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PSI-NETIK di Paolo Maroncelli
16 marzo 2001
 
L'equipaggio della Unicorn scopre quali sono i suoi reali avversari

    Data Stellare 57960.84 (17/12/2380, ore 17.00)

    - Signori, ci siamo. Da questo momento in poi ogni azione avra'
    ripercussioni che probabilmente andranno oltre la nostra capacita' di
    previsione. -
    La Ardena era una nave molto piccola, e l'esiguita' degli spazi
    utilizzabili aveva portato i progettisti a sacrificare le sale dedicate
    alle riunioni, che invece sulla Unicorn si contavano in grande abbondanza.
    L'equipaggio era quindi riunito in plancia, ed ascoltava in silenzio le
    parole del capitano mentre sullo schermo principale campeggiava la sfera
    minacciosa di un mondo ostile che pochi potevano affermare di aver mai
    visto da una distanza talmente ravvicinata.
    In questi tempi bui, in cui gli incubi notturni prendevano la forma di
    crudeli cardassiani e terribili mutaforma del Dominio, pensare ai romulani
    era un po' come accoccolarsi nei ricordi del passato, dove anche i nemici
    di sempre trascendevano nella mistificazione degli anni d'oro e venivano
    permeati da una patina di rassicurante familiarita'.
    Poteva sembrare assurdo, ma molti ufficiali della Flotta rispettavano i
    figli di Romulus e il loro orgoglioso attaccamento alla propria distorta
    scala di valori; non erano poche le spie federali che avevano deciso di
    passare dall'altra parte della barricata, abbracciando la causa romulana
    nella speranza di assorbire e assimilare almeno una parte della
    rassicurante formazione morale romulana, capace di alleggerire la coscienza
    individuale e di fornire una visione chiara e precisa dell'universo, di
    cosa sia giusto e di cosa sia sbagliato.
    La verita' e' che molte persone provano la necessita' fisiologica di
    abbracciare una causa. Di qualunque natura essa sia.

    Nei pochi secondi di silenzio che seguirono le parole del capitano,
    chiunque avrebbe potuto indicare quali membri dell'equipaggio fossero
    ufficiali della Unicorn e quali facessero parte del personale originale
    della Ardena. Le differenze somatiche erano assai poche, in considerazione
    del fatto che Leetah era stata una colonia federale per molto tempo, e il
    bacino di razze e culture che vi avevano prosperato si era rapidamente
    allargato oltre ogni aspettativa.
    Si trattava piuttosto di un atteggiamento e di un trasporto che non
    lasciava dubbi sulle motivazioni interiori. Non che l'equipaggio della
    Ardena apparisse demotivato: il gruppo della Unicorn non aveva impiegato
    molto tempo a capire che cio' che sembrava apatia e diffidenza era in
    realta' un modo di occultare e combattere i complessi di inferiorita' e i
    timori reverenziali che ancora i leetahni provavano nei confronti dei
    cittadini della Federazione. D'altronde, tutto su questa nave di
    fabbricazione federale indicava che gli attuali proprietari erano andati
    oltre ogni ragionevole implementazione funzionale e ingegneristica al solo
    scopo di ottenere un vascello che fosse palesemente diverso da una nave
    della Flotta Stellare, quasi che qualcuno avesse voluto raschiare via dalle
    paratie della Ardena le indicazioni di un passato da dimenticare a tutti i
    costi, al grido di "noi siamo diversi!".

    - Grazie alle indicazioni del tenente Newport, il nostro avvicinamento e'
    stato discreto e silenzioso. Nulla lascia supporre che i romulani si siano
    accorti del nostro arrivo, ma il signor Quill ha suggerito di tenere
    un'orbita alta, mantenendoci comunque ad una distanza tale da consentire un
    rapido avvicinamento alla superficie in caso di bisogno, ma nulla piu'.
    Dica pure, signor Quill, - disse Knight, indicando all'andoriano di esporre
    la propria analisi.
    - In effetti, abbiamo rilevato numerose navi da guerra nelle immediate
    vicinanze di Romulus. Immagino che questo sia normale, in vista della
    conferenza informativa che dovrebbe tenersi tra cinque giorni. L'evento
    vedra' l'arrivo di numerose delegazioni da ogni angolo dell'Impero, e la
    sorveglianza si sta facendo via via piu' serrata, - disse Quill indicando
    una nutrita schiera di punti luminosi su una rappresentazione tattica dello
    spazio circostante, la quale occupava un angolo del visore principale.

