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USS SEATIGER - MISSIONE 11 RSS USS SEATIGER - Missione 11

11.02 "Haven"

di Droxine Carelli, Pubblicato il 12-12-2024


USS Seatiger, Plancia
01/09/2398, 10.05 - D.S. 75666.90


Tholos si irrigidì alla sua postazione.
"Comandante, ho delle letture. Delle navi in avvicinamento."
Finn aveva un tono preoccupato quando si rivolse a Tholos.
"Tenente, si riesce a capire cosa diavolo stia arrivando?"
"Ho delle letture molto strane. Ma qualunque cosa sia sta arrivando a curvatura 9.8. Tra sei minuti sarà qui."

Finn rifletté un attimo. Non era tranquillo. Lo sentiva nello stomaco. Scosse la testa. Magari non era il miglior ufficiale che la Flotta avesse visto, ma del sui istinto si fidava.

"Tenente, crede sia possibile creare sulla nave un ambiente che possa ospitare i nostri nuovi amici?"
Tholos distolse lo sguardo dallo schermo e si girò verso il Primo Ufficiale con un sopracciglio alzato.
"Si potrebbe predisporre un magazzino. Disattivare la gravità artificiale, sigillarlo con un campo di forza. Immettere la miscela di gas simile a quello rilevato dalla squadra di sbarco. Sì, si può fare."
"In cinque minuti?"
Tholos inarcò il sopracciglio ancora di più.
"Ci posso provare."
"Lo faccia, allora. Io avverto il Capitano."
Tholos si mise al lavoro.

Nave aliena sconosciuta, Zona imprecisata.
Contemporaneamente


Althea non aveva bisogno del legame telepatico per capire lo stato di agitazione che si stava diffondendo tra i membri dell'equipaggio alieno. Gli ovoidi avevano iniziato a muoversi freneticamente. Probabilmente si stavano impegnando per ultimare le riparazioni della nave il prima possibile. Ma sotto lo strato di paura e determinazione sentiva anche un altro sentimento. La rassegnazione. Non avrebbero finito in tempo.
"Capitano. I nostri ospiti sono molto agitati. No, sono terrorizzati."
"Lo vedo."Rispose Arjan.
"Credo cerchino di riparare al nave per fuggire. Ma non ce la faranno. Qualunque cosa stia arrivando è troppo veloce."
Arjan si rivolse a Droxine.
"Possiamo aiutarli in qualche maniera?"
"Non in così poco tempo... i loro sistemi sono troppo diversi dai nostri."
Il capitano si rivolse di nuovo all'ufficiale medico capo.
"Tenente. Riesce a capire la natura della minaccia?"
Althea muoveva pigramente il braccio a contatto con l'alieno.
"È... difficile capitano. Sono molto, troppo diversi da una forma di vita umanoide. Colgo solo sprazzi, sentimenti, qualche concetto."
"Continui a provare. Ma se sente che lo sforzo è eccessivo desista."
"Sì signore."

USS Seatiger, Plancia
01/09/2398, 10.10 - D.S. 75666.91


"Ci siamo, comandante. Stanno arrivando."
Tholos aveva una voce tesa.
"Stanno? Ma quanti sono?"
Disse di rimando Finn.
Qualche secondo di silenzio di troppo.

"Tenente?"
"Non lo so. Molti. Odio non riuscire ad essere più preciso ma è come se fossero qui e non lo fossero. Gli strumenti stanno impazzendo. Ma comunque sono molti, moltissimi. Oltre 100 ma continuano ad arrivare."
"Più di... me lo mette sullo schermo per favore?"

Sullo schermo principale comparve il nero stellato dello spazio. Che si stava riempiendo di puntini.

"Non si vede niente! Può ingrandire?"

La scena sullo schermo cambiò. Uno sferoide ovoidale dall'aspetto metallico, lucido come l'argento. Sulla parte mediana si dipanavano dei manipolatori. Sotto i loro occhi l'immagine si fece sbiadita. Per poi riprendere concretezza.
"Sembrano..."
Tholos fece eco allo stupore di Finn.
"Gli esseri della nave. Sì. Anche le dimensioni corrispondono."
"Ma allora sono della stessa razza? E sono vestiti con una specie di tuta eva?"
"O dei droni fatti a loro immagine. Tutte le ipotesi valgono. Ora sono almeno 300. Ed aumentano."
"Cosa fanno?"
"Sembra che stiano scansionando la zona... ora hanno individuato la nave degli ovoidi. Ci ignorano e si dirigono verso di essa. Ci ignorano."
"Finn a capitano Kenar! State per avere visite!"

