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IL SEGRETO DI KRUGAR - PARTE III di Marco Dalmonte
27 febbraio 2001

    Data Stellare 57952.4 (14/12/2380, 15:50 pm)
    Ponte 13, Sala di Custodia


    Dhek entrò con passo deciso nella stanza, e uno dei due addetti alla sicurezza lo intercettò a metà del percorso chiedendo con deferenza il motivo della sua visita. Senza lasciar trasparire alcuna emozione, il trill pronunciò il nome dell'unico individuo in trattenuto sotto custodia armata al di là di un campo di forza, in un piccolo alloggio spartano e asettico. Sentendosi chiamare, il corpulento individuo alzò il capo, che poco prima era reclinato sul petto in posizione di meditazione, e lo squadrò da sotto l'elmo che gli copriva il volto.

    Dhek mostrò al sottufficiale un permesso, e l'uomo, dopo averlo ricontrollato, accompagnò il Comandante di fronte all'ingresso della cella di contenimento.
    - Sto andando a fare quattro passi, Krugar. Vuole accompagnarmi?- chiese il trill senza alcuna venatura sarcastica nella voce. Il capo del klingon-breen si inclinò prima da una parte e poi dall'altra, come se non avesse capito bene la richiesta. Tuttavia, a Dhek non sfuggì lo sguardo perplesso e guardingo di Krugar, lo stesso che ha un animale feroce quando sente avvicinarsi un pericolo. Il trill non dovette ripetere la domanda, perchè dopo pochi secondi di silenzio, Krugar si alzò dal centro della sua stanza, dove si era portato per meditare, e si avvicinò al campo di contenimento che lo separava dal suo superiore.
    - Bene- riprese Dhek, rivolgendosi al sottufficiale di guardia -Penso che adesso possa far uscire il Tenente Krugar, lo prendo in custodia per un po'.- L'uomo agrottò le sopracciglia e sussurrò a Dhek:
    - Credo che farebbe bene a non sottovalutarlo, signore..- come se volesse consigliare maggior prudenza, ma Dhek lo interruppe con un gesto imperioso della mano e lo squadrò di sottecchi.
    - Si ricordi che il Tenente Krugar non è un pericoloso criminale cardassiano nè un mutaforma del Dominio. So benissimo con chi ho a che fare, grazie. Ora..- riprese addolcendo il tono -se vuole per favore aprire...-

    L'uomo eseguì la richiesta del trill, e il campo di forza che li separava da Krugar sparì improvvisamente. Il klingon fece un passo fuori dalla propria cella, continuando a fissare Dhek, che a sua volta si girò e cominciò ad incamminarsi verso l'uscita.
    - Mi segua, Krugar, la passeggiata non sarà troppo lunga, vedrà...-

    L'ex capo della sicurezza non aveva idea di cosa stesse succedendo, ma sospettava che lo aspettasse un interrogatorio definitivo per chiarire i motivi del suo gesto incomprensibile. Naturalmente non avrebbe mai rivelato i segreti che custodiva nella propria mente, sia per una questione di onore che per la paura di perdere la poca stima che ancora avevano di lui i suoi ufficiali superiori.
    "Vorrà dire che mi gusterò la mia ultima passeggiata sulla Unicorn..." pensò, affrettandosi a raggiungere il Comandante Dhek, che nel frattempo si era fermato sulla soglia della camera per attenderlo.

    Ponte 11
    (pochi minuti più tardi)


    La passeggiata per i corridoi della Unicorn si era svolta nel più completo silenzio fino all'arrivo al Turbo ascensore numero 3. I marinai incontrati avevano mostrato segni di interesse nel vedere il klingon di nuovo a piede libero, probabilmente perchè sapevano quanto era successo, ma il fatto che non portasse i gradi era indicativo del suo attuale stato. QUalcuno aveva tentato di rivolgergli la parola, ma il Comandante Dhek aveva sempre preceduto qualsiasi suo scambio di battute asserendo che Krugar aveva altri incarichi molto urgenti al momento, e non poteva perdere tempo.

