Singolarità, luogo sconosciuto
USS Seatiger - Plancia
01/09/2398, 12:45 - D.S. 75667.21
La calma apparente che aveva avvolto la plancia dopo il messaggio degli alieni iniziò a incrinarsi, come una lastra di ghiaccio sottile sotto il peso di una serie di domande inespresse che si affollavano nella mente di Kenar. Nonostante il momentaneo sollievo di aver stabilito un contatto che sembrava pacifico, un formicolio di profonda incertezza gli serpeggiava nello stomaco. Quegli esseri iridescenti, con la loro comunicazione musicale e la loro tecnologia incomprensibile, rimanevano un enigma totale.
Chi erano esattamente?
Qual era la natura degli 'Oscuri', quella strana razza che li aveva attaccati con tanta ferocia?
E, soprattutto, perché quegli 'Oscuri' sembravano così determinati allo sterminio degli ovoidi?
Un dubbio ancora più inquietante si insinuò nella sua coscienza. Si era forse infilato, senza rendersene conto, in una guerra che non lo riguardava minimamente?
I regolamenti della Flotta Stellare erano chiari e stringenti riguardo alla non interferenza nelle culture aliene pre-warp o in conflitti interni ad altre civiltà. Aveva forse, nel suo tentativo di aiutare degli sconosciuti in pericolo, commesso un errore madornale, contravvenendo ai principi fondamentali della Federazione?
E se anche così fosse, ammesso che avesse oltrepassato il limite, cosa avrebbe dovuto fare ora?
Abbandonare quegli esseri che avevano implorato il loro aiuto, lasciandoli in balia di una minaccia sconosciuta?
L'idea gli ripugnava, ma la responsabilità del suo equipaggio e della sua nave pesava come un macigno sulle sue spalle. Ogni decisione presa in questo luogo sconosciuto e con questi interlocutori enigmatici poteva avere conseguenze imprevedibili e potenzialmente catastrofiche.
Il "benvenuto" ricevuto, pur rassicurante nelle parole, non dissipava il denso velo di mistero che avvolgeva questa nuova realtà.
"Signor Queen" esordì il Capitano Kenar, la sua voce, pur mantenendo un tono di comando, tradiva una sottile inquietudine che aleggiava nell'aria densa di interrogativi "Queste distorsioni quantiche che i nostri ospiti hanno menzionato con tanta nonchalance... hanno lasciato tracce energetiche residue o anomalie spaziali rilevabili dai nostri sensori?"
"Al momento non rilevo nulla dalla mia consolle."
"Prosegua con le sue indagini! Dobbiamo assolutamente capire la natura esatta di ciò che ci è successo. Non possiamo navigare alla cieca in questa dimensione sconosciuta, basandosi unicamente sulle rassicurazioni di esseri che a malapena comprendiamo" il Capitano si massaggiò il mento con espressione riflessiva "Analizzi a fondo ogni parametro, voglio sapere se ci sono state fluttuazioni nel campo subspaziale, variazioni nel continuum spazio-temporale, qualsiasi eco di questo 'evento' che possa fornirci una chiave di lettura. Non possiamo escludere che queste distorsioni abbiano avuto effetti collaterali sulla nave, magari a livello strutturale o nei nostri stessi sistemi"
Queen, ancora intento ad analizzare il flusso di dati alieni, annuì distrattamente. Dopo alcuni istanti, distolse lo sguardo dallo schermo, i suoi occhi che riflettevano ancora una certa dose di perplessità "Sto analizzando i pattern energetici che precedono e seguono l'evento, ma le letture sono anomale, decisamente al di fuori di qualsiasi parametro conosciuto. Da una prima analisi, sembra che per una frazione di secondo, la nostra nave sia stata... come se vibrasse a una frequenza diversa, sfasata rispetto al normale continuum spazio-temporale, ma non semplicemente nello spazio, bensì a un livello più fondamentale, dimensionale. Immagini, Capitano, se la nostra realtà fosse un tessuto, è come se fossimo stati temporaneamente sovrapposti a un altro strato di quel tessuto, una realtà contigua ma distinta. Questa sovrapposizione, seppur breve, potrebbe aver causato l'instabilità che abbiamo avvertito, come due onde che interferiscono, creando picchi e valli energetiche inattese. Sto cercando di isolare la firma energetica specifica di questa 'sfasatura' e di capire se ha lasciato una qualche forma di risonanza o eco dimensionale nel nostro ambiente attuale, ma non so se i nostri sensori siano in grado di fare una simile analisi."
