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UN NUOVO INIZIO - PARTE III di Paolo Maroncelli
5 febbraio 1999

    BASE STELLARE 137
    Alloggio del Capitano Knight


    Di fronte allo specchio della propria stanza, Knight finì di sistemare la scomodissima alta uniforme, e ripassò mentalmente il breve discorso che aveva preparato. Cercò inoltre di fare mente locale, ancora una volta, sui nomi degli ufficiali superiori e su quelli di plancia:

    = Comandante William Kraar, Primo Ufficiale
    = Tenente comandante Tomeron Dhek, Ufficiale Esecutivo
    = Tenente comandante Quill Voor, Ufficiale Scientifico
    = Tenente Kumas Krugar, Ufficiale Tattico e Capo della Sicurezza
    = Tenente John B. Newport, Ingegnere Capo
    = Tenente Patrick O'Broinn, Timoniere
    = Dottoressa Selenjak, Ufficiale Medico Capo

    Uhmm....quella Dottoressa vulcaniana lo incuriosiva. La Flotta Stellare le aveva concesso la carica di Ufficiale Medico Capo su una nave stellare della Federazione, pur non avendo frequentato l'Accademia; tenicamente, non era neanche un Ufficiale.
    = Molto strano.....ma anche molto interessante: a quanto pare, le doti professionali della dottoressa devono essere veramente eccezionali! Meglio così.

    * TU-TUUU-TIT *

    - Sì, avanti. - Knight rispose a chi aveva suonato alla porta. La figura suina e rotonda del comandante Tiica avanzò con passo dondolante nella stanza, esibendo un sorriso smagliante.
    - Desideravo salutarla, capitano, e augurarle buona fortuna. -
    Il capitano afferrò la mano aliena del comandante tellarita e impresse una stretta vigorosa:
    - Grazie di cuore, comandante. Devo riconoscere che il mio soggiorno alla Base è stato splendido; ospitalità degna di un vulcaniano. Mi rincresce solo non aver trovato il tempo di visitare la superficie del pianeta, ma sono sicuro che ci sarà un'altra occasione per farlo. -
    - Ne sono sicuro anch'io. Allora, - riprese il tellarita mentre tornava alla porta, - di nuovo auguri; che il vento siderale le sia propizio. -
    - Grazie. Buon lavoro, comandante. -
    La porta si richiuse alle sue spalle, e Knight continuò a sistemare il colletto dell'uniforme.

    BASE STELLARE 137
    Comando Scalo


    Dalla cabina di controllo del comando scalo, Knight osservò con attenzione la nave di cui avrebbe preso presto il comando.
    Indubbiamente splendida. Aveva sempre trovato affascinante il design delle navi di classe Galaxy; le linee morbide e aggraziate rendevano giustizia alle grandi menti che l'avevano progettata, e neanche l'orribile modifica che era stata apportata alle Galaxy tipo-II riusciva a rovinare lo spettacolo.
    Già un nugolo di piccoli shuttle di servizio si affannava sullo scafo della nave per rimuovere tutti i detriti e le particelle radioattive che erano state raccolte durante i viaggi nello spazio. In questo momento la loro attenzione era concentrata sulla sezione a disco; il fascio di greoni spazzolava la zona di scafo nelle immediate vicinanze della sigla di identificazione: "U.S.S. UNICORN - NCC-9806".
    Knight immaginò tutte le persone che in quel momento affollavano i locali della nave, e pensò che qualcuno lo stava aspettando.
    - Capitano, che ci fa quì? -
    = Appunto! = pensò fra sé.
    - Mi godevo il panorama dell'hangar; arrivo subito tenente. - rispose all'addetto al teletrasporto.
    Knight salutò gli ufficiali che prestavano servizio allo scalo e si diresse in sala teletrasporto 7.

    - Capitano Knight, dalla Unicorn comunicano che tutto è pronto per il suo sbarco. -
    L'addetto al protocollo, che aveva parlato da dietro una scrivania, agì sulla consolle che ne era parte integrante, e porse al capitano un PADD.
    - Questo è il suo ordine di imbarco, e l'autorizzazione del Comando della Flotta Stellare ad assumere il comando della USS Unicorn, numero di registrazione NCC-9806, in data odierna. -
    L'addetto fece nuovamente volare le dita sulla propria scrivania e tornò a rivolgersi al capitano:
    - Prego. - disse indicando la pedana del teletrasporto.
    Knight salì sulla pedana e rivolse un sorriso all'ufficiale che, di fronte a lui, avrebbe operato il trasporto in piedi dietro alla propria piccola consolle; si schiarì la gola e si irrigidì.
    Quando sentì di essere pronto per affrontare la situazione, pronunciò la frase ad alta voce:
    - Energia. -
    e la sala teletrasporto della stazione prese a svanire di fronte ai propri occhi, per essere sostituita da quella più piccola e meno illuminata di una nave stellare di classe Galaxy-II.



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