    Già, il tempo... quanto tempo era passato dalla sua auto sospensione dal servizio? Due giorni.. tre... per lui sembravano un'eternità! Costretto in quella cella di sicurezza, come una tigre in gabbia, senza poter fare i suoi esercizi, senza la sua sessione quotidiana di allenamento e meditazione, e senza l'ispezione dei reparti di sicurezza che conduceva con meticolosità ogni giorno da quando era salito su quella nave. Vedere i suoi uomini guardarlo attraverso un campo di contenimento, senza poter loro spiegare cosa era successo, e sentire che il suo onore, la sua integrità venivano messi in dubbio dai suoi superiori, era una sensazione dilaniante. Tutta questa situazione assurda lo stava portando lentamente alla pazzia.

    Non avrebbe potuto resistere all'idea di un confinamento perpetuo in una prigione federale, anche se fosse stata una prigione di minima sicurezza. L'idea stessa di essere congedato con disonore faceva ribollire il suo sangue, specialmente ora che la Federazione aveva più bisogno di individui come lui, pronti ad entrare in azione in prima linea contro le macchinazioni del Dominio e dei cardassiani! E invece, proprio a causa della sua natura, del suo sangue, si era cacciato in quella tremenda situazione... e quello era l'unico modo che aveva escogitato per uscirne senza causare troppi danni e macchiare irrimediabilmente il suo nome.

    Odiava i servizi segreti! Ecco, finalmente c'era arrivato a dirlo. Era stato così orgoglioso di essere parte di un'elite scelta di individui che agivano al di sopra delle gerarchie per il bene della Flotta Stellare. Si considerava un prescelto, un campione della legge e dell'ordine, e nella sua vanità si era persino elevato al di sopra dei suoi superiori sulla Unicorn. Non lo aveva fatto concretamente, mostrandosi irrispettoso o disubbidendo ai loro ordini, ma nella sua mente non li considerava superiori, tutt'al più suoi pari, e si riteneva una sorta di protettore di tutti i membri della Federazione. Che stupido vanesio era stato, solo ora lo vedeva! E loro ne avevano approfittato, naturalmente... Se solo avesse potuto vederli in faccia, se solo avesse potuto scontrarsi frontalmente alla vecchia maniera klingon, gliel'avrebbe insegnato lui a non prendersi gioco di Kumas Krugar... ma loro usavano le stesse regole dei Servizi Segreti, e agivano in incognito, con mezzi subdoli e difficili da individuare fino a che non fosse stato troppo tardi.
    E lui era stato giocato, ingannato, umiliato!

    - La vedo pensieroso, Krugar.-
    La voce del Comandante Dhek lo destò dai suoi pensieri improvvisamente. Kumas alzò di scatto il capo e si rese conto di trovarsi nel turbo ascensore insieme al Primo Ufficiale, e che probabilmente Dhek lo stava osservando da parecchio.
    - Sta forse pensando di raccontarmi una volta per tutte quello che è successo nei suoi alloggi? Oppure mi rivelerà il perchè del suo ordine di auto sospensione?- domandò il trill, rimanendo serio e guardingo. Krugar non aveva mai visto quell'espressione sul volto normalmente gioviale del comandante: sembrava di trovarsi di fronte allo sguardo penetrante di un vulcaniano, con la stessa assenza di emozioni nei lineamenti.
    - La ringrazio di avermi tirato fuori,- iniziò Krugar, sorprendendosi della sua stessa voce - ma sa benissimo che non ho nient'altro da dire... Signore.- concluse il klingon, con un cipiglio che pareva non ammettere repliche.
    - Vedremo, Tenente... vedremo...- aggiunse Dhek con fare sibillino.
    In quel momento le porte del turbo ascensore si aprirono, e i due si incamminarono lungo il corridoio del ponte 11. Quando Dhek si fermò nuovamente, mostrò a Krugar la meta della loro breve escursione.

    - Siamo arrivati, Tenente. La prego, mi preceda.-
    Krugar pareva non rendersi conto di quello che stava succedendo, poi, quando le porte della camera ologrammi numero 4 si aprirono, d'improvviso restò sbigottito di fronte alla scena che gli si presentò innanzi.

    La plancia della Unicorn era attiva, e un guardiamarina comunicò l'ingresso del Capo della Sicurezza. Il Capitano Knight si girò per dargli il benvenuto, mentre i sensi del klingon registravano inconsciamente lo sostamento di Dhek alle sue spalle, che era andato a sedersi comodamente nella poltrona a fianco di quella del Capitano.
    "Lo hanno trovato" pensò Krugar, "ma questo non significa niente... non può provare niente." Eppure, dentro di lui, Kumas sapeva che l'agitazione non gli derivava dal fatto che avessero scoperto il suo personale programma di allenamento. La sua maggiore paura era che non sarebbe riuscito a controllarsi una volta iniziata la simulazione...

