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ROUTINE di Fabio Patricolo
26 dicembre 1999

    Data Stellare 57945.2
    Alloggio del Tenente O'Broinn

    Pochi minuti ancora e avrebbe dovuto raggiungere la plancia per iniziare il suo turno. Aveva rifiutato il turno di riposo che era stato offerto a tutti i membri della squadra impegnata nella missione su Chamersis. Aveva dentro di se' una strana sensazione. La missione era stata tecnicamente un insuccesso. La Prima Direttiva era stata violata, e questo, anche se non era direttamente attribuibile all'equipaggio della Unicorn, era qualcosa che alla Federazione non piaceva. Nemmeno se tale infrazione aveva consentito di individuare una nuova razza intelligente.

    Eppure O'Broinn non si sentiva deluso. La morte di Bright lo aveva colpito, ma avrebbe mentito a se' stesso se avesse affermato di essere profondamente turbato da quell'evento. Bright era uno dei tanti insignificanti ufficiali a bordo dell'Unicorn, come lui stesso d'altra parte... E per di piu' non aveva mai avuto particolare rapporti al di la' dello scambio di qualche fugace battuta nei corridoi della nave. Per essere del tutto sinceri, lo considerava un estraneo.

    Avrebbe partecipato alla sua cerimonia funebre. E avrebbe sinceramente onorato la salma dell'ufficiale. Era un soldato e aveva dato la sua vita per il successo della missione cui era stato assegnato. Probabilmente mostrando molto piu' coraggio e dedizione alla causa di quanto avrebbe mai potuto mostrare l'irlandese in tutta la sua carriera.
    Lo avrebbe onorato, quindi. Ma non lo avrebbe pianto.

    Si alzo' e si mise a sedere sul suo letto, rimanendo al buio, illuminato solo dalla debole luce che proveniva dal suo oblo'. I suoi occhi, abituati all'oscurita', catturavano i fiochi bagliori dell'orecchino bajorano che aveva posato sul comodino. Lo fisso'. Era un oggetto strano. Gli infondeva coraggio quando lo indossava nelle missioni pericolose, ma altre volte riusciva a mostrargli parti di se' che preferiva ignorare.
    Come in quel momento.
    QUel piccolo oggetto gli restitui' il suo sguardo e lo costrinse a domandarsi cosa non andasse nel suo modo di relazionarsi con gli altri. Perche' non riusciva a provare sentimenti di normale amicizia? Perche' non riusciva a trovare vie di mezzo tra l'assoluta dedizione ad una persona, e il rifiuto di qualunque altro legame che non fosse di carattere strettamente professionale?

    Scatto' in piedi, voltandosi di spalle, quasi per cercare un rifugio ed evitare di rispondere a quell'interrogativo inquietante. Ma O'Broinn lo sapeva bene, non avrebbe mai potuto fuggire dalla sua stessa coscienza. Avrebbe dovuto affrontare un percorso lungo e difficile prima di arrivare ad una risposta soddisfacente.

    Tremando al brivido che gli percorse la schiena, si risedette sul suo letto, e afferro' il monile. Cosi' freddo al tatto eppure carico di tanto potere....
    "Come fai a leggermi dentro?" mormoro' all'indirizzo dell'orecchino. Sorrise ironico... "Bene... ora parlo anche con gli orecchini.... Molto bene....mi sa che mi sto giocando la mia sanita' mentale..."

    Guardo' ancora una volta il gioiello prima di fissarlo al suo orecchio destro... Ordino' al computer di terminare la riproduzione di 'Battel Royal' di Duke Ellington catturata nella famosa esecuzione che il Duca ne fece insieme all'altro genio Count Basie, nel luglio del lontano 1961.

    Si sistemo' l'uniforme e raggiunse la plancia, dove la routine regnava sovrana e dove la sicurezza dei gesti ripetuti lo avrebbe protetto dal mostro che gli albergava dentro.... la certezza di dover prima o poi cercare se' stesso e recuperare il controllo della sua esistenza...

    La rotta era gia' impostata verso il Centro Medico Triven Soth... A lui non restava che seguire il binario segnato da qualcun altro....

    *Come sempre...* penso' sospirando "Come sempre...*



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