Pianeta Tzenketh - Città di Skeret
Approdo 12 - Nave commerciale "Setzuo"
14/03/2404 - ore 21.48
=^=E tre... due... uno... sono dentro!=^= esclamò Sarah dalla plancia della USS Raziel schioccando le dita con soddisfazione.
=^=Fammi capire... sei entrata nei sistemi di sicurezza della Coalizione Tzenketh?=^= commentò Moses, in piedi dietro di lei con uno sguardo incredulo.
=^=E da lì poi nei sistemi di videosorveglianza di Skeret. A che ora T'Pak dice di aver 'incontrato' suo padre?=^= chiese Sarah, mentre i suoi occhi scorrevano velocemente sullo schermo pieno di dati.
"Erano circa le 20, si trovavano nel mercato franco," rispose Fox, alzando lo sguardo dalle sue note.
=^=Vediamo... santo cielo! Ci saranno migliaia di persone! Come facciamo a...=^= iniziò Sarah, la sua voce tradiva un pizzico di preoccupazione.
=^=Ferma! Vai indietro di due secondi... quello è Hazyel. Difficile non notarlo... e quello è Wood.=^= esclamò Moses, indicando lo schermo con un gesto rapido.
=^=Sì! Ecco T'Pak. Vado ad evidenziare ed analizzare tutti quelli che sono vicini a lei.=^= disse Sarah, iniziando un'analisi dettagliata delle figure circostanti.
"Secondo T'Pak deve averla toccata altrimenti non avrebbe sentito il suo messaggio mentale... però non ho idea se basti sfiorarla o se il contatto deve essere più incisivo. Elaina?" chiese Fox, voltandosi verso la dottoressa Tarev, rimasta a bordo con lui sulla Setzuo.
"Mmmh?" rispose lei, distratta.
La Betazoide era affacciata a uno dei piccoli oblò della nave ed osservava la città di Skeret. Sembrava distante, accigliata... come se la sua attenzione fosse focalizzata su altro.
"Elaina?" chiese ancora Fox.
"Ah sì, scusate... il tocco può essere molto rapido, dopotutto la comunicazione del pensiero è immediata." rispose lei, tornando alla realtà.
=^=Tutto bene comandante?=^= chiese Moses, accigliandosi.
"Sì... però ho delle strane sensazioni in questo posto" rispose lei, tornando a guardare la città.
"Brutte o buone?" chiese Lucius, osservandola attentamente.
"Non saprei... sento qualcosa, ma non capisco cosa." rispose lei evasiva, fissando ancora la città con un'espressione pensierosa.
Fox scambiò un'occhiata con Moses attraverso il video e quest'ultimo fece cenno al capo ingegnere di continuare.
"Spiegami, non sono un empatico," riprese Lucius.
Lei si voltò e sorrise. "È come essere a un concerto, con migliaia di persone che cantano... ma per un attimo senti la voce di qualcuno che conosci... Non posso spiegartelo meglio di così, mi dispiace." rispose lei, tornando seria e girandosi di nuovo a guardare la città.
=^=Non vorrei interrompere, ma ho scoperto qualcosa!=^= il capo operazioni attirò l'attenzione di tutti. =^=Ecco qui, guardate!=^=
La scena era il fermo immagine di una strada affollata. T'Pak era evidenziata per distinguerla dal resto delle persone e dietro di lei una figura incappucciata aveva una mano a pochi centimetri dalla sua spalla.
=^=Guardate cosa succede quando vado avanti=^= continuò il capo operazioni.
Il video prese vita. L'uomo incappucciato toccò per un attimo la spalla del capo della sicurezza. Poi, dal nulla, una seconda mano apparve e bloccò il polso dell'uomo, piegandolo in una morsa ferrea.
=^=Mmpf! Quello è Jiu-Jitsu.=^= commentò Moses, con un sorrisetto soddisfatto.
