Post precedente: "L'arcobaleno"Post successivo: "Kokokinaka"Primo post della missione: "Le strade del Fato"Ultimo post della missione: "Oh, yellow eyes . . . ."Missione precedente: "Specchi di sabbia"Missione successiva: "Direttiva Zero"Apre una pagina adatta alla stampaPagina stampabile MISSIONE: Centro Medico Triven Soth
 26 
MITI E LEGGENDE di Paolo Maroncelli
12 marzo 2000

    Data Stellare 57947.6 (12/12/2380, 21:00)

    Le porte del turbo-ascensore si aprirono con un fruscio debolissimo, appena percettibile, e rivelarono all'unico occupante la splendida efficienza del ponte di comando di quella nave incredibile.
    L'anziano ufficiale mosse qualche passo in avanti e fisso' lo sguardo verso il visore principale integrato nella paratia di fronte a se', dalla parte opposta del ponte, mentre le porte dell'ascensore si richiudevano silenziosamente alle sue spalle.
    L'anziano ufficiale aveva assistito in prima persona al rinnovamento del parco di navi stellari in servizio presso la Flotta almeno tre volte. Tre diverse generazioni di vascelli gli erano sfilate di fronte agli occhi, e ogni volta aveva colto i profondi cambiamenti nella forma e nella sostanza, che rispecchiavano i mutati umori del momento. Era qualcosa che andava oltre la semplice scelta estetica: si trattava di un cambiamento nel modo di sentire e di vivere le cose che andava a rispecchiarsi negli strumenti che costituivano gli organi esecutivi della Flotta, ambasciatori ultimi della Federazione nella galassia.
    Al design semplice ed essenziale del secolo scorso, che l'Ammiraglio ovviamente non aveva vissuto ma che aveva apprezzato in quanto gravido del vero spirito pionieristico di chi esaltava le capacita' dell'essere vivente sulla macchina, si era sostituita una sensibilita' piu' raffinata che aveva dato vita a vascelli i cui ambienti interni erano dominati da colori caldi e solari che sollevavano lo spirito e spingevano la mente verso pensieri carichi di ottimismo . Le navi piu' recenti di quella generazione erano ancora in servizio, ma era chiaro a tutti che nessuna di loro avrebbe avuto un futuro degno di essere raccontato.
    Gli ultimi tempi avevano visto grandi sconvolgimenti e l'insorgere di nuove minacce. La Federazione era stata costretta a considerare seriamente l'opportunita' di una Flotta maggiormente aggressiva, capace di difendere e di difendersi, anche se molti esponenti della "vecchia guardia", Fressen compreso, ritenevano che un eccessivo snaturamento della filosofia e della politica della Flotta Stellare forse non sarebbe stato preferibile ad una sconfitta militare: in entrambi i casi, la Federazione sarebbe uscita perdente.
    Questa inquietante linea di austerita' aveva dato vita a navi stellari i cui ambienti interni, dominati dal grigio e dai colori scuri, erano spesso opprimenti, soffocanti e francamente squallidi.
    = Abbiamo costruito delle dannate navi da guerra, = penso' tra se' e se' l'Ammiraglio mentre faceva scorrere lo sguardo in ogni direzione.
    = Beh, dopotutto, e' chi le pilota a dargli un'anima, = aggiunse, = e comunque, su questa nave nessuno puo' avere nulla da ridire. =

    "Spero di non disturbare, Comandante. Le dispiace se aspetto qui' in plancia il nostro arrivo al Centro Medico?"
    "Nient'affatto, Ammiraglio. Si accomodi pure."
    Ancora prima che il comandante della nave avesse terminato la frase, il Cosigliere si alzo' in piedi e indico' la poltrona libera all'ospite con un cortese gesto della mano e del capo, esibendo un sorriso aperto e sincero. Nell'attraversare la plancia, Fressen maledisse mentalmente quel nuovo dolorino alla schiena che ultimamente gli impediva di esibire il passo agile e scattante che in gioventu' tutti i colleghi che avevano condiviso con lui la lunga serie di imprese atletiche gli invidiavano, e giunto di fronte alla poltrona che il Consigliere gli aveva lasciato libera, vi si lascio' cadere pesantemente, mentre la fitta gia' iniziava ad abbandonare la stretta dolorosa ai lombi.

    Osservando le immagini ipnotiche proiettate dal visore principale, dipinse un'immagine mentale della nave che schizzava attraverso le stelle a folle velocita', lasciandosi ad ogni secondo centinaia di sistemi stellari alle spalle, mentre il mostro che albergava in sala macchine erogava solo una frazione della potenza massima ottenibile. Era una tradizione che ormai nessuno avrebbe piu' potuto infrangere, un dato di fatto inoppugnabile e imprescindibile: la nave migliore con il miglior equipaggio della Flotta. E pur dopo decenni di attivita' nello spazio, a contatto con una quantita' innumerevole di navi e ufficiali, avendo ricoperto praticamente ogni ruolo previsto dall'organigramma, Fressen era sinceramente emozionato e profondamente orgoglioso di essere a bordo di quel vascello.
    Dopo tanti anni continuava ad avvertire il fuoco della passione ardere intensamente dentro di se'. Sapeva di avere ancora molto da dare alla Federazione e alla Flotta.

