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INVITO A CENA (SENZA DELITTO) di Llilya
22 aprile 2000

    - Bene... Desidererei restare da solo con la paziente, Tenente Turrell. Ci tengo molto alla privacy del mio studio. Non mancherò comunque di farle conoscere i risultati della mia seduta se questo potrà esserle utile per il suo lavoro.
    A Selenjak non piacque molto sentirsi chiamare "paziente", ma al momento non era in grado di replicare: la sua situazione era abbastanza complicata...
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    (seguirà - forse - un pezzo di Lamarc; in caso contrario, non saprete mai come sarà andato il colloquio tra Lamarc e Selenjak: un po' di privacy, diamine !)
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    Al termine del colloquio, per rinfrancare Selenjak, che sembrava abbastanza provata emotivamente, Lamarc pensò di sciogliere la tensione con una conclusione molto informale:
    " Per questa sera, dottoressa, ho in programma una cena con il Comandante Data. Mi farebbe molto piacere se lei e la dottoressa Turrell voleste unirvi alla compagnia. "
    Selenjak alzò un sopracciglio ed assunse per una frazione di secondo l'espressione di un bambino messo di fronte ad un cesto pieno di caramelle e cioccolatini: evidentemente, l'idea l'allettava. Tuttavia,la sua timidezza prese il sopravvento:
    "Crede che sia il caso, Consigliere? Voglio dire che non vorrei essere di troppo: conosco a malapena lei e la dottoressa Turrell: forse preferite restare fra amici...."
    "Se così fosse" - rispose Lamarc "non avrei avuto motivo di invitarla: si tranquillizzi, dottoressa: mi farebbe davvero piacere che si unisse alla compagnia. Tra poco contattero la dottoressa Turrell, così potremo accordarci sull'orario dell' appuntamento".
    Di fronte a queste parole, Selenjak accettò di buon grado l'invito.

    "E' fatta" - pensò Lamarc: in una occasione conviviale, la Vulcaniana avrebbe forse potuto iniziare a sbloccarsi con i propri simili: sarebbe stato un progresso molto significativo !
    Una incoraggiante conferma della buona intuizione di Lamarc, venne dal fatto che il passo di Selenjak, nell'uscire dall'ufficio del COnsigliere, era diventato molto, molto più leggero di quanto non fosse all'entrata...

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    La cena in compagnia del Consigliere Lamarc e della dottoressa Turrell era stata un'ottima idea - pensò Selenjak mentre le veniva servito un piatto unico di pietanze vegetali profumatissime - : la cucina era ottima (Selenjak non confessava volentieri di essere golosa, ma il richiamo di un piatto gustoso, e ancor più quello di un dolce, avevano su di lei un effetto da pifferaio magico), la compagnia davvero apprezzabile e... e poi c'era il Comandante Data !

    Da molto tempo aveva fantasticato sulla possibilità d'incontrarlo; dalla scomparsa dei genitori, forse per non concentrarsi sul proprio dolore, Selenjak aveva fatto di tutto per anestetizzare la propria coscienza, impedendo a sé stessa di abbandonarsi a qualsiasi tipo di manifestazione emotiva, ma soprattutto aveva incominciato a rincorrere in cuor suo il folle proposito di cancellare dal proprio cuore l'impronta di ogni sentimento: la classica sfida ai mulini a vento.
    L'idea di poter rimuovere ogni emozione, semplicemente spegnendo un chip, le sembrava un sogno belissimo, ed era desiderosa di capire se qualcosa del genere non potesse essere in qualche modo replicato su un umanoide.
    In quel momento, però, non sapeva come introdurre l'argomento senza apparire paranoica agli occhi dei presenti: il suo exploit al centro medico era stato più che sufficiente !

    Data stava conversando (con quel suo modo di fare un po' logorroico, ma tutto sommato gradevole) con i commensali: da un'ora circa, la conversazione verteva proprio su alcune considerazioni riguardo alla necessità o meno per il Capitano di una nave di utilizzare le emozioni.
    Da un lato si sosteneva l'indiscussa superiorità razionale concessa dalla mancanza di emozioni, dall'altro, si obiettava la maggior difficoltà a relazionarsi in modo efficace nei confronti dei sottoposti, ma anche degli ospiti, degli alieni incontrati durante i viaggi spaziali...
    La disquisizione avrebbe potuto proseguire per tutta la notte (della qual cosa, Data sembrava seriamente intenzionato, visto che stava sciorinando un fiume di parole sull'argomento). L'androide aveva iniziato a citare tutti i casi a sua conoscenza in cui le emozioni avevano influito positivamente o negativamente sulla risoluzione di un problema.

    Verso il cinquantatreesimo esempio, Zeela e Marcel, che di tanto in tanto si erano portati una mano alla bocca per mascherare qualche accenno di sbadiglio, si scambiarono uno sguardo che Selenjak interpretò quasi come "complice" e annunciarono di doversi assolutamente recare in infermeria per finire di esaminare la cartella di un paziente comune: un caso molto urgente!

    "Ci dispiace moltissimo, ma dobbiamo assentarci per qualche tempo", disse con voce flautata Lamarc, che cominciava ad avere un leggero mal di testa.
    Zeela, vedendo che Selenjak non solo non sembrava annoiata dalla conversazione, ma anzi ne sembrava ipnotizzata, soggiunse :"ma lei,dottoressa Selenjak, non é necessario che lasci la tavola: torneremo appena possibile; nel frattempo, può farsi consigliare qualche dolce: sono tutti buonissimi e sarebbe un peccato che non ne provasse almeno uno".

    Alla parola "dolce", gi occhi di Selenjak si illuminarono: era chiaro che alla Vulcaniana non passava nemmeno per l'anticamera del cervello l'idea di alzarsi da tavola…



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