USS Wayfarer, Plancia, nello stesso istante
Come da protocollo, nella Plancia si diffusero immediatamente le luci rosse, mentre gli impianti d'emergenza entravano immediatamente in funzione.
Dopo alcuni secondi, Vaitor alzò un braccio, un occhio sulla mappa stellare e una sulla console di fronte a lui.
"L'intensità del segnale principale si è stabilizzata", disse.
Immediatamente, i vari altri segnali che illuminavano fiocamente le altre locazioni del pianeta si spensero.
"Revocare Allarme Rosso", disse Kiron.
Le luci in Plancia tornarono normali.
Chissà cosa staranno pensando nei ponti inferiori, pensò Cooper. Del resto, l'equipaggio della Wayfarer aveva visto - e subito - di tutto nel corso delle varie passate missioni. Un allarme rosso di alcuni secondi probabilmente registra un 2/10 nella scala degli eventi importanti, si disse.
La voce di Kiron lo riportò in sè.
"Comandante Cooper, analisi?"
"Finchè la sonda non termina la scansione, abbiamo solo ipotesi... e di queste, almeno una decina", rispose. "Potrebbe essere una conseguenza della scomparsa del contenuto della base sotterranea, che non abbiamo ancora pienamente capito." Puntò il dito sullo schermo. "Il che è sicuramente connesso con l'esplosione della passata-futura Wayfarer, oppure come dice il Comandante Wu, potrebbe essere un'esca per riportarci sul pianeta."
"A che scopo?" disse Rumar.
Cooper fece spallucce. "Qualcuno laggiù si sente solo? Un meccanismo sopravvissuto che è andato in tilt? Come dicevo, sono solo ipotesi. Resta il fatto che il segnale è proprio sulla stessa locazione della base sotterranea... di nuovo."
"Non abbiamo rilevato tracce di vita sul pianeta... a parte, ehm, lei, Capitano..." disse di nuovo Rumar.
Kiron rabbrividì internamente. Sapeva che il pensiero di sé stesso invecchiato e senza speranza avrebbe occupato i suoi sogni per un bel po' di tempo. Il fatto che fosse probabilmente una sua controparte di un'altra dimensione multiversale non aiutava molto.
"Se dobbiamo credere ai nostri occhi", disse ("E ai detriti qua davanti", interferì Cooper) "è difficile pensare che saremo... o saremmo... parte consenziente di un esperimento di manipolazione temporale in un futuro remoto. È assurdo."
"Tutta la situazione è assurda", disse Kublik. "Siamo stati chiamati su questo sistema da degli impostori"
"A meno che Kurutsev e Rexen non stiano nascondendo qualcosa", disse di nuovo Cooper, meritandosi le invettive di mezza Plancia.
"...da degli impostori, dicevo, semplicemente per assistere ad un incubo."
"Un incubo alquanto reale", disse Squiretaker. "Ho feriti in infermeria a testimoniarlo."
"Eppure, in quei cunicoli, niente sembrava reale", disse Rumar. "Faccio ancora fatica a credere di aver visto quello che ho visto, e la sua scomparsa senza traccia subito dopo."
Un suono intermittente risuonò dalle consolle di Cooper e Vaitor.
"Abbiamo i primi risultati della sonda", disse Cooper. "C'è qualche traccia di residui tachionici, il che conferma la potenziale distorsione temporale che ha portato qui la Wayfarer numero due. Altri elementi sparsi, spiegabili con i postumi dell'esplosione."
"Forme di vita sul pianeta?", chiese Kiron.
Cooper scrollò la testa. "Ancora niente di conclusivo."
"Un incubo...", disse Kublik, pensierosa. Si girò improvvisamente verso Rumar. "Comandante, come definirebbe lo spettro delle sue emozioni durante l'esplorazione della base sotterranea?"
Preso alla sprovvista dalla domanda, Krell si riprese splendidamente.
"Durante i vari giri nel complesso sotterraneo, tensione. Quando vidi il Capitano, stupore. Durante la spiegazione e l'epilogo... terrore", disse lievemente imbarazzato.
"E lei, Vaitor?"
"Più o meno lo stesso", rispose Mehon. "Il sacrificio del Capitano e la scomparsa improvvisa di ogni traccia di vita mi ha fatto accapponare la pelle."
"Cooper?"
