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USS WAYFARER - MISSIONE 12 RSS USS WAYFARER - Missione 12

12.05 "The one that got away"

di Dorian Zsolt Ristea, Pubblicato il 05-12-2014

USS Wayfarer, Sala Macchine
Nello stesso istante


"Codice Blu", disse Ristea, gli occhi fissi sulla console di comando.
"Ricevuto", rispose Carlos Moreno, attivando rapidamente una serie di sensori su uno dei numerosi pannelli circondanti l'enorme sistema di contenimento e processamento del dilitio. Con un cenno del pollice, diede l'ok al boliano Yoxx, che a sua volta inserì i comandi per la riduzione dell'output dei sistemi energetici della Wayfarer.
Sandra, Lucas e un altro guardiamarina, meccanicamente, si posizionarono di fronte ad altri pannelli e iniziarono procedure che avevano chiaramente studiato e ripetuto, simulate o meno, decine e decine di volte.

Visto da fuori, il team della Sala Macchine sembrava intento in una strana, complicata danza, in cui ciascuno aveva un ruolo e dei tempi, la cui logica era incomprensibile da chiunque all'esterno.

La voce sicura e professionale di Tania Berger, dalla sua console gemella, ruppe il familiare ronzio costante degli induttori al dilitio.

"Emissioni ridotte di 10... 15... 20% e in discesa."
"Ricevuto", disse Ristea.

Attivò il commbadge.

"Qui Sala Macchine. Codice Blu in corso. 40 secondi alla riduzione dell'impronta energetica dell'80%."
=^= Qui Kiron. Ricevuto, Capo. E' possibile scendere al 95%? Dobbiamo essere quanto più discreti possibile. =^=
"Faremo il possibile, Capitano."
=^= Grazie, Capo. Mi tenga aggiornato. =^=

Moreno sbuffò. "95%? Magari in un bel pacchetto con un fiocco giallo?"

Ristea sorvolò sull'impertinenza. La rivelazione dell'analisi aliena della sonda della Wayfarer aveva fatto passare un brivido freddo sulla schiena di tutti, e un velato senso di inquietudine aleggiava nella sala.
E poi la gestione disciplinare degli addetti spettava alla Berger, dopotutto.
Così avevano deciso molti anni prima, quando la diffidenza e la dignità ferita da una parte e la costante sensazione di inadeguatezza e disorientamento dall'altra stavano lentamente lasciando il campo ad una inaspettata amicizia, basata sulla reciproca ammirazione professionale.

Dorian gestiva le procedure e ogni decisione in Sala Macchine, Tania tutto il resto.

"Il problema sono i sistemi di sussistenza", disse Berger. "A meno di non spegnere metà infermeria, 85% è il massimo a cui possiamo aspirare. Ha qualche idea, Capo?"
"Ci sto lavorando", mormorò Ristea.
"Quanta gente c'è in infermeria adesso?" disse Carlos.
Tania roteò gli occhi. "Era un'esagerazione, guardiamarina. Non possiamo togliere energia all'infermeria."

E poi chissà come la prenderebbe la nuova dottoressa, pensò.

Tania ricordò il primo incontro con la Squiretaker. Era appena tornata a bordo dopo la licenza, dopo aver commesso un errore madornale.

[FLASHBACK'>
USS Wayfarer, corridoio 4, ponte 26
Due settimane prima


Berger camminava veloce, gli occhi bassi, una valigia al guinzaglio e uno zaino sulla schiena.

Un piede dopo l'altro, una gamba dopo l'altra, uno due uno due, stupida stupida stupida.

La sensazione familiare della Wayfarer. Quella era la sua casa.

Uno due uno due. Stupida stupida stupida.

La Terra non aveva più niente per lei. Cosa si aspettava? Che dopo anni e anni tutto rimanesse lo stesso?

Uno due uno due.

Un corridoio dopo l'altro. Gira a destra. Testa bassa.

Mike si era sposato. Uno due uno due. Sposato sposato sposato. Stupida stupida stupida.
Stupida, stupida, stupida, si disse ancora una volta.

Che razza di idea le era venuta in mente? Massì, questa licenza passiamola sulla Terra, a casa. Magari chiamiamo Adriana.
Quella che, per un periodo della sua vita, aveva pensato potesse diventare sua figlia, o quanto meno la cosa più simile che avesse mai avuto.

Massì, andiamo pure a trovarla in Accademia. Facciamole una sorpresa.
E trovarci, inaspettatamente, "the one that got away". L'amore che fu, e che avrebbe potuto continuare ad essere.

Uno due uno due.


Un milione di emozioni sul suo viso, e sul tuo.