    - Allora, Tenente, prenda posizione.- lo invitò spazientito Dhek, senza fissarlo. Krugar obbedì, portando istintivamente l'occhio e le mani al pannello di controllo della nave nella sua abituale postazione.
    - Rapporto, Signor Krugar?-
    - Tutto tranquillo, Capitano. La situazione sulla nave è stabile, nessun incidente da riferire.- Kumas provò una fitta lancinante al cuore dopo aver parlato: oh, quanto gli mancava la sua postazione! Non se ne era mai reso conto fino ad ora.
    - E' sicuro Krugar?- chiese il Capitano, volgendosi verso di lui. Vedendo lo stupore trasparire dagli occhi del klingon breen, Knight continuò:
    - Il Comandante Dhek mi ha invece riferito di un incidente occorsole proprio questa mattina nel suo alloggio. A quanto pare sono stati coinvolti anche il Tenente Katz e due altri uomini della sicurezza.. se non erro, vero Numero Uno?-
    - Non sbaglia, Capitano. Dai rilevamenti, sembra che un intruso abbia colto di sorpresa il Tenente Krugar nel suo alloggio e che ne sia derivato uno scontro a fuoco. Katz, Re'pes e Soma sono intervenuti poco dopo, ma sono stati colpiti da una scarica neurale che li ha fatti svenire, e quando altri uomini della sicurezza sono accorsi, non hanno trovato tracce dell'assalitore.- riferì Dhek guardando fisso il klingon.
    "Perchè continua ad avere quell'espressione così... fredda? Cosa vuole fare?" si domandò Krugar, evidentemente preso alla sprovvista.