"Lo stesso, con patate."
L'el-auriana assentì. "Comandante Wu?"
"Mi dà fastidio ammetterlo, però... sì. Una sensazione di terrore. Battuta, ovviamente, grazie al nostro addestramento", disse Sheeval con dignità .
Kiron la guardò incuriosito. "Dove vuole arrivare, Consigliere?"
Erjn fissava lo schermo. Il segnale misterioso luccicava rumorosamente.
"Dobbiamo tornare sul pianeta."
Pianeta Caeneus I, Sistema Caeneus, ingresso dei cunicoli sotterranei - 13/02/2402, ore 15.30
Il vento gelido penetrava crudelmente nelle pesanti tute dell'equipaggio. Di fronte alle cinque figure, l'ingresso oscuro dei cunicoli aspettava le sue vittime torvo e silenzioso.
"Almeno questa volta il teletrasporto ci ha evitato una scarpinata nella neve", disse Vaitor, deciso a cercare qualcosa di positivo. "Ci ha lasciato proprio di fronte alla caverna."
Rumar si girò goffamente verso quella che sembrava essere Erjn Kublik, anche se intabarrati com'erano, solo altezza e posizione faceva immaginare chi fosse l'interlocutore. "è sicura di quello che vuole fare, Consigliere?"
Kublik annuì. O almeno così gli sembrò. "Capisco che sia difficile agire su un piano basato su impressioni e indizi, ma credo di essere sulla pista giusta. Le chiedo di fidarsi di me", disse.
"Spero vivamente che abbia ragione, Consigliere", disse Krell. "Non ambivo granchè a tornare dentro questo luna park di terrore."
"La capisco", rispose Erjn. "Ma se quello che penso è vero, solo qui avremo le risposte che cerchiamo."
Impavida come sempre, Wu prese l'iniziativa. "Cosa aspettiamo allora? Entriamo, non ho nessuna intenzione di diventare un ghiacciolo."
Dopo alcuni passi dentro il primo passaggio ed essersi scrollati di dosso una discreta quantità di neve, i cinque wayfareriani si fermarono. Kublik indicò il commbadge.
"Io aspetto qui. Iniziamo la prima fase. Uniti, mi raccomando."
Rumar accennò al buio che li attendeva nel prosieguo del tunnel principale. "Se funziona come pensiamo, ci perderemo di nuovo e nella stessa sequenza. Non sappiamo se i commbadge funzioneranno."
"Probabile. Ma siamo comunque tutti spazialmente tracciati, non ci dovrebbero essere problemi a riunirci nel caso succedesse qualcosa."
"Che aspettiamo, allora?", interloquì Cooper. "Venghino signori venghino, la Casa Degli Orrori è aperta! Niente grand-guignol ma tachioni, vegliardi ed esplosioni a non finire!"
E senza aspettar risposta, iniziò claudicante il viaggio nei cunicoli sotterranei.
Pianeta Caeneus I, Sistema Caeneus, ingresso dei cunicoli sotterranei
dieci minuti dopo
"Non riesco a crederci", disse Rumar, guardandosi intorno.
Come se non fosse mai successo niente, le varie paratie metalliche e tubazioni della base sotterranea circondavano i tunnel in cui girovagavano senza alcun senso - persi di nuovo.
Alcuni passi davanti a lui e Cooper, Wu e Vaitor si fermarono improvvisamente. Sheeval indicò il grande spazio davanti a loro. "Ci siamo!"
I loro occhi impiegarono alcuni istanti per far conto di ciò che era di fronte a loro.
"Che mi venga un colpo", mormorò Cooper.
Davanti a loro, nella grande stanza sotterranea, seduto sul suo mesto trono sedeva, ancora una volta, il vecchio Kiron.
USS Wayfarer, Plancia, nello stesso istante
"L'attesa mi sta distruggendo lo stomaco", disse Ristea piano.
Kiron non distoglieva lo sguardo dal radar. I cinque avatar brillavano chiari sullo schermo. "La capisco, Capo. Ma dobbiamo fidarci del Consigliere. L'unica cosa che possiamo fare è tenerci pronti a riportarli indietro."
"E ad alzare gli scudi", disse Dorian.
