Diario del Primo Ufficiale Scientifico
Data Stellare 9902.10
Registrazione del Tenente Comandante Quill Voorr
Quill fissò a lungo l'umano, con uno sguardo intenso e penetrante, ed
un'espressione estremamente seria in volto.
"Tenente O'Broinn..." disse, infine, scandendo ogni parola, "Non creda
neppure per un momento che la sua presenza sia stata superflua; sebbene
lei possa essere meno erudito in materia prettamente scientifica
rispetto ad alcuni dei presenti alla riunione, il suo retaggio di Umano,
e la sua educazione come Timoniere presuppongono un'elevata capacità
d'osservazione, una memoria sviluppata, un'ottimo coordinamento
occhio-mano, e una notevole capacità di prendere decisioni rapide ed
importanti in tempi ristretti ed in condizioni di stress. Tutte queste
capacità ci saranno estremamente preziose, durante la delicata missione
che ci si profila..."
Detto questo, Quill iniziò a camminare lungo il corridoio, facendo cenno
ad O'Broinn di seguirlo; "In effetti, secondo i dati a nostra
disposizione, pare improbabile che gli abitanti del sistema di
Chamersis non si rendano conto dei rischi impliciti nell'attivazione del
complesso di specchi orbitali che hanno creato; purtroppo, questa è
anche la sola cosa della quale possiamo essere veramente sicuri."
"In che senso, signore?"
"I... <<Chamersiani>>, se mi consente di coniare un termine, potrebbero
stare sottovalutando l'entità della loro azione, ma se consideriamo la
platealità del risultato, direi che anche questa ipotesi sia da
scartare. Inoltre, a mio parere, nessuna razza senziente lotta
attraverso un paio di millenni di evoluzione e civilizzazione con il
solo scopo di annichilirsi in un suicidio planetario, e dal momento che
valuterei le probabilità che sul planetoide attualmente circondato dagli
specchi si sia evoluta o installata una razza aliena senziente,
sviluppata e minacciosa abbontantemente inferiori al 10%, non vedo
proprio quale vantaggio potrebbero trarre i Chamersiani dalla sua
distruzione violenta." Quill e O'Broinn entrarono nel turboascensore.
"Bar di prora.", disse Quill. il turboascensoree iniziò a muoversi.
"Se il progetto dei Chamersiani fosse veramente un tentativo disperato
di difendersi da una forza aliena, avrebbe perlomeno due grosse falle:
in primo luogo, la sua pericolosità sarebbe tale da inibire l'attuazione
del progetto stesso, ed in secondo luogo, il lungo tempo di
accumulazione energetica, e la delicatezza intrinseca dei macchiari
impiegati, renderebbero il progetto facilmente sabotabile. Anche
l'ipotesi di una prova di forza preferirei scartarla, anche se..."
O'Broinn era palesemente curioso; "una prova di forza? lei dice..."
"Vede, O'Broinn..." continuò Quill, "L'unico motivo per il quale una
razza evoluta e civilizzata possa in effetti commettere un atto che la
condannerebbe palesemente all'estinzione, secondo la mia esperienza, è
il seguire ciecamente la guida di un capo. Molte altre volte, nel corso
della storia di ciascuna delle razze attualemente facenti parte della
Federazione, sanguinose guerre o crudeli repressioni sono state
perpetrate solo a causa della follia o della crudeltà di una singola
persona. Se uno dei tre... sovrani, diciamo, di Chamersis decidesse di
mostrare agli altri la sua forza militare, magari per prendere il
comando dell' intero pianeta, egli potrebbe essere abbastanza stupido da
sottovalutare il palese pericolo, ed abbastanza influente da attuare un
simile progetto suicida."
Quill e O'Broinn rimasero pensierosi per qualche attimo; nel frattempo,
il turboascensore arrivò nel bar di prora.
I due si mescolarono ai membri dell'equipaggio già presenti, e si
sedetteri ad un tavolino nei pressi di una delle grandi vetrate.
Dopo pochi istanti, un camerierevenne a prendere le ordinazioni; Quill
prese un "Ras'Kalat", una bevanda forte e sciropposa, nativa del suo
pianeta, ma dalla decisa funzione emetica per chiunque non avesse un
metabolismo simile a quello Andoriano, mentre O'Broinn si concesse una
tazza di Irish Coffee.
"Lei è preoccupato, Comandante Quill." sentenziò O'Broinn, dopo un poco;
"crede veramente che l'ipotesi di un dittatore guerrafondaio possa
essere la più fondata?"
