Missione 11










USS SEATIGER

presenta


USS SEATIGER

Missione 11

Missione 11






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della USS SEATIGER,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della USS SEATIGER, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 0000



www.starfleetitaly.it | USS SEATIGER








Equipaggio

Capitano Capitano Arjian Kenar Geran

Ingegnere Capo Tenente Comandante Droxine Carelli

Ufficiale Medico Capo Tenente Althea Sheva

Capitano
Arjian Kenar Geran
Capitano

Tenente Comandante
Droxine Carelli
Ingegnere Capo

Tenente
Althea Sheva
Ufficiale Medico Capo


USS SEATIGER

Autori

Capitano
Arjian Kenar Geran
Michele Congia

Ingegnere Capo
Droxine Carelli
Massimiliano Badi

Ufficiale Medico Capo
Althea Sheva
nd nd






Sommario


Sinossi
11.00 - Primo Contatto
11.01 - Excusatio non petita
11.02 - Haven

Sinossi

Missione 11



11.00 - Primo Contatto

Autore: Tenente Althea Sheva


USS Seatiger - Sala tattica
18/07/2398, ore 15:27 - D.S. 75544.23


Erano passate alcune settimane da quando la USS Seatiger si era lasciata alle spalle Kegan Voi e le conseguenze emotive della scoperta di essere un po' meno soli in questo strano universo. I primi giorni erano stati sicuramente i più duri: l'equipaggio temeva che Treena potesse tramutarsi in qualsiasi momento e la paura che riuscisse ad aggirare i controlli aveva paralizzato alcuni membri dell'equipaggio. Poi il tempo era passato e ciò che ne era rimasta era solo una profonda delusione.

La mutaforma aveva rispettato la sua parte dell'accordo, riversando addosso alla sezione scientifica un fiume di informazioni tanto millantate, ma si trattava di dati puramente teorici.

I tre mutaforma avevano avuto molti anni per capire come fossero giunti in quell'universo, ma questa conoscenza non li aveva avvicinati poi molto a trovare una soluzione per tornare a casa. Avevano analizzato a più riprese i dati raccolti dalle loro navi, nella speranza di trovare un indizio per tornare alla propria realtà. Tuttavia, una volta giunti sul pianeta, si trovarono privi degli strumenti scientifici necessari per proseguire le loro ricerche spaziali.

Il Capitano stava tamburellando nervosamente con le dita sul lungo tavolo presente nella sala tattica, la sua voce era cupa quando prese la parola: "La domanda più importante che dobbiamo assolutamente capire è il modo in cui la flotta del Dominio è giunta qui! Sono stati attaccati all'interno del tunnel? Ma chi poteva voler intervenire al fine di salvare la Federazione con una simile tecnologia?"

Finn fece una smorfia scettica e osservò lo scienziato con aria perplessa: "Ma, piuttosto, non dovremmo concentrarci su come tornare a casa?"

"È per questo che è tanto importante capire cosa è successo ai mutaforma!" Arjian si prese il tempo di spiegare la questione a Finn: "Sappiamo di essere stati attirati in questo universo da un'onda di spostamento planare, una sorta di tunnel spazio-temporale stabilizzato nel breve periodo. Non è stato un caso, Finn. Furono le Galeteane a cercare di catturarci ma, grazie alle contromisure del Capitano Khayr, il nostro destino è stato alterato. Il tunnel spaziale artificiale è stato dirottato, portandoci qui"

"Ma questo lo so già!"

"Temo che non abbia compreso la questione" il Comandante TKar intervenne, la voce grave e profonda non lasciava trasparire emozioni. Fissando intensamente Finn, aggiunse: "Le possibilità di ricreare esattamente la situazione che ha spinto la Seatiger in questo universo e di sfruttarla per tornare a casa sono infinitesimali. Stiamo parlando di una probabilità che rasenta lo zero. Dobbiamo considerare altre opzioni"

"Vuole dire che non abbiamo nemmeno una possibilità di tornare a casa!?" Dewey batté una mano sulla lunga tavola centrale "Andiamo, non vorremo arrenderci ora, giusto?!"

"No, signore, ma temo che la realtà sia decisamente più complessa di come può apparire" il tenente Queen attese un cenno da parte del collega tattico prima di prendere la parola "Se dovessimo tentare di tornare a casa nello stesso modo in cui siamo giunti qui dovremmo prima trovare due navi dotate di una tecnologia molto diversa dalla nostra. La probabilità di riprodurre le condizioni esatte per un nuovo salto dimensionale è paragonabile a trovare un singolo atomo in un universo infinito. Ma, anche se dovessimo riuscirci, non vi è alcuna garanzia che verremmo riportati nella nostra realtà originaria"

"Non abbiamo bisogno di due navi. Una sola, ben equipaggiata, potrebbe riportarci a casa in modo diretto e preciso, sfruttando forse la nostra impronta quantica come guida"

Zoe lanciò l'idea nell'aria, ma il tenente Calvi la accolse con un sospiro: "Un'ipotesi affascinante, ma quanto è probabile che un'altra specie abbia sviluppato una tecnologia simile? Direi che non siano così tante o avremmo avuto modo di conoscere molti altri popoli provenienti da diversi universi!"

"Il multiverso è un labirinto senza fine e noi siamo solo dei granelli di polvere sospesi nel suo vortice"

Le parole del consigliere, il guardiamarina Anena Lawtoein, gettarono un'ombra sulla riunione. La delusione degli ufficiali era palpabile. Il Capitano sapeva che doveva agire in fretta per riportare la concentrazione a bordo.

"Dimenticate come siamo arrivati qui" ordinò Arjian con voce ferma "La vera domanda è come ha fatto la flotta del Dominio ad arrivare qui? Non ha senso che le Galeteane o altre razze ostili abbiano attaccato una flotta diretta verso lo spazio federale"

"Chiunque voglia dominare attacca le flotte nemiche!" Dewey osservò il superiore, soddisfatto dal cambio di discorso "Non escluderei così rapidamente un intervento delle Galeteane. Del resto sappiamo che riescono a spostarsi nello spazio e nel tempo!"

"Questo perché lei sta pensando nel breve periodo. Un'analisi logica delle probabilità indica che l'arrivo della flotta del Dominio nel quadrante Alfa avrebbe invertito le sorti del conflitto con una probabilità del 69,43%. Tuttavia, le conseguenze a lungo termine di tale evento, trascurando i fattori emotivi irrilevanti, avrebbero portato a una destabilizzazione politica su vasta scala, creando le condizioni ideali per l'ascesa delle Galatiane. In sostanza, quella flotta avrebbe agito come un catalizzatore, accelerando la loro conquista della galassia" Tkar enunciò con una voce piatta "Tuttavia, considerando le capacità dei Profeti di manipolare il tempo e lo spazio, ritengo altamente probabile che siano stati loro a causare la scomparsa della flotta. Una stima, pur soggettiva, potrebbe avvicinarsi al 75,03%. In alternativa, si potrebbe ipotizzare una temporanea modifica strutturale del tunnel, forse indotta da una forza esterna sconosciuta, che ha provocato uno spostamento della sua uscita in questo universo. Tale evento, unico nel suo genere, non avrebbe lasciato tracce significative e non si sarebbe più ripetuto. In questo scenario, si potrebbe ipotizzare che l'intensa attività spaziale generata dal passaggio simultaneo di una flotta così numerosa abbia provocato anomalie gravitazionali o distorsioni dello spazio-tempo, con conseguenti effetti collaterali imprevedibili. Tale eventualità, pur non essendo la più probabile, presenta una stima del 17,54%"

"I dati ottenuti da Treena non ci sono d'aiuto al riguardo?"

"Capitano, dopo un'attenta analisi dei dati raccolti, posso affermare che non siamo ancora in grado di determinare con certezza come questa nave sia giunta in questo quadrante. Tuttavia, le informazioni ottenute girano attorno alla necessaria sussistenza di un tunnel spaziale. I wormhole, come ben sappiamo, sono tunnel che connettono due punti distanti dell'universo, permettendo di attraversare enormi distanze in un tempo molto più breve rispetto a un viaggio convenzionale. La sua formazione richiede una deformazione estrema dello spazio-tempo e ciò è alla base di cui potremmo avere bisogno per tornare a casa" lo scienziato si fermò per un attimo, ricordando improvvisamente qualcosa, quindi si voltò verso il primo ufficiale "Come sappiamo, lo spazio-tempo non è uno spazio vuoto e statico, ma può essere curvato e distorto dalla presenza di massa ed energia. Immaginiamo lo spazio-tempo come un enorme lenzuolo elastico: un oggetto pesante, come una stella, deforma questo lenzuolo creando una sorta di buca. Un wormhole rappresenterebbe una deformazione ancora più estrema, un vero e proprio tunnel che collega due punti distanti dell'universo. In altre parole, sarebbe una scorciatoia nello spazio-tempo"

Fynn annuì alla spiegazione prima di chiedere "Quindi volete cercare un tunnel spaziale?"

Queen si limitò ad un breve cenno del capo "Il nostro obiettivo è quello di localizzare un tunnel spaziale, con caratteristiche simili al wormhole bajoriano, al fine di condurre un'analisi comparativa in loco dei dati precedentemente registrati dalla flotta del Dominio. Tale confronto consentirà di sviluppare un modello teorico accurato, permettendoci così di comprendere le dinamiche dello spostamento interdimensionale e, potenzialmente, di replicare le condizioni necessarie per un ritorno nel nostro universo d'origine"

USS Seatiger - Ufficio del Capitano
18/07/2398, ore 17.31 - D.S. 75544.47


Il Capitano Arjian Kenar Geran si passò una mano tra i capelli, lo sguardo fisso sul tenente Symon Bruce, ancora incredulo di fronte alle sue parole.

"Posso assicurarle di aver pensato attentamente alla situazione prima di venire a parlare con lei" la voce del dottore era ferma e calcolata, ispirando una forte determinazione "Sappiamo bene che i nostri sforzi sono votati ad un obiettivo comune, trovare il modo di tornare a casa. Alcuni dei miei colleghi hanno già deciso di dedicare il loro tempo a trovare una soluzione al nostro problema e ritengo che il mio contributo come medico sia cruciale. Sinora non abbiamo considerato a pieno quali potrebbero essere le conseguenze di un viaggio di ritorno fra due universi. Ammetto che la prima volta siamo stati fortunati, l'equipaggio aveva riportato solo delle ferite superficiali. Diversi contusi, un po' di fratture e qualche ustione, ma nulla di veramente grave. Questo però non esclude che un eventuale ritorno, sfruttando un sistema diverso, possa porre in pericolo la salute di tutti noi."

