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UN'ANTICA MINACCIA - PARTE II di Luigi Russo
25 marzo 2001

    Data Stellare 57960.91 (17/12/2380, ore 18.15)

    Preceduti dai due "antichi", la squadra di prigionieri camminava a passo
    moderato lungo un corridoio totalmente anonimo, le cui pareti ed il
    pavimento parevano essere composti di puro cromo; Nulla si poteva dire
    dell'alto soffitto, dal momento che l'uniforme luce bianca che da esso
    si irraggiava rendeva doloroso guardarlo direttamente.

    Al termine del corridoio, una versione in lucido metallo di un
    turboascencore accolse gli antichi ed i federali; dopo un secondo le
    porte si richiusero, e l'ascensore iniziò immediatamente a muoversi,
    senza che nessuno avesse detto o fatto alcunchè.

    La corsa fu breve quanto veloce, e quando le porte tornarono nuovamente
    ad aprirsi, O'Broinn e Knight tentennarono un istante nell'uscire,
    ancora rintronati dalla improvvisa e brutale
    accellerazione/decelerazione.

    I nostri si ritrovarono in una stanza ovoidale, grande circa come il bar
    di prora della "Unicorn". Ai lati delle pareti, ad un'altezza di circa
    un metro, stavano delle specie di balconcini, una decina per parete,
    all'interno dei quali sedeva un antico, il volto in ombra nonstante la
    luce di un bianco purissimo e quasi accecante che regnava nella stanza.

    All'estremità più stretta della stanza ovoidale, vi era una specie di
    trono hi-tech, apparentemente fluttuante ad un paio di metri dal suolo;
    assomigliava ad una versione rivista e scorretta di una vecchia
    apparecchiatura per il supporto vitale (avete presente il 1° pilota
    della serie originale? il capitano sciancato? ecco, quella. - nd Luigi).

    In parte contenuto all'interno di essa, la parte superiore di un antico
    torreggiava minacciosa sul gruppetto ritrovatosi al centro della stanza.

    [[ PRIGIONIERI! ]] tuonò all'improvviso la ben conosciuta voce
    mentale; [[ PRESTATE ORA ATTENZIONE ALLE PAROLE DEL GRAN CONSIGLIERE
    CHK'MRR! ]] l'ultima parola sarebbe risultata praticamente
    inpronunciablie, se non si fosse trattato di una proiezione mentale.

    Improvvisamente, l'antico all'interno del "trono", ripiegò il pesante
    cappuccio sulle proprie spalle, scoprendo così un volto dalle
    caratteristiche somatiche di indubbia matrice vulcaniana, anche se
    lievemente e subdolamente differenti. Dopo un attimo, tutti gli altri
    antichi seduti nei balconcini fecero lo stesso, ma non le due guardie
    che avevano accompagnato la squadra. L'impressione dominante fu quella
    di trovarsi faccia a faccia con una fusione tra un tribunale klingon ed
    uno cardassiano: nei volti e negli sguardi degli antichi si potevano
    leggere chiaramente presagi di sventura per i prigionieri.

    "Io sono il Gran Consigliere Chk'Mrr dell'ordine della Lama Insanguinata,
    Conduttore della settima falange dei guerrieri Aegis, Per volontà
    dell'Imperatore!"
    Quando l'antico pronunciò il nome "Imperatore", tutti gli altri
    abbassarono di scatto la testa, per rialzarla quindi qualche istante
    dopo.

    "Dichiarate quindi le vostre affiliazioni, prigionieri!" La voce del
    Gran Consigliere era bassa, piena e lievemente rombante; all'interno
    della stanza pareva che a parlare fosse un gigante alto cento metri.

