Il Canto del Cigno










USS MARCONI

presenta


USS MARCONI

Il Canto del Cigno

Missione 13






Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della USS MARCONI,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM


Starfleet Italy

Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della USS MARCONI, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.




Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.



Anno pubblicazione 2016



www.starfleetitaly.it | USS MARCONI








Equipaggio

Capitano Capitano Shran del clan Mira

Capo Operazioni Tenente Comandante Tara Keane

Capo Sicurezza Tenente Jaran C. Dal

Ingegnere Capo Tenente Comandante Rekon

Timoniere Tenente JG Charles "Chuck" Wyandot

Capitano
Shran del clan Mira
Capitano

Tenente Comandante
Tara Keane
Capo Operazioni

Tenente
Jaran C. Dal
Capo Sicurezza

Tenente Comandante
Rekon
Ingegnere Capo

Tenente JG
Charles "Chuck" Wyandot
Timoniere

Ufficiale Tattico Capo Tenente Durani della Casata di Kanjis

Tenente
Durani della Casata di Kanjis
Ufficiale Tattico Capo


USS MARCONI

Autori

Capitano
Shran del clan Mira
Ileana Cacucci

Capo Operazioni
Tara Keane
Monica Miodini

Capo Sicurezza
Jaran C. Dal
Ermes Cellot

Ingegnere Capo
Rekon
Federico Pirazzoli

Timoniere
Charles "Chuck" Wyandot
Franco Carretti

Ufficiale Tattico Capo
Durani della Casata di Kanjis
Vanessa nd






Sommario


Sinossi
13.00 - Vecchi guai, nuovi guai
13.01 - Il coraggio dei senza volto
13.02 - Spiaggiati
13.03 - Mi verranno a cercare!
13.04 - Complicazioni (esattamente ciò di cui avevamo bisogno)
13.05 - Negli Abissi
13.06 - Intrighi
13.07 - Come era stato predetto...