Arjian si limitò ad annuire "Sembra che abbia riflettuto molto sulla questione"

"Sì, Capitano. La nostra priorità è il benessere di ogni membro dell'equipaggio. Non possiamo permetterci di sottovalutare i rischi di un nuovo viaggio interdimensionale. Le ferite riportate in precedenza ci hanno dimostrato che anche i viaggi più brevi possono avere un impatto sulla salute. In qualità di medico, mi impegno a garantire che tutti siano adeguatamente preparati e protetti. La prevenzione è la nostra migliore arma contro gli imprevisti"

Il Capitano congiunse le mani sulla scrivania osservando il medico "E immagino abbia già pensato anche a questi imprevisti"

Symon non sembrò sorpreso dalla domanda del suo superiore e si limitò a rispondere con grande tranquillità: "Stiamo esplorando un territorio inesplorato e, sebbene sia difficile prevedere con esattezza i rischi, è mio dovere sottolinearne alcuni. A breve termine, le differenze nelle leggi fisiche tra un universo e l'altro potrebbero causare malessere, vertigini, cefalea e altre reazioni fisiologiche. A lungo termine, non possiamo escludere l'esposizione a radiazioni ionizzanti o altre particelle sconosciute, che potrebbero indurre mutazioni genetiche con conseguenze imprevedibili sulla salute"

"Posso presupporre che abbia già considerato qualche soluzione?"

"Ritengo fondamentale l'implementazione immediata di nuovi protocolli di protezione dalle radiazioni ionizzanti e dalle particelle subatomiche ad alta energia. Parallelamente, a lungo termine, propongo lo sviluppo e la produzione di capsule di stasi autoalimentate, in grado di proteggere l'equipaggio da qualsiasi minaccia durante il viaggio interdimensionale"

Il Capitano sospirò pesantemente "Sa bene che non possiamo restare senza un ufficiale medico capo"

"Non si preoccupi" sul volto del dottore apparve un sorriso divertito "Ho già in mente la persona giusta per questo incarico"

USS Seatiger - Infermeria
Contemporaneamente


"Va bene, riproviamo" la betazoide sembrava proprio sul punto di esplodere "Jacob, spiegami ancora una volta come hai fatto a ficcare la testa in quel coso? Dai, inventati una versione un po' più convincente, no?"

"Perché non puoi semplicemente credermi?"

"Dovrei credere che sei stato crudelmente attaccato da un contenitore cilindrico che, vittima di inspiegabili forze cosmiche, ha deciso di incastrarsi sulla tua testa a mo di corona?! Ma certamente!" Althea sorrise in modo cospiratorio al guardiamarina prima di lanciarsi in uno dei suoi monologhi "E pensa, anche io ho avuto la mia dose di assurdità stamattina! Sembra che il mio replicatore si sia svegliato di cattivo umore e ha trasformato il mio alloggio in una zona di guerra. Pane tostato che vola in tutte le direzioni, uova strapazzate che schizzano sui muri... un vero disastro! Ora non mi resta che sperare che lo sciopero dei droni di pulizia sia stato annullato o alla fine del mio turno sarà una tragedia dover sistemare quella baraonda!"

"Stai mentendo!"

"No, mi limito a prenderti in giro!" il tenente Sheva incrociò le braccia al petto tornando immediatamente seria "Ma non posso dire lo stesso di te! A parte che il tuo racconto è talmente inconcludente da non necessitare dei miei poteri, ma tu ti rendi conto che stai cercando di ingannare una betazoide?! Siamo telepati, percepiamo le menzogne!"

"Con te non c'è nessun gusto!"

Il volto di Althea si contorse in una smorfia di impazienza mentre ascoltava le parole del guardiamarina. Con un gesto nervoso, si pizzicò il naso "Allora semplificherò la domanda in modo che tu non debba mentire! Ma veramente pensavi di fare colpo sulla tua collega infilandoti quel coso in testa?!"

"Diceva che usciva solo con persone molto snodabili.." Jacob tentò nuovamente di strattonarsi via l'indesiderato copricapo senza ottenere alcun risultato "Andiamo Althea, deve pur esserci un modo per toglierlo! Ho un mal di testa da competizione!"

La betazoide sbuffò prima di avvicinare un carrellino con la strumentazione medica "Ovvio che c'è una soluzione! Chiamiamo due infermieri abbastanza corpulenti, uno tira il contenitore e l'altro ti tiene dalle spalle! Con un po' di fortuna la testa resterà attaccata al collo piuttosto che dentro al contenitore!" all'espressione terrorizzata del guardiamarina la dottoressa proseguì imperterrita "Oppure potremmo legarti a un palo e farti girare su te stesso. Così magari il contenitore si staccherà da solo per la forza centrifuga!"

"Stai scherzando, vero?!"

Con un gesto preciso, Althea conficcò il bisturi laser nel punto più debole del contenitore. Un sottile fischio e un bagliore intenso segnarono l'incisione del metallo. L'effetto ventosa si ruppe all'istante e il cilindro, leggero come una piuma, si sollevò dalla sua testa.

"Eh già, la tecnologia medica a volte ci sorprende con le sue soluzioni più semplici. Chi l'avrebbe mai detto che per togliere un contenitore dalla testa di un uomo bastasse forarlo? Magari ci farò un manuale e lo intolerò come sopravvivere a un incontro ravvicinato del terzo tipo con un contenitore senza perdere la testa"

"Maledizione, ma così lo hai rotto! Questo è il quarto contenitore che distruggo nel giro di una settimana! A questo punto,il tenente comandante Carelli penserà che io abbia un talento innato per fare a pezzi tutto quello che mi capita a tiro! Che cosa dovrei raccontare adesso?"

"Potresti sempre tentare di rifilargli la stessa storia che hai raccontato a me!" sul volto della betazoide si aprì un ampio sorriso "Ma se lo fai devi assolutamente avvertirmi, non voglio perdermi la scena!"

"Sì, certo, oppure potrei dirgli che un mostro spaziale mi ha attaccato e che ho dovuto usare il contenitore come arma per difendere i miei colleghi!" il guardiamarina sbuffò sonoramente "In entrambi i casi sono sicuro che mi crederà all'istante!"

La risata cristallina di Althea andò via via a scemare all'entrata del tenente Bruce. Symon osservò dapprima la collega e poi sospirò soffermando la sua attenzione su Jacob "Guardiamarina Gòmez, di nuovo qui a farci visita?"

"Sì signore, ma stavo tornando in servizio!"

Jacob scattò sull'attenti di fronte al tenente e poi uscì rapidamente dall'infermeria, quasi volesse scappare da una situazione piuttosto spinosa. Althea se ne rimase lì ad osservare la scena con espressione divertita, prima di tornare a guardare il collega "Temo che tu l'abbia terrorizzato.."

"Non c'è dubbio, ma quel ragazzo ha un talento innato per i guai! Sono sicuro che lo rivedremo presto qui, pronto per una nuova avventura!" Symon scosse il capo, un sorriso amaro gli increspò le labbra. Lo sguardo vagò lento per l'infermeria, ricordando le lunghe giornate passate a curare i malati "'Mi mancherà questo posto" sussurrò, quasi a se stesso

"E perché dovrebbe mancarti?" la voce di Althea risuonò sorpresa "Da quanto ne so non siamo più vicini a tornare a casa di quanto non fossimo mesi fa! Inoltre, ammettiamolo, questa più che un'infermeria è una gabbia di matti!"

"Sì, questa è una gabbia di matti ma è qui che ho trovato una famiglia e mi mancherà tutto questo" Symon scoppiò a ridere alle parole di Althea, poi le si avvicinò poggiandole una mano sulla spalla "Ho preso una decisione che ho già comunicato al Capitano. Ho fatto tesoro di tutto il tempo che ho passato qui ma sono convinto che sia arrivato il momento di iniziare un nuovo progetto, le mie conoscenze ed esperienze saranno più utili all'equipaggio se mi dedicherò a trovare un modo sicuro per tornare a casa"

La betazoide spalancò gli occhi sorpresa "Non credo di aver capito.."

"Ho chiesto al Capitano di unirmi al team che si occupa di riportarci a casa, ho lasciato il ruolo di ufficiale medico capo e ho segnalato te come mia sostituta. Il Capitano ti aspetta nel suo ufficio per formalizzare il tuo nuovo incarico ma volevo essere io a darti la notizia" il sorriso di Symon si fece più luminoso "So che sarai fantastica in questo ruolo. Guardati attorno, Althea, perché ora questa è la tua gabbia di matti!"

USS Seatiger - Plancia
01/09/2398, 08:59 - D.S. 75666.77


All'arrivo del Capitano la plancia era avvolta da un'atmosfera di trepidante attesa. Gli schermi proiettavano immagini della nebulosa, un vortice di colori e gas che nascondeva forse il segreto per tornare a casa. Avevano cercato per mesi di individuare un tunnel spaziale che potesse avere le caratteristiche richieste ed ora, finalmente, c'era la possibilità che ve ne fosse uno. Arjian si soffermò ad osservare i membri del suo equipaggio prima di prendere posto al centro della stanza.

"Lo abbiamo trovato?"

La domanda del Capitano attirò l'attenzione del tenente Queen solo per un momento, prima che questi tornasse a prestare attenzione alla sua consolle: "I dati indicano una probabilità del 78,22% che all'interno della nebulosa sia presente una anomalia spaziale compatibile con un tunnel sub-spaziale. Le limitazioni intrinseche delle scansioni a lungo raggio, tuttavia, non consentono di determinare con certezza la stabilità strutturale di tale anomalia. Le interferenze elettromagnetiche generate dalla nebulosa, inoltre, hanno compromesso l'acquisizione di dati più dettagliati. È necessario un approccio più diretto per ottenere dati definitivi"

"Accidenti, ma è bellissima!"

L'espressione stupefatta di Fynn di fronte all'immagine della nebulosa, un vortice di colori pastello e filamenti oscuri che sembravano danzare nello spazio, fece sorridere il Capitano.

