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INTRAPPOLATI di Marco Dalmonte
28 settembre 1999

    >Quill fece una nuova pausa, aggrottando la fronte; "E' strano... mi
    >sembra che la mia ultima riflessione abbia fatto scattare un campanello
    >d'allarme, da qualche parte nella mia mente, ma non riesco a ricordare
    >di cosa si potrebbe trattare... siamo rimasti privi di coscienza per
    >quasi un'ora... mmmhhh..."

    Un tarlo sembrava rodere il cervello di O'Broinn, che sentiva sarebbe stato suo dovere ricordarsi di qualcosa di molto importante. Eppure gli ultimi eventi lo avevano talmente scombussolato che faceva fatica a riordinare i pensieri. Probabilmente non sarebbe riuscito a ricordare nemmeno la più classica manovra di avvicinamento a un pianeta con tutta l'agitazione che...
    "Ma certo!" esclamò battendosi una mano sulla fronte, finalmente illuminato. Le sue sinapsi gli avevano fortunatamente trasmesso il frammento di conoscenza immagazzinato chissà dove, forse richiamato dalle sue ultime elucubrazioni. Gli altri membri della squadra si voltarono verso l'irlandese e lo squadrarono con curiosità.
    "Ha trovato qualcosa di importante?" chiese Dhek.
    "Il Comandante Quill... ehmm, signore, so cosa doveva ricordarsi.." rispose fissando Quill con sguardo pieno di orgoglio. "La Shyron Yurik! Ci sta aspettando sopra ed è in balia della tempesta!" Capendo subito la gravità della situazione, Dhek provò una comunicazione con la navetta:
    "Comandante Dhek a Shyron Yurik. Codice di identificazione 8175 Omega Red. Richiesta situazione attuale sulla superficie del pianeta."
    Lunghi secondi di silenzio passarono, mentre la squadra attendeva invano una risposta dalla loro unica via di fuga dal pianeta. Comprendendo che la comunicazione con la Yurik era interrotta, Dhek cercò una spiegazione interrogando il geologo:
    "Tenente Bright, lei ritiene che la conformazione rocciosa di queste gallerie, o la tempesta che si è scatenata in superficie, possano influenzare negativamente le comunicazioni con la navetta?"
    Il boliano sembrava preso alla sprovvista. Consultò i dati raccolti nel suo tricorder scuotendo meccanicamente la testa.
    "Con questi dati signore, non credo. Voglio dire, sicuramente la trasmissione sarebbe disturbata, ma non siamo ancora così lontani o così all'interno della crosta del pianeta da provocare un totale collasso delle comunicazioni. Forse il campo di smorzamento è imputabile.." concluse Bright incerto.
    "Mi permetta di dissentire." intervenne Quill. "Anche con un campo di smorzamento anomalo come questo, non vi è motivo perchè le comunicazioni subspaziali debbano essere interrotte come sembra stia avvenendo. Ritengo più probabile un'avaria dei sensori di trasmissione e ricezione della navetta."
    "Oppure potrebbe essere il mio comunicatore ad essere difettoso a causa della caduta." aggiunse il trill, sperando in cuor suo che questa volta la sfortuna avesse colpito solo lui. "Tenente O'Broinn, la prego, provi lei a contattare la navetta."
    "D'accordo. Qui Tenente O'Broinn a computer di bordo della navetta Shyron Yurik. Codice di identificazione ***** ****** [la password tua non la so, Patrick! ;)]. Effettuare un'analisi dei sistemi di primo grado e riferire il risultato." Ancora una volta, il silenzio fu il solo a rispondere. Mentre il Comandante Dhek chinava il capo preoccupato e assorto nei suoi pensieri, il giovane irlandese intervenne con un'ultima agghiacciante ipotesi: "Ahemm.. signore.. stavo pensando che... forse la navetta ha attivato il sistema di conto alla rovescia quando ha perso il nostro segnale e magari sono sorte complicazioni sulla superficie.. dopo essere caduti quaggiù intendo.."
    Dhek lo guardò stupito. "Se così fosse, quanto durerebbe il conteggio?"
    "Ehmm.." fece O'Broinn titubante, fissando il suo cronometro "ritengo che a quest'ora il conteggio potrebbe già essere terminato.. signore."
    Il volto di Dhek sbiancò per un attimo, anche se dissimulò bene dato il suo allenamento a non lasciare trasparire troppo le emozioni in situazioni critiche. Se quanto aveva detto O'Broinn era vero (e a questo punto non aveva motivo di dubitarne), la loro unica via di fuga era sparita. E ora si trovavano nel cuore di un pianeta che tra poco sarebbe stato riscaldato come una torta di mele terrestre.
    All'Accademia gli avevano sempre insegnato a trovare il lato buono di qualsiasi situazione per sfruttarlo a proprio vantaggio. Pur sforzandosi, c'era proprio poco di buono che potesse usare a favore della sua squadra. Rimaneva l'arma segreta di Dhek: l'ironia. E dunque sorrise, domandandosi cos'altro sarebbe potuto andare storto…



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