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DUBBI di Aristide Gorizia
18 dicembre 1999

    -Tenente...?-
    Tripitaka cercava di scorgere il tenente Newport nel buio del tubo di Jeffrey ma non ci riusciva.
    Lo aveva lasciato un paio d'ore prima per andare a controllare una presunta fuga di radiazioni sul ponte 37 e tornato in sala macchine aveva saputo che il capo ingegnere era ancora alle prese con un giunto di potenza sul ponte venticinque.
    Ora però non riusciva a tovarlo.
    Le luci di sicurezza all'interno di quei meandri non erano attive e non se la sentiva di arrancare nell'oscurità. Non si sa mai quando poteva aprirsi un pozzo verticale e non era il caso di fare un volo di qualche ponte. Comunque Newport non si trovava più nello stesso tubo di di prima. Questo era vuoto e quà e là alcuni pannelli aperti e diversi cavi fuori sede, provavano che non si era allontanato troppo. Il capo ingegnere non lasciava mai un lavoro incompiuto o comunque non in quelle condizioni. Quasi mai. Tripitaka aveva provato nei condotti laterali ma del tenente Newport non c'era nessuna traccia. Ovvero, tracce del suo passaggio c'e ne erano fin troppe ma non lui non riusciva proprio a vederlo. Forse era andato su un altro ponte.
    -Tripitaka a Newport!- Nulla.
    Il comunicatore personale di Tripitaka non reagiva. Forse c'era un guasto da qualche parte...
    -Computer localizzare il Tenente Newport-
    -Il tenente Newport si trova sul ponte venticinque, intersezione trentuno B.-
    ...trenta, trentuno...trentuno B, esattamente nel punto dove si trovava Tripitaka. L'ingegnere tornò sulla passeggiata principale e si guardò intorno stupito. Cominciava a chiedersi se per caso anche i sensori di localizzazione interna forssero guasti o magari il computer...
    -Computer, ne sei sicuro?-
    -Specificare la richiesta.-
    -Puoi confermare la precedente affermazione sulla posizione presunta del tenente Newport?-
    -Affermazione corretta. La prensenza del tenente Newport é confermata nelle precedenti coordinate.-
    -Computer qui ci sono solo io...ma che...?-
    Dei rumori provenienti da qualche parte al di sopra del soffito attirarono la sua attenzione. Istintivamente alzò agl'occhi un tricorder e cominciò a scandagliare il soffitto. Le letture erano alquanto confuse poi inaspettatamente, un pannello del soffitto cadde a terra, mancandolo di pochi centimetri.
    L'ingengnere si spostò di lato allarmato. Una cosa del genere non era mai accaduta e stava affacciandosi per investigare quando fu nuovamente sorpreso.
    Dal foro nel soffitto era calata una testa.
    -Tripitaka! Come và? Era lei che chiamava?-
    Il volto del capo ingegnere, sporco e arruffato, pendeva al contrario dal soffitto.
    -Beh...si. - rispose Tripitaka. -Ma che...?- Si rimangiò la domanda. Non ti interessa, si disse, non ti interessa realmente sapere che cosa ci faceva il capo ingegnere nel condotto dei cavi.
    -Allora che ha trovato sul ponte 37?-
    -Niente. Nessuna fuga di radiazioni. Il problema potrebbe essere nei sensori di rivelamento ambientale. Ho provato nella sezione del supporto ambientale ma lì non ne sanno nulla. Secondo i loro gli strumenti funziona tutto benissimo.-
    Newport fece una smorfia. Aveva strisciato nel tubo di jeffrey prima e nel condotto dei cavi poi, per cercare un guasto che non esisteva e quando aveva provato a fare una sostituzione preventiva, aveva scoperto di aver fatto una fatica inutile. Agli occhi di Tripitaka, sembrava deluso.
    -Umph! Quelli sono degli scaldasedie. Se la cosa non avviene sotto le loro mani, non si schiodano dalle loro postazioni.-
    Il capo ingegnere si districò da qualcosa che lo tratteneva e cominciò a calare dal soffitto, poi con una giravolta riuscì a raggiungere il pavimento senza danni. Lurido ma indenne.
    -Comunque, non importa. Credo di sapere qual'é il problema.-
    Newport sfiorò il comunicatore lasciando un altra impronta di sporco alla collezione che ornava la sua maglia.
    -Newport a Morgan.-
    *blip!*
    I due si guardarono stupiti ma non troppo. le onde gravitazionali che avevano colpito la nave avevano causato una marea di piccoli inconvienti elettronici in tutta la nave.
    Ci riprovò.
