Post precedente: "Specchi di sabbia - parte I"Post successivo: "Specchi di sabbia - parte III"Primo post della missione: "Specchi di sabbia - parte I"Ultimo post della missione: "La fine"Missione precedente: "Base Stellare 137: Un Nuovo Inizio"Missione successiva: "Centro Medico Triven Soth"Apre una pagina adatta alla stampaPagina stampabile MISSIONE: Specchi di sabbia
 2 
SPECCHI DI SABBIA - PARTE II di Aristide Gorizia
13 febbraio 1999

    Il capitano entrò sella saletta quando tutti gli altri ufficiali si trovavano già al loro posto. Con un cenno della testa salutò gli ufficiali e dopo aver istruito il computer cominciò a descrivere quale sarebbe stata la loro prossima missione.

    >- La nostra attuale destinazione e' il sistema Chamersis. Il sistema e'
    >situato in una regione di spazio scarsamente esplorata, ma i nostri
    >telescopi subspaziali e le missioni scientifiche di ricognizione hanno
    >raccolto parecchie informazioni...

    Newport si concentrò allora sulle immagini che cominciarono a scorrere sullo schermo. Scoprire nuovi pianeti e nuove civiltà non era emozionante come una volta. Da quando si era diffusa la teoria Galen sulla diffusione pangenetica, l'idea che ogni vita fosse preziosa aveva perso d'incanto valore. Ora era più importante come una società avrebbe contribuito allo sviluppo della federazione e non la sua unicità. Quando poi di unico, ormai non c'era più nulla.

    La conferenza di Knight durò una mezzora e quando finì, Nepwort non ebbe nulla da dire. In realtà si sentiva ancora imbarazzato per il suo comportamento della sera prima. Il capitano non sembrava darci peso ma il capo ingeegnere volle mantenere un profilo basso. Per cui, quando tutti gli altri espressero le loro opinioni, si mantenne silenzioso é continuava a ripassare i dati raccolti dai ricercatori scentifici.

    Man mano che visionava le informazioni cominciò ad interessarsi sempre di più a quello che vedeva. E quello che vedeva non gli piaceva affatto. A riunione terminanta, rimase qualche minuto per controllare sullo schermo grande una sua ipotesi, poi un altra e ancora un altra fino a quando alla fine decise che quella missione non gli piaceva affatto.

    Uscendo dalla saletta passò accanto al comandante Voorr il tenente O'Broinn. Senza farci caso udì l'andoriano che esprimeva dei dubbi e Newport non poteva che essere daccordo. Mentre aspettava il turboascensore per ritornare nella sezione ingegneria fu fermato però dal capitano.
    -Tenente Newport, ha qualche istante?-
    -Beh...signore. Si, credo di si.-
    -Allora venga nel mio ufficio, per favore.-

    Ecco pensò Newport. È l'ora del mio primo cicchetto dal nuovo capitano, e lo seguì. Invece si sbagliava. Appena entrato nel piccolo salotto/ufficio, il capitano si diresse direttamente al replicatore e ordinò due caffé. Indicò al tenente una poltroncina e dopo averlo servito si accomodò sul piccolo divano di fronte. Poi cominciò.
    -Come avrà notato tenente, questo é un incontro informale.- Il suo sguardo cambiò improvvisamente tono.
    -Malgrado il tipo di accoglienza che mi ha riservato ieri sera.-
    -Signore io...-
    Knight alzò la mano per rifiutare qualunque opposizione ridiventando amabile.
    -Non mi interessa nessuna delle giustificazioni che può apporre. Lei ha tutto il diritto di pensarla come vuole e non sarò io a censurarla. Almeno fino a quando il suo lavoro non ne risentirà. E fin'ora, almeno da quello che mi é stato riferito, lei ha fatto un ottimo lavoro su questa nave.-
    Newport cominciava a rilassarsi. Ma allora pensò, cosa cosa voleva il capitano.
    -Verrò subito al dunque comuncque. Ho notato che lei é stato l'unico a non profferir verbo durante la riunione. Ci terrei a conoscere le sua opinione riguardo la nostra missione.-

