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LA NASCITA DI UN PIRATA - PARTE IV di Paolo Maroncelli
29 novembre 2003

    Data stellare: 57132.6
    Data terrestre: 18.02.2380
    Ore: 10.00
    Luogo: Terovinor IV

    Il quarto pianeta del sistema Terovinor era il luogo ideale su cui trascorrere una sana vita da fuggiasco.
    Quasi completamente privo di acqua, con un'atmosfera che molti avrebbero faticato a fare rientrare nei normali parametri di un mondo di classe M, Terovinor IV rappresentava la meta preferita di fuorilegge, truffatori, mercanti e feccia di ogni tipo; di fatto non esisteva popolazione indigena, ne' era mai stato effettuato un censimento per verificarlo.
    Nonstante tutto, le forme di vita senzienti che frequentavano il sistema dimostravano spesso solidarieta' e spirito di collaborazione che in individui di tale risma pochi si sarebbero aspettati.
    Era stato un commerciante Boliano a trainare la Korelin fino a Terovinor IV, offrendo a Yoman tutto l'aiuto e l'assistenza di cui aveva disperato bisogno; un amico del Boliano si era offerto di riparare il rottame che una volta era stata una nave ad un prezzo incredibilmente basso, in virtu' di vecchi crediti che il commerciante sosteneva di avere con l'anziano ingegnere.
    Yoman si ritrovo' cosi' a passeggiare sotto il cielo marrone di Terovinor IV, indossando i preziosi filtri nasali che avrebbero impedito ai propri polmoni di inalare le sostanze tossiche disperse nell'aria putrida e maleodorante.
    La pioggia acida che in quel posto non smetteva mai di cadere formava enormi pozzanghere scure su un terreno ormai fradicio e incapace di assorbire; ragion per cui, i lembi di terra che dividevano i container metallici del centro abitato principale erano poco piu' che spesse linee di pantano e melma.
    Il Boliano gli aveva indicato una zona precisa, ma dopo trenta minuti passati a passeggiare pigramente sul fango, sotto una pioggia fine ma insistente che non lasciava tregua, Yoman si rese conto che non esisteva nessun punto di riferimento preciso: l'agglomerato urbano che stava percorrendo era formato da una serie interminabile di scatole metalliche. Sotto la pioggia acida, la vernice aveva restitito assai poco, e ognuna di queste aveva assunto il tipico color ruggine dei mondi con eccesso di Argon nell'atmosfera.
    Dopo altri dieci minuti di vagabondaggio, con la strana sensazione che si prova percorrendo un centro abitato deserto, Yoman si imbatte' in un container piu' grande degli altri sul quale campeggiava un'immagine astratta sbiadita e difficilmente riconoscibile: pareva un cerchio di fuoco attraversato da una forma geometrica di un qualche tipo, ma Yoman non si interesso' della questione; allungo' la mano verso la maniglia della porta ed entro' nel locale.
    Fu accolto da un vociare assordante e dall'odore tipico dei luoghi chiusi con uno scarso ricambio di aria; fumo e sudore erano accettabili, ma un terzo odore che Yoman non riusciva ad identificare era molto intenso, e gli diede il voltastomaco.
    Avvisto' uno dei pochi tavoli liberi e sedette ad una delle due sedie inchiodate a terra; spazzo' via dalla superficie lurida del tavolo i resti di un pasto e si fermo' ad osservare gli avventori del locale. Gente strana, indubbiamente, ma qualcosa dentro di lui gli diceva che qui' non avrebbe avuto nulla da temere......neanche da quel gruppo di Nausicaani che pareva gettare occhiate ostili a tutti quanti.

    Una strana creatura, alta e snella, dalle lunghe braccia nodose e la pelle verde e coriacea, si avvicino' al suo tavolo. Yoman era sicuro di non avere mai conosciuto nessuno della sua razza prima d'ora, e la reazione istintiva fu di portare la mano destra al phaser.
    L'alieno emise una serie interminabile di pigolii articolati in una sorta di strana lingua fatta di toni alti e pause impercettibili; nel giro di pochi secondi il traduttore universale federale rubato alla squadra di Wilson un anno prima svolse il compito per il quale era stato costruito.
    - Non ti ho mai visto da queste parti. Sei nuovo di qui'? -
    Non era ancora chiaro se chi gli parlava fosse un avventore in vena di conversare o un cameriere del locale, e Yoman mantenne un atteggiamento guardingo.
    - Sono arrivato qualche giorno fa. Stanno riparando la mia nave e credo che ne approfittero' per concludere......un affare o due. -
    - Aaaaah.....bene bene bene! Cosa ti porto, straniero? -
    - Uhm....voi cos'avete? -
    - Tutto quello che riusciamo a procurarci. Prova a chiedere. -
    - Brandy Arturiano. -
    - Si'......ce l'abbiamo. Arriva subito. - disse l'individuo prima di girare i tacchi e sparire tra la folla con un'andatura pericolosamente ondeggiante.

