USS Wayfarer, Plancia
14/02/2402 9:25 - D.S. 79121.62
"Le comunicazioni sono online. Possiamo sentire tutto ciò che avviene attorno al Capitano", disse il Tenente Ichigawa annuendo soddisfatta verso Cooper, la cui idea aveva funzionato.
"Abbiamo anche il segnale video?", chiese Rumar.
Asuna digitò alcuni comandi sulla consolle e apparvero diversi riquadri a schermo, ognuno relativo ad una diversa microcamera che era stata teletrasportata in diversi punti delle gallerie e della sala.
Purtroppo la qualità del segnale non era ottimale e non c'era illuminazione, se non quella della torcia di Kiron, che camminava spostandosi da un riquadro all'altro fermandosi di tanto intanto per trovare la giusta via.
"Molto bene, Tenente. Attivi la comunicazione in uscita.", ordinò il Comandante.
"Eseguito", annunciò lei in tutta risposta.
"Capitano, se ci sente lampeggi con la torcia.", chiese quindi il Numero Uno.
Nel secondo riquadro della terza fila di immagini, la luce si spense per un attimo e si riaccese.
"Terremo la comunicazione in uscita chiusa e l'attiveremo solo se necessario. Le ricordiamo che solamente lei può sentirci tramite gli auricolari subcutanei che abbiamo installato. Noi la sentiamo e monitoriamo grazie alle microcamere ed i sensori che abbiamo teletrasportato nelle gallerie. In caso di emergenza interverremo. In bocca al lupo, Capitano!", disse.
Kiron, senza fermarsi, continuava ad avanzare verso la sala.
Caeneus I, Cunicoli
14/02/2402 9:30 - D.S. 79121.63
Kiron continuò ad addentrarsi nelle caverne, prestando attenzione alle tracce lasciate dai colleghi durante la precedente esplorazione sul terreno e sulle pareti.
Il Comandante Wu aveva infatti marcato con del gesso alcune pareti indicando la strada fino all'area centrale in cui avevano incontrato il Kiron del futuro.
Grazie ai soppressori era lucido e razionale. Non avvertiva alcuna tensione o ansia, nonostante stesse procedendo con la dovuta prudenza adatta alla circostanza.
Nulla richiese la sua attenzione e nulla sembrò scuoterlo, fino all'arrivo nella stanza.
Giunto lì si trovò davanti una donna con la divisa della Flotta Stellare, marinaio della sezione sicurezza.
Lui rimase un attimo stupito, poi ebbe come una rivelazione e annuì in silenzio, avvicinandosi lentamente, ma mantenendo sempre una distanza di sicurezza.
"Buongiorno Capitano Kiron, non si sarebbe mai immaginato di rivedermi qui, non è vero?", disse la donna sorridendo.
"Non potevo aspettarmi nient'altro invece.", rispose lui annuendo di nuovo con espressione triste.
USS Wayfarer, Plancia
14/02/2402 10:13 - D.S. 79121.72
"Chi diamine è quella? Perchè a noi è toccato un vecchio capitano Kiron del futuro e a lui una bella ragazza giovane coi capelli rossi?! Cosa sono questi favoritismi?", si lasciò sfuggire Cooper sbuffando.
"Moderi i toni, Comandante.", lo ammonì Rumar.
Erjn si irrigidì, ma non rimase in silenzio. Il segreto professionale le impediva di rivelare quanto le aveva confidato Kiron, ma comunque poteva dire quanto già noto a tutti: "Sappiamo che la creatura genera immagini attingendo dai nostri ricordi. Sarà una conoscenza del Capitano."
Erjn era sorpresa di quanto ci avesse visto lungo. Conoscendo i trascorsi di Kiron, sospettava già chi sarebbe comparso una volta che la creatura si fosse manifestata.
"Tutto bene, consigliere?", chiese Rumar notando l'espressione preoccupata e pensosa sul volto di lei.
Non fece in tempo a rispondere che intervenne la dottoressa Squiretaker: "I sensori di monitoraggio vitale rilevano una fluttuazione nei segnali psionici del Capitano. Per ora i soppressori stanno reggendo e le fluttuazioni sono minime, ma tengo monitorata la situazione."
Caeneus I, Sala, contemporaneamente
Il Capitano osservava la donna con attenzione. Pronto a intervenire con il phaser se si fosse presentato un pericolo, ma la donna restava in piedi di fronte a lui con sorriso sardonico.