Nave aliena sconosciuta, Zona imprecisata.
Contemporaneamente


Il mondo attorno alla squadra vibrò. L'aria trasmise un boato udibile attraverso le tute eva.
Un vantaggio di operare a zero gravità era quello di non essere a contatto con le superfici. Quindi non erano stati scossi dalla vibrazione. Ma le buone notizie finivano qui.
"Numero Uno! Rapporto!"
=^= Siete sotto attacco! Un gran numero di piccole navi sono uscite di curvatura ed hanno aperto il fuoco praticamente subito. Le stiamo mandando qualche immagine. Guardi la loro forma. Non siamo nemmeno sicuri che siamo veramente navi. =^=
Arjan guardò stupito le immagini in arrivo sul tricorder.
"Avete tentato di contattarli?"
=^= Sì capitano. Nessuna risposta. Stanno comunicando tra di loro ma il traduttore universale è nei pazzi. Stesso problema delle comunicazioni con i vostri amici, lì. Capitano, non è meglio se vi teletrasportiamo a bordo? =^=
Arjan valutò la situazione. I loro ospiti sembravano le vittime nella presente situazione. Ma non avevano elementi per giudicarlo. Ma se fossero dei criminali e quelli là fuori degli esponenti della loro razza mandati per fermarli?
Ma con gli 'e se' non si arrivava a nulla. Come sempre il rasoio di Occam era un ottimo strumento.
"Tenente Sheva, come reagiscono gli ovoidi?"
"Sono disperati, capitano. Sanno di essere spacciati."
"Conoscono gli attaccanti?"
"Credo di sì. Sento familiarità, ma è tutto coperto dal panico."
"Capisco. Interrompa il contatto. Ce ne andiamo. Una volta a bordo continui il tentativo di contatto. È la sua priorità adesso. Se ha bisogno di risorse ne disponga."
Poi al comunicatore.
"Comandante. Ci porti via. E teletrasporti anche tutti gli occupanti della nave. Li metta in stasi in attesa che sia predisposto un ambiente adatto a loro."
=^= Già pronto, capitano. Magazzino di carico 2. =^=
"Ottimo. Mi teletrasporti direttamente in plancia."
=^= Ne sarò felicissimo. =^=

USS Seatiger, Plancia
Poco dopo.


Il baluginio del teletrasporto era appena scomparso che Arjan stava già togliendo il casco della tuta eva.
Finn gli lasciò grato la postazione di comando.
"Signor Tkar. Rapporto tattico."
"I nuovi arrivati stanno interrompendo l'attacco. C'è il 96.4% di probabilità che abbiano rilevato che l'equipaggio è stato trasportato via. Poiché questo indica che il loro interesse sia rivolto agli occupanti, non ci vorrà molto perché capiscano dove siano finiti. C'è un 89.5% di probabilità che adesso attacchino noi."
"Grado di minaccia?"
"Usano una tecnologia simile ai disgregatori. Sono piuttosto potenti in relazione alle loro dimensioni. Individualmente non sarebbero comunque un problema ma ci sono oltre 600 di quegli oggetti là fuori. Inoltre sembrano avere delle caratteristiche peculiari. Sembrano entrare ed uscire di fase con il nostro continuum spaziotemporale. Questo potrebbe rendere difficile colpirli con le nostre armi."
Arjan attivò il comunicatore.
"Signor Queen. Sta analizzando i dati?"
=^= Sì capitano. Sono estremamente interessanti. =^=
"Felice che le piacciano. Venga in plancia."
=^= Arrivo. =^=

USS Seatiger, Magazzino di carico 2
01/09/2398, 10.15 - D.S. 75666.92


Quando le porte del magazzino si aprirono Anena si trovò davanti ad uno spettacolo particolare. Anche per gli standard degli ultimi tempi.
Un campo di forza iniziava un paio di metri oltre la porta. Al di là di esso degli alieni di forma ovoidale fluttuavano.
Segno che in quella sezione la gravità artificiale era stata disattivata.
Il tenente Sheva si trovava davanti al campo di forza. Con la mano rivolta ad essa. dall'altra parte uno dei loro improvviso ospito protendeva un tentacolo nella stessa area della mano.
Anena non conosceva bene in nuovo ufficiale medico capo.
Ora che era stata nominata avrebbero dovuto avere rapporti più stretti. Quale migliore momento di una crisi potenzialmente mortale?
"Salve, tenente. Ci sono progressi?"
Althea guardò interrogativamente il consigliere.
* Probabilmente trova strano vedermi arrivare. Deve ancora imparare quanto possa essere impiccione... Oh bé imparerà. *
"No, consigliere Lawtoein. Riesco a comunicare ma solo concetti base e poco altro. È frustrante. "
"Solo Anena, grazie. Quindi il problema è l'eccessiva differenza di specie?"
"Così pare."
"In questo casi in diplomazia si usano degli intermediari. Qualcuno che possa fare da ponte tra le parti."
"Non abbiamo niente di simile, che io sappia."
"Io sì."

USS Seatiger, Plancia
In quel momento


La nave fu scossa da un tremito.