Il video seguì i due uomini che si allontanavano dalla folla a braccetto. In realtà, la mano del secondo uomo teneva il braccio del primo in una complicata leva articolare.
=^=Se quello era davvero il padre di T'Pak ha potuto fare ben poco. Il Kote Hineri è una tecnica che prevede di afferrare il polso dell'avversario e torcerlo in modo da applicare pressione sulle articolazioni, costringendo la persona a seguire il movimento del praticante.=^= spiegò Moses.
"È riuscito a tenere bloccato un Vulcaniano solo con quella mossa?" chiese Fox, incredulo.
=^=Le articolazioni sono fragili in chiunque, anche nei Klingon. Per resistere al dolore devi essere abbastanza cattivo o abbastanza incazzato. Non credo che il professor Sandor rientri in quelle categorie. Possiamo vedere dove vanno?=^= rispose Moses, preparandosi a seguire il video.
=^=Lasciate fare a me!=^= esclamò Sarah facendo scrocchiare le dita.
Pianeta Tzenketh
Città di Skeret - mercato franco
15/03/2404 - ore 00:39
Il cielo notturno era illuminato da migliaia di luci scintillanti, un contrasto vibrante contro le ombre profonde del mercato franco.
I banchi erano ancora animati nonostante l'ora tarda, con venditori che cercavano di chiudere affari dell'ultimo minuto ed avventori che chiacchieravano sotto i tendoni colorati.
In una catapecchia oscura e angusta, nascosta tra i vicoli secondari del mercato, una fiammella olografica di un piccolo riscaldatore proiettava ombre danzanti sulle pareti. La stanza era stata occupata abusivamente da Gabryel e Isabella, agenti temporali in missione.
"Pensi che mamma ci percepisca?" chiese Gabryel, osservando la fiammella. La luce azzurra rifletteva sui suoi occhi, creando un'aura inquietante nel piccolo spazio.
"Difficile dirlo, ci sono un'infinità di persone qui in città. La cacofonia di emozioni sprigionata dovrebbe coprirci," rispose Isabella, seduta accanto a lui. Il suo volto era sereno, ma gli occhi tradivano una profonda preoccupazione.
"Mi piacerebbe vederla," disse lui con un sospiro.
"Gabryel..." iniziò Isabella, cercando le parole giuste.
"Sì lo so... però mi piacerebbe," insistette lui, abbassando lo sguardo.
"Anche a me." Isabella lanciò un'occhiata a Sandor, che se ne stava in un angolo della stanza in meditazione, il suo respiro profondo e regolare. "Capisco perché abbia voluto contattare sua figlia."
"Già... l'abbiamo strappato al suo tempo e alla sua famiglia e non si è mai lamentato. Per fortuna era un Vulcaniano... nessun altro avrebbe accettato la situazione."
"L'alternativa era esplodere con la nave. I pochi membri dell'equipaggio che erano sulla USS Hermes hanno tutti accettato di vivere nel futuro... quelli che erano sopravvissuti al primo attacco almeno." rispose Isabella con un tono riflessivo.
Gabryel osservò la sorella. Era grato che il peso del comando fosse sulle sue spalle, spesso le scelte che doveva prendere erano crudeli. Se qualcuno dell'equipaggio non avesse accettato di rimanere nel futuro, sarebbe stato collocato sulla nave in procinto di esplodere.
"Come li rimettiamo sulla retta via?" chiese Gabryel, riferendosi al flusso temporale deviato dalle azioni della madre di T'Pak.
"Dobbiamo fare in modo che gli uomini della Raziel lascino il pianeta. Samara morirà e T'Pak non avrà niente di concreto per vendicarla... prima o poi smetterà di cercare." rispose cupa
"Chi? Zia T'Pak? Quella che ti ha insegnato a cacciare le lepri invisibili di Deleb IV?"
