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CONSIGLI E CONSIGLIERI di Wanda Calderoni
21 aprile 2000

    Zeela non ebbe nemmeno il tempo di replicare, che Selenjak l'aveva già abbandonata in mezzo a quella piccola folla di semi-sconosciuti.
    - Bene allora- , tagliò corto Pitemeni,- se voi siete d'accordo, potremmo cominciare anche subito il nostro briefing.
    Il "padrone di casa" fece accomodare tutti i presenti nella saletta adiacente, su comode poltrone di colore rosso cupo, situate intorno ad un tavolo di vetro trasparente .
    Le condizioni di Kraar erano stabili, non aveva presentato dei grossi miglioramenti neanche con la terapia protoplasmatica della corteccia e con la stimolazione diretta delle sinapsi. Comunque Pitemeni confidava nell'intervento di uno specialista del settore che aveva da poco messo a punto un farmaco innovativo.
    Domande e risposte si susseguivano incalzanti: si trattava di una situazione molto interessante dal punto di vista clinico, che lasciava spazio a nuove possibilità di cura.
    Anche Zeela partecipava attivamente al dibattito, nonstante la preocupassero maggiormente le condizioni di una vulcaniana testarda e poco incline a farsi curare. Tutto questo però non la sorprendeva: i dottori erano da sempre i peggiori pazienti: suo padre diventava intrattabile per un semplice raffreddore allergico alle spore di pepe venusiano! La sua collega aveva tirato fuori una facciata granitica da klingon e non si sarebbe ammorbidita facilmente. Ma non poteva ingannare lei : il suo "fiuto empatico" sentiva chiaramente che lo stato confusionale della donna era ancora forte. Le emozioni si erano accavallate molto "illogicamente" e a malapena era riuscita a sopraffarle con la sua razionalità .
    Comunque, con molto sollievo per tutti, il consulto ebbe termine e i dottori si congedarono con la promessa di tenersi aggiornati sulle relative scoperte.
    "Questa volta non devo sbagliare ponte", pensò tra sé Zeela. Ma l'infermeria continuava ad essere per lei un luogo arcano, e solo dopo un lungo peripato , si ritrovò di fronte alla porta trasparente.
    >Il tenente Turrell poté fare a meno di sgranare i propri occhi ambrati:
    >davanti a lei, si trovavano (in ordine quantomeno sparso) una stanza >in
    >cui probabilmente doveva essere passato un tornado, un uomo in >camice
    >completamente paonazzo, con le braccia graffiate e gli occhi >strabuzzati,
    >e la dottoressa Selenjak, placidamente seduta ad >accarezzare un gatto che
    >le faceva le fusa e...
    >" Oh , no!", pensò Zeela : quello non era un gatto qualsiasi: era >Rima!"

