U.S.S. UNICORN
Ponte 10, ore 15.30
Il capitano percorse sovrappensiero la distanza che lo separava dal più
vicino turboascensore; il corridoio era gremito di ufficiali indaffarati,
e Knight non poté fare a meno di pensare che questo era solo l'ultimo dei
tanti segnali che la nave gli lanciava per indicargli che le persone sotto
la propria responsabilità, sulla Unicorn, erano molte......molte di più
rispetto alla vecchia Braben.
Quando le porte dell'ascensore si aprirono, Knight entrò e lasciò
trascorrere una manciata di secondi, immerso nei propri pensieri, prima di
indicare al computer la destinazione:
- Infermeria.
Il capitano percorse pochi passi all'interno dell'infermeria, quanto
bastava perchè le porte si richiudessero alle sue spalle, e notò che la
dottoressa Selenjak stava rivolgendo le proprie attenzioni mediche ad un
giovane ufficiale seduto su un lettino.
- Sono subito da lei, capitano. - disse la vulcaniana senza neanche
voltarsi, mentre faceva scorrere lentamente il fascio del piccolo
protoplaser su quello che, da lì, pareva un gran brutto taglio sulla mano
destra della paziente; ripeté il passaggio un paio di volte, poi passò
l'apparecchio medico all'infermiera che gli stava accanto:
- Può continuare lei, ora. - le disse, mentre raddrizzava la schiena e si
muoveva in direzione di Knight:
- Cosa posso fare per lei, capitano?
Ma lo sguardo del capitano si era fissato sulla ragazza ferita; quando
l'infermiera ritrasse il protoplaser, osservando sorridente la mano
perfettamente guarita, la ragazza balzò giù dal lettino e, dopo aver
ringraziato, ebbe modo di accorgersi della presenza del capitano.
La dottoressa seguì con lo sguardo il capitano Knight mentre si dirigeva
in direzione della ragazza, e inarcò un sopracciglio.
- Morgan......Tabatha Morgan........che sorpresa, tenente! - disse il
capitano mentre porgeva la mano destra senza pensare alla recente ferita
della ragazza. Il tenente Morgan, comunque, afferrò la mano del capitano e
la strinse con vigore insospettato.
- Bentrovato, capitano. Lo spazio non è poi tanto grande, a quanto pare. -
rispose la ragazza sforzandosi di apparire amichevole.
Senza però riuscirci, dal momento che il capitano non mancò di notare
l'ombra che velava la sua espressione.
- Da quanto tempo serve a bordo di questa nave, tenente?
- Da quando ho lasciato la Braben, signore.
= Uhm, non sembra avere troppa voglia di parlare = pensò Knight.
- Ah...beh...però avrebbe potuto farsi viva prima; mi fa sempre piacere
rincontrare i vecchi colleghi. -
Il tenente Morgan lasciò affiorare un sorriso sarcastico:
- Pensavo semplicemente che, alla luce di quello che è successo sulla
Braben, forse avrei fatto meglio a mantenere un profilo basso. -
- Non si riferirà per caso a quella nota di demerito, vero?
- No capitano, non si preoccupi. - rispose, mentendo, la Morgan.
- Tenente, azzuffarsi in una rissa è quanto di meno serio e professionale
si possa fare su una nave stellare della Federazione; è una di quelle
poche cose che non tollero assolutamente. Avrei assegnato una nota di
demerito anche all'Ammiraglio Tren'sil se ne avessi avuto l'autorità! -
Knight aveva dato un tono scherzoso all'ultima battuta della sua frase, ma
l'espressione della Morgan non mutò:
- Capitano, non c'è bisogno di stare sulla difensiva: non ho intenzione di
rinfacciarle nulla, stia tranquillo. Le auguro buon lavoro per il suo nuovo
incarico. -
Il tenente Morgan strinse nuovamente la mano al capitano e uscì
dall'infermeria.
Knight si voltò nuovamente verso la dottoressa, la quale aveva atteso
pazientemente la fine della conversazione e si aspettava che, infine, il
capitano si decidesse a spiegarle il motivo della sua visita.....anche se
l'espressione sul suo volto, seppur difficile da decifrare, sembrava
lasciare trasparire una punta di esasperazione.........o forse no.........