    Il brandy era stato versato in un bicchiere di metallo grigio che somigliava piu' a una piccola lattina; sembrava proprio che fosse il contenitore ad emettere quello strano odore che Yoman ancora non riusciva a identificare.

    All'improvviso, un bambinetto umano dall'aspetto vispo e sveglio si sedette al suo tavolo, andando ad occupare l'unica sedia libera. Yoman lo osservo' di sottecchi per almeno una decina di secondi, e il ragazzino fece altrettanto, ingaggiando con lui un gioco di resistenza psicologica.
    Alla fine il fuggitivo decise di iniziare a sorseggiare il proprio drink.

    - Sei un militare? - chiese il bambino con una voce alta e sottile.
    - No. -
    - Sei un pirata? -
    - No. -
    - Sei un commerciante? -
    - No. -
    - Sei uno scienziato? -
    Yoman si lascio' sfuggire un sorrisetto.
    - Che cosa ti fa pensare che sia uno scienziato? - gli chiese continuando a fissare il proprio drink.
    - Perche' hai uno.......un troc....trirc....... -
    - Un tricorder. Non e' mio. -
    - Pero' ce l'hai tu. -
    - Certo che i ragazzini sono svegli su questo pianeta, eh? - ironizzo', ingoiando un sorso di brandy.
    - Se ce l'hai tu ma non e' tuo, vuol dire che l'hai rubato. - continuo' il bambino con aria innocente.
    Yoman poggio' violentemente il bicchiere sul tavolo, facendo cadere qualche goccia di brandy sulla superficie rugosa, e prese a fissare il ragazzino con sguardo truce e minaccioso.
    - Ascoltami bene, moccioso, perche' non te lo ripetero' piu': o te ne vai immediatamente fuori dai piedi, o giuro che rimpiangerai il giorno in cui mi hai incontrato. - Concluse la frase accarezzando il coltello che portava al fianco.
    - Amazzeresti un bambino? - chiese il ragazzino con l'espressione piu' serena ed innocente che Yoman avesse visto su un bambino della sua eta'.
    - Se mi infastidisce mentre bevo il mio brandy......si'. - rispose Yoman distrattamente.
    - Forte. Proprio come i pirati. -
    - Perche'......i pirati ammazzano i bambini? -
    - Oh si'! Cioe', credo che qualcuno lo faccia......ma forse non tutti. -
    - Ecco, allora vatti a chiariare le idee e togliti dai piedi. -
    - Perche' non te ne vai a Togartu [*vedere nota in fondo]? - disse il bimbo con una strana luce negli occhi.
    - Mai sentito nominare. Cosa sarebbe questo Togartu? -
    - Ah beh....Togartu e' il covo dei pirati! -
    - Oh....certo.....buona idea. Adesso me ne vado a fare il pirata. - disse Yoman sarcasticamente sorseggiando il brandy.
    - No, sul serio! Saresti un pirata eccezionale, ne sono sicuro! -
    - Mmmh.......e dove sarebbe questo..."Togartu"? -
    - Ah, non lo so. Nessuno lo sa. Il covo dei pirati e' segretissimo! Il mio papa' dice che solo poche persone sanno dove sia. Lui dice che dovrebbe essere nel nucleo di una stella morta! -
    - Ma che bel posto; penso che ci andro' appena possibile! - disse esibendo un sorriso ebete, presto sostituito da uno sguardo torvo. - Ora smamma, moccioso. -

    La porta del locale si spalanco' mentre il bimbetto stava per replicare, e due figure possenti fecero il loro ingresso. Yoman, il cui tavolo era posizionato in fondo al locale, accanto ad un rozzo bancone, osservo' i guerrieri Klingon attraversare lentamente la grande sala, gettando occhiate di sufficienza a tutti gli avventori. Indossavano due minacciose uniformi da battaglia, e dalla cinta di ognuna era in evidenza la sagoma di un disgregatore personale.
    Non era chiaro quali fossero le loro intenzioni: a volte si scambiavano incomprensibili versi gutturali in rapida sequenza, scoppiando a ridere fragorosamente, e a volte prendevano ad osservare questo o quell'individuo con espressione meditabonda.
    Ad ogni modo, avanzavano verso il tavolo di Yoman.