    Newport non sapeva che rispondere. Fu li lì per cominciare una frase di scuse poi si fermò. Non era quello che voleva. Riuscì comunque a dire :
    -Non mi piace.-
    -Cosa non le piace? La missione in generale o io non la piaccio. O le direttive che ci sono state raccomandate? Sia più specifico per favore.-
    Newport indirizzò un sorriso tranquillo al capitano.
    -No, no. Non si tratta di lei. Ci sono delle cose che non mi convincono in tutta questa storia. L'intero concetto dell'incarico si mantiene in equilbrio sull'interpretazione della prima direttiva e personalente, sono dell'opinione che dovremmo farci gli affari nostri.- Il capitano non riusciva ad afferrare completamente e Newport sapeva di non essere stato del tutto chiaro.
    -Lei é dell'opinione che qualunque sia il risultato dell'esperimento Chamersiano, la federazione e nella fattispecie la Unicorn, non dovrebbe intervenire? Anche a costo della distruzione di un intero popolo? Lei é convinto che dovremmo seguire l'ideologia della prima direttiva fino in fondo e lasciare che il destino di Charmesis III si compia? Il suo parere sulla questione, e quello degli altri ufficiali, mi sta molto a cuore, tenente.....perche' questo e' esattamente il mio punto di vista, cosi' come quello della Flotta Stellare, ovviamente.