"Sì, ammetto che è una nebulosa spettacolare, non ricordo di averne mai viste di simili"

A quelle parole il tenente Queen prese la parola "L'analisi della nebulosa rivela una complessa struttura vorticosa, caratterizzata da filamenti di polvere interstellare e regioni di gas ionizzato emettenti radiazione elettromagnetica nello spettro visibile. La presenza di elementi superpesanti e di una componente significativa di materia oscura è stata confermata da analisi spettroscopiche. I dati suggeriscono un'intensa attività al centro della nebulosa, coerente con la presenza di una singolarità gravitazionale. Modelli teorici indicano che la nebulosa si trova in una fase evolutiva avanzata, con una durata stimata di pochi milioni di anni. L'ipotetico wormhole, sulla base dei dati a disposizione, sembra posizionato in una regione caratterizzata da una curvatura dello spazio-tempo relativamente bassa, condizione favorevole per un'eventuale esplorazione"

"Capitano, ho intercettato una trasmissione sub-spaziale di natura testuale, originata da una fonte sconosciuta. L'analisi preliminare farebbe pensare ad un protocollo di comunicazione automatizzato"

Arjian annuì con un cenno del capo, mentre il suo sguardo si posava sull'espressione concentrata del Tenente Comandante Tkar, che scrutava attentamente gli schermi luminosi "I sensori rilevano una struttura di forma sferoidale ai margini della nebulosa omonima. Vi è una probabilità del 98,79% che si tratti della fonte della trasmissione. L'oggetto presenta danni strutturali estesi e quelli che sembrerebbero i suoi sistemi di propulsione sono inattivi. I sensori biologici indicano la presenza di 32 forme di vita all'interno della struttura, con segnali vitali deboli. Si ipotizza che l'oggetto possa essere una nave di origine sconosciuta, deviata dalla sua rotta per cause ancora ignote"

"Se le cose stanno così è probabile che quella sia una richiesta di aiuto, facciamo rotta in direzione di quella nave" il Capitano prese in mano la situazione iniziando a coordinare i suoi uomini "Aprite un canale con quel vascello, voglio capire con chi abbiamo a che fare"

"Nessuna risposta, signore, è possibile che la vicinanza alla nebulosa interferisca con i loro sistemi di comunicazione!"

Il tenente Zoe rimase un attimo in silenzio prima di affermare: "C'è anche la possibilità che i loro sistemi di comunicazione abbiano qualche malfunzionamento che gli impedisce di ricevere delle comunicazioni"

Il Capitano alzò il capo verso lo schermo, dove fece la sua apparizione la forma di uno strano velivolo spaziale: "Questo è un problema. Se non riusciamo a comprendere il loro messaggio e a comunicare, potremmo fraintendere le loro intenzioni. Non vorrei scambiare una richiesta d'aiuto con una intimazione di allontanarci dal loro territorio!"

"Sebbene non possa essere esclusa l'ipotesi di un'intimazione nei nostri confronti, l'analisi statistica dei dati indica una maggiore probabilità che il vascello stia trasmettendo un segnale di soccorso. La natura ripetitiva e monotona del pattern di comunicazione, unitamente all'assenza di qualsiasi azione bellicosa, suggerisce che non vi siano intenzioni ostili nei nostri confronti" Tkar portò lo sguardo sullo schermo "La decisione è sua ma le ricordo che la seconda direttiva impone il dovere, ad ogni ufficiale, di far uso di ogni attrezzatura a sua disposizione che sia necessaria a proteggere l'esistenza di altre forme di vita intelligenti, anche se questo potrebbe mettere in pericolo se stesso o la sua nave"

Arjian incrociò le braccia, gli occhi fissi allo schermo visore, mentre analizzava attentamente le implicazioni delle parole del suo tattico "Possibilità di teletrasportarsi a bordo di quel vascello?"

"L''esplorazione diretta del vascello richiederà l'utilizzo di tute EVA, Capitano" la voce asettica dello scienziato attirò l'attenzione dei colleghi "L'analisi atmosferica indica una predominanza di idrogeno, elio e metano, rendendo l'ambiente interno incompatibile con la sopravvivenza senza adeguata protezione."

"In questo caso, informate il tenente comandante Carelli ed i tenenti Calvi e Sheva che li attendo entro dieci minuti in sala teletrasporto per andare a far visita ai nostri nuovi amici"

Nave aliena sconosciuta - Zona imprecisata
ù01/09/2398, 09:32 D.S. 75666.84


Appena varcata la soglia, la squadra si ritrovò sospesa in un vasto spazio, un labirinto di piattaforme fluttuanti che sfidavano ogni legge gravitazionale. Aggrappandosi a tentacoli organici, più simili a radici che a arti, gli ufficiali federali si muovevano come foglie al vento.

"Impossibile" esclamò Droxine, la sua voce tagliente nel silenzio ovattato "Non ci sono tracce di piastre gravimetriche. Sembra che questi esseri siano così abituati alla microgravità da non averne più bisogno"

Anna Maria annuì, stupita. "Allora, questi tentacoli..."

"Sono la loro interfaccia con il mondo" concluse Droxine "Un modo per interagire con l'ambiente e con la tecnologia."

Le pareti erano un caleidoscopio di luci e colori, schermi che pulsavano di informazioni incomprensibili. I soffitti, un cielo stellato artificiale, erano decorati con intricate trame luminose che sembravano pulsare al ritmo di una musica sconosciuta.

Era come trovarsi all'interno di un organismo vivente, un luogo dove la tecnologia si fondeva con la biologia in un modo che sfidava ogni immaginazione. Era impossibile dire se si trovassero nella sala macchine, nella sala di comando o in una semplice area di riposo. Tutto era fluido, interconnesso, eppure stranamente funzionale.

Fu allora che arrivarono loro, esseri alieni che non avevano nulla in comune con un normale umanoide. Gli ufficiali si fermarono ad osservare quegli esseri che fluttuavano liberamente nello spazio, ombre luminose e iridescenti che si muovevano con una grazia che sembrava sfidare le leggi della fisica. Non presentavano né braccia né gambe, muovendosi con una fluidità quasi ipnotica. Il loro corpo era un perfetto ovale, simile a una grande bolla di un materiale gelatinoso e iridescente. Nonostante l'assenza di occhi visibili, sembravano perfettamente in grado di seguire i movimenti dei membri della squadra di sbarco, come se, nonostante tutto, riuscissero a vederli. Ma la cosa ancor più sorprendente era l'assenza di qualsiasi struttura assimilabile alla bocca o al naso. Le uniche appendici mobili visibili erano una serie di tentacoli di un delicato colore perlaceo che si diramavano dalla parte più larga del loro corpo ovoidale, muovendosi con una fluidità quasi ipnotica, avvolgendosi e districandosi con eleganza.

"Incredibile..." le parole della dottoressa Sheva attirarono l'attenzione del gruppo, ma lei era troppo concentrata nel leggere i dati della sua scansione. "Si tratta di un essere che ha evoluto adattamenti straordinari per sopravvivere nel suo ambiente nativo. La sua pelle, priva di qualsiasi appendice o articolazione, funge da vero e proprio mantello sensoriale, ricoperto da miliardi di fotorecettori che gli permettono di percepire la luce e le ombre in modo diffuso, come un occhio composto gigante. Di fatto privo di aperture per gli organi di senso, questo essere ha sviluppato un sistema di percezione unico nel suo genere. L'assorbimento cutaneo gli fornisce le sostanze nutritive necessarie, mentre le vibrazioni e le variazioni di pressione gli consentono di percepire il mondo circostante. Al posto degli arti, possiede una serie di tentacoli prensili, dotati di minuscoli sensori che gli permettono di manipolare l'ambiente con una precisione sorprendente. La loro superficie vischiosa gli conferisce un'aderenza eccezionale, rendendolo particolarmente adatto a un'esistenza in condizioni di microgravità"

Alcuni esemplari si fermarono di fronte agli ufficiali e iniziarono a compiere una danza intricata con i tentacoli, intrecciandoli e districandoli in un balletto di luci e ombre. I movimenti erano talmente fluidi e coordinati da sembrare quasi coreografati, creando un'impressione di eleganza e complessità che lasciava gli osservatori a bocca aperta.

"E ora cosa sta succedendo?"

"Forse tentano un primo contatto," Sheva rispose, gli occhi incollati allo spettacolo mentre rispondeva alla domanda del Capitano "La comunicazione tra questi esseri avviene quasi certamente attraverso un linguaggio alieno, una complessa danza di luci e vibrazioni emessa dai loro tentacoli. Ogni movimento, ogni sfumatura di colore, sembra nascondere un significato profondo, un messaggio che solo loro possono decifrare"

Arjian sospirò riflettendo sulla situazione "E come faremo a spiegargli che siamo qui per aiutarli? Dubito che ci lasceranno avvicinarsi ai loro sistemi o ai loro feriti se non capiranno le nostre intenzioni"

"Non ritengo che un nostro intervento sia indispensabile, Capitano" la voce di Droxine era calma e sicura "Le nuove analisi strutturali e energetiche indicano chiaramente che le precedenti scansioni non hanno fornito un quadro accurato dello stato del vascello. L'assenza di sistemi di propulsione convenzionali ha indotto in errore i nostri sensori. È evidente che questa civiltà ha sviluppato tecnologie propulsive alternative, e i dati attuali suggeriscono che stanno già attuando le necessarie riparazioni."

"Lo stesso vale per la loro situazione di salute" la dottoressa Sheva si limitò a scuotere il capo "Le scansioni sono state significativamente alterate dalle profonde differenze fisiologiche di questa specie. Sebbene non presentino patologie evidenti, i loro parametri vitali si presentano al di sotto dei range considerati normali per la nostra specie. Saranno necessarie ulteriori analisi per comprendere appieno le implicazioni di queste differenze fisiologiche ma sono propensa a credere che le loro funzioni vitali sembrino adattate a un ambiente e a un metabolismo completamente diversi dai nostri"

"In questo caso dubito che potremo essere d'aiuto sino a che non riusciremo a trovare un modo per comunicare con loro" il Capitano tornò a guardare gli strani esseri che continuavano a muovere i tentacoli, in un vago tentativo di comunicare con loro "Torniamo sulla nave, con un po' di fortuna troveremo un modo per tradurre la loro scrittura"

Gli ufficiali annuirono un po' delusi dalla situazione di impasse in cui si trovavano, ma non fecero in tempo a teletrasportarsi che uno di quegli strani esseri si rivolse alla dottoressa con un gesto inatteso. Un tentacolo si sollevò e si posizionò delicatamente sul suo braccio, come in un tentativo silenzioso di comunicare. Quel contatto durò pochi istanti, ma in quell'attimo Althea sentì un formicolio elettrico percorrerle il braccio, spalancando gli occhi quasi scioccata. Osservandosi per qualche attimo attorno, come se cercasse di capire se fosse successo qualcosa di strano anche agli altri, esclamò: "Siamo in pericolo, siamo tutti in pericolo!"

