Il dottor Pitemeni troncò la parola a metà mentre la vulcaniana indietreggiò
di qualche passo, cercò di rizzarsi in piedi, assumendo una postura
innaturale.
- Dottoressa Turrell, questa è...blablablabla...
Nella mente di Zeela le parole del dottore e dei suoi assistenti, i loro
pensieri, le loro emozioni...si stavano sovrapponendo alla voce e ai
sentimenti di un'altra coscienza che urlava bisognosa di aiuto...quella
della vulcaniana!
La betazoide non riusciva a crederci. Dalle sue conoscenze mediche, solo la
sindrome di , grave malattia che mina la vecchiaia dei vulcaniani (e che
aveva portato Sarek alla morte), poteva provocare un turbamento simile nella
mente della donna.
Ma la persona che aveva di fronte era più o meno una sua coetanea, che per
giunta aveva un aspetto vagamente familiare...
Turrell si alzò di scatto: c'erano troppe cose che non andavano in colei che
le avevano appena presentato come il suo superiore...lo sgomento e l'ansia
sempre più crescenti, il pallore diffuso, le mani sudate, lo sguardo
stranito, il respiro affannoso...tutti sintomi di UN COLLASSO!
- Accidenti, cosa fate lì impalati?! -, gridò Zeela allo staff del dottor
Pitemeni.
- Cosa aspettate a darmi una mano? Non vedete che questa ragazza è
svenuta?!-
Selenjak era stesa per terra, mentre Zeela, inginocchiata, le sorreggeva la
testa. Un Tarelliano piuttosto imponente la sollevò come fosse un fuscello
e la depositò su uno dei lettini.
- Ossigeno, miscela al 95%, presto!-
- Controllo del volume circolatorio!-
- Simpatoadrenalina, 25cc.-
Gli sguardi inquieti dei dottori si incrociavano sul lettino numero tre,
mentre con fare concitato davano ordini agli infermieri accorsi al richiamo
del Primario.
Anche Zeela contribuiva a questo ricorrersi di ordini e contrordini, ma la
sua mente era rivolta altrove. La situazione era stata ben arginata e la
Dottoressa stava gradualmente riprendendosi. Ma cosa aveva provocato il suo
attuale stato?
Si sedette. Fissava ancora il lettino 3 mentre l'eco mentale della paziente
stava tornando...-come dire-...logico.
Il tracciato delle onde cerebrali si stava normalizzando. Selenjak era ormai
fuori pericolo.
Ma un calo di endorfine poteva essere veramente considerato un pericolo? O
piuttosto la vulcaniana era succube di una situazione emotiva latente che
non poteva più reprimere?
Proprio allora Selenjak aprì gli occhi.
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