"Signor Tkar, rapporto."
"Gli scudi tengono, capitano. Ma se continuano a bombardarci così non durerà a lungo. Oltre 200 oggetti ostili ci stano colpendo ed il resto dello sciame sta arrivando."
"Ancora nulla nei tentativi di comunicazione, tenente Tholos?"
"Ci arrivano comunicazioni ma non riusciamo ad interpretarle."
Finn prese parola.
"Ma come fanno ad avere tuta quella potenza quei cosi? Sono così piccoli..."
Arjan gli fece un cenno con la testa.
"Questa è una domanda intelligente, Numero Uno."
"Grazie, anche se lo ha detto come se fosse un evento eccezionale..."
Arjan lo ignorò.
"Signor Queen. Saprebbe darci qualche spiegazione a riguardo?"
"No capitano. In più se dovessimo supporre che non siano droni ma alieni ovoidi in tuta ambientale ci sarebbe ancora meno spazio utile. Non c'è modo per infilare un motore a curvatura, gondole, sistemi d'arma i uno spazio così piccolo. L'unica cosa che mi viene in mente è che dispongano di una tecnologia di compressione metrica spaziale... anche considerato che sembrano solo parzialmente in fase con il nostro universo."
"Una che?"
"Sono più grandi all'interno che all'esterno, comandante."
"Ma perché non ce la filiamo e basta?"
Pigolò Finn. Risposte Tkar al posto del capitano.
"Comandante, quegli oggetti sono arrivati viaggiando a curvatura 9.8. probabilmente sono in grado di raggiungerne una anche più alta. Riuscire a distanziarli non è un'opzione molto praticabile."
Poi Tkar si rivolse ad Arjan.
"Capitano, dovremmo rispondere al fuoco. Per quanto capisca le remore di rovinare un primo contatto questa è la nostra migliore possibilità."
Arjan aveva già saggiato questa linea d'azione. Non gli piaceva. Il primo conflitto con i Klingon non era iniziato in modo molto differente.
Ma erano molto distanti da casa. E l'incolumità dell'equipaggio era nelle sua mani. Erano superati pesantemente dal punto di vista tecnologico.
Assentì.
"Un colpo di avvertimento."
Tkar eseguì. Un raggio bluastro solcò il cielo inquadrato dallo schermo principale.
Per tutta risposta la plancia caracollò.
"Bene... agganci un bersaglio e faccia fuoco."
Ancora una volta il raggio illuminò lo schermo.
"Bersaglio colpito, capitano. Nessun danno apparentemente. Credo che sia andato fuori fase. Il raggio lo ha semplicemente attraversato."
"Siluro quantico. Massima dispersione."
Passarono alcuni secondi poi lo schermo fu illuminato da un'immane esplosione. I filtri ottici compensarono.
"Nessun effetto, capitano. Gli oggetti semplicemente fasano ad ogni attacco."
"Manovra di disimpegno. Pronti ad entrare in curvatura."

Nello spazio la USS Seatiger, come attorniata da un nuculo di moscerini, si girò ed iniziò a muoversi.
Ma da molti di quei moscerini partì un raggio verdastro, bloccandone la manovra,

"Raggi traenti, capitano. Centinaia."
La voce di Tkar era implacabile. Arjan strinse i denti.
"Massima energia agli scudi!"

USS Seatiger, Magazzino di carico 2
01/09/2398, 10.20 - D.S. 75666.93


"Non sono sicura che il capitano approverebbe..."
"Suvvia Alty, ti ha dato carta bianca, no?"
Anena era passata dal cognome, al 'tu' e poi al nomignolo con una fluidità disarmante. Althea non se ne era praticamente accorta.
"Sì ma magari avrei almeno dovuto chiedere il permesso... sono stata nominata da così poco..."
"Credimi, in questo momento il capitano ha ben altri grattacapi..."
Le porte scorrevoli si aprirono.
"E comunque ormai sono qui."
I tre mutaforma entrarono nel magazzino.
"Voleva vederci, tenente?"
Althea decise che visto che era in ballo doveva ballare.
"Si, vi ringrazio. Abbiamo un problema di comunicazione. Io sono una betazoide. Posso comunicare telepaticamente. Me questi essere sono troppo... diversi."
Con un gesto del braccio indicò le figure attraverso il campo di forza.
"Il consigliere ritiene che voi possiate prendere la forma di quegli essere e fare da interprete."
Le tre figure, difficile dire chi fosse chi, visto che stavano mantenendo la tipica forma umanoide grezza, fissarono gli ovoidi fluttuanti.
Uno dei tre parlò.
"Non sarà facile. Di norma ci vuole tempo per assimilare una forma individuale abbastanza a fondo da imitarne anche i pensieri."
Il pavimento tremò.
"Tempo che non abbiamo."
Le tre figure si girarono a fronteggiarsi.
"Sapete quale è l'unica soluzione, vero?"
"Siamo stati lontani dal Grande Legame per troppo tempo. È possibile che ci distrugga."
Il pavimento tremò ancora.
"Non quanto un disgregatore ben collimato, direi."
Le altre figure chinarono la testa in segno di assenso.
La prima si girò vesto Althea.
"Proveremo qualcosa di pericoloso. Ma avremo bisogno della sua assistenza, tenente. Dovrà fidarsi di noi."
Althea deglutì. Non era immune alla paura dei cambianti ereditata dalla guerra del Dominio. Ma annuì.
Le tre figure si avvicinarono. Le loro mani gelatinose si avvicinarono per unirsi. Poco a poco si fusero un un unico grosso grumo tremolante.
Poi un da esso iniziò a formarsi di nuovo una forma umanoide.
"Si avvicini, tenente."
Althea prese un respiro ed obbedì. Anena osservava tutto a distanza.
La figura intrecciò le mani con le sue. I tratti si fecero più definiti. Più familiari.
Anena si trovò a osservare due tenenti Sheva che si fronteggiavano guardandosi negli occhi. Tranne per i piedi di una di esse ancora parte del globo gelatinoso.
"Non resistere."
"No..."
"Io sono Althea."
Disse il cangiante.
"Io sono Althea."
Disse Althea.
"Io sono Althea."
Dissero all'unisono.
Il globo gelatinoso si allungò verso il campo di forza.
"Anena, apri un piccolo varco permeabile nel campo di forza."
Dissero le due Althea.
L'interpellato si affrettò ad obbedire.
In tentacolo gelatinoso passò dall'altra parte ed iniziò immediatamente a gonfiarsi in una forma sferica. Poco dopo una altro ovoide popolava il magazzino, sia pure con un inquietante tentacolo che usciva dalla parte inferiore. Al centro, tra i due il grumo iniziale, collegato ad entrambe le forme, pulsava oscenamente.
Il nuovo ovoide intrecciò i manipolatori mediani con il suo omologo.
Le due Sheva digrignarono i denti in un mugolio indistinto.
"Abbandonati. Lasciati vedere. Lasciati sentire..."
Il viso di/delle Althea era/no matido/i di sudore.

