11.07 "God Doesn't Play Dice"
di Dorian Zsolt Ristea, Pubblicato il 04-04-2014
U.S.S. Wayfarer B, Infermeria
Nello stesso istante
Le palpebre di Ristea si sollevarono lentamente, mentre focalizzava alcune voci intorno a lui. La luce fioca e familiare dell'infermeria gli fece capire dove si trovava. Le voci si avvicinarono.
"L'ho avvertita appena i sensori mi hanno segnalato che si stava svegliando, non so se..."
"Ha fatto benissimo, Sheeval, non si preoccupi. Non dormo molto comunque", disse una voce che Dorian associò immediatamente ad un boliano di sua conoscenza...
"Dorian? Mi sente?" disse Noll Carphrai.
"Credo di si'...", disse, sperando di essere tornato nell'universo giusto. Finalmente riuscì a mettere a fuoco il volto conosciuto di Noll. "Doc?"
"Sì?" rispose invece Wu.
Dorian chiuse gli occhi. "Oh, mamma."
U.S.S. Wayfarer A, Infermeria
Nello stesso istante
Seguito da Who, Kiron entrò a passo svelto, facendo un cenno alla dottoressa Spini, e andò dritto verso la branda dove un intontito Ristea stava riprendendo i sensi. "Rapporto?".
Mistral lesse i risultati del tricorder. "Si è svegliato adesso, Capitano. Ne sa quanto me. Speriamo bene."
Michael non sapeva come rivolgersi all'uomo che sembrava in tutto e per tutto il suo Capo Ingegnere... ma poteva non esserlo.
"Ehm... Dorian?"
Ristea si guardo' intorno. Vide l'uniforme rossa di Kiron e i gradi sul colletto, e sospirò.
"Vorrei poter dire di essere felice di rivederla, Capitano. Ma mentirei."
Chiuse gli occhi.
"Il tentativo e' fallito. Sono il Capitano Ristea, e sembra che sia rimasto nello stesso universo."
U.S.S. Wayfarer C, Subito fuori il Bar di Prora
Un'ora dopo
Risate echeggiavano ancora dal Bar di Prora. Dorian non avrebbe mai dimenticato l'espressione di Kiron, piegato in due sul bancone con le lacrime agli occhi, letteralmente soffocando dal ridere.
Indecisa se essere divertita o indignata, Erjn Kublik prese Dorian quasi per la collottola e uscirono sul ponte, diretti verso il turbolift più vicino, la Plancia e il difficoltoso recupero della dignità'.
"Sono v-veramente spiacente", disse Dorian, rosso come un gambero.
"Non si preoccupi", disse Kublik, in divisa ocra. Ristea si sentiva sempre più' confuso.
"Detto tra colleghi Ingegneri, posso anche ammettere che i cocktail di Mike siano eccezionali e che lui stesso abbia un portamento, come dice lei, 'capitanesco', ma lasci che glielo dica - non ci farei un pensiero sopra neanche fosse l'ultimo uomo nella Galassia!"
"Chiedo ancora scusa... Capo", disse Ristea. "E' che sono così abituato a considerarvi, ehm, ecco... insieme, che mi è venuto praticamente spontaneo di..."
"Lasciamo perdere, ok?", tagliò corto Erjn.
Entrarono nel Turbolift.
"Per non parlare di mio marito", disse quasi tra sé e sé. "Mi prenderà in giro per settimane."
"Suo marito?" trasecolo' Ristea.
"Certo", disse Kublik. "Il Capitano Who."
La mandibola di Dorian perse il contatto con la mascella.
U.S.S. Wayfarer A, Sala riunioni
Nello stesso istante
"Capitano", disse Ristea, entrando nella sala e dirigendosi verso una delle poltrone vuote.
"Capitano", disse Kiron, dal capo tavola. "Signor Who, cosa ci può dire?"
David dette un'ultima scorsa al d-pad che aveva in mano. Gesticolando, attivò i sensori della sala, che si oscurò automaticamente. Un proiettore olografico materializzò una serie di Wayfarer tutte uguali al centro della stanza.
"A dispetto delle apparenze, l'accensione del motore fasico e l'overdrive dell'emettitore polaronico sembrano aver generato i risultati sperati", disse, mentre un grafico mostrava una serie di dati in tre dimensioni. "Lo scanner transfasico ha captato dei picchi in corrispondenza di questo istante", disse. Una parte del grafico cambio' colore.