    Ora si apprestava a fronteggiare una questione delicata che la sua carica gli richiedeva di valutare con giudizio, applicando i regolamenti ma, soprattutto, seguendo la luce guida dei princìpi che costituivano le fondazioni morali della Federazione Unita dei Pianeti e della Flotta Stellare.

    Perso nelle meditazioni, una nuova fitta lo colpi' alla base della schiena; l'Ammiraglio non riusci' a reprimere un debole muguno di sofferenza, e il comandante del vascello rivolse lo sguardo verso di lui.
    "Sa cosa le dico, Comandante? Forse dovrei farmi vedere da quella giovane dottoressa che dovra' prendere servizio sulla Unicorn. Con tutto il rispetto per il vostro Ufficiale Medico, ma se e' vero che quella ragazza ha salvato il Legato Odona da uno shock metafasico, chissa' quale miracolo potrebbe fare per la mia lombaggine!" disse l'Ammiraglio ridacchiando amabilmente mentre il dolore gia' scemava.
    Il comandante del vascello lo fisso' con quel viso inespressivo che Fressen conosceva bene; nonostante tentasse di imprimere sul suo volto un'espressione appropriata all'evidente battuta dell'Ammiraglio, il suo abbozzo di sorriso risulto' chiaramente falso e affettato.
    "Pare proprio che il tenente Turrell abbia una carriera estremamente promettente di fronte a se', Ammiraglio. Vuole incontrarla privatamente?"
    L'Ammiraglio esibi' un'espressione divertita e alzo' la mano destra in segno di diniego:
    "No Comandante, meglio di no. Sono una persona anziana, e vista la giovane eta' degli ufficiali che prestano servizio su questa nave, e la loro presunta propensione agli scherzi e alle battute, vorrei evitare la diffusione di voci inopportune. La dottoressa Turrell e' ospite come me, e non e' tenuta ad ascoltare i lamenti di un vecchio," rispose l'Ammiraglio abbassando la mano e battendosela contro il ginocchio.
    Se il comandante della nave avesse colto o meno cio' a cui alludesse Fressen, pochi avrebbero saputo dirlo.
    "Come desidera, Ammiraglio. Ad ogni modo, l'infermeria e' a sua disposizione."
    "Certo, certo, la ringrazio, ma credo che riusciro' a sopravvivere fino al Centro Medico."
    Cio' detto rivolse lo sguardo verso il terminale alla sinistra della sua poltrona e prese ad interpretare i dati che scorrevano in continuazione sullo schermo. Fressen era l'Ufficiale piu' alto in grado a bordo e sapeva benissimo che, in caso di necessita', avrebbe avuto il dovere di prendere in mano la situazione; tenersi informato sulla funzionalita' della nave era il minimo che potesse fare.

    Data Stellare 57949.1 (13/12/2380, 10:00)

