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FOLLIE di Paolo Maroncelli
11 marzo 1999

    CHAMERSIS III
    Città di Vengim, capitale di Ornamio
    Residenza privata del Governatore Delegato

    ......gabbie di pensiero ospitavano voci distanti che si rincorrevano e si annullavano a vicenda, mentre fiumi di luce scorrevano sotto il cielo ebano di un paesaggio indistinto. Riuscire a capire quello che dicessero era impresa impossibile; quanto più si sforzava di cogliere le parole, quanto più le voci si facevano fievoli e impercettibili.
    Più volte aveva sospettato che non si trattasse di voci vere e proprie.....ma di melodie e suoni articolati a formare la musica più insolita e complessa che avesse mai ascoltato.
    Era inquieto........molto inquieto.........e anche se la visione in sé avrebbe dovuto apparire affascinante e seducente, poteva sentire il proprio corpo tremare e la sua mente gridare aiuto; qualcosa, o qualcuno, non voleva lasciarlo tornare.
    In questo preciso momento, si accorse che un torrente impetuoso fatto di nubi e fumo lo stava trascinando in un luogo distante........lontanto da tutto ciò che conosceva e che gli era familiare.

    Aprì gli occhi, ed ebbe modo di avvertire nuovamente la propria fisicità; disteso sul letto, scrutò l'oscurità e fece vagare lo sguardo nella stanza, alla ricerca di elementi amici.
    La porta della veranda era aperta, e dall'esterno spirava una brezza piacevole e rinfrescante; le cifre luminose dell'orologio integrato nella parete gli ricordarono che era notte fonda, mentre il ronzio sommesso di tutti gli altri accessori elettronici della stanza iniziò l'effetto rilassante che l'avrebbe riconsegnato ad un sonno più sereno.

    Qualcosa, però, penetrò la sua mente come uno spillo arroventato, e una terribile sensazione lo spinse a girarsi sull'altro fianco.

    Inorridì, e tutto ciò che il terrore gli consentì di fare fu emettere un gridolino soffocato ed iniziare a piagnucolare come un bambino.
    La creatura se ne stava in piedi al fianco del letto; era immobile, ma il suo sguardo era puntato fisso su di lui. Da quanto tempo era quì? Tutta la notte? Aveva dormito con questa cosa che lo fissava da ore??
    Non c'era da stupirsene.........la cosa si ripeteva da tempo, ormai.

    Lo sguardo dell'intruso era impenetrabile: due occhietti color nocciola punteggiavano un volto privo di espressione, caratterizzato unicamente dalla bocca spropositatamente grande, se rapportata alle dimensioni della creatura.
    Non parlava, né si muoveva; veniva e se andava come voleva, senza che nessuno dei sistemi di sorveglianza registrasse la sua presenza. E si divertiva a farlo sognare..........e ad inculcargli nella mente paranoie ed ossessioni.
    Anche in quel preciso momento, pur nell'oscurità quasi totale (mitigata unicamente dalla luce della luna), il governatore sapeva che la creatura aveva la pelle color sabbia, e doveva sicuramente essere caldissima al tatto. Molto calda.

    = Smettila di guardarmi..... = disse mentalmente.
    - Smettila di guardarmi......- mugugnò a bassa voce.
    - SMETTILA DI GUARDARMI !! - gridò con tutto il fiato che aveva in gola, compiendo uno sforzo enorme.

    Ma la creatura continuava a fissarlo immobile.

    Il governatore raccolse tutte le forze che gli rimanevano, si rigirò nuovamente nel letto e passò la mano sul sensore accanto al comodino; la luce si accese immediatamente, e illuminò a giorno la stanza da letto. Socchiuse gli occhi feriti dalla luce, e quando fu in grado di riaprirli completamente si accorse che lui era l'unico occupante della camera; si sedette sul letto e scrutò con attenzione tutti gli angoli almeno un paio di volte.
    Niente.
    Come sempre.
    Tentò di calmarsi e di regolarizzare il respiro, che in questo momento era affannoso, e si asciugò il sudore con un lembo del pigiama.
    Deglutì, accorgendosi di avere la gola completamente secca, e allungò nuovamente la mano tremante in direzione del sensore per l'illuminazione.