Sinossi

Missione in revisione



13.00 - Vecchi guai, nuovi guai

Autore: Tenente Durani della Casata di Kanjis


U.S.S. Marconi - 14/01/2395 Ore 10:31- Plancia - Flashback


Il Capitano Shran fece segno di chiudere la conversazione cercando di mantenere un contegno imperturbabile, mentre fissava l'amico sorridere maliziosamente.
Nhial, infatti, si era offerto di rimorchiare la Marconi per le riparazioni. E nel formulare la sua proposta si era lanciato in una serie di irritanti battutine sulle varie tipologie di aggancio e traino.
Aveva addirittura offerto il servizio taxi fino ad Andoria ove la nave federale avrebbe potuto contare di tutte le prestazioni di solito riservate alla Flotta Imperale.
Se a Shran dava fastidio l'apparente imperturbabilità che l'amico aveva indossato così poche ore dopo la catastrofe cui avevano assistito con la distruzione dell'Isola e di tutti i suoi ignari abitanti, di certo non poteva sopportare l'idea che potesse pavoneggiarsi di questa sua missione di soccorso per tutti i mesi in cui la Marconi doveva rimanere ferma in cantiere.
Tutti sulla nave federale dovevano la vita alla Terza Flotta di Andoria e di ciò era orgoglioso: solo il suo popolo aveva risposto presente alla sua richiesta d'aiuto, ma non avrebbe mai dato una tale soddisfazione a Nhial.
A bordo della Marconi c'erano ottimi elementi ed era grazie a loro che la nave orbitava ancora nello spazio: erano i suoi uomini e quell'equipaggio era il migliore possibile, a prescindere da ciò che ne pensava Nhial o chiunque altro, dentro o fuori la Federazione.
Osservò il personale in plancia: tutti ai propri posti in attesa dei suoi ordini.
Si vedeva dalle loro facce che erano tutti scossi: chi più chi meno.
Chuck tamburellava con le dita muovendosi impercettibilmente avanti e indietro alla sua postazione. Tara si sforzava di mantenere il suo abituale approccio ma i suoi occhi erano velati da una grande tristezza. Salen si asteneva dallo snocciolare i problemi come invece era suo solito. Jaran cercava di mantenersi occupato per non pensare e la presenza ingombrante della neo arrivata responsabile tattica era un motivo in più per svolgere con ancor maggior senso del dovere le proprie incombenze. Durani dal canto suo sembrava quella meno colpita da ciò che era successo, ma Shran poteva facilmente intuire cosa albergava ben nascosto nell'animo guerriero della klingon.
Ci vollero pochi istanti per maturare nella sua mente gli ordini necessari.
"Signor Wyandot la prego di voler raggiungere il ponte 7: il Consigliere la sta aspettando."
"Ca... capi... ehm capitano... io... si io... vo... vorrei rimanere qua"
"Chuck non ho bisogno di lei al momento, appena potremo intraprendere il nostro viaggio le assicuro che tornerà alla sua consolle... fino ad allora ho bisogno che si riposi e che parli di ciò che ha vissuto col nostro Consigliere... è una cosa che dovremo fare tutti... quindi non discuta. Il mio è un consiglio per ora, non lo faccia diventare un ordine con effetto immediato"
Charles si alzò dalla sua postazione come se avesse sulle spalle un macigno: aveva il terrore di abbandonare l'unico luogo che gli dava sicurezza e si sforzava di non considerare il fatto di dover parlare di ciò che provava con una donna... non ci doveva pensare o sarebbe entrato nel panico.
Si trascinò pertanto stancamente verso le porte dei turbo ascensori, in un'atmosfera di semi immobilità della plancia che sembrava irreale.
Solo dopo la sua uscita, il Capitano ricominciò coi suoi ordini:
"Signor Keane voglio tutti gli uomini della sua sezione all'opera. Tenga solo una squadra di riserva ed imponga loro di dormire. Lo stesso vale per la sezione ingegneria. Pretendo una diagnostica di livello 1. Voglio capire esattamente cosa funziona e cosa no"
"Bene signore, c'è altro?"
"Si! Voglio che si coordini direttamente col vice ingegnere Seville. Per quanto possibile, lasci riposare il vecchio Rekon. Dica espressamente alla Seville che se non riesce a controllarlo cerchi quanto meno di ingannarlo: gli faccia svolgere lavori per tenerlo occupato, ma che non siano troppo impegnativi. Il dottore dice che l'abbiamo riportato a bordo appena in tempo"
"Dubito che il capo ing..."
"Lo so, ma tentare non nuoce... laddove ci siano riparazioni non necessarie o eccessive da svolgere isoli il settore con campi gravitazionali... se non ricordo male è esperta in materia... la mia priorità è riprendere la navigazione quanto prima"
"Bene capitano"
Shran sapeva di poter contare sul suo Capo OPS: pur essendo anche lei a pezzi, la sua parte klingon la rendeva abbastanza tosta da reggere la pressione... e la sua meticolosità nello svolgere il proprio lavoro avrebbe rappresentato uno sprone per tutti a dare il massimo.
Avrebbero ignorato ciò che successo? Sarebbero riusciti a mettere da parte angoscia e dolore per svolgere il loro lavoro? Avrebbero dimenticato le urla di dolore di Klan? Tara sarebbe stata in grado di arginare tutto ciò? O era meglio..
Un leggero colpo di tosse riscosse il Capitano dai propri pensieri: era Salen.
Shran non si era accorto di essersi bloccato a pensare per qualche minuto e la voce impassibile del vulcaniano lo riscosse come una doccia gelata.
"Capitano, io credo dovremmo accettare l'offerta del Comandante Nhial. Per quanto non molto onorevole, permetterebbe di risparmiare il personale già fortemente scosso da questa tragedia e la nave sicuramente potrebbe beneficiare appieno delle capacità ingegneristiche del suo popolo non solo per tornare ad una piena efficienza, ma anche per un refit completo. Dalle prime stime dei danni, sarebbe di grande utilità e, a rigor di logica..."
"Negativo, viaggiare fino ad Andoria in queste condizioni non è ipotizzabile... almeno non con me al comando. La stazione federale più vicina è DS16 Gamma. E' lì che torneremo... e lo faremo coi nostri motori, alla velocità che riusciremo ad ottenere anche se fosse un 10% di impulso, se occorre... Tutto chiaro?"
La voce di Shran si era fatta pungente ed i suoi occhi assunto un'espressione dura, tanta era la determinazione con cui aveva pronunciato quelle parole.
La maggior parte del personale di plancia fu colpito da ciò e riprese le proprie attività con alacrità raddoppiata. Solo in due reagirono in maniera diversa: la neo arrivata alla postazione tattica ed il primo ufficiale. Una si limitò a grugnire qualcosa nella sua lingua, strappando un sorriso a Tara, l'altro sollevò leggermente un sopracciglio prima di fare spallucce.
Fra le qualità di Salen più apprezzate da Shran, oltre a quel perverso divertirsi ad esperire le pratiche più noiose, c'era infatti la sua particolare imperturbabilità. Certo era una caratteristica tipica del suo popolo, ma molti vulcaniani spesso tenevano il punto ribadendo il loro punto di vista condito da molte osservazioni formulate dalla loro stringente logica.
Salen non era uno di questi. La sua imperturbabilità era come se fosse selettiva e settata in modo tale da reagire in maniera diversa a seconda dello stimolo ricevuto. Quando aveva a che fare col capo ingegnere, ad esempio, la sua imperturbabilità era come se scomparisse. Non tollerava facilmente le escandescenze del vecchio tellarita, ma non aveva il sangue freddo per imporsi. E ciò era strano vista la colorazione del suo sangue e la tipicità della sua razza.
Col Capitano, invece, Salen aveva imparato che quando assumeva certi toni era meglio lasciar perdere ed eventualmente fornire per iscritto, in un secondo tempo, le proprie lamentele. Pertanto, si limitò ad annuire in silenzio e riprese ad esaminare i vari report che giungevano in plancia dai vari ponti della nave.
"Molto bene, signor Salen... a lei il comando. Signor Dal a lei la postazione tattica. Tenente Durani mi segua prego. Ci aggiorniamo fra un'ora!"