    Il comandante Dhek attese la pausa dell'ufficiale scientifico della Unicorn
    e si inseri'.
    - Di sicuro sara' molto difficile rimanere nelle vicinanze del pianeta
    senza essere individuati. Forse sarebbe meglio che, una volta sbarcata la
    squadra, la Ardena si allontanasse il piu' possibile e raggiungesse una
    distanza tale da poter eludere i dispositivi di sorveglianza perimetrali e
    le pattuglie orbitali, pur mantenendo la possibilita' di effettuare
    un'operazione di recupero rapida. -
    - No, non servirebbe a nulla. - La voce del tenente Newport taglio' l'aria
    come una lama rovente affonda in un panetto di burro.
    - Il "perimetro" di sorveglianza abbraccia tutto il sistema. Non esiste un
    luogo sicuro all'interno del sistema stellare romulano. O comunque, piu'
    sicuro di quello in cui stiamo stazionando in questo momento. Credetemi: se
    non ci hanno ancora avvistato e' perche' il dispositivo di occultamento di
    questa nave funziona a dovere, e perche' la nostra manova di avvicinamento
    e' stata efficace. - Tutti si accorsero che non c'era alcuna traccia di
    orgoglio nelle parole del tenente Newport. Forse solo un'ombra di
    fatalismo.
    - Dunque, non c'e' nulla che possiamo fare per migliorare la nostra
    situazione. Al contrario, potremmo solo riuscire a peggiorarla. A mio
    parere. -

    Il tenente O'Broinn strofino' il palmo di una mano sudata contro i
    pantaloni della propria uniforme, mentre la dottoressa Selenjak mantenne
    un'espressione seria, riflessiva e controllata, illudendo i propri compagni
    di essersi ormai ripresa completamente.

    - Molto bene, - riprese Knight.
    - Ora ..... non e' necessario che vi ripeta l'importanza della nostra
    missione. Non esiste cittadino della Federazione che attraversi la Zona
    Neutrale e si avvicini a quel pianeta, - disse indicando il mondo
    verde-marrone che riempiva lo schermo principale, - senza un motivo piu'
    che valido. -
    Romulus non era poi tanto diverso dalla Terra. Il gioiello della
    Federazione restituiva una maggior sensazione di liberta', con quegli
    enormi spazi azzurri e le spiraleggianti volute nuvolose; ma Romulus, a
    modo suo, poteva apparire ugualmente accogliente. Forse piu' sanguigno e
    passionale, a causa delle numerose formazioni vulcaniche che ne denotavano
    una intensa attivita' geologica. Piu' forte. Ma di certo non squallido,
    arido e spoglio quanto poteva essere Qo'noS o Cardassia Primo. Da un certo
    punto di vista, persino Vulcano pareva un desolato mondo deserto se
    confrontato a Romulus.

    - Il signor Quill, Dhek e io concordiamo che la nostra azione debba essere
    si' prudente e discreta, ma al contempo rapida e decisa. La prego, signor
    Dhek. -
    Il primo ufficiale della Unicorn colse la palla che il capitano gli aveva
    lanciato. Rivolse un'occhiata al tenente O'Broinn, che da qualche minuto a
    questa parte pareva non riuscire piu' a controllare il nervosismo di chi,
    per la prima volta in vita sua, si trova in pieno territorio nemico in
    aperta violazione di un importante trattato, e raccolse l'assenso del
    tenente comandante Quill prima di iniziare il proprio intervento:
    - Sappiamo che la conferenza avra' luogo nella capitale, ma siamo quasi
    certi del fatto che l'incontro non avverra' presso il Palazzo del Senato,
    ma in un centro congressi di un qualche tipo la cui posizione ci e'
    sconosciuta. A questo proposito, le poche cartine della capitale a nostra
    disposizione purtroppo non ci sono di aiuto, anche se possiamo supporre che
    l'area di interesse sia comunque limitata a quelli che i romulani chiamano
    i "quarteri del potere". Signor Quill..... -
    L'andoriano raccolse il testimone e continuo':
    - Esatto. Purtroppo non abbiamo tempo per condurre indagini approfondite,
    ma e' ragionevole pensare che il vulcaniano che stiamo cercando goda
    dell'appoggio degli unionisti romulani. I rapporti dell'Ambasciatore Spock
    in proposito indicano che un nucleo di dissidenti opera nei quartieri del
    potere, presso il Palazzo della Prefettura. Spock non l'ha potuto
    confermare, ma pare che almeno due funzionari vicini al prefetto appoggino
    la causa degli unionisti, e potrebbero aver fornito al vulcaniano gli
    agganci alle alte sfere senza i quali un'azione talmente azzardata come
    quella che ha intenzione di condurre non sarebbe possibile. Tutto questo
    per dire che sbarcheremo in uno dei quartieri periferici della capitale, e
    ci muoveremo immediatamente verso il Palazzo del Prefetto. -

