Saltellava leggera sul posto, a piedi nudi inguainati nei morbidi calzari
di gomma. La guardia alta, i gomiti accanto al corpo, i pugni stretti fino
a sbiancare le nocche appena sotto gli occhi. Lo sguardo concentrato sui
suoi avversari. I tre erano tipici teppisti di Nerdala VI e la circondavano
ai lati. I teppisti di Nerdala VI erano lottatori abile e particolarmente
crudeli. Quello davanti a lui ridacchiava volgarmente e agitava una catena
corta.
Decise che sarebbe stato il suo primo bersaglio.
Senza ascoltare i commenti lubrici, colpì il primo nell'inguine con un
calcio di punta, poi diede una gomitata sul volto alla sua destra e scaricò
una sequenza micidiale di destro/sinistro al suo avversario di sinistra.
Il primo, che ancora si teneva l'inguine dolorante con entrambi le mani, la
fece oggetto degli epipeti più scurrili che avessa mai sentito. Lei puntò
il piede sinistro e con un salto in rotazione accompagnato dal miglior urlo
che potesse emettere, lo colpì alla testa, staccandogliela di netto dal
collo. Il corpo decollato cadde prima in ginocchio, poi stramazzò a terra,
lasciando colare sul pavimento una pasta gelatinosa mentre la testa
rotolava fino alla parete.
Rimase sorpresa da quello sviluppo. Perse alcuni istanti a guardare stupita
e disgustata quel corpo e non si accorse che uno degli altri due aveva
raccolto una mazza e stava per colpirla. Fortunatamente, non aveva perso
del tutto la concentrazione e la vide arrivare con la coda dell'occhio.
Non era pronta per controbbattere l'attacco per cui si lasciò cadere
pesantemente sul pavimento e disse
-Computer, bloccare programma.-
La figura rimase congelata con la mazza posta dove fino a un attimo prima
si trovava la sua testa. Tabatha Morgan emise un sospiro di sollievo. Aveva
volutamente abbassato il livello di sicurezza del suo programma di
allenamento ma non si aspettava quel rivoltante sviluppo.
Affannata più dalla sorpresa che dalla fatica, ancora stesa per terra, girò
lo sguardo verso la testa che era rotolata diversi metri dal suo corpo.
Come nei migliori film orror di antica fattura, era congelata con un
espressione di dolore ma aveva qualcosa che non andava.
Andò a prenderla e vide che i suoi sospetti erano confermati.
-Computer mostrare il codice base del programma "Morgan_allenamento #4"-
Si sedette sul pavimento incrociando le gambe mentre il computer visualizzò
un monitor all'altezza dei suoi occhi. Si mise a scrollare per qualche
istante le linee codice del suo programma fin quando non trovò l'errore che
aveva commesso. Nella fretta di programmare i suoi avversari di lotta con
la maggiore abilità possibile, aveva dimenticato di dare loro la
definizione necessaria per essere realistici. In pratica, se avessa
lasciato al computer il compito di definire il personaggi, questi non si
sarebbero smembrati con un solo colpo di un calcio in rotazione.
Il problema dei personaggi predefiniti però é che spesso non hanno la
sufficiente abilità per soddisfare le richieste particolari. Erano
sottoprogrammi standard fatti per soddisfare la maggior parte delle
richieste. Per modificarli bisognava entrare nel loro codice base ma a
questo punto, tanto valeva costruirsene uno nuovo. Si risparmiava tempo e
ci si poteva abbandonare a qualsiasi licenza. L'avversario di sinistra per
esempio aveva quattro braccia, cosa impossibile per un umano ma alla Morgan
serviva per provare la sua capacità di scaricare pugni in sequenza veloce,
evitando quel turbinio di mani e di braccia.
Guardò la testa del suo avversario che ora giaceva tra le sue gambe. Non
aveva notato prima il difetto perché in movimento non si notava la povertà
della definizione ma ora che era congelata, riusciva a vederla benissimo.
Poi c'era il fatto che anche le interiora del corpo, erano poco definite:
il sangue per esempio, pareva gelatina di lampone e non aveva quelle
caratteristiche tipiche del sangue vero. Era poco credibile. Alla fine
sarebbe stato come combattere contro un cartone animato e alla lunga
avrebbe influito sulla sua capacità di applicare quell'allenamento ad una
situazione reale.
Emise un gemito di frustrazione e si abbandonò nuovamente sul pavimento.
Tanta fatica per creare un combattimento realistico sprecata. Avrebbe
dovuto riscrivere il programma o si sarebbe dovuto trovare un avversario
reale abbastanza in gamba da metterla alla prova.
Stava per ordinare al computer di cancellare il suo programma quando sentì
l'ingresso alle sua spalle aprirsi.
Si mise seduta immediatamente per vedere chi era entrato.
-Chi?...oh salve comandante!-
Il comandante Dhek sbirciava attraverso la porta per vedere se poteva
entrare senza pericolo. Indossava anche lui un completo bianco da
allenamento e Morgan pensò che probabilmente aveva avuto la sua stessa
idea. E sorrideva.
