"E' incredibile come sui Vulcaniani si dicano un sacco di luoghi
comuni, che spesso non hanno fondamento reale", disse Data, dopo
un'altra mezz'ora trascorsa a proseguire l' elencazione dei casi pro
o contro l'emotività degli umanoidi.
Selenjak lo guardò con aria interrogativa, mentre l'androide continuò:
"Ebbene, secondo quanto comunemente si conosce sui Vulcaniani, la
vostra razza viene considerata di abitudini molto morigerate, anzi,
direi quasi ascetiche"
Il sopracciglio destro di Selenjak accentuò la propria curvatura.
"Ciònonostante" - proseguì l'androide - "lei ora sta finendo la
quarta porzione di mousse al cioccolato, e ne ha appena ordinata
un'altra: curioso, non trova?"
Selenjak fermò a mezz'aria il cucchiaio contenente l'ennesimo boccone di dolce:
si sentiva terribilmente in imbarazzo.
Per sua fortuna, Data tornò a concentrarsi sull' argomento
precedente, fornendole l'occasione di parlagli di ciò che le stava a
cuore:
"A proposito del suo chip emozionale, Comandante.... io credo che in molti
casi sarebbe preferibile averne uno, solo per avere la possibilità di
disattivarlo.
Personalmente, se potessi intravedere la possibilità di creare
qualcosa di equivalente per liberarmi del peso delle emozioni,
dedicherei tutte le mie forze a questa ricerca" - esclamò la
Vulcaniana, che per l'enfasi aveva perfino interrotto la degustazione
della quinta porzione di dolce.
"Ma é esattamente il contrario di ciò per cui il dottor Noonien Soong
aveva lavorato nel creare il chip" osservò Data, con un'espressione
che avrebbe potuto passare per meravigliata.
"Il chip é stato creato proprio per darmi la possibilità di
diventare come tutti gli altre creature dotate di emozioni e
sentimenti.
Una scoperta impagabile, che é riuscita finalmente a rendermi un
essere completo, appagato del proprio essere. Un dono prezioso ed
irrinunciabile: e lei, che queste emozioni ha a possibilità di
viverle naturalmente e spontaneamente, vorrebbe creare qualcosa in
grado di cancellare le emozioni ? Per quale motivo?"
Selenjak, che capiva benissimo le motivazioni dell'androide, rispose:
"Se é vero che le emozioni possono essere fonte di gioia e di
meraviglia, é anche vero che possono essere esattamente il contrario.
Comandante, lei ha elencato fino a poco fa molti casi in cui la
presenza di emozioni si é rivelata d'intralcio nelle più svariate
situazioni, senza contare che lei stesso ritiene opportuno non
servirsi continuamente del chip: ne dobbiamo dedurre che a sua volta
avrà valutato l'inopportunità delle emozioni in molte circostanze.
Personalmente, se avessi un chip emozionale, sceglierei di tenerlo
costantemente disattivato"
Data non poté fare a meno di notare con quanta amarezza la Vulcaniana
avesse pronunciato quelle frasi. Aveva imparato, durante i lunghi
contatti con gli umanoidi, quanto spesso le parole dette in un
momento d'ira o di dolore fossero in contrasto i reali pensieri
dell'individuo.
La ragazza che gli stava di fronte doveva essere in grande difficoltà.
"Per quanto mi riguarda, spesso disattivo il chip perché ancora non
ho imparato ad avere dimestichezza con il mondo delle emozioni: a
volte mi trovo, per così dire.. disorientato da esse, e forse un po'
spaventato, ma questo non significa che non lo apprezzi senza riserve.
Dottoressa Selenjak, per quanto non sia in grado di percepire le sue
emozioni, io credo che le sue parole siano dettate non tanto dalla
logica, quanto da una motivazione più profonda e di natura personale;
se i sentimenti sono stati fonte di dolore nel suo passato, forse ora
lei crede davvero che una soluzione drastica sia la più razionale, ma
per quanto ho avuto modo di vedere fino ad ora, la realtà é diversa."
Selenjak assunse una espressione più severa : "mettere in discussione
il raziocinio dei miei pensieri, equivale a dire che dovrei prendere
ripetizioni di logica ? E' l'unica cosa che in questi anni non é mai
venuta meno: dovrebbe saperlo, visto che ha dato mostra di conoscere
molte cose sui Vulcaniani" - rispose, non senza un accenno di
sarcasmo;
Data replicò: "Se é per quello, una volta qualcuno mi ha quasi
scambiato per Vulcaniano"
"Qualcuno che non conosceva i Vulcaniani, immagino", osservò Selenjak
con una espressione molto dubbiosa.
"Tuttaltro: si trattava di uno dei più insigni medici della
Federazione, tra i primi a tascorrere molti anni di servizio a
stretto contatto con un Vulcaniano: era l'Ammiraglio McCoy. Ricordo
che durante il nostro breve incontro volle perfino controllare che
non avessi le orecchie a punta."
Selenjak era sempre più stupita.
Nominare l'Ammiraglio McCoy era come evocare il nume tutelare della
medicina della Federazione, e Data era riuscito ad incontrarlo!
"Interessante!"
L'androide continuò:
"In ogni caso, proprio con il Vulcaniano che era stato compagno di
servizio di McCoy sulla prima Enterprise - il Signor Spock - ho
avuto una discussione che per certi versi era simile alla nostra:
anche Spock aveva passato quasi tutta la sua vita a cercare di
lasciarsi alle spalle i sentimenti e le emozioni,proprio mentre io
stavo facendo grandi sforzi nella direzione opposta.
Forse non sappiamo accettarci per queli che siamo, dottoressa:
probabilmente é questo il vero problema."