"Nello stesso istante, il... Capitano Ristea ha perso conoscenza. Tutto sembra suggerire che una breccia multiversale si sia aperta."
"Allora perché sono ancora qui?", disse Dorian.
Who scrollò le spalle. "La fenomenologia del Multiverso è purtroppo impredicibile per sua stessa natura", disse. "Abbiamo già in passato avuto prove dell'esistenza di molteplici universi, per quanto esse siano sempre state casuali. Il nostro stesso esperimento lo conferma", sospirò. "Non abbiamo modo di prevedere l'esito di un salto interuniversale."
"Tuttavia sembra che questi salti siano ristretti a un sottoinsieme universale", disse Rumar. "Alla fine dei conti, solo il Capo... scusi, Capitano Ristea sembra esserne coinvolto."
Who annui'. "Come sapete, le teorie affermano che esistono infiniti universi, uno per ogni singola decisione presa da ogni singolo essere nell'universo ogni volta che si è trovato a dover fare una scelta." Il grafico scomparve e le Wayfarer si moltiplicarono.
"Nel nostro caso, tutto lascia presagire che il Capitano Ristea, il nostro Capo Ingegnere e infiniti altri stanno saltando tra un universo e l'altro perché un evento comune a questi universi ha creato una breccia. Nel nostro caso", disse, mentre un piccolo runabout si materializzava sopra le Wayfarer, "il test run del motore fasico. La mia teoria è che questo gioco dei quattro cantoni, se mi permettete il paragone..." Si guardò intorno e vide parecchi volti perplessi. "...no, eh? Fa niente. Dicevo, questo... scambio avviene solo tra gli universi in cui l'evento scatenante avviene nello stesso istante, e solo se c'è la stessa persona dentro, almeno in essenza. Nel nostro caso, l'uomo conosciuto multiversalmente come Dorian Ristea."
"Vuol dire che negli universi in cui nella navetta ci fossi stata io, o se il test del motore fasico fosse avvenuto con un offset di millesimi di secondo, questo non sarebbe avvenuto?", disse la dottoressa Spini.
"Sì... e no", disse David. Allargò le braccia. "Secondo la stessa teoria, se ci fosse stata lei - e sicuramente in qualche universo ci sarebbe stata lei", sorrise. Adorava darle del lei in pubblico. Era come un prodromo alle schermaglie che avrebbero seguito dopo, e che probabilmente adorava ancora di più. Che stava dicendo? Accidenti!
"Se ci fosse stata lei, dicevo, probabilmente il salto avrebbe coinvolto tutti gli universi in cui Mistral Spini si fosse trovata in un runabout, e azionando un motore fasico in cui l'emettitore polaronico fosse andato in tilt nello stesso istante. Il fatto che sia ancora tra noi", disse con un sorriso da Stregatto, "ci dice che questo non è avvenuto."
"Mi gira la testa", disse Erjn Kublik.
"Se la mia teoria è esatta, tuttavia", disse ancora Who, "i parametri per la manifestazione dell'evento sono molteplici e molto, molto restrittivi. Nonostante l'infinità degli universi, sono convinto che quelli coinvolti dal paradosso non sono più di un centinaio."
"E questo dovrebbe rallegrarci?", disse Kiron. "Dovremmo aver bisogno di ripetere l'esperimento per centinaia di volte prima di riavere il 'nostro' Capo Ristea?... Senza offesa, Capitano."
"Nessuna offesa", rispose Ristea.
Lo sguardo normalmente divertito di Who si oscuro'. "Non ho una risposta precisa da darle, Capitano." Si sedette. "Ma tutto lascia sembrare di sì."
U.S.S. Wayfarer C, Plancia
Nello stesso istante
"E così io sarei l'Ufficiale Scientifico della sua nave?... E in un altro universo, il barista?!?!" Lo sguardo divertito del Capitano Who si fissò sul Capo Ristea. "A quanto sembra le ho rubato il lavoro!"
Il tenente comandante Ichigawa non riuscì a trattenere un moto di riso.
Le risate si sprecavano su quella versione della Wayfarer, pensò Dorian.