    La stanza ripiombò nell'oscurità, ma il governatore sapeva che, per questa notte, la creatura non si sarebbe più fatta viva; si fece cadere a peso morto sul letto, ma invece di riprendere a dormire si rialzò immediatamente e si diresse verso la veranda.
    Respirò a pieni polmoni l'aria fresca e fissò il profilo notturno degli edifici di Vengim.
    Ai suoi occhi la città era splendida: gli edifici nella zona centrale erano altissimi e punteggiati di luci anche a quest'ora di notte. Il traffico aereo, in quella zona, era ugualmente intenso: la gente si divertiva a Vengim.....ad ogni ora del giorno e della notte.
    La zona periferica era isolata dal centro della città da una zona ricca di vegetazione, che assumeva le caratteristiche di un vero e proprio bosco mano a mano che ci si spostava verso l'esterno.
    Quì, le abitazioni non erano altro che lussuose villette residenziali, e quella del governatore, situata all'estrema periferia della città, era quasi immersa nella foresta e situata in una zona collinare che gli permetteva di abbracciare, con lo sguardo, tutta la città dall'alto.

    Non aveva ancora smesso di ansimare, e la brezza cominciava solo ora ad asciugargli il sudore, provocandogli qualche brivido di freddo. Si diresse verso il suo costoso telescopio laser, lo attivò ed attese che la procedura di auto diagnostica terminasse il suo ciclo.
    Quando la scritta verde sul piccolo schermo di controllo lo avvisò che il telescopio era pronto all'uso, iniziò ad impostare le coordinate celesti che ormai aveva imparato a memoria, e sentì che i servomeccanismi alla base dello strumento procedevano al corretto allineamento.

    Quando un <beep> elettronico lo avvisò del completamento dell'operazione, osservò l'immagine che si era formata sullo schermo di osservazione, e che aveva impiegato non più di 5 secondi ad andare a fuoco.
    Mondove........secondo pianeta del sistema.

    La luce color sabbia del piccolo disco luminoso che lo schermo del telescopio restituiva era particolarmente brillante questa notte, o almeno questa era l'impressione del governatore.
    Da quì non si vedeva nulla..........non si vedevano i dispositivi che orbitavano attorno al pianeta.........e non si vedeva nulla che avesse potuto dare risposta a tutti gli interrogativi che si poneva.

    La creatura e Mondove.....qual'era la relazione tra il suo persecutore e il pianeta di sabbia?
    Perchè una relazione c'era, di questo ne era certo, e la struttura che aveva fatto installare con l'inganno attorno al pianeta deserto a qualcosa sarebbe dovuta servire, in fin dei conti.

    * brrrr - brrrr - brrrr ...... *

    Il suono dell'RP svegliò il governatore: alzò il capo e si accorse di essersi appisolato davanti al telescopio acceso; lo strumento aveva seguito Montove automaticamente, e il pianeta color sabbia era ancora visibile sullo schermo. Tra non molto comunque avrebbe albeggiato, e il governatore lo spense per tornare all'interno e rispondere all'RP.

    - Sì? - rispose stancamente il governatore.
    Lo schermo dell'RP riportò il volto familiare di una donna, dall'aspetto altrettanto stanco e sbattuto.
    - Accidenti Jeer, hai un aspetto orribile! - disse la donna attraverso l'altoparlante dell'RP.
    Il governatore rispose dopo qualche secondo, come se la sua mente fosse molto lontana dalla conversazione.
    - Neanche tu sembri tanto fresca e sveglia. Sai che ore sono? - il tono di rimprovero si perse nell'apatia della sua voce.
    La donna sospirò rumorosamente:
    - Si che lo so! Sei stato tu a chiedermi di chiamarti tutte le notti a quest'ora, da almeno......quattro giorni. Io, dal canto mio, me ne sarei rimasta volentieri a letto, sai?! -
    C'era un'irritazione mal celata nelle parole della donna, che però proseguì addolcendo il tono della voce:
    - Allora, come è andata questa notte? -
    - Come ieri notte, e come la notte prima, e come quella prima ancora. -
    La donna tornò a sospirare:
    - Non va bene, Jeer. Non va proprio bene. Devi fare qualcosa, e se non vuoi farlo tu lo farò io. -
    - Fare cosa? -
    - Farti aiutare, Jeer. Vedi che da solo non ce la fai? Devi farti aiutare.....ti prego....fatti aiutare da qualcuno. -
    - No! ne abbiamo già parlato. Non è di aiuto che ho bisogno. -
    - E di cosa allora, eh? di cosa? Di quella follia attorno a Mondove? -
    Il governatore continuava a parlare con aria stanca e depressa:
    - Non è una follia. -
    - Ah no? E allora cos'è? No, veramente, dimmelo. Cos'è?? -
    Seguì una pausa piuttosto lunga, al termine della quale il governatore riprese:
    - Ci vediamo domani, Breni. Ti amo. -
    - Aspetta! *OGGI* abbiamo l'incontro con la Presidentessa Rivett. Te lo ricordi, vero? -
    - Ah...sì....già. Sì, sì, ricordo. A dopo, allora. -
    - Ciao tesoro. -
    La donna schioccò un bacio e la comunicazione si interruppe.