Pianeta Caeneus I, Sistema Caeneus, ingresso dei cunicoli sotterranei, 13/02/2402, ore 17.45
"Erjn! Erjn, avevi ragione!", disse Rumar, correndo verso una trepidante Kublik. Subito dietro, Wu, Vaitor e Cooper (a breve distanza) li raggiunsero.
"è riapparso di nuovo. E reale... almeno ai nostri occhi."
Kublik annuì e fece un sospiro profondo. "Adesso arriva il brutto. Dividiamoci. Se qualcosa non va, attivate il segnale apposito sul commbadge e il Tenente Marini vi teletrasporterà immediatamente in Plancia."
"Tutto chiaro", disse Vaitor. "Andiamo!"
Alcuni minuti dopo, Erjn si trovava a girovagare sola nella base. Ognuno aveva scelto una diramazione nel labirinto della struttura, secondo i piani.
Un vago senso di disagio la pervadeva. Probabilmente è l'attesa di sapere cosa mi aspetta, pensò.
Girato un angolo, una figura sembrava stagliarsi nella fioca luminescenza del tunnel.
Erjn si fece coraggio. Dopo un respiro profondo, le si avvicinò.
"Chi sei?", disse, sapendo già chi avrebbe trovato.
"Ciao, Erjn", disse Michael Kiron.
Nel frattempo, Krell Rumar toccava di tanto in tanto le pareti del tunnel mentre camminava lentamente. I macchinari e i vari sistemi erano freddi al tocco. Tutto sembra così reale, si disse.
Improvvisamente, un suono alle sue spalle lo prese di soprassalto. Non aveva niente di umano. Si girò di scatto e, capendo immediatamente di cosa si trattava, gridò disperatamente.
USS Wayfarer, Plancia, nello stesso istante
"Non mi piace, Michael", disse la dottoressa Squiretaker, lo sguardo fisso sui parametri che cambiavano velocemente sulla sua consolle.
I valori vitali dei membri dell'Away Team erano davanti a lei, scrutandoli con un'attenzione quasi feroce.
Il Capitano le si avvicinò. "Il Consigliere?"
"No, è il Comandante Rumar." disse lei. "Ha avuto un soprassalto emotivo molto violento, le funzioni respiratorie e cardiache stanno tornando normali, ma ha avuto un brutto shock."
Kiron, senza farlo notare, strinse i pugni. "Continui il monitoraggio", disse. "Ne verranno fuori presto."
"Sarà bene", disse tra sè e sè la dottoressa mentre Kiron tornava in poltrona. "O li teletrasporto indietro io stessa... oh!", sobbalzò, e iniziò freneticamente a digitare sulla consolle.
Kiron, Ristea e Ichigawa accorsero immediatamente. "Che succede?"
"è... è..."
Pianeta Caeneus I, Sistema Caeneus, ingresso dei cunicoli sotterranei, 13/02/2402, ore 17.59
"E come sempre, quando le cose non vanno come vorresti, si aprono le fontane", sibilò Kiron.
Erjn, tremante di rabbia, dovette forzarsi con tutta la sua volontà per non asciugare le lacrime che le scorrevano sulle guance.
"Sei sempre stata inutile. A che serve un Consigliere quando ho un'intera nave piena di veterani a mia disposizione? Non hai mai fatto niente per meritarti il mio rispetto", disse qualcosa che aveva le sembianze, in tutto e per tutto, del suo unico amore da decenni.
Kublik rimaneva in silenzio.
"Certo, nei nostri alloggi è un'altra cosa...", ghignò. "Chissà cosa ne pensano i colleghi, eh? A letto con il capo... sicuramente ridono alle tue spalle... qualcuno probabilmente ti compatisce... magari la dottoressa Squiretaker..."
Mentre Kiron le girava intorno, sputandole addosso improperi e insinuazioni, Erjn si sforzava di non reagire. Doveva farlo. Doveva capire.
Improvvisamente, la figura cambiò. Il Kiron sarcastico e velenoso che le stava scuoiando l'anima lasciò il posto ad un'immagine di Michael nel momento stesso in cui Erjn aveva capito di essersi innamorata di lui.
"Ciao, Erjn. Sei più bella che mai", disse sorridendo, accarezzandole delicatamente una guancia.
Suo malgrado, il cuore di Erjn Kublik non potè fare a meno di sobbalzare. Era proprio come ricordava. Un sentimento che era cresciuto con il tempo, sbocciato da una tenera emozione iniziale fino all'amore pieno, compiuto e maturo che aveva contraddistinto la loro relazione da sempre.
