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USS MARCONI - MISSIONE 13 RSS USS MARCONI - Missione 13

13.04 "Complicazioni (esattamente ciò di cui avevamo bisogno)"

di Rekon , Pubblicato il 28-01-2016

Pianeta Leinos III - Base Terroristica - In una seconda cella - 26/07/2395 ore 02.07


Il Capo Specialista Farn si guardò intorno stupito, cercando di ricordare come avesse fatto a finire legato in quella che aveva tutta l'aria di essere una cella di detenzione, anche se un po' rozza. Un soldato Bajoriano in assetto da combattimento lo stava tenendo sotto controllo con un fucile, ma non pareva particolarmente preoccupato.
"Io sono il Capo Specialista Hector Farn, della U.S.S. Marconi" disse, cercando di attirare l'attenzione del suo carceriere, mentre la sua mente lavorava febbrilmente alla ricerca di una soluzione o di una via di fuga da quella situazione "Avete attaccato una unità Federale, e questo è un reato molto grave. Perché..."
"Silenzio, è inutile che protesti, Umano!" lo interruppe con un certo disprezzo il Bajoriano "I tuoi due amici sono morti e la tua navetta è distrutta. Ma tranquillo, il Capo non ha intenzione di ucciderti, almeno per ora."
"Ma...perché?" chiese lo scienziato terrestre "Bajor è amico della Federazione da anni..."
"E' vero..." rispose duramente il soldato, prima di dargli le spalle "Ma la Federazione non è amica di Bajor...quindi le cose dovranno cambiare!"

Pianeta Leinos III - Base Terroristica - In una terza cella - 26/07/2395 ore 02.07


Il Guardiamarina Denora Seti fece uno scatto indietro quando si accorse di essere osservata da vicino ma - a causa dei legacci che le bloccavano braccia e gambe - il suo movimento non la allontanò che di pochi centimetri dal volto deturpato che la stava fissando.
"Non temere, bambina...non sono qui per farti del male..." disse la voce di donna, una voce melodiosa e gentile...una voce anziana e tranquillizzante che mal si sposava col volto deturpato - probabilmente dal fuoco - di chi le stava parlando.
Ma Denora era una osservatrice piuttosto abile...una giovane addetta alla sicurezza a cui non sfuggirono i dettagli, quali l'orecchino e gli abiti - che facevano della donna di fronte a lei una Vedek "Chi è lei?" chiese.
"E' così importante, bambina?" rispose la donna, riuscendo in qualche modo ad apparire tranquillizzante nonostante il proprio aspetto "Che il mio nome sia Adana o Winn...o qualunque altro...è così importante?" ripeté, citando i nomi di alcuni importanti leader religiosi del passato di Bajor. Quindi fece una pausa e aggiunse "Non è forse più importante sapere che ti sono amica e che non è mio desiderio farti del male?"
"Se lei non mi é nemica, perché sono legata e perché avete sparato sulla nostra navetta?" domandò il Guardiamarina Denora, muovendo per quanto poteva la testa, quando la presunta Vedek che le stava davanti sollevò la destra.
La donna ignorò quel tentativo della giovane Bajoriana di sottrarsi al suo tocco e le afferrò il lobo sinistro, sondando il suo Pagh. Quindi, soddisfatta, disse "Ragazza mia...non abbiamo certo attaccato te, che sei una coraggiosa figlia di Bajor, ma coloro che minacciano il futuro del nostro mondo..."
"Avete attaccato una Nave Stellare della Flotta Stellare!" protestò la bionda Bajoriana della sezione Tattica "la Federazione non é nemica di Bajor, tutt'altro!"
"Non in senso stretto, ragazza.." rispose la Vedek "ma la loro presenza - il loro modo di pensare e di vedere l'universo - é comunque un pericolo per Bajor. Inoltre il loro continuo sfruttamento del Tempio Celeste, senza alcun rispetto nei confronti dei Profeti che lo abitano. Quindi no..." concluse sorridendo "la Federazione non é un nemico in senso militare, ma deve andare via da Bajor quanto prima. Tutti gli alieni, a qualunque razza appartengono, devono andare via da Bajor."
"Senza la Federazione Bajor sarebbe ancora sotto il controllo Cardassiano, o del Dominio!" ribatté decisa la ragazza, venendo però interrotta dalla donna.
"Ragazza..." la ammonì, per la prima volta con tono irato "Bajor si é liberato dai Cardassiani per la forza dei suoi figli! Affermare qualcosa di diverso é un insulto a tutti i morti di Bajor!"
"Conosco la storia..." affermò allora conciliante la giovane ufficiale "ma dopo aver cacciato i Cardassiani dal pianeta, Bajor non aveva le risorse per difendere il nostro spazio...il controllo dell'accesso al Tempio Celeste sarebbe stato loro, se non ci fosse stata la Federazione a controllare Deep Space Nine..."
"Vedi, mia cara..." rispose la donna, addolcendo il tono di voce e poggiandole una mano sulla spalla "E' proprio questo il problema della Federazione...forse non lo fa con intento malevolo, ma tende a cambiare e uniformare tutte le culture con cui entra in contatto..."
Fu in quel momento che Denora comprese che la conversazione sarebbe stata ancora molto lunga.