DS16 Gamma - 21/01/2395 Ore 21:11- Ufficio del Capitano Tomphson - Flashback


"Cosa significa esattamente che è inopportuno il ritorno della USS Marconi, signor Ambasciatore?"
"Né più né meno di quanto le ho già detto Capitano. Avevo organizzato il rapido trasbordo di Durani Kanjis per evitare problemi alla base con la sua presenza. Nell'Impero la situazione della sua famiglia non è... come dire... rosea e la sua incolumità per motivi che non le so a spiegare è molto importante per me, ma non lo è affatto per buona parte del mio seguito"
"Di questo abbiamo già parlato Signor Ambasciatore, ma la USS Marconi è una nave federale che si trova in difficoltà ed avrà da questa base tutto l'aiuto necessario, a prescindere da chi ha a bordo e dagli eventuali problemi che ciò può comportare"
"Non nego che ciò sia corretto, ma debbo insistere. Non ho il potere di controllare i miei uomini. Se lo facessi, rischierei di trovarmi un immediato richiamo in patria e di sicuro al mio posto manderebbero qualcuno molto più intransigente di me"
"Perdoni la domanda, ma teme più per l'incolumità del Tenente o per il suo status, signor Ambasciatore?"
"Non sia sciocco Capitano. Ci conosciamo ormai da più di un anno. Dovrebbe conoscere abbastanza bene come funzionano le cose nella politica del mio popolo. Ciò che ritengo io è irrilevante in questioni di una certa importanza per l'Impero. I Kanjis sono stati banditi e non posso apparire debole a riguardo. Ne andrebbe non solo del mio status o della mia stessa vita e soprattutto delle persone a me care."
"Molto bene... è ciò che volevo sentire. Lei reciti pure la sua parte, ma nessuno e ripeto NESSUNO a bordo della mia base potrà osare toccare un ufficiale della Flotta Stellare. Da parte mia mi assicurerò che il Tenente Durani sia adeguatamente scortata e che non ceda ad eventuali provocazioni che sicuramente qualcuno vorrà mettere in pratica".
"Capitano, riaffermo che non posso controllare tutto il mio seguito né mi posso allontanare a lungo dalla base... da quello che mi ha detto è possibile che le riparazioni durino un paio di mesi, forse più! Una mia lontananza in quel periodo senza motivo equivarrebbe ad altro tradimento se accompagnata alla presenza di una Kanjis qua a bordo!"
"L'Impero non vorrà creare un incidente diplomatico vero? Abbiamo già sostenuto questa conversazione una volta... quand'era? Due settimane fa? E le avevo dato ragione ed assecondato le sue richieste. In questo caso non posso e soprattutto non voglio. La Marconi è reduce da un bruttissimo scontro. Il suo equipaggio ha bisogno di ogni aiuto psicologico e materiale per riprendere la sua missione. Ed è mia precisa intenzione dar loro tutto quello che mi richiedono."
"Tomphson lei non capisce"
"Capisco benissimo ambasciatore, ma è in arrivo una delegazione dal Comando di Flotta per indagare su quanto successo. Non ci sono altre vie se non quella di calmare le teste calde che ha fra i suoi uomini."
"Non la posso accontentare Capitano, ma farò il possibile"
"Lo spero signor Ambasciatore... lo spero vivamente! Perché a volte io sono un tipo superstizioso, sa? E se nella durata della sua licenza nella mia base, dovesse mai capitare un incidente di qualsiasi tipo al Tenente Durani, o se si dovesse prendere un colpo di phaser partito accidentalmente, o se la trovassero impiccata nei suoi alloggi e se fosse persino colpita da un fulmine... qualcuno ne sarebbe responsabile... e può star certo che allora io non perdonerò. Non ci saranno immunità diplomatiche in grado di fermarmi."
P'sat Duy'a' K'ooD scrutò dall'alto dei suoi 197 centimetri la ben più bassa sagoma di Tomphson con un occhiata carica di muta e furiosa rassegnazione, prima di fare un cenno di assenso e lasciare la stanza in silenzio.

DS16 Gamma - 05/02/2395 Ore 10:05- Alloggio del Tenente Durani - Flashback


"Quanto avrei voluto ficcargli i miei d'k tahg in gola a quel bastardo! Feccia lui ed il suo Clan... arrivisti parvenu pieni solo di arroganza senza rispetto."
"Calmati Durani, calma!"
"Tara tu mi dici di stare calma? Io qua impazzisco... io sono una Kanjis e devo sorbirmi gli insulti di quei pezzenti? Se ci fosse qua mio nonno o anche solo tuo padre quei maledetti non oserebbero nemmeno parlare"
"Tu conosci G'hart, mio padre?"
"Certo! Siede nell'Alto Consiglio! Ed era dalla nostra parte, proprio come tu sei qui con me. L'hanno zittito come hanno fatto con molti altri pur di privarci del nostro onore. E ora vogliono banchettare su quello che resta del mio Clan... ma che io sia dannata se glielo lascio fare... ora esco e sistemo la faccenda a modo mio"
"Durani l'hai promesso a Shran e pure al Capitano Tomphson!"
"Lo so, ma non posso continuare a vivere mesi scortata notte e giorno... sentire insultare il mio onore e fargliela passare liscia! Esco e li distruggo... ci vorrà pochissimo, non mi sporco nemmeno dai"
"Non te lo posso lasciare fare"
"Non capisci? Sei mezza klingon e non capisci? Il mio onore è sacro!"
"Capisco benissimo Durani, ma ti faresti buttare fuori dalla Flotta e finiresti nelle loro mani. E' quello che vogliono!"
"Hai ragione, ma io spacco tutto qua dentro!"
"Di nuovo? Sarebbe la terza volta in quindici giorni"
"Devo sfogarmi! Prima la distruzione dell'Isola e ora questi palloni gonfiati"
"Sono sconvolta più di te per Klan e la sua gente... in fondo io li ho conosciuti"
"Si ma avrei potuto fare di più... dovevo distruggere quel Tylca e la sua banda di assassini prima che speronassero l'Arca"
"Non potevi saperlo.."
"Avrei dovuto dannazione!"
"Eppure dicevano che avevi sangue freddo.."
"Ce l'ho... ce l'ho... non posso fare più nulla per Klan ma per quei pagliacci si! Vado da loro li ammazzo, poi torno e ci beviamo due belle Warnog... che problema c'è?"
"E se saltassimo le uccisioni e passassimo subito alle Warnog? Dove sono?"
Senza rispondere verbalmente, Durani lanciò fluidamente tre pugnali d'k tahg nei posti ove erano stivate le bottiglie, con un sordo ringhio furioso per calmare i nervi.