"Allora le faremo trovare il Tellarite..." Isabella guardò il fratello, questa volta era il Capitano a parlare. "Se trova Larkin morto non avrà più niente da vendicare."
Gabryel fece un cenno affermativo con la testa. Alcune azioni, sebbene fossero terribili, alle volte erano necessarie.
Era stato Moses a insegnare ai due l'importanza di fare 'quello che andava fatto'... anche se era necessario uccidere qualcuno a sangue freddo. Per fortuna era successo una sola volta nella sua carriera, ma Gabryel ancora vedeva il volto della sua vittima nei suoi sogni.
"Non sarebbe più semplice parlare con papà? Chiedo per un amico..." chiese lui dopo un po'.
"Sai che non ci è permesso... se loro vengono a sapere di noi potrebbero cambiare atteggiamento verso le nostre versioni attuali e spingerli a comportarsi diversamente. Potrebbe cambiare il nostro futuro... potresti trovarti a fare l'impiegato in una agenzia assicurativa e io come ragazza Dabo in un locale Ferengi."
"Con dei genitori come i nostri? Sono certo che il nostro futuro non cambierebbe di una virgola. Comunque non ci troveranno mai..." sorrise Gabryel, mettendo le mani dietro la testa per stiracchiarsi.
Improvvisamente, la porta dell'appartamento esplose verso l'interno, scagliando pezzi di legno e calcinacci ovunque.
Due figure fecero irruzione scandagliando l'area con torce elettriche e armi puntate. Le luci schizzarono nel buio dell'alloggio, illuminando il divano su cui i due erano seduti fino a un attimo prima. Ma Isabella e Gabryel erano già in azione.
Isabella lanciò il dpad verso la testa del primo avversario, che non lo vide arrivare. L'urto gli fece cadere il phaser e la torcia mentre portava le mani al volto, lanciando un grido di dolore con voce femminile.
Gabryel si preparò a lanciarsi verso il secondo assalitore quando la finestra andò in frantumi ed una figura imponente fece il suo ingresso nella stanza.
Il giovane imprecò silenziosamente e si scagliò sull'ultimo avversario per difendere le spalle della sorella.
Isabella intanto disarmava il secondo assalitore mentre il primo ancora si tamponava la testa stordita. I loro avversari erano estremamente forti e combattere al buio non era una cosa che molti avrebbero saputo fare.
Lo scontro di Gabryel era il più difficile che avesse mai affrontato. Chiunque fosse il suo avversario, era più forte e molto più addestrato di lui.
Sebbene riuscisse in qualche modo a tenergli testa, stava inesorabilmente retrocedendo.
Isabella non era messa meglio: anche il suo avversario era estremamente capace. Era riuscita a prenderlo di sorpresa e disarmarlo, ma il suo vantaggio era durato poco. Dal nulla, il suo avversario aveva fatto comparire due coltelli.
Se non fosse stato per le torce elettriche rotolanti ai loro piedi, che si erano riflesse sulle lame, molto probabilmente l'avrebbe già sfilettata come un pesce. Fortunatamente, aveva esperienza in quel tipo di combattimento... entrambi avevano avuto insegnanti incredibili.
Erano passati solo pochi attimi, ma Isabella e Gabryel erano ormai schiena contro schiena in posizione di difesa. Se fossero stati soli, potevano tentare di scappare, ma Sandor non ce l'avrebbe mai fatta. Poi, tutto divenne più chiaro.
"Basta!" la voce di una donna bloccò tutti e qualcuno entrò nella stanza accendendo la sola lampadina dell'appartamento.
"Oh merda..." borbottò Isabella vedendo finalmente il volto dei loro avversari.
"Comandante Tarev, stia attenta, questi ragazzi sono in gamba..." commentò Cortez, facendo sparire i coltelli e raccogliendo il phaser per poi dare una mano a T'Pak che ancora si teneva la fronte da cui fuoriusciva un rivolo di sangue.