    - C..Cosa è successo?- , furono le uniche parole che si sentì di pronunciare.
    - Il suo gatto! Il suo gatto è un mostro!- , urlò il povero Kokokinaka, ridotto ormai in uno stato pietoso.
    - Ma io gliel'avevo affidato dentro la sua gabbietta... - disse, osservando la bolgia che le stava intorno per cercare di scorgere da qualche parte il piccolo oggetto metallico.
    - Sì, Tenente, ma...vede...il suo gatto mi ha imbrogliato: ha iniziato a miagolare carino carino, facendo le fusa e fissandomi con i suoi occhioni azzurri...sembrava ben disposto e...non ho saputo resistergli...pensavo che sarebbe stato morbido come un tribolo, ma invece è un MOSTRO! Il povero Kokokinaka non aveva torto: chi conosceva Rima sapeva bene che si prestava ad essere coccolata solo quando le faceva comodo, mentre il resto della giornata era peggio di una furia.
    - Mi vuole spiegare Dottoressa perché questo gatto si trovava in infermeria? -
    Eccola lì, la prima ramanzina del superiore. E non aveva ancora preso servizio attivo!
    "Cominciamo bene", pensò Zeela tra sé.
    - Mi lasci spiegare...Ero appena salita a bordo...Non trovavo il mio alloggio...- bofonchiò la dottoressa con un'aria da studentella.
    - Lasci le delucidazioni a dopo, Tenente - la voce della vulcaniana non aveva un tono di disappunto, anzi, Zeela poteva sentire che la sua collega era del tutto rilassata, anche per merito del suo gatto?!
    - Ora abbiamo un impegno, non ricorda? E' stata lei stessa a propormelo! -
    Turrell riacquistò la padronanza di sé.
    - Intende il colloquio con il Consigliere? Potremmo andare da lui anche adesso. -, così dicendo cedette il passo alla collega di fronte alla porta dell'infermeria.
    Selenjak si arrestò di colpo:
    - Non possiamo andare in giro per la nave con questa signorina in braccio, vero? - ,il suo tono era molto dolce e lo sguardo che rivolse al gatto aveva un che di materno.
    - Signor Kokokinaka, so che non le dispiace prendersi cura di nuovo della bestiola. Ma questa volta la porti da qualche altra parte che non sia l'infermeria...nel suo alloggio, per esempio. - e depositò il piccolo fagottino di pelo nelle braccia del dottore.
    Rima miagolò placidamente rivolgendosi alle due dootresse in partenza, mentre indirizzava al suo custode un sorrisetto sadico...
    L'ufficio del Consigliere si trovava sul medesimo ponte dell'infermeria. Passo dopo passo le due giovani si stavano avvicinando e le emozioni di Selenjak si facevano sempre più simili a quelle che aveva provato al Centro Medico Triven Soth. Ansia, preoccupazione, un senso di disorientamento generale stavano nuovamente minando la "Logica" della vulcaniana. Zeela sentiva tutto questo e le rivolse uno sguardo di incoraggiamento, sorridendole amichevolmente:
    - Stia tranquilla, il Consigliere saprà come aiutarla.-
    Selenjak non fu molto rasserenata dalle parole della collega: l'ultima cosa che voleva era che qualcuno frugasse nella sua mente per scopi più o meno terapeutici. Tuttavia deglutì e si fece forza.
    La porta dello studio si aprì e un giovane bajoriano (con un concetto del tutto personale della grammatica) chiese loro che cosa desiderassero.
    I due medici si presentarono:
    - Avremmo bisogno di un parere da parte del Consigliere. E'libero al momento? -
    Un uomo sulla trentina con spalle piuttosto larghe e un pizzetto (appena uscito da un romanzo di Dumas) si fece loro incontro con entusiasmo. Le due visitatrici si presentarono.
    - Benvenute! Sono il Consigliere Marcel Lamarc. E' un piacere incontrare le mie nuove colleghe! E' il mio primo giorno di lavoro e voi siete le mie prime ospiti! Cosa posso fare per aiutarvi? -
    Zeela spiegò brevemente la situazione incorsa al Centro Medico mentre Selenjak, con la testa bassa, assentiva da un angolo.
    L'espressione del Comandante Lamarc si fece seria:
    - Dal punto di vista clinico ci sono delle risposte? -
    - Sto conducendo un'indagine in proposito -, rispose Zeela, - spero di avere una risposta al più presto. -
    - Bene... Desidererei restare da solo con la paziente, Tenente Turrell. Ci tengo molto alla privacy del mio studio. Non mancherò comunque di farle conoscere i risultati della mia seduta se questo potrà esserle utile per il suo lavoro.
    A Selenjak non piacque molto sentirsi chiamare "paziente", ma al momento non era in grado di replicare: la sua situazione era abbastanza complicata... Zeela si congedò e fece ritorno all'infermeria, dove trovò alcuni assistenti intenti a ripulire il disastro causato dal ciclone-Rima.
    Si presentò, ma tanto ormai la conoscevano tutti come la causa delle loro fatiche, così si diresse verso lo studio privato destinatole e si sedette direttamente alla Consolle.