U.S.S. Marconi - Sala Riunioni Principale - 28/07/2395, ore 11:18


"Molto bene, signori...qualche dubbio dell'ultimo minuto, prima di aviare l'operazione di recupero?" domandò il Capitano Shran, guardando i suoi uomini con un chiaro messaggio nelle iridi azzurre: non avrebbe accettato nessun ritardo ulteriore, neppure se gli avessero comunicato che le navette si erano improvvisamente tr-asformate in sculture di ghiaccio Andoriane.
Subito dopo l'abbattimento della navetta del Comandante Keane era stato predisposto dall'Equipaggio della Marconi un piano di recupero che prevedeva l'impiego delle due navette residue per trasportare altrettante squadre d'assalto - che sarebbero state comandate per l'occasione una da Dal e l'altra da Durani - fino alle ultime coordinate conosciute della Stark, procedendo a bassa quota ed in volo a vista.
Il piano, purtroppo, aveva subito un ritardo di quasi quarantott'ore a causa di una violentissima tempesta magnetica che aveva spazzato la superficie planetaria, spiegando per quale motivo su quell'ammasso di acqua e fango non si era mai sviluppata una civiltà.
"Le squadre avranno meno di sei ore per effettuare il recupero..." grugnì Rekon, dalla sua posizione. Il vecchio Tellarita era ben conscio della necessità di recuperare in fretta la collega ed amica e la sua squadra, ma il suo compito principale era quello di tenere insieme la Marconi, che in quel momento si stava nascondendo in un dannato mare di acido "dopodiché dovremo far necessariamente emergere la nave e decollare, se non vogliamo fare tutti un bagno in questo puzzolente mare..."
"Non preoccuparti, Rekon..." rispose Dal "Quaranta minuti di volo suborbitale per arrivare sul posto, altrettanti di avvicinamento e un paio d'ore di operazione...saremo di ritorno in tempo. Al peggio decollerete e ci verrete a prendere..."
"Certo, perché con la manovrabilità in atmosfera che abbiamo..." iniziò a brontolare Rekon, ma venne interrotto da Shran, che chiese "Altre perplessità?"
Prima che qualcuno potesse rispondere, però, la voce atona e monocorde del Primo Ufficiale emerse dagli altoparlanti incassati nel soffitto della sala, avvertendo che stavano ricevendo una comunicazione dalla U.S.S. Fearless.