- Ha avuto modo di leggere il rapporto della Flotta sulla fisiologia dei
chamersiani, dottoressa? - chiese Knight alla vulcaniana.
- Certo, capitano.......e ho trovato i dati estremamente interessanti.
Personalmente ritengo che uno studio approfondito dell'aspetto biologico
possa aprire la strada ad una serie di deduzioni che ci sarebbero di grande
aiuto per lo svolgimento della missione; sarebbe quantomeno illogico basare
su considerazioni prettamente tecnologiche la comprensione della questione
in oggetto. -
- Senza ombra di dubbio, dottoressa. E' proprio per questo che ho affidato
a lei questo tipo di analisi e di valutazioni. Ha qualcosa da riferire?
- Sì, capitano. Innanzitutto, come può vedere....... -
La dottoressa attivò i controlli di uno degli schermi visori della stanza,
e l'immagine di un minaccioso virus alieno fu sostituita dalla
rappresentazione computerizzata di una creatura umanoide, e da una serie di
dati che scorrevano sulla destra.
- ........ la fisiologia degli abitanti di Chamersis III è molto simile a
quella umana, come tutti avevano previsto. Le differenze sono minime, e
riguardano principalmente l'apparato respiratorio ed il sistema
immunitario.
L'atmosfera del pianeta è meno ricca di ossigeno in relazione ai parametri
standard per un mondo di classe M; di conseguenza, i polmoni sono più
piccoli, ma gli alveoli sono molto più voluminosi. Anche la conformazione
di esofago, laringe e trachea è leggermente diversa. -
- Ci sarebbero problemi per un'eventuale squadra di sbarco?
- No, direi di no. Il deficit di ossigeno potrebbe cominciare ad avere
qualche effetto apprezzabile non prima di 48 ore di permanenza sulla
superficie; niente di preoccupante, comunque.
- Bene. Vada avanti.
- I dati della Flotta non sono molto dettagliati, ma pare che il sistema
immunitario dei chamersiani sia meno efficiente e flessibile di quello di
un terrestre.....o di un vulcaniano. Esiste il serio pericolo di introdurre
agenti batterici che l'organismo chamersiano non sia in grado di
contrastare. -
- Soluzione?
- L'utilizzo massiccio di anti-batterici e di apparecchi sterilizzanti in
loco........oltre alla ovvia raccomandazione di ridurre al minimo i
contatti.
- Gli ordini della Flotta sono di *evitare* i contatti, ma è meglio
prepararsi ad ogni evenienza. Veniamo alle questioni pratiche: cosa mi dice
della possibilità di alterare chirurgicamente un membro dell'equipaggio?
- L'unico problema può essere rappresentato dall'altezza. La Flotta
Stellare valuta che la statura media di un chamersiano sia di un metro e 60
centimetri per i maschi, e di un metro e 55 centimetri per le femmine. -
Knight fissò perplesso il diagramma sullo schermo e rivolse uno sguardo
interrogativo alla dottoressa:
- Santo cielo, non mi sembra un problema trascurabile! Ci vuole accorciare
le gambe? -
La dottoressa inarcò un sopracciglio e rispose:
- No, capitano. Ritengo superfluo l'utilizzo di questo tipo di procedura,
in considerazione del fatto che il ripristino delle condizioni........ -
- Sì, dottoressa.....lo spero bene! Vada avanti, la prego. -
- Pare che gli abitanti di uno dei continenti settentrionali vantino una
statura maggiore, tale da giustificare un altezza di.....diciamo.....un
metro e 80 centimetri, senza destare sospetti.
- D'accordo. Altri particolari somatici degni di nota?
- No, niente che non possa essere riprodotto, capitano.
- Perfetto. Ottimo lavoro, dottoressa Selenjak. Mi avvisi pure nel caso
avesse altro da riferire, e continui le sue analisi.
Ciò detto, il capitano uscì dall'infermeria, mentre la dottoressa
Selenjak rimase pensierosa sulla possibilità di intervenire
chirurgicamente sulla lunghezza delle gambe di un'eventuale squadra di
sbarco................