DS16 Gamma - 08/03/2395 Ore 10:05- Hangar di riparazione - Flashback


"Ehi tu orecchie a punta, non ti azzardare a toccare nulla... quella è la mia nave e non metterai le tua mani dove non devi o te le stacco! Sono stato chiaro?"
"Resed che diavolo fai? Quel condotto così non funzionerà mai... muoviti pelandrone o ti prendo a calci fino a che non rifai il lavoro come si deve!"
"Cosa sono questi? No non mi interessa da chi sia partito l'ordine... dite a Vok che ho trent'anni di esperienza più di lei e che quindi pretendo mi venga fornito esattamente cosa voglio sennò niente!"
"Seville non perdere d'occhio nessuno dei nuovi, se vedo qualcosa fuori posto li faccio pentire di essere entrati nella Flotta!"
L'ingegnere capo della Marconi era un fiume in piena: ce l'aveva con tutti e con tutto da giorni... quello che era successo l'aveva colpito nel profondo e quell'animo burbero aveva reagito nell'unico modo che gli dava pace: pretendere ben più del massimo da se stesso e da chiunque nelle riparazioni... non vedeva l'ora di far ripartire la sua bambina.
"E tu Dal che diavolo vuoi?"
"E' sempre un piacere Rekon"
"Se sei venuto qua a farmi perdere tempo puoi tornare da dove sei venuto... ci pensano già i tuoi uomini assieme a quelli di Riccardi... tutta gente che puzza ancora di latte ma che mi impedisce di fare il mio lavoro!"
"E' di questo che volevo parlare"
"Sputa il rospo ragazzo non ho tutto il giorno!"
"Hanno trovato un paio di tecnici messi ko... per quello abbiamo rafforzato la sorveglianza!"
"Ma non possiamo liberarci di quella dannata klingon? Certo sa sparare ma non ne abbiamo bisogno... basti te e noi ci leviamo un problema!"
"Non è detto che sia per lei, i due hanno detto che a stordirli non sono stati dei klingon... quindi occhi aperti!"
"Che ci provino soltanto a toccare la mia nave e li faccio pentire di essere nati non solo loro ma anche le loro madri ed i loro padri per almeno tre generazioni"

DS16 Gamma - 22/04/2395 Ore 10:05- Ospedale della Base - Reparto di Psichiatria - Flashback


Lo studio aveva una forma squadrata su due lati mentre gli altri due con vetrata assumevano un paio di curvature ad esse. Era arredato discretamente ma era decisamente asettico e privo di vitalità.
Seduti dietro ad una lunga scrivania, sgraziata rispetto alla stanza c'erano tre ufficiali psichiatri della sezione medica. Loro compito era valutare lo status psicoattitudinale dell'equipaggio della Marconi, avvallando o respingendo le valutazioni fornite loro dal Consigliere di Bordo Oxila Lightning.
Era appena terminato il terzo incontro col Dottor Kuwano.
Il giapponese, come nelle precedenti occasioni, si era fatto aspettare per una buona mezz'ora, offrendo giustificativi banali senza nemmeno sforzarsi a renderli credibili.
Detestava quei papaveri in uniforme pronti a sputare sentenze, con le loro domande inutili.
Odiava il loro tentativo di tracciare il suo profilo psicologico.
Disdegnava il loro desiderio represso di farsi gli affari degli altri.
Li considerava insulsi ed inutili, la sua idea di medicina era basata sul lato pratico ed efficace non su iperboli mentali e su fantasie psicologiche piene di fronzoli e di giusti approcci verbali nei confronti dei pazienti.
La Marconi non aveva fallito la missione. Era stato quel fanatico di Tylca a distruggere l'arca, ma ormai era tutto passato da tre mesi... il tempo era semplicemente trascorso e la percezione che ognuno poteva provare relativamente allo scorrere degli eventi era irrilevante.
Quei tre dovevano solo decidere chi aveva ancora i nervi saldi per stare a bordo e chi no. Non perdersi in quelle inefficaci domande da strizzacervelli. Fosse stato al loro posto avrebbe concluso da tempo quelle stupide indagini.
Invece no, quei tre si permettevano di mettere in discussione anche le valutazioni fornite dal Consigliere di Bordo e lasciavano tutti a marcire in quella base in attesa di sapere se potevano o meno tornare in servizio effettivo..
* Potrei ricreare un virus geneticamente... un bel virus intestinale! Un lassativo è quello che vi serve. E un nugolo di persone che vi facciano domande sui perché della vita mentre siete piegati in due dal dolore di stomaco *