U.S.S. Marconi - Plancia - 28/07/2395, ore 11:25


"La U.S.S. Faerless - o comunque una nave con dimensioni e traccia energetica comparabile ad una Classe Defiant - ha appena raggiunto un'orbita geostazionaria..." informò il Primo Ufficiale, non appena gli altri Ufficiali Superiori ebbero varcato la soglia della Plancia.
"Si sono già spostati in orbita bassa per trasferirci i materiali?" domandò di rimando Shran, prendendo posto sulla poltrona di comando e rivolgendosi al Comandante Berthier, che stava rilevando uno dei propri subordinati alla postazione scientifica.
"Non ancora..." rispose la Betazoide "probabilmente stanno mantenendo un'orbita alta per ridurre al minimo il tempo di esposizione ad eventuali attacchi dal pianeta...in fondo, anche se la Defiant è una nave piccola e compatta, la loro capacità di volo atmosferico è comunque limitata e faticherebbero ad evitare attacchi come quello che ha abbattuto la navetta di Tara..."
"Compensazione dei disturbi EM completata..." Annunciò nel frattempo Rekon, che si era temporaneamente piazzato alla consolle OPS senza neppure rilevarne l'operatore "ora ha una trasmissione pulita e criptata, Capitano..."
Shran fece un cenno di assenso all'Ingegnere e - poco dopo - il volto del Comandante Garcia comparve sullo schermo.
"Siete arrivati, ben arrivati..." salutò l'Andoriano con un sorriso, passando senza neppure accorgersene al tono da Latin Lover che spesso sfoggiava con le femmine di molte razze.
=^=Grazie Capitano...=^= Rispose il comandante Garcia annuendo, prima di aggiungere =^=Siamo pronti a teletrasportare gli aiuti sula Marconi. =^=
"Grazie a voi, procedete pure quando sarete in posizione." Rispose il Capitano della Marconi, mantenendosi ben retto sulla schiena.
=^=Emh... sì bene. =^= Rispose Manuela.
Shran notò una certa insicurezza nella giovane donna, come se qualcosa che aveva detto l'avesse in qualche modo turbata. In quel momento, però, non c'era tempo per preoccuparsene, quindi passò immediatamente al punto successivo "C'è un'altra cosa di cui vorrei parlarvi... uno dei nostri ufficiali è stato catturato."
Il volto del Capitano si indurì a quelle parole. Manuela provò ad interromperlo per chiedere delucidazioni, ma l'alieno dalla pelle blu non le lasciò il tempo di dire nulla, aggiungendo "Ci prepariamo ad una missione di salvataggio.." *che avremmo già dovuto portare a termine, dannazione!*
=^=Avete bisogno di rinforzi?=^= domandò il Primo Ufficiale di Deep Space 16 Gamma, non riuscendo evidentemente a cogliere dove l'Andoriano stesse andando a parare.
"No," rispose Shran, scuotendo appena il capo, le antenne quasi frementi di impazienza "ma essendo in orbita potete utilizzare i vostri sensori per darci informazioni sulle coordinate del luogo di scomparsa.... Ve le trasmetto ora."
"Bene aspettiamo il materiale e le informazioni tattiche." Aggiunse dopo un momento, notando che l'Umana sembrava stesse rimuginando sulla cosa, dopodiché fece chiudere la comunicazione all'addetto alle Operazioni, visto che il Capo Ingegnere era già sparito alla volta della Sala Macchine, dove lo aspettava un lavoro improbo per ripristinare l'efficienza dei Motori a Curvatura.