La Betazoide aveva la testa piegata di lato, come qualcuno in ascolto. I suoi occhi si spalancarono e si avvicinò con passo malfermo ai due.
"Elaina!" cercò di intervenire Hazyel, sorpreso.
"Isa..." disse dolcemente la dottoressa, guardando negli occhi la figlia per poi voltare lo sguardo verso l'uomo accanto a lei. "Gabryel..."
"Ciao mamma..." commentò semplicemente il Capitano Isabella Tarev.
Pianeta Tzenketh
Città di Skeret - mercato franco
15/03/2404 - ore 02:50
"Perché non sembrate così sorpresi?" chiese Gabryel stupito.
"Oh lo siamo, e anche molto! Però adesso sappiamo cos'è il progetto Hermes. E trovare qui qualcuno proveniente dal futuro era una cosa prevedibile... solo non immaginavamo che..." Hazyel incredibilmente incespicò nelle parole e si limitò a mettere una mano sulla testa del figlio.
"Papà! Non ho più sei anni!" borbottò Gabryel senza però scansare la mano.
"Ah.. me ne sono accorto." sorrise il Risiano tastando la mascella dove aveva ricevuto un destro particolarmente forte.
"Siete qui per aiutarci?" chiese Cortez che guardava i due più confuso degli altri. Il suo istinto gli diceva che erano loro, ma il suo cervello aveva difficoltà ad accettare la cosa.
"No... in effetti, siamo qui per fermare voi." rispose Isabella guardando la madre che suturava il taglio della fronte di T'Pak "Ah scusa zia per quello..." aggiunse un po' titubante
T'Pak già sembrava sconvolta dalla vista del padre che seduto di fronte a lei che la fissava, sentirsi chiamare zia con la stessa intonazione della figlia di Elaina, ma con un aspetto ben più adulto, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Dopo aver mormorato uno "Scusate..." con voce fioca si spostò in una stanza adiacente dove per un attimo si sentì singhiozzare.
"Sandor... vai!" ordinò Isabella
L'uomo avrebbe voluto discutere quell'ordine. Ma sotto quello stoicismo Vulcaniano si sentiva in colpa per quello che aveva dovuto fare alla famiglia. "Sì Capitano..." mormorò avviandosi verso l'altra stanza.
"Capitano?" mormorò Eliana con una nota di orgoglio nella voce.
"Per favore vogliamo smetterla con le domande?! Immagino sappiate che non posso rispondere. Capitano Hazyel potete seguirmi nell'altra stanza? Per favore..." aggiunse poi per smorzare quello che le era uscito un po' come un'ordine.
"Io rimango qui... a tenere d'occhio la situazione." avvertì Gabryel con un sorriso troppo entusiasta, tanto che Isabella emise un grugnito così simile a quelli di Moses che Cortez scoppiò a ridere.
Alcuni momenti dopo i due erano in quello che doveva essere un piccolo cucinotto. La porta era bucata in più punti, ma era abbastanza per fornire un minimo di privacy.
"Capitano Haz..." il Risiano le mise una mano sulla testa e Isabella fu scossa da un piccolo brivido. "Papà ti prego, è già abbastanza difficile."
"Lo so, ma non mi piace che mi chiami così... avanti parla." Hazyel si tirò indietro appoggiandosi al muro per poi incrociare le braccia.
"Dovete andarvene dal pianeta."
"Perché?" rispose lui senza scomporsi
"Non posso dirvelo... però la vostra presenza mette a rischio il continuum temporale."
"Puoi almeno dirmi come funziona la cosa?"
Isabella ci pensò un attimo: come poteva spiegare in maniera semplice una cosa così complessa?
"Il tempo è come un ruscello che scorre incessantemente. Di solito, segue un percorso ben definito, ma ogni goccia d'acqua di quel fiume è composta da singoli eventi che scorrono incessantemente in questo fiume temporale fino ai giorni nostri."