    -Newport a Morgan!-
    -Qui Ransom signore. Il tenente Morgan non si trova in sala macchina.-
    -Infatti la cercavo sul comunicatore. Come mai ha risposto lei Ransom?-
    -Non lo so signore. È il mio comunicatore che ha contattato.-
    Newport stava per perdere la pazienza. Abbassò la testa avvilito e si arrese all'evidenza.
    -Non fa nulla guardiamarina. Mi faccia un favore, prenda un paio di persone e venga sul ponte venticinque sezione trentuno a mettere un pò in ordine. Io ho altro...da fare.-
    Si guardò le mani e intuiva di apparire completamente inadeguato.
    -Bene signore. Sarò lì tra un minuto.-
    -Newport chiude!-
    -Tri, venga con me per favore.-
    I due raggiunsero la cabina di Newport e questo senza dire una parola si spogliò e si cacciò direttamente sotto la doccia. Nel frattempo Tripitaka lo attese nel salottino cercando di indovinare che cosa avesse in mente il capo ingegnere.
    Guardò intorno per ingannare il tempo e scoprì quanto la cabina del capo ingegnere fosse spoglia e in disordine. Al contrario della maggior parte delle cabine occupate, questa non aveva il minimo segno di personalità. Il mobilio era quello standard dei magazzini e alle pareti non c'era nessun quadro o immagine. Sugli scaffali sconsolatamente vuoti, giaceva una sottile patina di polvere. Sulla scrivania c'erano solo il terminale e qualche datapad di servizio. Nessun oggetto, niente ricordi personali, neanche una foto di famiglia. Sembrava che il tenente Newport, in quella cabina ci dormisse soltanto.
    Nel locale accanto, il letto era ancora sfatto e qua e là sul pavimento giacevano capi di vestiario usati. Provò a raccoglierne un paio ma sovvenne che forse al capo ingegnere potesse dar fastidio che gli si toccasse qualcosa e fece ricadere tutto a terra, ai suoi piedi.
    Un istante dopo Newport uscì dal bagno con un asciugamano in vita e si diresse al replicatore dove si servì di un altra divisa.
    -Abbiamo un bel problema- esordì. -credo di aver scoperto l'origine dei problemi che abbiamo nei sistemi sensori e in altre parti della nave.-
    Con i vestiti replicò anche uno dei suoi caffé e cercava di sorseggiarlo mentre tentava di infilarsi i pantaloni.
    -Mi dica; esattamente cosa é successo quando mi trovavo si chamersis 3?-
    Tripitaka narrò al suo superiore tutto quello che la nave aveva passato nel tentativo di comunicare con lenorme entità aliena che li aveva intercettati nel sistema chamersiano e di come l'equipaggio aveva reagito.
    -E poi? Nient'altro? Che mi dice della D.A.?-
    -Dia signore?-
    -Si insomma, della Deficenza Artificiale che l'ufficiale scentifico ha trasferito nel mainframe centrale.-
    -La def...ah, capisco! Non ho avuto modo di analizzarla. In definitiva é il campo del comandante Quill o comunque dovrebbe interpellare il tenente Shark. È lui che si occupa dei sistemi informatici.-
    Newport finì di calzare uno stivaletto con un colpo al pavimento lamentadosi che forse aveva preso la misura sbagliata.
    -Non deve preoccuparsi di venir ascoltato. Ho eliminato dalla mia cabina tutti i sensori di rilevamento e il collegamento con il computer. Siamo relativamente isolati dai sistemi di bordo. Può parlare tranquillamente.-
    Tripitaka si guardò di nuovo in giro e con sospetto. Perché mai il capo ingegnere avrebbe dovuto preoccuparsi di essere spiato?
    -Veramente non ho molto da dire. Ho avuto troppo da fare in sala macchine per dedicarmici. D'altra parte, credo che fosse un progetto del comandante. Non é il tipo che accetterebbe un interferenza.-
    -E perché mai? Non stiamo parlando di un programma del ponte ologrammi. Senta questa invece, il giunto di potenza che tentavo di sostituire é solo uno dei piccoli guasti che ho trovato da quando sono ritornato a bordo. Secondo me la causa é il programma Flambé...-
    -F'rann.-
    -Come?- -il programma si chiama F'rann. Credo che abbia una subroutine di autocoscenza. Si autodefinisce entità pensante e come tale siamo tenuti a considerarla. So che ha ripreso il tenente Morgan in sala macchina quando ha tentato di riallineare i condotti di trasferimento per diminuire l'usura dei condotti. Non sopportava di essere ignorata quando tentava di spiegare la procedura migliore per agire-
    -E Morgan come l'ha presa? -
    -Niente. L'ha ignorata. Ha spento il monitor da dove parlava e ha continuato a lavorare.-
    -hum... va bé. suppungo che senza indizi certi debba per forza rivolgermi in alto.-
    Tripitaka aveva un dubbio. Indizi per cosa?
