-Tenente...?-
Tripitaka cercava di scorgere il tenente Newport nel buio del tubo di
Jeffrey ma non ci riusciva.
Lo aveva lasciato un paio d'ore prima per andare a controllare una presunta
fuga di radiazioni sul ponte 37 e tornato in sala macchine aveva saputo che
il capo ingegnere era ancora alle prese con un giunto di potenza sul ponte
venticinque.
Ora però non riusciva a tovarlo.
Le luci di sicurezza all'interno di quei meandri non erano attive e non se
la sentiva di arrancare nell'oscurità. Non si sa mai quando poteva aprirsi
un pozzo verticale e non era il caso di fare un volo di qualche ponte.
Comunque Newport non si trovava più nello stesso tubo di di prima. Questo
era vuoto e quà e là alcuni pannelli aperti e diversi cavi fuori sede,
provavano che non si era allontanato troppo. Il capo ingegnere non lasciava
mai un lavoro incompiuto o comunque non in quelle condizioni. Quasi mai.
Tripitaka aveva provato nei condotti laterali ma del tenente Newport non
c'era nessuna traccia. Ovvero, tracce del suo passaggio c'e ne erano fin
troppe ma non lui non riusciva proprio a vederlo. Forse era andato su un
altro ponte.
-Tripitaka a Newport!- Nulla.
Il comunicatore personale di Tripitaka non reagiva.
Forse c'era un guasto da qualche parte...
-Computer localizzare il Tenente Newport-
-Il tenente Newport si trova sul ponte venticinque, intersezione trentuno B.-
...trenta, trentuno...trentuno B, esattamente nel punto dove si trovava
Tripitaka. L'ingegnere tornò sulla passeggiata principale e si guardò
intorno stupito. Cominciava a chiedersi se per caso anche i sensori di
localizzazione interna forssero guasti o magari il computer...
-Computer, ne sei sicuro?-
-Specificare la richiesta.-
-Puoi confermare la precedente affermazione sulla posizione presunta del
tenente Newport?-
-Affermazione corretta. La prensenza del tenente Newport é confermata nelle
precedenti coordinate.-
-Computer qui ci sono solo io...ma che...?-
Dei rumori provenienti da qualche parte al di sopra del soffito attirarono
la sua attenzione. Istintivamente alzò agl'occhi un tricorder e cominciò a
scandagliare il soffitto. Le letture erano alquanto confuse poi
inaspettatamente, un pannello del soffitto cadde a terra, mancandolo di
pochi centimetri.
L'ingengnere si spostò di lato allarmato. Una cosa del genere non era mai
accaduta e stava affacciandosi per investigare quando fu nuovamente
sorpreso.
Dal foro nel soffitto era calata una testa.
-Tripitaka! Come và? Era lei che chiamava?-
Il volto del capo ingegnere, sporco e arruffato, pendeva al contrario dal
soffitto.
-Beh...si. - rispose Tripitaka. -Ma che...?- Si rimangiò la domanda. Non ti
interessa, si disse, non ti interessa realmente sapere che cosa ci faceva
il capo ingegnere nel condotto dei cavi.
-Allora che ha trovato sul ponte 37?-
-Niente. Nessuna fuga di radiazioni. Il problema potrebbe essere nei
sensori di rivelamento ambientale. Ho provato nella sezione del supporto
ambientale ma lì non ne sanno nulla. Secondo i loro gli strumenti funziona
tutto benissimo.-
Newport fece una smorfia. Aveva strisciato nel tubo di jeffrey prima e nel
condotto dei cavi poi, per cercare un guasto che non esisteva e quando
aveva provato a fare una sostituzione preventiva, aveva scoperto di aver
fatto una fatica inutile. Agli occhi di Tripitaka, sembrava deluso.
-Umph! Quelli sono degli scaldasedie. Se la cosa non avviene sotto le loro
mani, non si schiodano dalle loro postazioni.-
Il capo ingegnere si districò da qualcosa che lo tratteneva e cominciò a
calare dal soffitto, poi con una giravolta riuscì a raggiungere il
pavimento senza danni. Lurido ma indenne.
-Comunque, non importa. Credo di sapere qual'é il problema.-
Newport sfiorò il comunicatore lasciando un altra impronta di sporco alla
collezione che ornava la sua maglia.
-Newport a Morgan.-
*blip!*
I due si guardarono stupiti ma non troppo. le onde gravitazionali che
avevano colpito la nave avevano causato una marea di piccoli inconvienti
elettronici in tutta la nave.
Ci riprovò.
-Newport a Morgan!-
-Qui Ransom signore. Il tenente Morgan non si trova in sala macchina.-
-Infatti la cercavo sul comunicatore. Come mai ha risposto lei Ransom?-
-Non lo so signore. È il mio comunicatore che ha contattato.-
Newport stava per perdere la pazienza. Abbassò la testa avvilito e si
arrese all'evidenza.