USS Seatiger, Plancia
01/09/2398 - 10.30 - D.S. 75666.95


"Scudi al 21%."
La voce impassibile di Tkar scandiva un conto alla rovescia mortale.
Arjan si passò nervosamente ma mano sul mento. Possibile che non ci fosse nessuna via di uscita?
Come a tutti quelli che avevano frequentato l'Accademia della Flotta Stellare un nome si affacciava alla coscienza: Kobayashi Maru. Ma non erano in una comoda simulazione. Quella era la realtà.
Il comunicatore trillò.
=^= Capitano, qui Sheva. =^=
"Mi dica, tenente."
=^= Stiamo mandando dei dai grezzi al signor Queen ed al tenente Carelli. Dobbiamo emettere un fascio di muoni focalizzato alle coordinate che sono indicate. I dati vanno interpretati. Gli ovoidi hanno altri standard numerici e sistemi matematici. Spero di avere raccolto abbastanza elementi da poter operare una conversione. =^=
Arjan non perse troppo tempo a riflettere. Anche affidarsi alle indicazioni di alieni sconosciuti era meglio che lasciarsi morire sotto il fuoco implacabile di quegli esseri là fuori. Attivò il comunicatore.
"Tenente Carelli. Collabori con il signor Queen per realizzare quanto chiesto dal tenente Sheva. E mi dia tutto quello che ha per gli scudi. Strizzi ogni stilla di energia. Ci compri del tempo."
=^= Sì capitano =^=
"Signor Queen..."
"Ci sto già lavorando, capitano. Però..."
"Cosa?"
"Un raggio con queste caratteristiche non dovrebbe avere un particolare effetto. Forse non sto interpretando bene i dati. O ci sono problemi di comunicazione con gli alieni. Emetterlo consumerà energia sottraendola agli scudi."
Arjan scosse la testa.
"Con i forse non arriviamo da nessuna parte. Faccia del suo meglio. Sono sicuro che lei ed il tenente Carelli ci riuscirete. Appena pronti fate fuoco."
Seguirono minuti di tensione. Mentre l'intera nave beccheggiava sotto la pioggia di colpi e la forza dei raggi traenti.
"Scudi al 17%."
Continuò a scandire Tkar.
"Siamo pronti, Capitano."
Fece Jason.
"Bene. Faccia fuoco."
Dal deflettore principale partì un fascio di luce giallastro che si perse nei meandri della nebulosa.
Tholos tenne sotto controllo i sensori.
"Nessun effetto."
Jason scosse la testa.
"Probabilmente, come dicevo, abbiamo interpretato male i dati..."
Tholos lo interruppe.
"Flusso gravitonico in formazione! Si trova vicino alle coordinate indicate."
"A schermo!"
Sullo schermo principale all'inizio non comparve nulla. Poi un puntino baluginò.
Un piccolo vortice turchese fece timidamente capolino, per poi sbocciare in un gigantesco bocciolo di rosa cosmico.
"Un tunnel spaziale, capitano!"
Dissero contemporaneamente Jason e Tholos.
Arjan saltò sulla sedia. Una speranza o...?
"Tenete Garibaldi! Tracci una dotta. Ci porti là."
Tkar interloqui.
"Capitano. I raggi traenti continuano a bloccarci."
Arjan prese un respiro. Era arrivato il momento delle decisioni difficili. Attivò il comunicatore.
"Tenente Carelli, al mio ordine dirotti tutta l'energia ai motori ad impulso."
=^= Capitano, quando intende tutta... =^=
"Intendo tutta. Signor Tkar, abbassi gli scudi"
Un attimo di silenzioso stupore attraversò il ponte. Persino Tkar inarcò un sopracciglio.
"Abbassati, signore."
Il tremore si acuì immediatamente. La nave era scossa da brividi di dolore.
"Ora! Massimo impulso!"

Nello spazio la nave fece avvampare i motori posteriori. Lottò per muoversi ma il gigante non riuscì ad avere ragione della nube di pulci che la attorniava. Gocce di duranio fuso si disperdevano nel vuoto come gocce di sangue.

"Non ci muoviamo, signore. i raggi traenti sono troppi."
Riportò Garibaldi dalla postazione del timone.
"Capitano, stiamo subendo danni ingenti. Suggerisco di ripristinare gli scudi."
Tkar non avrebbe avuto bisogno di dirlo. L'urlo del metallo torturato dalla tensione dei raggi traenti e dei colpi feriva le orecchie di tutti.
=^= Capitano, qui Carelli. =^=
"Mi dica, tenente."
=^= Ho modificato dei siluri fotonici per emettere un impulso EMP ad ampio spettro. Probabilmente non servirà a nulla ma... =^=
Arjan si rivolse all'ufficiale tattico.
"Signor Tkar, ha sentito? faccia fuoco."
"Sì, signore."
Sullo schermo principale fu visibile per un secondo la luce del motore del siluro. Ci fu un piccolo lampo. Ben poco era stato emesso nello spettro visibile. Ma una sfera di puntini smise di emettere i suoi raggi.
Arjan si concesse un attimo di giubilo. Ma fu breve. I puntini si riebbero subito e ricominciarono la loro opera.
"Confermo l'effetto capitano, nessun danno ma gli oggetti sono stati disabilitati per 3.2 secondi."
"Tenente Carelli. modifichi quanti più siluri può. Tkar, salva di siluri fotonici. massima dispersione. schema Omega 5."

