Data Stellare 57960.91 (17/12/2380, ore 18.15)
Preceduti dai due "antichi", la squadra di prigionieri camminava a passo
moderato lungo un corridoio totalmente anonimo, le cui pareti ed il
pavimento parevano essere composti di puro cromo; Nulla si poteva dire
dell'alto soffitto, dal momento che l'uniforme luce bianca che da esso
si irraggiava rendeva doloroso guardarlo direttamente.
Al termine del corridoio, una versione in lucido metallo di un
turboascencore accolse gli antichi ed i federali; dopo un secondo le
porte si richiusero, e l'ascensore iniziò immediatamente a muoversi,
senza che nessuno avesse detto o fatto alcunchè.
La corsa fu breve quanto veloce, e quando le porte tornarono nuovamente
ad aprirsi, O'Broinn e Knight tentennarono un istante nell'uscire,
ancora rintronati dalla improvvisa e brutale
accellerazione/decelerazione.
I nostri si ritrovarono in una stanza ovoidale, grande circa come il bar
di prora della "Unicorn". Ai lati delle pareti, ad un'altezza di circa
un metro, stavano delle specie di balconcini, una decina per parete,
all'interno dei quali sedeva un antico, il volto in ombra nonstante la
luce di un bianco purissimo e quasi accecante che regnava nella stanza.
All'estremità più stretta della stanza ovoidale, vi era una specie di
trono hi-tech, apparentemente fluttuante ad un paio di metri dal suolo;
assomigliava ad una versione rivista e scorretta di una vecchia
apparecchiatura per il supporto vitale (avete presente il 1° pilota
della serie originale? il capitano sciancato? ecco, quella. - nd Luigi).
In parte contenuto all'interno di essa, la parte superiore di un antico
torreggiava minacciosa sul gruppetto ritrovatosi al centro della stanza.
[[ PRIGIONIERI! ]] tuonò all'improvviso la ben conosciuta voce
mentale; [[ PRESTATE ORA ATTENZIONE ALLE PAROLE DEL GRAN CONSIGLIERE
CHK'MRR! ]] l'ultima parola sarebbe risultata praticamente
inpronunciablie, se non si fosse trattato di una proiezione mentale.
Improvvisamente, l'antico all'interno del "trono", ripiegò il pesante
cappuccio sulle proprie spalle, scoprendo così un volto dalle
caratteristiche somatiche di indubbia matrice vulcaniana, anche se
lievemente e subdolamente differenti. Dopo un attimo, tutti gli altri
antichi seduti nei balconcini fecero lo stesso, ma non le due guardie
che avevano accompagnato la squadra. L'impressione dominante fu quella
di trovarsi faccia a faccia con una fusione tra un tribunale klingon ed
uno cardassiano: nei volti e negli sguardi degli antichi si potevano
leggere chiaramente presagi di sventura per i prigionieri.
"Io sono il Gran Consigliere Chk'Mrr dell'ordine della Lama Insanguinata,
Conduttore della settima falange dei guerrieri Aegis, Per volontà
dell'Imperatore!"
Quando l'antico pronunciò il nome "Imperatore", tutti gli altri
abbassarono di scatto la testa, per rialzarla quindi qualche istante
dopo.
"Dichiarate quindi le vostre affiliazioni, prigionieri!" La voce del
Gran Consigliere era bassa, piena e lievemente rombante; all'interno
della stanza pareva che a parlare fosse un gigante alto cento metri.