Quelle poche parole misero in allarme tutti gli ufficiali. Arjian si rivolse ad Althea con preoccupazione "Che cosa le hanno fatto? Sembra sconvolta"

Sheva scosse il capo: "No, non mi hanno fatto del male. Mi hanno trasmesso un senso di urgenza. Hanno detto che siamo tutti in pericolo, loro compresi"

Anna Maria si guardò a sua volta attorno, l'espressione preoccupata "In pericolo? Ma da cosa? Che cosa potrebbe minacciarci in questo luogo?"

Althea ci pensò per un attimo e poi scosse il capo "Non lo so".


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11.01 - Excusatio non petita

Autore: Capitano Arjian Kenar Geran


USS Seatiger, Plancia
01/09/2398 - 09.40 - D.S. 75666.86



"Affascinanti questi 'calamari' psicadelici ..." commentò divertito il Comandante Finn seduto sul bordo della poltrona di comando e proteso verso lo schermo di bordo. Tutto intorno a lui gli altri ufficiali in servizio guardavano con apprensione e curiosità la sequenza di immagini, tanto surreali quanto affascinanti, che - raccolte dalle bodycam integrate nel casco delle tute di Attività Extra-Veicolare e dal drone che li seguiva a distanza - venivano proiettate sul monitor principale della Seatiger.

Oltre alle immagini, il computer di bordo trasmetteva in sovraimpressione anche i dati biometrici di ciascun componente dell'away-team - opportunamente monitorati anche dall'infermeria di bordo - e i dati scientifici che via via venivano raccolti ed elaborati dal computer di bordo.

"Computer, mostra le caratteristiche di questa specie." Ordinò Finn.

L'infografica con l'immagine animata di uno degli alieni venne portata in evidenza su metà dello schermo. Una serie di informazioni, che descrivevano la specie aliena con cui stavano avendo un primo contatto, apparvero man mano a corredo dell'animazione mostrata dal computer di bordo:


Sotto all'animazione continuavano a scorrere le immagini del Capitano Arjian Kenar, del Tenente Comandante Carelli, del Tenente Calvi e del Tenente Sheva di fronte agli alieni iridescenti, che continuavano a muovere i loro tentacoli in una danza ipnotica di luci e ombre.

=^= Capitano, dobbiamo trovare un modo per comunicare con loro,=^= lo esortò Sheva. La sua voce era tremante, ma dai suoi occhi profondi traspariva determinazione =^= Se davvero siamo tutti in pericolo, dobbiamo capire da cosa e come possiamo aiutarli. =^=

Arjian annuì. =^= D'accordo, dottoressa. Tenente Queen, ci sono progressi nella decodifica della loro trasmissione?=^=

Queen scosse la testa dalla sua postazione scientifica in Plancia. "Non ancora, Capitano. Le interferenze elettromagnetiche della nebulosa stanno rendendo difficile l'analisi. Tuttavia, sto cercando di isolare un pattern ricorrente che potrebbe essere la chiave per comprendere il loro linguaggio."

=^= Molto bene, Queen. Ci faccia sapere appena scopre qualcosa di utile. =^=

Nave aliena sconosciuta - Zona imprecisata
Contemporaneamente



Nel frattempo, uno degli alieni si avvicinò lentamente a Sheva, con i tentacoli che si muovevano con grazia. La dottoressa sentì un altro formicolio elettrico quando uno di quei tentacoli toccò delicatamente il suo braccio. Questa volta, però, il contatto sembrò più lungo e intenzionale.

Kenar fece come per avvicinarsi per tirare a sé la dottoressa, ma lei gli fece cenno di non intervenire.

"Capitano, è tutto sotto controllo ... credo che stiano cercando di stabilire un contatto più profondo," disse Sheva, cercando di interpretare le sensazioni che le arrivavano attraverso il tentacolo. "Sento... immagini, emozioni. È come se stessero cercando di mostrarci qualcosa."

Il Capitano si avvicinò lentamente, osservando attentamente l'interazione. "Cosa vede, dottoressa?"

Sheva chiuse gli occhi, concentrandosi sulle immagini che le venivano trasmesse.

"Vedo... una grande ombra, qualcosa di enorme che si avvicina. Gli alieni sono spaventati, cercano di fuggire. Credo che sia una minaccia esterna, qualcosa che li sta inseguendo e che vuole distruggerli..."

Il Capitano si rivolse alla plancia della Seatiger. "Dobbiamo prepararci al peggio. Finn tenetevi pronti a riportarci a bordo in caso di pericolo."

=^= Qui Finn. Certamente Capitano. Al suo segnale ...=^=

"Intanto attivate gli scudi della nave e preparate le armi."

Mentre la plancia della Seatiger iniziava a prepararsi per affrontare la minaccia, l'alieno che aveva stabilito un nuovo contatto con Sheva ritirò lentamente i suoi tentacoli dalla Betazoide, muovendosi come in un'ultima danza di luci. La dottoressa aprì gli occhi, il volto pallido apparve preoccupato, ma ancora una volta determinato.

"Capitano, dobbiamo collaborare con loro. Se vogliamo sopravvivere, dobbiamo unire le nostre forze."

"D'accordo, dottoressa." E rivolgendosi nuovamente alla Plancia della Seatiger, ordinò "Lawtoein e Anari, raggiungeteci qui sul vascello alieno: dobbiamo fare tutto il possibile per stabilire una comunicazione efficace con questa specie e prepararci a difenderci. Dobbiamo capire che minaccia si sta avvicinando a noi, la sopravvivenza di entrambi dipende da questo."

USS Seatiger, Plancia
Contemporaneamente


Il Consigliere Lawtoein e il Tenente Comandante Anari si alzarono dalle loro postazioni e si avviarono a passo spedito verso il turboascensore mentre due ufficiali di servizio prendevano prontamente il loro posto.

"Tholos," Esordì Finn all'indirizzo dell'ufficiale alle Operazioni "Appizziamo le antenne..."

L'ufficiale si girò verso il Primo Ufficiale facendo roteare leggermente anche le sue antenne verso di lui e sbuffò.

Nonostante la situazione di pericolo, gli ufficiali in plancia non poterono fare a meno di sorridere all'ennesima gaffe di Finn.

"Che c'è da sorridere?! E' un modo di dire terrestre nato molto prima che vedessimo un Andoriano." Cercò di tagliar corto Dewey "Tholos, dia massima energia ai sensori a corto, a medio e a lungo raggio: dobbiamo riuscire a 'fiutare' il pericolo prima che si presenti. E si tenga pronto: al mio ordine li riporti tutti indietro da quella nave di 'calamari' colorati."

E attivando l'interfono dalla poltrona di comando, si rivolse all'equipaggio.

"A tutto l'equipaggio. Sembra che una minaccia esterna si stia avvicinando alla nostra posizione. Forse una nave nemica appartenente a una razza ostile, come le Galeteane o un'altra specie con tecnologie avanzate. Magari un'entità cosmica, una creatura spaziale di dimensioni enormi, come un essere fatto di energia o materia oscura, che si nutre di energia o distrugge tutto ciò che incontra. Oppure un fenomeno naturale, come un buco nero, una tempesta di radiazioni o un'onda di energia. Non escluderei un'intelligenza artificiale avanzata che ha preso il controllo di una nave o di una stazione spaziale e che vuole farci fuori. Insomma, preparatevi perché si prevedono 'uccelletti fernet per diabetici'! Finn, chiude."

Tutti a bordo erano più o meno abituati alle stranezze del Primo Ufficiale, ma lui riusciva sempre a stupirli leggermente di più ogni volta.

"Meglio prepararli al peggio..." Si affrettò a giustificarsi Finn dopo aver visto più di un ufficiale scuotere la testa, poi dopo una breve pausa aggiunse "Oppure il problema è che non avete mai sentito dire: "sono uccelletti fernet per diabetici'?!"

Queen fece per rispondere, ma Dewey lo bloccò prima.

"Non me lo dica, su Vulcano non sapete neanche cosa siano i modi di dire ... vabbè, io ci rinuncio... Siete così tristi! Computer, allarme giallo!"

La plancia si riempì immediatamente di luci gialle pulsanti e un suono di allarme avvolse l'ambiente. Gli ufficiali si prepararono rapidamente, consapevoli che, nonostante l'apparente leggerezza di Finn, la situazione poteva diventare critica in qualsiasi momento.


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11.02 - Haven

Autore: Tenente Comandante Droxine Carelli


USS Seatiger, Plancia
01/09/2398, 10.05 - D.S. 75666.90


Tholos si irrigidì alla sua postazione.
"Comandante, ho delle letture. Delle navi in avvicinamento."
Finn aveva un tono preoccupato quando si rivolse a Tholos.
"Tenente, si riesce a capire cosa diavolo stia arrivando?"
"Ho delle letture molto strane. Ma qualunque cosa sia sta arrivando a curvatura 9.8. Tra sei minuti sarà qui."

Finn rifletté un attimo. Non era tranquillo. Lo sentiva nello stomaco. Scosse la testa. Magari non era il miglior ufficiale che la Flotta avesse visto, ma del sui istinto si fidava.

"Tenente, crede sia possibile creare sulla nave un ambiente che possa ospitare i nostri nuovi amici?"
Tholos distolse lo sguardo dallo schermo e si girò verso il Primo Ufficiale con un sopracciglio alzato.
"Si potrebbe predisporre un magazzino. Disattivare la gravità artificiale, sigillarlo con un campo di forza. Immettere la miscela di gas simile a quello rilevato dalla squadra di sbarco. Sì, si può fare."
"In cinque minuti?"
Tholos inarcò il sopracciglio ancora di più.
"Ci posso provare."
"Lo faccia, allora. Io avverto il Capitano."
Tholos si mise al lavoro.