    - Allora, Tenente, cosa ci può riferire dell'accaduto? Ricorda l'aggressore? Che voleva?- chiese nuovamente Knight.
    - Putroppo Capitano, non ricordo nulla...- mentì il klingon -deve essere stato a causa della scarica che ha colpito anche gli altri soccorritori.-
    - Meno male allora che le telecamere della sua stanza hanno registrato l'evento.- intervenne Dhek, raggelando Krugar.
    "Quali telecamere? Non esistono nel mio alloggio... a meno che.. qualcuno degli ufficiali non le abbia installate per farmi controllare... forse il Comandante Quill o il Comandante Kraar.. forse non si fidavano di me!" Kumas cominciò a sudare, ma nessuno dei presenti sembrò accorgeresene, anche perchè poco traspariva del suo corpo da sotto la corazza breen che indossava.
    - Dalla ricostruzione fatta dalle immagini che siamo riusciti a recuperare,- spiegò Dhek alzandosi in piedi e affrontando lo sguardo dell'ex capo della sicurezza -sembra che l'intruso non fosse una creatura vivente, poichè i sensori della nave non ne hanno registrato traccia. E' probabile dunque che fosse un congegno meccanico, io ipotizzo una sonda... non le viene in mente nulla, Krugar?-
    Lo sguardo del trill non concedeva quartiere al klingon, che non poteva sfuggire agli occhi indagatori dell'ufficiale nemmeno nascondendosi dietro l'elmo. Ottenendo solo silenzio da parte dell'interpellato, Dhek continuò:
    - E' mia opinione, Capitano, che l'intruso non avesse come obiettivo l'uccisione del Tenente, poichè avrebbe tranquillamente potuto portare a termine l'operazione nel lasso di tempo intercorso tra la perdita di sensi di Re'pes, Katz e Soma, e dello stesso Krugar, e l'intervento della seconda squadra di sicurezza, occorso un paio di minuti più tardi. Invece, la sonda si è limitata ad utilizzare un raggio o una serie di impulsi di frequenza che hanno avuto come unico risultato un'alterazione delle onde cerebrali delle vittime.-
    Così dicendo, Dhek si avvicinò alla consolle della sezione scientifica, e fece un cenno al Comandante Quill, che mandò sullo schermo principale della nave i dati medici trapelati dalle analisi condotte sui quattro uomini assaliti dalla sonda.
    - Come potete vedere, risulta su tutti e quattro i tracciati cerebrali la stessa frequenza, chiaramente il residuo dell'intervento esterno della sonda. Oltre ad una parziale amnesia, non sono stati riscontrati altri danni, anche se è certo che la sonda ha utilizzato un phaser all'interno della stanza di Krugar.-
    Dhek tornò a guardare il klingon, che ora lo fissava con aria minacciosa. Il trill, senza scomporsi, cominciò ad avanzare lentamente verso Krugar continuando la sua esposizione.
    - Secondo me la scena si è svolta in questo modo, mi dica se sbaglio, tenente... ah, dimenticavo, lei non ricorda.. Beh, comunque sia, quando la sonda è apparsa nella stanza..-
    - Ma come è potuta entrare senza essere rilevata, Numero Uno?- lo interruppe il Capitano.
    - E' presto detto, Signore. Eravamo ancorati al centro Triven Soth, quindi gli scudi erano abbassati. Esistono alcune tecnologie di teletrasporto, che come ben sappiamo sono in grado non solo di aggirare gli scudi, ma anche di non lasciare tracce residue. Suppongo che chi ha mandato la sonda abbia fatto uso di questo tipo di tecnologia.- Il Capitano parve perplesso, turbato quasi al pensiero di quali razze possedessero un teletrasporto del genere, ma Dhek parve non preoccuparsene e proseguì.
    - Krugar non si è accorto della sonda che quando ormai era troppo tardi, e ha tentato di difendersi in ritardo, sparando un colpo di phaser. E' questo l'unico colpo andato a segno nella stanza, e le prove dimostrano che è stato Krugar a sparare, non la sonda. Inoltre, sembra che lei Tenente, stesse conversando con qualcuno su una frequenza criptata al momento dell'intrusione, ma non sappiamo nè con chi nè per quale motivo.-
    - Come potete .. voglio dire, e chi lo dice?- intervenne Krugar più concitato del solito.
    - Il Comandante Quill è riuscito a recuperare la traccia poco dopo avervi portato in infermeria.. il suo schermo di comunicazione era ancora attivo, quindi abbiamo pensato bene di verificare con chi steste parlando.. è stata un'idea del Tenente Woronicz, e sicuramente un'ottima intuizione..- sorrise Dhek, che ora era a pochi passi da Krugar.
    Il klingon torreggiava con la sua mole sopra il trill, che comunque non pareva per nulla intimorito dal suo interlocutore.

    - Dunque, rimane da capire cosa volesse questa sonda aliena che si è introdotta nell'alloggio del Tenente senza ucciderlo e senza prelevare nulla, nè oggetti nè informazioni segrete dal database della nave.- Dhek oltrepassò Krugar, dandogli nuovamente le spalle, e in quel momento il klingon sentì un fastidiosissimo ronzio nel suo cervello, che tuttavia cercò con tutte le sue forze di soffocare. Il trill parve accorgersi di qualcosa perchè si arrestò un momento e si rivolse nuovamente a Krugar.
    - Si sente bene Tenente? Forse sta avendo una ricaduta? Vuole che la portiamo in infermeria per un altro controllo?-
    - No!- urlò Kumas a pieni polmoni, facendo sobbalzare sulla sedia più di un marinaio presente in plancia, compreso lo stesso Capitano. Rendendosi conto di avere tutti gli occhi puntati addosso, riprese a parlare con più calma. -Voglio dire.. mi scusi signore, non ce n'è bisogno.-
    - Se lo dice lei, Krugar...- assentì Dhek alzando un sopracciglio in perfetto stile vulcaniano.

    Portandosi ora al centro della plancia, il trill sospirò brevemente, poi riprese la sua esposizione.
    - La sonda non può essere stata un oggetto federale, nè klingon, nè romulano, su questo anche il Comandante Quill ne conviene.- L'andoriano mosse quasi impercettibilmente le antenne in cenno d'assenso, e aggiunse:
    - Dal nostro database, l'unica tecnologia in grado di emulare una situazione come quella descritta dal Comandante Dhek è quella in possesso del Dominio e dei suoi alleati V[non mi ricordo il nome, ma sono quelli che i Mutaforma usano come portavoce].-
    Ora Dhek poteva leggere chiaramente lo choc trasparire dagli occhi di Krugar. Era chiaro che si stava avvicinando pericolosamente alla verità, e se i suoi sospetti erano fondati, avrebbe potuto rivelarsi molto pericoloso per lui. Tuttavia, doveva assolutamente aiutare il breen.