"E perché proprio noi?" chiese Finn, la cui usuale esuberanza era smorzata da quanto accaduto.
"L'analisi delle comunicazioni avute con questa razza di ovoidi indica una loro mancanza pregressa di interazioni con entità la cui composizione ontologica corrisponda alla nostra" intervenne l'ufficiale tattico T'Kar, la sua voce un modello di compostezza e controllo che si stagliava nettamente contro la sottile, ma percepibile, tensione che permeava la plancia "La terminologia utilizzata, sebbene tradotta attraverso i nostri algoritmi, suggerisce una distinzione fondamentale fra le nostre razze a livello strutturale, definita, seppur in modo vago, come 'sostanza'. Pertanto è una deduzione logica postulare che la sequenza di eventi anomali sperimentata dalla nostra nave possa essere attribuita a una reazione inattesa, e presumibilmente non intenzionale, alla nostra intrusione spazio-temporale nella loro dimensione. La loro comprensione delle implicazioni di tale coesistenza di sostanze dissimili potrebbe essere limitata, e la loro curiosità, come hanno successivamente ammesso, potrebbe aver innescato processi fisici a noi sconosciuti, risultando nell'instabilità dimensionale che abbiamo registrato. Ulteriori analisi del loro linguaggio e dei dati ambientali di questa dimensione saranno necessarie per corroborare questa ipotesi e comprendere appieno la natura di tale reazione"
In quel preciso istante, ogni residuo di quiete sulla plancia fu bruscamente infranto dal movimento improvviso e dalla postura rigida di Tholos. L'ufficiale alle operazioni, fino a quel momento concentrato sui suoi monitor, si voltò di scatto sulla sua postazione, il capo leggermente inclinato, le lunghe antenne andoriane che usualmente oscillavano con un ritmo calmo, ora vibravano con una frequenza anomala, palpabile espressione di una tensione inattesa.
"Capitano!" esclamò con una voce che, pur mantenendo un tono professionale, era percettibilmente più acuta del solito "Sto rilevando un'anomalia energetica di natura sconosciuta. La fonte sembra essere localizzata con precisione in prossimità di uno dei gruppi di entità aliene che si sono progressivamente avvicinate al perimetro della nostra nave"
Le dita di T'Kar si mossero rapidamente sulla console, svolgendo una serie di controlli sullo schermo tattico "Confermo. La fluttuazione è di intensità significativa e presenta pattern che non corrispondono a nessuna firma energetica precedentemente registrata"
Sul visore principale, l'attenzione di tutti si focalizzò su uno degli ovoidi iridescenti che fluttuavano nella luce eterea della loro dimensione. Improvvisamente, la sua superficie cangiante parve intensificare la propria luminescenza, i colori danzanti divennero più vividi, quasi accecanti. Intorno al suo perimetro si manifestò un alone di energia palpabile, una sorta di alone tremolante e instabile che pulsava con un ritmo irregolare. Gli altri esseri ovoidali nelle immediate vicinanze reagirono con un movimento coordinato di allontanamento, come se un campo invisibile li respingesse. Contestualmente, emisero brevi e frammentate sequenze del loro peculiare linguaggio musicale, una serie di modulazioni sonore che il computer di bordo, pur nella sua limitata comprensione, tentava di interpretare e restituire in stringhe di testo sulla parte inferiore dello schermo: "...inatteso..." comparve, seguito da "...cambiamento..." e infine da un più inquietante "...non previsto...".