DS16 Gamma - 06/07/2395 Ore 10:37- Ufficio del Capitano Tomphson - Flashback


"Io continuo a sostenere che con il Capitano Talia tutto ciò non sarebbe successo, dovremmo rivalutare le assegnazioni. A rigor di logica è stato un azzardo mettere un andoriano alla guida della Marconi. La sua indole guerriera ha sicuramente influito sul cattivo esito della missione di salvataggio"
"Come osa? Il mio popolo è fra i fondatori della Federazione così come il suo ammiraglio! Se non mi giudica adatto a ricoprire il mio ruolo mi espliciti le mie colpe, non si permetta di ragionare dietro paraocchi mentali"
"Nessun paraocchi Capitano, i fatti sono abbastanza chiari. Non è riuscito a far fronte alla minaccia. Persino un cargo bajorano ha reagito meglio di lei alla minaccia degli Adesto. E per salvare la pelle dalla propria incapacità si è rifugiato dietro alla Terza Flotta di Andoria al posto di sollecitare ogni aiuto possibile al Capitano Tomphson!"
"E' un'offesa che non le permetto di rivolgermi, qualunque sia il suo grado!"
"SILENZIO!! ORA BASTA!! Contrammiraglio Rivak tenga per lei le sue opinioni. Il curriculum del Capitano Shran è eccellente. Se è stato valutato idoneo dalla Commissione Assegnazioni, il suo parere negativo non andrà ad influire su quella decisione e le ricordo che sono io a guidare questa commissione d'inchiesta. Posso sospenderla seduta stante dal suo incarico!"
A parlare era stato il vice ammiraglio Witeli, un umano di corporatura robusta, dal mento pieno e dai piccoli occhi neri. L'aria era paciosa, sembrava innocuo ed infatti per tutti i mesi di indagine non si era mai scaldato, né aveva alzato la voce. Mai prima di allora.
Era un perfezionista del codice di procedura. Aveva controllato più volte ogni rapporto fornito da ciascun ufficiale della Marconi, più volte esaminato i dati del computer di bordo, del diario del Capitano e di quello del Primo Ufficiale.
Si era fatto un'idea precisa di ciò che era successo, idea avvallata anche da altri due membri della commissione di inchiesta: i contrammiragli Vogan e Krjll. Il primo era un ingegnere bajorano, la seconda una tattica trill. Certo ognuno di loro aveva idee leggermente differenti, ma il succo delle loro relazioni era che al di là di qualche errore più o meno marginale, la contrapposizione di forze era tale che la Marconi non avrebbe potuto fare di più.
Le relazioni tecniche richieste sia al CEO della Marconi sia alla Vok, la Responsabile dell'Ingegneria della base, suffragavano in pieno le valutazioni di Vogan così come le informazioni riportate dai dati di bordo avvaloravano la convinzione della Krjll che la nave si era ben comportata in fase di combattimento.
L'unico parere contrario era quello del contrammiraglio Rivak, l'esperto comportamentista vulcaniano, peccato che col passare degli anni, la sua predilezione verso la propria specie stava diventando una paranoia insopportabile. Nessuno era meglio dei Vulcan. In qualunque campo ed in qualunque momento.
Aveva sottoposto a mesi di sedute di analisi tutto l'equipaggio della Marconi e si era persuaso che dovesse essere sostituito Shran al comando, mettendoci il Vulcaniano Salen.
Il fatto che quest'ultimo non avesse mai avuto un proprio comando, non spaventava affatto Rivak che anzi intendeva sottoporre promozioni a quasi tutti i Vulcan presenti sulla Marconi. Gli unici, a parer suo, che avevano recuperato pienamente dalla tragedia che aveva segnato l'ultima missione della nave federale.
"Posso parlare signori?"
La voce del primo ufficiale della Marconi fu come un coltello che tagliava l'aria resa incandescente.
Il primo a reagire fu ovviamente Rivak che con un 'sorriso' fece segno al suo prediletto di poter parlare.
"La ringrazio per la fiducia contrammiraglio, ma non mi sento pronto per assumere il comando. A rigor di logica, il comportamento del mio attuale superiore si è rivelato ottimale per permettere il completo recupero dell'away team e la sopravvivenza del proprio equipaggio. L'obiettivo era quello di salvare l'Arca degli Allesto ed il CEO Rekon, pur essendo detestabile sotto molti aspetti, ha rischiato la propria incolumità fisica fino all'ultimo pur di ripristinare l'efficienza energetica della nave aliena, in modo tale da permetterle eventualmente di sfuggire all'attacco della sua controparte Adesto. Non era preventivabile il carattere kamikaze del Capitano Tylca. Se il suo piano fosse stato fin dall'inizio la completa distruzione di sé stesso e dei suoi uomini avrebbe provveduto immediatamente allo speronamento dell'Arca. Invece si è ritrovato costretto a ciò grazie alla caparbietà del mio attuale capitano e di tutto l'equipaggio che ho l'onore di guidare come primo ufficiale. Se la colpa del mio superiore è stata quella di voler difendere la specie erede degli Allesto dall'attacco fanatico degli Adesto, allora ne sono colpevole pure io. Pertanto in caso di revoca dal suo incarico del Capitano Shran, chiedo fin da ora il trasferimento. Non intendo assumere il comando"
Il sorriso sul volto di Rivak si era spento quasi subito, lasciando il posto ad un'espressione impenetrabile di fortissimo disappunto.
In compenso, fu il faccione di Witeli ad illuminarsi
"Molto bene Comandante, apprezzo veramente molto il suo intervento. Direi risolutivo... Dichiaro conclusa l'indagine sulla tragedia occorsa nell'ultima missione e dichiaro il completo reinserimento in servizio attivo di buona parte dell'equipaggio della Marconi, con l'eccezione del personale già comunicato in precedenza."
Il Capitano Shran fece per parlare, ma Witeli lo interruppe immediatamente con un gesto secco:
"Il Tenente JG Wyandot sarà dei vostri, Capitano. Ma dovrà seguire alla lettera le indicazioni del Consigliere di Bordo. Il suo stato di servizio è molto buono e pertanto non intendo privarla di un ottimo timoniere. Ciò non toglie che fra gli ufficiali sia quello che maggiormente sta faticando a riprendersi, per via del suo carattere particolarmente sensibile e della sua giovane età."
"Grazie ammiraglio"
"Non servono i ringraziamenti. Avete fatto il vostro dovere. Mi aspetto quanto prima di vedere la Marconi prendere il volo e ricominciare la sua missione di esplorazione nel settore 15 Lambda. In libertà!"

