E invece il fato aveva riservato al povero Wilson un destino crudele, ingiusto e
talmente assurdo da risultare intollerabile.
In fondo il capitano della Braben non calcava il ponte di comando di una nave
stellare da cosi' tanto tempo, e ricordava ancora molto bene la scuola di
comando e i corsi di abilitazione; era sempre fisso nella sua memoria il volto
di quell'insopportabile insegnante vulcaniano che cercava di inculcare nella
coscienza del proprio pubblico i sempre vaghi e astratti precetti di morale e
etica. Ma quale diavolo di mente malata aveva avuto la brillante idea di
assegnare ad un vulcaniano privo di emozioni un compito cosi' arduo?
Il capitano e' sempre responsabile della propria nave e degli uomini sotto il
suo comando.
Questa era la pura e semplice verita', fosse essa stata pronunciata da un freddo
vulcaniano o da un sanguigno andoriano.
Dietro la scrivania della sala tattica la corpulenta figura del sovrintendente
Mo'vara mostrava ansia ed agitazione. Tamburellava rumorosamente le dita sulla
superficie liscia del ripiano e si asciugava continuamente la fronte sudata,
ansimando e borbottando frasi tra se' e se'.
- Allora, capitano, non mi dica che non ha intenzione di fare niente? Quattro
ora fa un pericoloso criminale ha ucciso due ufficiali federali! Non le sembra
un buon motivo per correre al suo inseguimento? -
- Tre, - rispose il capitano con voce assente, continuando a fissare la stella
locale.
- Cosa? -
- Gli uomini morti. Sono tre, non due. -
- Si', certo, tre. A maggior ragione ... -
L'ufficiale della Flotta Stellare si volto' stizzito verso Mo'vara: - Non e'
necessario che mi ricordi cosa e' accaduto, sovrintendente. -
L'uomo non pote' fare a meno di sentirsi intimidito dal tono di voce del
capitano, e prese a sudare con piu' insistenza e a balbettare.
- Ah, beh, si', non volevo offenderla. Certo, certo ... solo che piu' tempo
passa e piu' sara' difficile rintracciare il responsabile di questa infamia ...
ecco. -
La mente di Mo'vara era un ribollire di pensieri. Nessuno di questi aveva come
soggetto gli ufficiali morti; era semplicemente alla disperata ricerca di un
modo per volgere a proprio favore una situazione che si era fatta
improvvisamente critica, accidenti a quell'Omeski e alla sua puttanella!
Sembrava gia' tutto sistemato: la visita dei federali avrebbe avuto esito
positivo grazie alle sue manipolazioni, i mondi gemelli sarebbero entrati a far
parte della Federazione, la colonia sarebbe stata smantellata e lui avrebbe
potuto aspirare a qualche carica di prestigio.
E invece no, ci doveva sempre essere qualche ribelle idealista a rompere le
scatole!
Ma questo capitano, che appariva cosi' toccato dalla morte dei suoi uomini,
forse ancora insicuro e inesperto, poteva davvero essere la chiave di una svolta
positiva.
Se si fosse riusciti a catturare Omeski vivo, tutte le colpe sarebbero potute
essere addebitate a lui e nessuno avrebbe piu' dato credito alle sue lamentele
sulle condizioni di vita nella colonia.
La Flotta avrebbe avuto il suo colpevole, e Mo'vara avrebbe avuto un ribelle da
mettere all'occhiello e da mostrare ai politici corrotti dei mondi nascenti.
- Sovrintendente, deve capire che non ho totale liberta' di azione. La Flotta
Stellare ha procedure e regolamenti che devono essere seguiti; inoltre questo
non e' territorio federale e la mia nave si muove in questo sistema in accordo
con i vostri protocolli di navigazione. -
- Si' si' capitano, lo so ... lo so bene, - rispose Mo'vara sporgendosi verso di
lui come per offrire un qualche tipo di complicita', - ma i mondi gemelli non
sono la Federazione Unita dei Pianeti. Qui la politica e' ancora motivo di forti
divisioni; non abbiamo un governo unificato, ma tante teste diverse che cercano
di tirare acqua al proprio mulino, come dite voi terrestri. Lo dico francamente:
ai nostri governanti non importa nulla dei vostri morti. E a lei? -
Mo'vara si asciugo' nuovamente il sudore che si era addensato sopra le labbra e
attese una reazione furiosa del capitano contro di lui.
E invece nulla. Silenzio.
Bingo, come dicono i terrestri!