La confusione e un vago senso di allarme si diffusero rapidamente tra i membri dell'equipaggio della Seatiger, mentre osservavano la scena surreale svolgersi davanti ai loro occhi.
"Signor T'Kar" comandò il Capitano Kenar, la sua voce ferma era priva di esitazione, nonostante la crescente incertezza della situazione "Concentri immediatamente i sensori tattici su quella specifica fluttuazione energetica. Voglio una lettura completa dello spettro, della sua intensità, della sua frequenza e di qualsiasi sottocomponente rilevabile. Confronti i dati con le informazioni che abbiamo raccolto sulle distorsioni quantiche menzionate dagli alieni nel loro messaggio iniziale. È imperativo stabilire se esiste una correlazione tra questo evento attuale e le anomalie dimensionali che abbiamo precedentemente sperimentato. Questa manifestazione potrebbe rappresentare un effetto ritardato, una conseguenza inattesa della loro curiosità, o forse un fenomeno completamente nuovo"
Lo sguardo del Capitano era fisso sull'ovoide luminescente, mentre la mano destra, con un movimento quasi automatico, si posava sul bracciolo della poltrona di comando, un gesto sottile che tradiva una tensione interiore mantenuta sotto stretto controllo.
Poi, in un singolo, agghiacciante momento, il benessere illusorio si frantumò. Un'ondata di dolore puro e inatteso si abbatté sulla plancia, piegando tutti i presenti in due come se una forza invisibile e brutale li avesse colpiti al plesso solare. Non si trattava di un dolore localizzato, ma di una sofferenza lancinante che irradiava da ogni singola fibra del loro essere. Era come se ogni centimetro quadrato della loro pelle fosse improvvisamente avvolto dalle fiamme, come se i loro muscoli si contorcessero sotto una scarica elettrica di inaudita potenza, come se le loro ossa fossero strette in una morsa di ferro incandescente. Perfino l'atto più basilare e involontario, il semplice inspirare ed espirare, si trasformò in un'agonia straziante, ogni respiro un raschiare di lame sulla gola infiammata. Fu una frazione di secondo che parve dilatarsi in un'eternità di tortura fisica e mentale, un assalto sensoriale così violento da oscurare ogni altro pensiero. E così come era iniziato, con la stessa inspiegabile rapidità, il tormento cessò di colpo, lasciando dietro di sé solo corpi tremanti, volti pallidi e rigati di sudore, e il suono rauco e affannoso di polmoni che lottavano per riprendere un ritmo normale, boccheggiando avidamente l'aria che fino a un istante prima sembrava un lusso proibito.
Con un misto di stordimento e dolorante incredulità, gli ufficiali, ancora piegati dal recente assalto fisico, si sforzarono di rimettersi a sedere sulle rispettive postazioni. Un gemito sommesso sfuggì a qualcuno mentre i muscoli indolenziti protestavano contro ogni movimento. Lentamente, con un atto di volontà che costava uno sforzo considerevole, si spinsero sulle braccia per rimettersi in piedi, le gambe ancora incerte.
Il ritorno alle proprie consolle fu un processo goffo e rallentato, ognuno muovendosi con la cautela di chi teme un'altra ondata di dolore improvviso. La sensazione fisica, pur persistendo come un vago e sgradevole eco del tormento precedente, si era gradualmente attenuata, riducendosi a poco più di un fastidio sordo, un costante e irritante promemoria dell'esperienza appena vissuta. Tuttavia, se il corpo iniziava lentamente a riprendersi, la mente rimaneva turbata e confusa. L'incapacità di comprendere la natura di quell'attacco fulmineo e inspiegabile, quella fiammata di dolore che aveva percorso ogni nervo, aveva lasciato tutti profondamente scossi, un'ombra di inquietudine che oscurava la loro consueta professionalità e prontezza. Nei loro occhi si leggeva la domanda muta: cosa era stato? E, soprattutto, cosa avrebbe potuto scatenare un simile supplizio?
