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L'ASSISTENTE di Roberto Messora
23 marzo 2000

    Data Stellare 57948.9 (13/12/2380, 8:30)
    Centro medico Triven Soth

    Lamarc non era riuscito a dormire quanto avrebbe voluto. La notte appena trascorsa era stata decisamente movimentata, ma il giorno che si apprestava a trascorrere lo sarebbe stato ancora di più. Forse F'rann era già da qualche parte a bordo del centro medico, forse stava dormicchiando anche lei sulla Unicorn, non aveva più molta importanza, la situazione sembrava essersi risolta, almeno con lei.
    Finì di indossare la sua uniforme e uscì dall'alloggio, sarebbe stata l' ultima volta sul centro medico, di questo era certo. Aveva dato un'occhiata all'elenco delle navi in arrivo: l'Enterprise con l'Ammiraglio Fressen sarebbe arrivata di lì ad un paio di ore, aveva tutto il tempo per recarsi sulla Unicorn e prendere ufficialmente servizio. Era deciso a partecipare, nel limite del possibile, al dibattito della commissione come effettivo membro dell'equipaggio.
    A quell'ora della mattina il centro era già animato, soprattutto si notavano trafelati studenti che evidentemente si stavano recando all'università, alcuni erano cadetti all'ultimo anno di Accademia, evidentemente lì per completare qualche corso di specializzazione, chissà come poteva essere per un giovane di belle speranze dover trascorrere del tempo in un posto così lontano e forse ai loro occhi privo di fascino. Per un attimo pensò che la maggior parte di loro fantasticava di navi stellari e avventure mirabili, quando poi la verità era che solo pochissimi al primo incarico ottenevano un'assegnazione degna di nota, gli altri si sarebbero dovuti accontentare di navi di classe Oberth o, anche peggio, di vecchie Miranda. E poi anche a bordo di una nave come la Unicorn avrebbero vissuto ben poco di ciò che avrebbe coinvolto in prima persona gli Ufficiali superiori, avrebbero passato giornate intere in qualche laboratorio svolgendo compiti noiosi e ripetitivi o avrebbero smontato e rimontato condotti EPS solo per controlli di routine. In fondo fare il Consigliere era diverso, sin da giovane c'era la concreta possibilità di poter vivere la propria parte di avventura, di interagire con l'esterno. Ce n'erano sempre pochi di Consiglieri in giro, alcuni Capitani non li volevano nemmeno, quindi quelli che li accettavano al proprio fianco li utilizzavano come diplomatici oltre che nell'aiutare l' equipaggio.
    Senza rendersene conto si trovò di fronte alla sala teletrasporto da cui sarebbe arrivato sulla Unicorn, scambiò un breve saluto con l'addetto (un Sottufficiale di qualche tipo, non avrebbe mai ricordato a memoria l'intera catena di comando della Flotta) e si fece materializzare a bordo della nave.

    USS Unicorn (8:45)
    A bordo della Unicorn la tranquillità regnava sovrana, evidentemente l' equipaggio aveva avuto in gran parte una franchigia e chi lavorava era il personale del centro, si chiese dove stesse lavorando visto che non c'era anima viva in giro, giusto il minimo indispensabile affinché tutto funzionasse a dovere. Quella mattina la memoria di Marcel non funzionava a dovere: non si ricordava dove fosse il suo ufficio, sapeva che si trovava nello stesso ponte dell'infermeria, ma non si ricordava quale. Uscì dalla sala teletrasporto e attivò un terminale alla parete del corridoio.
    «Computer, ufficio del Consigliere.»
    «[L'ufficio del consigliere è ubicato nel ponte 12, sezione 25.]»
    Già, ponte 12, ora ricordava. Se avesse avuto delle tasche ci avrebbe infilato le mani fino a deformarle tenendo le spalle incassate. Quando dormiva poco la mattina era una tragedia, si sentiva scorbutico e restio al sorriso.