    -Tenente posso chiederle per quale motivo pensa che F'rann abbia qualcosa a che fare con le disfunzioni di bordo? In fondo la nave ha subito dei forti scossoni ed normale che qualche sistema vada un pò in tilt.-
    -Oh certo, normalmente sarei daccordo anch'io, il problema é che questa "entità" assorbe la maggior parte della potenza di calcolo del nucleo del computer. E solo per esibire un bel visino azzurro. Non mi piacciono le intelligenze artificiali. Hanno sempre qualche lato nascosto che và preso con le molle.-
    -Che intende? Dovremmo preoccuparci che faccia qualche danno?-
    Newport socchiuse per un attimo gli occhi per far riafforare qualche ricordo o forse per evitare di rivelare qualcosa.
    -Tri, lei ha mai sentito di M-5?-
    Tripitaka scosse la testa.
    -E del dottor Daystrom?-
    -Certo. Fu l'inventore dei sistemi duotronici. Furono la base per passare ai nostri attuali sistemi. Ma che centra questo con F'Rann?-
    -È una lunga storia e forse non vale la pena di rammentarla. Vediamo, un esempio più attuale: Suppongo che lei conosca l'androide Data della Enterprise...-
    Tripitaka esultò.
    -Certo! Ho letto tutto sul comandante Data! Anzi sono uno dei suoi corrispondenti.-
    -Corrispondenti?-
    -Si certo. Il comandante Data ha da tempo avviato una corrispondenza con vari tecnici e scienzati della flotta per aiutarlo a studiare i suoi progressi tecnici e umanistici. L'adesione é libera e ormai siamo diverse centinaia a collaborare al progetto. -
    -Diverse centinaia? E riesce a rispondere a tutti? - chiese dubbioso Newport.
    -Facilmente! Ma ancora non capisco cosa centrerebbe con F'rann.-
    Newport era di nuovo avvilito. Forse non era una buona idea discutere la cosa con Tripitaka. L'ingegnere non riusciva a nascondere l'entusiasmo che provava per le intelligenze artificiali. Sarebbe stato difficile fargli capire le sue perplessità
    -Tripitaka...- iniziò titubante.-Non credo che mantenere l'entità attiva nel mainframe sia una buona idea. Consuma troppa memoria...-
    -Signore ce lo possiamo permettere. abbiamo abbastanza spazio per reggerla e se al capitano va bene così...-
    Ma al capitano andava poi bene?
    -Allora aspetteremo quello che avrà da dire il capitano a proposito. Nel frattempo che ne dice di tornare al lavoro?-
    Tripitaka assentì e uscirono.
    Si diresserò verso il più vicino turboascensore. Newport aveva un espressione enigmatica che il suo sottoposto non riusciva a decifrare. D'altra parte il capo ingegnere non sembrava disposto ad aprirsi di più. Arrivati in sala macchina si divisero e Newport andò direttamente nel suo ufficio e vi si chiuse dentro.
    Tripitaka notò che rimase diverso tempo nel suo ufficio. Più tempo di quanto ci impiegasse di solito e si tranquillizzò quando lo vide uscire con la cassetta degli attrezzi. Il capo ingegnere che conosceva era ritornato ma ancora non capiva quali pensieri passassero per la sua mente.
    Rivide il tenente Newport solo all'orazione funebre sul ponte ologrammi uno. Cercò di intuire se ci fosse qualcosa che lo preoccupasse ma pareva sereno. Sereno per quanto l'occasione lo permettesse. Non sembrava lottare col l'alta uniforme come faceva di solito né si agitava per mantenere la disciplina che una funzione pubblica esigeva. In apparenza sembrava essersi adattato alla vita di bordo. L'unico segnale di disagio del tenente Newport parevano essere le condizioni del suo alloggio. Ma su questo Tripitaka non aveva nessuna opinione tranne una: tutti avevano il diritto di tenere la propria cabina come meglio gli pareva, sempre che rientrasse nei canoni delle direttive del buon gusto e della sicurezza di bordo. E poi sapeva che il capo ingegnere, da quando era salito a bordo, aveva sempre usufruito di un pò di libertà in più degli altri. Non era il tipo che voleva fare carriera e quindi non ci teneva a mostrarsi efficente e inquadrato. Lui faceva il suo lavoro e fino a quando avrebbe continuato a farlo bene, al di là delle aspettative di chiunque, nessuno si sarebbe realmente lamentato. Avrebbero preso il suo comportamento per un altra delle sue eccentricità e avrebbero lasciato correre.
    Ma se tutto questo aveva un senso, perché Tripitaka si sentiva a disagio? Perché gli sembrava che in qualche modo fosse diverso?



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