HAY 2556, Città di Tarsis
31/05/2398, Ore 22.45 - D.S. 75413.56
Il tempo che avevano passato sugli spalti in pietra dell'arena era stata entusiasmante, nonostante i borbottii di Cooper. Asuna si era goduta ogni combattimento fra guerrieri, ogni esibizione di tiro con l'arco e ogni capriola degli acrobati che erano state messe in scena.
Le uniche tracce di magia erano stati due uomini agghindati come dei clown che avevano sputato fuoco e fatto apparire dei conigli da delle scatole prima vuote. Niente che un qualsiasi saltimbanco di strada non avrebbe potuto fare.
Si sentiva un po' defraudata dei suoi sogni di ragazzina.
"Noia, noia, noia..." borbottò di nuovo Cooper seduto fra lei e il medico di bordo.
"In effetti non è che sia tutto questo spettacolo." Commentò Ristea rivolto al Capitano Kiron.
"Per noi no, ma questa gente passa la sua vita nei campi o nelle miniere. Una serata così è una festa per loro." Rispose l'Ufficiale Superiore che in fin dei conti si stava godendo l'atmosfera e il gusto di scoperta che solo un nuovo mondo poteva dare.
"Guardate là!" esclamò il Capo della Sicurezza indicando i nuovi entrati.
Dall'ingresso principale dell'arena fece la sua entrata trionfale un piccolo gruppo. Tre uomini e una donna vestiti con abiti di cuoio e lunghi capelli raccolti in trecce. Al centro dei quattro camminava con passo fiero, ammanettato da spessi bracciali di metallo uniti fra loro da una corta catena, un essere umanoide dall'aspetto selvaggio con pelle marrone e due grosse zanne che spuntavano dalla mascella.
Attorno agli ufficiali della Wayfarer si sollevò un brusio eccitato. Gli indigeni sembravano chiamare quell'essere un Kork. Una razza di esseri bestiali che da anni vivevano nelle terre selvagge e razziavano impunemente gli insediamenti umani.
"È un orco! E quelli sono elfi!" esclamò Asuna sollevandosi in piedi elettrizzata "Non ci posso credere!"
"E ci puoi non credere in effetti mia piccola scimmietta!" ribatté Cooper afferrandole una spalla e rimettendola a sedere. "Guardi qua dottoressa." Disse passando il tricorder alla Squiretaker.
La giovane guardò i dati che l'ufficiale scientifico aveva abilmente ricavato dagli esseri e sgranò gli occhi "Ma quelli sono vulcaniani! E quel 'coso' è un klingon!"
Gli uomini della Wayfarer si voltarono all'unisono verso l'ufficiale scientifico sgranando gli occhi "Com'è possibile Comandante?" chiese Kiron anche se iniziava ad avere qualche idea in proposito.
"E' molto semplice, vi ricordate quando ho parlato di piante nate nel vostro giardino ma che voi non ricordate di aver mai piantato?" gli altri fecero un cenno di assenso e lui continuò "Bene, su Genesis erano presenti tre razze ben precise..."
"Umani, klingon e vulcaniani... residui biologici di quelle tre razze sono state scagliate su Hay 2556 dalle esplosioni su Genesis e hanno attecchito." Terminò per lui Kiron rubandogli la ribalta "Pensa che sia possibile?"
"Beh o quello o casualmente su questo pianeta sono nate tre razze quasi identiche alle nostre." rispose lui con una scrollata di spalle.
"Quasi?" chiese Ristea.
"In cento anni le energie sprigionate dal Progetto Genesis si sono date da fare. Gli umani sono pressoché simili, le nostre strutture genetiche sono più semplici... quei vulcaniani hanno invece orecchie più lunghe rispetto ai nostri alleati e quel klingon sembra essere più bestiale rispetto a quelli a cui siamo abituati. Tutto questo è sicuramente un cambiamento fisico dovuto anche a particolari condizioni ambientali. Dall'aspetto che ha il prigioniero, il Kork sembra una creatura che vive in stato semi selvaggio, visti gli abiti di pelli non conciata probabilmente sono dei primitivi che nemmeno hanno scoperto il fuoco. Scommetto che quei denti sono molto utili per strappare la carne cruda."