U.S.S. Marconi - Plancia - 28/07/2395, ore 12:00


"Abbiamo appena ricevuto il primo invio di materiale..." comunicò l'addetto alla consolle Operazioni, dopo aver scambiato alcune parole con la Stiva di Carico principale, chiarendo "si tratta della nuova bobina di Curvatura..."
"Shran a Rekon...i pezzi che ci hanno inviato vanno bene per riparare i nostri danni?" chiamò immediatamente il Capitano della Marconi, supponendo che il suo Ingegnere Capo fosse appostato nella stiva, pronto a controllare quanto ricevuto per mettersi al lavoro.
=^= Vanno bene quanto possono andar bene dei dannati pezzi di una nave diversa...la Bobina di riserva di una Defiant non è certo come la nostra, visto che tra le due classi di navi ci sono trentasette anni di differenza di progettazione e due milioni di tonnellate di differenza...=^= cominciò a brontolare Rekon, mentre in sottofondo si sentiva il rumore dei forklift antigravitazionali in azione e il chiacchiericcio di quelli della Sezione Ingegneria, intenti probabilmente a coordinare le attività.
Appena arrivato Shran avrebbe probabilmente interpretato la protesta di Rekon come un problema, una bandierina alzata per avvertirlo che ci sarebbero stati problemi a completare le riparazioni. Ma Shran conosceva troppo bene il suo Capo Ingegnere e sapeva che - per gli standard del Tellarita - quella protesta era piuttosto fioca, segno che il materiale ricevuto era di suo gradimento tanto quanto poteva esserlo data la situazione. Per questo decise di non forzare il - chiamiamolo buonumore - del suo ingegnere, dicendo solo "Fate del vostro meglio. Per quando le squadre di recupero saranno tornate sarebbe utile avere la Curvatura..."
=^=Sì, beh...e qui sarebbe utile avere i cantieri orbitali di Tellar per poter fare le riparazioni come si deve...=^= brontolò il Vecchio, prima di iniziare a sbraitare come suo solito ordini alla sua squadra.
Shran chiuse la comunicazione piuttosto divertito e - volgendosi verso Julie - chiese "A che punto sono le squadre di sbarco?"
La Betazoide - che aveva provveduto ad interfacciare i sensori passivi della Marconi con la griglia di rilevamento orbitale che la Fearless aveva costituito sfruttando il proprio carico di sonde - impiegò circa cinque secondi prima di affermare "Si trovano a dieci minuti dal punto di atterraggio designato. Stanno procedendo a volo radente per evitare i loro strumenti di rilevazione"
Il punto di atterraggio designato era una radura nella boscaglia, a circa un chilometro dal complesso - parzialmente interrato - che la Fearless aveva rilevato dall'orbita. Stando alle scansioni tattiche ottenute dall'altra nave federale si trattava di un grande complesso industriale, costruito principalmente sotto terra in un duro terreno granitico e difeso pesantemente da otto batterie di cannoni Polaronici pesanti...dove accidenti i Ba-joriani avessero trovato i materiali per costruire ed armare una base del genere era un mistero, anche se non stupiva che avessero scelto di tentare di distruggere la Marconi per evitare che la trovasse...
Prima che qualcuno potesse aggiungere qualcosa, però, il Comandante Berthie aggiunse "Signore, la base ha appena lanciato numerosi piccoli velivoli! Si direbbero un trasporto e cinque...no, sette caccia!"
Navetta Edison - contemporaneamente
"Signore...dalla Marconi ci segnalano diversi velivoli atmosferici in avvicinamento!" annunciò il Capo Master Mok, voltandosi verso Dal.
Il Mezzo-Cardassiano si trovava in piedi dietro la postazione del pilota, sulla quale Chuck stava operando con la consumata abilità che ormai tutti i presenti gli avevano visto esercitare in qualche situazione di crisi. Lanciando uno sguardo ai sensori, chiese "A che quota stiamo volando? Possono averci intercettati?"
"Improbabile, siamo a trenta metri dal suolo e ci sono alberi alti quasi dieci metri sotto di noi..." rispose l'unico appartenente alla Sezione Comando e Navigazione presente a bordo.
"Possiamo scendere ancora?" domandò il Capo della Sicurezza, osservando la formazione nemica, che lo lasciava un po' interdetto...*perché diavolo lasciano andare avanti il trasporto, che pare disarmato, anziché mettersi in posizione di scorta?*
"Noi sì..." rispose Chuck con un sorrisetto, abbassandosi ancora finché le gondole della navetta non arrivarono quasi a sfiorare le cime degli alberi, facendo di tanto in tanto sfrigolare i deflettori di navigazione "Non so se Max sulla Ch'oor possa fare lo stesso, però..."
Come a rispondere al dubbio del giovane asso del timone, l'altra navetta della Marconi si abbassò di circa cinque metri, allontanandosi però di un paio di chilometri dalla Edison. Un secondo dopo, la voce di Durani emerse dall'altoparlante =^=Dal, noi non possiamo scendere più di così...ci allontaniamo, così se ci rilevano non mettiamo in mezzo anche voi. Da quanto vedo sono caccia atmosferici bajoriani, quindi non dovrebbero essere un pericolo reale per i nostri scudi. In caso di ingaggio lasciateli a noi e procedete con la missione di recupero...=^=
"D'accordo, buona fortuna!" rispose il Mezzo-Cardassiano, tenendo gli occhi puntati avanti a sé e stringendo più forte la spalliera del sedile.
Pianeta Leinos III - Base Terroristica - Cella di Denora Seti - 28/07/2395, ore 11:13
Il Guardiamarina Denora Seti pensò che il suo istruttore all'Accademia sarebbe stato fiero di lei. Accettando di rinunciare alla propria divisa e lasciandosi progressivamente coinvolgere nei vaneggiamenti della Vedek senza nome, era riuscita a guadagnarsi la fiducia dei suoi compatrioti.
Questi non erano stati ancora così stupidi da lasciarla a piede libero, ma le avevano tolto i ceppi che la immobilizzavano, lasciandola libera di girare per la piccola prigione in cui era stata rinchiusa.
Dal canto suo Denora era quasi dispiaciuta per quella gente...le guardie che la controllavano - con le quali aveva parlato parecchio in quei giorni - erano per lo più persone per bene, traviate da una ideologia folle professata da quella strana Vedek che, dotata di un carisma impressionante, le aveva traviate portandole a credere che la Federazione fosse un nemico di Bajor.