    Quill si interruppe per osservare l'effetto che le sue parole stavano
    avendo. Buffo: solo ora che la Ardena era in orbita attorno a Romulus e il
    momento dello sbarco si avvicinava gli uomini della Unicorn riuscivano a
    rendersi conto di quanto fosse pericolosa la missione che si accingevano ad
    intraprendere.
    Nessuno fiatava.

    Knight prese la parola e ruppe il silenzio.
    - Alla dottoressa Selenjak il compito di alterare chirurgicamente il nostro
    aspetto. Quanto tempo le servira'? -
    Selenjak parve scuotersi da un torpore profondo, gravido di pensieri.
    - Circa tre ore per tutti i sei membri dell'equipaggio. Il comandante Quill
    fara' ricorso ad un dispositivo olografico per correggere palesi
    incompatibilita' somatiche con la popolazione romulana ma necessitera'
    comunque di una serie di interventi, e anche io dovro' alterare il mio
    aspetto, seppure in misura minore. -

    O'Broinn si sforzo' di scacciare le nubi temporalesce che ottenebravano la
    propria mente e conto' mentalmente una, due e poi tre volte.
    = Come sarebbe 6 membri dell'equipaggio? Il
    capitano....Dhek.....Quill....Selenjak......Newport......sono 5. A meno
    che....... =
    - Ehm........chiedo s-scusa.......la squadra' sara' formata da ..... ? -
    - Dall'equipaggio della Unicorn che in questo momento si trova a bordo
    della Ardena, signor O'Broinn, - rispose Knight con voce ferma.
    - M-ma, n-n-on....voglio dire.....anche io? Cioe'.....non credo di poter
    essere utile..... - balbetto' il giovane timoniere della nave.
    - Lei e' una persona intelligente e capace. Sulla superficie di Romulus
    avremo bisogno di indagare, esplorare, collegare, e risolvere la situazione
    in un ambiente altamente ostile. Serve tutto l'aiuto possibile. Anche il
    suo..... perche' se dovesse succederci qualcosa, anche una sola persona
    potrebbe essere in grado di portare a termine la missione. -
    = Come a dire: piu' siamo, piu' e' alta la probabilita' che almeno uno
    rimanga vivo! = penso' mentalmente O'Broinn rabbrividendo.

    Dhek aveva chinato la testa, ed era chiaro che stava trattenendo un
    pensiero.
    - Chiedo scusa, signore, - disse il trill, - ma vorrei ribadire le mie
    obiezioni. Non credo sia saggio fare sbarcare tutti i membri
    dell'equipaggio della Unicorn sul pianeta. Con tutto il rispetto per gli
    ufficiali della Ardena, - lo sguardo del primo ufficiale incrocio' i
    Leetahni presenti in plancia, - anche questa nave ha bisogno di tutto
    l'aiuto possibile. Ci sono tre squadre di Falchi da Guerra solo nelle
    immediate vicinanze, e non oso pensare a quale sara' il numero di navi
    quando arrivera' il giorno della conferenza; credo che la situazione della
    Ardena sara' difficile almeno quanto quella della squadra di sbarco, e
    lasciarla in mano ad un sistema automatico e' pura follia. -
    = Uhm....forse ho esagerato.... = penso' il trill.

    - Ha ragione, Numero Uno. Perfettamente, - disse Knight. - Ma questa
    missione e' fatta di priorita'; impedire la diffusione del batterio ha
    quella piu' alta. Il resto e' valore aggiunto. -
    = Vale a dire che l'importante e' fermare il vulcaniano. Il nostro ritorno
    non e' primario. Oh, santo cielo........ = penso' O'Broinn mentre una
    goccia di sudore gli rotolava giu' dalla tempia sinistra.

