"Ha ragione, dottoressa", rispose Zeela con un tono molto pacato e
rassicurante.
Lei sembra in preda ad una crisi di amnesia, di cui non riesco al
momento a stabilire la causa e...."
Prima che potesse proseguire, Selenjak iniziò ad elencare tutti i
test e i controlli medici a cui avrebbe dovuto sottoporsi, provocando
un sorrisetto da parte di Zeela: era proprio vero: i medici sono i
peggiori pazienti ....
Tuttavia, non si fece distrarre dalla Vulcaniana e continuò:
"Cercherò di aiutarla a recuperare la memoria; per prima cosa, deve
sapere che Lei é responsabile medico della U.S.S. Unicorn, una nave
della Federazione"
Selenjak guardò Zeela quasi con sospetto: a bordo di una nave della
Federazione? Davvero?
"Nave sulla quale faremo ritorno appena sarà in grado di muoversi; io
sono stata assegnata alla stessa destinazione e sarò la sua più
stretta collaboratrice;
Lei era scesa a questo centro medico per occuparsi di un suo paziente
in difficoltà, che era stato traferito qui per avere cure più
appropriate; si tratta del comandante Kraar, ora affidato alle cure
del dottor Pitimeni, qui presente" - e così dicendo, indicò uno dei
presenti, che chinò leggermente la testa in segno di saluto, non
senza un certo imbarazzo.
"Tutto questo non le dice niente?" chiese Zeela, con il tono più
gentile e rassicurante che Selenjak avesse mai sentito.
"Potrei vedere questo Comandante Kraar, per cortesia? Forse questo mi
aiuterebbe a ritrovare un po' della memoria perduta" chiese
flebilmente Selenjak, che sembrava non credere troppo a questa
eventualità
"Ma certo", rispose Pitimeni, indicando una saletta adiacente "il
paziente si trova da quella parte".
"E' in grado di alzarsi?" chiese premurosamente Zeela, che percepiva
il persistente disorientamento di Selenjak
"Posso farcela", risposa la Vulcaniana, scendendo dal lettino .
Pochi passi, e la Vulcaniana, scortata da Pitimeni e Zeela, si trovò
vicino al Comandante Kraar; gettò uno sguardo indagatore alla volta
del malato e....
all'improvviso, uno squarcio si aprì nella sua mente: ora ricordava tutto!
Kraar, la Unicorn, gli studi su Vulcano, la sua famiglia....
Poco ci mancò che dall'emozione avesse un tracollo, ma prima che
potesse avere un segno di cedimento, Zeela aveva già afferrato
Selenjak per un braccio per sostenerla, nel caso in cui la tempesta
di emozioni avesse il predominio.
Invece, Selenjak riprese immediatamente il proprio controllo, come
capita a chi si svegli all'improvviso da un sonno profondo, lasciando
bruscamente alle proprie spalle il mondo dei sogni per rientrare in
quello reale: un attimo di smarrimento, necessario per capire che ci
si é svegliati, ed ecco che tutto torna in una dimensione più
familiare.
"Ora ricordo tutto, dottoressa Turrell. La ringrazio per l'aiuto che
mi ha prestato durante la mia crisi; non capisco come sia potuto
accadere un episodio di questo genere: nella mia cartella clinica non
ci sono precedenti in questo senso. Appena torneremo a bordo mi
sottoporrò ad una serie di esami approfonditi, a cui le sarei lieta
se volesse prestare la sua collaborazione.
Sulla Unicorn siamo perfettamente attrezzati per condurre questo tipo
di indagini; proprio in questo momento il dottor Kokokinaka, mio
assistente, sta verificando i tracciati cerebrali dialcuni membri
dell'equipaggio e....."
Selenjak era partita a spron battuto a parlare di lavoro.
Le doti telepatiche di Zeela, però, le dicevano che la Vulcaniana non
si era del tutto tranquillizzata per l'accaduto, per cui interruppe
il discorso, chiedendo nuovamente:
"E' sicura di sentirsi bene, dottor Selenjak?"
"Sicurissima, dottor Turrell", rispose meccanicamente Selenjak, non
senza notare di aver risposto prima ancora di essersi davvero chiesta
quali e fosse il proprio stato.
Tutto quel che desiderava in quel momento, era condurre a termine i
preparativi per le terapie di Kraar e tornare velocemente a bordo:
aveva troppo da fare per preoccuparsi della propria salute....
"Una volta a bordo", riprese Zeela, "potremo fare entrambe la
conoscenza del nuovo Consigliere di bordo; potrebbe anche esser utile
per trovare una spiegazione a quanto le é successo poco fa"
"Non credo di aver bisogno di un consigliere", rispose Selenjak, un
po' sulla difensiva.
Zeela percepì la preoccupazione della Vulcaniana: peggio di un
bambino che non vuole andare dal medico per paura delle punture,
sebbene si usino da secoli le siringhe ipodermiche - pensò tra sé e
sé, ma non si arrese e replicò:
"Considerato che il Consigliere sarà spesso tenuto a cooperare con la
sezione medica, quale migliore occasione per iniziare una
collaborazione? E' logico supporre che se i due capi medici nella
nave non nutrono fiducia nelle qualità del consigliere in prima
persona, difficilmente cambieranno atteggiamento quando si tratterà
di affidargli i propri pazienti....e sinceramente proverei per prima
un nuovo vaccino, prima di sperimentarlo su un paziente! Non é
d'accordo?"
Selenjak non era affatto d'accordo con la "logica" della dottoressa
Turrell, ma non voleva che la sua collega in qualche modo la credesse
(erroneamente) prevenuta nei confronti del Consigliere, di cui aveva
sentito parlare con toni più che lusinghieri, per cui, più per non
proseguire la conversazione che per un reale convincimento, rispose:
"Se ritiene che possa essere di qualche utilità per il nostro lavoro,
allora ci andrò, anche se non mi sembra gentile disturbare il
Consigliere solo per testare le sue capacità".
"Ma lei non andrà dal Consigliere solo per quel motivo: ha avuto una
crisi piuttosto grave pochi minuti fa, accompagnata da stato
confusionale ed amnesia; nel caso in cui non trovassimo una origine
organica di questo problema, dovremmo suporre che la motivazione sia
di altra natura, e il Consigliere é la persona più appropriata per
indagare su questo tipo di problema!" rispose con voce molto convinta
Zeela.
Era proprio quello che Selenjak non avrebbe voluto sentirsi dire:
l'eventualità di avere dei problemi emotivi la terrorizzava e il solo
pensiero che in uno dei tanti armadi della sua organizzatissima mente
avesse potuto prendere forma qualche scheletro era fonte di grande
preoccupazione.
Ora ricordava perfettamente i minuti di terrore trascorsi prima del
collasso, e dentro di sé una voce continuava a ripetere che doveva
trattarsi senz'altro di un problema psicologico.
Una voce che la parte razionale di Selenjak cercava a tutti i costi
di soffocare, ma che puntualmente riaffiorava dal subconscio.
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