Kiron avvertì un senso leggero di agitazione per cui decise di provare a intervenire tentando un approccio diplomatico, forte della lucidità garantita dai soppressori in circolo.
"Sappiamo chi sei veramente. Non vogliamo farti del male. Vogliamo aiutarti. Vogliamo proporti una soluzione pacifica che ti permetta di sopravvivere senza danneggiare altri esseri viventi. Devi capire che stai generando sofferenza al solo scopo di nutrirti e questo non è ammissibile. Se tu ce ne darai la possibilità , troveremo una soluzione adatta alle esigenze di entrambi. Potresti nutrirti senza fare del male. Ti proteggeremo noi."
La donna lo lasciò pazientemente finire per poi lasciarsi andare in uno sbuffo infastidito.
"Anche l'ultima volta ha detto che mi avrebbe protetta. E invece..."
Kiron esitò per un attimo.
"È stato solo un incidente. Una fatalità . Questa volta sarà diverso.", rispose.
"Chi mi assicura che sarà diverso questa volta? L'altra volta sosteneva che l'ispezione di Utopia Planitia sarebbe stato un lavoro di routine. Che sarebbe stato in buona parte noiosa burocrazia. Che non sarebbe successo nulla di rilevante. Che potevo evitare di stare ansia anche se si trattava del mio primo incarico.", disse la donna in un crescendo di aggressività nei toni.
"E invece è stato anche il mio ultimo incarico!"
Ci fu una pausa di silenzio, in cui i battiti di Kiron aumentarono di intensità gradualmente. Intuì che qualcosa non andava con i soppressori. Probabilmente lo stimolo generato da quanto stava accadendo era troppo forte per poter essere tenuto sotto controllo. Non lo stupiva che Vaitor ne fosse rimasto vittima.
"Agiva senza prestare la dovuta attenzione o non si è accorto del pericolo. O entrambe le cose. Non fa alcuna differenza. Tanto che mi chiese di replicare un caffè mentre controllava dei documenti e delle strumentazioni. Glielo portai, ma dopo averne bevuto un solo sorso, appoggiò la tazza sbuffando sul tavolo dicendo che era troppo bollente e poi fece cadere urtando la in maniera distratta mentre continuava a leggere. Senza nemmeno guardami me ne chiese un'altra. Se lo ricorda?", continuò lei.
E poi aggiunse: "Un errore da niente in apparenza. Si è solo sbeccata la tazza per un attimo di disattenzione. Sarebbe stato bello se fosse finita lì, ma non è stato solo questo.", fece una pausa breve mentre Kiron iniziò a sudare freddo ricordando le conseguenze che quello che potrebbe essere un banale errore di distrazione ebbe dopo pochi minuti.
"Uscii quindi dalla saletta per raggiungere il replicatore e mi trovai proprio nel corridoio in cui avvenne l'esplosione nel momento in cui è detonata."
Kiron sentì il sangue alla testa mentre il cuore batteva sempre più forte. "È stata una fatalità ", ribattè cercando di rimanere lucido.
"Fatalità ? Forse. Ma se lei fosse stato più attento, io sarei rimasta nella sua stessa sala e probabilmente avrei avuto almeno una possibilità di salvarmi. Lei, nonostante tutto, si è salvato. Lei mi ha uccisa. Lei è un assassino."
USS Wayfarer, Plancia
14/02/2402 10:52 - D.S. 79121.79
"I soppressori non hanno tenuto. Il Capitano sta provando delle emozioni molto forti. Non a livello di Vaitor perchè comunque il loro effetto non è del tutto assente, ma comunque se non trova il modo di controllarsi può essere rischioso lasciarlo in balia della creatura.", disse Julia.
"Quanto potrebbe resistere considerando l'andamento attuale?", chiese Rumar.
"Non più di 15 minuti, a meno che riesca a stabilizzarsi.", rispose lei.
"Fatemi parlare con lui e basteranno.", ordinò Erjn. "O almeno lo spero..", aggiunse poi sottovoce.
"Permesso accordato. Ichigawa, esegua gli ordini del Consigliere", intimò il Comandante.
"Siamo online, ci sente dagli auricolari", rispose la Tenente dopo aver armeggiato alla consolle.