*Ma la mia fedeltà deve andare innanzitutto alla Marconi, alla Federazione e al mio mondo... se ci sarà modo di salvarli il Capitano lo troverà!* si disse piluccando i resti del proprio piatto, prima di apprestarsi a portare a termine il piano di fuga che aveva elaborato.
Piano magari era una parola grossa, ma almeno aveva capito come uscire dalla cella. Dopo si sarebbe trattato di trovare il Comandante Keane e Farn, per poi filarsela con la loro navetta o con qualsiasi altro mezzo in grado di volare fino alla Marconi. Certo, la Vedek le aveva detto che i suoi compagni erano morti nello schianto della Stark, ma Denora sapeva che non era vero.
In quei giorni aveva sentito spesso urla e grugniti provenire dal corridoio dove spariva e compariva la Vedek e - anche se i suoni erano distorti - lei sapeva per certo che appartenevano a Tara Keane...erano infatti gli stessi versi di sfida che le aveva sentito lanciare a più riprese l'anno precedente, quando aveva aiutato a difendere la Marconi dagli abbordaggi Borg brandendo orgogliosamente una Bath'Let.
Certa di non sbagliarsi, la ragazza fece cenno a Berei - il giovane carceriere che non la perdeva mai di vista - di aver finito il pranzo e si alzò in piedi con il vassoio metallico in mano.
Come i giorni scorsi il ragazzo - poco più che un bambino, in realtà, probabilmente messo a controllare lei perché era apparsa come la più docile dei tre prigionieri - si avvicinò alla porta, attendendo ad aprirla che lei posasse il vassoio con le stoviglie vuote sul mobiletto accanto all'ingresso della cella.
Questa volta, però, non sarebbe successo. Il Guardiamarina della Sezione Tattica fece infatti appena un passo verso la porta, salvo poi inciampare casualmente nel piede della branda e cadere in avanti. Istintivamente sollevò il vassoio, lasciando che fosse questo ad impattare per primo - circa un decimo di secondo prima della sua testa - contro lo spigolo del mobile.
Con un tonfo sordo e la testa ovattata, poi, la giovane Bajoriana crollò a terra, sentendo il viscidume del sangue scorrerle sulla fronte e simulando solo in parte il dolore di un forte trauma.
Come aveva previsto, Berei si fece prendere dal panico vedendola cadere e sbattere la testa e, senza pensare a chiamare aiuto, si precipitò ad aprire la porta della cella, armeggiando diversi secondi con la chiave meccanica prima di riuscire ad infilarla correttamente nella toppa.
Denora contò mentalmente fino a cinque tenendo gli ogghi semichiusi poi, quando sentì il respiro del ragazzo vicino al suo volto, strinse la presa sul vassoio che non aveva ancora lasciato andare e mosse il braccio destro con rapidità, colpendolo alla tempia con la superficie di metallo con tutta la forza che il suo corpo allenato possedeva.
Berei - colto alla sprovvista - barcollò all'indietro e Denora fu lesta ad alzarsi. Ignorando il dolore come Dal le aveva insegnato a fare, la Bajoriana si avventò sul suo conterraneo e gli bloccò il collo con una presa poi, facendo pressione sulla trachea, lo fece svenire.
Rapidamente si asciugò il sangue che colava da un brutto taglio sulla fronte e - recuperata la pistola phaser, il comunicatore e le chiavi del suo carceriere, lo chiuse nella cella.
"E adesso cerchiamo gli altri!" borbottò, scuotendo la testa per schiarirsi le idee.
Pianeta Leinos III - Base Terroristica - Cella di Tara Keane - 28/07/2395, ore 11:25
Tara era da giorni pronta alla fuga, ma ancora non se ne era presentata l'occasione. I suoi carcerieri la trattavano come un animale estremamente pericoloso e la tebnevanoin una gabbia, alla catena. I ceppi che le bloccavano i polsi le permettevano di norma di arrivare al vassoio del cibo o alla ritirata, ma laloro lunghezza poteva essere ridotta a comando per consentire l'accesso alle guardie, verso le quali non poteva fare altro che i-nveire e lanciare sfide che - puntualmente - venivano lasciate cadere.
La ragazza stava giusto finendo di consumare il proprio pasto - un centrifugato di certo energetico e nutriente ma che, in quanto a sapore, faceva rimpiangere le razioni di emergenza della Flotta - quando accadde qualcosa di strano.
Una voce in bajoriano - Tara percepì a livello inconscio la differenza, anche se il traduttore universale inviò il messaggio in standard al suo cervello - chiamò la guardia che si voltò verso l'esterno della zona celle, appena un istante prima che un raggio phaser la raggiungesse al petto, mandandola a terra.
Un attimo dopo il Guardiamarina Denora entrò nella stanza con indosso un abito ed in mano un phaser bajoriano, subito seguita dal Capo Farn, che appariva piuttosto a disagio con un'arma identica stretta nella sinistra.
"Presto, venga Comandante!" chiamò la donna della squadra di Dal, aprendo rapidamente ceppi e cella, prima di passarle il phaser della guardia svenuta "Non so quanto impiegheranno a capire che siamo fuggiti..."
"Meno di quanto ne impiegheremo noi a trovare un mezzo di trasporto per scappare, quindi sbrighiamoci!" affermò cupamente Tara, prendendo il comando ed avventurandosi nei corridoi sconosciuti alla ricerca di un terminale di computer.
Pianeta Leinos III - Base Terroristica - Tempio - contemporaneamente
Quando le domandavano il suo nome, lei era solita rispondere che non era importante, che un nome era solo l'ombra di una cosa, non la cosa stessa. La verità era che lei stessa non ricordava più il proprio nome, un altro tassello della sua identità cancellato come il volto, deturpato dal fuoco.
Ma sapeva di essere una Serva dei Profeti, e sapeva cosa essi volessero da lei.
Quando Jodel Mass entrò trafelato nel suo santuario, Vedek Nessuno - così si riferiva a sé stessa - sciolse la posa meditativa e disse placidamente "Respira profondamente, amico mio, e poi dimmi cosa é successo."