La nave era sempre circondata. Ma ora era anche immersa in un carnevale di fuochi artificiali. Dove le luci si accendevano i puntini interrompevano il loro attacco. I raggi azzurrini si fermavano. Ma per riprendere subito dopo.
L'attacco continuava, ma la grande nave iniziò ad arrancare. Metro dopo metro iniziava a prendere velocità.

La voce di Garibaldi era piena di entusiasmo.
"Ci muoviamo, capitano!"
Tkar, federe al suo ruolo, smorzò gli animi.
"Molto lentamente. L'attacco continua. La corazza dello scafo non reggerà a lungo. Secondo le mie previsioni non ce la faremo."
Arjan stringeva il bracciolo della poltrona di comando con forza.
"Ce la faremo. Questa nave ne ha viste troppe, per finire così."
Tkar aprì la bocca come per obiettare. Poi, pensandoci meglio, la richiuse.
Arjan avrebbe voluto essere sicuro come fingeva di essere.
Uno scossone più forte degli altri investì la nave.
"Breccia nello scafo, capitano. Ponte 11."
"La sigilli con un campo di forza, presto!"
"Fatto, capitano. Ma tre oggetti sono penetrati."
Arjan gemette. Il ponte 11. La sala macchine ed il magazzino 2, dove si trovavano gli ovoidi.
"Capitano, l'attacco è terminato. Continuano con i raggi traenti ma non ci colpiscono più."
* Che non vogliano rischiare di colpire i propri compagni? Un comportamento sociale. Non sono droni, sono vivi. *
Arjan aprì il comunicatore.
"Tenente Calvi. Qui Kenar. Siamo stati abbordati. Ponte 11. Tre obiettivi. Prenda tutti gli uomini che può. Non devono, ripeto, non devono arrivare alla sala macchine. Mi ha capito?"
La risposta del capo della sicurezza era carico di determinazione.
=^= Non ci arriveranno, capitano. =^=

