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USS SEATIGER - MISSIONE 09 RSS USS SEATIGER - Missione 09

09.02 "Un androide a spasso"

di Tkar , Pubblicato il 27-06-2022

"Eyonor IV, General Hospital Kayan, accettazione
27/04/2398, ore 13:05


La spia più famosa di Eyonor IV si appoggiò con nonchalance al bancone dell'accettazione dell'ospedale sfoggiando il suo altrettanto famoso sorriso. Anni di missioni portate a termine con successo, gli avevano insegnato che non c'era nulla che lui non potesse ottenere grazie al suo fascino (a parte convincere sua madre di non essere deperito e che no, non gli serviva la maglia di lana e si, un giorno avrebbe messo la testa a posto), e si schiarì la gola.

L'infermiera Xeni, con vent'anni di onorato servizio alle spalle, un felice matrimonio, due figli, di cui una con una promettente carriera davanti a sé, sollevò il capo dallo schermo del computer, e non fu impressionata.

"Si?"

"Salve," continuò imperturbata la famosa spia che non aveva conosciuto mai insuccessi, "mi servirebbe un'informazione" E si piegò in avanti perché lei potesse godere dello sguardo che aveva sedotto persone di ogni età.

"Per le informazioni vada in quella direzione, terzo corridoio a sinistra, prima scala a destra e poi dritto fino in fondo," rispose imperturbabile l'infermiera tornando a guardare la console davanti a lei.

La famosa spia rimase a fissare la nuca dell'infermiera a bocca aperta. Per alcuni secondi non disse nulla, incredulo, poi cercò di darsi un contegno e si guardò attorno nella sala d'attesa affollata per accertarsi che nessuno avesse visto quello che era appena successo.

"Mi scusi..." provò di nuovo sicuro che la donna avesse un problema di vista ed era per questo che non avesse ceduto al suo indiscusso fascino. "mi servirebbe solo avere qualche informazione su una mia conoscenza, so che è stata operata di recente e..."

"Le informazioni sui pazienti sono riservate," lo interruppe bruscamente l'infermiera con un tono che gli ricordò fin troppo quello di sua madre quando da piccolo combinava qualche guaio. "Se vuole, può chiedere un permesso speciale compilando il modulo A1-7b-56GHI-P3a minuscola, BG23, per averlo prenda le scale, terzo piano, poi prima porta a destra, scenda di un piano, giri a sinistra, sesta porta sempre a sinistra, sportello 92."

"Capisco, ma vede si tratta di un'emergenza, non potrebbe fare un eccezione e..." Insistette la famosa spia che non poteva certo tornare dal comandante Xo con un insuccesso.

"Se facessimo eccezioni, non saremmo noti in tutta la galassia, signore!" Esclamò indignata l'infermiera Xeni, "vuole per caso rovinare la reputazione di questo ospedale? Gettare nel fango anni di lavoro per garantire l'assoluta privacy dei nostri pazienti? Vuole forse portare ignominia a questa onorata istituzione?" continuò in modo melodrammatico alzando la voce.

"No, no, davvero no!" si ritrovò a dire la famosa spia cercando di calmarla.

"Bene, allora vada dove le ho detto e ritorni con il modulo richiesto," sancì seccamente la donna tornando a ignorarlo.

La spia più famosa di Eyonor IV rimase a fissarla allibito. Mai prima d'ora il suo infallibile fascino aveva fallito. Forse si era ammalato, si sentiva effettivamente un po' accaldato. Si portò una mano alla fronte, era lui o l'aria nell'ospedale aveva un cattivo odore? Si guardò attorno spaesato. Forse avrebbe dovuto chiamare il comandate Xo e dirgli che si metteva in malattia.



Eyonor IV, centro città
27/04/2398, ore 17:01


Kenar si era rifugiato in uno dei parchi della città dove, seduto su una panchina, osservava il canale che sfociava nel mare e ragionava sulla sua situazione. Aveva pensato che una passeggiata lo avrebbe aiutato, ma, nonostante non fosse la prima volta che il suo ospite era di sesso femminile provava un'insolita sensazione di disagio (e non era per l'aspetto di quel corpo, anche Pasira Kal era stata una bella donna e la cosa non lo aveva affatto disturbato allora). Forse derivava dal fatto che quello non fosse veramente un corpo (o che Arjian non fosse abituato come Kenar a cambiare corpo), comunque fosse sentiva che c'era qualcosa che non andava.