---
Il capitano Knight si faceva scorrere il piccolo cilindro tra le mani da
quasi cinque minuti, fermo e immobile di fronte alla porta del ponte
ologrammi 3.
Ogni ufficiale che si trovava a percorrere il corridoio salutava
ossequiosamente, ma finiva ogni volta per girarsi a osservare la scena, che
ormai aveva assunto connotati grotteschi e patetici.
A Knight pareva un gesto di tradimento....una dissacrazione......santo
cielo, il regalo di Patricia era qualcosa di estremamente personale!
Perchè mai avrebbe dovuto renderlo pubblico?
Era questa l'idea che gli era frullata per la testa fin da quando aveva
lasciato la Base Stellare 137: inserire "Fantasie gotiche" sui ponti
ologrammi della sua nuova nave, così che ognuno avesse potuto godere dello
splendido programma.
Ma c'era qualcosa di schizofrenico e di contraddittorio in quello che
Knight provava nei confronti di quello scenario olografico: in fin dei
conti lo odiava...odiava l'horror, i gialli e i thriller.....e soprattutto
odiava avere paura. L'unica cosa che lo affascinava era il mistero e
l'ignoto, e non sarebbe potuto essere altrimenti per un ufficiale
comandante della Flotta Stellare! Ma al contempo lo amava, perchè era il
frutto della complicità e dell'affetto della moglie.
E allora perchè voleva condividere il programma con il resto
dell'equipaggio? Paura di rimanere solo sul ponte ologrammi?
Sì.....forse......o forse un inconscio desiderio di fare entrare
l'equipaggio nella propra famiglia, mettendolo in contatto con quanto di
più intimo e personale possedesse della moglie......e che si potesse
mostrare in pubblico, si intende!
Knight inserì la cartuccia isolineare nell'alloggiamento del pannello di
controllo del ponte ologrammi; lo schermo si illuminò e cominciò a
mostrare dati e caratteristiche tecniche del programma.
Il capitano fece volare velocemente le proprie dita sul pannello, e attivò
la sequenza di scaricamento in memoria permanente.
Attese qualche attimo, mentre un messaggio lampeggiava sullo schermo, e si
preparò a istruire il computer sulle modalità di accesso al programma,
che in questo momento era identificato unicamente come "KNIGHT 1";
lo rinominò immediatamente "KNIGHT - Fantasie Gotiche", e si accertò che
l'accesso fosse pubblico, ad eccezione dell'ultimo scenario salvato sulla
Base Stellare 137, prima che l'arrivo della Unicorn lo interrompesse:
quello scenario in fin dei conti gli piaceva....era ansioso di
concluderlo......e chiunque avesse voluto prendervi parte avrebbe dovuto
ricevere un invito!
Infine estrasse soddisfatto la cartuccia dall'alloggiamento e, con un
tocco, disattivò il pannello di controllo.
* TU-TUT *
- Plancia a capitano. -
- Quì Knight. - rispose, avendo riconosciuto la voce del comandante Kraar
all'interfono.
- Abbiamo appena ricevuto una comunicazione dalla Flotta Stellare. Il
Comando ci autorizza a superare i limiti di velocità curvatura durante
tutta la durata di questa missione, a partire da ora. -
Uhm.........come avrebbe dovuto interpretare questa decisione? La prima
cosa che immaginò fu un mutamento della situazione su Chamersis II......in
peggio, presumibilmente. Forse era iniziato il dispiegamento degli specchi;
diamine, in quel caso avrebbe dovuto chiedere al tenente Newport di
spremere il nucleo di curvatura fino all'ultima goccia di antimateria per
arrivare in tempo!
Knight replicò immediatamente:
- Arrivo subito, comandante. Knight, chiudo. -
U.S.S. UNICORN
Ponte di comando
Quando le porte del turboascensore si aprirono, Knight raggiunse la
poltrona centrale a passo spedito e si rivolse immediatamente al comandante
Kraar:
- Da chi proveniva il messaggio, comandante? -
- Dall'Ammiraglio Fressen, signore. - disse Kraar, raccogliendo con un
rapido sguardo l'assenso del tenente Krugar.