-Posso entrare signor Morgan?-
-Comandante Dhek! la prego entri. Tanto ho finito.-
-La prego signor Morgan, mi chiami Tomeron. Non sono in servizio. Vedo che
anche lei ha avuto l'idea di allenarsi un pò.-
-Gli amici mi chiamano Tabatha. Si, cerco di farlo più spesso possibile ma
sa com'é...a volte il servizio...-
-Capisco benissimo. In effetti non mi aspettavo di trovare qualcuno qui a
quest'ora.- Poi indicò la testa ancora tra le mani dell'ingegnere e disse.
-Un nuovo programma gotico-splatter del capitano?-
All'inizio Morgan non capì poi ricordò imbarazzata quello che aveva tra le
mani e cercò imbarazzata una scusa valida.
-Oh, no...- quell'uomo pareva avere il potere far arrossirla. -Questo é
solo...il brutto risultato di un brutto programma.- E fece cadere il
reperto.
-Bene - disse il trill -Altrimenti avrebbe dovuto ricordarmi di non lottare
mai con lei se é così che riduce i suoi avversari.-
Morgan raccolse un asciugamano che giaceva poco lontano.
-Non si preoccupi. In genere non sono tanto cruenta con i miei avversari.
Computer cancellare programma "Morgan_allenamento #4" dal mainframe!-
I corpi sparirono dal locale compreso il finto sangue che inbrattava il
pavimento e le mani del tenente Morgan.
-Visto? - disse agitandole pulite -Si potesse ripulire così facilmente lo
sporco della sala macchine, si vivrebbe meglio nella sezione ingegneria.-
Il comandante Dhek apprezzò la battuta con un sorriso smagliante.
-Non mi dica che va già via. Non le andrebbe di fare una sessione insieme?-
In realtà Morgan non vedeva l'ora di trovarsi nella sua cabina e
contemporaneamente, di abbrancarlo. Decise per la prima.
-Si, é ora che riprenda il mio turno di servizio. Si potrebbe organizzare
per un altra volta.-
Dhek abbozzò il diniego e promise la sua disponibilità. Poi lasciò andare
l'ingegnere.
Morgan si incamminò verso la sua cabina. Aveva bisogno di una doccia;
fredda per quanto fosse possibile.
Calma ragazza, si disse. Il comandante Dhek, per quanto carino, era un pò
troppo al di sopra delle suo possibilità. E poi chi diceva che non potesse
essere sposato? Era già stata scottata da una relazione con un uomo
sposato. Non voleva ripetere l'esperienza.
Nel corridoio passò accanto ad una sala teletrasporto secondaria e la porta
si aprì improvvisamente lasciando uscire un tenente addetto.
-Oh, scusa Tabatha, sei tu grazie a dio. Hai visto il comandante Dhek per
caso?-
-Si. L'ho lasciato una paio di minuti fa sul ponte ologrammi. Perché Andy?-
-Guai. Senti, visto che sei qui, puoi darci una mano? -
Il tono dell'addetto al teletrasporto era piuttosto sommesso e preoccupato.
-Qualcosa che non và col teletrasporto?
-Vieni dentro e guarda da te. -
Morgan non sapeva che aspettarsi e rimase stupita dalla scena. Sulla
piattaforma c'era il tenete Newport in ginocchio, a quattro zampe, che
emetteva strani suoni gutturali. Poco lontano un sottoufficiale tellarite
lo osservava disgustato.
-Che é successo?- disse avvicinandosi al capo ingegnere.
-Ha chiamato dalla stazione per farsi portare a bordo ed appena si é
materializzato é successo...questo.-
Appena si fu avvicinata abbastanza, la Morgan fu aggredita dall'odore acre
del vomito. Il capo ingegnere tentava ancora di liberarsi la gola da
qualcosa.
-EeeK! che schifo! - Esclamò la ragazza. - Non é mai accaduta una cosa del
genere per colpa del teletrasportatore.-
-Annusi bene,- disse il tellarita. -La colpa non é del teletrasporto. Sotto
l'odore del suo...intestino, c'é quello dell'alcool. Questo tipo é ciucco
come un barile-
L'olfatto dei tellariti é notoriamente molto sensibile ma anche la Morgan
ebbe qualche zaffata riconoscibile.
-Maledizione, dobbiamo portarlo in infermeria- Sentenziò la ragazza.
A questo punto anche Newport si fece sentire.
-No! Niente Infiermieria! - la sua voce era strascicata e impastata. -S'é
nho abbastanza di vulcanianii.- La Morgan lo osservò compassionevole.
-Non ha voluto farsi portare dal dottor Selenjak. Vuole tornarsene in
cabina con le sue gambe.-
-Dopo aver lasciato qui il suo pranzo a quanto pare.- aggiunse il tellarita.
-Ma non possiamo certo lasciarglielo fare. Lo portero io nella sua cabina.-
-C'é la farai? Potrei teleportarlo direttamente lì- -Non so se sarebbe
consigliabile. E poi sono abbastanza robusta. Forza, vediamo se riusciamo a
farlo star in piedi.-
Il capo ingegnere li precedette riuscendo ad alzarsi da solo su due gambe,
anche se barcollante.