Ichigawua fece una faccia disgustata, ma l'aspetto di quell'essere era troppo affascinante per distogliere lo sguardo.
"In soli cento anni sono arrivati a questo risultato? Sembra che abbiano saltato intere ere storiche." si intromise Sheeval
"Servirebbero delle analisi approfondite, ma è probabile che ci sia stato un picco iniziale di evoluzione. Le energie hanno fatto fare a questi esseri enormi balzi avanti iniziali per poi affievolirsi. Essere presenti fin dal principio ci avrebbe mostrato l'evoluzione di milioni di anni in pochi giorni. Sarebbe stato affascinante!" rispose Cooper con gli occhi che gli brillavano.
Nello stesso momento il klingon emise un urlo bestiale mostrando muscoli e zanne. Il Comandante Wu strinse gli occhi come se desiderasse ardentemente scontrarsi con quell'essere disumano.
"Uno dei misteri è quindi risolto." commentò Kiron "Adesso è arrivato il momento clou dell'esibizione."
Gli altri si voltarono verso l'arena. Le porte principali si erano di nuovo aperte e l'attenzione di tutti era stata calamitata dall'entrata in pompa magna del Re Stregone della città di Tarsis.
Guardie armate in splendide e lucide armature, uomini in ricche vesti ornate con simboli astrali tessuti in oro e argento, tutto questo sbiadiva di fronte all'elaborato baldacchino sorretto da energumeni in perizoma su cui era seduto il re.
Elminster era un uomo con una barba folta e ben curata con una folta striatura argentata sul mento. Aveva vesti ricche e appariscenti con una moltitudine di simboli ricamati in oro. Sulla sua mano destra era adagiata una sfera di vetro e nella mano sinistra teneva un bastone contorto, ma pieno di decorazioni.
"Cittadini di Tarsis!" la voce del Maestro di Cerimonie che lo seguiva sembrava innaturalmente amplificata "Ecco a voi il Sommo Re Stregone! Sua Maestà Elminster Aumar!"
Cinque maghi incappucciati alzarono le mani all'unisono e cinque sfere fiammeggianti si alzarono in volo per poi esplodere come fuochi d'artificio. La folla si alzò plaudente inneggiando il loro re.
"Semplici fuochi pirotecnici." borbottò Cooper, sebbene colpisse il tricorder come se le letture non fossero quelle che lui si aspettava.
"Lanciati a mano?" chiese dubbitoso Ristea.
"Ne verrò a capo!" grugnì di nuovo lo scienziato
"Silenzio sta per iniziare..." li zittì Kiron.
"Cittadini di Tarsis, già da tempo i regni confinanti spingono sui nostri confini. La nostra bella e prospera terra è invidiata da tutti! Io sono nato nei vicoli più sporchi di Tarsis e ho sopportato come tanti di voi il giogo delle forze d'invasione che nel corso degli anni si sono suddivise il potere nella regione. Fu Vandrel il Grande a liberarci dagli invasori ed io a quel tempo ero ancora un ladruncolo che si aggirava come ratto nelle fogne... non sono forse il più degno a sedermi sul trono d'oro di Tarsis, ma dopo aver avuto i doni della magia dagli Dei, ho fatto il possibile per tenere al sicuro tutti voi dagli stati confinanti e dai draghi che hanno sempre infestato le nostre montagne e per questo li ringrazio!"
Un'ovazione si alzò dai popolani, il fatto che il re fosse stato di un ceto sociale così basso li rendeva orgogliosi.
"Oggi, come ogni anno, siamo qui riuniti per compiere il Rito della Divinazione. Gli Dei ci guideranno nei passi da compiere cosicché anche questo anno sia prospero come i precedenti."