"É scappata..." ansimò il Bajoriano "la prigioniera che stavi tentando di convertire...ha steso la guardia ed é scappata. Pare abbia liberato gli altri...io..."
"Tu non farai nulla, ancora..." rispose la Vedek, mentre la bocca senza più labbra si apriva in un inquietante sorriso "dimmi, quanta forza stanno usando per scappare?"
Preso in contropiede, Jodel dovette pensare qualche istante prima di rispondere "La prigioniera Bajoriana ha abbattuto Berei con un oggetto contundente, ferendolo senza però ucciderlo. Da allora stanno usando le armi sottratte alle guardie in modalità stordimento pesante..."
*La Federazione... Così deliziosamente prevedibile...* si disse soddisfatta Vedek Nessuno, prima di affermare col tono di chi ha la piena autorità e la certezza che nessuno la disattenderà "Ottimo, allora lasciali procedere nella fuga. Metti guardie nei corridoi, ma assicurati che non siano numerose e si facciano sparare. Fate in modo che arrivino all'hangar secondario..."
"Ma..." provò ad obiettare l'uomo, venendo però immediatamente interrotto dalla sfregiata.
"Così é la volontà dei Profeti...vai e attendi che abbiano rubato la navetta e si siano allontanati, prima di inviare i caccia a cercare di abbatterli."
Jodel Mass fece un inchino e si ritirò, palesemente confuso in volto. Vedek Nessuno, evidentemente soddisfatta, si recò sino ad un piccolo altare, ove si trovava un apparato di comunicazione schermato. Dopo averlo aperto, inviò una semplice comunicazione " Anticipiamo la consegna, Capitano. C'é anche un altra questione da gestire..."
Infine, estremamente soddisfatta, la donna riprese posizione di fronte all'altare e, pensando a Denora Seti, affermò "Ottimo lavoro, bambina...ancora non lo sai, ma la tua vita renderà un grande servigio ai Profeti..."
Navetta Bajoriana Tempio Celeste - 28/07/2395, ore 12:00
Tara osservò con preoccupazione lo schermo sensore del trasporto che avevano scelto di utilizzare per la fuga. La sicurezza nella base Bajoriana era piuttosto rilassata ed erano riusciti a raggiungere un Hangar con relativa facilità.
All'interno avevano trovato quanto restava della loro navetta, troppo danneggiata dalle armi della base per volare ancora, e alcuni mezzi da trasporto.
Si trattava principalmente di mercantili leggeri e navette per il trasporto persone, tutti di origine Bajoriana e tutti -piuttosto malandati.
Tra questi la Mezza Klingon aveva scelto una navetta da cinque pisti, che appariva leggermente meno malmessa delle altre e che - oltre ai propulsori ad impulso - era dotata anche di motori antigravitazionali che le avrebbero consentito una discreta mobilità atmosferica.
Erano decollati mentre - con colpevole ritardo - gli allarmi avevano cominciato a risuonare nella grande base ma, col semplice accorgimento di volare molto basso, erano riusciti ad evitare di venire bersagliati dai sistemi difensivi dell'installazione.
Purtroppo la loro fortuna non era durata fino al loro arrivo sulla Marconi, in quanto uno stormo di caccia era stato inviato alloro inseguimento e, nonostante l'iniziale vantaggio, adesso erano quasi giunti all'intercettazione.
"Alzare gli scudi!" ordinó il Capo OPS, sperando che quei vecchi intercettori bajoriani continuassero ad essere i catorci che erano stari usati dalla Resistenza contro Cardassia e non avessero aggiornato i sistemi d'arma.
Vana speranza, in quanto il primo colpo di phaser si infranse appena tre secondi dopo sugli scudi della navetta, facendola rollare pericolosamente.
"Maledizione!" ringhiò Tara, eseguendo una virata stretta per evitare il colpo successivo, che andò ad infrangersi sulla vegetazione che si estendeva sotto di loro, provocando un principio di incendio "possiamo rispondere al fuoco?"
"Questa navetta non è armata, Comandante..." rispose il Guardiamarina Denora, prima di spegnere una serie di sistemi non essenziali per convogliare più energia agli scudi.
"Abbiamo un altro problema, signore..." annunciò il Capo Farn dalla consolle ausiliaria con la quale monitorava i sensori di volo atmosferico "ci stanno circondando e una nave viene verso di noi da davanti..."
Non ci fu tempo di dire altro. Con una manovra che il più dei piloti della Marconi avrebbe considerato spericolata (e, con il termine "il più dei piloti" venivano ricompresi tuti i piloti eccetto Chuck), Tara fece picchiare verso il basso la navetta, proprio nel momento in cui la nave che volava contro di loro si alzò da una quota molto bassa, aprendo il fuoco sui caccia inseguitori e vaporizzandone uno che - trovato a scudi abbassati - non ebbe neppure il tempo di reagire.
"Ma è una delle nostre navette!" esclamò Denora, mentre la navetta federale sparpagliava i caccia facendo fuoco con entrambi gli emettitori phaser contemporaneamente.
"Sì, ma facciamogli sapere che siamo noi, o ci prenderà a bersaglio..." fece notare il Comandante Keane, prima di aprire le comunicazioni verso quella che aveva riconosciuto essere la navetta Ch'oor "Qui Comandante Keane a Navetta Ch'oor, grazie per l'assistenza!"
=^=Di nulla!=^= rispose secca la voce di Durani, mentre la navetta faceva esplodere un caccia che - non considerando che i phaser federali erano strutturati a banchi con un raggio di azione molto ampio . aveva avuto la brillante idea di mettersi di coda per cercare di abbatterla =^= Procedete verso la Marconi, mentre vi copriamo...=^=
Tara si chiese per un momento come pensasse Durani di affrontare da sola uno squadrone di caccia ma - proprio mentre stava per rispondere - da un qualche punto a ridosso delle cime degli alberi una seconda navetta eseguì una strettissima cabrata, facendo fuoco con i Phaser ed abbattendo altri due inseguitori.
"Ricevuto, ci vediamo a bordo!" rispose la giovane donna, impostando una nuova rotta più diretta verso il punto dove era ammarata la loro nave, ormai certa che Durani e l'equipaggio della Edison - chiunque fosse a pilotarla - fossero perfettamente in grado di occuparsi dei restanti caccia Bajoriani.