Le parole di Data avevano fatto breccia nel cuore di Selenjak, che
passò da un atteggiamento difensivo ad uno più "morbido".
Data continuò a parlare di Spock, della filosofia di Vulcano,
dell'enorme ricchezza di caratteri e sentimenti delle persone
incontrate nel corso degli anni: a mano a mano che procedeva nel
racconto,Selenjak diventò sempre più interessata alla conversazione
dell'androide e, un po' alla volta, iniziò ad interagire in modo più
rilassato.
Parlarono per ore (Selenjak non si accorse nemmeno che nel locale si
fossero già susseguiti due cambi di turno, né fece caso al mancato
ritorno del consigliere Lamarc e della dottoressa Turrell), durante
le quali l'apparentemente inespressivo sguardo dell'androide si fece
agli occhi della Vulcaniana sempre più ipnotico.
"Affascinante", pensò Selenjak tra sé e sé, non senza scoprire con
stupore di provare una sensazione piuttosto strana nell'incrociare
gli occhi ambrati dell'androide: non riusciva a sostenerne lo sguardo
per più di due secondi, e per di più provava un leggero tremore alle
gambe: forse era stata seduta troppo a lungo - ma non si sarebbe
mossa da quel tavolo per tutto l'oro del mondo.
------
Le ore trascorsero velocemente, senza che nessuno dei due pensasse
minimamente all'eventualità di congedarsi; erano in perfetta sintonia
e non si curavano minimamente di quanto accadesse intorno a loro; la
costituzione della Vulcaniana, che le consentiva di passare una
notte insonne senza particolari conseguenze, unita al fatto che Data
non avesse alcuna necessità di dormire, fecero il resto: ad un
tratto, il suono del comunicatore giunse a spezzare l'incanto:
era la voce (affranta) di Kokokinaka.
"Dottoressa Selenjak, avrei bisogno del suo aiuto in infermeria..."
"Sarò da lei ta poco" rispose Selenjak alzandosi da tavola, con lo
stesso entusiasmo di chi, mentre sta facendo un bel sogno, sente
un'impietosa sveglia ricordargli che é ora di andare al lavoro.
Si apprestò a salutare l'androide, ma Data l'anticipo' :
"Dottoressa, mi sembra importante farle sapere che in tutti questi
anni, ho lavorato accanto a persone meravigliose."
Selenjak non comprendeva il significato di quelle parole, ma lo
lasciò proseguire.
"Il mio amico Geordi, l'Ammiraglio Picard,.. e poi il consigliere
Troi, la dottoressa Crusher, Riker, Worf e tante altre persone che mi
sono state vicine.....
Ebbene, io sono stato molto fortunato, non solo per aver potuto
trascorrere parte della mia vita con loro, ma anche perché, grazie
alla capacità di provare emozioni, ho potuto capire cosa volesse dire
provare per loro dell'affetto, e anche cosa significasse sapere che
anche loro mi volevano bene.
Vede, tempo addietro conobbi una ragazza davvero speciale: si chamava
Tasha Yar.
Noi avevamo instaurato un rapporto molto particolare, direi unico, ma
a quel tempo, non avevo ancora il chip emozionale.
Purtroppo, senza che nessuno di noi ne fosse responsabile, Tasha é
uscita dalla mia vita per sempre; ora é passato molto tempo, ma sento
un grande vuoto, perché ho compreso che la sua perdità é stata
davvero irrimediabile.....non solo perché il destino ci ha separati,
ma anche e soprattutto perché non ho saputo, e forse non saprò mai,
quali fossero i miei sentimenti per lei: nessuno dovrebbe provare una
privazione del genere, dottoressa.
Noi ci siamo conosciuti poche ore fa; il mio cervello positronico ha
elaborato i dati raccolti su di lei, ma questi dati mi forniscono
solo elementi oggettivi: dicono che lei é una persona dotata di
grande preparazione tecnica, che ha una dialettica invidiabile, che
per la sua conformazione fisica, secondo i canoni estetici degli
umanoidi, é una ragazza dotata di grande bellezza, e così via, ma non
basta: non é questo il ricordo che intendo conservare di lei.
Se la conoscenza tra le persone si limitasse a questo, la vita
sarebbe ben poca cosa, dottoressa" affermò l'androide, fissando la
Vulcaniana negli occhi.
"Prometta di incontrarmi nuovamente, quando sarà possibile" le disse.
Selenjak dovetta appoggiarsi al tavolo: le ginocchia sembravano avere
poca voglia di sorreggerla.
Balbettando come una scolaretta alla prima interrogazione alla
lavagna, replicò "Veramente, io... voglio dire, le probabilità che i
nostri impegni e... insomma, non sarà facile incontrarci
prossimamente, ma..."
Data la interruppe: "In effetti, ho tentato di calcolare il tempo
medio di attesa per un nostro prossimo incontro, parametrando
numerose variabili, ma non esiste una risposta attendibile!
Per fortuna, i Vulcaniani sono longevi (e lei é molto giovane, per
giunta) e io non dovrei avere grandi problemi di invecchiamento, per
cui potremo permetterci di aspettare un po' ....sempre che le faccia
piacere rivedermi"
Poco ci mancò che Selenjak non facesse cadere dal tavolo tutte e
cinque le coppe (vuote) di mousse al cioccolato.
"Ehm...no, io.... cioé sì, ma....certo!" bofonchiò a mezza voce,
cercando di trovare la forza per salutare l'androide ed imboccare la
strada per l'infermeria.
"La volta prossima in cui ci vedremo" - continuò Data - " non lascerò
a casa il mio chip emozionale".
Selenjak ringraziò il suo sangue verde Vulcaniano: se fosse stata
umana, sarebbe diventata rossa come un gambero.
|