Michael, vestito in piena regalia da ufficiale, lentamente si mise su un ginocchio e mostrò un anello.
"Erjn, vuoi sposarmi?"
Prima che Kublik facesse in tempo a dire niente o reagire, la testa di Kiron esplose.
Nello stesso istante, Cooper barcollava, cercando disperatamente l'uscita. Il commbadge, come predetto, non funzionava dentro i cunicoli, eppure continuava ad azionarlo senza sosta, mentre navigava a tentoni dentro i claustrofobici meandri delle caverne di Caeneus. Le sembianze della base sotterranea erano svanite di nuovo, e al suo tatto le pareti di pietra erano fredde ed umide.
Il suo cervello continuava a dirgli che niente di quello che aveva visto era vero, eppure il suo istinto, il suo stomaco, la sua dannata gamba sembravano negarlo con assoluta voluttà .
Sto diventando pazzo, si disse, e proprio in quel momento si ritrovò nel tunnel principale che portava all'ingresso.
Sono l'ultimo, pensò. Gli altri erano già a mezza strada dall'entrata, la luce quasi insopportabile che lasciava intravedere la tempesta abbacinante di neve che li attendeva una volta fuori.
Qualcosa non andava però. Nessuno gli fece caso, neanche per prenderlo in giro. Erano tutti di spalle, l'uno vicino all'altro. Non c'è più rispetto per gli anziani e gli storpi, sogghignò tra sè, cercando di fermare il tremore che gli attanagliava il corpo.
Dovette avvicinarsi ancora un bel po' prima di notare il corpo inerte intorno al quale gli altri si erano inginocchiati.
Erjn Kublik, la sua tuta bianca chiazzata di sangue e pezzi di cervello e ossa, piangeva silenziosamente.
Wu, imperscrutabile dietro il suo visore, un braccio intorno al Consigliere, prendeva a pugni il muro dietro di sè con una mano ormai insanguinata.
Rumar, il viso quasi più bianco della sua tuta, sembrava una statua di dolore.
Davanti a loro, il viso distorto in una maschera di paura e terrore, giaceva il corpo senza vita di Mehon Vaitor.
USS Wayfarer, Plancia, alcuni minuti prima
"Erjn! Erjn! Uscite subito fuori!" gridava rauco Kiron nel vuoto. Si girò, guardando implorante Ichigawa.
"è inutile, Capitano", disse Asuna, il viso contorto dalla tensione. "I commbadge non funzioneranno finchè non usciranno dalla base... la sonda arriverà sulla loro posizione in quattro ore, non è possibile far prima... e allora potremo inviar loro dei messaggi tramite lo speaker... e il teletrasporto..." La voce le si spezzò.
Kiron la capì. Mentre tutto sembrava funzionare a modo, sensori vitali e tricorders inclusi, il lock del teletrasporto era svanito. Aveva già dovuto trattenere una Squiretaker fuori di sè, già pronta a teletrasportarsi con altri infermieri sul luogo.
"Julia! Julia, ascoltami! Se Vaitor è morto davvero, non c'è niente che tu possa fare, metteresti solo in pericolo te stessa e gli altri!" disse, quasi abbracciandola.
"Come fai a saperlo, dobbiamo andare a prenderli e riportare Mehon indietro, possiamo ancora salvarlo!"
"Non sappiamo se i sensori sono attendibili, Vaitor potrebbe essere in un ambiente isolato! Il teletrasporto funziona solo fuori da quel dannato inferno, almeno così speriamo, e non possiamo sprecare altre vite, inclusa la tua! Dobbiamo fidarci del piano!"
"Dannazione, Michael, lasciami almeno provare... sono i nostri colleghi, i nostri amici!"
"Credi che non lo sappia? C'è Erjn là sotto!"
Qualcosa nel tono di Kiron la bloccò.
Julia Squiretaker annuì, il viso duro e sincero come non mai. Si divincolò dalla stretta. "Ha ragione, Capitano. Chiedo scusa."
Michael, gli occhi rossi, fece un cenno di riconoscimento. "Sapevano... sanno tutti cosa stanno facendo, sul pianeta. Erjn è stata chiara. I quattro della missione originale, più lei."