Il silenzio calò nell'arena, i maghi si disposero attorno al Re e sui loro bastoni si accesero delle fiammelle azzurre, un denso fumo oleoso sembrò fuoriuscire dal baldacchino rimanendo sospeso a cinque metri dal suolo. Quelli che sembravano dei fulmini di energia statica iniziarono a danzare nella nube e all'improvviso una serie di veloci immagini sembrò sfrecciare confusa. Scene di battaglia, draghi e violenza. Le immagini erano rapide tanto da non dare il tempo di pensare. Ogni tanto qualche scena bucolica con i contadini intenti ad arare la terra, ma la maggior parte delle immagini sembravano colme di violenza. Infine, la luce di un'alba spendente illuminò le nubi tingendole d'oro per poi inondare l'intera arena di luce.
Il silenzio che seguì il termine della divinazione fu assordante.
"Cittadini di Tarsis!" la voce di Elminster sembrava provata dalla fatica, la gente rimase in attesa "Come avete potuto vedere, ci aspetta un periodo difficile. La divinazione parla chiaro: ci sarà guerra e sofferenza, ma avete visto che la nostra terra prosperare e l'arrivo di un'alba piena di luce e bellezza. Non so se saremo noi a vivere quest'alba o se lo saranno i nostri figli, l'unica cosa che so è che le legioni al mio comando faranno di tutto perché il mio popolo veda quell'alba!"
L'ovazione fu assordante, tutti si alzarono in piedi osannando il Re e continuarono finché questi non fu portato fuori dall'arena.
"Mi dica che non era magia..." borbottò Ristea rivolto all'ufficiale scientifico.
"Non era magia." Confermò lui di rimando continuando a fissare il tricorder.
"E cos'era?" chiese Julia interessata.
"Non ne ho la più pallida idea..." ribatté lui stizzito.
"E allora come fa a dire che non è...." chiese Asuna, ma fu incenerita da uno sguardo di fuoco di Cooper.
"Abbiamo un problema ben più grande." Avvertì il capo della sicurezza e mosse il capo in direzione della scalinata. Un uomo vestito da servitore e due guardie sembravano dirette nella loro direzione.
"Cerchiamo di sgattaiolare via di qui..." il piano di Kiron non era però attuabile, altre cinque guardie erano appostate nella direzione opposta. "Come non detto."
Il servitore si era intanto avvicinato e dopo aver fatto un profondo inchino all'indirizzo di colui che sembrava il più facoltoso del gruppo si presentò: "Sono Alvaran, terzo maggiordomo del Re. Sua Maestà avrebbe il desiderio di conoscere la vostra storia. Sarebbe lieto di bere qualcosa con lei... se vuole seguirmi..."
"Non sono degno di parlare a Sua Maestà..." rispose Kiron, ma vedendo le guardie mettere mano alla spada aggiunse: "Ma se questo è il suo volere mi sentirò benedetto da tale onore. Sorella vieni con me a conoscere il Re." aggiunse Kiron allungando la mano verso Sheeval che sembrò annaspare come se non vedesse la mano dell'uomo.
"Gregory riporta le mie guardie alla locanda e aspettateci lì..." continuò il Capitano dopo aver guardato prima l'ufficiale scientifico e poi l'ingegnere capo un po' combattuto. Ristea parve emettere un sospiro di sollievo.
"Si padrone..." rispose immediatamente Cooper sorprendendo tutti gli ufficiali della Wayfarer.
Le guardie non sembravano essere interessate alla scorta del presunto mercante e quindi l'away team poté uscire tranquillamente dall'arena, non senza che gli uomini della Wu lanciassero qualche occhiata verso il loro superiore.
"Vogliamo andare?" chiese Kiron riportando l'attenzione di tutti su di lui.
Il gruppo si avviò verso il castello e il Capitano della Wayfarer cercò di carpire più informazioni possibili dal servitore del Re. "Mi scusi ma siamo nuovi di queste parti, ci sono particolari protocolli a cui dovremo attenerci?" chiese incuriosito e allo stesso cercando di mascherare gli errori che avrebbero potuto compiere.
"Niente di particolare. Incontrerete il Re in modo formale quindi..." da lì partirono una serie di regole di etichetta incredibilmente complicate, ma niente che un navigato capitano della Flotta Stellare non potesse affrontare. Aveva conosciuto razze con usanze ben più strane.