    Knight prosegui' senza aggiungere altro alle considerazioni del trill.
    - Ognuno di noi avra' con se' un phaser di tipo I e un comunicatore. Il
    signor Dhek e il signor Quill avranno a disposizione un tricorder di
    dimensioni ridotte, facilmente occultabile ma dalla portata limitata,
    mentre la dottoressa Selenjak potra' disporre di un kit medico che dovrebbe
    essere in grado di passare per una normale valigia, modellata sulle
    informazioni che i servizi segreti federali hanno raccolto sulle abitudini
    e sul modo di vivere dei comuni cittadini romulani. Sarebbe bene evitare
    qualunque altro tipo di equipaggiamento, ma eventuali richieste verranno
    prese in considerazione.

    Di nuovo, il gelo piombo' nella sala.

    -[ BEEEP - BEEEP - BEEEP ...... ]-

    Improvvisamente, la consolle tattica prese ad emettere una fastidiosa
    segnalazione sonora che non lasciave presagire nulla di buono.
    - Rapporto! - urlo' Dhek tornando alla propria postazione.
    Quill e l'ufficiale tattico iniziarono convulsamente a digitare comandi e
    ad interpretare i dati che provenivano dalle proprie postazioni.
    - Abbiamo un Falco da Guerra in rotta di intercettazione, signore, - disse
    Quill continuando a fissare il proprio terminale.
    - E' ancora molto lontano, ma la sua rotta lo porta in questa direzione.
    Mantenendo l'attuale velocita', passera' a 23 chilometri da noi tra 12
    minuti. -

    - Non puo' essere un caso, capitano! Forse ci hanno individuato, - disse
    Dhek.
    Knight fisso' Newport negli occhi, e l'ingegnere della Unicorn si chiese
    ancora una volta che cosa spingeva i propri compagni a pensare che lui
    conoscesse ogni particolare e ogni dettaglio sul modo di fare dei romulani.
    Quella di sentirsi sempre osservato, sempre chiamato in causa, era una
    sensazione orribile. Aveva appena iniziato a motivarsi, a dare una risposta
    alla vocina che gli chiedeva cosa diavolo ci facesse lui, proprio qui! E
    c'era sempre qualcuno o qualcosa a smontare pezzo dopo pezzo le sue
    convinzioni.

    - Cosa mi dice, tenente Newport? Il suo parere? - chiese Knight.
    - Cosa posso dirle, capitano? Non saprei....... -

    - Se ne va, signore! - quasi grido' O'Broinn precedendo l'ufficiale
    tattico.
    - Ha cambiato rotta in questo momento, - aggiunse Quill interpretando i
    dati della propria consolle.
    - Ma siamo sicuri che non ci abbiano rilevato? - disse Dhek con un'ombra di
    preoccupazione.
    - Di certo muoverci non servirebbe a niente, - intervenne Newport.
    - Serviranno tre ore per l'alterazione somatica, giusto? Io suggerisco di
    non fare nulla; assolutamente nulla. Se siamo stati rilevati, vi assicuro
    che ce ne accorgeremo molto prima di tre ore. -

    Il sarcasmo e l'ironia involontaria nelle parole di Newport rimbalzarono
    nell'atmosfera contratta della plancia.

    [2 ore e 20 minuti dopo]

    La piccola sala teletrasporto della Ardena era gremita di romulani.
    Sei individui dall'aspetto minaccioso sostavano sulla pedana del
    trasportatore; i due ufficiali leetahni addetti alla procedura di
    smaterializzazione conoscevano poco gli ufficiali della Unicorn, altrimenti
    ognuno di loro sarebbe riuscito a scavare mentalmente nel trucco e
    nell'opera chirurgica della dottoressa Selenjak fino ad estrarre i
    lineamenti familiari di chi aveva poco da spartire con la marzialita' che
    il nuovo aspetto romulano gli conferiva.
    Persino la dottoressa stessa appariva molto diversa, nonostante le proprie
    origini la ponessero piu' vicina di tutti alla struttura somatica
    vulcanoide dei propri cugini di Romulus.
    Ognuno di loro indossava un abito piuttosto strano, che pareva un incrocio
    tra una tunica marrone di tela molto spessa e un saio. L'abito era legato
    in vita da una lucida cintura di pelle, mentre le calzature erano
    costituite da un paio di stivali scuri che appena si intravedevano sotto la
    tunica che quasi giungeva a terra. Anche l'eso-sociologo meno competente
    del quadrante avrebbe colto l'origine comune degli abiti vulcaniani e
    romulani.
    Appariva veramente molto strano il modo in cui molte civilta' interstellari
    tecnologicamente evolute mantenessero un modo di vestire cosi' povero e dal
    sapore vagamente arretrato.

