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IL CENTRO - PARTE IV di Wanda Calderoni
13 aprile 2000

    Il dottor Pitemeni troncò la parola a metà mentre la vulcaniana indietreggiò di qualche passo, cercò di rizzarsi in piedi, assumendo una postura innaturale.
    - Dottoressa Turrell, questa è...blablablabla...
    Nella mente di Zeela le parole del dottore e dei suoi assistenti, i loro pensieri, le loro emozioni...si stavano sovrapponendo alla voce e ai sentimenti di un'altra coscienza che urlava bisognosa di aiuto...quella della vulcaniana!
    La betazoide non riusciva a crederci. Dalle sue conoscenze mediche, solo la sindrome di , grave malattia che mina la vecchiaia dei vulcaniani (e che aveva portato Sarek alla morte), poteva provocare un turbamento simile nella mente della donna.
    Ma la persona che aveva di fronte era più o meno una sua coetanea, che per giunta aveva un aspetto vagamente familiare...
    Turrell si alzò di scatto: c'erano troppe cose che non andavano in colei che le avevano appena presentato come il suo superiore...lo sgomento e l'ansia sempre più crescenti, il pallore diffuso, le mani sudate, lo sguardo stranito, il respiro affannoso...tutti sintomi di UN COLLASSO!
    - Accidenti, cosa fate lì impalati?! -, gridò Zeela allo staff del dottor Pitemeni.
    - Cosa aspettate a darmi una mano? Non vedete che questa ragazza è svenuta?!-
    Selenjak era stesa per terra, mentre Zeela, inginocchiata, le sorreggeva la testa. Un Tarelliano piuttosto imponente la sollevò come fosse un fuscello e la depositò su uno dei lettini.
    - Ossigeno, miscela al 95%, presto!-
    - Controllo del volume circolatorio!-
    - Simpatoadrenalina, 25cc.-
    Gli sguardi inquieti dei dottori si incrociavano sul lettino numero tre, mentre con fare concitato davano ordini agli infermieri accorsi al richiamo del Primario.
    Anche Zeela contribuiva a questo ricorrersi di ordini e contrordini, ma la sua mente era rivolta altrove. La situazione era stata ben arginata e la Dottoressa stava gradualmente riprendendosi. Ma cosa aveva provocato il suo attuale stato?
    Si sedette. Fissava ancora il lettino 3 mentre l'eco mentale della paziente stava tornando...-come dire-...logico.
    Il tracciato delle onde cerebrali si stava normalizzando. Selenjak era ormai fuori pericolo.
    Ma un calo di endorfine poteva essere veramente considerato un pericolo? O piuttosto la vulcaniana era succube di una situazione emotiva latente che non poteva più reprimere?
    Proprio allora Selenjak aprì gli occhi.



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