"Capitano" annunciò T'Kar dopo una breve ma intensa analisi dei dati in arrivo, la sua voce, pur mantenendo la consueta inflessione controllata, presentava una sottile sfumatura di novità "Le mie analisi confermano la presenza di un emissione anomala. Si tratta di onde che presentano le caratteristiche tipiche di quelle telepatiche, sebbene con una firma energetica peculiare, non riconducibile a specie conosciute nei nostri archivi. La traiettoria di questa emissione sembra inequivocabilmente diretta verso la nostra attuale posizione. Fatto ancora più significativo.." aggiunse l'ufficiale vulcaniano, le sue sopracciglia appena percettibilmente più alte del solito "queste onde telepatiche sembrano aggirare completamente i nostri protocolli e sistemi di comunicazione standard. Non stanno utilizzando i normali canali di trasmissione o le frequenze designate è come se stessero cercando un percorso diretto alle nostre menti, operando al di fuori delle nostre difese elettroniche"
"Una comunicazione diretta dove!?"
Singolarità, luogo sconosciuto
USS Seatiger, Infermeria
01/09/2398, 12:50 - D.S. 75667.22
Althea, pur sentendo ancora il peso della stanchezza accumulata nelle ore frenetiche dell'emergenza, provava un crescente senso di sollievo nell'osservare i chiari segni di miglioramento che si manifestavano nei parametri vitali di Anna sul suo monitor. Tuttavia, il suo sguardo tornava con frequente e vigile attenzione alla capsula di stasi che ospitava Droxine. Sebbene la stabilizzazione iniziale avesse rappresentato una vittoria cruciale contro la furia distruttiva del disgregatore, Althea continuava a monitorare i dati del capo ingegnere con una preoccupazione che, pur non essendo più disperata come in precedenza, rimaneva comunque acuta. I progressi di Droxine, seppur incoraggianti rispetto alle condizioni disperate del suo arrivo in infermeria, non erano ancora tali da permettere ad Althea di abbassare la guardia. La ricostruzione del tessuto polmonare danneggiato e la riparazione delle lesioni spinali erano processi delicati e complessi, e ogni minima fluttuazione nei suoi parametri poteva rappresentare un potenziale pericolo. Althea sapeva che la strada verso una completa guarigione era ancora lunga e costellata di incognite, e la sua attenzione medica rimaneva focalizzata nel garantire che questa promettente ripresa non subisse brusche e fatali inversioni di tendenza.
Improvvisamente, il fruscio regolare dei macchinari medici e il leggero bip dei monitor svanirono per Althea, sostituiti da una nuova, inattesa percezione che si insinuò direttamente nel suo flusso di coscienza. Non un suono che le giungeva alle orecchie, ma una voce che si formava con nitida chiarezza all'interno dei confini della sua mente, vibrando come una corda tesa nel silenzio interiore. Non era udibile attraverso gli altoparlanti dell'infermeria, nessun segnale che potesse essere captato dai sensori ambientali eppure, era lì, inequivocabile nella sua presenza, un pensiero che si manifestava con una naturalezza disarmante, quasi fosse una sua stessa intuizione portata alla luce. L'intrusione, sebbene innegabile e in un certo senso sorprendente, non aveva la connotazione di una violazione ostile o allarmante al contrario, la voce possedeva una tonalità sorprendentemente pacata e serena, come un sussurro gentile che rompe un momento di profonda concentrazione.