HAY 2556, Città di Tarsis
31/05/2398, Ore 23.20 - D.S. 75413.62
Kiron e Wu poggiarono il ginocchio a terra. Il loro presunto ceto sociale non era abbastanza alto da permettere loro un semplice inchino. Il Capitano della Wayfarer aveva lanciato alcune occhiate in direzione del re e la sua esperienza lo avevano già portato a capire il carattere dell'uomo.
Elminster aveva un viso affaticato e preoccupato senza gli orpelli e il trucco che lo facevano apparire perfetto alla folla dei sudditi. Molte finzioni dietro l'evento dell'arena nascondevano reali preoccupazioni.
Allo stesso tempo il suo Capo della Sicurezza aveva analizzato l'area scovando le vie di fuga, i passaggi segreti grazie ad i suoi occhi bionici, il numero di guardie presenti nell'area, soprattutto quelle nascoste, e il tipo di armi che portavano.
"Alzatevi pure e lasciate da parte l'etichetta." sospirò Elminster versando un liquido ambrato in tre tazze.
"E' un'onore ricevere tanta attenzione dal monarca di Tarsis." Iniziò Kiron sedendosi sulla poltrona che il re gli indicava. Sheeval fece lo stesso sulla sedia a fianco.
"Scusate se il ciambellano è stato un po' troppo categorico nell'invito. I miei uomini tendono a prendere i miei ordino troppo alla lettera. Siete dei personaggi molto appariscenti, anche in una grande città come Tarsis. Come mai da queste parti?" chiese lui sorseggiando la bevanda.
"Affari, prevalentemente. Nuove rotte commerciali, nuovi prodotti..." rispose Kiron lasciando il resto all'immaginazione del re.
"E' strano vedere un mercante senza niente da vendere."
"Avevamo sentito parlare della piaga dei draghi qui a Tarsis, non volevo perdere merci. Ho preferito fare una prima esplorazione con poche ma capaci guardie del corpo." rispose Kiron per niente allarmato dai sospetti del sovrano.
"Veramente poche per affrontare un drago..." Elminster fu interrotto da un leggero bussare alla porta. Senza attendere risposta un uomo entrò con passo sfrontato nella stanza inchinandosi appena all'indirizzo del sovrano.
"Lord Vertinar..." dal tono si capiva che il re lo considerasse alla stregua di uno scarafaggio. "Qual buon vento la porta qui?"
"Sono venuto per congratularmi con voi per l'evento della Divinazione." rispose l'uomo riccamente vestito lanciando occhiate significative all'indirizzo degli sconosciuti. Era evidente che il nobile era più interessato al motivo che avesse spinto il re ad invitare dei normali mercanti nelle sue stanze.
"La ringrazio, Conte." rispose questi aspettando che il nobile venisse al dunque o si strozzasse con la sua stessa aria di superiorità.
"Non credo di conoscere i suoi ospiti. Sono il Conte Vertinar Axelshoff." Non si degnò di fare un qualche gesto di saluto.
"Michael Lucius Kiron semplice mercante, vostro onore. Questa è mia sorella Sheeval in pellegrinaggio a Tarsis per trovare una cura per i suoi poveri occhi." rispose il Capitano cercando di mantenere un tono neutro.
"E' cieca?" chiese il Conte in maniera fredda, ma esaminando attentamente il fisico snello della donna trovandolo di suo gradimento.
"No, ci vedo benissimo mio signore. Sono stata maledetta dalla vera vista... tradimenti, raggiri e menzogne mi vengono mostrati in tutta la loro chiarezza." rispose lei con voce di ghiaccio.
"Ah..." il Conte parve sbiancare e decise che era meglio filarsela "Bene mio Re, non voglio disturbarla oltremodo." detto questo si affrettò ad uscire.
Elminster scoppiò a ridere battendosi una mano sulla coscia "Ben fatto mia signora! Non avevo mai visto quell'essere insulso fuggire così tanto in fretta dalle mie stanze se non minacciato di morte. Lei è una donna davvero notevole."