    CHAMERSIS III
    Città di Vengim
    Centro Governativo per la Ricerca Scientifica

    Il Governatore Delegato passeggiava lungo il giardino che circondava l'edificio; si trattava del complesso più esteso e avveniristico edificato negli ultimi cinquant'anni, e ospitava gli uffici, i laboratori scientifici e gli impianti di ricerca che costituivano il "Centro Governativo per la Ricerca Scientifica".

    Il cielo era coperto e la minaccia di pioggia si faceva più concreta di minuto in minuto. Ciononostante, Jeer Roines cercò distrattamente una panchina e vi si sedette pesantemente. Si frugò la tasca destra, alla ricerca di qualcosa che evidentemente non c'era, e prese a fissare un punto del cielo.

    A poche centinaia di metri una donna uscì dal Centro attraverso le porte a vetro dell'ingresso, e percorse correndo il vialetto che attraversava il giardino. Indossava una giacca blu molto elegante, e i capelli castani raccolti sulla nuca, che incorniciavano un viso sobrio e quasi privo di trucco, completavano il ritratto di una persona rigorosa e professionale.
    La donna giunse trafelata alla panchina sulla quale era seduto il governatore delegato; si piegò in avanti, con le mani poggiate sulle gambe, e tentò di riprendere fiato prima di parlare, ansimando rumorosamente.

    Jeer posò lentamente lo sguardo su di lei e la fissò con gli occhi semiaperti di chi si è appena svegliato.
    - Che hai Breni? Qualcuno ti insegue? -
    La donna si drizzò e fulminò il governatore con lo sguardo; purtroppo per lei, il fiato corto le impedì di imprimere alle proprie parole la severità che avrebbe voluto:
    - Mi dici cosa diavolo te ne stai a fare lì seduto? Manca pochissimo al colloquio con la presidentessa! Vuoi peggiorare la situazione? Sai che odia aspettare. -
    Mentre parlava, la donna afferrò il braccio del governatore e lo costrinse ad alzarsi.
    - Per quanto mi riguarda, questo colloquio è assolutamente inutile. Tutto quello che si doveva dire è già stato detto durante l'ultimo incontro. -
    La donna ascoltava trascinando il governatore e costringendolo a procedere a passo spedito. Lo guardò per un attimo negli occhi e lasciò affiorare un'espressione di diprezzo e di esasperazione.
    - Ma cosa diavolo stai dicendo, Jeer? E' di Sensima Rivett che stiamo parlando.......la presidentessa della Confederazione Gilimiana. Abbiamo sempre avuto un rapporto privilegiato con la Gilimia, sia prima che dopo l'unificazione. Ogni colloquio scatena l'isteria del Consiglio, e sta a me scrivere la relazione che loro leggeranno.......e che non è mai abbastanza dettagliata, accidenti a loro! E tu mi vieni a dire che questo incontro è inutile?? -
    Breni si fermò e lasciò il braccio del governatore:
    - Io non ti riconosco più Jeer. Ma che ti prende? Sei il governatore di Ornamio, te ne rendi conto o no? -
    Jeer fece vagare lo sguardo nell'aria, come un bambino che, rimproverato, non ha il coraggio di guardare negli occhi il genitore. Breni, dal canto suo, riuscì faticosamente a reprimere il pianto.
    - Coraggio, ci stanno aspettando. Non costringermi a trascinarti fino all'ingresso. - disse, dando alla voce un tono dolce e accomodante.

    La Sala Conferenze era avvolta nella semioscurità: le grandi vetrate erano state polarizzate, e l'unica fonte di illuminazione era fornita dalle sofisticate apparecchiature elettroniche che rendevano completamente automattizate le operazioni di registrazione e di verbalizzazione dei colloqui.
    Quando il governatore e la donna fecero il loro ingresso, tutti i presenti si alzarono in piedi, e tornarono a sedersi quando entrambi presero posto: il governatore a capo tavola e la donna alla sua destra.
    Jeer Roines si accorse che di fronte a sé era in bella mostra un fascicolo piuttosto voluminoso; il titolo "Sfruttamento minerario di Mondove: valutazioni" campeggiava sulla copertina rigida.
    Il conto alla rovescia, sul grande schermo luminescente integrato nella parete opposta della stanza, stava per terminare.