Nave aliena sconosciuta, Zona imprecisata.
Contemporaneamente


Althea non aveva bisogno del legame telepatico per capire lo stato di agitazione che si stava diffondendo tra i membri dell'equipaggio alieno. Gli ovoidi avevano iniziato a muoversi freneticamente. Probabilmente si stavano impegnando per ultimare le riparazioni della nave il prima possibile. Ma sotto lo strato di paura e determinazione sentiva anche un altro sentimento. La rassegnazione. Non avrebbero finito in tempo.
"Capitano. I nostri ospiti sono molto agitati. No, sono terrorizzati."
"Lo vedo."Rispose Arjan.
"Credo cerchino di riparare al nave per fuggire. Ma non ce la faranno. Qualunque cosa stia arrivando è troppo veloce."
Arjan si rivolse a Droxine.
"Possiamo aiutarli in qualche maniera?"
"Non in così poco tempo... i loro sistemi sono troppo diversi dai nostri."
Il capitano si rivolse di nuovo all'ufficiale medico capo.
"Tenente. Riesce a capire la natura della minaccia?"
Althea muoveva pigramente il braccio a contatto con l'alieno.
"È... difficile capitano. Sono molto, troppo diversi da una forma di vita umanoide. Colgo solo sprazzi, sentimenti, qualche concetto."
"Continui a provare. Ma se sente che lo sforzo è eccessivo desista."
"Sì signore."

USS Seatiger, Plancia
01/09/2398, 10.10 - D.S. 75666.91


"Ci siamo, comandante. Stanno arrivando."
Tholos aveva una voce tesa.
"Stanno? Ma quanti sono?"
Disse di rimando Finn.
Qualche secondo di silenzio di troppo.

"Tenente?"
"Non lo so. Molti. Odio non riuscire ad essere più preciso ma è come se fossero qui e non lo fossero. Gli strumenti stanno impazzendo. Ma comunque sono molti, moltissimi. Oltre 100 ma continuano ad arrivare."
"Più di... me lo mette sullo schermo per favore?"

Sullo schermo principale comparve il nero stellato dello spazio. Che si stava riempiendo di puntini.

"Non si vede niente! Può ingrandire?"

La scena sullo schermo cambiò. Uno sferoide ovoidale dall'aspetto metallico, lucido come l'argento. Sulla parte mediana si dipanavano dei manipolatori. Sotto i loro occhi l'immagine si fece sbiadita. Per poi riprendere concretezza.
"Sembrano..."
Tholos fece eco allo stupore di Finn.
"Gli esseri della nave. Sì. Anche le dimensioni corrispondono."
"Ma allora sono della stessa razza? E sono vestiti con una specie di tuta eva?"
"O dei droni fatti a loro immagine. Tutte le ipotesi valgono. Ora sono almeno 300. Ed aumentano."
"Cosa fanno?"
"Sembra che stiano scansionando la zona... ora hanno individuato la nave degli ovoidi. Ci ignorano e si dirigono verso di essa. Ci ignorano."
"Finn a capitano Kenar! State per avere visite!"

Nave aliena sconosciuta, Zona imprecisata.
Contemporaneamente


Il mondo attorno alla squadra vibrò. L'aria trasmise un boato udibile attraverso le tute eva.
Un vantaggio di operare a zero gravità era quello di non essere a contatto con le superfici. Quindi non erano stati scossi dalla vibrazione. Ma le buone notizie finivano qui.
"Numero Uno! Rapporto!"
=^= Siete sotto attacco! Un gran numero di piccole navi sono uscite di curvatura ed hanno aperto il fuoco praticamente subito. Le stiamo mandando qualche immagine. Guardi la loro forma. Non siamo nemmeno sicuri che siamo veramente navi. =^=
Arjan guardò stupito le immagini in arrivo sul tricorder.
"Avete tentato di contattarli?"
=^= Sì capitano. Nessuna risposta. Stanno comunicando tra di loro ma il traduttore universale è nei pazzi. Stesso problema delle comunicazioni con i vostri amici, lì. Capitano, non è meglio se vi teletrasportiamo a bordo? =^=
Arjan valutò la situazione. I loro ospiti sembravano le vittime nella presente situazione. Ma non avevano elementi per giudicarlo. Ma se fossero dei criminali e quelli là fuori degli esponenti della loro razza mandati per fermarli?
Ma con gli 'e se' non si arrivava a nulla. Come sempre il rasoio di Occam era un ottimo strumento.
"Tenente Sheva, come reagiscono gli ovoidi?"
"Sono disperati, capitano. Sanno di essere spacciati."
"Conoscono gli attaccanti?"
"Credo di sì. Sento familiarità, ma è tutto coperto dal panico."
"Capisco. Interrompa il contatto. Ce ne andiamo. Una volta a bordo continui il tentativo di contatto. È la sua priorità adesso. Se ha bisogno di risorse ne disponga."
Poi al comunicatore.
"Comandante. Ci porti via. E teletrasporti anche tutti gli occupanti della nave. Li metta in stasi in attesa che sia predisposto un ambiente adatto a loro."
=^= Già pronto, capitano. Magazzino di carico 2. =^=
"Ottimo. Mi teletrasporti direttamente in plancia."
=^= Ne sarò felicissimo. =^=

USS Seatiger, Plancia
Poco dopo.


Il baluginio del teletrasporto era appena scomparso che Arjan stava già togliendo il casco della tuta eva.
Finn gli lasciò grato la postazione di comando.
"Signor Tkar. Rapporto tattico."
"I nuovi arrivati stanno interrompendo l'attacco. C'è il 96.4% di probabilità che abbiano rilevato che l'equipaggio è stato trasportato via. Poiché questo indica che il loro interesse sia rivolto agli occupanti, non ci vorrà molto perché capiscano dove siano finiti. C'è un 89.5% di probabilità che adesso attacchino noi."
"Grado di minaccia?"
"Usano una tecnologia simile ai disgregatori. Sono piuttosto potenti in relazione alle loro dimensioni. Individualmente non sarebbero comunque un problema ma ci sono oltre 600 di quegli oggetti là fuori. Inoltre sembrano avere delle caratteristiche peculiari. Sembrano entrare ed uscire di fase con il nostro continuum spaziotemporale. Questo potrebbe rendere difficile colpirli con le nostre armi."
Arjan attivò il comunicatore.
"Signor Queen. Sta analizzando i dati?"
=^= Sì capitano. Sono estremamente interessanti. =^=
"Felice che le piacciano. Venga in plancia."
=^= Arrivo. =^=

USS Seatiger, Magazzino di carico 2
01/09/2398, 10.15 - D.S. 75666.92


Quando le porte del magazzino si aprirono Anena si trovò davanti ad uno spettacolo particolare. Anche per gli standard degli ultimi tempi.
Un campo di forza iniziava un paio di metri oltre la porta. Al di là di esso degli alieni di forma ovoidale fluttuavano.
Segno che in quella sezione la gravità artificiale era stata disattivata.
Il tenente Sheva si trovava davanti al campo di forza. Con la mano rivolta ad essa. dall'altra parte uno dei loro improvviso ospito protendeva un tentacolo nella stessa area della mano.
Anena non conosceva bene in nuovo ufficiale medico capo.
Ora che era stata nominata avrebbero dovuto avere rapporti più stretti. Quale migliore momento di una crisi potenzialmente mortale?
"Salve, tenente. Ci sono progressi?"
Althea guardò interrogativamente il consigliere.
* Probabilmente trova strano vedermi arrivare. Deve ancora imparare quanto possa essere impiccione... Oh bé imparerà. *
"No, consigliere Lawtoein. Riesco a comunicare ma solo concetti base e poco altro. È frustrante. "
"Solo Anena, grazie. Quindi il problema è l'eccessiva differenza di specie?"
"Così pare."
"In questo casi in diplomazia si usano degli intermediari. Qualcuno che possa fare da ponte tra le parti."
"Non abbiamo niente di simile, che io sappia."
"Io sì."

USS Seatiger, Plancia
In quel momento


La nave fu scossa da un tremito.

"Signor Tkar, rapporto."
"Gli scudi tengono, capitano. Ma se continuano a bombardarci così non durerà a lungo. Oltre 200 oggetti ostili ci stano colpendo ed il resto dello sciame sta arrivando."
"Ancora nulla nei tentativi di comunicazione, tenente Tholos?"
"Ci arrivano comunicazioni ma non riusciamo ad interpretarle."
Finn prese parola.
"Ma come fanno ad avere tuta quella potenza quei cosi? Sono così piccoli..."
Arjan gli fece un cenno con la testa.
"Questa è una domanda intelligente, Numero Uno."
"Grazie, anche se lo ha detto come se fosse un evento eccezionale..."
Arjan lo ignorò.
"Signor Queen. Saprebbe darci qualche spiegazione a riguardo?"
"No capitano. In più se dovessimo supporre che non siano droni ma alieni ovoidi in tuta ambientale ci sarebbe ancora meno spazio utile. Non c'è modo per infilare un motore a curvatura, gondole, sistemi d'arma i uno spazio così piccolo. L'unica cosa che mi viene in mente è che dispongano di una tecnologia di compressione metrica spaziale... anche considerato che sembrano solo parzialmente in fase con il nostro universo."
"Una che?"
"Sono più grandi all'interno che all'esterno, comandante."
"Ma perché non ce la filiamo e basta?"
Pigolò Finn. Risposte Tkar al posto del capitano.
"Comandante, quegli oggetti sono arrivati viaggiando a curvatura 9.8. probabilmente sono in grado di raggiungerne una anche più alta. Riuscire a distanziarli non è un'opzione molto praticabile."
Poi Tkar si rivolse ad Arjan.
"Capitano, dovremmo rispondere al fuoco. Per quanto capisca le remore di rovinare un primo contatto questa è la nostra migliore possibilità."
Arjan aveva già saggiato questa linea d'azione. Non gli piaceva. Il primo conflitto con i Klingon non era iniziato in modo molto differente.
Ma erano molto distanti da casa. E l'incolumità dell'equipaggio era nelle sua mani. Erano superati pesantemente dal punto di vista tecnologico.
Assentì.
"Un colpo di avvertimento."
Tkar eseguì. Un raggio bluastro solcò il cielo inquadrato dallo schermo principale.
Per tutta risposta la plancia caracollò.
"Bene... agganci un bersaglio e faccia fuoco."
Ancora una volta il raggio illuminò lo schermo.
"Bersaglio colpito, capitano. Nessun danno apparentemente. Credo che sia andato fuori fase. Il raggio lo ha semplicemente attraversato."
"Siluro quantico. Massima dispersione."
Passarono alcuni secondi poi lo schermo fu illuminato da un'immane esplosione. I filtri ottici compensarono.
"Nessun effetto, capitano. Gli oggetti semplicemente fasano ad ogni attacco."
"Manovra di disimpegno. Pronti ad entrare in curvatura."