Settore 15 Lambda - USS Marconi - Plancia - 24/07/2395 Ore 11:21


"Capitano, rilevo alcune anomalie provenienti da un pianeta nel raggio dei sensori".
"Anomalie di che tipo Comandante Berthier?"
"Le letture non mi paiono corrette... ci sono forti sbalzi che compromettono una completa mappatura della situazione"
"Signor Keane avvii una diagnostica sui sistemi sensori, prima di avvicinarci ulteriormente a quel pianeta."
"Ricevuto Capitano"
"Signor Berthier di cosa possiamo essere certi al momento?"
"Si tratta di un pianeta dall'atmosfera apparentemente abitabile, di tipo roccioso, che orbita attorno ad una sola Stella... una nana rossa direi, di dimensioni simili a SOL forse più massiccia. Sicuramente più brillante e notevolmente più vecchia. I sensori indicano un approssimazione di circa un miliardo d'anni. I raggi sembrano surriscaldare la superficie di quel pianeta ben oltre i livelli di guardia e ciò genera dei campi elettromagnetici di interferenza che possono interferire sui sensori, sebbene ritengo che non sia quello il problema"
"Si spieghi meglio"
"I sensori sembrano disturbati da qualcosa, così come qualunque tipo di connettività presente sul pianeta pare bloccata... da una prima indagine potrei azzardare che il pianeta sia abitato, ma qualcosa mi impedisce di svolgere indagini più approfondite... e non riesco a capire se sia un problema tecnico o qualcosa di diverso".
"Capitano?"
Era la voce di Tara.
"Confermo che abbiamo un problema ai sensori. Rilevo anomalie. Ho già avvertito una squadra della mia sezione ed allertato la sala macchine"
=^= Rekon a Plancia. Qualche idiota su DS16 Gamma ha fatto qualche modifica non autorizzata da me... stiamo perdendo potenza! E ci sono difformità energetiche un po' ovunque nel circuito EPS! =^=
Shran fece segno di chiudere la comunicazione quando dal comunicatore iniziarono ad uscire solo più una serie crescente di improperi che persino il traduttore universale della nave si rifiutava di riportare.
Ad accrescere la preoccupazione ci pensò la voce di Chuck:
"Ca... ca... capitano... la nave sta perdendo quota... siamo in stasi e non riesco a governarla! Non risponde ai comandi!"


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13.01 - Il coraggio dei senza volto

