Base Stellare 621
Hangar d'attracco 4
13/03/2404 - ore 14.30
Il gruppo di ufficiali, capitanati da Hazyel, si stava dirigendo al pontile d'attracco dove Cortez aveva fatto preparare una navetta, mercantile solamente all'apparenza, per permettere ai colleghi di entrare nel territorio Coalizione Tzenkethi senza dare troppo nell'occhio.
Cortez era giunto sulla Base Stellare 621 un giorno dopo rispetto alla nave con a bordo Samara ed aveva svolto delle indagini, scoprendo che, immediatamente dopo il suo arrivo, la Klingon aveva fatto un cambio di nave, optando per una più piccola, ma molto veloce, che, ovviamente, era lì pronta ad aspettare il suo arrivo.
Stavolta, però, la Klingon non sembrava aver compiuto quella scelta volontariamente, perché era stata presa sottobraccio da due energumeni, all'apparenza Breen come il travestimento di Samara e, dalle immagini delle telecamere di sicurezza, sembrava facesse fatica a stare in piedi.
Cortez aveva deciso di continuare l'inseguimento, per non perderne le tracce, lasciando precise indicazioni su che tipo di nave sarebbe servita ai suoi colleghi al Capitano della Stazione 621.
Quest'ultimo era uomo di esperienza ed aveva capito, dalla reticenza di Cortez nel dare informazioni e dai livelli SECLAR esibiti, che la cosa era importante e, senza fare troppe domande, si era messo all'opera perché tutto fosse predisposto per l'arrivo della USS Raziel.
Entrando nella navetta, il gruppo formato da Hazyel, T'Pak, Wood, Fox e Tarev, più alcuni uomini della sicurezza, si resero conto che l'aspetto esterno della nave camuffava perfettamente quello che era in realtà: un gioiellino della tecnologia Federale, compreso un discreto arsenale di armi. Moses sarebbe rimasto, col resto dell'equipaggio, sulla Raziel, fermandosi alla Base 621 il tempo necessario per svolgere ulteriori indagini: capire chi aveva organizzato lo scambio di navi con cui avevano trasportato Samara e, nel caso, rintracciarlo per ottenere da lui, o loro, ulteriori informazioni sui mandanti del rapimento.
Hazyel aveva raccomandato celerità nelle indagini, perché voleva che la Raziel li raggiungesse nello spazio della Coalizione Tzenkethi come supporto, visto la xenofobia di quella specie e la loro aggressività.
Loro si sarebbero mostrati interessati a qualsiasi informazione inerente al progetto Hermes, in quanto rappresentanti di un potente gruppo, non meglio specificato, ma molto ricco e disposto a spendere qualsiasi cifra per ottenere quello che volevano e avevano dato incarico a Cortez di spargere la voce che ci sarebbe stata una lauta ricompensa per chiunque avesse avuto informazioni al riguardo, sperando così di attirare l'attenzione di chi aveva rapito Samara, ingolositi da una ricompensa maggiore.
Pianeta Tzenketh
Complesso minerario in disuso
13/03/2404 - ore 19.00
Nella prima periferia di Skeret, seconda città di Tzenketh, sorgeva una zona mineraria in disuso ormai da diversi anni, specialmente da quando i Tzenkethi avevano capito che era più remunerativo e meno faticoso, prendere ciò di cui avevano bisogno da altre navi.
La zona contava di diversi locali mezzi diroccati e di una serie di cunicoli sotterranei più che adatti per nascondere merci non proprio legali e similari.
La sua vicinanza alla zona del mercato franco, unica zona dove la xenofobia degli autoctoni tollerava gli stranieri, se questi potevano incrementare i loro guadagni, la rendeva pratica anche come nascondiglio per bande di predoni e loschi personaggi che cercavano posti sicuri dove nascondersi.
Ed era proprio in uno di quei cunicoli che i Breen, che avevano preso in custodia la Klingon fornita loro da Nadils, l'avevano portata.
Samara si svegliò dal lungo sonno, indotto da chi l'aveva prelevata sulla Base 621, in un mix di rabbia ed intontimento.
Secondo quanto le aveva riferito il contatto del Darknet, una nave l'avrebbe attesa alla base per accompagnarla dal probabile compratore interessato ad Hermes, ma, una volta arrivati alla base, il pilota le aveva iniettato, sorprendendola alle spalle, una soluzione anestetica.
Da lì in poi i suoi ricordi erano vaghi e non sapeva quanto tempo fosse passato, né dove si trovasse ora.
Poco alla volta, i suoi sensi tornarono pienamente operativi e la Klingon tentò di mettersi in piedi, scoprendo di avere un anello al collo che con una catena la legava ad un gancio, fissato al muro, che le dava una limitata possibilità di muoversi.
Si mise, quindi, seduta il più comodamente possibile e cercò di ragionare su quanto stava accadendo, dandosi altresì della stupida per aver intrapreso un'azione così al di sopra delle sue capacità, senza averne nemmeno lasciato traccia perché qualcuno potesse venirle in aiuto.