    U.S.S. UNICORN
    Sala tattica del Capitano

    "Prego dottore, si sieda," disse Knight mentre le porte della sala tattica si chiudevano dietro le spalle della vulcaniana. Afferro' la tazza di cioccolato caldo dal ripiano del replicatore e si diresse verso la propria poltrona, sedendovisi nello stesso istante in cui la dottoressa Selenjak faceva altrettanto.
    "Innanzitutto vorrei tranquillizzarla sul funzionamento dei sistemi automatici della nave. Immagino che le sue ricerche in infermeria l'avranno tenuta lontana dalle questioni tecniche che sono emerse recentemente. Ad ogni modo sappia che, fortunatamente, i problemi che stiamo sperimentando in questo momento dovrebbero essere lo strascico finale di una questione che spero andra' risolvendosi."
    "Si riferisce all'intelligenza artificiale che alberga nel computer della nave?" chiese la vulcaniana con un'espressione particolarmente seria sul volto.
    "Esatto. F'Rann stava tentando di abbandonare il computer trasferendosi in un'unita' esterna. Per riuscire nel suo intento aveva dato inizio ad una complessa attivita' di compressione che stava assorbendo buona parte della capacita' elaborativa del computer. L'intervento del Consigliere Lamarc e' stato fondamentale per convincere F'Rann a desistere."
    Knight sorseggio' brevemente dalla tazza e osservo' Selenjak abbozzando un sorriso: "Scommetto che non avrebbe mai pensato che un'intelligenza informatica potesse presentare problemi emotivi di tale portata."
    La vulcaniana inarco' leggermente il sopracciglio destro.
    "Dietro un programma c'e' sempre un programmatore, Capitano. Questo vale anche nel campo di ricerca relativamente recente delle Intelligenze Artificiali."
    "Vuole dire che se F'Rann fosse stata ... programmata ... da uno scienziato vulcaniano, non ci sarebbero stati problemi comportamentali?"
    Selenjak intreccio' le dita delle mani e si adagio' piu' comodamente contro lo schienale della poltroncina.
    "A volte non e' possibile definire con certezza quale possa' essere l'esito di un'azione; di certo c'e' che, cambiando le condizioni iniziali, le probabilita' di avere un diverso risultato finale aumentano. In parole povere, evitare l'implementazione di uno schema comportamentale emotivo puo' essere il primo passo verso la realizzazione di Intelligenze Artificiali realmente capaci di relazionarsi armonicamente con altre forme di vita."
    "Questo e' un punto di vista piuttosto soggettivo, dottore."
    "Non esiste nulla nell'universo che non sia soggetto ad interpretazione personale, Capitano."
    Knight corrugo' la fronte e assunse un'espressione meditabonda.
    "Ho colto la citazione. Vediamo ....... Surak?"
    "No Capitano. Salobok, -Il pensiero e l'infinito-" rispose Selenjak mantenendo le mani intrecciate e la schiena ben poggiata allo schienale.
    "Mi dispiace dottore, temo di non averlo mai letto."
    "Dovrebbe farlo. Forse e' la migliore introduzione al pensiero vulcaniano che un non nativo di Vulcano possa trovare comprensibile e chiarificatrice."
    Il Capitano si schiari' la gola e getto' un'occhiata ai PADD che giacevano inevasi sul tavolo della sua scrivania.
    "Bene dottore, veniamo al tenente Krugar. Cosa c'e' che non va nella sua psiche?"
    La vulcaniana sciolse le mani e si raddrizzo' sulla poltrona.
    "Non saprei dirlo con certezza. Gli esami che ho effettuato non rilevano nulla di anomalo ad eccezione di quanto gia' sappiamo; ciononostante non si puo' negare che il tenente Krugar presenti sintomi evidenti di una situazione psicologica quantomeno difficile. E' evidente un forte stato di stress nervoso che pare non avere origine organica; ne deduco che ulteriori indagini debbano indirizzarsi verso la sfera emotiva."
    "Beh, temo che questo tipo di approfondimento andra' affrontato non prima del termine dell'inchiesta: se il problema del tenente Krugar e' complesso come temo, non possiamo permetterci di distogliere l'attenzione dallo svolgimento dell'inchiesta, ne' possiamo evitare di dedicare al tenente tutto il tempo che merita."
    "Sono d'accordo, signore. Ma ... a proposito della analisi che mi aveva chiesto di effettuare sul guardiamarina Katz e i tenenti Re'pes e Soma, le dicevo che avere qualche indicazione esatta su cosa cercare faciliterebbe il mio lavoro."
    Knight si alzo' in piedi e prese a passeggiare di fronte alla vetrata panoramica.
    "Vede ... c'e' il fondato sospetto che circa 20 giorni fa il tenente Krugar sia stato protagonista di un episodio quantomeno sospetto e misterioso; E' stato stilato un rapporto in merito che le consiglio di leggere. Ad ogni modo, e' piuttosto strano che gli ufficiali della sicurezza in servizio nei pressi del suo alloggio non abbiano avvertito la scarica di un disgregatore contro la paratia, e non possiamo scartare la possibilita' che il personale sia stato soggetto ad un qualche tipo di alterazione della memoria a breve termine che abbia cancellato i ricordi piu' recenti. Questo le puo' bastare?"
    "Se non ha altro da aggiungere, credo che dovra' essere sufficiente. D'altro canto, con i sistemi automatici perfettamente funzionanti, le analisi non dovrebbero richiedere troppo tempo. Si', direi che puo' bastare."
    Mentre il dottore stava per alzarsi, Knight allungo' la mano che reggeva la tazza e la indico' per attirare la sua attenzione.
    "C'e' un'ultma cosa, dottore: il Comandante Dhek mi ha appena comunicato che la Flotta Stellare ha assegnato alla Unicorn un Ufficiale Medico in seconda, a seguito di una richiesta inoltrata qualche tempo fa dal Capitano Sortyn. Immagino che il Comando abbia ritenuto opportuno affiancarle un ufficiale della Flotta Stellare a tutti gli effetti, ferma restando la sua attuale mansione."
    Selenjak aveva intuito perfettamente a cosa si riferisse il Capitano, e non interpreto' le sue parole in maniera offensiva.
    "Capisco benissimo quali possano le pressioni burocratiche che la Flotta deve affrontare. Un collega qualificato non potra' che giovare alla nave."
    Knight assenti' con il capo.
    "Ho letto il suo curriculum di servizio e credo che sia un ottimo medico, dotata di un notevole spirito di iniziativa e un intuito professionale fuori dal comune. Sta conducendo ricerche piuttosto sperimentali nel campo della replicazione genetronica, con risultati decisamente brillanti. Ha sentito parlare del Legato Odona?"
    Selenjak riflette' per qualche secondo.
    "Certo, Capitano. Figura chiave in un'importante conferenza sugli armamenti. L'incidente che gli occorse prima dei colloqui rischio' di far saltare il tavolo delle trattative."
    "E ricorda anche chi riusci' a curarlo?"
    "Credo di si'. La dottoressa Turrell, se non sbaglio."
    "Non sbaglia. E' il suo nuovo collega di lavoro."
    Knight fisso' Selenjak per qualche attimo. Era forse una luce di eccitazione quella che leggeva nei suoi occhi castani? No, forse no.
    "Molto interessante. Penso che i miei sforzi congiunti con quelli di un professionista talmente capace potrebbero dare risultati degni di nota, signore. Leggero' il suo Curriculum con estremo interesse."