"Ma Vaitor..." disse Ichigawa.
"Il Comandante sapeva... sa... quali erano i rischi. è un uomo coraggioso e in gamba. Crede nella missione come tutti noi."
"Speriamo che i sensori siano sfalsati", mormorò Asuna.
"Speriamo", rispose ancora più a bassa voce Michael. Poi si passò una mano sul viso. Si sentiva così vecchio.
"Capo, novità ?"
=/\= Niente =/\=, rispose la voce frustrata di Dorian Ristea. =/\= Il sistema funziona perfettamente, le diagnostiche sono perfette. Il problema è che la locazione sotterranea è diventata un bunker inpenetrabile e non stiamo trovando un modo per entrarci! =/\=
Subito dopo l'annuncio della Squiretaker, Kiron aveva ordinato l'immediato teletrasporto per tutto il team, e nel momento stesso in cui ricevettero risposta negativa, Ristea senza dire una parola si era fiondato in Sala Teletrasporto per aiutare il tenente Marini. Uomo di poche parole e stentate, si disse Kiron, ma di gran cuore e coraggio.
"Continui lo stesso", disse.
E proprio in quel momento, la voce di Erjn Kublik riecheggiò in Plancia come una musica.
"Away Team in posizione", disse. "Teletrasporto per quattro... più uno..."
USS Wayfarer, alloggio del Capitano, 13/02/2402, ore 20.37
Una tazza di tè fumante in mano, Erjn sedeva raggomitolata sulla poltrona di fronte alla scrivania che fungeva da secondo ufficio. Michael doveva avere qualcosa di lavorativo intorno per sentirsi a casa, pensò quasi inconsciamente.
Dopo un incontro pieno di emozione, i quattro superstiti erano stati condotti ai rispettivi
"Non sono una bambola di porcellana, Michael", disse, il suo aspetto provato che la contraddiceva. "Dovremmo essere già in sala debriefing in questo momento."
"Il Numero Uno se ne sta occupando", disse Kiron, seduto sul letto.
"Dovrei essere io la prima ad essere interrogata. Sono io la responsabile del piano... e delle sue conseguenze", rispose lei, scrollando la testa.
"Non ci provare, Erjn. Non ci provare nemmeno", disse fermo Kiron. "Tutti noi abbiamo appoggiato la tua ipotesi, incluso Kurutsev, e il tuo 'pianò è stato imbastito collettivamente ed approvato all'unanimità . Incluso Vaitor."
Kiron le prese il viso tra le mani e la guardò negli occhi. "Ho bisogno del mio Consigliere, adesso. Non c'è tempo per i sensi di colpa."
"Va bene", disse Erjn. "Vuoi farmi sentire meglio? Finiamo il debriefing e risolviamo questa storia una volta per tutte."
Sala Debriefing, nello stesso istante
La dottoressa Squiretaker, un occhio sul tricorder sul tavolo e un altro sul collega, prendeva note. è stupido, visto che la conversazione è registrata, si disse, ma la cosa la distraeva.
Il comandante Rumar attendeva le domande apparentemente tranquillo. Lo sguardo un po' perso, però, lo tradiva.
"Può descrivere cos'ha sentito, o visto, una volta isolato dagli altri?
Rumar si concentrò e chiuse gli occhi. Rabbrividì.
"Ho sentito un suono, come un respiro agonale, dietro di me. La sensazione che ho provato, anche se il Consigliere mi aveva detto che con ogni probabilità era indotta, era paura allo stato più puro."
"Cos'ha visto?"
Krell si morse le labbra.
"Il mio simbionte", disse. "Senza ospite. Ingrandito almeno dieci volte. E pronto ad inglobarmi e uccidermi."
USS Wayfarer, Sala Riunioni, 13/02/2402, ore 22.15
La sala era più silenziosa del solito. Senza le battute di spirito e le interazioni argute che di solito costellavano le riunioni degli ufficiali della Wayfarer, l'atmosfera intorno al tavolo era resa ancora più pesante dalla sedia vuota che tutti, di tanto in tanto, fissavano con tristezza.
"Non pretendo di dire a nessuno di voi come dovrebbe sentirsi", iniziò il Capitano Kiron. "Nè mi prenderò l'arroganza di pronunciare stupide, trite parole di circostanza per il nostro Ufficiale Tattico caduto."