"Non sa quanto mio signore..." aggiunse Kiron con un sorriso.
"E' vera la storia della vera vista?" chiese l'uomo interessato.
"No mio signore, era solo una bugia, ma conosco i tipi come lui. In realtà ho solo gli occhi molto sensibili, l'esposizione prolungata alla luce del sole mi provocano forti emicranie." rispose Sheeval mostrando al sovrano uno dei suoi rari sorrisi.
"Mi dispiace molto. Vedrò di parlarne con i miei medici e se conoscono una cura ve lo farò sapere."
"Mi scusi maestà, ma per quale motivo ci ha chiamati." chiese Kiron cercando di cambiare argomento.
"All'inizio ero incuriosito per quello che sembrate essere, ma ora devo dire di trovare piacevole la vostra compagnia."
La conversazione proseguì fino a tarda notte.
HAY 2556, Città di Tarsis
01/06/2398, Ore 08.00 - D.S. 75414.61
"'Giorno..." bofonchiò Cooper scendendo nella sala grande della locanda dove ormai tutti avevano finito di fare colazione.
"Ben alzato!" commentò divertita Julia vedendo le condizioni pietose dell'Ufficiale Scientifico. "Ieri sera ti sei dato da fare! Pare che un allocco abbia perso tutti i suoi soldi al gioco!"
"E' stata solo una tattica per carpire informazioni." borbottò lui in risposta.
"E cosa hai scoperto?" chiese il medico divertita
"Che non sa giocare a dadi..." si intromise uno degli uomini della sicurezza scatenando l'ilarità degli altri.
"Marinaio Kor, la userò per i miei prossimi esperimenti... comunque ho scoperto che la magia è apparsa con il grande re stregone Elminster... prima non ce n'era traccia, il che mi fa supporre o in un abile trucco d'illusionismo o qualche alterazione nella genetica di quell'uomo." Terminò Cooper.
"In effetti è possibile." Disse pensierosa Julia "Con le energie di Genesis chissà quali mutazioni potrebbero presentarsi."
"Il Capitano?" chiese Cooper grattandosi la testa.
"Non sono tornati. Ieri sera un messaggero ci ha avvertiti che sono ospiti del re." comunicò Ristea
"Sarà stato saggio?" chiese il medico di bordo dando uno schiaffo alla mano del fastidioso scienziato che le stava rubando un pezzo di formaggio dal piatto.
"Aih! Beh, è difficile dire di no ad un re... ma il fatto che sia arrivato un messaggero e non un manipolo di guardie lascia ben sperare."
"Cosa facciamo signore?" chiese il marinaio Kor guardandolo.
"La Wayfarer?" chiese il Comandante Cooper rivolto a Asuna.
"Ancora niente, solo interferenze. Però ricevo il segnale della nave. So che c'è, ma non ci riceve..." cercò di spiegare lei.
"Bene... disperdiamoci e continuiamo a cercare informazioni. State attenti a quello che chiedete perché sicuramente le vostre domande saranno riferite a quelli che ci tengono d'occhio." Rispose Cooper.
"Se n'era accorto signore?" chiese l'uomo della sicurezza stupito.
"Naturalmente! Ok... me l'ha detto il Comandante Wu."
Ad un cenno di Gregory tutti si avviarono verso l'uscita e Julia prese a braccetto l'acido ufficiale. "Tu accompagni me..."
"Ma io avevo intenzione di rimanere qui per fare da centro di raccolta informazioni!" ribatté Cooper.
"Ci avrei scommesso! Muoviti!"
HAY 2556, Città di Olessa
01/06/2398, Ore 09.00 - D.S. 75414.73
"Generale Gyonas, il mio traditore preferito..." disse l'uomo seduto sul trono guardando entrare l'ufficiale dell'esercito di Tarsis.
"Re Strerkik... sono qui per portare informazioni e per riscuotere la ricompensa. Così poi potrò andarmene in qualche piccola isoletta tropicale per terminare in pace i miei giorni."