    * TU-TU-TIT *

    Mentre la dottoressa Selenjak terminava la frase, il campanello della porta emise un breve trillo elettronico.
    "Avanti," disse Knight attivando il dispositivo di apertura delle porte.
    In piedi sulla soglia della Sala Tattica, con uno scorcio di vista sul ponte di comando che si stagliava alle sue spalle, Marcel Lamarc attendeva educatamente un invito ad entrare.
    "Comandante Lamarc, prego, entri pure."
    Ancora prima che Knight le rivolgesse la parola, mentre il francese faceva il suo ingresso, Selenjak si alzo' in piedi.
    "Credo che sia tutto, Capitano. Riprendero' le analisi immediatamente."
    "Molto bene dottore. Mi tenga informato e ... mi raccomando ... faccia in modo di agire nel modo piu' discreto possibile."
    "Certamente. Con permesso."
    Incrociandosi, il comandante Lamarc e la dottoressa si salutarono garbatamente con un cenno del capo, e mentre le porte della sala si richiudevano con un sibilo, il Consigliere si arresto' di fronte al Capitano.
    "Tenente Comandante Marcel Lamarc, pronto a prendere servizio, signore," disse l'uomo esibendo un'espressione seria ma non affettata, ne' pregna dell'austerita' indotta dal timore reverenziale.
    Anche in questo caso il Consigliere dimostrava un equilibrio comportamentale fuori dal comune; aveva pronunciato la frase senza l'enfasi tipica degli ufficiali che vogliono impressionare il capitano dimostrando un eccesso di servilismo, ma lasciando intendere esattamente quale fosse il reale significato della formula: sono pronto a servire la Federazione e la Flotta Stellare al meglio delle mie possibilita'.
    "Molto bene, Consigliere. Siamo veramente lieti di averla a bordo, mi creda. Se vuole sedersi un attimo, saro' breve." disse Knight invitandolo ad accomodarsi su una delle poltroncine di fronte alla sua scrivania.
    "Dica pure, Capitano," disse il Francese dopo aver poggiato le mani sulle ginocchia.
    Knight fini' il cioccolato con un'ultima sorsata e, per qualche breve istante, riflette' su cosa potessero pensare i propri ufficiali della sua infantile golosita' nei confronti della dolce bevanda terrestre, tanto piu' che la persona che aveva di fronte aveva notevoli competenze in ambito psicologico: lui avrebbe sicuramente saputo spiegargli per quale motivo un inglese preferisse il cioccolato caldo al te'.
    "Mi ha gia' dimostrato le sue capacita', Consigliere," esordi' il Capitano.
    "Sono molto impressionato dalla professionalita' e dalla competenza che ha dimostrato qualche ora fa, contribuendo in maniera determinante alla soluzione del ... piccolo problema che abbiamo avuto. Temo che, in merito all'inchiesta che si andra' a svolgere tra poco, lei abbia avuto tempo appena sufficiente per documentarsi e per leggere gli ultimi rapporti di missione. Ciononostante, ora e' un membro dell'equipaggio a tutti gli effetti, e desidero che si sforzi al massimo per affrontare l'inchiesta con la stessa cognizione di causa con cui ha affrontato la crisi della notte scorsa. Sono convinto che ogni contributo sara' determinante per una soluzione giusta, equilibrata e soddisfacente per tutti. Il Tenente Comandante Quill e' un ottimo Ufficiale, e F'Rann merita l'attenzione e il rispetto che la Federazione riserva ad ogni forma di vita senziente. L'Ammiraglio Fressen e' una persona molto sensibile e intelligente, non dubito che andra' tutto per il meglio; cio' non toglie che la questione vada inquadrata con molta attenzione e ... rigore, e siccome buona parte degli eventi sotto esame sono frutto di proiezioni emotive, un Consigliere della Flotta Stellare potrebbe essere in grado di fornire valutazioni illuminanti."
    Per qualche attimo Lamarc si meraviglio' del modo di parlare del Capitano, con discorsi sempre molto articolati e rigorosi nella forma e nella scelta delle parole, e pronunciati con un forte accento inglese.
    "La questione e' veramente complessa, signore, ma devo ammettere di essere molto interessato agli sviluppi, e ansioso di dare un piccolo contributo personale al dibattimento. E' qualcosa su cui credo valga la pena investire un po' di tempo e altrettanta fatica. Da parte mia, avra' il massimo impegno."
    "Mi fa piacere sentirglielo dire, Consigliere. L'arrivo dell'Ammiraglio Fressen e' previsto tra un'ora e trenta minuti. Utilizzi questo tempo come meglio crede."