Cosa si dice in questi casi? Pour-parler. Un po' di tutto per dire niente. Come stai, cosa fai, tutto bene?
Entra una donna. Ah, questa è mia moglie.
Uno due uno due. Stupida stupida stupida.
Almeno la dignità l'ho mantenuta, pensò. Niente scenate. Un sorriso venuto da chissà dove, saluti, ci si rivede (mai più, è ovvio), baci sul viso preoccupato di sua figlia, devo andare, ci hanno richiamato per una missione urgente, licenza revocata.

Uno due uno due.

Uno due uno due.

Uno.


Senza fiato, Berger si fermò in un angolo invisibile di uno dei corridoi.
E senza che nessuno la vedesse, dopo giorni e giorni in cui aveva tenuto tutto dentro, lasciò che le emozioni per una volta raggiungessero la superficie.

Dopo un secondo, o forse un'ora, una voce gentile la spaventò. "Si sente bene?"

Berger si rizzò in piedi, asciugando le lacrime.

"Tutto bene", disse. "Sto bene. Arrivederci", disse a nessuno in particolare.

Fece per riprendere valigia e zaino e andare finalmente nel suo alloggio, rossa in viso e adirata con se stessa per aver dato spettacolo di debolezza, ma una mano sulla sua la fermò.

"Sono la dottoressa Squiretaker", disse la voce, che apparteneva ad una donna dai lineamenti regolari e dall'inconfondibile uniforme blu.

Ottimo, pensò Tania. Bella prima impressione che diamo al nuovo Ufficiale Medico. Probabilmente mi darà qualche cura per sindrome pre-mestruale.

"Tenente Berger, Sala Macchine."
"Felice di conoscerla, tenente", disse la Squiretaker sorridendo.
"Stavo per chiederle..."

Il viso di Tania si fece ancor più rosso. "Sto bene, davvero. La ringrazio."

Squiretaker sollevò un sopracciglio. "Veramente mi riferivo al mio alloggio. Sono nuova sulla nave, e credo di essermi persa... Non saprebbe indicarmi la direzione per gli alloggi ufficiali? Anzi", disse accennando alla valigia della Berger, "non mi accompagnerebbe?"

Tania aprì la bocca un paio di volte, e poi capì. La dottoressa stava facendo esattamente quello che avrebbe fatto lei. Restituirle un po' di dignità.

"Certamente", sorrise. "Sarà un piacere."

USS Wayfarer, Sala Macchine
20/08/2394, ore 9.05 - D.S. 71633.92


"Forse ho una soluzione."

La voce del Capo Ristea spezzò il flusso di pensieri di Tania.

"Non è molto ortodossa, e richiederà il permesso del capitano, ma dovrebbe permetterci di ridurre l'impronta energetica della nave del 93%", disse Dorian.
"Spegniamo il Bar di Prora?", disse Moreno dalla sua postazione.
"Silenzio, guardiamarina", disse Tania. "Cosa propone, Capo?"

Ristea invitò i due alla console e indicò un grafico.

"Spegnere il generatore dei sistemi di areazione e quello per i servizi di sussistenza."
"Vuole farci morire asfissiati?"
Ristea sorrise. "No. Riallineerò temporaneamente una parte dell'energia del generatore che produce i campi di replicazione per l'aerazione e i servizi fondamentali - infermeria e accessori."

"Ok. Bella idea. Il laboratorio?"
"Dovremo staccarlo."
"Se se la vede lei col comandante Cooper, per me va bene."

USS Wayfarer, Plancia
Nello stesso istante


Una quiete nervosa pervadeva la Plancia.
Kiron, gli occhi fissi sullo schermo e Vaitor sulla sua consolle, attendevano insieme agli altri ufficiali di Plancia che l'esca facesse il suo lavoro e un pesce, possibilmente ben intenzionato, abboccasse.

=^= Ristea a Kiron. Mi sente, Capitano? =^=

Kiron attivò il commbadge, sempre concentrato sullo schermo "Qui Kiron. Mi dica, Capo."

=^= Siamo all'80% di riduzione. Possiamo scendere al 93% se mi permette di ridirezionare le fonti di energia per la sussistenza. =^=
"Farà esplodere la nave?"
=^= Er... no, signore. =^=
"Conseguenze immediate?"
=^= Un blackout di 3 secondi su tutti i corridoi. =^=
"Approvato. Ottimo lavoro, Capo."
=^= Grazie, Capitano. In bocca al lupo! =^=
Crepi, pensò Kiron. Ed ora... aspettiamo.

Come in risposta ad una tacita preghiera, l'attesa non durò molto.

Vaitor si riscosse dall'apparente apatia. "Capitano! Rilevo un oggetto in avvicinamento!"
"Zoom sullo schermo", disse Kiron.

Krell Rumar si alzò dalla sua poltrona.
"E quello che accidente è?"