USS Seatiger, Ponte 11
01/09/2398 - 10.47 - D.S. 75666.98


"Alfa 1 a squadra beta. Situazione."
Disse Anna al comunicatore
=^= Beta 1 ad Alfa 1. Obiettivo in arrivo. Contato in 10 secondi. =^=
=^= Qui Gamma 1. Anche noi stiamo per ingaggiare. Se finiamo presto vi veniamo a dare manforte. =^=
Quello era Chrell. Buon elemento ma talvolta troppo ottimista. Lei non lo era altrettanto. Se gli avversari erano in grado di sfasarsi era possibile che le loro armi non sortissero effetto.
"Tenete il canale pulito. Niente commenti non necessari. Ricordate che dobbiamo soprattutto rallentarli."
=^= Beta 1, contatto! Apriamo il fuoco. =^=
Dal comunicatore si udiva il sibilo sommesso dei phaser. Poi di qualcos'altro. Più potente.
=^= Qui Beta 1l l'obiettivo non si sfasa. Ma è protetto da scudi. Non riusciamo a penetrarli. Ripeto non... =^=
Poi più nulla.
"Beta 1! Beta 1! Terk! Mi risponda!"
Ma il canale rimase muto.
"Gamma 1. Rapporto."
Nulla.
Anna strinse i denti. La squadra Alfa che guidava si trovava a due corridoi dalla sala macchine. Erano l'ultima linea di difesa. Se cadevano loro...
Si rivolse i cinque componenti della sicurezza che guidava.
"Concentriamo il fuoco in un punto. Non ho idea del perché ma sembra che all'interno della nave non fasino. È possibile che riusciamo a sovraccaricare un emettitore di scudi e passare."
Gli altri annuirono alzando i fucili phaser. Tutti settati alla massima potenza.
Si rannicchiarono tutto dietro due deflettori portatili posti di traverso nel corridoio.
"Pronti."
Si udì un ronzio. Veniva dal fondo del corridoio.
L'ovoide cromato comparve fluttuando da dietro l'angolo. Il suo campo di forza interagiva con pareti e soffitto in una ridda di scintille e fiammelle.
I manipolatori mediani si torcevano intorno.
"Fuoco!"
Sei raggi raggiunsero l'ovoide. Concentrati al centro.
L'essere fluttuante non diede segno di notarlo. Aprì il fuoco.
Il deflettore inizio ad arrossarsi paurosamente. Poi con un schiocco cedette.
Le tre giacche rosse dietro di esso non ebbero nemmeno il tempo di gridare, falciati via dal raggio dell'ovoide.
L'ovoide cambiò bersaglio.
Anche il secondo deflettore inizio a rosseggiare.
"Ripiegare!"
Anna e gli altri due superstiti corsero verso l'angolo del corridoio. Ma prima che ci arrivassero il deflettore si esaurì.
L'uomo che le correva accanto fu raggiunto da un raggio mortale. Jenkins. Un brav'uomo proveniente delle colonie di Marte. Amava l'opera e le barzellette sporche.
Ma Anna non aveva tempo per il cordoglio.
Dietro l'angolo c'era la sorpresa che aveva chiesto di preparare ai tecnici di Droxine. Se avessero finito di prepararla.
Arrivò di gran carriera all'apparecchiatura posta in mezzo al corridoio. Era un cannone phaser smontato da una navetta.
Grossi cavi energetici scomparivano direttamente nella porta aperta della sala macchine, lì accanto.
"È pronto? "
Si rivolse al tecnico che armeggiava assieme ad altri due.
"Sì, tenente. Collegato e pronto a sparare. Ma è sicura di volerlo usare qua dentro? Quell'affare può bucare tutte le pareti fino ad arrivare allo scafo."
"Lo spero proprio. Si ritiri con i suoi uomini. Evacuate la sala macchine. Sta arrivando. Dov'è il tenente Carelli?"
"Non c'è. Ha detto che voleva provare qualcosa."
"Bene. Ora muovetevi. Fuori di qui."
I tecnici si affrettarono ad obbedire.
Anna ed i suoi uomini si prepararono dietro altri due deflettori.
L'ovoide non si fece attendere. Appena girò l'angolo entrambi i deflettori si tinsero di rosso.
Anna attivò il cannone.
L'ovoide fu colpito da un raggio energetico incommensurabilmente più potente di quello dei fucili phaser. Si fermò ed iniziò a tremare. Le pareti tutto intorno ad esso iniziarono a bollire e fondere.
* Ah questo lo senti eh? *
Ma l'ovoide non arrestò l'attacco. I deflettori erano in fiamme. Non avrebbero resistito a lungo.
* Vediamo che è più duro. *
Furono i deflettori a cedere per primi. I due uomini sella sicurezza furono investiti. Adams e Ciccone.
Ma anche lo scudo dell'ovoide si infranse. La superficie cromata si fece rossa, poi gialla e poi calor bianco. Ed il raggio penetrò.
L'ovoide crollò a terra.
Anna emise un verso di giubilo.
"Sì!"
Si abbandonò sul fianco del cannone, per riprendere il fiato.
Abbassare la guardia le fu quasi fatale. Aveva ancora nelle orecchie il rumore dei phaser e non aveva fatto caso ad un altro ronzio di sottofondo.
Un altro ovoide girò l'angolo. Un raggio mortale la sfiorò.
Anna si abbassò ed attivò immediatamente il cannone. L'ovoide iniziò ad avvampare.
Ma Anna non aveva più i deflettori.
I successivo colpo fu per il cannone che esplose sbalzandola. Colpì malamente la parete. Udì distintamente il crack delle costole che si rompevano. La parte sinistra del corpo fu ustionata malamente.
Rimbalzò a terra. Con le orecchie che ronzavano lottò per rimettersi in piedi. Vide accanto a se un fucile laser. Lo prese e si girò verso il suo avversario. Non riuscì a fare fuoco. Un colpo di manipolatore glielo fece volare di mano.
Un colpo di disgregatore la raggiunse. Al fianco. Una altro alla gamba. Gridò e gridò.
In una strana freddezza che le preannunciava la fine fu colta da un pensiero.
* Raggi a bassa potenza. Non mi vuole uccidere. Mi vuole fare soffrire. Solo per torturarmi...? No. Si vuole vendicare. Ho ucciso il suo compagno. *
Poi un manipolatore la prese per il collo e la sollevò. Non aveva più la forza di fare resistenza. Rimase con le membra che ciondolavano mollemente. Un altro manipolatore le si parò davanti. La bocca del disgregatore si aprì. Lentamente.
* Vuole farmi paura. Farmi capire che questa sarà l'ultima cosa che vedrò. *
Anna non riusciva a respirare bene. La vista le si offuscò. Almeno non sarebbe durata ancora a lungo...
Non sentì il rumore di qualcosa che ticchettava ai suoi piedi.
Cadde a terra. Come pure l'ovoide, che impattò al suolo con fragore.
"Anna! Colpiscilo presto!"
* Chi...? La voce era familiare. Droxine? *
Aprì gli occhi.
Sì era Droxine. Era accanto a lei e stava colpendo l'ovoide a terra con un fucile phaser.
Anna vide un altro fucile vicino a sé. Senza perdere tempo a rialzarsi lo prese con la mano sinistra. Il braccio destro era inservibile. Puntò e fece fuoco. I due raggi combinati stavano fondendo la corazza cromata. Poi l'ovoide iniziò a risollevarsi. Piccole scintille iniziarono a pervadere gli emettitori degli scudi. Poi qualcosa all'interno esplose e l'oggetto ricadde al suolo.
"Anna, come stai? Hai un aspetto terribile. Ti porto subito in infermeria."
Anna guardò il viso del capo ingegnere inebetita.
"Come... come..."
Droxine fece un sorrisone. Facendo cenno ad un paio di scatolette dall'aspetto molto grezzo che aveva appese alla cintura.
"Una piccola bombetta EMP. Ho pensato 'se funziona con i siluri perché non riprodurlo in scala?'. Però li disabilita solo per pochi secondi. Ma è bastato, a quanto pare."
Ridacchiò.
"Così imparano a minacciare la mia sala macchine! Tecnologia improvvisata uno, tecnologia ultra avanzata zer... AARGH "
Anna vide con orrore Droxine accasciarsi dopo essere stata raggiunta da un raggio mortale che aveva attraversato almeno due paratie.
Il terzo invasore girò l'angolo.
Quattro manipolatori la presero di mira.
In qualche modo rotolò dietro la massa scomposta del cannone phaser.
Droxine era accanto a lei. Non si muoveva. Alla cintura aveva ancora due scatolette. Le bombe EMP.
Le staccò dalla cintura. Era difficile usando solo la sinistra. Non era difficile capire come armarle. C'era solo una sicura. Premette la levetta di entrambe le bombe e le lanciò alla cieca oltre il cannone. Sentì la vibrazione dell'impatto sul pavimento dell'ovoide.
Poi prese il fucile phaser e rotolò oltre la protezione offerta dal cannone.
Sparò pregando su ogni joule di potenza emessa.
La superficie dello sferoide iniziò a fondere. Non abbastanza in fretta.
L'ovoide si risollevò. Gli scudi si ristabilirono. Il raggio del phaser si infrangeva di nuovo inoffensivo su di essi. Il campo fluttuava in modo irregolare e mandava scariche anomale. Ma era sufficiente. I manipolatori facevano fatica a sollevarsi. Tremavano. Ma si stavano girando verso di lei.
Anna smise di sparare.
Con i denti strappò la copertura del caricatore del fucile phaser. Con le dita tremanti cercò i contatti giusti per mandare in override le celle energetiche.
Un ronzio iniziò a venire del fucile. La nota era sempre più acuta. Si innalzava fino al limite dell'udibile.
Lo lanciò con tutte le forse rimastele sotto l'ovoide.
L'esplosione fu tale da far sfondare all'invasore il soffitto.
Poi ricadde. Pesantemente.
Anna rimase qualche secondo ferma a guardare. Incapace anche solo di pensare.
Poi si riscosse.
"Droxine?"
Tornò verso la donna. Dovette strisciare per farlo.
Il corpo del capo ingegnere era orribilmente devastato dal colpo ad energia.
Un basso rantolo veniva dalla sua gola. Faceva piccoli respiri affrettati.
"Dro..."
Non andava bene. Per nulla.
Colpì il comunicatore appuntato sul petto.
"Teletrasporto di emergenza in infermeria... "
Disse con un filo di voce roca.
Nulla. Toccò di nuovo la piccola spilla. Più volte.
Poi realizzò. L'impulso EMP. Aveva fritto anche i comunicatori.
Si guardò interno. La sala macchine era stata evacuata. Le strisce attive sulle pareti sventrate.
Era sola.
E Droxine stava morendo.
Lacrime le solcarono gli occhi. Le spalle tremarono per i singhiozzi.
Poi strinse la mano a pugno. L'unica buona.
* No. Non così. *
Si costrinse a mettersi in ginocchio. Dolorosamente.
Afferrò il capo ingegnere per il colletto. E strisciò.
Si concentrò in una litania infinita.
* Un passo. Tira. Un passo. Tira... *
Il mondo oscillava paurosamente attorno a lei.
Si perse nel mantra.

