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INSONNIA E SUPPLEMENTI FELINI di Wanda Calderoni
27 marzo 2000

    U.S.S. ENTERPRISE NCC-1701-E
    Data Stellare 57947.7, ore 22.30

    Zeela non riusciva proprio a dormire. Da qualsiasi parte si girasse era sempre scomoda e nessuna posizione del cuscino favoriva il suo riposo. Non era mai stata una dormigliona, ma il sonno le sfuggiva più del solito, in quel momento.
    "Non posso continuare così", disse tra sé, "la tipica sindrome del primo giorno di scuola. Credevo di essere ormai immune da questo tipo di malattia".
    Si alzò e indossò in fretta una sahariana e un paio di nickerbokers color cachi, un elmetto beige e stivaletti replicati, mentre due occhi brillanti la fissavano dalla semi-oscurità...
    Gli ufficiali che andavano e venivano per i corridoi non si curarono minimamente del buffo aspetto della ragazza, che raggiunse senza difficoltà il ponte ologrammi vuoto.
    -Computer, genera un immagine olografica del continente africano.
    <<Pregasi specificare>>
    -Crea un'immagine olografica della Savana che si estende dal bacino del Congo fino al Basso Nilo. La simulazione si deve svolgere nel mese di Settembre del XIX secolo, diciamo...alle ore 17 circa, con piante e animali terrestri.
    <<Programma completato>>
    La porta si aprì e di fronte agli occhi di Zeela si mostrò tutta la bellezza del luogo dove era nata. Certo, vent'anni prima non era così puro, così incontaminato come la simulazione l'aveva riprodotto , anche se i primi esploratori avevano già fatto sentire la loro presenza. Una distesa verde-giallo sconfinata si estendeva a fino all'orizzonte con piccoli boschetti di acacie all'ombra dei quali sonnecchiavano gli harem dei leoni. In fondo si potevano scorgere i lunghi colli delle giraffe e, in quell'oasi ancora oltre, un branco di elefanti si beava con una doccia di mezzo pomeriggio. Zeela entrò e si sedette in una radura con in mano un blocco da disegno.
    Che pace...il solo sentirsi parte di quella natura riusciva a tranquillizzarla, tanto che si assopì leggermente...per poi risvegliarsi poco più tardi al barrito di un branco di elefanti.
    Il soggiorno le era bastato. Aveva schizzato con un carboncino l'intimità di una famiglia di leoni ed era riuscita persino a riposare. Per il momento era sufficiente, poi l'aria stava diventando sempre più umida.
    -Computer, fine programma.- e la natura sconfinata lasciò posto alla fredda griglia della sala ologrammi.
    -Che ore sono, computer?-
    <<Ore 2 e 34 minuti>>
    "E' tardi per tornare a dormire, saremo ormai prossimi al centro medico", pensò Zeela tra sé, "sarà meglio che mi prepari." Così si diresse verso il suo alloggio con passo deciso.
    Le porte del turbo-ascensore si aprirono e Zeela avvampò d'un tratto. Si trovò di fronte una figura che la fissava incuriosita da quei suoi occhi giallastri.
    -Mi permetta una domanda, dottoressa.-
    Zeela abbassò istintivamente lo sguardo e rispose quasi balbettando, come se la mamma l'avesse appena colta in flagrante con il barattolo della marmellata.
    - P..Prego, Comandante..., mi dica pure.
    L'androide trasse un respiro, come se dovesse cominciare un discorso articolato, poi esclamò:
    - Trova particolarmente confortevole questo tipo di abbigliamento, più della sua divisa d'ordinanza?
    Zeela non poté trattenere un risolino mentre Data la scrutava dubbioso.
    - Ecco Comandante...sono appena uscita da una simulazione sul ponte ologrammi e questo completo era il più adeguato: mi trovavo nella Savana africana.
    - Capisco. Partecipava forse ad un Safari?
    - No, no, niente di così barbaro. Mi piacciono molto gli animali, i felini in particolare, così quando posso cerco di sapere sempre di più delle loro abitudini per poi sapermi regolare col mio gatto, sa non è molto che ce l'ho.
    - Interessante-, disse aggrottando leggermente le sopracciglia, - e lei come si regola per quanto riguarda il suo sostentamento? Io ho trovato che Spot gradisce certi supplementi più di altri: quelli, potremmo dire, gustosi ma carenti di proteine. Credo che siano memorizzati sotto la voce "croccantini".
    La conversazione si rivolse in questo senso per il breve percorso dell'ascensore e ancora oltre, poiché Zeela prese il coraggio a due mani e invitò il Comandante a bere qualcosa al Bar di prora. Era sempre stata affascinata da quell'uomo. Aveva letto ogni cosa a proposito e soprattutto ora che il chip emozionale sembrava disinserito, lo trovava ancora più attraente. Forse per il fatto che sguardo di Data alla vita era ancora quello di un bambino e perché le capacità telepatiche della betazoide erano in un certo senso "disattivate".
    - Grazie per la compagnia, Comandante. E' stata una piacevole serata.
    - Devo correggerla, Tenente: siamo in piena notte. Lei forse soffre d'insonnia?
    - Non dormo mai molto. In genere la notte mi dedico al lavoro arretrato, ma oggi sono ancora, per così dire, in vacanza, e ho approfittato per fare un giretto per la sua nave.
    - Tecnicamente la nave...-, cominciò l'androide.
    Zeela non si sentì di interrompere un ufficiale superiore, ed ascoltò senza batter ciglio un noiosissimo excursus sulle astronavi della Federazione e sulla differenza tra il concetto di "possesso" per le varie razze. Il dialogo si era ormai trasformato in monologo e il Comandante stava perdendo via via il suo fascino, tanto che alla fine la dottoressa trattenne a stento uno sbadiglio. Approfittò quindi di una fulminea pausa dell'androide per congedarsi.
    - E' tutto così interessante, Comandante! Purtroppo però devo ancora fare i bagagli per il trasloco sulla Unicorn e non vorrei essere in ritardo, domattina. Spero comunque di continuare questa conversazione un'altra volta, visto che avremo occasione di incontrarci sulla Unicorn.
    - Non mancherò. Le auguro buona notte, Dottore.

