Diario personale del Dottor Selenjak
Dopo un lungo periodo, trascorso a riflettere sul senso delle cose,
ho compreso come a volte la necessità vulcaniana di razionalizzare
ogni aspetto della vita venga prontamente scavalcata dall'evoluzione
delgi eventi.
Per intere settimane ho trascorso il tempo che gli umani definiscono
"libero" in meditazione, per sgombrare la mente da pensieri di natura
non prettamente razionale, al fine di decidere quale fosse la
migliore strada da seguire per mettere le mie capacità professionali
al servizio di coloro che ne potessero maggiormente beneficiare.
In sintesi, mi sono spesso domandata se avesse senso proseguire a
prestare servizio a bordo di una nave federale, sapendo che tale
ruolo poteva essere occupato da un altro ufficiale medico, piuttosto
che tornare sulla mia nave di ricerca, proseguendo gli esperimenti
che avevo interrotto al mio quasi forzato imbarco sulla Unicorn.
Ho esaminato i diversi motivi che potevano spingermi ad andarmene,
legati alla possibilità di sviluppare delle nuove possibilità di cura
in tempi relativamente brevi, cosa impossibile restando a bordo di
una nave il cui equipaggio, oltre alle consuete necessità mediche di
routine, sembra avere una particolare ed illogica predilezione per la
ricerca delle situazioni maggiormente a rischio.
Tuttavia, ho dovuto considerare gli innegabili vantaggi che potevano
derivare alla Unicorn dalla presenza a bordo di un ricercatore, che
durante le missioni avrebbe potuto venire a contatto con situazioni e
patologie difficilmente riproducibili in laboratorio, elaborando con
la maggior efficienza possibile dei dati di difficile interpretazione
per un medico meno esperto.
A tutto questo si é aggiunta una serie di considerazioni riguardo al
mio inserimento a bordo della Unicorn.
In primo luogo, ho iniziato a comprendere che la professione medica,
nella sua accezione più completa, sia basata non solo sulla perizia
tecnica e professionale (nella qual cosa la scuola Vulcaniana mi ha
fornito la maggior preparazione possibile), ma che in buona parte
venga influenzata da fattori di natura relazionale.
Se per quanto riguarda la mia formazione scientifica la mia
preparazione é oggettivamente ineccepibile, devo riconoscere di avere
molto da imparare su come trattare con pazienti e in generale persone
di razze meno razionali e controllate della mia.
In una parola: anch'io avrei potuto imparare molte cose restando
sulla Unicorn, ma sarebbe stato illogico mandare a monte le ricerche
da me intraprese, e che potrebbero essere di ausilio a milioni di
persone in difficoltà, per ricoprire il ruolo di ufficiale medico su
una nave della Federazione, che notoriamente non lascia molto tempo
per la ricerca.
Ebbene, proprio quando ero giunta alla conclusione che non esistesse
una soluzione logica ottimale, ho appreso con enorme soddisfazione
dell'arrivo di un nuovo ufficiale medico a bordo della Unicorn.
Da quel poco che ho potuto sapere finora, si tratta di una giovane
donna che ancora non conosco, ma con cui ho molte cose in comune, e
molte in contrasto: anch'essa é figlia di due medici; ha effettuato
come me ricerche, soprattutto in campo farmacologico e virale; ha
subito un grave lutto personale, al seguito del quale ha rafforzato
il proprio impegno in campo medico.. persino la descrizione fisica
del nuovo ufficiale sembra richiamare la mia!
D'altra parte,la sua natura di Umana-Betazoide dovrebbe fare di lei
una specie di contraltare "emotivo", se così si può dire, al mio
raziocinio Vulcaniano, il cherappresenterebbe senz'altro un'enorme
possibilità per accrescere le reciproche personalità e capacità
relazionali.
Sebbene stia imparando a comprendere che ogni incontro con un essere
vivente sia unico nel suo genere, e per questo altamente
imprevedibile, sono convinta che possa nascere una proficua
collaborazione con il nuovo medico.
Il suo inserimento a bordo, oltre a portare l'innegabile vantaggio
della presenza sulla nave di una ulteriore professionista dall'ottimo
curriculum, rappresenterà per me l'opportunità di proseguire le
ricerche, pur restando a bordo (con la speranza di coinvolgervi la
nuova venuta, per quanto possibile), nella consapevolezza che i
gravosi compiti relativi alle necessità spesso imprevedibili della
Unicorn potranno essere sempre assolti, grazie alla sua presenza.
Se non fosse impossibile per la mia natura riflessiva, direi che sono
impaziente di averla a bordo.
Fine del diario
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