    Jeer colpì con disprezzo il fascicolo e parlò ad alta voce:
    - Tutti fuori, prego; questo è un incontro informale. -
    Nella stanza scese il gelo dell'imbarazzo. Ognuno si guardava in faccia stupito, e finiva col fissare il governatore.
    Breni spalancò gli occhi, si sporse, tremante, all'orecchio del governatore e disse a bassa voce:
    - Questo NON E' un incontro informale, Jeer! Il Consiglio vorrà un rapporto dettagliato, e la presidentessa si aspetterà di poter parlare con tutti i responsabili del programma! -
    Il governatore riprese a parlare ad alta voce, ignorando le parole della donna:
    - Grazie per la collaborazione, signori.....e scusate il disturbo. -
    Tutti i presenti si alzarono lentamente; raccolsero le carte e i fascicoli che avevano disposto sul grande tavolo di cristallo e uscirono disordinatamente dalla stanza, salutando imbarazzati il governatore.

    Breni pareva sconvolta e non riusciva a trovare le parole.
    - Jeer......ma che diavolo fai?? - disse a bassa voce la donna, tra sé e sé, senza rivolgersi al governatore.

    Il conto alla rovescia terminò, e sul grande schermo comparve la figura di una donna anziana. Era seduta ad un tavolo simile a quello del "Centro", e due file di persone dall'aria seria e professionale la circondavano.
    Breni fissò preoccupata Jeer, che aveva un'aria assolutamente stanca e svogliata.
    - Piacere di parlare con lei, presidentessa. Come vanno le cose in Gilimia?-
    = Oh, santo cielo! = pensò tra sé Breni:
    = Ha proprio intenzione di condurre un colloquio informale! =
    La presidentessa rispose con voce ferma:
    - Anche per me è un piacere parlare con lei, governatore. Come ben sa, il terremoto degli ultimi giorni ha tenuto impegnati i servizi di protezione e soccorso delle regioni settentrionali, ma la situazione è sotto controllo e il conteggio delle vittime è confortante. Grazie per l'interessamento. -
    Breni aveva la netta sensazione che Jeer non si riferisse affatto al terremoto.
    - Mi fa piacere. Potete avere la nostra assistenza in ogni momento. -
    - Non sarà necessario, governatore. Grazie comunque. -
    - Bene. A cosa dobbiamo l'onore di questo incontro? La pregherei di essere sintetica, signora presidentessa; abbiamo qualche problema con la rete satellitare che non siamo ancora riusciti a risolvere. -
    Questo non era affatto vero, e Breni iniziò a preoccuparsi sul serio. La presidentessa Rivett cercò di nascondere l'irritazione e rispose:
    - Nessuno ci aveva parlato di questi problemi tecnici. Al contrario, tutti i membri della nostra Consulta Scientifica sono quì riuniti per un colloquio che riteniamo estremamente importante. Vi preghiamo di fare tutto il possibile per mantenere il collegamento. -
    Breni sapeva che la presidentessa Rivett e il governatore si conoscevano da molto tempo, ed erano buoni amici. Se il colloquio fosse stato *veramente* informale probabilmente si sarebbero chiamati per nome.....e comunque sapeva che Sensima Rivett era in grado di decifrare le parole e gli sguardi del governatore almeno quanto lei......e questo la preoccupava.
    Prese a tremare, e ascoltò il colloquio in uno stato di forte agitazione.