Isabella si fermò un attimo per riflettere e poi riprese "Tutti credono che un evento del passato sia ormai statico, che non possa essere cambiato se non tornando indietro nel tempo e agendo sull'evento, ma non è affatto vero. Ogni evento, ogni piccola goccia d'acqua è instabile... io e Gabryel siamo nati il 4 dicembre 2398 intorno alle 11:00".
"Alle 10:26 per l'esattezza." la corresse Hazyel che si ricordava esattamente quando l'infermiera aveva messo fra le sue braccia per la prima volta suo figlio Gabryel.
"Una volta era così, fra qualche tempo ci sarà un piccolissimo cambiamento e io e Gabryel nasceremo con qualche minuto di ritardo. Niente di speciale, una mattina ci sveglieremo e sapremo che siamo nati alle 11:00. Non cambia nulla, un evento microscopico che non pregiudica la linea temporale."
"C'è un 'ma' immagino..." intervenne il Risiano.
"Alle volte una serie di piccoli eventi interagiscono fra loro come una reazione a catena: un tizio che si sveglia 5 minuti più tardi e quindi va a lavorare in ritardo si trova coinvolto in un incidente stradale e muore... solo che quel tizio era destinato ad aprire la porta ad un secondo tizio che quindi arriva in ritardo anche lui per il lavoro e via così fino a scoprire che qualcuno non è dove doveva essere nel momento più importante e si scatena un incidente che cambia per sempre la nostra realtà. Quando questo accade si crea un nodo temporale che modifica la realtà come la conosciamo creando in effetti due realtà distinte la prima dove abbiamo impedito l'evento e la seconda dove invece siamo arrivati tardi."
"E voi siete impegnati ad evitare che si creino questi nodi?"
"Esatto... abbiamo un computer quantistico che rimane 'distaccato' dal tempo... ci vorrebbe Sandor per spiegare meglio la cosa, ma non te lo consiglio perché è un tipo prolisso. Comunque il computer ci avverte quando gli eventi potrebbero diventare un nodo temporale e tiene traccia delle diverse realtà, quindi noi cerchiamo di evitare che questo accada."
"Perciò voi tornate indietro nel tempo a intervenire per correggere il piccolo ritardo o qualsiasi altro insignificante errore della storia."
"Praticamente apriamo la porta al secondo tizio in orario, in assenza dell'altro rimasto coinvolto nell'incidente."
"E se non ci riuscite?"
"Allora ci saranno due realtà distinte che portano a futuri diversi."
"Perché non intervenire per chiudere il nuovo universo? Quello sbagliato per intenderci."
"Principalmente perché non sappiamo se, in effetti, il nuovo universo sia peggio dell'altro, magari in un futuro ben più lontano l'evento porterà un grande beneficio... comunque nel nuovo universo ci sono le copie di noi stessi e di tutti coloro che vivono nella galassia... chiudendo il nodo ormai formato 'uccidiamo' tutti coloro che sono in quell'universo. Diciamo che questa è una scelta fatta da quelli che comandano ed è diventata la regola."
"Capisco... cos'è successo a Sandor? Perché è con voi?"
"Quando i pirati attaccarono la Hermes noi siamo intervenuti per portarlo via e dare il via all'autodistruzione. Il computer quantico ci aveva avvertito che, se i pirati avessero preso possesso della tecnologia temporale, allora sarebbe stato il caos..."
"Immagino! Avrebbero modificato la realtà a piacimento... fate un lavoro davvero incredibile. Sono orgoglioso di te e tuo fratello." disse Hazyel poggiandole una mano sulla spalla.
"Lo so, me lo dici sempre" rispose Isabella sorridendo e arrossendo un po' "Comunque il motore temporale era una realtà e quindi Sandor era diventato necessario per creare tutta una serie di tecnologie necessarie alle nostre missioni, per questo è stato strappato dal suo tempo."