-Poscio farceila anche da sciolo. - Ma dopo un istante, perse il controllo
del baricentro e ricadde di nuovo sulle ginocchia.
Il tenente addetto si avvicinò a Morgan e gli mormorò sottovoce.
-È una fortuna che ci sia tu. Poco prima che arrivasse, e venuto il
comandante Dhek a fare un controllo. Se tornasse e trovasse questo macello,
sarebbe un guaio per Newport.-
-Tenente Newport...non comandante, sic!- disse una voce dal pavimento.
-D'altra parte non possiamo neanche lasciare il posto. Stiamo aspettando di
imbarcare dei rifornimenti e non possiamo proprio allontanarci.-
Morgan aveva capito benissimo la situazione.
-Non preoccuparti. Ci penso io.-
-Grazie. Vorremmo proprio evitare di causargli dei guai. Credo che ne abbia
già abbastanza per conto suo.-
Tabatha fu daccordo e pensò che fosse una fortuna che finalmente avevano un
consigliere a bordo. Se il capo ingegnere si riduceva a quel modo...
In tre cercarono di rimetterlo in piedi per permettere a Morgan di
accompagnarlo fino alla sua cabina ma ebbero scarsa fortuna. L'ufficiale
superiore si dimenava convinto di riuscire a mantenere l'equilibrio e non
riuscendoci, trascinava anche gli altri tre per terra. O quasi.
La situazione su risolta dal tellarita, che dopo aver fatto da cuscinetto
al capo ingegnere una volta di troppo, perse la pazienza e gli sferrò un
pugno.
Morgan lo guardò stupita.
-Non preoccuparti- disse l'alieno -L'ho fatto apposta per metterlo fuori
combattimento. Altrimenti qui non finivamo mai.-
In effetti, dopo aver perso i sensi, il capo ingegnere fu più docile e
Tabatha riuscì a caricarselo sulle spalle più facilmente.
Uscì dalla saletta teletrasporto lasciando gli altri due che si adoperavano
per pulire il disastro che il capo ingegnere aveva lasciato dietro di se.
Le loro voci si afflievolirono pian piano che si allontanava.
-Vino Gamzain?- Non lo so. Potrebbe essere brandy Sauriano.-
-...Forse whiskey di Aldeberan- -Non credo. Poco verde...-
La Morgan era abbastanza forte e robusta da reggere il peso del suo capo ma
comunque si disse fortunatamente che la cabina del suo fagotto non fosse
troppo lontana. Solo un ponte più in basso. Riuscì a trasportarlo con
facilità e discretamente grazie al fatto che quella parte della nave, a
quell'ora antilucana, non era molto frequentata.
Comunque tirò un sospiro di sollievo quando sentì la porta della cabina di
Newport chiudersi alle sue spalle. Con un ultimo sforzo lasciò cadere il
corpo morto sul letto. Il capo ingegnere doveva essere passato dallo
svenimento al sonno durante il trasporto perché appena toccato il letto,
abbrancò le lenzuola e si girò su un fianco gemendo delle frasi
intellegibili.
Morgan non pensò affatto di spogliarlo e stette a guardarlo nella penombra
della cabina. Sperò per il suo bene che non dovesse prendere servizio
troppo presto ignorando che il capo ingegnere aveva ancora ventiquattrore
di franchigia da consumare.
Nonostante il disordine, la stanza appariva spoglia e in disordine.
Nell'aria aleggiava uno strano...fetore. Più un odore di chiuso, come se
l'aria fosse viziata da troppo uso. Si avvicinò ad una ventola per il
ricambio dell'aria e notò che questa non era in funzione. Bene, si disse,
riparazione numero quattordici della lista odierna. Ma non finiva li. In
ogni cabina c'erano almeno cinque prese d'aria. Non era possibile che tutte
e cinque fossero spente, ed in effetti lo erano tutte. A questo punto pensò
che ci fosse qualcosa di strano ma non poté farci nulla. Non valeva la pena
di cominciare a ripararle con la tenuta da allenamento addosso. E neppure
col capo ingegnere che dormiva alla grossa nel letto. Avrebbe mandato un
tecnico più tardi.
Uscì dalla stanza, notando che il capo ingegnere aveva l'abitudine di
parlicchiare nel sonno. Nel corridoio si chiese per quale motivo si fosse
ridotto in quel modo, ma in effetti non erano fatti suoi. Sul lavoro non
aveva nulla da lamentarsi del tenente Newport. Quello che faceva nel suo
tempo libero, riguardava solo il gruppo di comando. I due tecnici del
teletrasporto non avrebbero certo denunciato l'accaduto ma un astronave di
mille persone era come un piccolo paese; prima o poi si veniva a sapere
tutto di tutti.
E non é detto che sulla base spaziale qualcuno non avesse visto sbronzarsi.
Scosse le spalle per levarsi dalla testa quel problema e mentre attaversava
l'uscio della sua cabina, si chiese colpevolmente se il comandante Tomeron
Dhek fosse sposato…
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