= Fressen.....= meditò tra sé il capitano; era stato lui a comunicargli
tutti i dettagli della missione.
- Signor Krugar, apra un canale con il Comando della Flotta Stellare;
voglio parlare con l'Ammiraglio Fressen. -
- In privato, capitano? -
- No tenente, non è necessario. -
Il comandante Kraar scrutò il viso di Knight, nel tentativo di coglierne i
pensieri.
- Sì signore. - rispose il klingon.
Knight attese nervosamente che la comunicazione venisse stabilita,
accavallando le gambe e cercando una posizione più comoda sulla poltrona.
Finalmente, il tenente Krugar annunciò:
- Comunicazione stabilita, signore. L'Ammiraglio Fressen è in attesa. -
- Sullo schermo. -
Le scie delle stelle che schizzavano sul visore principale vennero
sostituite dal mezzo busto di un uomo piuttosto anziano, ma dall'aspetto
vispo e sveglio; l'espressione del suo volto esprimeva serietà e
risolutezza, ma non pareva particolarmente dura.
Fu Knight a parlare per primo:
- Salve Ammiraglio. Il mio Primo Ufficiale mi ha appena riferito
dell'autorizzazione a superare le limitazioni per la velocità di
curvatura. -
Il capitano utilizzò una pausa, inserita ad arte nel discorso, per tentare
di penetrare lo sguardo del proprio interlocutore.
Fu Fressen a riprendere la conversazione:
- Proprio così, capitano. La Unicorn è autorizzata ad ignorare i
regolamenti sulle limitazioni alla velocità di curvatura; la dispensa ha
effetto immediato e avrà valore effettivo fino al normale completamento
dell'attuale incarico. -
Alle ultime parole era stato impresso il tono del commiato; era chiaro a
tutti, in plancia, che, con questo, l'Ammiraglio Fressen riteneva conclusa
la comunicazione.
Knight però riprese:
- Posso sapere la motivazione? C'è stato qualche cambiamento del quale
dovrei essere messo al corrente, Ammiraglio? -
L'Ammiraglio abbozzò un leggero sorriso, assunse un'espressione
rassicurante e rispose:
- No, capitano; nessun cambiamento che comporti una variazione degli
ordini. Semplicemente, il Comando di Flotta ritiene che il fattore tempo
possa venire ad essere determinante per lo svolgimento della missione, e ha
deciso di concedere alla nave piena autonomia decisionale.
C'è altro, capitano? -
- No, Ammiraglio. E' tutto chiaro. -
- Benissimo. A lei e a tutto l'equipaggio i miei auguri di buon lavoro.
Flotta Stellare, chiudo. -
Knight non sapeva proprio cosa pensare; a dire il vero, cominciava a
sospettare di essersi preoccupato senza motivo, e di aver veramente fatto
una figura meschina con l'Ammiraglio Fressen. Questo bastò a rasserenarlo
un poco.
- Tenente O'Broinn, passiamo a curvatura 7....attivare. -
- Curvatura 7, sì signore. - rispose O'Broinn.
Per qualche secondo una leggera e quasi impercettibile vibrazione si
diffuse lungo il pavimento della plancia, nel momento in cui il giovane
navigatore della Unicorn aumentava la velocità della nave di due fattori.
Nello stesso istante, in sala macchine, più di due occhi osservavano con
soddisfazione il pulsare del nucleo di curvatura, che aveva finalmente
assunto un ritmo più sostenuto.
- Quanto manca ora a Chamersis III, tenente? -
O'Broinn interrogò la consolle di navigazione e rispose immediatamente:
- 2 giorni e 22 ore, mantenendo rotta e velocità, signore -
Knight si rilassò un poco sulla poltrona e si rivolse al proprio Primo
Ufficiale:
- Vediamo di accelerare un attimo i tempi, comandante; ho il presentimento
che un ritardo potrebbe essere fatale. -
Il comandante Dhek, che aveva ripreso la propria postazione in plancia
prima del capitano, assentì mentalmente.
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