*Sentiamo distintamente la vostra ansia, il peso delle responsabilità che gravano su coloro che guidano* la voce nella mente di Althea vibrava con una sottile risonanza empatica, quasi percepibile come un leggero calore *Avvertiamo la vostra frustrazione per la nostra alterità, per la difficoltà che incontrate nel comprendere appieno. Uno dei nostri... spinto da una curiosità forse eccessiva e da una comprensione ancora imperfetta della vostra complessa sostanza biologica, ha intrapreso un tentativo di connessione... in un modo che ora comprendiamo essere stato troppo diretto, troppo invasivo per la vostra fragile integrità fisica e mentale. Vi assicuriamo con la massima sincerità che non vi era alcuna intenzione di causare turbamento, né tantomeno la sofferenza acuta che avete sperimentato. La nostra natura non contempla il dolore inflitto deliberatamente il nostro intento era puramente conoscitivo, seppur espresso in una maniera che si è rivelata profondamente errata*
"State comunicando direttamente con la mia mente?" esclamò Althea, la sorpresa e un pizzico di incredulità che trasparivano nel suo tono, nonostante il tentativo di mantenere la compostezza professionale "Ma come... come è possibile un simile contatto? Sino ad ora, la nostra interazione con la vostra specie è sempre avvenuta attraverso la mediazione di un contatto fisico, che ha permesso, presumo, una qualche forma di trasferimento o condivisione sensoriale. Questa... questa intrusione diretta nel mio flusso di coscienza... è un meccanismo completamente nuovo"
*Abbiamo avuto modo di interagire con la tua essenza in una maniera più intima, attraverso la connessione fisica che hai reso possibile* la voce nella mente di Althea assunse una sfumatura leggermente diversa, quasi contemplativa *Questo contatto diretto ci ha offerto una prospettiva unica, un accesso a una comprensione di te che differisce significativamente dalla nostra percezione degli altri individui della tua specie. Tu... senti in modo più intenso, le tue reazioni emotive, le tue percezioni sensoriali, tutto sembra amplificato rispetto alla norma che abbiamo osservato finora. Non comprendiamo appieno il meccanismo alla base di questa tua peculiarità, la ragione per cui la tua 'sostanza' sembri vibrare a una frequenza emotiva più elevata. Tuttavia, l'evidenza delle nostre interazioni con te è inequivocabile: la tua capacità di percepire e reagire al mondo che ti circonda è, in qualche modo, più profonda, più vivida di quella degli altri*
"Sono una betazoide" rispose Althea, la rivelazione che spiegava finalmente la sua maggiore sensibilità emotiva e la sua predisposizione telepatica.
*Per la nostra specie* proseguì la voce nella mente di Althea, con una tonalità che suggeriva una logica aliena ma non per questo meno ponderata *La trasmissione diretta del pensiero rappresenta una modalità di comunicazione intrinseca, un canale privilegiato per veicolare concetti che trascendono la linearità e le limitazioni intrinseche dei sistemi linguistici verbali o simbolici. Soprattutto in contesti di interazione con forme di vita la cui architettura cognitiva e i cui codici comunicativi si discostano significativamente dai nostri, come nel vostro caso, riteniamo che la telepatia offra un percorso più... immediato ed efficace per superare le inevitabili barriere linguistiche. Essa permette un trasferimento di significato più completo, includendo sfumature emotive, contestuali e concettuali che spesso si perdono o si distorcono nel processo di traduzione e interpretazione attraverso mezzi convenzionali*
Per un breve istante Althea si limitò a restare in silezio, ma poi la sua espressione si fece improvvisamente seria, come se un pensiero cruciale avesse interrotto il flusso delle sue parole "Aspettate un momento" aggiunse, la fronte aggrottata in un'espressione di confusa preoccupazione "Avete parlato di aver causato un turbamento, di aver provocato sofferenza... ma qui, in infermeria, a parte la mia iniziale sorpresa per questo contatto mentale diretto, non è successo nulla di simile. A cosa vi riferite esattamente? C'è qualcun altro sulla nave che ha subito... delle conseguenze inattese dalla vostra azione?"
La sua mente corse rapidamente ai colleghi in plancia, al Capitano, a Finn e a tutti gli altri. Un vago presentimento, un'eco di quella sofferenza descritta dalla voce aliena, iniziò a farsi strada nella sua coscienza.