Quill esitò; girò a lungo il bicchiere con il liquido cremoso tra le
mani, osservandolo come rapito dalle onde e dai riflessi del liquido
ambrato, poi, guardando O'Broinn di sottecchi, mormorò: "Lei crede nel
destino, Tenente?"
O'Broinn fu colto di sorpresaa, da quel repentino cambio d'argomento;
"Il... il destino? Beh... io credo che ciascuno sia artefice..."
"Una citazione colta, ma lievemente abusata, Tenente, se mi permette..."
Quill sembrava molto serio, riguardo all'argomento.
"Ecco... non so che dirle, Comandante... Lei mi sta chiedendo se credo
che ci sia un disegno predefinito per ognuno di noi, dal quale non
possiamo sottrarci?"
"Qualcosa del genere."
"Beh, allora io credo proprio di no."
"Mmmh...", disse Quill, ricominciando a far pigramente roteare la sua
bevanda, ed a fissarla, "Così, lei crede di no..."
"Comandante, che succede?"
"Io credo la missione sarà un fallimento, O'Broinn..." disse Quill,
fissando l'umano con severità; "credo che il pianeta sarà fatto
esplodere mentre noi, io compreso ci saremo sopra, e che la sua
detonazione illuminerà gli spazi come il lampo di mille soli....
E lo credo, Tenente O'Broinn... perchè l'ho già visto accadere."
Diario del Primo Ufficiale Scientifico
Data Stellare 9902.12
Registrazione del Tenente Comandante Quill Voorr
Il Tenente O'Broinn rimase palesemente stupito, dall'ultima frase
pronunciata dal Comandante Quill... tanto più, perchè l'Andoriano non
aveva minimamente l'aria di scherzare.
"Ma... come... voglio dire, come può..."
"E' successo molto tempo fa...", rispose Quill, osservando il pigro
ondeggiare della sua bevanda come se stesse scrutando attraverso le
nebbie del tempo; "Eravamo appena attraccati su DS9, di ritorno dal
neufragio nel settore gamma con la "Garrett" originale, quando una
delegazione del Governo Provvisorio di Bajor chiese di poter parlare con
i sopravvissuti..."
Quill alzò gli occhi su O'Broinn, che ascoltava interessato; "La
delegazione, era composta perlopiù di rappresentanti della peculiare
religione di Bajor... il culto dei profeti, o qualcosa del genere, e vi
era anche un loro alto rappresentante... ora mi sfugge il nome, ma era
una donna, di mezz'età, bene in carne, con uno sguardo intelligente.
Dissero che la nostra disavventura era stata da lungo tempo predetta dai
loro profeti, e che ci avrebbero fatto partecipi di una cerimonia
mistica, che a quanto pare, ha una notevole importanza, ai loro occhi.
Ora, i sopravvissuti al naufragio, eravamo Io, il Capitano McGuinness,
naturalmente curioso ed impaziente di sperimentare qualsiasi cosa possa
anche solo lontanamente essere definita <<interessante>>, il Tenente
K'Pec, al momento ridotto in stato di coma vegetativo, ed il Dottor
Kreos... un Bajoriano.
Ora, anche se la mia educazione mi ha insegnato ad osservare con
distacco ogni cosa, ed a dubitare di tutti i fenomeni che,
apparentemente non hanno una plausibile spiegazione scientifica, per
motivi di cortesia, curiosità, e riepstto verso i miei compagni di
sventura, accettai di sottopormi alla... cerimonia.
A quanto pare, i Bajoriani sono in possesso di alcuni artefatti
cristalliformi, dalle interessantissime proprietà, che loro identificano
con i <<profeti>> della loro religione, da quanto ho capito... pare che
ciascuno di questi cristalli, abbia una peculiare proprietà: quella di
far vivere a colui che ne scruta le profondità, un'esperienza
semi-onirica, diversa per ciascuno. I Bajoriani prestano la massima
fiducia in questi... viaggi, e hanno scritto diversi libri riguardo a
come interpretarli.
Per me, fu scelto il <<Cristallo del Tempo>>, il quale mi avrebbe fatto
scrutare nel passato, o nel futuro. Accadde che mi ritrovai nel futuro."
Quill fece una pausa, per raccogliere le idee, e controllare se O'Broinn
stava ancora seguendo la sua narrazione.
L'attenzione del Tenente pareva totale.