    CENTRO MEDICO "TRIVEN SOTH"
    Ufficio dell'Ammiraglio Grilov

    Diario Personale dell'Ammiraglio Grilov
    Data Stellare 57949.24 (13/12/2380, 11:20)

    "Sono emozionato come un bambino di fronte ai regali di Natale. Non e' affatto professionale da parte mia, ne' si addice alla carica e all'autorita' che rivesto su questa stazione, ma mai mi sarei aspettato che questo modesto Centro Medico avrebbe potuto essere testimone di eventi talmente importanti, e non sto parlando solo dell'inchiesta federale, ma delle personalita' che la stazione si trovera' ad accogliere.
    Questo e' un luogo di studio e di ricerca; ospita una sede universitaria di tutto rispetto, e annovera tra il suo personale alcuni tra i migliori medici della Federazione, ma e' pur sempre un'installazione di periferia in cui lo studio e' conciliato dalla tranquillita' di un ambiente privo di eventi traumatici.
    Ieri abbiamo accolto la Unicorn, una nave importante che gia' gode di una certa fama ... e questo e' bastato a spingere tutto il personale a tirare a lucido i pavimenti per consentire alla stazione di dare il meglio di se'. E ora: l'Ammiraglio Fressen, la sua delegazione e i suoi ospiti. Non un nome che qualcuno non abbia gia' sentito almeno una volta ... non una persona che, in almeno una situazione, non abbia compiuto qualcosa di veramente importante per il futuro della Federazione. Tutti riuniti al Centro Medico Triven Soth, di cui io sono responsabile ultimo! Spero che la mia eccitazione sproni me e il mio personale a dare il meglio."

    Fine Registrazione

    "Chedo scusa, signore. La nave che ospita l'Ammiraglio Fressen e il suo seguito ha appena chiesto il permesso di attraccare," disse il Tenente Fowler in piedi sulla soglia dello studio di Grilov, tenendo un gruppetto di PADD stretti al petto con entrambe la mani. C'era un'ombra di eccitazione negli occhi della ragazza, e l'Ammiraglio non manco' di notarlo; ma questo, tutto sommato, era normale, anche per una giovane seria e professionale come lei.
    "Oh, si' Elise, la ringrazio. Vuole unirsi a me per il comitato di benvenuto?"
    "Con molto piacere, signore. Il tempo di consegnare questi rapporti e la raggiungero' in Sala Teletrasporto."
    L'Ammiraglio assenti' con un cenno del capo ed entrambi uscirono dall'ufficio.

    NAVE DELL'AMMIRAGLIO FRESSEN

    L'Ammiraglio concentro' la propria attenzione sulla magnifica installazione che campeggiava sul visore principale della nave che lo stava ospitando. Poteva anche trattarsi di un modesto Centro Medico lontano dal cuore del territorio Federale, ma ad esso e a chi vi lavorava andava tributato il massimo rispetto, tanto piu' che Triven Soth vantava tra i suoi ricercatori personalita' del calibro di Rovanot Pitemeni, che avevano scelto la pacifica tranquillita' di un centro medico di periferia alla caotica frenesia dell'Istituto Federale per le Ricerche Mediche Avanzate.

    L'ufficiale comandante del vascello si rivolse a lui ancora un volta.
    "Ho riflettuto molto sul suo desidero di coinvolgermi nel dibattimento quale ... consulente federale. Nonostante una certa attinenza tra le mie passate esperienze e la questione attuale, non credo che un mio intervento possa aggiungere nulla a quanto si e' gia' stabilito sulle Intelligenze Artificiali e l'ambito in cui esse si sono sviluppate."
    Fressen rispose senza esitazione.
    "Pareri personali, comandante, a seguito di esperienze dirette e pertinenti. Questo e' tutto cio' che le chiedo di esprimere al dibattimento. Poche persone oltre a lei sono in grado di effettuare valutazioni competenti sulla faccenda."
    Il comandante della nave fisso' Fressen sforzandosi di assumere un'espressione distesa e conciliante.
    "Certo, Ammiraglio. Capisco."

    CENTRO MEDICO "TRIVEN SOTH"

    La frenesia stava arrivando ai massimi livelli. Decine di facce e di mani erano spalmate contro i vetri dei corridoi che concedevano una vista sull'hangar di attracco della stazione, ognuno ansioso di assistere all'arrivo dell'importante commissione che avrebbe concesso al Centro Medico le luci della ribalta, dopo tanti anni di grigio anonimato. L'Ammiraglio Grilov assisteva alla scena dal grande terminale che campeggiava su una delle pareti della Sala Teletrasporto 2-A, quella tipicamente riservata agli ospiti di riguardo o alle personalita' di spicco, mentre il rumore sommesso di una serie di passi veloci precedette l'ingresso del tenente Fowler.
    La ragazza si affianco' al proprio superiore e osservo' con lui l'attracco della nave che trasportava l'Ammiraglio Fressen e l'intera commissione.