    - Cosa potevano mai volere da lei, Tenente?- chiese sempre più ansioso il Capitano, fissando la figura imponente del klingon, che tuttavia pareva non prestare attenzione ai presenti, fatta eccezione il Comandante Dhek.
    - Non può provare niente, Dhek.. cosa sta cercando di fare?- chiese ad un tratto Kumas con voce rotta.
    - Al contrario, sto cercando di venire a capo del mistero.. sto cercando di aiutarla, Kumas.-
    - Se vuole davvero aiutarmi e aiutare la Flotta Stellare, mi lasci in pace... anzi, mi uccida.- Il trill fu sorpreso dalle parole del klingon, e rimase paralizzato dalla compostezza con cui Krugar gli stava chiedendo di porre termine alla sua vita, per salvare il suo onore e la sicurezza della Flotta Stellare.

    - Non dica sciocchezze, Tenente!- sbottò Knight -Qui non abbiamo la pena di morte, e poi lei è uno dei nostri, ed è la vittima dell'assalto, non è così Dhek?-
    Il trill si scosse dal leggero stato di commozione in cui era piombato alle parole del klingon, e afferrò la cima gettatagli dal capitano per trarsi su un terreno più sicuro e continuare la sua arringa.
    - Certamente, Capitano. Io sto solo facendo luce sulla vicenda per aiutare il Tenente, che si trova in una situazione non facile, minacciato su tutti i fronti..-

    Dhek si incamminò nuovamente verso Krugar, pronto a concludere la sua esposizione e a vedere la reazione del breen.
    - La mia ipotesi, Capitano, è che la sonda sia stata mandata per condizionare la mente del Tenente in modo da fargli compiere qualcosa...-
    - Una sorta di suggestione post-ipnotica?- azzardò Knight.
    - Esattamente, solo che nel nostro caso si tratta di una frequenza che non avrebbe alcun effetto sulle razze normali... ma sui breen invece...-
    La mente di Krugar fu di nuovo invasa da quel maledetto ronzio, che questa voltà cominciò a farsi sempre più assordante, tanto che le gambe del klingon breen cominciarono a tremare. Dhek tuttavia non se ne avvide, e continuò a parlare al Capitano.
    - Vede, per quanto ne sappiamo, i breen sono come i Jem'hadar: vengono cresciuti dal Dominio per essere alleati e seguaci obbedienti, pronti ad esaudire qualsiasi loro richiesta. Mentre nel caso dei jem'hadar la cosa è nettamente palese, nel caso dei breen sospetto che si tratti di una manipolazione generica molto più sottile... forse uno stadio più evoluto del progetto jem'hadar.- Dhek superò nuovamente Krugar, che intanto non riusciva più a sentire altro che il ronzio rimbombare nella sua mente. I suoi occhi registravano le labbra del trill muoversi, ma era un'altra la voce che gli giungeva al cervello, altre le parole, altri gli intenti...

    - Così, secondo me la sonda aveva il compito di stimolare un comando inserito nel codice genetico dell'unico breen a bordo della Unicorn, per indurlo a compiere qualcosa che sarebbe andato a tutto vantaggio del Dominio... Qualcosa di tanto efferato da costringere la parte ancora razionale della mente di Krugar, la sua parte klingon, ligia all'onore e alle leggi dell'uniforme che serve, a prendere un provvedimento drastico prima che fosse...- ma Dhek non arrivò mai a concludere la frase, perchè d'improvviso un paio di robuste mani gli afferrarono il collo e cominciarono a stringere la carotide.
    Il trill registrò brevemente le urla del capitano e gli ordini impartiti ai membri della sicurezza, prima che l'aria venisse definitivamente a mancargli e sprofondasse in un nero abisso di silenzio.

