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IL CENTRO - PARTE V di Llilya
16 aprile 2000

    Riaprendo gli occhi, la prima cosa che lo sguardo di Selenjak poté incrociare fu un paio di occhi arancioni, che la fissavano intensamente.
    "Si sente meglio?", chiese la voce dagli occhi arancioni.
    Selenjak era troppo intenta a cercare di capire dove si trovasse per rispondere
    " Riesce a sentirmi? Come si sente?" continuò la stessa voce
    Lo sguardo di Selenjak cercò di esaminare l'ambulatorio 24: un luogo per nulla familiare,così come i volti dei presenti, che la guardavano con aria premurosa.
    "Io..... io mi sento......" balbettò la Vulcaniana, cercando di rialzarsi
    "Aspetti, non abbia fretta di rialzarsi: la sua pressione é ancora molto bassa e potrebbe ancora perdere conoscenza", disse con voce gentile ma ferma la dottoressa dagli occhi arancioni.

    Selenjak osservò attentamente il suo viso : se non fosse stato per l'appartenenza ad una razza diversa dalla sua, avrebbero potuto passare per sorelle! D'un tratto a Selenjak riaffiorò la memoria del recente spavento: ecco dove aveva già visto quegli occhi ! Ma certo, li aveva visti mentre entrava nell'ambulatorio medico per....
    Per cosa? Perché si era diretta in quel luogo? NOn era malata, almeno per quel che potevano percepire i suoi sensi. E poi, un'altro mistero: dove si trovava esattamente? Era un ambulatorio, questo era evidente, ma non si trattava certo di un luogo da lei conosciuto. Cercò di ricordare gli avvenimenti degli attimi precedenti il suo collasso: vuoto totale.
    Allora, con la memoria, cercò di ripercorrere a ritroso le ultime ore, poi gli ultimi giorni, i mesi, gli anni......niente! Nella sua mente c'era il vuoto totale: non ricordava nemmeno il proprio nome!

    La ragazza dagli occhi arancioni le rivolse di nuovo la parola:
    "Va un po' meglio, dottoressa Selenjak"?
    Dunque quella ragazza che le somigliava la conosceva, e Selenjak era il nome con cui l'avevachiamata: fece appello a tutte le proprie risorse per far riaffiorare qualche ricordo, ma invano: la nebbia più fitta avvolgeva il mondo dei suoi ricordi.
    Era stata chiamata "dottoressa", quindi era possibile che fosse un medico: questo avrebbe spiegato la sua presenza nell'ambulatorio, anche se non ricordava di averci mai lavorato.
    Ma cosa ricordava esattamente?
    Un lungo corridoio deserto, una corsa folle verso la porta dell'ambulatorio, e poi.... nient'altro!

    Zeela era piuttosto scossa dal turbinio di emozioni che riusciva a percepire nella sua paziente: confusione, paura, smarrimento.....
    Non avrebbe mai immaginato che il suo incontro con la famosa dottoressa Selenjak sarebbe andato in questo modo: dover curare uno dei medici più famosi del quadrante era da un lato un paradosso, e dall'altro una enorme responsabilità.
    A dire il vero, la paziente non era in pericolo di vita: i suoi segni vitali erano forti e stabili, le condizioni generali erano nella norma... però il suo stato confusionale era difficilemnte spiegabile: i tracciati sinaptici erano regolari, non c'era traccia di trauma cranico: Selenjak avrebbe dovuto essere in perfetta salute, ed invece si trovava su un lettino, con uno sguardo da animale ferito che feriva la sua sensibilità Betazoide.

    Ad un tratto, Selenjak, non senza sforzo, si rialzò a sedere sul lettino e rivolse la parola a Zeela:
    "Non credo di essere malata, dottoressa..... ?"
    "Turrell", rispose Zeela."Sa dove ci troviamo?"
    Lo sguardo vacuo di Selenjak fornì una risposta eloquente
    "Ci troviamo al centro medico Triven Soth". Evidentemente, quelle parole non dicevano niente alla Vulcaniana, che non mutò espressione, ma replicò:
    "Triven Soth?......immagino che questo nome dovrebbe dirmi qualcosa, ma purtroppo non é così, dottoressa Turrell: continuo a non sapere dove ci troviamo e perché. A dire il vero, in questo momento non ricordo niente di preciso riguardo a me stessa, come se avessi il morbo di Alzheimer, ma senza gli altri sintomi che accompagnano la malattia: tremore...."
    Nel pronunciare quelle parole, Selenjak alzò un sopracciglio dallo stupore: Dunque conosceva le antiche malattie terrestri..... allora doveva essere proprio un medico! ma perché non ricordava nient'altro?



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