    - Non dipende da noi, presidentessa. Comunque.....di cosa voleva parlarmi?-
    - A dire il vero avrei voluto discutere sia con lei che con i responsabili del vostro programma di Ricerca e Sviluppo......ma con lei vedo solo la signorina Paiven. -
    Jeer si guardò attorno, e i suoi occhi persero improvvisamente luminosità; Breni notò una crescente apatia nel governatore.
    - Può dire a me, presidentessa. Sono il Governatore Delegato, dopotutto. -
    La presidentessa non si sforzò di nascondere l'irritazione, e disse indispettita:
    - E' molto franco oggi, gorvernatore. Bene, meglio così. Non ci convincono i rapporti e i prospetti circa lo sfruttamento minerario di Mondove. Il signor Cinny le esporrà le nostre........... -
    - No, no, lasci stare le valutazioni scientifiche degli esperti. Voglio parlare con lei. Cosa c'è che non va? -
    La presidentessa lanciò uno sguardo al proprio collaboratore e riprese a parlare:
    - C'è che il vostro progetto è pericoloso, governatore. -
    - Non la pensavate così quando vi abbiamo comunicato dati e prospetti, mi pare. -
    - Il progetto che avete realizzato è sensibilmente diverso da quello che, a suo tempo, ci proponeste. La Gilimia ha sempre riconosciuto la validità del programma spaziale di Ornamio, che per prima ha messo piede su Mondove; l'ammirazione degli altri governi nei confronti della vostra capacità scientifica, però, non vi dà il diritto di agire indiscriminatamente, e di mettere in atto progetti che hanno al loro interno possibilità di rischio. -

    Jeer si rilassò sulla poltrona e rovesciò la testa all'indietro, fissando il soffitto.

    Non rispose.

    - Governatore, si sente bene? - disse la presidentessa Rivett.
    Jeer trasse un profondo respiro e riprese a parlare:
    - Di quale rischio state parlando? -
    - Le farei esporre i termini della questione dal mio collaboratore, ma dal momento che insiste a voler parlare con me le dirò che, a nostro parere, esiste la possibilità che i vostri specchi alterino in maniera significativa gli equilibri termo-geologici di Mondove, fino ad arrivare a conseguenze estreme......non ultima, quella della sua distruzione. Il che avrebbe ripercussioni drammatiche su Ertione stesso -
    Breni non si lasciò tranquillizzare dall'espressione assente di Jeer; sapeva che la presidentessa era una persona seria ed assennata, e se stava parlando in questo modo, qualcosa di vero doveva esserci.
    La sua agitazione crebbe ulteriormente.

    Jeer parlò a fatica, come se ogni parola pronunciata gli causasse sofferenza:
    - Non c'è alcun pericolo. Nessuno, tra i nostri esperti, ha ravvisato problemi come quelli di cui mi sta parlando in questo momento. Se servirà a tranquillizzarla, le farò avere un'altra serie di rapporti di valutazione. -
    Ciò detto, chiuse gli occhi.
    - Mi dispiace, governatore, ma non possiamo ignorare i *nostri* rapporti. Ora, le chiederei cortesemente di convocare tutti i responsabili del vostro programma di Ricerca e Sviluppo entro domani, per una rigorosa discussione del problema. -

    Il governatore non rispose.

    Breni si avvicinò preoccupata a Jeer, che riaprì gli occhi e la fissò. Poi tornò a chiuderli.

    - Mi dispiace, presidentessa. - disse la donna.
    - Come vede il governatore Roines non è in buone condizioni di salute. La prego di scusarlo, e desidero rassicurarla sul fatto che la sua richiesta avrà tempesitva risposta entro la giornata. Ora, se vuole scusarci, siamo costretti a chiudere il collegamento. -
    La presidentessa Rivett assunse un'espressione perplessa.
    - Beh, se le cose stanno così.........i miei migliori auguri al governatore, affinchè possa ristabilirsi in fretta. Buona giornata a tutti. -

    Sullo schermo comparve il logo del "Centro Governativo per la Ricerca Scientifica".