U.S.S. Marconi - Plancia - 28/07/2395, ore 13:00


"Abbiamo ricevuto anche l'ultimo carico dalla Fearless..." annunciò l'addetto OPS, con un evidente tono di sollievo nella voce "il personale del Comandante Rekon conferma che tutto il materiale è compatibile..."
Shran sbuffò, a metà tra l'infastidito ed il soddisfatto. Infastidito perché - a causa dell'anomala composizione dell'atmosfera planetaria - avevano impiegato un'ora e mezza per ricevere tre carichi di materiale che, in altre circostanze, sarebbe stato allocato nelle loro stive in poco più di venti minuti. Soddisfatto perché - nel frattempo - la missione di soccorso si era svolta sorprendentemente bene, con il Comandante Keane ed il suo gruppo che erano andati incontro alle due navette della Marconi dopo essere evasi dalla base Bajoriana.
Adesso le tre navette stavano per entrare nell'Hangar principale e - una volta ripristinata la Curvatura - anche la Marconi sarebbe emersa da quel dannato mare di acido per ritornare nel suo elemento naturale. Dopodiché, la Marconi e la Fearless avrebbero sistemato anche quella ridicola base di dissidenti Bajoriani, svelando il mistero sul sabotaggio alla sua nave e portando all'arresto dei colpevoli.
"Capitano..." chiamò allarmata Julie, rompendo d'un tratto quell'atmosfera semirilassata che si era formata dopo l'annuncio che la missione di recupero era andata bene "le sonde hanno rilevato delle tracce di curvatura multiple in uscita nei pressi del pianeta!"
"la Fearless ci ha mandato un messaggio in bassa frequenza, signore..." interruppe l'addetto OPS, mentre provvedeva a decodificare il messaggio "Hanno individuato sei caccia del Dominio in avvicinamento e devono ritirarsi."
"Sei Caccia? Dove?" domandò Shran, alzandosi istintivamente in piedi, le antenne azzurre già tese verso lo schermo visore, che in quel momento mostrava un mare verdognolo piuttosto agitato, intento ad infrangersi contro il massiccio scafo della Marconi.
"Stanno entrando nell'atmosfera nei pressi della base nemica..." rispose Julie "e stanno teletrasportando qualcosa." Attese un momento, prima di aggiungere "Sono molto rapidi...forse sanno come superare le interferenze..."
"Il Dominio che collabora coi Bajoriani?" si domandò ad alta voce l'Ufficiale Andoriano in comando "Non ha senso...passiamo in Allarme Giallo e dite a Rekon di sbrigarsi, perché potremmo doverci muovere in fretta..."
"Le navette sono nella fase finale di approccio..." annunciò l'Ufficiale Tattico di turno, mentre la visuale sullo schermo veniva modificata per mostrare i due vascelli Federali e quello Bajoriano che si allineavano con la grande nave stellare, passando in mezzo alle sue Gondole di Curvatura per accedere all'Hanar principale.
"Va bene, Julie...tenga d'occhio quelle navi..." rispose il Capitano, tornando a sedersi con una cattiva sensazione che gli irrigidiva i muscoli del collo.