Era tutto iniziato quando, lasciato l'ospedale per fare una passeggiata, aveva chiesto la direzione per raggiungere il parco ad una ragazza. Questa glielo aveva indicato con un sorriso continuando a camminare ma, quando si era girato per ringraziarla, la ragazza sembrava scomparsa nel nulla. E ora, che era seduto lì sulla panchina continuava a provare una strana sensazione, come se ci fosse qualcosa che non andava, ma non riuscita a capire di cosa esattamente si trattasse.

A poca distanza da lui un grido strozzato di una donna attirò la sua attenzione, si girò ma tutto quello che vide fu un uomo con una specie di saio che si allontanava in fretta con un grosso sacco in spalla. Socchiuse gli occhi fissandolo, anche quando l'altra ragazza gli aveva dato le indicazioni per il parco aveva visto due individui vestiti allo stesso modo. Che strano...

Se avesse potuto sarebbe tornato sulla Seatiger, ma alla clinica si erano raccomandati il massimo riposo e gli avevano proibito di riprendere a lavorare per cui la sua nave era nelle mani del comandante Finn.

Forse era per quello che non era tranquillo.



Eyonor IV, - Base segreta dei Confratelli Elucidati della Notte d'Ebano
27/04/2398, contemporaneamente


Il Gran Maestro non era contento.

Un compito aveva assegnato, chiedendo espressamente che lo avvertissero immediatamente quando fosse stato portato a termine, e non aveva saputo ancora nulla.

"Leffis!" Chiamò con voce stentorea.

I passi affrettati del suo assistente, seguiti dalla sua figura genuflessa che avanzava lentamente nella sua direzione, seguirono il suo richiamo. Il Gran Maestro lo studiò accigliato.

Leffis era subentrato a Lafis, dopo il fallito attentato alla sua persona. Il Gran Maestro aveva sempre saputo che il suo vecchio assistente aspirava al suo posto perché così funzionavano le cose nella Confraternita: nessuno saliva di grado se non si liberava del suo predecessore.

Eppure Leffis sembrava far saltare ogni regola. La sua carriera, infatti, era progredita al contrario: ogni volta che un superiore voleva liberarsi di lui, gli succedeva qualcosa. Confratello Lostar, figura importante all'interno della Confraternita, famoso esperto di veleni, lo aveva avuto come assistente per anni, fino a quando si era lamentato di Leffis sostenendo che fosse troppo pigro per tentare almeno una volta di assassinarlo. Lostar aveva confidato al Gran Maestro di volersi liberare di Leffis definitivamente una sera, il giorno dopo, però, era lui quello che era stato trovato senza vita.

Il Gran Maestro fissò Leffis studiando con attenzione le parole che voleva usare. "Leffis," iniziò tirando distrattamente con le dita la stoffa dei suoi pantaloni, "mi chiedevo se fossero arrivate notizie per me."

L'assistente, sempre piegato in avanti in segno di rispetto, sollevò appena la testa. "Nessuna, Gran Maestro"

"Per caso, non è venuto qualcuno da, che so, la capitale, con delle notizie urgenti?"

"No," rispose subito Leffis, "altrimenti l'avrei portato subito da lei!" Il Gran Maestro annuì, qualcosa doveva essere andato storto alla clinica, era per questo che ancora non aveva ricevuto notizie. "A parte..." la voce di Leffis penetrò esitante nei mille schemi che stava già mettendo in atto per capire cosa fosse successo.

"A parte?" Lo incoraggiò il Gran Maestro accigliandosi.

"Beh, vostra Gran Maestrosità, è venuto in effetti qualcuno, ma non doveva starci molto con la testa. Sembrava farneticare..."

"Chi?!" Lo interruppe bruscamente il Gran Maestro.

Leffis sollevò la testa spaventato. "Una staffetta signore, ma il messaggio non aveva senso, era sicuramente ubriaco, per questo l'ho mandato via..."

"Quando?" Chiese il Gran Maestro la cui voce tonante rimbombava nella sala.

"I...ieri, signore, ma le assicuro che non era niente di importante. Farneticava di allodole e documenti mischiati e androdi..... e lei era in comunicazione con gli dei e...perché il suo viso è così rosso Gran Maestro? Si sente bene?"

Il Gran Maestro fissò il suo assistente con sguardo omicida, poi si ricordò all'improvviso del confratello Lostar e le parole che stava per pronunciare gli morirono in bocca. Chiuse gli occhi e contò fino a dieci.

"Mio caro Leffis," disse quando fu certo di aver allontanato ogni pensiero omicida dalla sua mente. "predi fiato e riferiscimi esattamente quello che ha detto la staffetta."