"Quali notizie ci porti?" esclamò uno dei nobili presenti nella sala. Il disgusto per che tutti provavano per quell'uomo che aveva venduto il suo onore era palese.
"Re Elminster ha intenzione di invadere la città di Nynive, è arrivato alla resa dei conti con il consiglio degli Anziani. Gran parte delle truppe sono dirette verso le Lande Selvagge che separano i due regni. Entro domani saranno così lontane che non riusciranno a tornare in tempo. Sempreché i Kork non li facciano a pezzi prima." Gyonas sorrise.
"Il momento perfetto per invadere Tarsis. Queste informazioni sono sicure?" chiese Strerkik sollevando una mano.
"Ieri mi è arrivato l'ordine di andare a dare l'ultimatum agli Anziani. Ho fatto uccidere il messaggero e ho falsificato l'ordine del re per poi mandare uno dei miei uomini dagli altri generali. L'invasione era già in progetto, i generali crederanno al messaggio e si muoveranno. Ormai dovrebbero aver già iniziato la marcia."
"Ma se dovessero chiedere conferma dell'ordine?" chiese un altro nobile scatenando un mormorio dei presenti.
"Il mio era l'esercito più vicino alla città. Non perderanno giorni per inviare un messaggero a Tarsis per poi attendere una conferma. Soprattutto per paura di ricevere anche una ramanzina per non aver subito eseguito gli ordini."
"Quindi è tutto pronto." Strerkik si fregò le mani.
"Sì, Re Strerkik." confermò infine Gyonas
"Generale, ci hai servito bene. A te la ricompensa."
Uno dei camerieri che giravano per la sala, ad un cenno del re, estrasse uno stiletto e lo conficcò nella schiena del generale. Dopo aver gorgogliato stupito, l'uomo si accasciò a terra.
"Controllate che le truppe siano davvero in movimento, poi daremo il via al piano. Nonostante la sua magia, Elminster non potrà resistere ai cavalieri reali di Olessa."
USS Wayfarer, Plancia
01/06/2398, Ore 09.00 - D.S. 75414.73
"Ancora niente dal Capitano?" chiese Rumar uscendo dal turbo ascensore.
"No signore." Rispose Vaitor con la vece stanca per la lunga notte in bianco "Qui qualcuno ci sta mettendo i bastoni fra le ruote. Prima le comunicazioni con l'away team in avaria, poi le porte dell'hangar che si guastano all'improvviso ed infine il teletrasporto che non riesce ad agganciare le coordinate sul pianeta. Non c'è traccia di interferenze esterne, ma non è possibile che la Wayfarer sia così malridotta da avere tutti questi guai insieme... non con il Signor Ristea come Capo Ingegnere."
"Chi può essere tanto potente da bloccare un'intera nave... che siano i Q?" chiese il Primo Ufficiale pensieroso.
"Lo escludo." intervenne il Comandante Kublik entrando anche lei in plancia "I Q sono molto più plateali. E comunque non si avvicinerebbero ad una nave con un El-Auriano a bordo... sebbene solo per metà."
"In ogni caso non credo che ci siano ostili." Aggiunse Vaitor grattandosi il mento pensieroso.
"Cosa glielo fa pensare?"
"Le nostre letture sono ancora attive. Ci permettono di analizzare la superficie e riceviamo i dati dell'away team, quindi stanno bene. Se riescono a bloccare tutti i nostri tentativi di comunicazione e non fanno lo stesso con le scansioni dei nostri sensori vuol dire che vogliono tranquillizzarci... credo." aggiunse un po' titubante.
"Consigliere?" chiese Rumar voltandosi verso la donna.
"Ritengo che il Comandante abbia ragione. Avrebbero potuto renderci ciechi e sordi. Ma questo denota ancor di più una intrusione esterna da parte di qualcuno particolarmente potente o molto più avanzato di noi."
"Finché riceviamo i dati dall'away-team aspettiamo. Intanto inviate messaggi di pace in tutte le frequenze. Se c'è qualcuno che ci sta bloccando ci voglio parlare."