    L'ufficiale che operava alla consolle del teletrasporto aveva impostato le
    coordinate a quella che avrebbe dovuto essere l'area meridionale della
    capitale romulana. Le letture ai sensori e le poche informazioni a
    disposizione indicavano che il luogo d'arrivo sarebbe stato un quartiere
    povero scarsamente abitato. Il buio di una notte nuvolosa senza stelle
    avrebbe fatto il resto.

    L'altro membro dell'equipaggio che occupava la sala era il comandante
    Sloman, l'ufficiale leetahno piu' anziano e piu' alto in grado. Il comando
    della Ardena sarebbe stato suo fino al ritorno della squadra.
    Per la prima volta da quando la nave di Leetah era partita per la Zona
    Neutrale, Sloman lasciava trasparire un'apprensione che poteva essere
    dimostrazione di una profonda motivazione e di un qualche attaccamento nei
    confronti dei coraggiosi ufficiali federali che si accingevano a sbarcare
    nella tana del leone. In special modo il piu' giovane, a cui l'aspetto
    romulano conferiva un'espressione severa che addosso a lui sembrava
    particolarmente buffa, tremava come una foglia. Sloman immaginava che in
    quel momento stesse maledicendo il suo capitano, i suoi compagni, e tutti i
    parenti che gli avevano consigliato di entrare in Accademia.
    Ma anche lui andava a rischiare la vita, e anche a lui si doveva profondo
    rispetto.

    Knight si schiari' la voce e si rivolse alla coppia di ufficiali leetahni.
    - Se e' tutto in ordine, noi siamo pronti. -
    Il capitano concluse la frase cercando con lo sguardo l'approvazione di
    tutti i membri della squadra. Approvazione che ognuno, a modo suo, fece
    avere al proprio superiore.
    - Pronti, capitano, - rispose Sloman.
    - Energia, - bisbiglio' Knight, quasi a mostrare il desiderio inconscio di
    non voler partire.

    L'ufficiale leetahno poso' le dita sui cursori luminosi della propria
    consolle e inizio' a muovere lentamente la mano verso l'alto.
    I dispositivi del teletrasporto presero vita ed iniziarono ad emettere un
    ronzio pronfondo che si fece sempre piu' intenso.
    L'ufficiale continuo' a muovere i cursori fino a quando sulla pedana del
    teletrasporto cominciarono a formarsi sei nuvole luminescenti le quali,
    partendo dal centro del corpo degli ufficiali della Unicorn, si esterso
    lentamente verso l'esterno, fino ad avvolgerli completamente.
    La mano si mosse ancora verso l'alto, e la paratia opposta inizio' ad
    intravedersi attraverso i corpi ora traslucidi.
    Nel limbo del flusso di teletrasporto, i componenti della squadra di sbarco
    sperimentavano la bizzarra esperienza della smaterializzazione, durante la
    quale non si smetteva mai di essere coscienti e si arrivava al punto in cui
    ci si poteva considerare una mente priva di corpo.
    L'ufficiale leetahno aveva quasi concluso la procedura, e i cursori
    luminosi erano quasi arrivati a fine corsa, mentre sulla pedana rimanevano
    solo sei pallidi fantasmi, la cui massa oramai era per tre quarti gia'
    giunta a destinazione ................

    -[ ALLARME - ALLARME - Anomalia nella procedura di trasferimento - ALLARME
    - ALLARME - anomalia nella procedura di trasferimento - ALLARME - ALLARME
    ........]-

    La voce femminile del computer di bordo si diffuse in tutta la stanza.
    Sloman strabuzzo' gli occhi.
    - Che diavolo succede?? - urlo' al giovane ufficiale leetahno.
    - Io .... e' molto strano ..... - balbetto' il ragazzo mentre tentava di
    agire sui comandi di compensazione e di amplificazione del segnale.
    - Mio Dio, riportali indietro! Subito! - continuo' ad urlargli Sloman.
    - Ci sto provando! Ci sto provando! -

    -[ ALLARME - ALLARME - Anomalia nella procedura di trasferimento ..... ]-

    Il giovane era ormai in preda al panico e azionava a caso tutti i comandi
    della consolle nella speranza che succedesse qualcosa.
    - C'e' una specie di interferenza .... non riesco ad isolarla! -
    Sloman si avvento' sulla consolle e si sostitui' bruscamente al giovane
    ufficiale. Mentre qualche goccia di sudore gli imperlava la fronte, getto'
    un'occhiata alla pedana del teletrasporto, sulla quale ancora si potevano
    scorgere le ombre degli uomini della Unicorn.
    - Dobbiamo invertire il procedimento! - grido' a se' stesso mentre tentava
    di amplificare il segnale e, al tempo stesso, di interrompere la procedura
    di smaterializzazione, il che avrebbe automaticamente innescato quella
    inversa.
    - Ma che diavolo sta succedendo?! Si' che c'e' un'interferenza!

