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DS16GAMMA - MISSIONE 19 RSS DS16GAMMA - Missione 19

19.11 " Una nuova speranza "

di Ramar Roberts, Pubblicato il 12-02-2018

Deep Space 16 Gamma - Alloggi VIP - 30 Giugno 2397 - Ore 22,31



Dire che il volto di Valena fosse trasfigurato, era poco: chiunque avrebbe provato orrore anche solamente a incrociarne lo sguardo, sembrava potesse bruciare qualsiasi cosa ne entrasse anche inavvertitamente nel raggio visivo. Per questo Shran non si sentiva completamente rassicurato dalla presenza dei soccorsi soprattutto perché quello sguardo folle, omicida e carico di un astio inusitato era rimasto indissolubilmente legato al proprio. Si sentiva come se qualcuno stesse marcando a fuoco tutto il suo essere. Il tenente Durani fece un paio di passi in avanti, pronta a fronteggiare la sua temibile avversaria, cercando di instaurare un contatto visivo Valena non sembrava nemmeno essersene resa conto. Proprio mentre il silenzio cominciava ad assumere quella vena di innaturalezza propria dello scoppio imminente di una tempesta, una risata oscura, rauca e alienata lo spezzò in mille pezzi:

"Maledetto, che tu sia maledetto!!! Hai distrutto tutto ciò che per me era importante..."

Valena si interruppe, smettendo di ridere e cominciando a ghignare come se il suo viso fosse incapace di assumere una qualsiasi altra espressione, un misto tra un dolore intraducibile e una rabbia cieca, che sembrava accecare tutta la stanza. Portò una manica del suo abito alla bocca, come per pulirsela dall'amarezza e da quel male di cui non sapeva di soffrire.

"... e io ricambierò: comincerò disfandomi di te, per poi distruggere questa stazione con le mie mani!"

Cominciò a camminare velocemente in avanti verso Shran e fu in quel momento che si accorse che tra lei e la sua vendetta si frapponeva un ostacolo, un impedimento armato di strani pugnali e con uno sguardo altrettanto di fuoco. Valena interruppe la sua avanzata e rimase per un momento con la bocca aperta, come se qualcuno l'avesse colpita allo stomaco. Cominciò a guardarsi intorno, come per sincerarsi che non ci fosse nessun altro nelle vicinanze dopo aver ispezionato velocemente la stanza, fissò per la prima volta da quei lunghissimi minuti in cui aveva perso tutto un'altra persona che non fosse l'odiato Capitano.

"Io non so come tu sia arrivata qui... " cominciò sibilando la Signora della Nuova Alleanza.

"Ma ora ti conviene levarti di mezzo".

Concluse la frase avvicinando con aria di sfida il proprio viso a quello della klingon.
Questa volta fu un'altra risata a spezzare la tensione, ma era completamente diversa, di sprezzo: il Tenente Durani aveva appena lanciato la sua sfida. Un urlo disumano, accompagnato da un digrignare di denti diede inizio al combattimento: Valena, frustrata e irata, sfilò dalla propria manica un lungo pugnale dalla lama ondulata come un serpente e puntò direttamente alla gola della propria avversaria. Durani non ebbe alcun problema a schivare la lama e rispose assestando un calcio allo stomaco della sovrana, che non sembrava aver accusato il colpo quest'ultima si limitò ad indietreggiare di qualche passo e assunse una posizione di difesa, con il manico del pugnale davanti al volto e la lama posta trasversalmente rispetto al proprio braccio.

Durani avanzò, colpendo la lama dell'antagonista e cercando di spezzarne l'equilibrio Valena assorbì il colpo, girò su se stessa e puntò nuovamente alla gola della klingon, che parò nuovamente l'attacco e tentò un affondo la sovrana spazzò via il colpo e in pochi secondi le tre lame si trovarono incrociate, le due combattenti faccia a faccia, i due sguardi incatenati e penetranti. Chiunque abbia mai combattuto sa che la forza, se non dosata e utilizzata con intelligenza, non ti permetterà mai di vincere e che per impiegarla nel modo corretto è necessario che la mente sia vuota, non adombrata da stati d'animo che possano comprometterne l'istintività.

Ecco perché persino una sovrana dotata di poteri telepatici, resa implacabile dall'odio e dalla rabbia, non poteva che soccombere davanti ad una guerriera dalla mente equilibrata: Durani spinse Valena in avanti con forza, avanzò verso di lei, pose il piede sinistro tra le gambe traballanti della sovrana e disegnò sul pavimento con il piede destro una mezzaluna, colpendo la parte posteriore della caviglia sinistra dell'antagonista, che cadde al suolo per aver perso l'equilibrio. Il Tenente, approfittando della sorpresa di Valena, la disarmò e, con aria trionfante, puntò la punta di uno dei due pugnali alla gola della ormai sconfitta sovrana. L'aria restò immobile, era come se tutto si fosse fermato: Durani inspirò, riacquistò la propria concentrazione, preparandosi a porre fine alla vita dell'avversaria, ma non fece in tempo.