    - Jeer, come ti senti? - chiese preoccupata Breni.
    Il governatore si alzò e si rivolse alla donna:
    - Grazie, Breni. -
    - Grazie? Grazie di cosa?? -
    - Di avermi sbarazzato della presidentessa Rivett. Non sapevo più cosa dire. -
    - Di averti *sbarazzato*......della presidentessa? Ma ti senti quando parli, Jeer? -
    - Esco a prendere una boccata d'aria. Non mi sento molto bene....davvero. -
    - No, adesso rimani quì e parliamo!! - disse Breni mentre afferrava il braccio del governatore. Poi riprese:
    - Cos'era quel discorso sul pericolo, e sul fatto che il progetto era diverso da quello che gli avevamo sottoposto? -
    - Breni.....non credo che........ -
    - Non credi cosa, eh? Cosa non credi?? -
    - ....sono piuttosto confuso, tesoro. In questo momento non riuscirei.... -
    - JEER, SANTO CIELO....I RICERCATORI DELLA GILIMIA SONO SECONDI SOLO AI NOSTRI, CREDO....E TU MI VUOI FARE INTENDERE CHE STANNO RACCONTANDO DELLE BALLE?
    - Non urlare, ti prego. L'hai detto tu che sono secondi ai nostri. I nostri non hanno rilevato nessuna percentuale di rischio. -
    - NO, MI DISPIACE MA NON TI CREDO. CONOSCIAMO BENE LA PRESIDENTESSA RIVETT, E SAPPIAMO CHE DI LEI CI SI PUO' FIDARE. E' IMPOSSIBILE CHE NESSUNO DEI NOSTRI BRILLANTI SCIENZIATI SI SIA ACCORTO CHE QUALCOSA SAREBBE POTUTO ANDARE STORTO. -
    - Stai parlando di cose che non sei in grado di........ -
    - DI COMPRENDERE? PENSI CHE SIA STUPIDA? COME HAI FATTO A CONVINCERE LA COMMISSIONE PER IL PROGRAMMA SPAZIALE A METTERE IN ATTO QUESTA FOLLIA DEGLI SPECCHI? PER COSA, POI? PER LO SFRUTTAMENTO MINERARIO? O E' UNA BALLA ANCHE QUESTA? -
    - Ti prego, Breni. Non è il caso........ -
    - HAI CORROTTO QUALCUNO? HAI FATTO VALERE IL TUO POTERE? LI HO LETTI I RAPPORTI, SAI? SONO IL TUO CONSIGLIERE, PENSO DI ESSERE UNA PERSONA INTELLIGENTE, E PENSO CHE TUTTA QUESTA FACCENDA DEGLI SPECCHI E' UNA PAZZIA! -
    Jeer colpì il volto di Breni a pugno chiuso; la donna barcollò all'indietro e cadde a terra.
    Si massaggiò la guancia sinistra e raccolse con l'indice il sangue che scendeva dal naso.
    A questo punto non poté più impedirsi di piangere.

    - Mi dispiace, Breni! Veramente....non volevo, tesoro. Ti prego, peronami!-
    - Sai cosa penso? - disse singhiozzando la donna, a voce bassa.
    Jeer non rispose.
    - Penso che ti devi fare aiutare da qualcuno, perchè stai impazzendo.......e rischi di portare questo paese, e il nostro rapporto, alla rovina...... -
    - Breni......io....... -
    La donna si rialzò, e tamponò la perdita di sangue con un fazzoletto bianco.
    - Fatti aiutare, Jeer. Pensaci tu, o lo farò io. -

    Uscì dalla stanza, e il Governatore Delegato rimase solo, mentre la creatura continuava a fissarlo immobile.

    CHAMERSIS III
    Città di Vengim
    Istituto "Seeves" per la Ricerca Neurologica

    Il tomografo ad antiprotoni scorreva minaccioso sopra la testa del Governatore Delegato.
    Gli era stato detto di rimanere fermo e immobile per almeno dieci minuti, ma lui si era addormentato placidamente.

    Mondove......il secondo pianeta del Sistema...........si stagliava contro il buio gelido dello spazio aperto; un grande disco color sabbia, la cui immagine occultava parzialmente quella del sole.

    Uno degli Shuttle della flotta Gilimiana si avvicinava lentamente al corpo celeste; le accensioni intermittenti dei motori del vascello illuminavano la scena come le più potenti fotoelettriche non avrebbero potuto fare. Cosa c'era che non andava?
    Qualcosa.........qualcosa, di sicuro.

    Anche se non riusciva a vederla, era certo che la creatura lo stesse osservando........in quel preciso momento........con sguardo severo ed accusatorio.

    Lo shuttle portava con sé un'arma.

    La creatura stava per parlare.....per la prima volta.....

    I quattro membri dell'equipaggio avevano inquadrato uno degli specchi, e si accingevano a fare fuoco.

    La creatura aprì la grande bocca ed iniziò ad emettere un suono. A quel punto, Jeer Roines seppe cosa avrebbe dovuto fare................

    ............e lo shuttle esplose in un lampo di luce. Jeer si fermò ad osservare i frammenti del vascello che schizzavano in ogni direzione. Alcuni erano piccolissimi.....altri invece erano piuttosto grossi, e recavano stampigliate le insegne della Gilimia.
    Quattro gilimiani erano morti.............quattro persone appartenenti ad un popolo amico.
    Perchè lo aveva fatto?

    Era colpa della creatura! Era stata sicuramente lei, maledetta!