    U.S.S. UNICORN
    Data Stellare 57949.3, ore 11.38

    Una figura alta e longilinea dallo strano sguardo ambrato carica di valigie si materializzò di fronte agli occhi assonnati del giovane guardiamarina Juarez.
    - Salve! -, disse cordialmente, - sono il Secondo Ufficiale Medico Turrell, so di essere in anticipo, ma vorrei prendere visione del mio alloggio e dell'infermeria. Lei sa dove sono ubicati?
    Il giovane ebbe una leggera esitazione, poi si schiarì la voce per darsi un tono e rispose:
    - Benvenuta, dottore. Ecco, io non so dove si trovi il suo alloggio, ma sicuramente in infermeria troverà la Dottoressa Selenjak che saprà darle le dovute spiegazioni.
    - E quindi...?- , lo incoraggiò Zeela.
    - Ah, sì, l'infermeria si trova sul ponte 12.
    Zeela percorreva di buon passo i labirintici corridoi della Unicorn, ma il suo senso dell'orientamento non era molto spiccato. Rima continuava ad agitarsi dentro la gabbietta e colse l'occasione per saltar fuori quando la cinghia della tracolla si allentò, mandando a terra la valigetta medica della dottoressa.
    - Per la miseria! Rima, torna qui! TORNA SUBITO QUI! -
    Ma le parole della ragazza non ebbero il risultato sperato e la gatta sparì, ingoiata dal labirinto.
    - E' capace di tutto quel gatto. Persino di entrare negli alloggi di estranei. E adesso cosa faccio?
    Raccolse sconsolata le sue cose e si mise alla ricerca della compagna di viaggio.
    "Non può essere andato lontano, quel piccolo mostro".
    Si avvicinò ad una porta del corridoio da cui filtrava un odore piuttosto acre...che ricordava molto quello dei bisognini di Rima: doveva essere passata di lì!
    Suonò alla porta una, due volte, anche tre. Qualche parolaccia biascicata tuonò da dietro l'uscio, finché un umanoide ridotto in uno stato pietoso non venne ad aprire e con fare scontroso le chiese cosa diavolo volesse. Zeela si rese conto immediatamente che non erano i bisognini del gatto a puzzare in quel modo, ma proprio l'uomo (poteva dirsi tale?) che le stava davanti.
    -ALLORA, cosa diavolo ha da guardare?!
    -Mi scusi se la disturbo, ehm...signore...ha mica visto...
    S'interruppe: non poteva chiedere a quell'uomo se aveva visto un gatto nero passare per il corridoio. Si limitò quindi a fargli le sue scuse per il disturbo e a giustificarsi dicendo che si era persa perché era salita a bordo per la prima volta.
    Lui l'ascoltò più o meno in trance con lo sguardo vacuo, stralunato e vagamente metallico. Gli occhi erano cerchiati da profonde occhiaie scure, ma non furono le occhiaie ad incuriosire Zeela, bensì la fitta rete di capillari esplosi che formavano come una maschera sul suo volto.
    - Se mi permette, signore, potrei fare qualcosa per lei...cioè, per il suo stato...Ecco, questo dovrebbe farle bene-, e trasse dalla valigia una fialetta, gliela mise in mano e fissandolo con gli occhi sgranati riprese: - sa, sono un medico.
    Lui biascicò qualcosa di incomprensibile e la porta si richiuse. La dottoressa riprese la sua ricerca e non molto lontano trovò Rima che si leccava le zampine.
    - Piccolo mostro! - , tuonò mentre la ricacciava di forza nella gabbietta. E così dicendo il turbo-ascensore l'accolse, scaricandola quasi di fronte all'infermeria.
    Un apprendista piuttosto indaffarato stava facendo dei controlli, ma si riscosse immediatamente all'arrivo di Zeela.
    - Desidera?
    - Sono la dottoressa Turrell, il secondo ufficiale medico assegnato alla Unicorn e vorrei parlare con la dottoressa Selenjak.
    - Benvenuta, Signore. Il mio nome è Kokokinaka e sono un assistente...la dottoressa ora non c'è: è scesa al Centro medico Triven Soth per esaminare il Comandante Kraar, ma se vuole aspettarla qui...
    - La ringrazio, ma non sarà necessario. La raggiungerò là immediatamente. Ah, dottore, vorrei chiederle una piccola cortesia: potrebbe domandare a qualcuno di portare i miei bagagli nel mio alloggio? Nessuno purtroppo sembra informato su dove si trovi...e visto che c'è, stia attento al gatto...
    Così dicendo se ne andò rivolgendo un sorrisetto sadico al povero Kokokinaka che, esterrefatto di fronte alla porta si chiedeva:
    - Ma non ne bastava una !?!



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