    Knight fece un passo avanti; "Io sono il Capitano Edward Knight della
    Flotta stellare della federazione dei Pianeti Uniti, Comandante della
    nave spaziale U.S.S. Unicorn. Noi veniamo in pace!" A questa frase, un
    brusìo percorse la sala, immediatamente zittito da un'occhiata feroce da
    parte del Gran Consigliere; "L'ordine della Lama Insanguinata
    *a-b-o-r-r-e* la parola << pace >>, Capitano Knight! Noi siamo il
    braccio dell'Imperatore! Noi portiamo la Sua legge e la Sua parola! Il
    nostro compito..." la frase venne immediatamente terminata da tutti gli
    altri antichi, che salmodiarono all'unisono: "E' di fare la volontà
    dell'Imperatore!" Lo sguardo del Gran Consigliere divenne ancora più
    severo, mentre tornava a rivolgersi a Knight; "Per lunghi anni abbiamo
    vagato, in cerca di Ciò Che Era Stato Perduto: T'Khasi, il nostro
    pianeta natale... la nostra ancestrale dimora. Dopo infiniti sacrifici,
    finalmente ritroviamo la nostra antica patria, e con orrore scopriamo
    che il nostro popolo, una volta fiero ed invitto, è ora ridotto ad un
    sudicio, putrido ammasso di combattenti di second'ordine, stupidi e
    boriosi, e che le loro menti sono spente e morte come le sabbie
    dell'eterno deserto di S'Jkarra Primo!"

    Il tono del Gran Consigilere era andato via via accalorandosi durante il
    racconto, e alla fine il suo pugno calò violento su un bracciolo,
    rimbombando come un maglio che avesse colpito un blocco metallico.
    Rabbia e odio ribollivano negli occhi del Gran Consigliere, e persino i
    suoi lineamenti, distesi e severi, ora fremevano selvaggiamente,
    scoprendo di tanto in tanto la punta di quattro lunghi e candidi canini.

    "Ma il nostro glorioso ordine, con la benedizione dell'Imperatore, saprà
    come purificare il suolo della nostra antica casa dai suoi abitanti
    dallo spirito non abbastanza forte! Purgheremo T'Khasi, che ora ruota
    maestoso sotto di noi, con il sacro fuoco della rabbia dell'Imperatore,
    da Noi incarnata, e bruceremo ogni traccia di corruzione e debolezza da
    ciò che era e sarà ancora la nostra augusta casa!"

    A questo punto, anche gli altri antichi iniziarono a battere
    ritmicamente il pugno sui loro balconcini, via via che il tono del Gran
    Consigliere si infiammava, divenendo alla fine un ruggito.

    Alzandosi in piedi dal suo trono, rivelando una figura assai più
    massiccia ed imponente di qualsiasi altro esponente o discendente della
    razza vulcaniana, il Gran Consigliere alzò le mani al cielo, tuonando:
    "Quando le terre e i mari e i cieli di T'Khasi bruceranno del fuoco
    purificatore, allora la mano dell'Imperatore si stenderà sul nostro
    antico mondo, ed esso entrerà a far parte del Suo immenso dominio!
    Finalmente, dopo millenni, i rappresentanti più degni dei nostri
    discendenti saranno riuniti a noi!"

    Un boato riempì la sala, quando anche gli altri antichi si unirono al
    grido dell'imperatore, più simili ad una legione di klingon che si
    lanciano in battaglia che a discendenti dei frigidi e distaccati
    vulcaniani. Persino la controllata furia del popolo Romulano impallidiva
    e svaniva davanti ad un tale spettacolo. Sopraffatta da una quantità
    enorme ed insapettata di violentissime emozioni, prima tra tutte la
    rabbia guerriera e la sete di sangue, Selenjak chinò il capo, gemendo,
    nello sforzo di mantenere la mente lucida.

    Dopo alcuni momenti, l'esaltazione degli antichi sfumò, e nella stanza
    tornò lentamente il silenzio. I membri della Unicorn non avevano ancora
    proferito parola, stupefatti da ciò che stava accadendo, quando il Gran
    Consigliere, sedendosi nuovamente sul suo trono, si rivolse nuovamente a
    loro, guardandoli con la stessa espressione di un leone davanti ad una
    cucciolata di gazzelle; "E voi..." disse, nella voce ancora una traccia
    della precedente enfasi; "Voi... voi che con pochi e subdoli mezzi
    tentavate di infiltrarvi tra la nostra antica gente, rivelando così la
    vostra inimicizia... Quando il giorno dell'ira verrà..." il Gran
    Consigliere fece una pausa, mentre la tensione si faceva palpabile; "Voi
    sarete dalla nostra parte... o contro di noi?"



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