    <<Frequenze di chiamata subspaziale per la USS Fleming aperte.>>

    Nello schermo di fronte a Zeela si delineò una figura femminile con un vistoso abito dorato che stava cotonandosi i capelli con una spazzola.
    - Ciao Mamma! -, disse con sguardo e voce tra il comprensivo e il rassegnato.
    - Tesoro! Come stai? Hai l'aria stanca, dormi abbastanza? -
    - Sì, sì, come al solito. Tu e Papà state bene? -
    - Posso parlare per me, tuo padre lo vedo solo attraverso una provetta! Prima o poi gliene ficcherò una nel naso, oppure dovrà chiedere ad una provetta di scaldargli il letto la sera....No, aspetta..., potrebbe farlo. Comincio proprio a credere che tu sia stata concepita per un puro caso. -
    - Mamma, smettila subito! Lo sai che mi imbarazza sentire queste cose su te e papà! - il viso della ragazza aveva assunto un colore sul fucsia...
    - Invece devi ascoltarmi, così non capiterà anche a te una situazione simile. Mai sposarsi con un uomo che è già sposato al suo lavoro, sarai sempre un'amante trascurata! - e si sistemò un ricciolo castano sulla fronte.
    - Piuttosto, come ti trovi sulla Unicorn? Il Capitano è così affascinante come Patricia lo descrive? -
    Zeela sgranò gli occhi: - Purtroppo non so cosa dirti, mamma: non l'ho ancora incontrato, ma so che dovrò riferirgli al più presto quanto sta succedendo . E poi il Capitano è il Capitano! Solo tu puoi pensare a queste cose! -
    - Uhm... Vorrà dire che prima o poi verrò a controllare di persona... -
    - Mamma, non mi sembra che...ma lasciamo perdere. Ho bisogno di una consulenza professionale dallo psichiatra. -
    - Non avete un Consigliere per questo? Non voglio certo intromettermi nei tuoi rapporti con il resto dell'equipaggio. -
    - La paziente è già a consulto da lui, ma io...-
    Il viso di Tahara si illuminò: - LUI? Allora è un uomo! E com'è? Ha lineamenti interessanti? La mascella quadrata? Il mento volitivo? Di che colore ha gli occhi ? I Consiglieri sono molto più affettuosi rispetto agli altri ufficiali. Avrei dovuto mettermi con uno di loro. -
    Zeela arrossì : - ... Non credo che l' aspetto fisico del Comandante Lamarc possa essere importante adesso. Smettila di scherzare, è una cosa seria!
    - Uhu, come sei professionale, Marie! Sembri tuo padre. Ma farò come vuoi. Esponimi il tuo caso. -
    L'espressione della Signora Turrell cambiò radicalmente; era sì una betazoide di mezza età (con tutti i pregi e i difetti del caso), ma era anche uno dei più stimati psichiatri del quadrante. Non era membro della Flotta Stellare, ma aveva sposato John Carther Turrell, attualmente Capitano della nave-ospedale Fleming.
    - Il primo ufficiale medico della Unicorn è la Dottoressa Selenjak, una vulcaniana. Da qualche giorno il suo comportamento è molto strano: ha dei continui scatti di umore, soffre di crisi depressive...è così illogica! In più ha avuto un collasso, in seguito al quale ha subito un'amnesia: di breve durata, ma piuttosto insolita: ricordava particolari della sua professione ma non della sua vita. Tu cosa ne pensi? -
    - E' una situazione molto delicata. I sentimenti vulcaniani sono molto forti e solo con la loro (secondo me inutile) filosofia, riescono a dominarli. Mi sembra che la dottoressa sia piuttosto giovane, vero? Quindi non può essere la sindrome di Bendae. I suoi tracciati sinaptici sono regolari? -
    - Prima dell'attacco hanno una fluttuazione, mentre al risveglio appaiono fin troppo regolari. E' strano, vero? -
    - Molto strano. Dove si trovava la prima volta? -
    - Eravamo sbarcate al Centro medico Triven Soth per un consulto con il Dottor Pitemeni a proposito dell'ex primo ufficiale della Unicorn, il Comandante Kraar. E' in stato letargico dall'ultima missione, ma i primi sintomi erano comparsi durante l'incarco su Betazed. -
    - Quando stavano per spiaccicare la Unicorn sulla casetta del nonno?! Stavano per fargli venire un colpo. Avremmo dovuto chiedere un risarcimento danni alla Flotta Stellare. - Tahara congiunse le mani e le agitò di fronte a sé rivolgendo alla figlia un'occhiata piena di disappunto. -
    - Non divagare, mamma, non divagare. Dammi piuttosto il tuo parere. -
    - Marie, Tesoro, così su due piedi non so cosa dirti. Sei sicura che questo Kraar non sia contagioso? Non ho tempo per formulare un'ipotesi appropriata, adesso: devo riprendere i miei appuntamenti. Continueremo questo consulto la prossima volta. A presto, Marie, e stai attenta! -
    Schioccò un bacio allo schermo e la comunicazione si interruppe, lasciando il volto preoccupato di Zeela a specchiarsi nel video.



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