U.S.S. Marconi - Plancia - 28/07/2395, ore 13:20


"Bentornata a bordo, Comandante Keane..." la salutò Shran, quando Tara ebbe varcato la soglia del Turboascensore. Il Capo OPS si era presa appena dieci minuti per lavarsi e cambiarsi di uniforme, prima di raggiungere i colleghi sul ponte di comando.
"Grazie di essermi venuti a prendere, signore..." rispose il Capo OPS, rilevando la propria postazione ed estendendo implicitamente il ringraziamento a Dal e Durani, che - dopo aver messo in fuga i caccia - avevano provveduto a scortarla fino alla Marconi.
Prima che il siparietto potesse continuare, il Comandante Berthier annunciò che le navi del Dominio stavano abbandonando l'atmosfera planetaria in quel momento "Sembra stiano attivando i motori a Curvatura..."
"Un problema in meno..." commentò con un ghigno Dal, mentre lo schermo visore mostrava le riprese di una delle sonde della Fearless, che stava inquadrando dal basso i sei caccia viola mentre - una volta abbandonata la zona di influenza del pozzo gravitazionale del pianeta - si accendevano per un istante della luce emessa dalle loro Gondole prima di allungarsi a causa della distorsione ottica provocata dall'entrata nel Subspazio.
L'atmosfera in Plancia si stava giusto distendendo, quando l'Allarme Rosso scattò, attivato dalla consolle tattica "Sono usciti dalla Curvatura, sopra di noi!" urlò Durani, mentre una pioggia di proiettili di energia illuminava il cielo ripreso dallo schermo visore, andando ad impattare sull'acqua.
Prima che il nemico riuscisse a correggere il tiro, la Marconi alzò gli scudi evitando di subire danni rilevanti, ma anche così non avrebbero retto un bombardamento orbitale per molto tempo.
"Che diavolo sta succedendo?" sbraitò Rekon, entrando in Plancia con passo di carica "Stiamo cercando di calibrare una fo***ta bobina di Curvatura, e gli scossoni non aiutano quando devi effettuare correzioni misurabili in Micron!"
"Non ora, Rekon..." ribatté Shran, mentre un colpo diretto li raggiungeva. Anche se l'atmosfera impediva una mira precisa ai caccia del Dominio, loro erano un bersaglio immobile e presto o tardi sarebbero stati sopraffatti "possiamo decollare?"
"Certo che sì..." rispose l'ingegnere, portandosi alla consolle Ingegneria "ma a che pro? In atmosfera abbiamo la manovrabilità di un sasso tirato da una catapulta, ci abbatterebbero prima di aver raggiunto lo spazio aperto.."
"Allora non ci restano molte alternative..." commentò il Capitano della Marconi, mentre un colpo diretto particolarmente fortunato faceva esplodere un condotto EPS da qualche parte, generando un temporaneo abbassamento delle luci a bordo "Prepariamoci ad immergere la nave verso il fondo del mare...la rifrazione dovrebbe fornirci una difesa efficace contro le armi ad energia del Dominio!"
E così, mentre letali proiettili di energia cadevano dal cielo come una pioggia di stelle, la grande Nave Stellare cominciò ad immergersi nelle profondità marine, lo scafo sfrigolante a contatto con le concentrazioni sempre maggiori di acido di quelle acque.