Albatross I, Albatross City
04/06/2397, Ore 18.20 - D.S. 74424.01
"Ecco. Siamo arrivati." annunciò l'albatrossiano che conduceva il gruppo alla comitiva Wayfareriana che lo seguiva.
Julia si guardò attorno con fare indagatore non notando nulla di anomalo rispetto al paesaggio che li aveva accompagnati fino a quel momento. Non fece, però, in tempo ad aprire la bocca per fare domande, perché l'albatrossiano si avvicinò ad un albero dal tronco parecchio spesso, con foglie grandi e di diverse sfumature di verde e la corteccia scura. Digitò qualcosa sullo schermo del bracciale elettronico, parte della divisa che portava sul polso sinistro e, dopo un lieve sfarfallio, comparve l'ingresso di un ascensore in una parte della
corteccia e si aprì la porta.
"Nascosto da una superficie olografica...", commentò Rumar sottovoce.
Julia annuì in silenzio mentre il Comandante Wu rimase totalmente indifferente davanti all'ovvietà del commento.
Gli albatrossiani che li avevano condotti lì, senza troppe cerimonie entrarono nell'ascensore e il loro leader li invitò a seguirli con un gesto del braccio.
Fecero il loro ingresso nell'ascensore ed Erjn emise un flebile lamento di dolore tra le braccia di Rumar.
"Dobbiamo sbrigarci, ha bisogno di cure", ripetè seria la Squiretaker all'albatrossiano mentre l'ascensore aveva iniziato a scendere da alcuni secondi.
"Ci siamo quasi", rispose l'altro con voce atona da dietro la visiera del casco protettivo.
U.S.S. Wayfarer, Plancia
Contemporaneamente
La temperatura sulla nave stava aumentando sempre più mano a mano che si avvicinavano alla stella e, sebbene tutti si fidassero ciecamente di Kiron, il timoniere Janssen si stava già pentendo di non aver affermato che quella rotta era impossibile, dato che la probabilità di riuscire a salvarsi ma abbrustolire la creatura non era secondo lui abbastanza vicina al cento per cento e tutte le persone sulla nave stavano correndo un rischio per via delle sue stime ipotetiche.
Tutti gli ufficiali in plancia si erano rigirati le maniche della divisa e slacciati i bottoni del colletto iniziando a trovare quel calore soffocante.
La voce di Ristea irruppe per tutta la plancia: "La temperatura sta aumentando troppo velocemente, Capitano! Stiamo per superare la soglia critica!"
"La situazione si sta facendo 'hot'!", fu il commento fuori luogo della Ichigawa che al solito cercava di sdrammatizzare a modo suo con pessime battute, sventagliandosi il data padd personale vicino al
volto.
"Ancora per poco", rispose Kiron concentrato ad entrambi. "Novità dall'ammasso vegetale?", chiese poi in direzione dell'ufficiale alla consolle scientifica.
"Ci sta seguendo e non sembra intenzionato a fermarsi. L'unica nota positiva è che non sta più attaccando da quando abbiamo cominciato ad allontanarci e sembra mantenere una distanza costante."
"Capitano", disse con tono un po' incerto la Ichigawa fissando i dati alla consolle delle comunicazioni. "Rilevo un segnale ripetuto in sequenz.."
"La creatura si è fermata" la interruppe Vaitor. "Che facciamo?"
"Capitano a sala macchine: quanto tempo possiamo reggere a questa temperatura?"
"Non più di un paio d'ore, Capitano. Le ricordo che abbiamo ancora gli scudi ridotti al 5% e siamo terribilmente vulnerabili. Anche un solo colpo può esserci fatale in questa situazione.", rispose l'ingegnere.
"Fermiamoci!", ordinò al timoniere.
"Tenente Ichigawa, cosa stava dicendo a proposito di quel segnale?", chiese osservando la creatura proiettata sullo schermo.
"...sembra che sia una sequenza ripetuta. Non so cosa significhi...sto provando ad applicare diversi algoritmi di traduzione nel caso in cui fosse una sorta di messaggio in qualche lingua a noi sconosciuta ..."
"Prima ci sparano addosso e poi inviano un segnale non appena minacciamo di farli arrosto. Qualsiasi cosa sia...se anche fosse un messaggio..non è di benvenuto. Cerchi di capire se ha davvero un qualche significato. Inutile ricordarle che ... ha meno di due ore di tempo."
Poi si voltò verso Vaitor: "Tenete monitorata la creatura. Voglio aggiornamenti in caso di qualsiasi movimento, aumento anomalo di energia o altro."
Albatross I, nei pressi della pianta gigante
Contemporaneamente
I tre uomini della sicurezza iniziarono a puntare i phaser verso la radice impazzita e sparare non appena si accorsero dell'attacco verso Cooper.
"I phaser non hanno effetto!" esclamò il Guardiamarina Valsen che iniziò a correre per schivare la radice ora diretta verso di lui.
"Continua a sparare e fai da esca", rispose il Tenente Connelly, "Io mi occupo del Comandante Cooper. Tval, lei corra alla navetta a chiamare i soccorsi. Ci serve un medico"
Valsen continuò a correre e sparare, ma aveva l'impressione che l'enorme pianta stesse diventando sempre più rapida, come se stesse imparando a prevedere i suoi movimenti. Ne ebbe la conferma quando, dopo l'ennesimo sparo, la radice arrivò esattamente nel punto in cui si stava dirigendo, all'altezza della sua spalla e riuscì a non farsi colpire, ma solo ferire superficialmente, letteralmente per un pelo.
Intanto Connelly era riuscito a portarsi accanto a Cooper. "Riesce ad alzarsi?", chiese.