    Il turboascensore lo portò al ponte 12, trovò in fretta la sezione 25 e la porta su cui c'era scritto (troppo in piccolo secondo i suoi gusti, le insegne erano sempre troppo piccole, uno doveva comportarsi come un miope e avvicinare la faccia alle porte per poter leggere) "Ufficio Consigliere". Entrò nella stanza in penombra, dovevano averlo revisionato da poco, l'odore di nuovo era molto forte.
    «Computer, luce.»
    L'ufficio venne inondato da una soffusa luce da albergo, tipica delle Galaxy. La morbida moquette beige, i colori tenui, il ronzio delle consolle. Era davvero un bell'ufficio, il primo che avesse mai avuto, sulla Delfi non ce n'era uno apposta per il Consigliere figurarsi sulla Angkor dove non aveva nemmeno un alloggio personale, ma doveva condividerlo con l'Ufficiale Medico Capo.
    Si guardò in giro: una scrivania abbastanza semplice con un terminale del computer, una postazione computer degna di nota con uno schermo alto quanto la parete (chissà se ne avevano uno uguale in infermeria), di lì avrebbe di sicuro condotto le sue ricerche con grande efficienza, la "zona strizzacervelli" con un divano e un paio di poltrone, giusto sotto la grande vetrata di alluminio trasparente. Almeno chi aveva progettato quella nave si era reso conto che non si addiceva ad un ufficio del genere un luogo claustrofobico. Marcel si girò ancora un po' attorno contemplando il suo luogo di lavoro. Era eccitato, aveva davvero un bel posto, c'era anche un bel replicatore e un sacco di spazio dove riporre le sue cose. Si disse però che di cose da riporre non ne aveva un gran che, tutte quelle che si era portato dietro sarebbero finite nel suo alloggio.
    Lamarc si diresse alla postazione computer.
    «Computer, riconoscere Lamarc, Marcel, Tenente Comandante, matricola Roger, Tango, 234879.»
    Il computer si attivò con la solita sequenza di suoni.
    «[Tenente Comandante, Marcel Lamarc, Consigliere, procedura di riconoscimento effettuata.]»
    «Computer, inizializzare ruolino di servizio Tenente Comandante Marcel Lamarc, Consigliere della USS Unicorn, da adesso.»
    «[Ruolino inizializzato, data stellare57948.978.]»
    «Computer, prendo servizio effettivo quale Consigliere di bordo da adesso.»
    «[Procedura eseguita, data stellare 57948,978, Consigliere di bordo della nave stellare USS Unicorn, numero di registro NCC 9806, Tenente Comandante Marcel Lamarc in servizio effettivo.]»
    Tutto molto semplice, avere a che fare con il computer rendeva tutto privo di enfasi.
    «[Benvenuto Marcel.]»
    Lamarc trasalì, si voltò verso il monitor della postazione computer e vide il volto di F'rann che sorrideva, seppur in modo abbozzato.
    «Uh. ciao F'rann.»
    «[Non volevo disturbarti mentre ti registravi a bordo, ho fatto in modo che tutto sembrasse normale.]»
    «Grazie. Tu come stai?»
    «[Un po' meglio, ma sempre preoccupata.]»
    «Vedremo di sistemare tutto.»
    «Grazie, ci conto. Adesso devi scusarmi, devo andare: ho molte cose da fare.]»
    «Vai, a presto.»
    Lo schermo si spense, F'rann era ancora a bordo. Marcel tornò alla realtà e alla commissione, avrebbe avuto molto da fare quel giorno.
    D'improvviso la porta dell'ufficio si aprì e un bajoriano in uniforme blu irruppe nella stanza. Appena notò le luci accese si guardò in giro preoccupato finché non vide Lamarc che lo osservava stralunato.
    «Mi scusi, è questo il modo di entrare in un ufficio?!»
    «Ah. beh, sarebbe che io lavoro qui.»
    Marcel sgranò gli occhi.
    «Come?»
    «Si. ecco. non proprio, sarebbe che sono l'attendente del Consigliere. Vengo tutte le mattine qui per controllare l'agenda degli impegni e la posta ufficiale.»
    «Hmm, capisco.»
    «E mi scusi, lei chi sarebbe?»