    NAVE DELL'AMMIRAGLIO FRESSEN

    "Inizio manovre di attracco, signore," disse il navigatore dopo aver operato velocemente alla propria consolle.
    Il comandante della nave segui' tutta la manovra con sguardo attento e riflessivo. Il modo in cui teneva gli occhi incollati al visore principale era innaturale, e la sua totale immobilita' assolutamente disumana. Pareva che stesse dedicando a quella semplicissima fase di avvicinamento tutta l'attenzione che normalmente si riservava a manovre ben piu' difficoltose, valutando tempi e distanze.
    Fressen lo osservo' e abbozzo' un sorriso che nessuno colse.

    CENTRO MEDICO "TRIVEN SOTH"

    Per quale motivo l'arrivo di una nave avrebbe dovuto scatenare tanto entusiasmo? Ne arrivavano tante, ogni singono giorno, e il fatto che si trattasse di un vascello molto importante che normalmente non faceva scalo a Triven Soth poteva non sembrare sufficiente.
    Per una volta, Grilov avverti' tutto il peso dei gradi che portava al colletto, mentre Elise Fowler si rese conto del fatto che, in quanto attendente personale dell'Ufficiale Comandante della stazione, le sarebbe stato chiesto di rimanere spesso a stretto contatto con i nuovi ospiti. A dispetto della giovane eta' e dell'enorme differenza delle posizioni nella catena di comando, quella ragazza avrebbe dovuto dimostrare a tutti quanto valesse.

    NAVE DELL'AMMIRAGLIO FRESSEN

    La sconfinata vastita' dell'hangar interno della stazione scorreva sul visore principale della nave. Tra i piccoli vascelli medici e scientifici che occupavano l'hangar, lo sguardo di Fressen si poso' immediatamente sulla nave piu' grande del gruppo.
    = Ecco la Unicorn, = penso' tra se' e se' mentre la nave che lo ospitava continuava a scorrere lentamente in avanti, trascinata dolcemente dai raggi traenti della stazione.
    La sagoma della Unicorn si fece sempre piu' distinta, fino a quando gli occupanti della plancia ne colsero ogni dettaglio dello scafo dal design cosi' familiare a chi era abbastanza maturo da ricordare gli anni d'oro dei vascelli di classe Galaxy.
    Fressen continuava ad osservare divertito il comandante della nave, e si chiedeva se la vista del vascello accanto alla quale stavano attraccando risvegliasse in lui ricordi affettivamente significativi.
    Ora come ora, il suo sguardo privo di espressione continuava a seguire attentamente la fase finale dell'attracco, senza che nessun segnale emotivo facesse capolino sul suo volto.

    CENTRO MEDICO "TRIVEN SOTH"

    Eccola li'. Sfilava all'interno dell'hangar con l'eleganza e la grazia di una bella donna.
    Lo scafo snello e affusolato faceva bella mostra di se' di fronte ai pannelli panoramici che in questo momento erano gremiti di curiosi. Un mostro di potenza.
    Il vascello che aveva fronteggiato i Borg e che, per la prima volta, li aveva realmente sconfitti.
    La nave stellare che piu' di ogni altra aveva fatto la storia della Federazione, alla cui poltrona di comando si erano succedute le leggende della Flotta Stellare e i miti che erano ormai entrati nell'immaginario collettivo.
    Forse l'unica a cui potesse essere attribuita un'anima propria ... una propria personalita'.
    Una delle poche che si fosse veramente spinta la' dove nessuno era mai giunto prima.
    Un simbolo.
    Per alcuni un feticcio.
    Per molti giovani, un mito da inseguire.
    Quando lo scafo fu sufficientemente vicino alla posizione finale di attracco, le decine e decine di osservatori colsero ogni dettaglio della sezione a disco e lessero con chiarezza la sigla di identificazione che si proponeva prepotentemente di fronte ai loro occhi:

    U.S.S. ENTERPRISE
    NCC-1701-E


    Data Stellare 57949.27 (13/12/2380, 11:35)

    CENTRO MEDICO "TRIVEN SOTH"
    Sala Teletrasporto 2-A

    "Energia."
    L'addetto al teletrasporto opero' ai comandi della consolle senza neanche guardarli, tenendo gli occhi fissi sulla pedana che si illuminava, e sulla quale iniziava a balenare una luminescenza che ben presto inizio' a delineare sei distinti fasci di materia-energia.
    Quando le figure acquistarono fisicita' compiuta, il ronzio del teletrasporto svani' nell'aria e l'Ammiraglio Grilov fece velocemente scorrere lo sguardo sui nuovi ospiti della stazione:
    un individuo piuttosto anziano ma ancora fisicamente in forma indossava la solenne, elegante uniforme di un Ammiraglio di Flotta; alla sua sinistra Grilov noto' la presenza di tre Ufficiali di alto grado, due donne e un uomo, seri e rigorosi nell'espressione, ma non austeri.
    Sulla destra, il comandante della stazione osservo' un uomo dall'aspetto profondamente intelligente; l'unico che si guardasse attorno con curiosita' e che scrutasse ogni sezione della grande sala teletrasporto come se quella fosse la prima volta che ne vedeva una.
    Infine, all'estremita' opposta della pedana, un ... uomo ... che chiunque avrebbe riconosciuto immediatamente.