Autore: Tenente JG Charles "Chuck" Wyandot

Sala macchine - USS Marconi - 24/07/2395 Ore 11:21


Il guardiamarina Jekal serrò i denti in un ringhio dovuto allo sforzo, sentì la schiena che scricchiolava pericolosamente e per un attimo temette di crollare, lasciando che il grosso macchinario cadesse schiacciando il Capo Ingegnere della Marconi. Lui non aveva conosciuto direttamente gli Allesto, ma si era unito al grido d'angoscia, di tutti i membri dell'equipaggio, quando l'Arca era esplosa. Gli sembrava ancora di sentire fra le sue braccia il Tenente Seville, mentre la teneva ferma dopo lo scoppio di rabbia del vice capo. L'aveva tenuta stretta a se, non solo per lei, ma anche per se stesso, per non pensare alla morte di tutti quegli esseri. Per alcuni secondi lei si era abbandonata a lui sull'orlo delle lacrime, poi si era ripresa ridandosi un contegno e riprendendo immediatamente a lavorare.
Lui non c'era riuscito, aveva sentito quella rabbia per tutti i mesi successivi e l'aveva tenuta a stento sotto controllo non riuscendo a sfogarla... o a piangere.
Era stato anche dal consigliere, come tutti del resto. Ma la rabbia rimaneva.
Ora quella rabbia gli era servita. Il Capo Rekon aveva ordinato a tutti di uscire dalla sala macchine per paura di esplosioni, mentre si distendeva sotto i motori per l'ennesimo miracolo che, forse, li avrebbe salvati. Ma Jekal aveva visto l'argano di manutenzione che si staccava dal suo sostegno a causa delle violente vibrazioni e rischiava di schiacciarlo. Senza pensarci l'aveva afferrato e, ruggendo come un leone inferocito, aveva arrestato la sua caduta. Fra trecento chili di metallo e il testardo tellarite c'erano solo lui e la sua rabbia.

Il Marinaio di seconda classe Mariucci era terrorizzato. Provava quel terrore da quando l'Arca era esplosa e si era reso conto che fra lui e la morte c'erano solo pochi centimetri di duranio. In quei sei mesi di riparazioni alla base stellare, il terrore non si era affievolito, ma era solo aumentato. Non riusciva nemmeno più a guardare fuori dai finestroni della stazione e non era più andato al bar di prora per non trovarsi davanti quelle finestre panoramiche. Il suo terrore era filtrato in tutti gli aspetti della sua vita, tanto che alla fine si era deciso a preparare una lettera di richiesta di congedo per tornare sulla terra. Non aveva però ancora avuto tempo di inviarla e si era visto costretto a imbarcarsi di nuovo sulla Marconi quando questa aveva lasciato il bacino di manutenzione. E il suo terrore era tornato ad aumentare sempre di più, fino al momento attuale, quando la nave in avaria aveva abbandonato l'orbita del pianeta e si apprestava a schiantarsi al suolo. Sarebbero morti e tutto sarebbe finito.
Poi Resed l'aveva spinto di lato e si era gettato in scivolata sotto i motori insieme al capo ingegnere. Non faceva nient'altro che passare gli attrezzi giusti al momento giusto. Si bruciava con le scintille emesse dal saldatore e subiva gli insulti del suo mentore che gli urlava di andarsene senza però fare una piega, ma facendo guadagnare a Rekon quell'attimo in più che poteva servirgli per compiere il miracolo. Sopra di loro, il caitiano dalla pelliccia nera di nome Jekal, stava sorreggendo il macchinario che rischiava di ucciderli soffiando come un gatto inferocito. Quando capì che fra lui e la morte c'era ben più di pochi centimetri di duranio, era ormai a fianco del guardiamarina ringhiando per lo sforzo. Fra Mariucci e la morte certa c'era, e ci sarebbe sempre stato, l'intero equipaggio della Marconi.


Plancia - USS Marconi - 24/07/2395 Ore 11:26


Il tenente Xo guardava atterrita lo schermo principale. Dalla sua posizione, così vicina allo schermo, le sembrava di essere lei a cadere nel vuoto verso morte certa. Si trovava in plancia per puro caso, la sua provvisoria assegnazione agli approvvigionamenti della nave, l'aveva sempre tenuta lontana dall'azione e dopo aver assistito alla distruzione dell'Arca, pensava di far domanda per quella assegnazione in via definitiva, anche se questo voleva dire gettare un'ombra di disonore sulla sua famiglia su Andoria. Una figlia addetta al magazzino della nave? Suo padre, soldato figlio di soldati, l'avrebbe disconosciuta per la sua codardia. Ma la sua non era paura di morire.
Aveva visto l'impotenza di tutti mentre la corrazzata Adesto aveva speronato l'Arca uccidendo tutti gli Allesto e vedendo quella scena aveva compreso la futilità dell'esistenza.
Nei mesi successivi aveva incrociato spesso il comandante Keane. Il Capo Operazioni non controllava quasi mai il reparto addetto agli approvvigionamenti, un po' perchè si fidava del resposabile, un po' perchè era un lavoro talmente banale che non era necessaria nessuna qualifica per farlo funzionare. Ma dopo quel terribile giorno Tara si era mossa in ogni angolo e anfratto del suo campo di competenza e Xo sapeva perchè. Si era sentita impotente come lei e come tutti quelli della Marconi, perchè nessuno aveva potuto fare niente. Come adesso.
Era a pochi passi dalla console del timone quando aveva sentito la comunicazione dalla sala macchine e la successiva risposta spaventata del giovane timoniere. Molti fra i più giovani ritenevano il giovane Wyandot un raccomandato. Un giorno era all'accademia e il giorno dopo era su una delle ammiraglie della flotta stellare. Il suo curriculum pieno di lacune e il conteggio minimo delle ore di volo nei simulatori, non facevano altro renderlo ancora più sospetto agli occhi dell'equipaggio. Certo si era dato da fare da quando era a bordo e, nonostante gli ufficiali di plancia mostrassero molto rispetto per le sue fantomatiche capacità, il giovane non si era mai vantato o mostrato segni di superiorità verso i colleghi. Strano per un raccomandato.
Adesso Xo attendeva il suolo e la successiva esplosione della nave in maniera rassegnata. Sapeva che nessuno poteva farci niente, tutti erano impotenti.
Poi una scintilla di luce illuminò quel buio di depressione in cui era caduta.

