- Bene... Desidererei restare da solo con la paziente, Tenente
Turrell. Ci tengo molto alla privacy del mio studio. Non mancherò
comunque di farle conoscere i risultati della mia seduta se questo
potrà esserle utile per il suo lavoro.
A Selenjak non piacque molto sentirsi chiamare "paziente", ma al
momento non era in grado di replicare: la sua situazione era
abbastanza complicata...
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(seguirà - forse - un pezzo di Lamarc; in caso contrario, non
saprete mai come sarà andato il colloquio tra Lamarc e Selenjak: un
po' di privacy, diamine !)
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Al termine del colloquio, per rinfrancare Selenjak, che sembrava
abbastanza provata emotivamente, Lamarc pensò di sciogliere la
tensione con una conclusione molto informale:
" Per questa sera, dottoressa, ho in programma una cena con il
Comandante Data. Mi farebbe molto piacere se lei e la dottoressa
Turrell voleste unirvi alla compagnia. "
Selenjak alzò un sopracciglio ed assunse per una frazione di secondo
l'espressione di un bambino messo di fronte ad un cesto pieno di
caramelle e cioccolatini: evidentemente, l'idea l'allettava.
Tuttavia,la sua timidezza prese il sopravvento:
"Crede che sia il caso, Consigliere? Voglio dire che non vorrei
essere di troppo: conosco a malapena lei e la dottoressa Turrell:
forse preferite restare fra amici...."
"Se così fosse" - rispose Lamarc "non avrei avuto motivo di
invitarla: si tranquillizzi, dottoressa: mi farebbe davvero piacere
che si unisse alla compagnia. Tra poco contattero la dottoressa
Turrell, così potremo accordarci sull'orario dell' appuntamento".
Di fronte a queste parole, Selenjak accettò di buon grado l'invito.
"E' fatta" - pensò Lamarc: in una occasione conviviale, la Vulcaniana
avrebbe forse potuto iniziare a sbloccarsi con i propri simili:
sarebbe stato un progresso molto significativo !
Una incoraggiante conferma della buona intuizione di Lamarc, venne
dal fatto che il passo di Selenjak, nell'uscire dall'ufficio del
COnsigliere, era diventato molto, molto più leggero di quanto non
fosse all'entrata...
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La cena in compagnia del Consigliere Lamarc e della dottoressa
Turrell era stata un'ottima idea - pensò Selenjak mentre le veniva
servito un piatto unico di pietanze vegetali profumatissime - : la
cucina era ottima (Selenjak non confessava volentieri di essere
golosa, ma il richiamo di un piatto gustoso, e ancor più quello di un
dolce, avevano su di lei un effetto da pifferaio magico), la
compagnia davvero apprezzabile e... e poi c'era il Comandante Data !
Da molto tempo aveva fantasticato sulla possibilità d'incontrarlo;
dalla scomparsa dei genitori, forse per non concentrarsi sul proprio
dolore, Selenjak aveva fatto di tutto per anestetizzare la propria
coscienza, impedendo a sé stessa di abbandonarsi a qualsiasi tipo di
manifestazione emotiva, ma soprattutto aveva incominciato a
rincorrere in cuor suo il folle proposito di cancellare dal proprio
cuore l'impronta di ogni sentimento: la classica sfida ai mulini a
vento.
L'idea di poter rimuovere ogni emozione, semplicemente spegnendo un
chip, le sembrava un sogno belissimo, ed era desiderosa di capire se
qualcosa del genere non potesse essere in qualche modo replicato su
un umanoide.
In quel momento, però, non sapeva come introdurre l'argomento senza
apparire paranoica agli occhi dei presenti: il suo exploit al centro
medico era stato più che sufficiente !
Data stava conversando (con quel suo modo di fare un po' logorroico,
ma tutto sommato gradevole) con i commensali: da un'ora circa, la
conversazione verteva proprio su alcune considerazioni riguardo
alla necessità o meno per il Capitano di una nave di utilizzare le
emozioni.
Da un lato si sosteneva l'indiscussa superiorità razionale concessa
dalla mancanza di emozioni, dall'altro, si obiettava la maggior
difficoltà a relazionarsi in modo efficace nei confronti dei
sottoposti, ma anche degli ospiti, degli alieni incontrati durante i
viaggi spaziali...
La disquisizione avrebbe potuto proseguire per tutta la notte (della
qual cosa, Data sembrava seriamente intenzionato, visto che stava
sciorinando un fiume di parole sull'argomento).
L'androide aveva iniziato a citare tutti i casi a sua conoscenza in
cui le emozioni avevano influito positivamente o negativamente sulla
risoluzione di un problema.
Verso il cinquantatreesimo esempio, Zeela e Marcel, che di tanto in
tanto si erano portati una mano alla bocca per mascherare qualche
accenno di sbadiglio, si scambiarono uno sguardo che Selenjak
interpretò quasi come "complice" e annunciarono di doversi
assolutamente recare in infermeria per finire di esaminare la
cartella di un paziente comune: un caso molto urgente!
"Ci dispiace moltissimo, ma dobbiamo assentarci per qualche tempo",
disse con voce flautata Lamarc, che cominciava ad avere un leggero
mal di testa.
Zeela, vedendo che Selenjak non solo non sembrava annoiata dalla
conversazione, ma anzi ne sembrava ipnotizzata, soggiunse :"ma
lei,dottoressa Selenjak, non é necessario che lasci la tavola:
torneremo appena possibile; nel frattempo, può farsi consigliare
qualche dolce: sono tutti buonissimi e sarebbe un peccato che non ne
provasse almeno uno".
Alla parola "dolce", gi occhi di Selenjak si illuminarono: era chiaro
che alla Vulcaniana non passava nemmeno per l'anticamera del cervello
l'idea di alzarsi da tavola…
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