Who si ricompose. "Chiedo scusa, Ten... Capo", disse. "Per quanto questa nave sembri un branco di gatti assatanati, siamo una famiglia che funziona come un orologio kruptiano."
Guardo' la postazione sguarnita dell'Ufficiale Scientifico. "Il nostro Comandante Ristea ci manca. A quanto sembra, il salto non ha funzionato. O ha funzionato male."
"Capisco perfettamente, Capitano", disse Dorian. "Anche a me manca la Wayfarer... o meglio, la mia versione di essa."
Si diresse verso Erjn Kublik.
"Posso chiederle un favore, Capo?"
"Certo", disse Erjn.
"Chiedo il permesso di andare in Sala Macchine. Per quanto fuori posto possa trovarmi, quella è la mia casa. So che quello è un luogo dove posso rendermi utile." E così almeno eviterò di pensare, si disse.
"Ovviamente, Capo. Troveremo il modo di coesistere... almeno fino a quando non riusciremo a mandarla a casa, e a riprenderci il nostro Ufficiale Scientifico", disse lei.
Dorian annuì, e salutando il Capitano Who, uscì dalla Plancia.
"Poveretto", disse il Capitano.
Erjn mise la mano sulla sua. "In qualche modo si sistemerà tutto, David", disse. "Lo ha sempre fatto."
U.S.S. Wayfarer A, Bar di Prora
Un'ora dopo
David Who sedeva solitario a un tavolino, concentrato sul suo d-pad. Una tazza di tè fumante gli si presentò davanti.
"Beva qualcosa, David, in genere aiuta", disse Krell Rumar.
"Comandante", disse Who. Prese la tazza. "Grazie. In genere sono più costante nelle mie autoindulgenze. Probabilmente ci metterò un pò prima di perdonarmi per non essermi ancora coccolato", disse. Indicò il d-padd. "Ma questo problema è probabilmente il più complicato in cui mi sia mai imbattuto."
Rumar sorrise. "Logica Multiversale non è una materia che insegnano in Accademia, a quanto mi risulta."
"No", rispose David. "Ciononostante, deve esserci un modo per invertire i risultati dell'esperimento. Non può essere semplicemente casuale. Dio non gioca a dadi, disse un famoso scienziato terrestre." Sorseggiò il tè. Era forte e rovente, e già sentiva la stanchezza che gli incombeva addosso sollevarsi leggermente. Rumar sa il fatto suo, pensò. C'era molto di più in lui di quanto lasciasse trasparire dalla crosta di discreto, silenzioso Primo Ufficiale.
"Per poi essere smentito", rispose Krell.
"E non parliamo del concetto stesso di divinità. Comunque ha capito quello che voglio dire."
"Certo", disse Rumar.
Who si girò verso l'ingresso del bar. "Lui come sta?"
"Lui chi? Ristea?"
"Già."
Rumar scrollò le spalle. "Finora sembra regga bene. Anche se è chiaro che patisce la situazione, chiaramente."
Who sbuffò. "Pensi a noi. Due Capitani!"
Krell rise. "Dio ce ne scampi e liberi!"
"Detto da lei, suona ironico", disse David. Tornò serio. "Spero solo di trovare il modo di riportare qui il nostro Dorian."
Rumar lo guardò dritto negli occhi. "Se c'è qualcuno in grado di farlo, è lei."
"Ugh. Grazie della responsabilità, Comandante", rispose David. "Nah, troppe complessità. Il numero di parametri che teoricamente dovrebbero guidare le direzioni del salto interuniversale sono troppi. Virtualmente infiniti", disse sconfortato. Riprese il d-padd. "Per quanto ne sappiamo, nessuno o niente è in grado di muoversi liberamente e in pieno controllo tra gli universi."
Krell annuì.
Dopo un attimo di silenzio, Who aggrottò le sopracciglia. "Ripensandoci, quello che ho detto non è del tutto corretto. In realtà molti ruolini di bordo in passato hanno accertato che esiste qualcuno che, tra molte altre cose, può scorrazzare nel tempo, spazio e universi..."
Improvvisamente, dietro di lui si materializzò un uomo con l'effigie di Albert Einstein nella divisa di Ammiraglio Starfleet.
Who, Rumar, Carphrai e tutti gli astanti del Bar di Prora saltarono dalle sedie, frastornati.
L'uomo sorrise.
"Avete chiamato?", disse Q.