    L'anziano ufficiale mosse qualche passo in avanti e scese dalla pedana, imitato all'istante da tutto il suo seguito.
    Grilov si avvicino' e gli porse la mano destra.
    "Benvenuto al Centro Medico Triven Soth, Ammiraglio Fressen. E' un piacere averla qui."
    "Grazie, Grazie mille. Il piacere e' mio. Lasci che le presenti i miei accompagnatori."
    Fressen si giro' verso sinistra e allungo' un braccio indicando la persona che di volta in volta avrebbe presentato.
    "I Comandanti Mikhail Gerasimov e Lisa Forrester, e il Capitano Titie Si'mik. Saranno membri attivi della commissione."
    L'uomo e le due donne salutarono con un cenno del capo e strinsero la mano dell'Ammiraglio Grilov e del Tenente Fowler.
    "Ed infine, due consulenti esterni che ho fortemente voluto per lo svolgimento dello spezzone dell'inchiesta che riguardera' F'Rann: questo e' il Comandante Bruce Maddox (*), cattedratico associato di robotica, cibernetica e informatica presso l'Istituto Tecnologico Daystrom. E' uno dei massimi esperti nel settore e ha gia' avuto esperienze di questo tipo in passato."
    Il Comandante Maddox punto' su Grilov gli occhi scuri che punteggiavano il volto dai lineamenti delicati e gli strinse la mano con un sorriso.
    "Ed infine ... conoscerete senz'altro il Comandante Data, attualmente al comando dell'Enterprise. Penso che nessuno possa smentirmi se dico che, in merito alla questione, sia la persona piu' qualificata per fornire qualunque tipo di consulenza."

    Mentre l'androide stringeva la mano all'Ammiraglio Grilov, Elise Fowler si ritrovo' a scrutare il suo volto, caratterizzato da un pallore innaturale che, unito alla totale inespressivita', restituiva l'immagine di una creatura misteriosa e affascinante allo stesso tempo. Gli occhi giallastri erano assolutamente impenetrabili, tuttavia la bocca si muoveva spesso e articolava smorfie o sorrisi appena abbozzati. La ragazza si chiese se, in quel momento, il chip emozionale del Comandante Data fosse attivo o meno.

    "Ammiraglio Grilov," esordi' l'androide con la voce calma, pacifica e controllata che l'aveva sempre contraddistinto, "immagino che l'ufficiale comandante della Unicorn sia stato informato del fatto che l'Enterprise sta ospitando un nuovo membro del suo equipaggio."
    "Certo Comandante. Il Capitano Knight, il suo Primo Ufficiale e l'Ufficiale Medico Capo sono ansiosi di incontrare la Dottoressa Turrell. Credo che in questo momento gran parte dell'equipaggio si stia godendo un periodo di franchigia sulla stazione, ma il Capitano dovrebbe essere a bordo."
    "Bene. Tecnicamente la Dottoressa non dovrebbe prendere servizio prima di domani, e mi pare di aver colto un suo forte desiderio di visitare la stazione prima di imbarcarsi."
    "Nessun problema. Abbiamo gia' predisposto un alloggio anche per lei, se lo desidera."
    L'Ammiraglio Fressen si inseri' nella conversazione, ansioso di porre fine ai convenevoli per iniziare a discutere di questioni piu' serie.
    "Ammiraglio Grilov, avrei bisogno di discutere con lei alcuni dettagli prima dare inizio all'inchiesta. Perdoni l'irruenza, ma il Comando di Flotta desidera concludere la questione nel piu' breve tempo possibile. Nel frattempo, questa deliziosa ragazza," disse Fressen indicando il Tenente Fowler con un sorriso, "potrebbe essere cosi' gentile da mostrare al mio seguito i nostri alloggi."
    Elise non attese una replica di Grilov ed esibi' tutta la professionalita' di cui disponeva.
    "Ma certamente Signore. Prego, da questa parte," disse precedendo il gruppo di Fressen verso l'uscita della sala teletrasporto.
    "Ah, Comandante Data ... " si precitipo' ad aggiungere mentre le porte si aprivano.
    "Si' Tenente?"
    "Ho una lista piuttosto nutrita di ufficiali che vorrebbero parlarle di persona. Credo si tratti di membri del personale che hanno avviato un qualche tipo di corrispondenza con lei."
    "Oh, si', certo. Mi faccia avere la lista e faro' il possibile per incontrare tutti."
    "Vogliate scusarmi un attimo signori," disse la Fowler mentre ripercorreva velocemente i propri passi e afferrava un PADD che aveva abbandonato su uno dei ripiani della sala. Picchietto' velocemente le proprie dita affusolate sulla superficie del congegno e lo consegno' all'androide.
    "Eccola qui' signore. Se vuole scusarmi, con permesso," concluse tornando a dirigersi verso il gruppetto di persone che la aspettava accanto la porta di uscita.
    Elise Fowler spari' nel corridoio esterno, e l'Ammiraglio Grilov, rimasto solo con Fressen e il Comandante Data, si rivolse all'androide con sincera ammirazione.
    "A nome di tutto il personale, sappia che siamo profondamente onorati di ospitare l'Enterprise in questa modesta stazione. Spero che il trattamento che sapremo riservarvi si dimostri all'altezza della storia e della tradizione che il nome del vostro vascello porta con se'."
    "Ne sono piu' che certo, Ammiraglio," disse Fressen precedendo Data, "ma veniamo a noi ..."
    I tre imboccarono il corridoio esterno dirigendosi in direzione opposta a quella che aveva preso il Tenente Fowler, e Data ebbe il tempo di gettare una rapida occhiata al PADD che gli era stato consegnato:
    = Tenente Tripitaka - USS Unicorn
    = Tenente Moljine - USS Abrash
    = Comandante Viroky - Centro Medico Triven Soth
    ....
    ....