    -[ ALLARME - ALLARME - Anomalia nella procedura di trasferimento ..... ]-

    Le nuvole luminescenti scomparvero, e con esse le figure della squadra di
    sbarco. I phaser e il resto dell'equipaggiamento rimasero sospesi a
    mezz'aria per qualche frazione di secondo, per poi ricadere rumorosamente
    sulla pedana, rimbalzando giu' fino alla base della postazione operativa.

    - DANNAZIONE! - impreco' Sloman sferrando un pugno feroce alla consolle.


    NAVE DEL COMANDANTE PALEK

    La voce profonda del comandante Palek risuono' dall'interfono della cabina.
    -[ Comandante Joral, c'e' una comunicazione protetta per lei dai Servizi
    Segreti. ]-
    Joral era steso sul letto della stanza faraonica che gli era stata messa a
    disposizione sul Falco da Guerra del comandante Palek.
    Aveva appena finito di sorseggiare un prezioso liquore andoriano, merce
    assai rara da trovare nell'Impero, e si faceva passare tra le mani una
    delle tante fialette che erano state trovate in possesso del vulcaniano.
    = Patetico..... = penso' fra se' e se'.
    - Me la passi qui, comandante, - rispose distrattamente il membro della Tal
    Shiar.
    Il comandante Palek chiuse la comunicazione e non aggiunse nulla, ma il
    terminale dell'alloggio inizio' ad emettere una serie di squilli che Joral
    trovo' dannatamente fastidiosi.
    Ripose la fialetta sul ripiano accanto al letto, si alzo' e, raggiunto il
    terminale, attivo' un comando sul pannello di controllo.
    - Qui Joral. -
    -[ Comandante Joral, il pretore Trevin mi ha pregato di avvertirla che una
    nave federale occultata ha appena raggiunto Romulus. ]-
    - .............. -
    -[ Comandante.....mi riceve? ]-
    - Cosa? -
    -[ Ho chiesto se mi riceve. ]-
    - Non questo, idiota! E' sicuro di quello che mi sta dicendo? -
    -[ Il pretore in persona mi ha riferito la notizia. ]-
    - Accidenti! Qui c'e' qualcosa. C'e' qualcosa che mi sfugge. Che CI sfugge!
    E credo che sia qualcosa di molto pericoloso. Qualcuno si sta prendendo
    gioco di noi, oppure sta tentando qualcosa di folle e imprevisto. E noi
    sappiamo bene che i folli sono i nemici peggiori. Avverta la mia flotta di
    mettersi in allarme, e dica al pretore che sarebbe opportuno rimandare la
    conferenza. -
    -[ Non credo proprio che sia nel potere del pretore rimandare la
    conferenza, comandante. ]-
    - Allora avvertite il senato, ma quella conferenza non dovra' avere luogo!-
    -[ Io non penso ...... ]-
    - Noi siamo la Tal Shiar! Non pensi. Faccia! -
    Joral chiuse la comunicazione con un pugno sul pannello di controllo.
    = Un pazzo vulcaniano che pensa di poter diffondere un batterio su Romulus
    senza che nessuno se ne accorga......una minaccia che viene da
    lontano......e una nave federale a Romulus........ma che cosa sta
    succedendo?? =