Nello spazio la USS Seatiger, come attorniata da un nuculo di moscerini, si girò ed iniziò a muoversi.
Ma da molti di quei moscerini partì un raggio verdastro, bloccandone la manovra,

"Raggi traenti, capitano. Centinaia."
La voce di Tkar era implacabile. Arjan strinse i denti.
"Massima energia agli scudi!"

USS Seatiger, Magazzino di carico 2
01/09/2398, 10.20 - D.S. 75666.93


"Non sono sicura che il capitano approverebbe..."
"Suvvia Alty, ti ha dato carta bianca, no?"
Anena era passata dal cognome, al 'tu' e poi al nomignolo con una fluidità disarmante. Althea non se ne era praticamente accorta.
"Sì ma magari avrei almeno dovuto chiedere il permesso... sono stata nominata da così poco..."
"Credimi, in questo momento il capitano ha ben altri grattacapi..."
Le porte scorrevoli si aprirono.
"E comunque ormai sono qui."
I tre mutaforma entrarono nel magazzino.
"Voleva vederci, tenente?"
Althea decise che visto che era in ballo doveva ballare.
"Si, vi ringrazio. Abbiamo un problema di comunicazione. Io sono una betazoide. Posso comunicare telepaticamente. Me questi essere sono troppo... diversi."
Con un gesto del braccio indicò le figure attraverso il campo di forza.
"Il consigliere ritiene che voi possiate prendere la forma di quegli essere e fare da interprete."
Le tre figure, difficile dire chi fosse chi, visto che stavano mantenendo la tipica forma umanoide grezza, fissarono gli ovoidi fluttuanti.
Uno dei tre parlò.
"Non sarà facile. Di norma ci vuole tempo per assimilare una forma individuale abbastanza a fondo da imitarne anche i pensieri."
Il pavimento tremò.
"Tempo che non abbiamo."
Le tre figure si girarono a fronteggiarsi.
"Sapete quale è l'unica soluzione, vero?"
"Siamo stati lontani dal Grande Legame per troppo tempo. È possibile che ci distrugga."
Il pavimento tremò ancora.
"Non quanto un disgregatore ben collimato, direi."
Le altre figure chinarono la testa in segno di assenso.
La prima si girò vesto Althea.
"Proveremo qualcosa di pericoloso. Ma avremo bisogno della sua assistenza, tenente. Dovrà fidarsi di noi."
Althea deglutì. Non era immune alla paura dei cambianti ereditata dalla guerra del Dominio. Ma annuì.
Le tre figure si avvicinarono. Le loro mani gelatinose si avvicinarono per unirsi. Poco a poco si fusero un un unico grosso grumo tremolante.
Poi un da esso iniziò a formarsi di nuovo una forma umanoide.
"Si avvicini, tenente."
Althea prese un respiro ed obbedì. Anena osservava tutto a distanza.
La figura intrecciò le mani con le sue. I tratti si fecero più definiti. Più familiari.
Anena si trovò a osservare due tenenti Sheva che si fronteggiavano guardandosi negli occhi. Tranne per i piedi di una di esse ancora parte del globo gelatinoso.
"Non resistere."
"No..."
"Io sono Althea."
Disse il cangiante.
"Io sono Althea."
Disse Althea.
"Io sono Althea."
Dissero all'unisono.
Il globo gelatinoso si allungò verso il campo di forza.
"Anena, apri un piccolo varco permeabile nel campo di forza."
Dissero le due Althea.
L'interpellato si affrettò ad obbedire.
In tentacolo gelatinoso passò dall'altra parte ed iniziò immediatamente a gonfiarsi in una forma sferica. Poco dopo una altro ovoide popolava il magazzino, sia pure con un inquietante tentacolo che usciva dalla parte inferiore. Al centro, tra i due il grumo iniziale, collegato ad entrambe le forme, pulsava oscenamente.
Il nuovo ovoide intrecciò i manipolatori mediani con il suo omologo.
Le due Sheva digrignarono i denti in un mugolio indistinto.
"Abbandonati. Lasciati vedere. Lasciati sentire..."
Il viso di/delle Althea era/no matido/i di sudore.

USS Seatiger, Plancia
01/09/2398 - 10.30 - D.S. 75666.95


"Scudi al 21%."
La voce impassibile di Tkar scandiva un conto alla rovescia mortale.
Arjan si passò nervosamente ma mano sul mento. Possibile che non ci fosse nessuna via di uscita?
Come a tutti quelli che avevano frequentato l'Accademia della Flotta Stellare un nome si affacciava alla coscienza: Kobayashi Maru. Ma non erano in una comoda simulazione. Quella era la realtà.
Il comunicatore trillò.
=^= Capitano, qui Sheva. =^=
"Mi dica, tenente."
=^= Stiamo mandando dei dai grezzi al signor Queen ed al tenente Carelli. Dobbiamo emettere un fascio di muoni focalizzato alle coordinate che sono indicate. I dati vanno interpretati. Gli ovoidi hanno altri standard numerici e sistemi matematici. Spero di avere raccolto abbastanza elementi da poter operare una conversione. =^=
Arjan non perse troppo tempo a riflettere. Anche affidarsi alle indicazioni di alieni sconosciuti era meglio che lasciarsi morire sotto il fuoco implacabile di quegli esseri là fuori. Attivò il comunicatore.
"Tenente Carelli. Collabori con il signor Queen per realizzare quanto chiesto dal tenente Sheva. E mi dia tutto quello che ha per gli scudi. Strizzi ogni stilla di energia. Ci compri del tempo."
=^= Sì capitano =^=
"Signor Queen..."
"Ci sto già lavorando, capitano. Però..."
"Cosa?"
"Un raggio con queste caratteristiche non dovrebbe avere un particolare effetto. Forse non sto interpretando bene i dati. O ci sono problemi di comunicazione con gli alieni. Emetterlo consumerà energia sottraendola agli scudi."
Arjan scosse la testa.
"Con i forse non arriviamo da nessuna parte. Faccia del suo meglio. Sono sicuro che lei ed il tenente Carelli ci riuscirete. Appena pronti fate fuoco."
Seguirono minuti di tensione. Mentre l'intera nave beccheggiava sotto la pioggia di colpi e la forza dei raggi traenti.
"Scudi al 17%."
Continuò a scandire Tkar.
"Siamo pronti, Capitano."
Fece Jason.
"Bene. Faccia fuoco."
Dal deflettore principale partì un fascio di luce giallastro che si perse nei meandri della nebulosa.
Tholos tenne sotto controllo i sensori.
"Nessun effetto."
Jason scosse la testa.
"Probabilmente, come dicevo, abbiamo interpretato male i dati..."
Tholos lo interruppe.
"Flusso gravitonico in formazione! Si trova vicino alle coordinate indicate."
"A schermo!"
Sullo schermo principale all'inizio non comparve nulla. Poi un puntino baluginò.
Un piccolo vortice turchese fece timidamente capolino, per poi sbocciare in un gigantesco bocciolo di rosa cosmico.
"Un tunnel spaziale, capitano!"
Dissero contemporaneamente Jason e Tholos.
Arjan saltò sulla sedia. Una speranza o...?
"Tenete Garibaldi! Tracci una dotta. Ci porti là."
Tkar interloqui.
"Capitano. I raggi traenti continuano a bloccarci."
Arjan prese un respiro. Era arrivato il momento delle decisioni difficili. Attivò il comunicatore.
"Tenente Carelli, al mio ordine dirotti tutta l'energia ai motori ad impulso."
=^= Capitano, quando intende tutta... =^=
"Intendo tutta. Signor Tkar, abbassi gli scudi"
Un attimo di silenzioso stupore attraversò il ponte. Persino Tkar inarcò un sopracciglio.
"Abbassati, signore."
Il tremore si acuì immediatamente. La nave era scossa da brividi di dolore.
"Ora! Massimo impulso!"

Nello spazio la nave fece avvampare i motori posteriori. Lottò per muoversi ma il gigante non riuscì ad avere ragione della nube di pulci che la attorniava. Gocce di duranio fuso si disperdevano nel vuoto come gocce di sangue.

"Non ci muoviamo, signore. i raggi traenti sono troppi."
Riportò Garibaldi dalla postazione del timone.
"Capitano, stiamo subendo danni ingenti. Suggerisco di ripristinare gli scudi."
Tkar non avrebbe avuto bisogno di dirlo. L'urlo del metallo torturato dalla tensione dei raggi traenti e dei colpi feriva le orecchie di tutti.
=^= Capitano, qui Carelli. =^=
"Mi dica, tenente."
=^= Ho modificato dei siluri fotonici per emettere un impulso EMP ad ampio spettro. Probabilmente non servirà a nulla ma... =^=
Arjan si rivolse all'ufficiale tattico.
"Signor Tkar, ha sentito? faccia fuoco."
"Sì, signore."
Sullo schermo principale fu visibile per un secondo la luce del motore del siluro. Ci fu un piccolo lampo. Ben poco era stato emesso nello spettro visibile. Ma una sfera di puntini smise di emettere i suoi raggi.
Arjan si concesse un attimo di giubilo. Ma fu breve. I puntini si riebbero subito e ricominciarono la loro opera.
"Confermo l'effetto capitano, nessun danno ma gli oggetti sono stati disabilitati per 3.2 secondi."
"Tenente Carelli. modifichi quanti più siluri può. Tkar, salva di siluri fotonici. massima dispersione. schema Omega 5."

La nave era sempre circondata. Ma ora era anche immersa in un carnevale di fuochi artificiali. Dove le luci si accendevano i puntini interrompevano il loro attacco. I raggi azzurrini si fermavano. Ma per riprendere subito dopo.
L'attacco continuava, ma la grande nave iniziò ad arrancare. Metro dopo metro iniziava a prendere velocità.