    Newport raccolse per qualche istante le idee e poi rispose.
    -Capitano, lei conosce il il quadro "Questa non é una pipa"?-
    Knight rimase di stucco. Poi ricordando, disse.
    -Non é per caso l'opera di Magritte che rappresentava un oggetto del ventesimo secolo?-
    -Si. Un oggetto che serviva a fumare tabacco. Il quadro é andato perso durante la terza guerra mondiale. Fortunatamente però esistevano sufficienti immagini del quadro da non rappresentare una perdita totale. -
    -Posso chiederle per caso cosa centra questo con la nostra missione?
    -Mi spiego meglio. Dalle informazioni che abbiamo, Chamersis III si trova ad un livello sociale e tecnologico che nonostante gli permetta brevi escursioni nello spazio locale, non ha consentito lo sviluppo delle tecnologie necessarie a raggiungere un sistema solare vicino. È stato teorizzato che in genere lo sviluppo sociale pone le basi per la maturazione tecnologica necessaria per sviluppare la propulsione a curvatura. In questo momento la popolazione di quel pianeta é ancora diviso da aperte rivalità sia idealistiche che commerciali ed é chiaro che si trovano in una fase "infantile" di sviluppo post industriale. Se le cose resteranno così é probabile non riusciranno mai raggiungere lo stadio necessario per sviluppare la curvatura.-
    -Il loro grado di civilizzazione é pari a quello della terra intorno ai primi del ventunesimo secolo. Anzi migliore, visto i grandi blocchi politici si equilbriano e non si registrano guerre da parecchio tempo.-
    -Beh signore, se quello che abbiamo monitorato con i telescopi subspaziali corrisponde a verità, i chamersiani hanno portato i loro contrasti nello spazio é sembrano voler dare lì sfogo ai loro contrasti.-
    -Quindi lei pensa che in realtà il loro programma sia proprio un atto di forza o un deterrente politico-militare?-
    Newport scosse la testa dubbioso.
    -Non credo. Secondo me quello che stiamo vedendo non é una pipa.-
    -Veramente non afferro questa sua similitudine con un artista del ventesimo secolo.-
    -Come ricorderà il quadro rappresentava una pipa sotto la quale c'era una frase in francese che diceva (piu o meno) "Questa non à una pipa". Ed era giusto. Quello che l'autore intendeva era che l'osservatore non stava vedendo una pipa, ma l'immagine di una pipa. La realtà non era in discussione. Era in discussione la percezione della realtà. L'osservatore medio vede un oggetto. L'artista invece voleva che ci si soffermasse su quello che per lui era il rapporto tra la realtà e l'immaginazione. Nonostante tutto i chamersiani vogliono distruggere Chamersis II e non per dimostrare qualcosa o per un sofisticato tentativo di suicidio collettivo, come ha ipotizzato il tenente Krugar. Il loro scopo probabilmente é vincere una guerra. Una guerra commerciale. Meno cruenta di una guerra militare ma con altrettante vittime.
    Se lei fa caso alla composizione del sistema Chamersis, noterà che l'intera coorte planetaria é sospettosamente povera di metalli pesanti in superfice. E probabilmente anche chamersis III deve esserne carente. Ma una società industriale basa le proprie radici sulla trasformazione dei metalli. Si tratta di una conditio sine qua non senza la quale un reale sviluppo non é neanche da prendere in considerazione. Ma un pianeta non può essere del tutto privo di metalli. Altrimenti non avrebbe neanche la possibilità di esistere. Senza un nucleo gravitazionalmente efficace, un pianeta é destinato a restare pulviscolo senza importanza ed ad orbitare intorno al proprio sole senza la prospettiva di un futuro. Prenda invece di un pianeta, uno qualunque, potrà essere sicuro che per quanto la crosta superficiale possa esserne povera, avrà sempre il nucleo formato da metalli pesanti. DI innumerevoli tipi. Lei come farebbe ad accedere al nucleo di un pianeta col minimo sforzo e la massima efficacia?-
    -...Mio dio...-
    -Appunto.- Continuò Newport.
    -Prenda un pianeta sufficientemente vicino al proprio sole da subirne l'effetto marea in maniera pesante. Gli riscaldi la superfice con una dozzina di specchi in modo uniforme come se si trattasse di un forno a microonde. Vedrà che col tempo e con l'aiuto delle forze combinate della gravità solare e del moto magmatico interno, il pianeta cesserà di esistere e si spaccherà lungo la linea delle falde tettoniche. Una volta che il procedimento é avviato, basterà la forza gravitazionele del sole a completare l'opera. Poi si deve solo attendere che si raffreddi per andare a raccogliere i frutti. Come noterà dai dati, il sistema Chamersis non ha una cintura di asteroidi. E se anche ci fossero sarebbero troppo rari per le loro esigenze. In più la tecnoca del motori ionici non gli consente di sfruttare la cintura di Oort in modo economico. Devo dire che la loro soluzione é piuttosto elegante. Avevo già visto fare una cosa del genere ma devo ammettere che l'idea di riscaldare la superfice del pianeta con degli specchi orbitali é nuova.
    -Sarebbe come rompessero una noce per accedere al frutto...-
    -Una soluzione semplice ed elegante. E senza usare neanche un grammo di antimateria. Solo che in questo caso le scorie non cadrebbero su un tavolo ma comincierebbero a vagare impazzite per il sistema alla ricerca di un bersaglio da colpire.-
    -Chamersis III.-
    -Il fatto é che l'orbita di C.II é piuttosto istabile. Dopo la frantumazione, per quanto delicata, i pezzi non rimarrebbero nell'orbita solare ma comincerebbero a sfuggire alla gravità. A causa della loro massa minore, l'effetto fionda li sparpaglierebbe in tutto il sistema. E come hanno calcolato alla flotta, prima o poi qualcuno arriverebbe per colpire C.III-
    -Con i risultato di distruggere il pianeta.-
    -Gia. Probabilmente nei loro calcoli deve mancare qualche elemento essenziale. Ma il problema ora é: come possiamo fidarci di una società che arriva a distruggere un pianeta per soddisfare la propria fame di materie prime?
    Lei si fiderebbe a metterli al corrente della nostra tecnologia e delle nostre capacità costruttive?-
    - Il nostro intervento non e' mirato a fornir loro tecnologia. Il nostro scopo primario e' raccogliere informazioni e valutare la situazione, che, stando ai rapporti della Flotta Stellare, non e' affatto chiara. Come ho detto poco fa, il Comando ci lascia liberta' di valutazione ma ora come ora, comunque, la Prima Direttiva ci vincola alla rigorosa osservazione del principio di non interferenza. -
    -Non illudiamoci. Non sono una società di carattere principalmente religioso o comunque spirituale. Per mandare della gente nello spazio hanno avuto bisogno di una solida base scentifica. E per quanto possano essere arretrati, gli basterà solo osservare la forma della Unicorn per intuire le basi della propusione a curvatura. Da lì, con una buona motivazione, il passo verso le stelle é breve. E una società commerciale competitiva di motivazioni ne ha un sacco, specie se lo scopo principale é sottomettere tutti gli altri.-
    - Non abbiamo ancora discusso i dettagli della missione, tenente; desideravo dare tempo a tutti gli ufficiali di assimilare le informazioni. E comunque mi pare chiaro che il rispetto della Prima Direttiva ci impedira' categoricamente di permettere ai chamersiani di accorgersi della nostra presenza; e' mia intenzione evitare qualsiasi contatto con questa gente. Capisco benissimo quello che vuole dire, quindi cosa suggerirebbe lei, tenente? -
    -Io suggerirei semplicemente di fare dietro front e stare a guardare. Torniamocene a pattugliare confini meno pericolosi. Che sò, la zona neutrale Romulana. Mi da meno preoccupazioni un falco da guerra che avere a che fare con un corporazione.-
    -Tenente.........la sua opinione in merito alla faccenda e' chiara. Le questioni tecniche che ha esposto sono estremamente interessanti, e andranno sicuramente approfondite in sede di riunione. Alla Unicorn viene chiesto di aggiungere un ulteriore tassello al puzzle che le precedenti missioni hanno iniziato a comporre; ma il nostro compito e' piu' delicato: fare luce su una questione ancora in ombra e compiere una valutazione.........nel pieno rispetto della Prima Direttiva. E' un compito stimolante, tenente, anche se probabilmente ci troveremo con le mani legate quando i chamersiani commetteranno il piu' grave errore della loro storia. Lei non trova? -
    -Vede capitano, sono fermamente convinto che i termini della questione siano quelli che ho esposto poco fa. E se sono semplicemente informazioni quelle che la Flotta vuole da noi, il semplice monitoraggio della zona dovrebbe essere sufficiente.
    Se i chamersiani saranno in grado di capire il loro errore in tempo, penso che potrebbero avere delle possibilità e non é detto che non si possa intraprendere dei rapporti in futuro, ma ora come ora, la nostra presenza e' superflua.-