Si sentiva sciocca e, ripensando all'ultimo colloquio avuto con la figlia sulla questione, capì che T'Pak aveva sempre avuto ragione: se la sete di vendetta era tale da ottenebrare il raziocinio, poteva portare solo al disastro.
Se mai avesse avuto modo di riabbracciare sua figlia, avrebbe chiesto il suo perdono!
Poi, nel silenzio, sentì risuonare dei passi e cercò di mettersi in una posizione di difesa, riflettendo amaramente sul fatto che, se solo fosse stata più attenta alle lezioni di combattimento da ragazza, in quel momento si sarebbe sentita meno indifesa.
La penombra dell'ambiente venne rischiarata da una luce fredda proveniente dal soffitto ed una figura incappucciata entrò nella stanza.
"Ciao Samara, spero non ti abbiano trattato troppo rudemente"
La Klingon ci mise qualche secondo a capire a chi appartenesse quella voce familiare, ma che non sentiva da molto tempo, ma quando la collegò al volto esclamò:
"Larkin? Allora sei tu quello che ha tradito mio marito? Maledetto!!" e con uno scatto repentino, che sorprese tanto il Tellarite quanto lei , gli si scagliò contro. La lunghezza della catena che la teneva legata al muro era troppo corta però, e riuscì solo a colpirlo con pugno allo sterno, che fece cadere all'indietro Larkin, che si mise poi a carponi , annaspando in cerca d'aria, per la violenza del colpo subito.
Quindi, una volta ripresosi, si rimise in piedi e disse:
"Ancora così arrabbiata dopo tanti anni? Certo che sai come portare rancore!"
"Taci, codardo! Osi palesare il tuo tradimento e ti aspetti che io non reagisca? Non conosci i Klingon! Per noi la vendetta non ha tempo di scadenza" rispose furiosa Samara.
"Beh.. non mi sembra che tu sia in grado di ottenere una qualsiasi forma di vendetta al momento. E sei qui da sola.. veniamo quindi agli affari: tu hai trovato dei dati sul progetto Hermes. Se me li dai, la tua vita è salva, in caso contrario, non credo che tu lascerai questo posto, almeno da viva."
"Davvero pensi che io l'abbia con me? Mi credi così stupida? E sicuramente non lo dirò a te dove l'ho nascosto!"
"Oh mia bella Samara, spero tu ci ripensi, perché i miei amici conoscono molti modi per far parlare le persone, e nessuno di questi modi è piacevole. Ma per l'amicizia che ci legava in passato ti dò un po' di tempo per pensarci. Non troppo però: ti lascio a pensare e spero che prenderai la decisione giusta. A domani mia cara" disse Larkin e se ne andò lasciando sola la Klingon con la sua rabbia.
Pianeta Tzenketh
Città di Skeret - mercato franco
14/03/2404 - ore 20.00
Il gruppo, guidato da Hazyel e formato da T'Pak, Wood con un paio di uomini della sicurezza, tutti senza divisa o stemmi che potessero rivelare la loro vera natura, aveva appuntamento con Cortez al centro della piazza del mercato.
Da questa si dipanavano una miriade di stradine sulle quali si aprivano le più svariate attività, molte delle quali servivano per mascherare commerci non del tutto legali, mischiate con quelle di onesti commercianti.
Le strade del mercato erano sempre affollate a qualsiasi ora del giorno e della notte e, caso strano per il pianeta, si potevano vedere etnie diverse aggirarsi tra i banchi che esponevano le varie mercanzie.
Inoltre, l'offerta di locali di ristoro era ampia e soddisfaceva qualsiasi esigenza ed i gusti un po' di tutti. Qui l'occhio dell'Autarca era come se guardasse da un'altra parte, in nome del guadagno.
Facendosi largo tra la folla, il gruppetto arrivò al punto dell'incontro.
"Ottimo lavoro, mi spiace solo che abbia rinunciato a parte della sua licenza" disse Hazyel avvicinandosi a Cortez
"Un'amica aveva bisogno di una mano, non è tempo sprecato" rispose quest'ultimo guardando T'Pak, che, con un cenno, gli fece intendere che aveva apprezzato il suo aiuto "C'è uno che dice di aver sentito qualcuno vantarsi di stare per fare l'affare del secolo e pare che questo tizio sia un Tellarite!"
"Se è il nostro sospettato mi sembra alquanto imprudente." disse Hazyel.
"Per come lo ricordo le poche volte che l'ho visto quando frequentava casa dei miei genitori, non mi è mai sembrato uno che brillasse per acume, ma non vorrei sbagliarmi ed infilarci in una trappola." rispose T'Pak
"Lo scopriremo presto: ci aspetta in un bar poco lontano da qui. Gli ho assicurato una buona mancia se le sue informazioni sono quelle che cerchiamo. Seguitemi!"
Il gruppetto s'incamminò dietro a Cortez, la strada su cui svoltarono era stretta ed affollata e, per qualche istante, gli uomini della Raziel si trovarono separati nel doversi districare dalla folla.
