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QUALE FUTURO? di Fabio Patricolo - Luigi Russo
15 febbraio 1999

    O'Broinn abbasso' lo sguardo, non sapendo cosa dire al Com.Quill.
    Non era abituato a dare consigli ai suoi superiori.

    Tuttavia in quel caso, si trattava di uno degli ufficiali che aveva conosciuto per primi sulla Unicorn... l'altro...l'altro era un ricordo che custodiva gelosamente.
    Il Com. Quill era anche quello che gli aveva impartito una lezione importante sull'IDIC e sul rispetto per le altre culture. Per tutti questi motivi, l'irlandese pensava al suo superiore come a una persona che lo avrebbe potuto guidare e del quale era pronto a definirsi <<amico>>.

    I pensieri cominciarono a fluire liberamente, e con sorpresa, O'Broinn si ritrovo' a parlare senza le inibizioni che fino ad allora gli avevano causato i gradi sul colletto del suo interlocutore.

    "Comandante... il dilemma che mi ha proposto non e' nuovo... Almeno nella cultura umana potrei citarle un numero impressionante di opere letterarie in cui viene affrontato e risolto in modi sempre diversi.
    Non credo ci sia bisogno di ricordarle Shakespeare..." un sorriso gli spunto' sul volto "...E' piu' degno patire gli strali, i colpi di balestra di una fortuna oltraggiosa, o prendere armi acontro un mare di affanni e contrastandoli por fine a tutto?"

    "Ma..." cerco' di interloquire l'andoriano
    "Si, lo so, lo so... questo non l'aiuta affatto, e se vuole saperla tutta, e' anche un'interpretazione piuttosto forzata di quel celeberrimo monologo. Ma, vede... non sono mai stato un campione di risolutezza: ho sempre preferito che gli altri prendessero decisioni che invece avrei dobuto io, soltanto io, prendere per me stesso... Forse e' proprio per questo che so quanto sia importante mantenere il controllo del proprio futuro... Non c'e' cristallo che tenga..." abbozzo' un sorriso amaro.
    "Non credo in un futuro che e' gia' stato scritto per noi, Comandante Quill... Non credo che esista un qualche strano meccanismo che riduca il nostro libero arbitrio ad una scelta tra opzioni gia' definite. E' per questo che l'unico consiglio che mi sento di darle e' di dimenticare... Dimentichi quel cristallo... Dimentichi quella visione...
    Agisca con la piena consapevolezza delle sue scelte. Qualunque ne sia il risultato... quello e soltanto quello sara' il _suo_ futuro; quello che Lei, e non un cristallo, ha creato per se' stesso..."
    L'irlandese arrossi' rendendosi conto di aver alzato il tono della voce ben oltre quello che sarebbe stato conveniente in una discussione con un suo superiore.
    "E poi" aggiunse con tono piu' sommesso "...lei ha mai letto i diari di James T.Kirk?"
    Quill lo osservo' con stupore:
    "I diari di Kirk? Sinceramente non vedo il nesso..."
    "Ricorda l' episodio al Yosemite Park? Kirk ha piu' volte detto di non aver avuto alcuna paura durante la sua caduta da quella parete rocciosa: da sempre sapeva che sarebbe morto solo, e li' con lui, invece, mentre cadeva, c'erano Spock e McCoy, dunque non sarebbe morto...
    Bene, mettiamola cosi': se la sua visione e' giusta..." ingollo' l'ultimo sorso di Irish Coffe quasi per farsi coraggio "...se la sua visione e' giusta, Comandante, su quel planetoide lei dovrebbe morire da solo, circondato da umanoidi ostili..."
    Sorrise.
    "Comandante Quill, in questa missione lei avra' due ombre, anche se una delle due senza antenne e con un gran passione per la Guinness e la musica heavy metal..."

    Diario del Primo Ufficiale Scientifico
    Data Stellare 9902.18
    Registrazione del Tenente Comandante Quill Voorr

    Quill rimase per qualche breve istante perplesso, poi svuotò il rimanente della sua bevanda in un sorso solo, come aveva appena fatto O'Broinn, ed appoggiò con gesto deciso il bicchiere sul tavolo, guardando l'umano con aperta gratitudine.

    "Tenente O'Broinn... nonostante il fato si sia rivelato crudele nei suoi confronti, e le abbia negato il privilegio di essere nato tra la mia razza..." il sorriso scherzoso di Quill stemperò immediatamente quella che altrimenti sarebbe stata una frase da duello all'arma bianca, "Non vorrei avere nessun altro al mio fianco, se si dovesse presentare l'esigenza di sbarcare su Charmesis II." Quill si alzò, ed allungò una mano sul tavolo, tenendo il polso leggermente piegato verso l'alto.

    O'Broinn rimase inizialmente confuso, non sapendo come reagire ad una situazione del genere; la sua da poco ritrovata sicurezza stava scemando gradualmente, di fronte al pensiero che un suo diretto superiore, una persona che stava imparando a conoscere pian piano, ma con la quale iniziava ad avvertire un certo "feeling", stesse mostrandogli apertamente la sua approvazione.

    O'Broinn si alzò, e strinse titubante la mano dell'Andoriano, non come due uomini d'affari che si incontrano formalmente, ma come die compagni d'arme che si ritrovano dopo (o prima) una battaglia.

    La stretta di Quill era forte, vigorosa, trasmetteva... qualcosa che indusse O'Broinn ad accantonare la sua timidezza, ed a ricambiare con orgoglio e vigore la stretta dell'altro.

    "Tra la sua razza, Tenente, questo gesto è il suggellamento di un patto tra due esemplari adulti di sesso maschile, dico giusto?"

    "Tra due Uomini, Comandante... e ci può scommettere quella sua famosa bottiglia di Whisky di Aldebaran!"



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