In quel momento di potenziale crisi, Althea percepì con un acuto rimorso la barriera che, per necessità professionale e forse per un inconscia forma di autodifesa emotiva, aveva eretto intorno alla propria mente. Concentrata unicamente sui delicati equilibri della vita e della morte nell'infermeria, aveva istintivamente chiuso i canali alla miriade di emozioni che fluttuavano costantemente intorno a lei, le paure, le ansie, persino le speranze dei suoi compagni. Ora, di fronte a questa minaccia invisibile e potenzialmente diffusa, quel momentaneo isolamento si rivelava una scelta di cui si stava amaramente pentendo, un muro eretto che le aveva impedito di percepire segnali di pericolo imminente, di comprendere appieno la portata del turbamento che aveva colpito la sua nave ed i suoi colleghi.
Althea sfiorò il comunicatore "Infermeria a plancia, va tutto bene lì?"
=^=Qui plancia. Dottoressa..=^= la voce del Capitano Kenar giungeva attraverso l'interfono della nave con una formalità leggermente accentuata, quasi a voler mascherare una sottile inquietudine =^=..le stavo per porre esattamente la stessa domanda. I nostri sistemi di rilevamento hanno intercettato una comunicazione telepatica, ma non riusciamo a interrompere o modulare in alcun modo questo flusso di pensieri che sembra diretto in infermerie. Avete per caso stabilito un contatto diretto con una delle entità aliene?=^=
"Beh, Capitano, a dire la verità, non sono stata io a stabilire il contatto. Sembra che siano stati loro a connettersi direttamente con la mia mente" Althea cercò di ricordare quanto gli era stato detto in modo da riferirlo al suo superiore "Mi hanno comunicato di essere profondamente dispiaciuti. A quanto pare, uno di loro, mosso da una curiosità eccessiva, ha tentato una qualche forma di connessione in un modo che ora riconoscono essere stato 'troppo diretto"
=^=Il loro modo diretto ci ha quasi ucciso, Dottoressa!=^= la voce di Finn irruppe nella conversazione, carica di un'emozione palpabile che superava la sua abituale esuberanza. Si percepiva chiaramente il riverbero del recente terrore, un eco ancora viva della sofferenza improvvisa che aveva colpito la plancia =^=Non so cosa abbiano fatto, ma è stato... orribile. Un dolore lancinante, come se fossimo stati disintegrati dall'interno. Se questo è il loro modo di dire ciao, preferirei di gran lunga un siluro fotonico!=^= la sua voce tremava leggermente, rivelando quanto profondamente l'esperienza lo avesse scosso.
*Ci scusiamo ancora profondamente per l'accaduto* La voce nella mente di Althea vibrava con un'evidente nota di contrizione *La nostra sete di conoscenza, la nostra intrinseca curiosità verso la vostra peculiare 'sostanza' e la vostra complessa architettura biologica, hanno in questo frangente superato i limiti della nostra abituale prudenza e del nostro rispetto per l'integrità altrui. L'individuo responsabile di questo... tentativo di connessione eccessivamente invasivo è stato immediatamente identificato e... richiamato con fermezza alla necessità di esercitare la massima cautela e il dovuto rispetto in ogni futura interazione con la vostra specie. Si percepiva una pausa, quasi un sospiro mentale. Comprendiamo ora la fragilità della vostra forma e la potenziale pericolosità di azioni che per noi potrebbero apparire innocue o puramente esplorative*
"Ehm.. si scusano ancora. La curiosità ha superato la loro prudenza. L'individuo responsabile è stato richiamato alla cautela"
=^=Vogliamo capire cosa è successo=^= insistette Kenar =^=E assicurarci che non accada di nuovo. Stavamo comunicando attraverso quelle vocalizzazioni musicali, che cosa li ha spinti a tentare una nuova forma di contatto?=^=
