BASE STELLARE 137
Alloggio del Capitano Knight
Di fronte allo specchio della propria stanza, Knight finì di sistemare la
scomodissima alta uniforme, e ripassò mentalmente il breve discorso che
aveva preparato. Cercò inoltre di fare mente locale, ancora una volta, sui
nomi degli ufficiali superiori e su quelli di plancia:
= Comandante William Kraar, Primo Ufficiale
= Tenente comandante Tomeron Dhek, Ufficiale Esecutivo
= Tenente comandante Quill Voor, Ufficiale Scientifico
= Tenente Kumas Krugar, Ufficiale Tattico e Capo della Sicurezza
= Tenente John B. Newport, Ingegnere Capo
= Tenente Patrick O'Broinn, Timoniere
= Dottoressa Selenjak, Ufficiale Medico Capo
Uhmm....quella Dottoressa vulcaniana lo incuriosiva. La Flotta Stellare le
aveva concesso la carica di Ufficiale Medico Capo su una nave stellare
della Federazione, pur non avendo frequentato l'Accademia; tenicamente, non
era neanche un Ufficiale.
= Molto strano.....ma anche molto interessante: a quanto pare, le doti
professionali della dottoressa devono essere veramente eccezionali! Meglio
così.
* TU-TUUU-TIT *
- Sì, avanti. - Knight rispose a chi aveva suonato alla porta.
La figura suina e rotonda del comandante Tiica avanzò con passo dondolante
nella stanza, esibendo un sorriso smagliante.
- Desideravo salutarla, capitano, e augurarle buona fortuna. -
Il capitano afferrò la mano aliena del comandante tellarita e impresse una
stretta vigorosa:
- Grazie di cuore, comandante. Devo riconoscere che il mio soggiorno alla
Base è stato splendido; ospitalità degna di un vulcaniano. Mi rincresce
solo non aver trovato il tempo di visitare la superficie del pianeta, ma
sono sicuro che ci sarà un'altra occasione per farlo. -
- Ne sono sicuro anch'io. Allora, - riprese il tellarita mentre tornava
alla porta, - di nuovo auguri; che il vento siderale le sia propizio. -
- Grazie. Buon lavoro, comandante. -
La porta si richiuse alle sue spalle, e Knight continuò a sistemare il
colletto dell'uniforme.
BASE STELLARE 137
Comando Scalo
Dalla cabina di controllo del comando scalo, Knight osservò con attenzione
la nave di cui avrebbe preso presto il comando.
Indubbiamente splendida. Aveva sempre trovato affascinante il design delle
navi di classe Galaxy; le linee morbide e aggraziate rendevano giustizia
alle grandi menti che l'avevano progettata, e neanche l'orribile modifica
che era stata apportata alle Galaxy tipo-II riusciva a rovinare lo
spettacolo.
Già un nugolo di piccoli shuttle di servizio si affannava sullo scafo
della nave per rimuovere tutti i detriti e le particelle radioattive che
erano state raccolte durante i viaggi nello spazio. In questo momento la
loro attenzione era concentrata sulla sezione a disco; il fascio di greoni
spazzolava la zona di scafo nelle immediate vicinanze della sigla di
identificazione: "U.S.S. UNICORN - NCC-9806".
Knight immaginò tutte le persone che in quel momento affollavano i locali
della nave, e pensò che qualcuno lo stava aspettando.
- Capitano, che ci fa quì? -
= Appunto! = pensò fra sé.
- Mi godevo il panorama dell'hangar; arrivo subito tenente. - rispose
all'addetto al teletrasporto.
Knight salutò gli ufficiali che prestavano servizio allo scalo e si
diresse in sala teletrasporto 7.
- Capitano Knight, dalla Unicorn comunicano che tutto è pronto per il suo
sbarco. -
L'addetto al protocollo, che aveva parlato da dietro una scrivania, agì
sulla consolle che ne era parte integrante, e porse al capitano un PADD.
- Questo è il suo ordine di imbarco, e l'autorizzazione del Comando della
Flotta Stellare ad assumere il comando della USS Unicorn, numero di
registrazione NCC-9806, in data odierna. -
L'addetto fece nuovamente volare le dita sulla propria scrivania e tornò a
rivolgersi al capitano:
- Prego. - disse indicando la pedana del teletrasporto.
Knight salì sulla pedana e rivolse un sorriso all'ufficiale che, di fronte
a lui, avrebbe operato il trasporto in piedi dietro alla propria piccola
consolle; si schiarì la gola e si irrigidì.
Quando sentì di essere pronto per affrontare la situazione, pronunciò la
frase ad alta voce:
- Energia. -
e la sala teletrasporto della stazione prese a svanire di fronte ai propri
occhi, per essere sostituita da quella più piccola e meno illuminata di
una nave stellare di classe Galaxy-II.
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