    Il fuggiasco fece scorrere convulsamente lo sguardo da una parte all'altra del locale, mentre un'ombra di ansia si dipingeva sul suo volto.

    - Ti stanno cercando? - chiese candidamente il bambino. L'arguzia del piccolo moccioso lascio' Yoman senza parole. Se non avesse sentito l'impellente necessita' di lasciare la sala, avrebbe certamente cercato di fare amicizia con lui.
    - I Klingon......si', penso che mi stiano cercando. -
    - Allora lascia fare a me. - Il bimbo indico' un'angolo in ombra con il piccolo indice della mano destra. - La' c'e' un'altra uscita, io li distraggo. Ciao.....pirata! -
    Yoman non pote' neanche replicare, che gia' il bambinetto era scattato in piedi e aveva attraversato la sala fino a fermarsi di fronte alle sagome dei guerrieri che gli torreggiavano davanti.
    = Spero che il piccoletto non si faccia ammazzare. = penso' Yoman mentre si alzava con disinvoltura e si avviava verso il punto indicatogli dal ragazzino.

    Mentre apriva lentamente la porta, cercando di non fare rumore, non pote' fare a meno di gettare un'ultima occhiata al bambino. La sua sottile risata echeggiava attraverso il locale, e i Klingon rispondevano con suoni gutturali piu' profondi ma altrettanto intensi, scambiandosi violente pacche sulle spalle e lasciandosi andare a risate altrettanto isteriche.
    = Incredibile! = si disse Yoman prima di sgattaiolare all'esterno.

    Corse a perdifiato tra la melma per almeno dieci minuti fino a raggiungere l'estrema periferia del centro abitato. Si fermo' ansimando, piegando le ginocchia e appoggiandovi sopra il palmo delle mani; sulla destra, a poche decine di metri di distanza, l'edificio del tecnico che stava lavorando alla Korelin era gia' in vista.
    Con il fiato ancora corto per la corsa, avanzo' verso l'ingresso principale, si guardo' a destra e a sinistra alla ricerca di occhi indiscreti e tiro' la leva alla sinistra del grande portello metallico, osservandolo sollevarsi mentre il rumore sordo di un servo-meccanismo gli penetrava le orecchie.

    Quando l'apertura fu sufficientemente ampia per farlo passare, sguscio' all'interno e attivo' il controllo senza attendere l'apertura completa. Dall'esterno era praticamente impossibile immaginare che l'edificio ospitasse un enorme hangar per la riparazione di piccole astronavi. L'aria trasmetteva l'odore acre di ozono, olio e altri fluidi lubrificanti, e i discorsi di chi stava lavorando ai veicoli echeggiavano sulle pareti metalliche e venivano amplificati a dismisura.

    La Korelin giaceva nel mezzo dell'hangar, sollevata da terra di almeno un metro. Aveva un aspetto......diverso: le falle, le ammaccature e le bruciature erano sparite, e anche se le strutture riparate non erano ancora state verniciate la nave aveva un gran bell'aspetto......nella sua insignificante bruttezza, si intende!