USS Seatiger, Magazzino di carico 2
01/09/2398, 10.56 - D.S. 75667.00


Anena guardava rapito la scena davanti a lui.
Le due Althea continuavano a fronteggiarsi. Occhi negli occhi. Mani intrecciate.
Dall'altra parte del campo di forza c'era una scena speculare. Con due ovoidi con i tentacoli intrecciati.
Non poteva negare che oltre la peculiarità, c'era un che di artistico. Quasi fosse un'installazione un una mostra d'arte.
Guastavano il tutto le spaventose vibrazioni e cigolii che lo circondavano. Sembrava che la nave venisse ritorta come una caramella.
Poi notò una nota di rosso in Althea. Quella vera.
Una linea di sangue le scendeva dal naso.
Si avvicinò.
"Tenente... mi sente?"
"Sì..."
risposero perfettamente all'unisono.
Il tono era sognante come pure il volto di entrambe. Eppure c'era un'ombra di disagio, di dolore.
"Forse sarebbe il caso di interrompere..."
"Non ci riusciamo..."
"Davvero? Perché? Ve lo stanno impedendo gli altri?"
Anena scoccò un'occhiata agli ovoidi oltre il campo di forza.
"No... non sappiamo come fare..."
Anena aggrottò le sopracciglia.
Forse era qualcosa di simile ad una fusione mentale vulcaniana. Ma cosa poteva fare? Forse un vulcaniano avrebbe potuto...
Le porte del magazzino si aprirono.
La scena che gli si parò davanti gli ghiacciò la schiena.
Il tenente Calvi stava trascinando carponi un'altra figura.
Le condizioni in cui versava era oltre ogni descrizione.
"Aiuto... Droxine... non respira più... "
Althea si girò di scatto, al contrario della sia omologa. I suoi occhi si focalizzarono sulla scena.
"Anna! Droxine!"
Districò le mani da quelle della sua copia per correre verso le due donne martoriate.
La sua copia lanciò un grido.
"NO! Non rompere il contatto!"
Ma era troppo tardi. In un attimo la figura perse forma e tornò ad essere una poltiglia tremolante. La stessa cosa avvenne oltre il campo di forza. L'ovoide collegato fu colto da spasmi. Poi su rilassò ruotando lentamente su se stesso. Tentacoli mediani sollevati dalla forza centrifuga.
Althea corse al capezzale delle due donne.
"Da quanto tempo non respira?"
Anna aveva gli occhi socchiusi.
"Io... non lo so... io..."
Si accasciò, priva di conoscenza.
Accanto a lei Anena posò il kit di pronto soccorso e lo aprì.
Althea ne prese un tricorder medico.
Sì le condizioni di Droxine erano critiche. Sì non respirava ed il cuore era fermo. I danni erano devastanti.
Anna non stava molto meglio. Ma era viva. Si concentrò sul paziente più grave. Non c'era un attimo da perdere.
"Consigliere mi assista."
"Sono a sua disposizione."