*Il nostro attuale approccio comunicativo verbale, pur essendo un primo tentativo di interazione con la vostra specie, è intrinsecamente limitato e consente unicamente il trasferimento di informazioni basilari* la voce nella mente di Althea modulò un tono tranquillo, con una accezione quasi riflessiva *Tentare di esprimere la complessità della nostra civiltà e della nostra situazione attuale attraverso questo mezzo richiederebbe tempi eccessivamente lunghi, rendendolo inefficace.*
Altea sospirò a quelle parole per poi ripetere al Capitano quanto sentito, seppure in modo molto più sintetico "Dicono che la comunicazione verbale è troppo primitiva e limitata per trasferire informazioni complesse"
La voce del Capitano non suonava affatto convinta =^=E quindi che cosa pensavano di fare? Non posso rischiare che mettano in pericolo la salute del mio equipaggio!=^=
*Comprendiamo appieno la vostra reazione e le vostre preoccupazioni* La voce nella mente di Althea modulò un tono di serena comprensione *L'individuo in questione ha intrapreso un tentativo di stabilire una forma di risonanza quantica con la vostra struttura molecolare. Per la nostra specie è un processo che si basa su principi fisici a noi familiari e che spesso utilizziamo intuitivamente per la condivisione di informazioni a un livello fondamentale, quasi pre-cognitivo. Tuttavia, comprendiamo ora che la vostra 'sostanza', con la sua differente organizzazione energetica e la sua intrinseca coesione biologica, si è rivelata particolarmente vulnerabile e destabilizzata da tale approccio. Non appena abbiamo percepito, attraverso i nostri canali percettivi, il significativo disagio e la violenta reazione che questo tentativo stava provocando nei vostri sistemi biologici, abbiamo immediatamente interrotto il processo, ritirando la nostra influenza quantica nel tentativo di minimizzare ulteriori effetti negativi* La voce sembrò incresparsi di un leggero rammarico *La nostra intenzione era puramente conoscitiva, un desiderio di comprendere la vostra essenza a un livello più profondo, ma la nostra inesperienza con forme di vita così diverse ci ha condotto a un errore di valutazione dalle conseguenze quasi fatali*
Althea, consapevole del suo ruolo inatteso di interprete tra due forme di vita così radicalmente diverse, si sforzò di tradurre con la massima accuratezza e sensibilità le parole che risuonavano ancora fresche nella sua mente "Capitano, dicono che l'individuo in questione abbia tentato una forma di risonanza quantica con la vostra struttura molecolare. Un processo che per loro è intuitivo, ma che per la nostra 'sostanza' si è rivelato destabilizzante. Hanno interrotto immediatamente il processo non appena hanno percepito il disagio"
=^=Risonanza quantica? Potrebbero fornirci maggiori dettagli su questo processo?=^=
*Certamente, comprendiamo e accettiamo la richiesta del Capitano Kenar* La voce nella mente di Althea modulò una tonalità che suggeriva una considerazione logica e pragmatica *Tuttavia, per un proficuo scambio di informazioni e per una reciproca comprensione più approfondita, riteniamo che se accettaste il nostro invito di recarvi direttamente nel nostro mondo, un ambiente esterno alla nave o comunque slegato da questa intensa attività sensoriale che creeremo espressamente allo scopo, la nostra comunicazione telepatica risulterebbe più chiara e focalizzata. In un simile contesto, potremmo unirvi alla nostra coscienza collettiva e condividere con maggiore efficacia la nostra conoscenza, illustrare i principi alla base delle nostre interazioni e, soprattutto, comprendere appieno la natura delle vostre esigenze e i vostri obiettivi. Vi chiediamo quindi di scegliere dei delegati che possano parlare a nome della vostra nave. Resteremo in attesa di conoscere la vostra decisione in merito"
Il contatto mentale cessò, lasciando la dottoressa immersa in un silenzio quasi innaturale dopo la strana conversazione avuta nella sua testa.
=^=Dottoressa, è ancora lì?=^=
"Sì Capitano, se ne sono andati ma prima mi hanno fatto una strana richiesta"
=^=Mi raggiunga nel mio ufficio, voglio capire di che si tratta=^=