"No, fermati!!"

Mallina, con le lacrime agli occhi e la voce rotta, corse in avanti e pose una mano su quella della klingon, che rimase completamente spiazzata.

"Ci deve essere un altro modo", continuò singhiozzando e volgendo lo sguardo alla platea che silenziosamente aveva assistito al combattimento, in cerca di una soluzione alternativa.

In quel momento la voce infernale che aveva taciuto per quella che sembrava essere un'eternità, si impose nuovamente all'attenzione di tutti i presenti, ancora più cavernosa, ancora più furente.

"Tu... Questa è una tua idea vero?" urlò Valena, provando a rigurgitare tutta la rabbia che aveva in corpo.

"Valena, ti prego ascoltami .." , replicò con voce spezzata quella che era stata la sua prima Assistente.

"Ti sei alleata con loro, tradendo me, il tuo popolo... E per cosa, per un po' di potere?"
Strillò nuovamente un'incontrollabile Sovrana.

"Ma no, no..." continuò con quella risata agghiacciante "... non ti darò questa soddisfazione".

E prima che qualcuno potesse rendersi conto di quello che stava succedendo, Valena scattò di lato, si rimpadronì della sua arma, e si pugnalò, colpendosi violentemente lo stomaco.

Tra diverse lacrime, crollò la tirannia e con essa la follia che aveva portato un popolo sull'orlo della rovina.

Deep Space 16 Gamma - Ufficio del Capitano - 1 Luglio 2397 - ore 8.00


Shran stava bevendo con calma il proprio caffè, sorseggiandolo a piccole dosi, la mente distratta e focalizzata su quanto accaduto la sera precedente. Dopo che il corpo esamine di Valena si era accasciato al suolo, tutti i membri dello staff della Nuova Alleanza accorsero con le lacrime agli occhi presso il cadavere della vecchia sovrana. Mallina, con il volto rosso dal pianto, si era voltata verso l'oblò e, con una determinazione e una fermezza che probabilmente lei stessa non sapeva di avere, aveva intimato a tutti i protagonisti di quella tragedia di uscire dalla stanza.

Questi ultimi uscirono in silenzio, guardandosi gli uni con gli altri senza vedersi, senza che nessuno di loro sapesse esattamente dove andare e cosa fare. Alla fine ognuno si recò ai propri alloggi, ma lo stesso Shran dubitava che coloro che avevano assistito alla scena di qualche ora prima fosse riuscito effettivamente a dormire. Lui di certo, nonostante i diversi tentativi, non aveva avuto successo. Dopo una notte insonne, si era recato alle 6 nel proprio ufficio, cercando di stilare un rapporto, cosa che riuscì parzialmente a fare. Ora non faceva altro che pensare a come si fosse evoluta la faccenda. I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di Drillrush.

=^= Capitano, la Sovrana Mallina vorrebbe parlarle =^=

Il Capitano Shran appoggiò la tazza sulla propria scrivania, inspirò profondamente e rispose

=^= La faccia pure accomodare, Comandante =^=

In pochi secondi Mallina entrò, e si accomodò sulla poltrona davanti alla scrivania. Entrambi rimasero in silenzio per qualche minuto, incrociando saltuariamente i loro sguardi.

Fu Mallina ad interrompere quel mutismo.

"Voglio scusarmi, Capitano, per i problemi che io e il mio popolo abbiamo causato sulla sua Stazione spaziale".

Shran fece un cenno, che lasciava intendere che le scuse erano accettate. D'altronde non si poteva imputare totalmente la colpa a Mallina e alla sua comunità, anche se...

Mentre era perso nei suoi pensieri, Mallina si era alzata, si era silenziosamente congedata e si stava dirigendo gravemente verso la porta.

"Aspetti" esordì Shran "non mi ha detto che cosa farà ora".

Mallina si voltò, sorrise leggermente e rispose "Suppongo Capitano che non mi resti altro da fare che ricominciare da zero: se c'è qualcosa che possiamo imparare dai nostri e dagli errori degli altri è cercare in tutti i modi di non ripeterli, non crede?"

Shran sorrise a sua volta e guardò la giovane, fragile nuova Sovrana indirizzarsi verso la porta, sapendo che, quando l'avrebbe rivista, si sarebbe trovato davanti una forte, giusta e irresolubile donna.