    Un dolore.......un dolore alla testa. Una strana sensazione di privazione..........qualcuno cercava di penetrare la sua mente.......di carpire i suoi segreti! Non doveva permetterlo.........
    = Non devi permetterlo =
    Chi aveva parlato?
    = Non lasciarglielo fare. =
    Non c'era tempo per discutere. Decise di obbedire.
    Afferrò il macchinario che gli stava trapanando il cervello e tirò con tutta l'energia che aveva in corpo. La punta aveva quasi raggiunto la materia cerebrale, e il suo prezioso segreto era in pericolo.
    Tirò con più forza, digrignando i denti ed emettendo gemiti di sofferenza. Le dita serrate sul congegno era sbiancate e i tendini iniziavano a fargli male.

    La creatura lo fissava.
    Aveva fallito?
    Cosa?

    - Può uscire, ora. -
    La voce riecheggiò nella sua mente e penetrò prepotentemente nella realta, trascinandolo con sé.
    Aprì gli occhi e vide che lo scanner tomografico era immobile sulla sua testa.
    - Esca pure, governatore. Abbiamo finito. - ripetè la voce, che suonava sgradevole e metallica attraverso l'altoparlante.

    Il Governatore Delegato premette meccanicamente il pulsante che qualcuno (non ricordava né chi né quando) gli aveva indicato, e il lettino sul quale era steso inziò a scorrere fuori dal cilindro.
    Rizzatosi in piedi, notò la figura aggraziata di Breni accanto a quella più robusta e corpulenta di un medico........ - un vecchio compagno di scuola della sua ragazza, ora ricordava - .............che aveva assicurato il proprio silenzio sulla faccenda. In realtà Jeer avrebbe potuto imporre il silenzio a chiunque in virtù della ragion di stato, ma l'amicizia dava quache certezza in più.

    - Sei pallidissimo, Jeer. Hai avuto qualche fastidio, durante la scansione?- disse Breni.
    Jeer notò ancora una volta il trucco pesante che la donna aveva dovuto applicare sulla guancia per nascondere il livido.
    - Abbiamo distrutto uno Shuttle gilimiano? - chiese concitato il governatore.
    - Uno Shuttle gilimiano? Ma che stai dicendo? Siediti ora, e riposati un attimo. Io devo parlare con il dottor Foren. -
    Ciò detto, i due lasciarono la stanza.

    Jeer chiuse gli occhi e rivide l'esplosione che aveva mandato lo Shuttle in mille pezzi......e sullo sfondo, il disco color sabbia di Mondove.
    Strizzò gli occhi in una smorfia di sofferenza e si massaggiò la fronte con la mano destra.
    Poi cercò di fare mente locale su quanto era accaduto di recente: il colloquio con la presidentessa Rivett, il pugno a Breni..........non l'aveva mai picchiata prima di allora, e non capiva proprio perchè avesse alzato le mani sulla persona che amava di più..........
    .........e gli specchi.
    Lo assalì una sensazione di panico: perchè aveva fatto installare gli specchi? Santo cielo, non lo ricordava più!
    = Pensa, pensa, pensa, pensa = ripetè a sé stesso più volte. Niente da fare: non lo ricordava. O forse non l'aveva mai saputo.

    Sfruttamento minerario.
    Rapporti.
    Pericolo.

    Bugie. Tante bugie, e nesuna verità.
    Breni era una donna sveglia; non l'avrebbe potuta ingannare ancora per molto. Iniziava a temere di poterle fare di nuovo del male.