Fu in quei momenti che, tra i diversi contatti fisici dovuti alll'affollamento, T'Pak sentì chiaramente un contatto familiare nella sua mente, ma allo stesso tempo impossibile da sentire: si fermò dove era, quasi come un sasso nella corrente di un fiume e si guardò intorno sperando di capire chi le avesse trasmesso quel breve pensiero che le sue limitate capacità telepatiche le avevano però fatto sentire distintamente.
Wood, che era dietro di lei, vedendola turbata, le si affiancò .
"Ehi, tutto bene?"
Lei ci mise un secondo di troppo e la risposta non piacque a Wood.
Pianeta Tzenketh
Città di Skeret - mercato franco
14/03/2404 - ore 20.15
In un appartamento all'ultimo piano di una palazzina fatiscente Isabella Wood stava studiando le ultime valutazioni del computer quantistico sulla situazione che si era venuta a creare e che non era stata prevista, quando la porta si aprì all'improvviso ed il volto serio del suo fratellone fece capolino.
"Ho una sorpresa per te: guarda chi ho scovato mentre cercava di contattare chi non doveva?" spalancando la porta fece entrare una figura incappucciata, che Isabella riconobbe immediatamente.
"Professor Sandor! Che ci fa qua? Proprio da lei non mi sarei aspettata un comportamento così sconsiderato." gli disse la Beta-Umana alzandosi dalla sedia e avvicinandosi al Vulcaniano con fare minaccioso.
"Mi spiace di contrariarla Capitano, ma ho abbandonato la mia famiglia anni fa per un bene superiore, ma mi era anche stato assicurato che mia moglie e mia figlia non avrebbero corso pericoli, dovuti alla mia sparizione. Non mi sembra che le cose siano più così, o sbaglio?" rispose imperturbabile il padre di T'Pak.
"Ha ragione, in effetti alcune decisioni prese da sua moglie stanno causando dei problemi per la linea temporale e forse anche per la sua medesima sicurezza. Ma cosa pensava di fare da solo e come ha fatto ad arrivare qua senza che nessuno alla stazione temporale se ne accorgesse?"
"Non è stato difficile, ho preso in prestito il mio ultimo progetto sperimentale e, una volta scoperta la vostra destinazione, sfruttando le mie capacità coi computer e i miei livelli Seclar, vi ho preceduto di poco. Ho pensato che, se T'Pak avesse saputo che non ero morto, avrebbe preso decisioni più mirate al ritrovamento della madre che non alla vendetta per la mia morte. Col senno di poi è una cosa che avrei dovuto fare da tempo, così lei avrebbe avuto una vita non segnata dalla ricerca dei miei presunti assassini e Samara non sarebbe stata così accecata dalla vendetta da mettere in pericolo la sua stessa vita."
"Capisco quello che dice, ma non mi sembra il modo corretto per metterle in pratica. Gabryel il contatto con la figlia c'è stato?"
"No. l'ho trascinato via prima che accadesse, in quella bolgia non è stato difficile."
"Ottimo, ora vediamo se questo incidente ha creato ulteriori pericoli alla linea temporale."
Pianeta Tzenketh
Ciittà di Skeret
Bar della Porta Orientale
14/03/2404 - ore 20.25
Hazyel aveva fatto sedere una sconvolta T'Pak ad un tavolo appartato del locale, mentre Cortez con Wood, al bancone del locale, stavano facendo bere del caffè al loro informatore che, nell'attesa, aveva ingurgitato degli alcolici di troppo.
"Sicura di quello che ha sentito? In fondo la sua telepatia è solo a livello superficiale e non addestrata a dovere."
"Mi creda Capitano" rispose T'Pak così a bassa voce che lo stesso Risiano faceva fatica a sentirla "era sicuramente mio padre anche perché ha usato il mio nome intero Vulcaniano con cui solo lui mi chiamava!" rispose la Klingon-Vulcan continuando a rigirare il bicchiere di whisky tra le mani.
Hazyel si abbandonò pensieroso sullo schienale della poltrona su cui era seduto.
"La cosa si complica: se non è morto, dove è stato per così tanti anni e perché, se alla fine ha deciso di palesarsi, non è andato sino in fondo, ed è sparito di nuovo?"
"Credo che ci sia un'unica spiegazione: qualcuno lo ha rapito, forse perchè non divulgasse il segreto della sua invenzione, e in qualche modo lui è riuscito a sfuggire ai suoi rapitori, provando ad avvisarmi, ma è stato intercettato da loro che lo hanno rintracciato, ma non così velocemente, perché lui è riuscito , in qualche modo a darmi il messaggio, che lui è vivo."
"Forse, o forse c'è sotto qualcosa di ancora più grosso. A questo punto però oltre a sua madre dobbiamo trovare anche suo padre: bisogna dire che con la sua famiglia non ci si annoia!" disse Hazyel strappando un mezzo sorriso al suo ufficiale.