- Mi ascolti, capitano. I ribelli sono fuggiti con una navetta di manutenzione,
dotata si' di propulsione a curvatura, ma del tutto incapace di effettuare
viaggi interstellari a lunga distanza. So dove possono essere andati e saro'
lieto di fornirle tutta .... l'assistenza di cui avra' bisogno. Ma bisogna
muoversi adesso! ... e le sue autorizzazioni arriveranno, mi creda ... -
Cosi' dicendo estrasse dalla tasca una piccola targhetta dorata, sulla cui
facciata era inciso a caratteri rosso fuoco un estratto dalla carta costituente
della Federazione Unita Dei Pianeti.
- Questa me l'ha regalata Wilson prima di congedarsi da me, capitano, come
augurio di buon auspicio per il nostro ingresso nella Federazione. La
restituisco a lei, se vuole, ma e' davvero giusto che questo bel sogno vada in
frantumi per i gesti sconsiderati di un delinquente? -
L'ufficiale comandante della Braben fisso' la targhetta con sguardo vacuo, poi
picchietto' il comunicatore che portava sul petto.
- Capitano a plancia. Abbiamo ancora una lettura sulla traccia di curvatura
della navetta che ha lasciato il sistema quattro ore fa? -
-[ Attenda un attimo signore ...... Si', si disperde velocemente ma siamo ancora
in grado di rilevarla. ]-
Il capitano si alzo' in piedi e trasse un respiro profondo.
- Numero Uno, tracci una rotta di inseguimento. Massima curvatura. -
Il Primo Ufficiale della Braben rispose mostrando una breve esitazione.
-[ Si' signore, ricevuto. ]-
Mo'vara si esibi' in una grassa risata mentale e strinse nel pugno vittorioso la
targhetta dorata.
U.S.S. BRABEN
Cinque ore dopo
Il primo ufficiale della nave osservava la mappa stellare con una certa
preoccupazione:
- Sembra che la navetta abbia attraversato i sistemi della Repubblica di Lonaga
in lungo e in largo, capitano. Mi pare di ricordare che i mondi gemelli godano
di un trattato commerciale con la Repubblica, e se prive di armi a bordo le loro
navette sono autorizzate ad attraversare i loro sistemi, ma noi avremmo bisogno
di un salvacondotto. -
L'ufficiale comandante si passo' una mano sula fronte pensierosa.
- Li abbiamo quasi raggiunti, numero uno. Percorrere tangenzialmente i sistemi
di Lonaga quanto ritardo ci costerebbe? -
Il navigatore della nave consulto' la propria console: - Due giorni e tredici
ore, signore. -
Tutti fissavano il capitano, che si alzo' in piedi e mosse qualche passo nervoso
verso il visore principale nonostante questo non mostrasse altro che una miriade
di punti luminosi su uno sfondo nero come la pece.
"Tutte le forme di vita senzienti godono di eguali diritti. In particolare, ogni
individuo ha diritto ad un'esistenza dignitosa, che soddisfi i suoi legittimi
desideri di salute, benessere ed appagamento, sia fisico che mentale."
Questo recitava l'estratto dalla carta costituzionalle della Federazione Unita
dei Pianeti.
Una volta nella Federazione, la vita degli abitanti dei mondi gemelli sarebbe
cambiata per sempre, e anche la vita dei lavoratori delle miniere di toledite
sarebbe cambiata. In meglio, ovviamente.
Ma aveva ragione Mo'vara: perche' questo potesse verificarsi, il malvivente
doveva essere assicurato alla giustizia, dal momento che il capitano sapeva bene
che il suo gesto e la sua fuga sarebbero stati una macchia indelebile sulla
richiesta di ingresso.
- Timoniere, mantenere la rotta attuale. Avanti curvatura 5. -
- Curvatura 5, si' signore. -
La Braben torno' ad immergersi nella bolla di spazio ricurvo e schizzo' in
avanti penetrando il primo sistema della Repubblica di Lonaga.
Furono trenta minuti di tensione, di adrenalina e di speranze.
Il tutto fu interrotto da un trillo sulla console delle comunicazioni.
- Trasmissione in arrivo dal Comando della Flotta Stellare, signore. -
Questo il capitano se lo aspettava.
- Sullo schermo. -
Il visore principale fu occupato interamente dal volto di una persona anziana; i
suoi capelli bianchi e la fitta ragnatela di rughe non riuscivano pero' a
nascondere la vitalita' e la scintilla di passione negli occhi dell'uomo.
-[ Ma che diavolo stai combinando, Edward? ]-
La voce dell'Ammiraglio Fressen vibro' in tutta la plancia come un tuono.
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