Michael si sforzò di guardare ciascuno dei suoi uomini negli occhi. "Piangeremo Mehon Vaitor a nostro modo, con i nostri tempi, quando sarà il momento. Ma adesso", disse, puntando il dito sull'immagine di Caeneus I proiettata sul centro del tavolo, "dobbiamo solo pensare a come debellare la minaccia sul pianeta. E fare giustizia", disse a denti stretti.
Fece un cenno a Erjn Kublik e si sedette. "Consigliere, a lei la parola."
Erjn si alzò e, con una voce fredda e sicura che meravigliò lei stessa, iniziò la perorazione.
"La nostra ipotesi è risultata valida, anche se a un prezzo altissimo", disse. "Dentro alle caverne di Caeneus c'è... qualcosa... una forma di vita che si nutre di emozioni."
"Spero che le venga un'indigestione", mormorò Cooper.
"Come già detto, sembra che questa... creatura... abbia una predilezione per emozioni forti e negative. Paura, terrore, disperazione. E genera tali emozioni nelle sue sorgenti - o vittime - materializzando i loro peggiori incubi."
"Ancora non riesco a capire il perchè della visione di un Capitano fuori dal tempo, e del suo sacrificio", disse Ristea.
"Gli incubi si adattano in base al loro pubblico", disse Kublik. "La creatura trova i fattori emozionali comuni delle sue vittime e crea una visione che coinvolga tutti nella stessa maniera."
Erjn indicò i suoi compagni di sventura. "Sheeval, Krell, Gregory... e Mehon", disse cercando di controllarsi. "Cos'hanno in comune tra di loro?" Gli occhi le si riempirono di lacrime. "Ognuno nella propria maniera, un attaccamento alla Flotta Stellare, alla Wayfarer... e la dedizione al loro Capitano."
A questo punto, anche Kiron doveva farsi forza. Meno male che non devo parlare io, si disse.
"Il loro incubo collettivo è una situazione senza speranza per la loro nave e i loro colleghi, i loro sforzi per niente, e il sacrificio vano di una persona che ammirano. Mentre gli incubi individuali sono cuciti addosso alla vittima prescelta", continuò, ricordando con un brivido i Kiron di Caeneus e la scomparsa immediata dei resti sanguinolenti una volta uscita alla luce per chiamare la Wayfarer, "quelli collettivi sono più complessi ed elaborati. Per questo abbiamo dovuto rifare l'esperimento con le stesse persone..." Ed ora lo rimpiangeva così tanto. Non potè andare oltre.
"Ma le tracce tachioniche, i detriti della Wayfarer del futuro?", insistette comunque Ristea.
"Capo, ricorda quando parlavamo di hackeraggio? Una creatura che è in grado di imitare due ammiragli per mandarci in una missione in cui siamo primo, secondo e contorno nel menu non ha nessun problema nel mostrarci sullo schermo immagini che vogliamo vedere, manovrare gli stabilizzatori per simulare una shockwave e manipolare i sensori esterni per carpire tachioni che non ci sono. Nè ci sono mai stati."
"Io però i macchinari della base sotterranea li ho toccati... sembravano così... veri...", disse quasi tra sè Sheeval Wu.
"Sembravano", disse Kublik, comprensiva. "Questa creatura può giocare con i nostri cervelli e la nostra tecnologia a piacere. Instillare sensazioni tattili e visive dovrebbe essere un gioco da ragazzi per una forma di vita così evoluta."
Cooper annuì. "Il vero colpo di genio è stato consultare gli archivi. I miei complimenti, Consigliere."
"Grazie, Comandante", disse Erjn. "è stata una fortuna ricordare che una situazione del genere, e forme di vita di questo tipo, sono già state incontrate in passato. Nientemeno che dalla NCC Enterprise-D."
USS Wayfarer, Plancia, 14/02/2402, ore 09.04
"Kurutsev e Rexen - quelli veri - hanno approvato il suo piano d'azione, Capitano", disse Rumar.
Seduto in poltrona, Michael Kiron fissava il pianeta bianco di fronte a lui. "Grazie, Numero Uno."
Lo stesso faceva Erjn Kublik, seduta al suo fianco. "Capitano?"
"Procediamo", disse a mezza bocca. "La creatura ha fame? Diamole il piatto forte."