    La porta della stanza comunicante si aprì, e le due figure rientrarono.
    Breni aveva un'espressione funebre, e pareva sul punto di piangere.
    Il Governatore sentiva di dover dire qualcosa, ma si limitò ad osservare il suo viso triste, ma sempre bellissimo.
    - Ci sono dei problemi, Jeer. - disse Breni.
    - Che genere di problemi? - chiese il Governatore.
    - Problemi seri. Ma ora che li abbiamo individuati, possiamo tentare di affrontarli e di risolverli. Lo faremo assieme, Jeer.....io e te. Tu non ci crederai, ma io mi sento incredibilmente sollevata ora che so con cosa abbiamo a che fare. -
    La donna faceva di tutto per reprimere le lacrime, ma non riusciva a controllare la voce tremolante.
    - E con cosa avremmo a che fare, Breni? -
    - Con un disturbo neurologico, tesoro. E' una cosa grave, ma il dottor Foren dice che si può guarire. -
    La donna afferrò la testa del Governatore e la strinse al grembo.
    - Si può guarire, Jeer. - ripetè dolcemente, lasciando che una lacrima le solcasse il viso.
    Il dottor Foren estrasse una delle carte che aveva in mano e la poggiò sul tavolo in modo che tutti potessero vederla.
    - Vede Governatore........l'esame tomografico ha rivelato un'alterazione del tessuto cerebrale in corrispondenza della regione occipitale. -
    - Un tumore? - chiese Jeer.
    - No. Qualcosa di più subdolo e sottile. Pare che nella zona in questione si sia verificata una seria anomalia nella funzionalità dei recettori e dei neurotrasmettitori, con conseguente alterazione degli equilibri elettro-chimici del tessuto cerebrale interessato. -
    - Suona molto male, dottore, ma francamente non mi sembra così grave. Sembrano i sintomi di una tossicodipendenza o di un utilizzo eccessivo di psico-farmaci; ho qualche esperienza in proposito, e posso assicurarle che disturbi come questi sono facilmente curabili. -
    - Non in questo caso. In effetti il suo problema è molto diverso da quelli che ha appena citato. -
    Il dottore e Breni si guardarono per un breve attimo, poi Foren riprese:
    - L'alterazione della funzionalità cerebrale è molto estesa e ramificata, e la sua azione si protrae da parecchio tempo, a mio parere. -
    - Questo è impossibile! Mi sottopongo regolarmente a esami fisici completi, e nessun medico si è mai accorto di nulla. Inoltre, caro dottore, lei mi sta elencando una serie di sintomi, ma non mi dice nulla sulla loro causa. -
    Il dottore ribattè immediatamente:
    - Innanzitutto, è molto probabile che l'alterazione si sia sviluppata senza che esistesse la possibilità di rilevarla; almeno fino a quando la sua azione si è fatta più intensa. D'altro canto, non è passato molto tempo da quando ha iniziato ad accusare i primi disturbi, giusto? In secondo luogo, quello che lei dice non è esatto: in casi come questo cause e sintomi si sovrappongono. Io ritengo che il suo sia un disturbo di natura genetica e, in quanto tale, difficilmente affrontabile.
    Le posso dire con sicurezza che il danno procurato finora è permanente; possiamo però bloccarne l'evoluzione, e questo, unito ad un'adeguata terapia farmacologica, potrà consentirle di condurre una vita quasi normale. -
    - Cioè, sarei pazzo. Come hai sempre detto tu, Breni. -
    - No, non dire così tesoro. Il tuo disturbo ti procura allucinazioni e alterazioni della personalità; ma hai sentito il dottore: possiamo tenere la malattia sotto controllo, e tu potrai tenere sotto controllo i tuoi disturbi. -
    La donna concluse il discorso baciando il Governatore sulla fronte.
    - Fatemi capire: io avrei fatto installare un numero imprecisato di specchi orbitali attorno a Mondove, -azione molto pericolosa, a sentire gli esperti-, per un'allucinazione? - disse Jeer alzando la voce.
    Breni sospirò e rispose:
    - Ci avrei giurato! Non potevano servire per lo sfruttamento minerario. -
    - Ecco, brava. Un premio alla signora! -
    Il tono della voce di Jeer spaventò Breni. La donna arretrò istintivamente di qualche passo, e lasciò che la corpulenta figura del dottor Foren le facesse scudo.
    - *QUELLA* E' LA CAUSA - gridò il Governatore, facendo risuonare la propria voce adirata, e puntando un dito accusatorio in un angolo della stanza.
    - LA COLPA DI TUTTO E' SUA, SOLO SUA. E' CON LUI CHE DOVETE PARLARE, NON CON ME! -

    Il Governatore si fece forza e uscì a grandi passi dalla stanza, quasi costretto a sfiorare la creatura che, come sempre, lo fissava immobile.

    Con gli occhi velati dalle lacrime, Breni guardava l'angolo vuoto che Jeer aveva indicato.
    Poi si rivolse singhiozzando al dottor Foren:
    - Guarirà veramente? -
    - No. Ma faremo di tutto perchè possa tornare a condurre una vita quanto più normale possibile. -
    - Bene. Grazie di tutto Loss. -
    Breni si asciugò le lacrime con la manica della giacca.
    - E mi raccomando: nessuno deve sapere niente. -
    - Non ti preoccupare, Breni. Puoi contare su di me. -

    = Diamine, stiamo parlando della persona che ci governa. Siamo sicuri che sia il caso di tacere? = pensò il dottore tra sé.



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