    Krugar abbandonò il corpo esanime del trill sul pavimento, dopo avergli spezzato il collo con uno schiocco secco, e si voltò a fronteggiare i tre cadetti con l'uniforme della sicurezza che gli si scagliarono contro. Dopo aver afferrato il primo e scagliatolo sui suoi due compagni, facendoli rovinare duramente a terra, Krugar sentì un paio di robuste braccia abbrancarlo da dietro, e voltandosi ebbe modo di registrare per la prima volta un'espressione irata sul volto del Comandante Quill. L'andoriano rivaleggiava con il klingon breen in quanto a forza e stazza, e i due ingaggiarono una lotta furiosa scagliandosi da una parte all'altra della plancia superiore, mentre i marinai rimanenti puntavano i phaser verso di loro e il Capitano ordinava alla sicurezza di accorrere in plancia.
    Ad un tratto l'andoriano riuscì a scaraventare il klingon contro una paratia, facendolo ruzzolare vicino alle guardie tramortite da quest'ultimo, e si avvicinò per metterlo fuori combattimento definitivamente. Tuttavia, Krugar fu lesto ad estrarre un phaser dalla fondina di una delle guardie e ad usarlo contro Quill senza alcuna esitazione, mandando l'andoriano lungo disteso contro le porte dell'ascensore. Prima che gli altri marinai potessero replicare, Krugar si mise al riparo dietro una consolle e cominciò a far fuoco alla massima potenza verso le postazioni di comando della plancia, creando il caos attorno a sè.
    Approfittando poi della confusione e del fumo sprigionatosi dai cortocircuiti, Krugar balzò come un predatore di fronte al capitano, che stava cercando di trovare rifugio in uno degli ascensori, e azionò il phaser alla massima intensità, incenerendo Knight.

    Rendendosi conto di ciò che aveva appena fatto, il klingon fissò con sguardo assente il pavimento di fronte a sè, lasciando cadere a terra il phaser, mentre il ronzio nella sua testa andava sciamando.

    - Mi sembra che adesso possa bastare, vero Kumas?-
    Krugar si girò lentamente, come in preda ad un incubo, verso l'uomo che aveva profferito quelle parole, fermo vicino ad uno dei turbo ascensori. I suoi occhi registrarono che dalle narici del Comandante Quill, che giaceva ai piedi del nuovo arrivato, colava sangue andoriano, poi lo sguardo si posò sull'altro individuo. Krugar sbattè le palpebre incredulo, e si voltò di scatto per fissare il Comandante Dhek, ancora steso a terra col collo spezzato a pochi metri da lui. Lo sguardo del trill lo fissava sia dalle orbite inespressive del cadavere, sia dagli occhi duri dell'individuo che era appena apparso in plancia.
    - Computer, fine simulazione.- ordinò Dhek, e tutto intorno a loro scomparve, ad eccezione della porta aperta della sala ologrammi 4. Dietro il trill, Krugar poteva scorgere i visi di Knight e di Quill fissarlo con un misto di dolore e sbigottimento.
    Il trill parlò nuovamente, ma con orrore Kumas sentì le sue parole echeggiare lontane e distorte dal rumore del ronzio che stava riprendendo vigore. Con le lacrime agli occhi, il klingon cercò di lottare con tutte le sue forze per ritornare padrone delle proprie azioni, mentre una furia cieca si impossessava nuovamente di lui.

    Dhek vide il klingon alzarsi, e fissando il suo sguardo disperato sotto l'elmo capì immediatamente che la sua "terapia choc" aveva avuto fin troppo effetto. Prima che Krugar potesse avanzare verso Knight, Dhek scattò in direzione del breen e si esibì in un gesto che lasciò di stucco i presenti: balzò in aria facendo perno su una gamba, e atterrò dopo una mezza capriola su se stesso colpendo violentemente il capo di Krugar con l'altro piede, mandandolo disteso a terra e ammaccando vistosamente l'elmo. Estratta velocemente una siringa di tasca, il trill iniettò un liquido giallastro nelle vene del klingon, che trovò solo la forza di sussurrargli:
    "Grazie... amico." poi perse definitivamente i sensi.

    - Mio dio, Dhek! Lo ha ammazzato!- sbottò Knight, mentre Quill chiamava in tutta fretta l'infermeria col comunicatore, e un paio di membri della sicurezza entravano nella sala ologrammi.
    Il trill ebbe un attimo di esitazione di fronte al viso sconvolto del Capitano, poi ammise:
    - Mi dispiace signore, speravo che non sarebbe stato necessario...-
    Quando il Dottor Kokokinaka arrivò, non potè far altro che constatare il decesso del Tenente Krugar.



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