la donna aveva dovuto
applicare sulla guancia per nascondere il livido.
- Abbiamo distrutto uno Shuttle gilimiano? - chiese concitato il
governatore.
- Uno Shuttle gilimiano? Ma che stai dicendo? Siediti ora, e riposati un
attimo. Io devo parlare con il dottor Foren. -
Ciò detto, i due lasciarono la stanza.
Jeer chiuse gli occhi e rivide l'esplosione che aveva mandato lo Shuttle in
mille pezzi......e sullo sfondo, il disco color sabbia di Mondove.
Strizzò gli occhi in una smorfia di sofferenza e si massaggiò la fronte
con la mano destra.
Poi cercò di fare mente locale su quanto era accaduto di recente:
il colloquio con la presidentessa Rivett, il pugno a Breni..........non
l'aveva mai picchiata prima di allora, e non capiva proprio perchè avesse
alzato le mani sulla persona che amava di più..........
.........e gli specchi.
Lo assalì una sensazione di panico: perchè aveva fatto installare gli
specchi? Santo cielo, non lo ricordava più!
= Pensa, pensa, pensa, pensa = ripetè a sé stesso più volte.
Niente da fare: non lo ricordava. O forse non l'aveva mai saputo.
Sfruttamento minerario.
Rapporti.
Pericolo.
Bugie. Tante bugie, e nesuna verità.
Breni era una donna sveglia; non l'avrebbe potuta ingannare ancora per
molto. Iniziava a temere di poterle fare di nuovo del male.
La porta della stanza comunicante si aprì, e le due figure rientrarono.
Breni aveva un'espressione funebre, e pareva sul punto di piangere.
Il Governatore sentiva di dover dire qualcosa, ma si limitò ad osservare
il suo viso triste, ma sempre bellissimo.
- Ci sono dei problemi, Jeer. - disse Breni.
- Che genere di problemi? - chiese il Governatore.
- Problemi seri. Ma ora che li abbiamo individuati, possiamo tentare di
affrontarli e di risolverli. Lo faremo assieme, Jeer.....io e te. Tu non ci
crederai, ma io mi sento incredibilmente sollevata ora che so con cosa
abbiamo a che fare. -
La donna faceva di tutto per reprimere le lacrime, ma non riusciva a
controllare la voce tremolante.
- E con cosa avremmo a che fare, Breni? -
- Con un disturbo neurologico, tesoro. E' una cosa grave, ma il dottor
Foren dice che si può guarire. -
La donna afferrò la testa del Governatore e la strinse al grembo.
- Si può guarire, Jeer. - ripetè dolcemente, lasciando che una lacrima le
solcasse il viso.
Il dottor Foren estrasse una delle carte che aveva in mano e la poggiò sul
tavolo in modo che tutti potessero vederla.
- Vede Governatore........l'esame tomografico ha rivelato un'alterazione
del tessuto cerebrale in corrispondenza della regione occipitale. -
- Un tumore? - chiese Jeer.
- No. Qualcosa di più subdolo e sottile. Pare che nella zona in questione
si sia verificata una seria anomalia nella funzionalità dei recettori e
dei neurotrasmettitori, con conseguente alterazione degli equilibri
elettro-chimici del tessuto cerebrale interessato. -
- Suona molto male, dottore, ma francamente non mi sembra così grave.
Sembrano i sintomi di una tossicodipendenza o di un utilizzo eccessivo di
psico-farmaci; ho qualche esperienza in proposito, e posso assicurarle che
disturbi come questi sono facilmente curabili. -
- Non in questo caso. In effetti il suo problema è molto diverso da quelli
che ha appena citato. -
Il dottore e Breni si guardarono per un breve attimo, poi Foren riprese:
- L'alterazione della funzionalità cerebrale è molto estesa e ramificata,
e la sua azione si protrae da parecchio tempo, a mio parere. -
- Questo è impossibile! Mi sottopongo regolarmente a esami fisici
completi, e nessun medico si è mai accorto di nulla. Inoltre, caro
dottore, lei mi sta elencando una serie di sintomi, ma non mi dice nulla
sulla loro causa. -
Il dottore ribattè immediatamente:
- Innanzitutto, è molto probabile che l'alterazione si sia sviluppata
senza che esistesse la possibilità di rilevarla; almeno fino a quando la
sua azione si è fatta più intensa. D'altro canto, non è passato molto
tempo da quando ha iniziato ad accusare i primi disturbi, giusto?
In secondo luogo, quello che lei dice non è esatto: in casi come questo
cause e sintomi si sovrappongono. Io ritengo che il suo sia un disturbo di
natura genetica e, in quanto tale, difficilmente affrontabile.
Le posso dire con sicurezza che il danno procurato finora è permanente;
possiamo però bloccarne l'evoluzione, e questo, unito ad un'adeguata
terapia farmacologica, potrà consentirle di condurre una vita quasi
normale. -
- Cioè, sarei pazzo. Come hai sempre detto tu, Breni. -
- No, non dire così tesoro. Il tuo disturbo ti procura allucinazioni e
alterazioni della personalità; ma hai sentito il dottore: possiamo tenere
la malattia sotto controllo, e tu potrai tenere sotto controllo i tuoi
disturbi. -
La donna concluse il discorso baciando il Governatore sulla fronte.
- Fatemi capire: io avrei fatto installare un numero imprecisato di specchi
orbitali attorno a Mondove, -azione molto pericolosa, a sentire gli
esperti-, per un'allucinazione? - disse Jeer alzando la voce.
Breni sospirò e rispose:
- Ci avrei giurato! Non potevano servire per lo sfruttamento minerario. -
- Ecco, brava. Un premio alla signora! -
Il tono della voce di Jeer spaventò Breni. La donna arretrò
istintivamente di qualche passo, e lasciò che la corpulenta figura del
dottor Foren le facesse scudo.
- *QUELLA* E' LA CAUSA - gridò il Governatore, facendo risuonare la
propria voce adirata, e puntando un dito accusatorio in un angolo della
stanza.
- LA COLPA DI TUTTO E' SUA, SOLO SUA. E' CON LUI CHE DOVETE PARLARE, NON
CON ME! -
Il Governatore si fece forza e uscì a grandi passi dalla stanza, quasi
costretto a sfiorare la creatura che, come sempre, lo fissava immobile.
Con gli occhi velati dalle lacrime, Breni guardava l'angolo vuoto che Jeer
aveva indicato.
Poi si rivolse singhiozzando al dottor Foren:
- Guarirà veramente? -
- No. Ma faremo di tutto perchè possa tornare a condurre una vita quanto
più normale possibile. -
- Bene. Grazie di tutto Loss. -
Breni si asciugò le lacrime con la manica della giacca.
- E mi raccomando: nessuno deve sapere niente. -
- Non ti preoccupare, Breni. Puoi contare su di me. -
= Diamine, stiamo parlando della persona che ci governa. Siamo sicuri che
sia il caso di tacere? = pensò il dottore tra sé.
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