USS Seatiger, Plancia.
01/09/2398,10.59 - D.S. 75667.01


Arjan faceva del suo meglio per mostrarsi tranquillo e sicuro di sé di fronte all'equipaggio.
Ma non era facile.
Pochi minuti prima le firme energetiche degli invasori erano scomparse. Immediatamente era ripresa la pioggia di raggi disgreganti. Evidente mente avevano vinto. Ma allora perché non aveva più avuto notizie dal tenente Calvi?
Anche Carelli era scomparsa. Nessuno sapeva dove si trovava.
Lo scafo della nave era ormai un colabrodo. Brecce, decompressioni esplosive. Tutto spietatamente scandito da Tkar. Nessun ovoide aveva più cercato di entrare. Ma per quanto? E quante vittime c'erano state a causa delle sue scelte? Forse c'era un modo per comunicare. Solo che lui non lo aveva trovato.
Il comunicatore trillò.
=^= Capitano. Qui Lawtoein. Le devo dare un ultimo messaggio da parte del tenente Sheva. =^=
"Come? Dove è il tenente? E perché non può darmelo di persona?"
=^= Il tenente si sta occupando di Carelli e Calvi. =^=
"Sono là? Come stanno?"
=^= In condizioni critiche. Ma vivranno. Il tenente è riuscita a resuscitarla, capitano. Non uso il termine a caso. Credo di aver assistito ad un miracolo. L'ultimo di una serie oggi... =^=
"Consigliere! Mi dica cosa è successo!"
=^= Capitano, le farò un rapporto dettagliato. Più tardi. Ora non ha bisogno di saperlo, mi creda. Per ora ha bisogno solo di ricevere il messaggio di Althea. =^=
Arjan aprì la bocca per obiettare. Ci pensò meglio. Quando Anena usava quel tono era meglio ascoltarlo.
"Mi dica."
=^= Quando entreremo nel portale faccia tramettere un messaggio. Va bene qualsiasi frequenza o codifica. Il messaggio è questo. =^=
Anena iniziò a modulare un motivetto a bocca chiusa. Uno schema semplice. Aveva un ché di infantile. Come una ninna nanna.
"Dobbiamo tramettere un motivetto?"
=^= Sì signore, esattamente. E mi creda, sarà la cosa meno strada che farà oggi. Lawtoein, chiudo. =^=
Arjan sospirò. Poi si rivolse a Tholos.
"Ha sentito tenente?"
"Registrato e pronto a trasmettere, capitano."
Ormai c'erano quasi. La nube vorticante era quasi su di loro.
* Abbiamo vinto? Sempre non sia una vittoria di Pirro. *

La USS Seatiger si tuffò nel vortice.
Lo sciame di calabroni che la tartassavano si agitarono sulla sua coda. Ma non la seguirono.

Tutti sulla plancia osservarono lo schermo.
Era completamente bianco.
"Si è guastato?"
Fece Finn.
Arjan scosse la testa.
"Signor Tholos. Ha trasmesso il messaggio?"
"Sì signore. Non vedo effetti. Sembra che siamo in una sorta di spazio in cui è presente una radiazione diffusa. Sembra di dimensioni limitate ma non riesco a stabilire confini."
"Continui a tramettere."
"Certamente. Capitano! Ho un contatto sui sensori. Strutture. Molte. Prima non c'erano. Sono comparse da nulla."
"Sullo schermo."
Nel visore principale comparvero delle strutture lontano. Del tutto artificiali all'apparenza. Avevano un aspetto irregolare e caotico. Bracci e rami metallici si protendevano in tutte le direzioni. Come costruite da esseri evoluti fuori da un pozzo gravitazionale.
"Oggetti in avvicinamento, capitano."
"Riesce ad identificarli, signor Tkar?"
"Sì signore. Sono in in tutto e per tutto simili agli oggetti che ci hanno attaccato."
Finn gemette.
"Dalla padella alla brace..."
Arjan aveva avuto lo stesso pensiero.
"Su gli scudi. Pronti con una salva di siluri fotonici."
Tholos lo fermò.
"Capitano, aspetti! Sto ricevendo una comunicazione..."
Tholos sgranò gli occhi, fissi sui dati che vedeva scorrere sulla console.
"È incredibile... stiamo ricevendo su tutte le frequenze, codifiche e mezzi di comunicazione quettabyte di informazioni.
Ma è sempre lo stesso messaggio. Ripetuto in un numero incalcolabile di lingue, comprese quelle del nostro universo! C'è vulcaniano, inglese, latino, khuzdul. Sembrano tutte le lingue esistenti e che siano mai esistite."
"Signor Tholos. Ci dica quale è il messaggio."
Tholos si riebbe.
"Ve lo posso far sentire."
Nella plancia si diffuse una voce dal tono regolare ed impostato.
=^= Benvenuti. Siete al sicuro qui. =^=