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DS16GAMMA - MISSIONE 23 RSS DS16GAMMA - Missione 23

23.03 " Il clandestino "

di Tara Keane, Pubblicato il 11-01-2020

Deep Space 16 Gamma, Infermeria - 20/11/2399, ore 15,30


Ramar stava riposando sul lettino, aiutato anche dagli antidolorifici somministratogli dal Dottor Ch'Idrani. L'inaspettata visita di suo fratello Weld Pol lo aveva aiutato a sopportare lo strazio che provava per quanto aveva fatto. Tuttavia non capiva come la notizia potesse essere giunta così velocemente alla sua famiglia, ma d'altronde gli agganci politici del padre biologico erano davvero importanti e Ramar aveva smesso di farsi domande al riguardo. Weld gli aveva raccontato che si trovava già in viaggio verso DS16 Gamma per lavoro e sulla nave che lo stava portando lì, l'aveva chiamato il loro genitore, invitandolo a raggiungerlo immediatamente per dargli supporto legale che necessitava, essendo lui diventato negli anni un un'ottimo avvocato, già membro dell'Avvocatura di Stato di Bajor, nonostante la giovane età.
Sentì le porte aprirsi e giratosi in quella direzione, vide il volto sorridente del fratello che andava verso di lui con aria estremamente soddisfatta.

"Ringraziami!" disse Weld Pol
"Grazie. E di cosa dovrei renderti merito?" rispose Ramar sollevandosi quel tanto che lo schermo di sicurezza gli consentiva.
"Per prima cosa ho ottenuto che tu venga giudicato secondo le leggi vigenti nella federazione, essendo il reato avvenuto nella nostra giurisdizione. Devo dire che i Varikis si sono dimostrati un popolo estremamente disponibile e conciliante, considerato che hanno subito un danno enorme. Secondo, e non meno importante, appena il dottore della Base darà il suo benestare, verrai trasferito nei tuoi alloggi, ovviamente in stato di fermo e col tuo cane da guardia fisso davanti alla tua porta, ma sempre meglio che in una cella. Concordi?" terminò gongolante il Bajoriano.
"E come hai fatto? Con le prove che hanno contro di me pensavo che mi avrebbero chiuso in una cella e buttato via la chiave!" rispose sorpreso Roberts.
"Tutti i tuoi colleghi si stanno adoperando in tuo aiuto, ti conoscono e sanno che non avresti potuto fare una cosa tanto efferata se fossi stato in te. Inoltre ho portato prove inconfutabili sulla tua assoluta mancanza di conoscenza di qualunque tecnica di combattimento corpo corpo, cosa di cui nel filmato della strage sembri al contrario possedere all'ennesima potenza. Il tutto unito al fatto che il tuo Comandante non vede l'ora di dimostrare la tua innocenza, ha reso la mia richiesta dei domiciliari una quisquilia. "
"Sai, anche se verrà dimostrato che un entità aliena si è impossessato del mio corpo, spingendomi a compiere quelle atrocità, io mi sentirò sempre colpevole." rispose Ramar abbattendosi con un sospiro sul cuscino.
"E questa è una cosa che, come tuo avvocato, ti sconsiglio di ripetere, in futuro, davanti ad altri. Io sono qui per tenerti fuori dalla galera, coi tuoi sensi di colpa, purtroppo, dovrai conviverci tu. Mi dispiace fratellone che questo sia accaduto a te, ma so che sei forte e riuscirai e venirne fuori."