Il Capitano Shran era scattato in piedi urlando ordini e tutti sembravano danzare attorno a lui. Riusciva a sentire quello che diceva ma non capiva. Era come se la depressione l'avesse resa sorda a tutto. Quando i primi scossoni sconquassarono la nave vide qualcosa che non si aspettava. Gli occhi di Shran erano due schegge di risolutezza. Se la forza di volontà avesse potuto sconfiggere le leggi della fisica e tenere in orbita la nave, di certo quell'uomo ci sarebbe riuscito.
Si sentì trascinare dalla determinazione del suo capitano e tutto riscquistò chiarezza. Keane, sfruttava le sue conoscenze della nave per proteggere ogni membro dell'equipaggio tramite campi di contenimento e nel contempo apriva i portelli degli hangar per permettere alla nave di rallentare la sua caduta, grazie alla fuoriscita esplosiva dell'aria e al maggior attrito.
Dal, il capo della sicurezza, sembrava ignorare completamente quella palla incandescente in cui si era trasformata la sua nave a causa dell'attrito con l'atmosfera. Non era di sua competenza salvare la nave, si fidava ciecamente degli altri e avrebbero pensato loro a fare tutto il necessario, lui sembrava più un predatore in caccia. Stava cercando qualcosa o qualcuno, ma Xo non avrebbe saputo dire chi o che cosa. Aveva solo la sensazione che qualsiasi cosa cercasse l'avrebbe trovata e poi la Marconi sarebbe stata al sicuro.
Durani, la nuova arrivata, mormorava una canzone funebre klingon, ma nonostante questo si stagliava ancora più fiera e risoluta alla sua postazione. Stava sparando siluri disperdendoli nell'atmosfera come se tentasse di distruggere il pianeta prima di fare una fine ingloriosa. Xo non capiva perchè lo stesse facendo, ma nessuno sembrava dirle di smettere. I suoi occhi ardevano di furia guerriera, velati da qualcosa che poteva solo essere concentrazione assoluta. Non erano colpi a caso, la giovane andoriana ne era certa.
Un nuovo scossone e Xo perse l'equilibro. Il timoniere l'afferrò al volo senza smettere di guardare la console di navigazione, si limitò a tenerla finchè la giovane istintivamente non afferrò la poltrona su cui era seduto. La navigazione non era la sua materia, conosceva solo le basi come tutti, e quello che il giovane tenente stava facendo era impossibile. Quel balbettante raccomandato stava sfruttando tutto quello che gli altri gli stavano fornendo per rallentare la nave. Decompressioni, forza cinetica delle esplosioni, l'aria stessa del pianeta che stava cavalcando come se fosse su una tavola da surf. La Marconi si rifiutava di arrendersi, il Capitano e tutti gli ufficiali superiori si rifiutavano di arrendersi, la stessa Xo serrò le mani sulla poltrona e si rifiutò di arrendersi.


Sala macchine - USS Marconi - 24/07/2395 Ore 12:45


Jekal si sentiva morire. Aveva dolori in parti del corpo che non credeva di avere... persino alla coda. Era riuscito a reggere tutto quel peso solo grazie a Mariucci che era apparso all'improvviso accanto a lui. Dopo quelle che sembravano ore, ma che in realtà erano solo pochi minuti, il capo ingegnere e il suo pupillo erano intervenuti aiutandoli a riaddirizzare l'argano mentre Rekon sbraitava al comunicatore che i motori erano di nuovo online.
Appena il peso era sparito si era accasciato a terra senza nemmeno il fiato per parlare. Da quella posizione vedeva solo piedi che si muovevano ovunque ma non gli importava molto, la nave era salva per il momento e lui aveva finalmente sfogato tutta la sua rabbia.
Qualcosa si mosse nel suo campo visivo. Era un marinaio bajoriano salito in sostituzione da DS16. Non ricordava il nome, ma non gli piaceva il suo odore. Era accucciato vicino ad un condotto del plasma, una sezione che non centrava niente con il guasto che avevano subito. La cosa che lo insospettiva era che sembrava muoversi furtivo... qualcosa non andava. Cercò di chiamare qualcuno ma era sfinito. Riusciva a malapena a muovere un braccio, l'altro sembrava essere inutilizzabile. Un paio di volte arrancò per afferrare le uniche gambe che aveva a portata di mano, non importava di chi fossero, ma sentiva l'urgenza di dirlo a qualcuno. Afferrò il pantalone della divisa ma l'uomo che li indossava non sembrò interessarsi a lui. A mali estremi, estremi rimedi. Gli artigli di Jekal affondarono nel polpaccio di Mariucci che si voltò a guardarlo. Un ultimo sforzo e il caitiano gli indicò il sospetto.

Mariucci per la prima volta da mesi non sentiva più il terrore attanagliargli le viscere. