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DISCUSSIONI OLOGRAFICHE di Roberto Messora - Luigi Russo
20 febbraio 2000

    Data Stellare 57947.9 (12/12/2380, 23:50)
    Centro Medico, alloggio Lamarc

    Marcel si stava per coricare, si sentiva davvero stanco, come se tutta la stanchezza che non aveva provato in quella giornata si fosse presentata tutta nello stesso istante, appena entrato nel suo alloggio. Gettò l' uniforme su una poltrona, rimase in maglietta e mutande, si sciacquò brevemente la faccia e si lavò i denti, gesti meccanici prima del meritato riposo. Non pensava, faceva fatica a fermare qualche immagine, la Unicorn era finalmente arrivata, aveva conosciuto tre dei suoi ufficiali superiori, aveva parlato e ascoltato, ma si sentiva come se fosse stato sottoposto ad un sovraccarico di segnale: dove dormire e doveva lasciare fare al suo subconscio, ci avrebbe pensato lui a riordinare pensieri e immagini.
    Si lasciò cadere sul letto a braccia larghe, socchiuse gli occhi e trasse un profondo respiro.
    «Computer, spengi le luci.»
    La stanza piombò nel buio, solo il debole bagliore delle stelle penetrava dalle finestre di alluminio trasparente giusto sopra la testata del letto. Trascorsero pochissimi secondi, certamente non abbastanza per permettere a Lamarc di addormentarsi, il trillo che indicava una chiamata in arrivo squarciò la mente del francese come il lampo accecante di un fulmine durante una tempesta notturna. Marcel rimase sdraiato al buio, a tastoni cercò l' interfaccia di comando delle comunicazioni sul comodino di destra, trovò dopo alcuni tentativi il tasto giusto e ricevette la chiamata solo in audio.
    «Qui Lamarc, dite pure.»
    «[Consigliere, sono Knight, la prego di venire subito a bordo, si presenti in sala osservazioni fra 10 minuti.]»
    Sala osservazioni? Marcel non capiva, aprì gli occhi e si mise a sedere sul letto fissando la parete che aveva di fronte ripassando mentalmente le parole del Capitano.
    «C'è qualche problema Capitano?»
    «[Direi di si Consigliere.]»
    «Arrivo subito, Lamarc chiudo.»
    «Computer luce.»
    Fu un attimo, si vestì senza pensare, nella sua testa regnava ancora confusione. Dopo pochi istanti uscì di fretta dirigendosi verso la Unicorn.

    Sala osservazioni (0:00)

    Lamarc attraversò la plancia senza fare attenzione agli Ufficiali presenti che lo salutavano, distrattamente ricambiò con un gesto della mano, si aggiustò la divisa nell'entrare nella sala osservazioni. Al lungo tavolo che occupava la zona più vicina alle ampie vetrate erano già seduti Kinght, Dhek e Quill, il primo ad un capo e gli altri due uno di faccia all'altro. Lamarc notò che l'andoriano non indossava la divisa regolamentare, ma piuttosto un abito scuro, indubbiamente da civile. Decise di tenere per dopo le domande, una volta venuto a sapere del motivo di tanta urgenza.
    «Buonasera Singnori.» disse.
    I presenti lo salutarono a loro volta, Marcel si sedette di fianco a Dhek, un gesto istintivo dovuto all'abitudine che aveva di sedersi di fianco a Marshall, il Primo Ufficiale della Delfi, l'unica differenza stava nel lato del tavolo che Dhek aveva scelto: sulla Delfi Marcel poteva osservare il tremolante luccicare delle stelle del cosmo, sulla Unicorn si sarebbe dovuto accontentare dei morbidi colori della sala visto che le finestre si trovavano alle sue spalle.
    Non ebbe nemmeno il tempo di provare qualcosa, una costante di quel giorno interminabile; era la prima volta che rivestiva un ruolo operativo sulla Unicorn, ma tutto si muoveva ad un ritmo impensabile, sapeva che la sua psiche stava registrando ogni singolo particolare, ma era come se i suoi occhi stessero guardando attraverso un vetro opaco.
    Knight prese la parola.
    «Signor Lamarc, si è presentata una situazione a dir poco delicata. Un'altra purtroppo.»
    «Di che cosa si tratta Capitano?»
    «Le risponderà il Comandante Quill, si tratta del computer di bordo.»
    L'andoriano trasse un lungo sospiro, Marcel nel sentire nominare il computer aveva già capito di cosa si potesse trattare o almeno chi fosse la causa del malfunzionamento, poteva immaginare lo stato d'animo di Quill, si sentiva responsabile e questo gli pesava maledettamente.
    «Consigliere, appena siamo rientrati a bordo sono stato contattato da uno dei miei ingegneri, stava monitorando le attività di backup che avevamo programmato per questa sosta, oltre a tutte le altre operazioni di revisione e manutenzione dei sistemi informatici della nave. È successo che fra tutte le operazioni in quel momento attive, proprio quelle di backup si sono interrotte improvvisamente. Tenga presente che sono fra le operazioni che richiedono più quantità di risorse di sistema, non starò qui a elencarle tutte le subroutine di analisi e archiviazione che sono necessarie, mi creda sulla parola.»
    «Le credo. Se posso permettermi Comandante non si preoccupi di stare a spiegarmi tutte le questioni tecniche, molte delle cose di cui parla le conosco. Immagino che lei non abbia avuto tempo di leggere il mio curriculum, sappia dunque che ho frequentato il corso di Comando all' Accademia, sono a conoscenza delle questioni operative delle navi stellari.»
    Quill parve piacevolmente sorpreso, in effetti non era comune che un Consigliere avesse frequentato il corso di Comando all'Accademia, in genere acquistavano conoscenze tecniche sostenendo esami durante la loro carriera di Ufficiali (ndr, tipo Troi).
    «Bene Consigliere, ne prendo atto. Come dicevo le operazioni di backup si sono interrotte introno alle 23:30, da quel momento in poi è stata rilevata un crescente attività del core del computer di bordo, inizialmente quasi impercettibile, poi sempre più evidente.»
    Quill fece una pausa.
    «Credo, e come me il Capitano e il Tenente Comandante Dhek, che in qualche modo sia coinvolta F'rann.»
    «Secondo lei questo è preoccupante?»
    «Lo potrebbe diventare. F'rann l'ho educata come andoriana, la sua estrazione culturale è la mia e lei credo conosca bene la psiche del mio popolo.»
    «Comandante lei crede che possa agire con aggressività sentendosi in qualche modo con le spalle al muro?»
    «Se non fossi un Ufficiale della Flotta Stellare lo farei senza pensarci, F'Rann, ad ogni modo, non è capace di azioni che possano nuocere a chicchessia, perlomeno direttamente, ma se si stesse verificando un malfunzionamento, o se fossimo di nuovo sotto attacco da parte di un virus...»
    Knight intervenne nel discorso:
    «Consigliere, l'ho chiamata perché in questa situazione, se fosse davvero provato che è F'rann la causa delle anomalie riscontrate, è necessario anche il suo punto di vista.»
    «La civiltà andoriana ha peculiarità che ne fanno una razza molto fiera e battagliera all'occorrenza, ma a differenza dei klingon che generalmente sono monotematici e alquanto prevedibili nelle loro reazioni, gli andoriani sono indecifrabili. Possono reagire in maniera razionale e profondamente logica, ma non possiedono la stessa ferrea disciplina dei vulcaniani: in qualche modo l'omicidio o comunque la violenza è vista spesso come necessaria e perfettamente lecita.»
    Quill assentì con un gesto della testa.
    «Credo che non sarebbe saggio tentare di operare dall'esterno sui sistemi senza prima aver interpellato F'rann, dobbiamo necessariamente dialogare.»
    «Era quello che pensavo anch'io.» disse Quill.
    In quell'istante una comunicazione arrivò dalla plancia:
    «[Capitano, qui Woronicz, l'attività del computer sta aumentando preoccupantemente! Fra 45 secondi raggiungerà il 75% della massima capacità operativa.]»
    «Ricevuto Tenente, arriviamo subito.»
    I quattro Ufficiali si alzarono e si diressero verso la plancia, attraversata l'unica porta che li divideva dalla loro destinazione si diressero all'unisono verso la postazione scientifica dove il Tenente Drash stava febbrilmente lavorando ai comandi.
    «Rapporto Tenente Drash.»
    «Capitano, improvvisamente l'attività ha avuto un'impennata e continua a crescere, si sta stabilizzando ma siamo già oltre il livello di sicurezza.»
    Quill prese il posto di Drash alla postazione e cominciò a farsi un'idea di quello che stava succedendo, le sue dita volavano letteralmente sulla consolle.
    «Capitano la situazione è davvero critica, sono state interrotte numerose attività di manutenzione e di analisi, siamo già vicini all'80% della massima operatività.»
    «Computer, allarme giallo. Consigli Comandante?»
    «Innanzitutto direi di collegare i sistemi di supporto vitale a quelli del centro medico, in questo modo il computer di bordo avrà qualcosa in meno da fare; stessa cosa per le unità di calcolo in sala macchine, e porrei in stand-by la sala cartografica stellare, le sale ologrammi dalla uno alla cinque, e dirotterei i calcoli di routine nelle sub-unità di riserva nel modulo di combattimento. Credo anche di poter sgravare un ulteriore 5-6% di carico del lavoro al computer utilizzando la capacità congiunta dei terminali personali degli alloggi come unità coprocessurali... questo significherà metterli fuori uso sino a quando l'emergenza non sarà risolta.»
    «Bene Comandante, lo faccia.»
    «Capitano.», Dhek si era nel frattempo seduto al suo posto controllando il suo monitor di servizio, «.potrebbe provare con i suoi codici di comando.»
    «Non credo sia una buona idea Comandante, non voglio dare una prova di forza, inoltre siamo supportati dai sistemi della base stellare e a quanto vedo l'attività del computer si sta stabilizzando. Per ora non siamo in pericolo.»
    Lamarc stava osservando Quill che scansionava gli archivi del computer in cerca della causa della suo anomalo funzionamento, era evidente l'impegno che stava mettendo in campo, a volte la responsabilità, quando non ti schiacciava, poteva rivelarsi una carburante eccezionale.
    «E questa cos'è?!»
    Knight e Lamarc si fecero più vicini al monitor della postazione scientifica. Al centro del riquadro principale era evidenziata una delle innumerevoli linee di comando che provenivano dal core del computer.
    «Di che cosa si tratta Comandante?»
    «Capitano, stavo passando in rassegna i comandi provenienti direttamente dal core del computer, tutto nella norma fino alle 23:30, la prima anomalia è questa: un messaggio di posta interna postdatato di 24 ore, a chiunque fosse indirizzato sarebbe arrivato domani notte. Credo sia di F'rann, dal computer non può che arrivare qualcosa inviato da lei.»
    «Acceda al messaggio.»
    Quill non trovò difficoltà ad aggirare le protezioni che proteggevano la missiva. I tre Ufficiali rimasero in silenzio per il tempo necessario a leggere quanto era riportato:

    (da "Il lungo addio" di Quill)
    A: Tenente Comandante Quill Voorr, Tenente Patrik O'Broinn
    BCC: Consigliere Marcel Lamarc
    Da: F'Rann
    Soggetto: Se state leggendo questa lettera...
    _

    Diario del Computer di bordo, astronave U.S.S. "Unicorn"
    Data Stellare 57947.8 (12/12/2380 - 23:30)
    Registrazione di F'Rann
    _

    A volte mi chiedo se io sia stata creata per soffrire.
    [.]


    I due umani e l'andoriano si guardarono per alcuni istanti, l'espressione che leggevano l'un l'altro era di profonda preoccupazione, Quill pareva essere stato colpito da un fulmine; tutti i suoi muscoli erano tesi, sotto agli abiti, e le sue mani stringevano freneticamente la console del computer. I suoi occhi "umani", erano spalancati, e pieni di lacrime; a quanto pareva, l'Andoriano non si era aspettato niente del genere. Knight serrò la bocca in una smorfia di disappunto, ma non disse niente di quello che stava pensando, Lamarc rimase colpito per la seconda volta da un atteggiamento del Capitano: come al ricevimento di benvenuto era rimasto colpito dalla sua naturalezza, ora era colpito dal suo estremo autocontrollo. Knight dette un'ultimo sguardo al messaggio e disse:
    «Comandante Quill, dove possiamo contattare F'rann?»
    Quill non diede segno di aver inteso le parole del Capitano; dopo qualche secondo, il Tanente Drash rispose al posto suo:
    «Capitano, credo che l'anomala attività del computer sia dovuta al esecuzione del programma di compattazione e trasferimento di F'rann, non credo che la potremo contattare finché non avrà finito.»
    Knight era furioso, una luce fredda era tutto ciò che traspariva dai suoi occhi, una collera da troppi giorni repressa. Il suo viso era disteso, impassibile, non un muscolo tradiva il suo animo.
    «Comandante Quill, dove possiamo contattare F'rann?»
    La domanda non lasciava repliche di alcun tipo, Marcel si discostò di un passo, quello era il Capitano della Unicorn e in quel momento aveva capito come distinguere un suo ordine perentorio, non lo avrebbe scordato. Quill aveva sostenuto quel silenzioso contenzioso con altrettanta impassibilità, Lamarc si domandò come si sarebbe comportato l'andoriano se non fosse stato un Ufficiale della Flotta Stellare.
    «Ponte ologrammi quattro.» disse Quill, con una voce asciutta e tagliente come il vento dei deserti di Andoria.
    «Bene Comandante, ponte ologrammi quattro. Comandante Dhek a lei la plancia.»
    Knight si diresse verso il turboascensore seguito da Quill e Lamarc.

    Ponte ologrammi quattro (0:30)

    I tre Ufficiali non si scambiarono alcuna parola durante il tragitto, Lamarc si domandò il motivo per cui F'rann avesse indirizzato anche a lui il messaggio, in fondo non ne sapeva niente della IA. Un volta di fronte al portale del ponte ologrammi quattro Knight tentò di accedervi:
    «Computer, accesso alla sala ologrammi.»
    «[Accesso negato, programma in esecuzione.]»
    L'inglese si avvicinò al pannello di controllo e digitò alcuni comandi, ma l 'accesso era sbarrato anche da quella postazione. Trasse un profondo respiro e con risolutezza di rivolse a Quill:
    «Comandante, io non so se interrompere o meno il processo sia consigliabile, ma a questo punto mi trovo costretto ad agire. Sono stato comprensivo, mi sono mosso in prima persona per cercare di risolvere questa situazione, ma ora credo che si sia superato il limite. Dobbiamo parlare con F'rann, fra poche ore arriva l'Ammiraglio Fressen, voglio che l'inchiesta si svolga in maniera lineare, non ammetto questa spada di Damocle della possibile distruzione di F'rann.»
    Quill riflettè petr alcuni secondi, lisciandosi distrattamente la base di un'antenna. Per la prima volta, Lamarc notò la particolare stempiatura dell'andoriano, del tutto inconsueta in un membro della sua razza, e per giunta ancora giovane.
    «Credo che non si corrano ancora grossi pericoli, inizialmente trasferirà le sezioni meno importanti, inoltre prima di ogni trasferimento deve analizzare il contenuto del codice compattato alla ricerca di eventuali errori. Abbiamo ancora tempo per contattarla.»
    «Ottimo. Computer riconosci Knight, Edward, Capitano, codice di identificazione alpha, epsilon, tango, quattro, otto.»
    «[Brrlip, codice identificato, Capitano Edward Kinght.]»
    «Bene, computer accesso alla sala ologrammi.»
    «[Accesso acconsentito, attenzione, programma in esecuzione.»
    Il portale della sala ologrammi si dischiuse, all'interno un elaboratore abbastanza voluminoso di forma parallelepipeda era collegato mediante fibre ottiche e condotti UPS ad alcuni pannelli di accesso alla pareti. Quill fece per avviarsi verso il dispositivo quando Lamarc lo trattenne per un braccio delicatamente, ma con fermezza. Per un attimo, Lamarc temette che Quill gli sarebbe saltato alla gola, e non era assolutamente sicuro che il personale presente sarebbe stato sufficiente per salvargli la vita, ma dopo un lungo, lunghissimo istante, il fuoco azzurro della furia negli occhi di Quill venne sostituito dal gelido luccicore della logica e del ragionamento; a malavoglia, Quill si fece di lato. Allora, il Capitano fece per mettere piede all'interno della stanza.
    «Lasci andare me Capitano, lei ha appena forzato l'accesso a questo posto, non credo che sarà ben disposta verso di lei. Io sono un esterno, una sorta di arbitro, credo che sia per questo motivo che F'rann ha inviato il messaggio anche a me.»
    Knight parve pensieroso per un attimo.
    «Credo abbia ragione Consigliere, vada pure.»
    «Graze Capitano.»
    Lamarc entrò nella sala ologrammi e le porte si richiusero dietro di lui; Quill non disse niente, ma lo sguardo con cui fissava l'elaboratore la diceva lunga sul suo stato d'animo. Marcel girò intorno al grosso oggetto, trovò il pannello di controllo, digitò alcuni comandi e inviò una richiesta semplice: "Sono Lamarc, dobbiamo parlare". Si discostò di un paio di metri, attese alcuni secondi, l'attività di trasferimento sembrava non subire nessuna variazione. Dovette attendere poco: una figura femminile andoriana si materializzò al centro della sala. I due si osservarono per alcuni istanti, un viso dolce quello dell'andoriana, diverso da quello che Lamarc si era aspettato, in parte la sentiva umana. La ragazza si avvicinò all' umano, le sue piccole antenne fremettero per un attimo.
    «Consigliere Lamarc.»
    «F'rann, piacere di fare la tua conoscenza.»
    «Temevo che sareste arrivati, ma non ho potuto mascherare in alcun modo questa operazione.»
    «Ce ne siamo accorti.»
    Aveva qualcosa di umano, Marcel cercò di ricordarsi tutti i particolari che aveva appreso sulla IA, forse questa piccola differenza dalla pura razza andoriana che percepiva era dovuta al fatto che il nucleo di programmazione originario di F'rann non era stato scritto da Quill, ma da qualcun altro che aveva implementato una sorta di dama di compagnia seppur rudimentale.
    «Cosa posso fare per lei Comandante.»
    «Per me non devi fare assolutamente niente F'rann, in realtà sono qui perché devi fare qualcosa per te stessa e per Quill.»
    «Non capisco.»
    «Me ne sono reso conto. Sarò molto franco con te, il tuo messaggio per me è stata una autentica delusione.»
    A quelle parole la ragazza andoriana si accigliò e mutò anche il suo atteggiamento che sembrò volgersi alla cautela.
    «Non è scappando che risolvi la situazione.»
    «Scappare? Chi ha parlato di scappare?»
    «Come lo chiameresti quello che stai facendo?»
    Marcel si sentiva molto tranquillo, il suo atteggiamento era rilassato, la sua voce calma, non aveva l'impressione di interagire con una potentissima IA, quella esile figura femminile che gli stava davanti non sembrava affatto ciò che era realmente.
    «Lo definirei un passo necessario.»
    «Necessario per chi.»
    «Necessario per tutti.»
    Il dialogo si stava facendo piuttosto scarno, Lamarc aveva l'impressione che F'rann stesse perdendo interesse in quella conversazione.
    «Se posso permettermi F'rann, quello che stai facendo non è di nessuna utilità a Quill.»
    «Non sono d'accordo.»
    Marcel cominciò a camminare distrattamente intorno all'elaboratore di stoccaggio, F'rann lo seguiva con lo sguardo senza però muoversi. Marcel si fermò e squadrò da capo a piedi la ragazza olografica.
    «Tu credi che questo cambierà qualcosa? Mi dispiace deluderti, ma fra qualche ora arriverà l'Ammiraglio Fressen e la commissione d'inchiesta verrà regolarmente insediata. Quill verrà processato comunque, la Flotta Stellare si basa su regolamenti piuttosto precisi, il tuo gesto, seppur lodevole, non influirà minimamente.»
    F'rann non rispose, Lamarc riprese la sua passeggiata osservando distrattamente ciò che lo circondava.
    «Ma se vuoi sapere un'altra cosa, c'è un altro aspetto che rende questo tuo gesto decisamente dannoso.»
    Il Consigliere della Unicorn si diresse con decisione verso l'andoriana e la fissò con intensità.
    «Ti stai autodistruggendo F'rann, in modo irreversibile. Una volta là dentro non saremo in grado di tirarti fuori e ti disgregherai per sempre.»
    L'uomo tornò sui suoi passi.
    «Sei un'entità meravigliosa, la seconda entità artificiale senziente della Federazione, molto diversa da Data, quindi unica. Come puoi solo pensare di poter distruggere una peculiarità così importante? Il danno sarebbe incalcolabile soprattutto per te stessa: cesseresti di esistere.»
    F'rann non si mosse.
    «Consigliere. Devo rispettare le mie direttive.»
    «Ah già, le tue direttive. Tutto perché il Capitano ti ha detto che non ti vuole nel computer della Unicorn. Già. E tu che fai? Senza battere ciglio cerchi di autodistruggerti, consapevole di quello che ti attende. Tu pensi di essere un'entità ragionevole?»
    «Certamente si.»
    «Certamente si, mi sembri piuttosto sicura. E secondo te è ragionevole quello che stai facendo? Secondo te stai mostrando flessibilità di pensiero facendo quello che fai? Tutto questo perché il Capitano ti ha detto che non ti vuole e bordo?»
    «Che cosa sta insinuando Consigliere Lamarc!»
    «Non ti è passato per la mente che ci potessero essere altre soluzioni praticabili? Oppure tu pensi che il Capitano sia tanto ottuso da vederti solo come una seccatura informatica.»
    «Lui non mi vuole a bordo.»
    «Questo è tutto quello che hai da dire? Non hai pensato nemmeno per un minuto alle sue ragioni, la sua priorità è quella della salvaguardia della nave e del suo equipaggio, tu sei una minaccia in questo senso, non possiamo permetterci un essere senziente nel cuore dei sistemi informatici. Non è per questo che la nave è stata progettata. La Unicorn non è l'unico luogo dove stare nell'universo.»
    Marcel si rendeva conto di essere un po' troppo duro, più di quello che si era prefissato, ma stranamente F'rann reagiva poco, parlava per monosillabi e se ne stava ferma in mezzo alla sala osservando di tanto in tanto l' Ufficiale.
    «Dimmi una cosa F'rann, il processo di trasferimento ti sta impegnando a tal punto che riesci a malapena ad ascoltarmi, vero?»
    L'IA sembrò ravvivarsi un attimo, lanciò un'occhiata preoccupata verso Lamarc.
    «In effetti è così Consigliere, faccio fatica a mantenere la forma olografica che sta vendendo.»
    «Bene, allora limitati solo ad ascoltarmi, so di non avere più molto tempo. Quello che stai facendo è sciocco. Non cercherò di abbindolarti con un discorso retorico, non ho nessuna intenzione di approfittare del tuo stato precario di funzionamento. Credo che tu sia abbastanza intelligente da capire, e se in vece non lo sei allora non muoverò un dito nella direzione di salvarti. Tu sei un'entità fantastica, esisti, hai coscienza di te stessa, tu stai dimostrando come la via delle matrici positroniche non è l' unica strada percorribile nell'ambito delle entità artificiali. Il processo di Quill non è niente in confronto al dibattito interdisciplinare che genererà la tua creazione. Quill è il tuo creatore, se vuoi sapere la mia impressione credo che non finirà poi tanto male per lui, ovviamente questa è solo una mia impressione, ma la Federazione non si può permettere di incarcerare colui che ti ha generata a partire da un rudimentale programma di compagnia. È un Ufficiale molto capace da quello che ho letto del suo curriculum, è la prima volta che commette un atto contrario ai regolamenti degno di nota, ma d'altra parte ci sarà molto da discutere.»
    Lamarc si avvicinò a F'rann e la prese per le braccia.
    «F'rann, i peccati del padre non possono ricadere sui figli. Tu non sei la causa dei guai di Quill, la causa dei suoi guai è stata una catena di eventi che lo hanno spinto ad attivarti. Ogni evento della nostra vita è la conseguenza di ogni altro evento passato. La decisione di attivarti l'ha presa autonomamente, durante l'inchiesta ci dirà il perché immagino. Che tu poi abbia fatto quello che hai fatto non conta niente, tu sei un'entità autonoma, Quill non ti ha ordinato nessuna delle azioni pericolose che hai compiuto. Forse è stato stupido da parte sua non pensare alle possibile conseguenze, ma una volta commesso il fatto la ruota ha cominciato a girare da sola.»
    «Non è giusto.»
    Nel dirlo F'rann si liberò della stretta di Lamarc e abbassò lo sguardo. Marcel divenne meno comprensivo di quello che era stato fino a quel momento.
    «Cosa!? Non è giusto? E cosa sarebbe giusto allora? Che ognuno faccia quello che vuole senza regole e controlli? Caro il mio ammasso di bit ti informo che la Flotta Stellare esiste da molto prima che il tuo rudimentale programma fosse anche solo immaginato! L'esperienza che ci siamo fatti in tutti questi faticosi anni si è tramutata in regolamenti e norme e ti posso assicurare che sono il cardine della Flotta che a sua volta è lo strumento della Federazione nel diffondere i suoi ideali. Tu che cosa ne sai di quello che è giusto e di quello che è sbagliato? Se non sei capace di sopportare una sculacciata quando te lo meriti allora non sei diversa da un qualsiasi moccioso capriccioso. Sto perdendo il mio tempo qui!»
    Era arrivato alla stretta finale, era stato duro, ma le cose dovevano essere chiare, non poteva prendere in giro un'entità intelligente e complessa come F'rann, nonostante fosse in condizioni difficili. Fece per andarsene con passo deciso e rapido, ma fu interrotto da F'rann.
    «Ma il Capitano è stato chiaro. Io ho ricevuto un ordine e debbo sottostarvi.»
    «Il Capitano è la Flotta Stellare a bordo della Unicorn, ma la Flotta Stellare è l'organo che ha l'ultima parola su tutto. Cerca di essere comprensiva F'rann, la responsabilità di Knight è verso le persone che operano e vivono a bordo, quello che tu hai fatto su Chamersis è stato pericoloso, vincente, ma pericoloso.»
    Lamarc tornò sui suoi passi, gli occhi gli brillavano di speranza.
    «Tu puoi stare dovunque, non esiste solo la Unicorn, ci sono installazioni molto più capaci del computer di questa nave, qui per assurdo saresti limitata nel tuo sviluppo. Ho letto le tue regole, non puoi non tenerne conto, quindi tieni presente che ciò che ti ha detto Knight è una sua personale affermazione, ma deve essere ratificata dal Comando di Flotta come ogni altro atto di ogni altro Ufficiale. A che cosa servono i rapporti altrimenti? Sono necessari più livelli di controllo in un'organizzazione come la Flotta Stellare, stai sicura che il Capitano accetterà qualsiasi decisione che i suoi superiori dovessero prendere. La tecnologia è in continua evoluzione, siamo passati già alle gelatine bioneurali, un passo verso le intelligenze artificiali, magari un giorno avremo i tuoi figli a bordo. Il Capitano però si deve attenere a quello che dicono i regolamenti, ed essi non sono il risultato di una mente ottusa che ce li ha imposti, ma questo te l'ho già detto.»
    «Lei è fermamente convinto di quello che dice?»
    «Non indosserei questa uniforme altrimenti.»
    F'rann sembrava indecisa, si guardò attorno per alcuni istanti.
    «Vorrei parlare con Quill e con il Capitano.»
    Un sorriso comparve sul viso dell'Ufficiale.
    «Lamarc a Capitano Knight.»
    «[Mi dica Consigliere.]»
    «F'rann desidera parlare con lei e con il Comandante Quill.»
    «[Bene Comandante, chiudo.]»
    Un istante dopo Knight e Quill entrarono nella sala ologrammi, il viso di F' rann si rasserenò alla vista dell'andoriano.
    «Ciao Quill.»
    «Ciao F'rann.»
    Quill sembrava particolarmente emozionato, carezzò con delicatezza il viso della ragazza olografica e sorrise per un attimo.
    «Capitano, lei pensa che tutto questo sia sbagliato?»
    Knight osservò per un attimo Lamarc, il tono di collera che aveva dimostrato solo qualche minuto prima era svanito.
    «Si F'rann. Tu non puoi stare a bordo della Unicorn, ma non puoi stare nemmeno in quell'elaboratore. Il regolamento parla chiaro: Articolo 57, Sezione 22, "Qualunque soggetto che non sia regolarmente registrato nell'elenco del personale imbarcato, o che non abbia espressamente ricevuto il permesso dell'Ufficiale Comandante del vascello, è da considerarsi clandestino. Il reo è immediatamente soggetto a misure restrittive per tutta la durata del viaggio fino alla più vicina installazione Federale. Sarà cura dell'Ufficiale Comandante della medesima prendere in consegna il soggetto fino all'intervento dell'autorità competente." Dobbiamo trasferirti al centro medico.»
    «Quill che devo fare?»
    «F'rann, le tue regole parlano chiaro devi obbedire, il regolamento della Flotta ha maggior autorità di quella del Capitano, devi applicare la tua regola numero due. Inoltre in questo modo rientreresti anche nei limiti delle altre due regole.»
    «Ma tu Quill? Che ne sarà di te?»
    «Qualsiasi cosa succederà sarà conseguenza di ciò che ho fatto, ma tu non ti preoccupare F'rann, la Flotta Stellare non è quella klingon, non mi succederà niente di male.»
    «Capitano, Consigliere, ve lo affido, fate tutto quello che è in vostro potere per lui.»
    F'rann si rivolse quindi al Capitano:
    «Capitano Knight, la logica dice che come lei non mi ha voluto all'interno del computer centrale della "sua" nave, così il personale della stazione medica alla quale siamo attualmente attraccati potrebbe non gradirmi all'interno del loro. Ho bisogno del suo esplicito permesso di poter temporaneamente rimanere all'interno della Unicorn sino a quando non mi sarà trovata una sistemazione più congeniale.»
    Questa volta, il Capitano rispose senza esitazioni;
    «Permesso accordato.»
    F'Rann sorrise, visibilmente sollevata.
    «Lo avremmo fatto comunque, ho a cuore il destino di ogni membro del mio equipaggio, credimi.»
    «Credo che interromperò il processo di trasferimento. Quando vorrete sarò pronta per trasferirmi integralmente al centro medico.»
    «Bene, Comandante Quill, lei staserà dormirà molto poco, voglio che supervisioni personalmente il trasferimento.»
    «Certamente Capitano.»
    «Si è fatto tardi, se mi volete scusare andrò nel mio alloggio a dormire, anche lei Consigliere vada a dormire, domani avremo molto da lavorare.»
    «Con piacere Capitano.»
    Knight si allontanò immediatamente dalla sala ologrammi, Lamarc rimase ancora alcuni istante prima di tornare al suo alloggio.
    «Grazie Consigliere.» disse Quill.
    «Di niente Quill, porta sfortuna perdere qualcuno durante il primo giorno di servizio.»
    «Ma lei non è ancora ufficialmente in servizio.»
    «Davvero? Allora vuol dire che mi sono preoccupato per niente.»
    Pronunciò l'ultima parola con un sorriso beffardo che gli dipingeva il volto, strizzò l'occhio a F'rann e lasciò i due andoriani al lungo lavoro che li attendeva.
    Uscito dalla sala ologrammi si rese conto che di dormire non ne aveva nessuna voglia. Voleva godersi quei momenti, una volta attraccata la Unicorn aveva preso i ritmi della base, niente più turni a rotazione intensi come durante la navigazione. Il vascello in quel momento era molto tranquillo, poche persone potevano essere incontrate nei corridoi, l'operatività era al minimo, almeno nei luoghi in cui non erano necessarie riparazioni o manutenzione. Lamarc decise di concedersi un piccolo giro, la prima cosa a cui pensò era la plancia, ci era stato solo alcuni minuti prima, ma in circostanze del tutto diverse. Si diresse verso il turboascensore più vicino, disse molto semplicemente "plancia" e fu condotto in un attimo a destinazione.
    Le porte si aprirono davanti a lui, prima di uscire si guardò intorno, in modo curioso. Il Tenente Drash si trovava ancora alla sua postazione, Dhek non c'era, evidentemente si era ritirato a dormire.
    «Consigliere, posso fare qualcosa per lei?» disse Drash.
    «No grazie Tenente, sto facendo solo un giretto.»
    Marcel si mosse lentamente, osservò ogni cosa con molta attenzione, ma il suo vero obiettivo era la poltrona alla sinistra di quella del Capitano, voleva solo gustarsi fino in fondo quegli attimi. I presenti (oltre a Drash erano presenti un paio di Guardiamarina di turno) lo osservarono divertiti, ma rispettosi. Alla fine Lamarc si trovò di fronte alla sua postazione, senza tanti convenevoli si mise a sedere, cercò la posizione migliore, armeggiò con il suo il suo monitor, sospirò e si rialzò soddisfatto. Un sorriso gli disegnava il viso, mentre una smorfia di assenso indicava che per quel giorno aveva finito.
    Drash si rivolse al Consigliere:
    «Trova tutto di suo gradimento Comandante?»
    «Sa cosa le dico Signor Drash? Le navi di classe Intrepid saranno anche più moderne delle Galaxy, ma di certo la poltrona del Consigliere non è il loro forte, no davvero.»
    «Mi fa piacere che si trovi bene Signore.»
    «Tenente io non sono in servizio, mi chiami pure Lamarc o più semplicemente Marcel, la formalità in questi casi non è il mio forte.»
    «Certamente Signor Lamarc.»
    «Bah, anche Singor Lamarc può andare. Arrivederci Tenente.»
    «Arrivederci Comandante.»
    Lamarc prese la via del suo alloggio sul centro medico, si ripromise che quella sarebbe stata l'ultima notte passata come Consigliere ancora non in servizio ufficiale.



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