Deep Space 16 Gamma, Laboratorio scientifico 3 - 20/11/23990, ore 16.00


Riccardi, Durani e Th'Tharek erano tornati al laboratorio, sede della mattanza, e stavano analizzando la grata dell'impianto di ventilazione, da cui era uscita la nuvola argentea, che pensavano potesse trattarsi di un temibile Dekenekak, nella sua forma gassosa.
Speravano di trovare qualcosa, un indizio che potesse dimostrare che effettivamente una presenza aliena era passata attraverso le grate e si fosse poi impadronita del corpo di Roberts per compiere la strage.
"Allora, rileva qualcosa il suo tricorder?" chiese il Numero Uno a Durani che si era infilata dentro al condotto di ventilazione, essendo lei anche la più minuta dei tre.
"Un momento... forse ho trovato qualcosa." rispose la Klingon continuando ad avanzare lungo il condotto.
"Rilevo una traccia di ionizzazione in alcuni punti, forse il vayumaya ha sfiorato le pareti del condotto durante il suo tragitto, e in quei piccoli contatti ha lasciato traccia del suo passaggio." disse Durani continuando ad avanzare a fatica, viste la scarsa altezza del condotto medesimo.
Dieci minuti dopo Durani si fermò perché non rilevava altre tracce di ionizzazione.
"Non è andato oltre il punto in cui mi trovo" disse usando il comunicatore, in quanto la distanza percorsa non consentiva più una comunicazione diretta.
=^=C'è una grata da cui possa essere uscito vicino alla tua posizione?=^= le chiese Alessandro.
"Sì, aspettate, ora vi dico dove sbocca!" rispose Durani tornando indietro di un paio di metri.
S'avvicinò alla grata, e guardando attraverso di essa vide che dava sul ponte 4, punto della Base con alloggi del personale e un paio di ristoranti, con accesso diretto alla passeggiata principale.
"Signore, brutte notizie: da qui può essere passato chiunque, sarà difficile rintracciare l'ospite solido."
I due uomini rimasti all'inizio del condotto d'aerazione da cui era partita la Klingon si guardarono con rammarico e quindi Th'Tharek rispose:
=^=Non importa. È già importante quello che abbiamo trovato. Aspettaci lì Durani, noi ti raggiungiamo all'esterno del condotto e continueremo le indagini da quel punto.=^=
"Molto bene, ma sbrigatevi, perché non è molto comodo qui!" disse Durani cercando di mettersi in una posizione più confortevole.



DS16G, Ambasciata Klingon - 20/11/23990, ore 16,35


Rogal era in collegamento col Capitano dell'incrociatore Klingon che aveva scortato i Varikis sino a DS16, gli aveva ordinato di perquisire la nave da cima a fondo, perché temeva che, essendo la nave transitata nel loro spazio, un Dekenekak avesse trovato un modo per salire a bordo e una volta giunti a destinazione, gli era stato facile far sbarcare la parte gassosa sulla Stazione ed essere così libero di ordire la loro vendetta sanguinosa.
Aveva chiesto al Capitano di essere particolarmente minuzioso nelle ricerche, dato che l'Ambasciatore Varikis, tra i pochi dati che aveva fornito loro su questa misteriosa razza, aveva sottolineato che erano dei sicari abilissimi e quindi potevano usare accorgimenti molto efficaci per mimetizzare la loro presenza.
Il Capitano stava riferendo che al momento non avevano trovato niente di anomalo, quando il suo Primo Ufficiale lo chiamò.
=^=Ambasciatore , mi scusi, ma Ketar mi sta dicendo che hanno trovato un nascondiglio in uno degli hangar. Vado a verificare e la richiamo. Q'nogh chiude.=^=

Il monitor si spense e Rogal si trovò a fissare lo schermo vuoto: sapeva che quello che avrebbero trovato avrebbe confermato i suoi sospetti. D'altronde non c'era altro modo per salire sulla Stazione Spaziale senza passare dai canali ufficiali e la loro nave era l'unica a provenire dallo spazio Varikis, oltre quella dei Varikis medesimi.

Dieci minuti dopo, che a Rogal parvero un'eternità, Q'nogh lo richiamò.
=^=Signore abbiamo trovato il corpo di un essere umanoide di razza sconosciuta, nascosto in un angolo dell'hangar navette, protetto da un sistema olografico che nascondeva la sua presenza ai nostri occhi, ma non ai sensori, una volta attivate le ricerche a livello 4!=^=
"Il corpo hai detto? Il clandestino non è vivo?" chiese l'Ambasciatore.
=^=No, stiamo provvedendo a trasportare il cadavere in infermeria per l'autopsia.=^=
"Molto bene, procedete. Appena avrete i risultati voglio conoscerli!" disse chiudendo la comunicazione.
Rogal si accasciò sulla sua poltrona, adesso doveva dimostrare che i klingon non erano stati complici nell'eccidio avvenuto sulla base e cosa ancora più importante, se il dekenekak solido era morto, lo era anche il simbionte gassoso o aveva trovato un altro ospite in cui sopravvivere?



DS16G - 20/11/23990- ore 16,45 - Alloggi Vip


Lo strano essere ricoperto di peluria e dalle numerose zampe, riposava nell'alloggio che Drillrush aveva messo loro a disposizione. o'Hucler non aveva voluto tornare sulla sua nave per seguire da vicino le indagini, e adesso aveva voluto rimanere solo per riprendersi dallo stress emotivo causato dalla perdite dei suoi collaboratori.
T'lani in persona l'aveva accompagnato sino alla porta degli alloggi a lui destinati, e l'enorme insettoide, una volta accomiatatosi dalla vulcaniana, si sdraiò su quello che la sua razza usava come letto ed era caduto in un sonno profondo.
In un angolo della stanza, vicino al soffitto, una strana forma, quasi invisibile, fluttuava silenziosa.