"Michael, sono Erjn. Ricorda quello che ci siamo detti durante i nostri incontri. È fondamentale trovare il tuo equilibrio. Ci sono emozioni che non puoi controllare. Sono troppo intense e radicate in noi stessi."
Riprese fiato per poi continuare: "Non puoi sopprimere il trauma, lo devi affrontare. Accettare quello che è accaduto e fare quanto in tuo potere per evitare che si verifichi di nuovo.", fece una pausa.
"Può farcela Capitano. Ne siamo tutti certi!", aggiunse.
Tutti gli sguardi in plancia erano rivolti al Consigliere.
Caeneus I, Sala, contemporaneamente
Il discorso del marinaio di fronte a lui fu per Kiron un crescendo di ansia causato dal senso di colpa.
Sentiva una fitta al petto e aveva difficoltà a respirare. Stava per avere un attacco di panico quando la voce di Erjn si palesò alle sue orecchie.
Aveva perfettamente ragione, ma era difficile mettere in pratica il suo consiglio.
"E so di non essere l'unica vittima del suo operato", aggiunse la donna di fronte a lui.
"Esatto. Ci sono anche io", disse comparendo un Guardiamarina con cui aveva lavorato sulla USS Diefiant.
"E io", disse comparendo un marinaio della sezione ingegneria della Wayfarer.
Uno dopo l'altro comparirono tutte le persone della cui morte Kiron si riteneva direttamente o indirettamente responsabile.
Per ultimo comparve Vaitor: "È non vorrà dimenticarsi della sua ultima vittima, Capitano!"
Kiron chiuse gli occhi e restò in silenzio. Fece un lungo e profondo respiro e cercò di portarsi in uno stato di consapevolezza in cui fosse possibile agire lucidamente, come gli aveva insegnato Erjn durante le sessioni di meditazione.
Non aveva mai creduto molto nell'efficacia di queste tecniche, ma dovette ammettere che almeno un po' sembravano dargli beneficio.
Tutti i presenti iniziarono ad additarlo gridandogli di essere un assassino, un superficiale o un impostore.
Kiron rimase in silenzio e non disse nulla. Li guardò negli occhi, uno ad uno mentre cercava di regolarizzare il respiro.
Fino a che non smisero di indicarlo e accusarlo e rimasero a fissarlo.
"Ho commesso degli errori. Più di uno, sicuramente. A causa mia hanno perso la vita diversi uomini. Uomini che io ho rispettato e stimato dal primo all'ultimo e in cui ho sempre riposto la massima fiducia. Molti di loro per me sono stati non solo persone su cui poter contare professionalmente, ma anche carissimi amici. E sono tremendamente rammaricato per questo. Mi sento terribilmente in colpa. Continuo a pensare a cosa avrei potuto fare di diverso per evitarlo. Se avessi potuto prendere io il loro posto."
Spostò nuovamente lo sguardo da uno all'altro lentamente, soffermandosi sulla versione di Vaitor che aveva di fronte.
"Ma pensare e ripensare al passato è inutile" proseguì. "A meno che non lo facciamo allo scopo di comprendere i nostri errori per evitare che quanto successo si verifichi nuovamente. Ed è per questo motivo che sono qui", disse fissando un punto non meglio precisato sopra alla folla, rivolgendosi non alle persone estratte dai suoi ricordi, ma alla creatura.
"Un collega, e caro amico, ha perso la vita su questo pianeta, in cui siamo stati attirati con l'inganno e il mio scopo è evitare che questo si ripeta nuovamente e possano esserci altre vittime" concluse, infine.
Le persone presenti scomparvero una alla volta finchè rimase solo la prima donna che era comparsa inizialmente.
"Cosa sta accadendo?", chiese con uno sguardo stupito. "Avverto un'emozione diversa. Molto più intensa di quelle che ho avvertito finora, ma totalmente diversa.."
"Questa è speranza. La paura e il dolore sono solo una parte di ciò che siamo. Ma non ci definiscono del tutto. Ci sono una vasta gamma di emozioni altrettanto forti che però non ci danneggiano. Come la determinazione, l'entusiasmo o la speranza."
"Ma io non sono in grado di indurle.", rispose la donna.
"Ogni essere umano prova emozioni naturalmente in maniera spontanea, senza che queste debbano necessariamente essere indotte forzatamente. Può interessarti approfondire la questione e valutare alcune nostre proposte?"