La voce di Garibaldi era piena di entusiasmo.
"Ci muoviamo, capitano!"
Tkar, federe al suo ruolo, smorzò gli animi.
"Molto lentamente. L'attacco continua. La corazza dello scafo non reggerà a lungo. Secondo le mie previsioni non ce la faremo."
Arjan stringeva il bracciolo della poltrona di comando con forza.
"Ce la faremo. Questa nave ne ha viste troppe, per finire così."
Tkar aprì la bocca come per obiettare. Poi, pensandoci meglio, la richiuse.
Arjan avrebbe voluto essere sicuro come fingeva di essere.
Uno scossone più forte degli altri investì la nave.
"Breccia nello scafo, capitano. Ponte 11."
"La sigilli con un campo di forza, presto!"
"Fatto, capitano. Ma tre oggetti sono penetrati."
Arjan gemette. Il ponte 11. La sala macchine ed il magazzino 2, dove si trovavano gli ovoidi.
"Capitano, l'attacco è terminato. Continuano con i raggi traenti ma non ci colpiscono più."
* Che non vogliano rischiare di colpire i propri compagni? Un comportamento sociale. Non sono droni, sono vivi. *
Arjan aprì il comunicatore.
"Tenente Calvi. Qui Kenar. Siamo stati abbordati. Ponte 11. Tre obiettivi. Prenda tutti gli uomini che può. Non devono, ripeto, non devono arrivare alla sala macchine. Mi ha capito?"
La risposta del capo della sicurezza era carico di determinazione.
=^= Non ci arriveranno, capitano. =^=

USS Seatiger, Ponte 11
01/09/2398 - 10.47 - D.S. 75666.98


"Alfa 1 a squadra beta. Situazione."
Disse Anna al comunicatore
=^= Beta 1 ad Alfa 1. Obiettivo in arrivo. Contato in 10 secondi. =^=
=^= Qui Gamma 1. Anche noi stiamo per ingaggiare. Se finiamo presto vi veniamo a dare manforte. =^=
Quello era Chrell. Buon elemento ma talvolta troppo ottimista. Lei non lo era altrettanto. Se gli avversari erano in grado di sfasarsi era possibile che le loro armi non sortissero effetto.
"Tenete il canale pulito. Niente commenti non necessari. Ricordate che dobbiamo soprattutto rallentarli."
=^= Beta 1, contatto! Apriamo il fuoco. =^=
Dal comunicatore si udiva il sibilo sommesso dei phaser. Poi di qualcos'altro. Più potente.
=^= Qui Beta 1l l'obiettivo non si sfasa. Ma è protetto da scudi. Non riusciamo a penetrarli. Ripeto non... =^=
Poi più nulla.
"Beta 1! Beta 1! Terk! Mi risponda!"
Ma il canale rimase muto.
"Gamma 1. Rapporto."
Nulla.
Anna strinse i denti. La squadra Alfa che guidava si trovava a due corridoi dalla sala macchine. Erano l'ultima linea di difesa. Se cadevano loro...
Si rivolse i cinque componenti della sicurezza che guidava.
"Concentriamo il fuoco in un punto. Non ho idea del perché ma sembra che all'interno della nave non fasino. È possibile che riusciamo a sovraccaricare un emettitore di scudi e passare."
Gli altri annuirono alzando i fucili phaser. Tutti settati alla massima potenza.
Si rannicchiarono tutto dietro due deflettori portatili posti di traverso nel corridoio.
"Pronti."
Si udì un ronzio. Veniva dal fondo del corridoio.
L'ovoide cromato comparve fluttuando da dietro l'angolo. Il suo campo di forza interagiva con pareti e soffitto in una ridda di scintille e fiammelle.
I manipolatori mediani si torcevano intorno.
"Fuoco!"
Sei raggi raggiunsero l'ovoide. Concentrati al centro.
L'essere fluttuante non diede segno di notarlo. Aprì il fuoco.
Il deflettore inizio ad arrossarsi paurosamente. Poi con un schiocco cedette.
Le tre giacche rosse dietro di esso non ebbero nemmeno il tempo di gridare, falciati via dal raggio dell'ovoide.
L'ovoide cambiò bersaglio.
Anche il secondo deflettore inizio a rosseggiare.
"Ripiegare!"
Anna e gli altri due superstiti corsero verso l'angolo del corridoio. Ma prima che ci arrivassero il deflettore si esaurì.
L'uomo che le correva accanto fu raggiunto da un raggio mortale. Jenkins. Un brav'uomo proveniente delle colonie di Marte. Amava l'opera e le barzellette sporche.
Ma Anna non aveva tempo per il cordoglio.
Dietro l'angolo c'era la sorpresa che aveva chiesto di preparare ai tecnici di Droxine. Se avessero finito di prepararla.
Arrivò di gran carriera all'apparecchiatura posta in mezzo al corridoio. Era un cannone phaser smontato da una navetta.
Grossi cavi energetici scomparivano direttamente nella porta aperta della sala macchine, lì accanto.
"È pronto? "
Si rivolse al tecnico che armeggiava assieme ad altri due.
"Sì, tenente. Collegato e pronto a sparare. Ma è sicura di volerlo usare qua dentro? Quell'affare può bucare tutte le pareti fino ad arrivare allo scafo."
"Lo spero proprio. Si ritiri con i suoi uomini. Evacuate la sala macchine. Sta arrivando. Dov'è il tenente Carelli?"
"Non c'è. Ha detto che voleva provare qualcosa."
"Bene. Ora muovetevi. Fuori di qui."
I tecnici si affrettarono ad obbedire.
Anna ed i suoi uomini si prepararono dietro altri due deflettori.
L'ovoide non si fece attendere. Appena girò l'angolo entrambi i deflettori si tinsero di rosso.
Anna attivò il cannone.
L'ovoide fu colpito da un raggio energetico incommensurabilmente più potente di quello dei fucili phaser. Si fermò ed iniziò a tremare. Le pareti tutto intorno ad esso iniziarono a bollire e fondere.
* Ah questo lo senti eh? *
Ma l'ovoide non arrestò l'attacco. I deflettori erano in fiamme. Non avrebbero resistito a lungo.
* Vediamo che è più duro. *
Furono i deflettori a cedere per primi. I due uomini sella sicurezza furono investiti. Adams e Ciccone.
Ma anche lo scudo dell'ovoide si infranse. La superficie cromata si fece rossa, poi gialla e poi calor bianco. Ed il raggio penetrò.
L'ovoide crollò a terra.
Anna emise un verso di giubilo.
"Sì!"
Si abbandonò sul fianco del cannone, per riprendere il fiato.
Abbassare la guardia le fu quasi fatale. Aveva ancora nelle orecchie il rumore dei phaser e non aveva fatto caso ad un altro ronzio di sottofondo.
Un altro ovoide girò l'angolo. Un raggio mortale la sfiorò.
Anna si abbassò ed attivò immediatamente il cannone. L'ovoide iniziò ad avvampare.
Ma Anna non aveva più i deflettori.
I successivo colpo fu per il cannone che esplose sbalzandola. Colpì malamente la parete. Udì distintamente il crack delle costole che si rompevano. La parte sinistra del corpo fu ustionata malamente.
Rimbalzò a terra. Con le orecchie che ronzavano lottò per rimettersi in piedi. Vide accanto a se un fucile laser. Lo prese e si girò verso il suo avversario. Non riuscì a fare fuoco. Un colpo di manipolatore glielo fece volare di mano.
Un colpo di disgregatore la raggiunse. Al fianco. Una altro alla gamba. Gridò e gridò.
In una strana freddezza che le preannunciava la fine fu colta da un pensiero.
* Raggi a bassa potenza. Non mi vuole uccidere. Mi vuole fare soffrire. Solo per torturarmi...? No. Si vuole vendicare. Ho ucciso il suo compagno. *
Poi un manipolatore la prese per il collo e la sollevò. Non aveva più la forza di fare resistenza. Rimase con le membra che ciondolavano mollemente. Un altro manipolatore le si parò davanti. La bocca del disgregatore si aprì. Lentamente.
* Vuole farmi paura. Farmi capire che questa sarà l'ultima cosa che vedrò. *
Anna non riusciva a respirare bene. La vista le si offuscò. Almeno non sarebbe durata ancora a lungo...
Non sentì il rumore di qualcosa che ticchettava ai suoi piedi.
Cadde a terra. Come pure l'ovoide, che impattò al suolo con fragore.
"Anna! Colpiscilo presto!"
* Chi...? La voce era familiare. Droxine? *
Aprì gli occhi.
Sì era Droxine. Era accanto a lei e stava colpendo l'ovoide a terra con un fucile phaser.
Anna vide un altro fucile vicino a sé. Senza perdere tempo a rialzarsi lo prese con la mano sinistra. Il braccio destro era inservibile. Puntò e fece fuoco. I due raggi combinati stavano fondendo la corazza cromata. Poi l'ovoide iniziò a risollevarsi. Piccole scintille iniziarono a pervadere gli emettitori degli scudi. Poi qualcosa all'interno esplose e l'oggetto ricadde al suolo.
"Anna, come stai? Hai un aspetto terribile. Ti porto subito in infermeria."
Anna guardò il viso del capo ingegnere inebetita.
"Come... come..."
Droxine fece un sorrisone. Facendo cenno ad un paio di scatolette dall'aspetto molto grezzo che aveva appese alla cintura.
"Una piccola bombetta EMP. Ho pensato 'se funziona con i siluri perché non riprodurlo in scala?'. Però li disabilita solo per pochi secondi. Ma è bastato, a quanto pare."
Ridacchiò.
"Così imparano a minacciare la mia sala macchine! Tecnologia improvvisata uno, tecnologia ultra avanzata zer... AARGH "
Anna vide con orrore Droxine accasciarsi dopo essere stata raggiunta da un raggio mortale che aveva attraversato almeno due paratie.
Il terzo invasore girò l'angolo.
Quattro manipolatori la presero di mira.
In qualche modo rotolò dietro la massa scomposta del cannone phaser.
Droxine era accanto a lei. Non si muoveva. Alla cintura aveva ancora due scatolette. Le bombe EMP.
Le staccò dalla cintura. Era difficile usando solo la sinistra. Non era difficile capire come armarle. C'era solo una sicura. Premette la levetta di entrambe le bombe e le lanciò alla cieca oltre il cannone. Sentì la vibrazione dell'impatto sul pavimento dell'ovoide.
Poi prese il fucile phaser e rotolò oltre la protezione offerta dal cannone.
Sparò pregando su ogni joule di potenza emessa.
La superficie dello sferoide iniziò a fondere. Non abbastanza in fretta.
L'ovoide si risollevò. Gli scudi si ristabilirono. Il raggio del phaser si infrangeva di nuovo inoffensivo su di essi. Il campo fluttuava in modo irregolare e mandava scariche anomale. Ma era sufficiente. I manipolatori facevano fatica a sollevarsi. Tremavano. Ma si stavano girando verso di lei.
Anna smise di sparare.
Con i denti strappò la copertura del caricatore del fucile phaser. Con le dita tremanti cercò i contatti giusti per mandare in override le celle energetiche.
Un ronzio iniziò a venire del fucile. La nota era sempre più acuta. Si innalzava fino al limite dell'udibile.
Lo lanciò con tutte le forse rimastele sotto l'ovoide.
L'esplosione fu tale da far sfondare all'invasore il soffitto.
Poi ricadde. Pesantemente.
Anna rimase qualche secondo ferma a guardare. Incapace anche solo di pensare.
Poi si riscosse.
"Droxine?"
Tornò verso la donna. Dovette strisciare per farlo.
Il corpo del capo ingegnere era orribilmente devastato dal colpo ad energia.
Un basso rantolo veniva dalla sua gola. Faceva piccoli respiri affrettati.
"Dro..."
Non andava bene. Per nulla.
Colpì il comunicatore appuntato sul petto.
"Teletrasporto di emergenza in infermeria... "
Disse con un filo di voce roca.
Nulla. Toccò di nuovo la piccola spilla. Più volte.
Poi realizzò. L'impulso EMP. Aveva fritto anche i comunicatori.
Si guardò interno. La sala macchine era stata evacuata. Le strisce attive sulle pareti sventrate.
Era sola.
E Droxine stava morendo.
Lacrime le solcarono gli occhi. Le spalle tremarono per i singhiozzi.
Poi strinse la mano a pugno. L'unica buona.
* No. Non così. *
Si costrinse a mettersi in ginocchio. Dolorosamente.
Afferrò il capo ingegnere per il colletto. E strisciò.
Si concentrò in una litania infinita.
* Un passo. Tira. Un passo. Tira... *
Il mondo oscillava paurosamente attorno a lei.
Si perse nel mantra.