"Ok, quindi qual è la situazione attuale? Come possiamo aiutarvi?"
Isabella sospirò, sapeva che la sua famiglia, i membri della Raziel, avrebbero fatto di tutto per dare loro manforte e quindi c'era solo un modo per dissuaderli: dire tutta la verità... almeno al suo patrigno.
"Samara doveva iniziare le ricerche del marito sei anni più tardi... in quell'epoca Larkin, l'uomo che tradì Sandor, doveva essere già morto, quindi non avrebbe messo in moto gli eventi per la cattura di Samara. Ma adesso la madre di zia T'Pak è in mano a dei mercenari senza scrupoli e, quando scopriranno che Samara non ha i dati relativi al progetto Hermes, la uccideranno."
"Motivo in più per aiutarvi... siete solo in due e dovete affrontare dei mercenari." precisò il Capitano della Raziel
"È già troppo tardi, non riusciremo mai a scoprire dove la tengono in tempo... tra due ore troveremo Samara morta e zia T'Pak inseguirà Larkin in uno stato di furia omicida. Quando lo troverà in un centro di smistamento del mercato franco, ci sarà uno scontro molto intenso e alcuni dei colpi raggiungeranno i serbatoi di dekalithium," spiegò Isabella.
"È una variante altamente instabile del dilitio. Anche se meno comune del dilitio standard, ha proprietà esplosive molto potenti." commentò Hazyel, il suo tono era grave.
"Tanto potenti da vaporizzare mezza città... compresi voi..." aggiunse Isabella con un'espressione cupa. "Poi le forze Tzenkethi interverranno e troveranno nostra madre che tenterà aiutare come può e scopriranno che si tratta di una federale... sarà arrestata per terrorismo e questo scatenerà una guerra fra la Coalizione Tzenkethi e la Federazione," terminò cupa Isabella guardandolo negli occhi.
"Quindi, facendoci andare via da qui, impedirà a T'Pak di combattere Larkin, ma Samara morirà."
Isabella fece un cenno affermativo con la testa "La nostra missione è evitare la guerra fra Federazione e Coalizione Tzenkethi... per quanto questo sia doloroso."
"Il vostro computer quantico non può dirci dove si trova Samara così da poter intervenire?" chiese il Risiano
"La linea temporale non prevedeva il rapimento, mentre dopo l'incidente gran parte della città sarà distrutta. Non possiamo trovare Samara in tempo!" fu la lapidaria risposta di Isabella.
Hazyel la guardò con un sorriso... "Forse noi no ma... come credi che abbiamo trovato voi? Hazyel a Mendel!"
=^=Qui Mendel.=^=
"Devi trovare la madre di T'Pak, hai mezz'ora. Hazyel chiudo."
=^=COSA?=^= la voce di Sarah si spense con la chiusura della comunicazione
"Nemmeno l'Ombra riuscirà a trovarla in tempo... credo" Isabella non era del tutto certa della cosa. Ai suoi tempi la Menel era andata in pensione e quello che sapeva di Sarah erano per lo più leggende... poteva davvero trovarla in tempo?
"Abbi fede... e adesso credo sia arrivato il momento di parlare anche con tuo padre."
"Non possiamo! Abbiamo un regolamento da rispettare."
"Vuoi davvero che tuo padre sappia da noi che tu eri qui ma non l'hai nemmeno salutato? Non te lo perdonerà mai... quello si che può creare un problema temporale!"
"Non mi ha ancora perdonato il fatto che abbia scelto il cognome Tarev..."
"Ahi... deve essere stato un duro colpo per lui."
"Colpa sua che è troppo famoso! Non volevo attirare l'attenzione all'Accademia... Accidenti papà! Smettila di farmi dire cose che non dovrei dire!"
Arrabbiata più con se stessa che con Hazyel, Isabella tornò dove tutti aspettavano di sapere cosa dovevano fare.