    U.S.S. ENTERPRISE
    Alloggio della Dottoressa Turrell

    "Questa nave ti ha viziata, Rima. Il Comandante Data ha programmato personalmente 58 tipi diversi di supplemento felino, e tu ovviamente li hai voluti assaggiare tutti, vero!?"
    "MEEEOOW" fu l'unica risposta che Zeela ricevette dalla palletta di pelo che la fissava immobile dal basso verso l'alto.
    "Si' si' ... fai pure la smorfiosetta ... vedrai se sulla Unicorn le cose non andranno diversamente."
    "MEEEEEEEOW"
    "Lo so come andra' a finire, sai?" disse Zeela chinandosi verso il basso e prendendo a fissare il musetto della micia a pochi centimetri di distanza.
    "Che mi costringerai a programmarne almeno dieci di piu', e diventerai talmente grassa da non entrare piu' nella stanza!"
    "MEEOOOOOW"
    "Aaaah ... ma perche' non so dire di no?" disse ridacchiando mentre si rialzava e acconciava i capelli in una lunga treccia nera.
    "Ora fai la brava ed entra nella tua casetta. Ce ne andiamo."
    La gatta fisso' con sguardo felino il piccolo contenitore metallico che Zeela le aveva parato di fronte.
    "Dai, su, non e' proprio il momento di fare i capricci!"
    "MEOW" miagolo' Rima prima di scattare in avanti con un balzo rapido e fulmineo.
    La sua padrona chiuse delicatamente la gabbietta e con l'altra mano si sistemo' a tracolla una piccola valigetta che aveva gia' preparato. Getto' un'ultima occhiata maliconlica all'alloggio faraonico che l'aveva ospitata (e viziata) negli ultimi quattro giorni e imbocco' il corridoio, incontrando lo sguardo amichevole di tutti gli ufficiali che incrociava. Si fece ingoiare dal turbo-ascensore piu' vicino, e quando le porte si richiusero lascio' trascorrere qualche secondo di silenzio assoluto.
    = Un'infermiera ... ... una semplice infermiera ... ... sarei disposta a portare siringhe pur di servire a bordo di questa nave ... sigh! Ma che sciocchezza! No, ho un lavoro da fare ... ricerche da portare avanti ... e la Unicorn e' una delle navi piu' importanti della Flotta. Non e' l'Enterprise, d'accordo, ma e' una nave su cui sono sicura di avere un futuro. = questi i pensieri che attraversarono la sua mente poco prima che il computer emettesse un trillo elettronico per avvisare il passeggero di indicare una destinazione.
    "Sala Teletrasporto 3"

    L'ascensore prese a muoversi silenziosamente, e Zeela sollevo' la gabbietta di Rima.
    "Ce ne andiamo ... "

    U.S.S. UNICORN
    Alloggio del Tenente Newport

    Newport sollevo' la palpebra destra di mezzo centimetro e osservo' la propria cabina, immersa nel silenzio e nell'oscurita'.
    Era a letto da poco piu' di due ore ma, nonostante lo stato pietoso in cui fosse ridotto, qualcosa gli impediva di dormire ulteriormente. Forse l'abitudine ai turni di servizio, o forse era il letto che ondeggiava troppo violentemente.
    L'hypospray giusta, e tutto sarebbe passato. Ma l'infermeria, in queste condizioni, era assolutamente da evitare.
    "Ooooooh ... ... ... che mal di testa!"



Torna all'inizio della pagina