    Il capitano rimase per qualche istante a riflettere sulla situazione. Nel frattempo le bevande si erano raffredate e se c'é una cosa che Newport odiava era il caffé freddo. Poggiò la tazza sul tavolino e attese. Il capitano Knight emise finalmente un sospiro. Poi si alzò dal divano, imitato dal capo ingegnere.
    -Tenente capisco perfettamente le sue ragioni. Purtroppo abbiamo degl'ordini superiori alla quale non possiamo sottrarci.- Newport alzò mentalmente le spalle. Non é che si sarebbe aspettato qualcosa di diverso.
    -La ringrazio comunque per avermi esposto le sue ragioni così chiaramente. Le chiederei di stilare un rapporto sulla sua valutazione tecnica della questione, tenente, in modo che le sue idee possano essere discusse alla prossima riunione.-
    Detto questo si diresse verso la scrivania e cominciò sfogliare alcuni rapporti.
    Per Newport quello fu il segnale di congedo e usci dall'ufficio. Nella plancia vigeva una strana tranquillità. Il primo ufficiale sedeva nella poltrona centrale e quando lo vide, gli fece un silenzioso cenno di saluto .
    Newport rispose al saluto con un sorriso mesto. Poi prese al volo il turbo ascensore che stava per partire, diretto verso la sala macchine.



Torna all'inizio della pagina