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BENVENUTA A BORDO di Llilya
22 febbraio 2000

    Diario personale del Dottor Selenjak

    Dopo un lungo periodo, trascorso a riflettere sul senso delle cose, ho compreso come a volte la necessità vulcaniana di razionalizzare ogni aspetto della vita venga prontamente scavalcata dall'evoluzione delgi eventi.

    Per intere settimane ho trascorso il tempo che gli umani definiscono "libero" in meditazione, per sgombrare la mente da pensieri di natura non prettamente razionale, al fine di decidere quale fosse la migliore strada da seguire per mettere le mie capacità professionali al servizio di coloro che ne potessero maggiormente beneficiare.

    In sintesi, mi sono spesso domandata se avesse senso proseguire a prestare servizio a bordo di una nave federale, sapendo che tale ruolo poteva essere occupato da un altro ufficiale medico, piuttosto che tornare sulla mia nave di ricerca, proseguendo gli esperimenti che avevo interrotto al mio quasi forzato imbarco sulla Unicorn.

    Ho esaminato i diversi motivi che potevano spingermi ad andarmene, legati alla possibilità di sviluppare delle nuove possibilità di cura in tempi relativamente brevi, cosa impossibile restando a bordo di una nave il cui equipaggio, oltre alle consuete necessità mediche di routine, sembra avere una particolare ed illogica predilezione per la ricerca delle situazioni maggiormente a rischio.

    Tuttavia, ho dovuto considerare gli innegabili vantaggi che potevano derivare alla Unicorn dalla presenza a bordo di un ricercatore, che durante le missioni avrebbe potuto venire a contatto con situazioni e patologie difficilmente riproducibili in laboratorio, elaborando con la maggior efficienza possibile dei dati di difficile interpretazione per un medico meno esperto.

    A tutto questo si é aggiunta una serie di considerazioni riguardo al mio inserimento a bordo della Unicorn.
    In primo luogo, ho iniziato a comprendere che la professione medica, nella sua accezione più completa, sia basata non solo sulla perizia tecnica e professionale (nella qual cosa la scuola Vulcaniana mi ha fornito la maggior preparazione possibile), ma che in buona parte venga influenzata da fattori di natura relazionale.

    Se per quanto riguarda la mia formazione scientifica la mia preparazione é oggettivamente ineccepibile, devo riconoscere di avere molto da imparare su come trattare con pazienti e in generale persone di razze meno razionali e controllate della mia.

    In una parola: anch'io avrei potuto imparare molte cose restando sulla Unicorn, ma sarebbe stato illogico mandare a monte le ricerche da me intraprese, e che potrebbero essere di ausilio a milioni di persone in difficoltà, per ricoprire il ruolo di ufficiale medico su una nave della Federazione, che notoriamente non lascia molto tempo per la ricerca.

    Ebbene, proprio quando ero giunta alla conclusione che non esistesse una soluzione logica ottimale, ho appreso con enorme soddisfazione dell'arrivo di un nuovo ufficiale medico a bordo della Unicorn.

    Da quel poco che ho potuto sapere finora, si tratta di una giovane donna che ancora non conosco, ma con cui ho molte cose in comune, e molte in contrasto: anch'essa é figlia di due medici; ha effettuato come me ricerche, soprattutto in campo farmacologico e virale; ha subito un grave lutto personale, al seguito del quale ha rafforzato il proprio impegno in campo medico.. persino la descrizione fisica del nuovo ufficiale sembra richiamare la mia!

    D'altra parte,la sua natura di Umana-Betazoide dovrebbe fare di lei una specie di contraltare "emotivo", se così si può dire, al mio raziocinio Vulcaniano, il cherappresenterebbe senz'altro un'enorme possibilità per accrescere le reciproche personalità e capacità relazionali.

    Sebbene stia imparando a comprendere che ogni incontro con un essere vivente sia unico nel suo genere, e per questo altamente imprevedibile, sono convinta che possa nascere una proficua collaborazione con il nuovo medico.

    Il suo inserimento a bordo, oltre a portare l'innegabile vantaggio della presenza sulla nave di una ulteriore professionista dall'ottimo curriculum, rappresenterà per me l'opportunità di proseguire le ricerche, pur restando a bordo (con la speranza di coinvolgervi la nuova venuta, per quanto possibile), nella consapevolezza che i gravosi compiti relativi alle necessità spesso imprevedibili della Unicorn potranno essere sempre assolti, grazie alla sua presenza.

    Se non fosse impossibile per la mia natura riflessiva, direi che sono impaziente di averla a bordo.

    Fine del diario



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