"Certo... per chi mi ha preso?", disse lui ansimante e un leggero sorrisetto, che si trasformò in una smorfia di dolore non appena cercò di portarsi in posizione seduta e avvertì una fitta all'altezza del petto.
"Lasci fare a me", concluse Connelly vedendolo in difficoltà e piegandosi per sollevarlo e portarlo via in modo più veloce e indolore possibile.
Stava giusto rialzandosi tenendo Cooper in braccio, che mentre quest'ultimo si stava lasciando sfuggire con il poco fiato che aveva la battuta "So che avrebbe preferito prendere in braccio una donna...", che udirono un grido atroce.
Il Guardiamarina Valsen era stato colpito dalla radice che lo aveva penetrato dall'occhio e bucando il cranio dall'altro lato. Purtroppo non c'era più nulla da fare.
Connelly iniziò a correre più veloce che potè reggendo Cooper, ma era inutile correre: fintantoché la pianta non si sentiva più minacciata, non stava più agitando le proprie radici.
Albatross I, Albatross City
04/06/2397, Ore 18.30 - D.S. 74424.03
Una volta scesi dall'ascensore si trovarono in una stanza dalle superfici completamente bianche. Getti di un liquido caldo colpirono ognuno di loro, albatrossiani compresi, dal soffitto per alcuni minuti.
Successivamente, seguirono getti di aria calda per asciugarli.
Quindi si aprì la porta di fronte a loro e l'abitante di Albatross iniziò a togliersi prima il casco, rivelando dei lunghi capelli blu elettrico e delle squame ai lati del collo, e poi a slacciare la tuta.
"Benvenuti su Albatross. Mi chiamo Alisha", disse con voce profonda.
Rumar rimase stupito vedendo una donna dal momento che si era fatto l'idea di avere a che fare con un individuo di sesso maschile.
"Sarà meglio che rimaniate qui mentre vi procuriamo degli abiti e chiamiamo un medico per la vostra amica."
"Io sono un medico, è sufficiente che ci forniate le strumentazioni ed i medicinali necessari a curarla. Al resto penserò io.", rispose Julia.
Ma Alisha la ignorò e si allontanò con i suoi compagni.
I tre si scambiarono delle occhiate.
"E quindi i sopravvissuti si sono rifugiati nel sottosuolo?", chiese Julia prendendo per il polso Erjn per verificare la stabilità del battito.
"La logica direbbe questo. Ma, ad ogni modo, presto avremo risposta per tutte le nostre domande", risposte Wu.
Dopo pochi minuti, arrivarono due albatrossiane portando delle tute per ogni membro della squadra e due uomini con una barella che fecero sdraiare Erjn mentre il gruppo si vestiva.
La Dottoressa Squiretaker seguì gli uomini con la barella, mentre Wu e Rumar seguirono Alisha all'esterno della sala in cui erano stati disinfettati.
Albatross I - Albatross Underground City
04/06/2397, Ore 18.45 - D.S. 74424.06
Wu e Rumar attraversarono alcune gallerie e furono condotti all'interno di una stanza spoglia con solo un tavolo e delle sedie entrambi di ferro.
"Prego, accomodatevi. Se avete fame posso farvi portare qualcosa..." esordì Alisha.
"Non abbiamo fame", rispose la Wu, dal momento che non era sicuro fidarsi.
"A dire il vero sì...", la contraddì Krell. "Abbiamo fame di informazioni. Abbiamo ricevuto la vostra chiamata di soccorso e questo è il motivo per cui ci siamo ritrovati in questa situazione. Abbiamo visto un umanoide ... in una pianta ... Contro chi o cosa state combattendo? Cosa è successo al vostro pianeta?"
Il volto di Alisha si fece scuro e iniziò a raccontare.
"Tutto iniziò all'incirca un anno fa ... registrammo l'impatto di un oggetto non identificato sulla superficie del pianeta, ai margini di Albatross City. In quel periodo sottovalutammo il pericolo che stavamo correndo, per via dell'ignoranza e ci limitammo a delimitare il perimetro dell'impatto ed avviare delle ricerche su quello che sembrava essere un albero caduto dal cielo.."
"Con il passare del tempo iniziarono a verificarsi dei fenomeni anomali su tutta Albatross, come l'incremento della crescita dei vegetali, a discapito della fauna locale e la sparizione inspiegabile
anche di alcune persone... Inizialmente nessuno collegò questi fenomeni con l'arrivo dell'albero e tutti se ne dimenticarono mentre questo aveva iniziato a crescere in maniera smisurata. Quando ci accorgemmo che la flora stava invadendo piano piano l'intero pianeta, iniziammo a cercare di contrastarla con le armi, venendone feriti, motivo per cui abbiamo richiesto soccorso. Purtroppo nessuno prima di voi ha risposto alla nostra richiesta, quindi il governo rese pubblica l'esistenza dei tunnel sotterranei in cui ci troviamo, e che inizialmente erano pensati per tutt'altro scopo, e iniziammo a rifugiarci qui, schermati dalla superficie, in attesa di trovare una soluzione ed uscendo in superficie solo per prelevare i campioni necessari alle nostre ricerche."
Fece una pausa.
"Come vi accennavo quando vi ho trovati, la pianta si riproduce utilizzando delle spore. L'unico metodo abbastanza efficace che abbiamo per contrastarla al momento è il fuoco."
"E non avete idea del motivo per cui questa pianta sia venuta proprio su Albatross?", chiese Rumar.
"No", ammise Alisha "La nostra teoria più verosimile è che si tratti di una creatura parassita e che una volta che non avrà più nutrimento dal nostro pianeta si sposterà su un altro per continuare a vivere."