29/06/2397 - DS16 - Sala Comando - ore 21.49
La serata di gala stava procedendo al meglio, sotto lo sguardo discreto ed attento degli uomini di Riccardi. Le loro continue ed assidue comunicazioni sulla linea protetta di uno dei canali destinati alla sicurezza erano ascoltate con interesse da Durani.
La curiosità forse non si addiceva propriamente ad una Klingon, ma la monotonia dei lunghi turni su una base spaziale a volte era opprimente.
Un'oppressione che la portava ad essere paranoica e nervosa. Forse era per quello che il Capitano aveva preferito delegarle la gestione dell'intera base, mentre gli ufficiali superiori erano impegnati a quel meeting di Primo Contatto con la civiltà aliena.
Non le era dispiaciuto più di tanto, se non fosse che avevano occupato la sua sala ologrammi preferita, ove aveva inserito, caricato e modulato i suoi programmi di addestramento. Avrebbe potuto facilmente trasferire il tutto in una delle altre sale ologrammi, ma nessuna era di dimensione tale da soddisfarla.
L'unico modo per sconfiggere nervosismo e monotonia era proprio quello di distruggersi fisicamente in lotte senza quartiere nella sala ologrammi principale. Non era lei la più abile in famiglia nel corpo a corpo, ma suo fratello Tanas, tuttavia dopotutto anche lei non era malaccio.
La serata di gala era evidentemente una forte distrazione, dopo la disavventura con quegli alieni mangiatori di paure. Ma per una tutta azione come Durani era insufficiente.
Gli altissimi protocolli di sicurezza di Riccardi avevano portato una sorta di insolita quiete ovunque nella stazione... o forse lo erano quelle quindici navi aliene: regnava un nervosismo sotterraneo, diffuso, ma non abbastanza potente da generare i soliti disordini con risse e scazzottate.
Eppure..
C'era quella fastidiosa sensazione che la attanagliava. Se fosse stata su una nave, qualsiasi nave, avrebbe avuto anche prurito alle mani ed una piacevole scossa adrenalinica in ogni fibra del suo corpo, segno di una battaglia in procinto di scoppiare.
Le era capitato sulla nave Bajorana quando stava per prendere servizio sulla USS Marconi. Come le capitava sempre quando aveva sfide da affrontare a colpi di phaser e siluri.
In quel momento, però, tutto era calmo... aveva messo sotto alcuni dei suoi sottoposti affinché monitorassero attentamente la situazione coi sensori della base.
In base ai protocolli d'intesa siglati da ogni rappresentativa diplomatica, nessuna poteva esimersi da sottoporre a controlli accurati coi sensori della base alle loro unità navali, mentre veniva data totale inviolabilità alle sede delle loro "ambasciate" su DS16 Gamma.
Certo, v'erano eccezioni: ma dovevano essere motivate e giustificate ai massimi livelli.
Sulle navi aliene era stato optato per un approccio soft, anche se lei non era d'accordo. Erano state poste sotto stretta sorveglianza, ma non erano stati attuati i protocolli di controllo avanzato che Durani si sarebbe aspettata di mettere in pratica.
Non dubitava dell'opinione del Capitano Resh sulla non belligeranza dei nuovi ospiti, ma non era tranquilla.
Tale preoccupazione era condivisa da quasi ogni unità militare di supporto alle varie rappresentanze. Vigeva su ognuna un corrispettivo dell'allarme giallo in vigore sulla navi della Flotta Stellare.
Del resto, anche l'attenzione di Riccardi e della totalità delle sue squadre della sicurezza poteva facilmente tradursi in un allarme giallo in vigore sulla stazione spaziale.
Finora, tuttavia, erano preoccupazioni inutili: tutto pareva tranquillo.
Troppo!
Per Durani decisamente più del dovuto, tormentata com'era da quella fastidiosa sensazione che stava per accadere qualcosa, ma non sapeva dire né cosa né dove.
Decise di fare un giro di perlustrazione e nulla erano valse le proteste dello staff in servizio nella plancia di comando della stazione che si trovavano così privi dell'ufficiale superiore di riferimento, l'unico in servizio attivo e l'unico a poter prendere decisioni, in base a quanto stabilito dal Capitano.
Durani scrollò le spalle ed emise un lungo e sommesso ringhio...fu sufficiente per tacitare le proteste, almeno in sua presenza.
Contattò un Caitiano dal pelo lucido e nero come la pece della sezione operazioni di Tara Keane: se lo sarebbe tirato dietro per controllare personalmente assieme se tutto era come doveva essere.
Era un tipo taciturno, che amava esprimersi in sordi brontolii felini... e per quello le era dannatamente simpatico.
Simpatia condivisa in senso contrario dal Caitiano, forse stufo di venire ignorato o trattato come un bel micio troppo cresciuto.
Assieme avevano percorso vari corridoi di approdo e tramite contatti continui con la plancia e controlli di persona avevano potuto appurare come sotto quella quiete ci fosse un magma di emozioni soppresse e contenute.
C'erano innocui bivacchi di Klingon, di Romulani e perfino di Vulcaniani che ad un osservatore poco attento non avrebbero detto nulla, ma l'indole guerriera di Durani aveva subito subodorato la loro reale funzione: erano squadre di pronto intervento per la sicurezza dei rispettivi ambasciatori.
Nessuno di quei gruppi era ignoto a Riccardi, almeno due paia di occhi erano costantemente puntati su di loro, ma il palesarsi di due ufficiali della Flotta all'improvviso avevano dato seguito a goffi tentativi di fingere indifferenza da quei guerrieri pronti a tutto.
Con un sogghigno ferino sui volti, la Klingon ed il suo compare Caitiano si stavano avvicinando all'unica nave aliena attraccata alla stazione e la situazione parve mutare di colpo.
Mentre stavano svoltando l'angolo di un corridoio secondario, Durani inciampò pesantemente crollando al suolo, accompagnata da brontolii sordi di scherno da parte del Caitiano.
"Fammi luce gattaccio nero al posto di ridere!" esclamò la Klingon con fare divertito, prima di mutare espressione
A terra, senza vita, era un giovane guardiamarina della sezione di Riccardi. Poco più avanti nella semi oscurità c'era anche un secondo corpo... anch'esso esanime dell'altro ufficiale della sicurezza.
Con un brontolio stizzito il Caitiano annunciò a Durani di aver trovato delle sfere di generazione ad alimentazione autoindotta, in grado di indurre un campo di distorsione, in grado di celare la situazione per oltre cento metri in tutte le direzioni.
Mentre cercavano entrambi di dare l'allarme, l'attenzione di Durani fu attratta da inequivocabili rumori di combattimento... la sua mente fu attraversata da un gelido grido mentale angosciato di terrore
=^=AIUTO!!!=^=