    «Sarebbe che sono il Consigliere.»
    Marcel fece eco allo strano modo di parlare dell'attendente.
    «Tenente Comandante Marcel Lamarc, ho appena prese servizio effettivo.»
    A quelle parole il bajoriano sgranò gli occhi a sua volta e con fare gaio si avvicinò al francese.
    «Che piacere conoscerla! La stavo aspettando da quando siamo arrivati. Io sono Kadra Gerad, Sottufficiale di nomina, Capo di 2° Grado. Sarebbe che sono bajoriano, Kadra è il mio cognome e Gerad il nome. Lei forse saprà che i bajoriani si fanno chiamare per cognome a meno che non ci si trovi fra amici, ma a me di tutte queste stupide tradizioni del mio popolo non importa niente, mi chiami pure come vuole.»
    Marcel era frastornato da quell'individuo che parlava a scheggia.
    «Piacere di conoscerla Capo. Per ora va bene Capo?»
    «Più che bene Signore.»
    «Allora faremo così: sul lavoro io sono "Signore" o "Comandante" e tu sei "Capo", fuori io sono Marcel e tu sei Gerad. E questo è il mio primo ordine. OK?»
    «Si Signore, per me va benissimo.»
    «Immagino che tu sappia tutto di me.»
    «Sarebbe che è così Signore.»
    «Ecco, infatti. Siccome sarebbe che io non so niente di te, perché non mi racconti qualcosa senza che io proprio oggi mi debba leggere il tuo stato di servizio?»
    «Con piacere Signore. Sarebbe che a 16 anni sono scappato da Bajor, ora ne ho 29, c'erano ancora i cardassiani allora (ndr: 2367), odio la guerra e piuttosto che rimanere lì e combattere me ne sono andato, lo so che avrei dovuto combattere per il mio popolo, ma io considero l'intero universo la mia patria, così me ne sono andato. Ho vissuto per un anno come avventuriero su navi mercantili, poi ho incontrato una nave federale da trasporto e mi sono imbarcato. Lì sono venuto a conoscenza della Flotta Stellare e ho deciso di arruolarmi. Ho fatto il corso per un anno e ho cominciato come Marinaio Arruolato su una stazione di comunicazione al confine della Zona Neutrale. Ho fatto di tutto nella Flotta: da meccanico a infermiere e un altro centinaio di cose, ho scalato quasi tutte le posizioni da Sottufficiale d'arruolamento e quando ho avuto la possibilità di diventare di nomina l'ho fatto. Il mio sogno ora è quello di diventare Ufficiale.»
    Marcel stava guardando il suo attendente con un misto di ammirazione e curiosità dipinto sul volto. Una persona davvero incredibile, forse la sua storia lo doveva essere anche di più, era la prima volta che si imbatteva in un bajoriano a cui non importava gran che delle proprie tradizioni tanto che non c'era ombra del suo orecchino.
    «Immagino che anche il vostro orecchino tradizionale per lei non abbia molto valore. So che adesso i bajoriani nella Flotta lo possono portare.»
    «Già, in realtà non l'ho mai portato nemmeno da piccolo, non mi piacciono i monili.»
    «Credo che sarà un'interessante lettura quella del suo curriculum.»
    «Spero di essere sempre all'altezza Signore.»
    «Ti converrà Capo se vuoi diventare Ufficiale, sarò io a decidere del tuo futuro.»
    «Certo Signore, lo so, spero di meritarmi la sua considerazione.»
    «Con me è facile: lavora, sii puntuale e non parlare mai male della Francia. Sarebbe che io invece tengo in grande considerazione da dove vengo.»
    Disse quelle parole enfatizzando il modo di parlare del Capo Kadra.
    «Va bene, dimmi che c'è da fare oggi.»
    «Ci sarebbe la commissione oggi, le ho preparato una serie di documenti che dovrebbe visionare prima dell'udienza.»
    «Hmm. e che documenti siano.»
    I due si misero al lavoro, Marcel alla sua scrivania e Gerad alla consolle della postazione computer.



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