USS Seatiger, Magazzino di carico 2
01/09/2398, 10.56 - D.S. 75667.00


Anena guardava rapito la scena davanti a lui.
Le due Althea continuavano a fronteggiarsi. Occhi negli occhi. Mani intrecciate.
Dall'altra parte del campo di forza c'era una scena speculare. Con due ovoidi con i tentacoli intrecciati.
Non poteva negare che oltre la peculiarità, c'era un che di artistico. Quasi fosse un'installazione un una mostra d'arte.
Guastavano il tutto le spaventose vibrazioni e cigolii che lo circondavano. Sembrava che la nave venisse ritorta come una caramella.
Poi notò una nota di rosso in Althea. Quella vera.
Una linea di sangue le scendeva dal naso.
Si avvicinò.
"Tenente... mi sente?"
"Sì..."
risposero perfettamente all'unisono.
Il tono era sognante come pure il volto di entrambe. Eppure c'era un'ombra di disagio, di dolore.
"Forse sarebbe il caso di interrompere..."
"Non ci riusciamo..."
"Davvero? Perché? Ve lo stanno impedendo gli altri?"
Anena scoccò un'occhiata agli ovoidi oltre il campo di forza.
"No... non sappiamo come fare..."
Anena aggrottò le sopracciglia.
Forse era qualcosa di simile ad una fusione mentale vulcaniana. Ma cosa poteva fare? Forse un vulcaniano avrebbe potuto...
Le porte del magazzino si aprirono.
La scena che gli si parò davanti gli ghiacciò la schiena.
Il tenente Calvi stava trascinando carponi un'altra figura.
Le condizioni in cui versava era oltre ogni descrizione.
"Aiuto... Droxine... non respira più... "
Althea si girò di scatto, al contrario della sia omologa. I suoi occhi si focalizzarono sulla scena.
"Anna! Droxine!"
Districò le mani da quelle della sua copia per correre verso le due donne martoriate.
La sua copia lanciò un grido.
"NO! Non rompere il contatto!"
Ma era troppo tardi. In un attimo la figura perse forma e tornò ad essere una poltiglia tremolante. La stessa cosa avvenne oltre il campo di forza. L'ovoide collegato fu colto da spasmi. Poi su rilassò ruotando lentamente su se stesso. Tentacoli mediani sollevati dalla forza centrifuga.
Althea corse al capezzale delle due donne.
"Da quanto tempo non respira?"
Anna aveva gli occhi socchiusi.
"Io... non lo so... io..."
Si accasciò, priva di conoscenza.
Accanto a lei Anena posò il kit di pronto soccorso e lo aprì.
Althea ne prese un tricorder medico.
Sì le condizioni di Droxine erano critiche. Sì non respirava ed il cuore era fermo. I danni erano devastanti.
Anna non stava molto meglio. Ma era viva. Si concentrò sul paziente più grave. Non c'era un attimo da perdere.
"Consigliere mi assista."
"Sono a sua disposizione."

USS Seatiger, Plancia.
01/09/2398,10.59 - D.S. 75667.01


Arjan faceva del suo meglio per mostrarsi tranquillo e sicuro di sé di fronte all'equipaggio.
Ma non era facile.
Pochi minuti prima le firme energetiche degli invasori erano scomparse. Immediatamente era ripresa la pioggia di raggi disgreganti. Evidente mente avevano vinto. Ma allora perché non aveva più avuto notizie dal tenente Calvi?
Anche Carelli era scomparsa. Nessuno sapeva dove si trovava.
Lo scafo della nave era ormai un colabrodo. Brecce, decompressioni esplosive. Tutto spietatamente scandito da Tkar. Nessun ovoide aveva più cercato di entrare. Ma per quanto? E quante vittime c'erano state a causa delle sue scelte? Forse c'era un modo per comunicare. Solo che lui non lo aveva trovato.
Il comunicatore trillò.
=^= Capitano. Qui Lawtoein. Le devo dare un ultimo messaggio da parte del tenente Sheva. =^=
"Come? Dove è il tenente? E perché non può darmelo di persona?"
=^= Il tenente si sta occupando di Carelli e Calvi. =^=
"Sono là? Come stanno?"
=^= In condizioni critiche. Ma vivranno. Il tenente è riuscita a resuscitarla, capitano. Non uso il termine a caso. Credo di aver assistito ad un miracolo. L'ultimo di una serie oggi... =^=
"Consigliere! Mi dica cosa è successo!"
=^= Capitano, le farò un rapporto dettagliato. Più tardi. Ora non ha bisogno di saperlo, mi creda. Per ora ha bisogno solo di ricevere il messaggio di Althea. =^=
Arjan aprì la bocca per obiettare. Ci pensò meglio. Quando Anena usava quel tono era meglio ascoltarlo.
"Mi dica."
=^= Quando entreremo nel portale faccia tramettere un messaggio. Va bene qualsiasi frequenza o codifica. Il messaggio è questo. =^=
Anena iniziò a modulare un motivetto a bocca chiusa. Uno schema semplice. Aveva un ché di infantile. Come una ninna nanna.
"Dobbiamo tramettere un motivetto?"
=^= Sì signore, esattamente. E mi creda, sarà la cosa meno strada che farà oggi. Lawtoein, chiudo. =^=
Arjan sospirò. Poi si rivolse a Tholos.
"Ha sentito tenente?"
"Registrato e pronto a trasmettere, capitano."
Ormai c'erano quasi. La nube vorticante era quasi su di loro.
* Abbiamo vinto? Sempre non sia una vittoria di Pirro. *

La USS Seatiger si tuffò nel vortice.
Lo sciame di calabroni che la tartassavano si agitarono sulla sua coda. Ma non la seguirono.

Tutti sulla plancia osservarono lo schermo.
Era completamente bianco.
"Si è guastato?"
Fece Finn.
Arjan scosse la testa.
"Signor Tholos. Ha trasmesso il messaggio?"
"Sì signore. Non vedo effetti. Sembra che siamo in una sorta di spazio in cui è presente una radiazione diffusa. Sembra di dimensioni limitate ma non riesco a stabilire confini."
"Continui a tramettere."
"Certamente. Capitano! Ho un contatto sui sensori. Strutture. Molte. Prima non c'erano. Sono comparse da nulla."
"Sullo schermo."
Nel visore principale comparvero delle strutture lontano. Del tutto artificiali all'apparenza. Avevano un aspetto irregolare e caotico. Bracci e rami metallici si protendevano in tutte le direzioni. Come costruite da esseri evoluti fuori da un pozzo gravitazionale.
"Oggetti in avvicinamento, capitano."
"Riesce ad identificarli, signor Tkar?"
"Sì signore. Sono in in tutto e per tutto simili agli oggetti che ci hanno attaccato."
Finn gemette.
"Dalla padella alla brace..."
Arjan aveva avuto lo stesso pensiero.
"Su gli scudi. Pronti con una salva di siluri fotonici."
Tholos lo fermò.
"Capitano, aspetti! Sto ricevendo una comunicazione..."
Tholos sgranò gli occhi, fissi sui dati che vedeva scorrere sulla console.
"È incredibile... stiamo ricevendo su tutte le frequenze, codifiche e mezzi di comunicazione quettabyte di informazioni.
Ma è sempre lo stesso messaggio. Ripetuto in un numero incalcolabile di lingue, comprese quelle del nostro universo! C'è vulcaniano, inglese, latino, khuzdul. Sembrano tutte le lingue esistenti e che siano mai esistite."
"Signor Tholos. Ci dica quale è il messaggio."
Tholos si riebbe.
"Ve lo posso far sentire."
Nella plancia si diffuse una voce dal tono regolare ed impostato.
=^= Benvenuti. Siete al sicuro qui. =^=


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FINE MISSIONE