"Mi ritrovai in un luogo a me sconosciuto", riprese allora Quill, "nel
sotterraneo di un qualche palazzo di pietra grigia, con un coltello
insanguinato in mano, ed un cadavere umanoide ai miei piedi. Sentivo dei
rumori in lontananza, e ben presto mi resi conto che erano prodotti da
altri umanoidi, che stavano avanzando nel sotterraneo... cercando me.
Iniziai a muovermi, cercando una via d'uscita, ma non pareva esservene
alcuna; ben presto, mi ritsovai in un vicolo cieco, comunicante con
l'esterno, ma chiuso da una massicia grata metallica... ed io ero
sprovvisto di phaser.
Il panorama, era quello di un pianeta alieno... di un *piccolo* pianeta
alieno, dal momento che la curvatura dell'orizzonte era ben visibile
assai più vicina rispetto ad un pianeta delle dimensioni della Terra,
e nel cielo stellato troneggiava un'altro pianeta, talmente grande e
talmente vicino da parere un gigante. Ricordo che notai più di una luna,
nel cielo, ma non vi feci più di tanto caso: in quel momento ero
occupato a cercare una via di fuga dai miei inseguitori, che si stavano
facendo sempre più vicini.
Ricordo che notai la familiare sagoma di uno shuttle, parcheggiato a
qualche centinaio di metri dalla mia posizione, e mi parve addirittura
di scorgere delle persone vicino ad esso, quando venni finalmente
raggiunto da un gruppetto di umanoidi, tutti quanti vestiti alla stessa
peculiare maniera, e tutti quanti con un'arma simile alla mia ben
stretta in mano.
Da dove mi trovavo, era chiaro che non vi era alcuna via di fuga, ed i
miei primi tentativi di comunicare misero subito in chiaro che l'unica
cosa che li interessava, era il mio scalpo...
Stavo quindi preparandomi alla difesa, quando la loro attenzione fu
catturata all'improvviso da *qualcosa* alle mie spalle; mi volsi a
controllare, ma tutto ciò che vidi, fu un lampo di luce accecante.
Pochi istanti dopo, ebbi la visione del pianetoide sul quale mi trovavo,
che si trasformava in una palla di fuoco nello spazio."
Quill prese un sorso dal bicchiere; O'Broinn era giunto neppura a metà
del suo Irish Coffee, e pareva impaziente di sapere di più.
"Tutto qui. Dopo la scena dell'esplosione, mi risvegliai nuovamente su
DS9."
O'Broinn parve scuotersi da una specie di trance, e sorseggiò
rapidamente la sua bevanda, prima di chiedere: "Così, lei crede che la
visione che ha avuto, possa riferirsi alla missione che stiamo per
intraprendere?"
"Non lo so. Fossi un Bajoriano, o uno studioso della loro cultura, forse
potrei avere le idee più chiare, ma il fatto è che dopo alcuni giorni mi
dimenticai di quell'esperienza, e non gli diedi più peso... sino ad
oggi."
"Ma non crede che in questo caso si meglio avvisare il Capitano?"
"Non so neppure questo! Per Zarquon! Come faccio ad andare dal Capitano
e dirgli che dovrebbe annullare una missione così delicata solo in base
ad un'esperienza semi-mistica da me vissuta diverso tempo fa, quando per
di più dovevo ancora smaltire il carico di stress che il naufragio mi
aveva fatto accumulare? La mia reputazione di scienziato ha già subito
alcuni scossoni, ultimamente, Tenente..."
"Cosa pensa di fare, allora?"
"Una volta finita la cerimonia, i religiosi Bajoriani mi dissero che
sebbene ciò di cui avevo avuto esperienza fosse senza dubbio il mio
futuro, esso non era inciso nella pietra, e che stava a me fer sì che
ciò che avevo vissuto non si avverasse... Ma se mi dovessi sbagliare, se
la visione, nonostante tutti i riferimenti azzeccati non si riferisse a
questa missione, od a questo pianeta... se mettessi in allarme il
Capitano (sempre ammesso che sia disposto a credermi), e rischiassi di
mandare a monte tutto, se a causa delle mia paure un'intera razza si
dovesse estinguere..."
Quill guardò ancora una volta O'Broinn; "Cosa devo fare, O'Broinn? Cosa?
non riesco a trovare nessuna spiegazione scientifica, ed il mio senso
logico è combattuto tra due scelte di eguale importanza: agire o non
agire... cosa dovrei fare, secondo lei?"
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