Knight fece un passo avanti; "Io sono il Capitano Edward Knight della
Flotta stellare della federazione dei Pianeti Uniti, Comandante della
nave spaziale U.S.S. Unicorn. Noi veniamo in pace!" A questa frase, un
brusìo percorse la sala, immediatamente zittito da un'occhiata feroce da
parte del Gran Consigliere; "L'ordine della Lama Insanguinata
*a-b-o-r-r-e* la parola << pace >>, Capitano Knight! Noi siamo il
braccio dell'Imperatore! Noi portiamo la Sua legge e la Sua parola! Il
nostro compito..." la frase venne immediatamente terminata da tutti gli
altri antichi, che salmodiarono all'unisono: "E' di fare la volontà
dell'Imperatore!" Lo sguardo del Gran Consigliere divenne ancora più
severo, mentre tornava a rivolgersi a Knight; "Per lunghi anni abbiamo
vagato, in cerca di Ciò Che Era Stato Perduto: T'Khasi, il nostro
pianeta natale... la nostra ancestrale dimora. Dopo infiniti sacrifici,
finalmente ritroviamo la nostra antica patria, e con orrore scopriamo
che il nostro popolo, una volta fiero ed invitto, è ora ridotto ad un
sudicio, putrido ammasso di combattenti di second'ordine, stupidi e
boriosi, e che le loro menti sono spente e morte come le sabbie
dell'eterno deserto di S'Jkarra Primo!"
Il tono del Gran Consigilere era andato via via accalorandosi durante il
racconto, e alla fine il suo pugno calò violento su un bracciolo,
rimbombando come un maglio che avesse colpito un blocco metallico.
Rabbia e odio ribollivano negli occhi del Gran Consigliere, e persino i
suoi lineamenti, distesi e severi, ora fremevano selvaggiamente,
scoprendo di tanto in tanto la punta di quattro lunghi e candidi canini.
"Ma il nostro glorioso ordine, con la benedizione dell'Imperatore, saprà
come purificare il suolo della nostra antica casa dai suoi abitanti
dallo spirito non abbastanza forte! Purgheremo T'Khasi, che ora ruota
maestoso sotto di noi, con il sacro fuoco della rabbia dell'Imperatore,
da Noi incarnata, e bruceremo ogni traccia di corruzione e debolezza da
ciò che era e sarà ancora la nostra augusta casa!"
A questo punto, anche gli altri antichi iniziarono a battere
ritmicamente il pugno sui loro balconcini, via via che il tono del Gran
Consigliere si infiammava, divenendo alla fine un ruggito.
Alzandosi in piedi dal suo trono, rivelando una figura assai più
massiccia ed imponente di qualsiasi altro esponente o discendente della
razza vulcaniana, il Gran Consigliere alzò le mani al cielo, tuonando:
"Quando le terre e i mari e i cieli di T'Khasi bruceranno del fuoco
purificatore, allora la mano dell'Imperatore si stenderà sul nostro
antico mondo, ed esso entrerà a far parte del Suo immenso dominio!
Finalmente, dopo millenni, i rappresentanti più degni dei nostri
discendenti saranno riuniti a noi!"
Un boato riempì la sala, quando anche gli altri antichi si unirono al
grido dell'imperatore, più simili ad una legione di klingon che si
lanciano in battaglia che a discendenti dei frigidi e distaccati
vulcaniani. Persino la controllata furia del popolo Romulano impallidiva
e svaniva davanti ad un tale spettacolo. Sopraffatta da una quantità
enorme ed insapettata di violentissime emozioni, prima tra tutte la
rabbia guerriera e la sete di sangue, Selenjak chinò il capo, gemendo,
nello sforzo di mantenere la mente lucida.
Dopo alcuni momenti, l'esaltazione degli antichi sfumò, e nella stanza
tornò lentamente il silenzio. I membri della Unicorn non avevano ancora
proferito parola, stupefatti da ciò che stava accadendo, quando il Gran
Consigliere, sedendosi nuovamente sul suo trono, si rivolse nuovamente a
loro, guardandoli con la stessa espressione di un leone davanti ad una
cucciolata di gazzelle; "E voi..." disse, nella voce ancora una traccia
della precedente enfasi; "Voi... voi che con pochi e subdoli mezzi
tentavate di infiltrarvi tra la nostra antica gente, rivelando così la
vostra inimicizia... Quando il giorno dell'ira verrà..." il Gran
Consigliere fece una pausa, mentre la tensione si faceva palpabile; "Voi
sarete dalla nostra parte... o contro di noi?"
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