-Non fa nulla guardiamarina. Mi faccia un favore, prenda un paio di persone
e venga sul ponte venticinque sezione trentuno a mettere un pò in ordine.
Io ho altro...da fare.-
Si guardò le mani e intuiva di apparire completamente inadeguato.
-Bene signore. Sarò lì tra un minuto.-
-Newport chiude!-
-Tri, venga con me per favore.-
I due raggiunsero la cabina di Newport e questo senza dire una parola si
spogliò e si cacciò direttamente sotto la doccia. Nel frattempo Tripitaka
lo attese nel salottino cercando di indovinare che cosa avesse in mente il
capo ingegnere.
Guardò intorno per ingannare il tempo e scoprì quanto la cabina del capo
ingegnere fosse spoglia e in disordine. Al contrario della maggior parte
delle cabine occupate, questa non aveva il minimo segno di personalità. Il
mobilio era quello standard dei magazzini e alle pareti non c'era nessun
quadro o immagine. Sugli scaffali sconsolatamente vuoti, giaceva una
sottile patina di polvere. Sulla scrivania c'erano solo il terminale e
qualche datapad di servizio. Nessun oggetto, niente ricordi personali,
neanche una foto di famiglia. Sembrava che il tenente Newport, in quella
cabina ci dormisse soltanto.
Nel locale accanto, il letto era ancora sfatto e qua e là sul pavimento
giacevano capi di vestiario usati. Provò a raccoglierne un paio ma sovvenne
che forse al capo ingegnere potesse dar fastidio che gli si toccasse
qualcosa e fece ricadere tutto a terra, ai suoi piedi.
Un istante dopo Newport uscì dal bagno con un asciugamano in vita e si
diresse al replicatore dove si servì di un altra divisa.
-Abbiamo un bel problema- esordì. -credo di aver scoperto l'origine dei
problemi che abbiamo nei sistemi sensori e in altre parti della nave.-
Con i vestiti replicò anche uno dei suoi caffé e cercava di sorseggiarlo
mentre tentava di infilarsi i pantaloni.
-Mi dica; esattamente cosa é successo quando mi trovavo si chamersis 3?-
Tripitaka narrò al suo superiore tutto quello che la nave aveva passato nel
tentativo di comunicare con lenorme entità aliena che li aveva intercettati
nel sistema chamersiano e di come l'equipaggio aveva reagito.
-E poi? Nient'altro? Che mi dice della D.A.?-
-Dia signore?-
-Si insomma, della Deficenza Artificiale che l'ufficiale scentifico ha
trasferito nel mainframe centrale.-
-La def...ah, capisco! Non ho avuto modo di analizzarla. In definitiva é il
campo del comandante Quill o comunque dovrebbe interpellare il tenente
Shark. È lui che si occupa dei sistemi informatici.-
Newport finì di calzare uno stivaletto con un colpo al pavimento
lamentadosi che forse aveva preso la misura sbagliata.
-Non deve preoccuparsi di venir ascoltato. Ho eliminato dalla mia cabina
tutti i sensori di rilevamento e il collegamento con il computer. Siamo
relativamente isolati dai sistemi di bordo. Può parlare tranquillamente.-
Tripitaka si guardò di nuovo in giro e con sospetto. Perché mai il capo
ingegnere avrebbe dovuto preoccuparsi di essere spiato?
-Veramente non ho molto da dire. Ho avuto troppo da fare in sala macchine
per dedicarmici. D'altra parte, credo che fosse un progetto del comandante.
Non é il tipo che accetterebbe un interferenza.-
-E perché mai? Non stiamo parlando di un programma del ponte ologrammi.
Senta questa invece, il giunto di potenza che tentavo di sostituire é solo
uno dei piccoli guasti che ho trovato da quando sono ritornato a bordo.
Secondo me la causa é il programma Flambé...-
-F'rann.-
-Come?- -il programma si chiama F'rann. Credo che abbia una subroutine di
autocoscenza. Si autodefinisce entità pensante e come tale siamo tenuti a
considerarla. So che ha ripreso il tenente Morgan in sala macchina quando
ha tentato di riallineare i condotti di trasferimento per diminuire l'usura
dei condotti. Non sopportava di essere ignorata quando tentava di spiegare
la procedura migliore per agire-
-E Morgan come l'ha presa? -
-Niente. L'ha ignorata. Ha spento il monitor da dove parlava e ha
continuato a lavorare.-
-hum... va bé. suppungo che senza indizi certi debba per forza rivolgermi
in alto.-
Tripitaka aveva un dubbio. Indizi per cosa?