    Percorse a grandi passi la distanza che lo separava dal commerciante Boliano che lo aveva recuperato nello spazio e dal suo amico ingegnere; i due stavano discutendo amabilmente, e ognuno aveva in mano una tazza fumante.
    Il Boliano si accorse di Yoman e gli rivolse un sorriso caloroso mentre avanzava.
    - Oh, eccoti qua'! Ti e' piaciuto il locale? -
    - Ci sono i Klingon. - rispose freddo Yoman.
    - Klingon? Si', certo, certo che ci sono i Klingon; Terovinor IV e' vicinissimo ai sistemi periferici dell'Impero. Pare proprio che questo posto gli piaccia molto. -
    L'amico del Boliano gli lancio' un'occhiata d'intesa e rise di gusto.
    - Credo che mi stiano cercando. -
    - Oh....no....non essere paranoico. Questo posto e' pieno di Klingon, e non puoi pensare che siano tutti qui' per te. -
    - Si', forse hai ragione, ma io me ne devo andare al piu' presto. La nave e' pronta? -
    L'anziano amico del Boliano rispose alla domanda di Yoman:
    - Poi mi spiegherai come diavolo hai fatto a sfuggire ad un Incrociatore d'Attacco Klingon.......ma ora e' come nuova, e.....sai.......mi sono permesso di aggiungere qualche optional che sono sicuro ti fara' piacere. -
    - Cosa? Di questo non avevamo parlato; guarda che io non ho molti soldi con me. -
    Il Boliano si ineri' nella conversazione:
    - Non ti preoccupare Yoman, e' gia' tutto sistemato. -
    - Dovevi avere un bel debito con questo individuo, - disse Yoman all'ingegnere, il quale si limito' a stringere la bocca e a distogliere lo sguardo.
    - Senti, - disse Yoman tornando a rivolgersi al Boliano, - perche' fai questo per me? Non sono una gran brava persona, sai? Ho gia' ucciso parecchia gente, e la mia ultima vittima e' stata la ragazza che mi amava. -
    - Non preoccuparti Yoman, ho un debito da saldare. La vita e' stata troppo buona con un truffatore come me: ho una moglie, dei figli, soldi a sufficienza e tanti amici, assieme a qualche cliente....come dire....insoddisfatto. Ma sento di dovere fare qualcosa per chi non e' stato altrettanto fortunato, e tu ragazzo mio, perdonami, ma te la passi veramente male! -
    Il Boliano non aveva pronunciato la frase con cattiveria, ma Yoman si senti' punto sul vivo.
    - Bene. Non posso fare altro che ringraziarti e augurarti buona fortuna. A te e a questo formidabile ingegnere che ha rimesso in piedi la mia carretta, - disse stringendo la mano ad entrambi.

    Attivo' i comandi per l'apertura del portello di ingresso e percorse il breve corridoio interno fino alla cabina di pilotaggio. Inizio' le procedure di accensione e una voce metallica lo fece trasalire.
    -[ Salve Yoman, bentornato a bordo. ]-
    L'uomo si guardo' in giro attonito.
    - Chi parla? -
    La voce femminile, calda e sensuale, riprese a parlare.
    -[ Sono il computer di bordo .... o meglio, sono la tua nave. Vuoi chiamarmi "Korelin"? ]-
    - Ecco, ci mancava solo un'altra dannata intelligenza artificiale! - disse Yoman rivolgendo uno sguardo esasperato al soffitto.
    -[ Questa definizione non mi e' mai piaciuta. Ti spiace chiamarmi semplicemente "Korelin"? Se poi riusciremo ad instaurare un rapporto piu' intimo potrai anche chiamarmi "cara", o "tesoro", o "amore", o ........ ]-
    - Si' si', ho capito, sta' zitta. -
    -[ Come vuoi. ]-
    - Senti......c'e' qualcosa che sai fare, oltre a tentare di sedurre gli uomini? -
    -[ Ma certamente; io sono il computer di bordo, te l'ho detto, no? Cosa vuoi che faccia? ]-
    - Scalda i motori e prepara la nave per il decollo. -
    -[ Come vuoi, caro. ]-
    - Non siamo ancora intimi, limitati a "Yoman". -
    -[ Come vuoi, Yoman. ]-

    L'uomo si ritrovo' a fissare i controlli mentre il computer svolgeva in automatico tutte le attivita' e i controlli pre-lancio.
    Ripenso' al suo passato su Crosnen I....su come allora ritenesse di non avere un futuro degno di essere vissuto; ripenso' a Cantra, al suo tradimento, e al suo bel corpo che si vaporizzava davanti ai suoi occhi. E ripenso' a questo lercio pianeta, e a tutti i lerci pianeti che da questo momento in poi avrebbe dovuto ancora visitare.
    Si vide solo, nello spazio, in compagnia di un computer e delle avances che erano state programmate nei suoi schemi comportamentali.........e si rese conto che, forse, neanche quella era una vita degna di essere vissuta.

    Aveva ancora nella mente il ragazzino del locale e la sua arguzia; era veramente un notevole osservatore, e forse aveva visto qualcosa in lui......qualcosa che in quel momento gli sfuggiva.

    Yoman abbandono' la cabina di pilotaggio e usci' nuovamente dalla nave, andando a raggiungere il Boliano e l'ingegnere che stavano ancora parlando tra di loro nelle vicinanze.

    - Cambiato idea? - chiese il commerciante.
    - No. Senti......hai mai sentito parlare di un posto chiamato "Togartu"? -

    Il Boliano e il tecnico si scambiarono un'occhiata d'intesa, e sul volto del primo si stampo' un sorriso malizioso.



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