    SQUADRA DI SBARCO PER ROMULUS

    Newport apri' gli occhi, e sarebbe stato meglio non l'avesso fatto.
    La luce che emanava dal soffitto era estremamente luminosa e feriva i suoi
    occhi ormai abituati al buio.
    Da quanto tempo se ne stava li', steso su quel gelido pavimento metallico?
    La seconda cosa che percepi' fu una vibrazione appena percettibile; un
    ingegnere impara presto a "capire" la propria nave valutando le vibrazioni
    lungo le strutture, ma quella non sembrava proprio il genere di vibrazione
    generata dal motore di una nave.
    - Oohhhh..... - gemette una voce che Newport associo' immediatamente a
    Quill. L'andoriano mostrava lo stesso disagio fisico dell'ingegnere, ma
    ebbe la forza di mettersi immediatamente a sedere.
    - Dove siamo? - chiese a Newport. Lo scozzese punto' i gomiti e, nello
    scostarsi a destra per fare leva urto' il tenente comandante Dhek, che
    aveva appena ripreso conoscenza.
    Uno dopo l'altro, anche il tenente O'Broinn e il capitano ripresero i sensi
    e si alzarono in piedi tra i mugugni.
    - Ma dove siamo? - torno ' a chiedere Quill mentre osservava le grigie
    pareti metalliche di una grande stanza completamente vuota, il cui soffitto
    emetteva una luce intensissima e quasi accecante.
    Tutti portarono istintivamente mano ai phaser e ai comunicatori, ma si
    scontrarono con la dura realta': nessuno possedeva piu' nulla a parte gli
    abiti che indossava.
    - EHI, C'E' NESSUNO? - grido' Dhek, ma la sua richiesta cadde nel vuoto.
    - Le coordinate del teletrasporto erano sbagliate, - disse O'Broinn.
    - Ne dubito fortemente, - disse Dhek

    [[cosa..cosa..cosa..ardena..ardena..dhek..knight..palek..]]

    - Chi c'e'? -
    - Chi ha parlato -

    [[....selenjak....selenjak....selenjak....]]

    Tutti si rivolsero verso la dottoressa Selenjak, accorgendosi che era
    l'unica a non aver ancora ripreso conoscenza.
    Il capitano e il tenente comandante Quill si chinarono verso di lei,
    dandole una paio di schiaffi leggeri nella speranza svegliarla, ma la bella
    vulcaniana non mostro' alcuna reazione.

    Improvvisamente, Selenjak spalanco' gli occhi e chi la stava assistendo si
    ritrasse istintivamente, colto da un'ondata di orrore.

    [[....e' qui.....e' qui......e' qui........]]

    Le parole martellavano nelle orecchie...o forse ne cervello......
    Una porta scorrevole scivolo' su se' stessa rivelando una figura
    incappucciata.
    C'era qualcosa di strano in quanto stava accadendo. Nel momento in cui
    ognuno cercava di fissare lo straniero, la vista pareva appannarsi, i
    riflessi si rallentavano e le forze venivano a mancare.
    Selenjak invece non aveva ancora mosso un muscolo, ma continuava a fissare
    il soffitto con gli occhi spalancati.

    Si scorgeva solo la figura.....il suo cappuccio che ne occultava il
    volto.....il corpo avvolto in una tunica scura.......uno strano oggetto che
    aveva in mano.......

    [[......romulus....flotta.....selenjak.....flotta.....unicorn.....chamersis......]]

    [[......fressen.....quill......frann......]]

    - Ma c-c-cosa sta succedendo?? - chiese O'Broinn, agonizzante nello sforzo
    di mettere a fuoco l'uomo.

    [[......shyron.....yurik.......bajor......]]

    - Oohhh........... -

    La figura si tolse il cappuccio, ma nessuno riusci' a vedere il suo volto.
    Quasi fosse scattato un meccanismo occulto, Selenjak si alzo' in piedi e
    prese a fissare l'uomo misterioso con un certo interesse.
    - Interessante. Mi ci e' voluto parecchio tempo per riuscire a filtrarti.
    Non sei romulano, vero? -

    L'uomo non rispose.

    Senza che nulla lo lasciasse presagire, il volto di Selenjak si increspo'
    in una smorfia di puro terrore, e la vulcaniana emise un grido lancinante
    che trapano' i timpani dei presenti. Poi, come colpita da una mano
    invisibile, volo' all'indietro lungo tutta la stanza e sbatte'
    violentemente contro la parete opposta, ricadendo a terra priva di sensi.

    La figura poso' sul pavimento un contenitore metallico dal quale sembrava
    provenire odore di cibo; giro' su se' stessa e si allontano' mentre la
    porta tornava a chiudersi.
    Poco prima che l'uomo sparisse, la morsa si allento' e i presenti scorsero
    una testa caratterizzata da una lucida pettinatura a caschetto, e un paio
    di orecchie ben sviluppate che facevano capolino da dietro il cappuccio.



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