-Tenente posso chiederle per quale motivo pensa che F'rann abbia qualcosa a
che fare con le disfunzioni di bordo? In fondo la nave ha subito dei forti
scossoni ed normale che qualche sistema vada un pò in tilt.-
-Oh certo, normalmente sarei daccordo anch'io, il problema é che questa
"entità" assorbe la maggior parte della potenza di calcolo del nucleo del
computer.
E solo per esibire un bel visino azzurro. Non mi piacciono le intelligenze
artificiali. Hanno sempre qualche lato nascosto che và preso con le molle.-
-Che intende? Dovremmo preoccuparci che faccia qualche danno?-
Newport socchiuse per un attimo gli occhi per far riafforare qualche
ricordo o forse per evitare di rivelare qualcosa.
-Tri, lei ha mai sentito di M-5?-
Tripitaka scosse la testa.
-E del dottor Daystrom?-
-Certo. Fu l'inventore dei sistemi duotronici. Furono la base per passare
ai nostri attuali sistemi. Ma che centra questo con F'Rann?-
-È una lunga storia e forse non vale la pena di rammentarla. Vediamo, un
esempio più attuale: Suppongo che lei conosca l'androide Data della
Enterprise...-
Tripitaka esultò.
-Certo! Ho letto tutto sul comandante Data! Anzi sono uno dei suoi
corrispondenti.-
-Corrispondenti?-
-Si certo. Il comandante Data ha da tempo avviato una corrispondenza con
vari tecnici e scienzati della flotta per aiutarlo a studiare i suoi
progressi tecnici e umanistici. L'adesione é libera e ormai siamo diverse
centinaia a collaborare al progetto. -
-Diverse centinaia? E riesce a rispondere a tutti? - chiese dubbioso Newport.
-Facilmente! Ma ancora non capisco cosa centrerebbe con F'rann.-
Newport era di nuovo avvilito. Forse non era una buona idea discutere la
cosa con Tripitaka. L'ingegnere non riusciva a nascondere l'entusiasmo che
provava per le intelligenze artificiali. Sarebbe stato difficile fargli
capire le sue perplessità
-Tripitaka...- iniziò titubante.-Non credo che mantenere l'entità attiva
nel mainframe sia una buona idea. Consuma troppa memoria...-
-Signore ce lo possiamo permettere. abbiamo abbastanza spazio per reggerla
e se al capitano va bene così...-
Ma al capitano andava poi bene?
-Allora aspetteremo quello che avrà da dire il capitano a proposito. Nel
frattempo che ne dice di tornare al lavoro?-
Tripitaka assentì e uscirono.
Si diresserò verso il più vicino turboascensore. Newport aveva un
espressione enigmatica che il suo sottoposto non riusciva a decifrare.
D'altra parte il capo ingegnere non sembrava disposto ad aprirsi di più.
Arrivati in sala macchina si divisero e Newport andò direttamente nel suo
ufficio e vi si chiuse dentro.
Tripitaka notò che rimase diverso tempo nel suo ufficio. Più tempo di
quanto ci impiegasse di solito e si tranquillizzò quando lo vide uscire con
la cassetta degli attrezzi.
Il capo ingegnere che conosceva era ritornato ma ancora non capiva quali
pensieri passassero per la sua mente.
Rivide il tenente Newport solo all'orazione funebre sul ponte ologrammi
uno. Cercò di intuire se ci fosse qualcosa che lo preoccupasse ma pareva
sereno. Sereno per quanto l'occasione lo permettesse.
Non sembrava lottare col l'alta uniforme come faceva di solito né si
agitava per mantenere la disciplina che una funzione pubblica esigeva. In
apparenza sembrava essersi adattato alla vita di bordo.
L'unico segnale di disagio del tenente Newport parevano essere le
condizioni del suo alloggio. Ma su questo Tripitaka non aveva nessuna
opinione tranne una: tutti avevano il diritto di tenere la propria cabina
come meglio gli pareva, sempre che rientrasse nei canoni delle direttive
del buon gusto e della sicurezza di bordo. E poi sapeva che il capo
ingegnere, da quando era salito a bordo, aveva sempre usufruito di un pò di
libertà in più degli altri. Non era il tipo che voleva fare carriera e
quindi non ci teneva a mostrarsi efficente e inquadrato. Lui faceva il suo
lavoro e fino a quando avrebbe continuato a farlo bene, al di là delle
aspettative di chiunque, nessuno si sarebbe realmente lamentato. Avrebbero
preso il suo comportamento per un altra delle sue eccentricità e avrebbero
lasciato correre.
Ma se tutto questo aveva un senso, perché Tripitaka si sentiva a disagio?
Perché gli sembrava che in qualche modo fosse diverso?
|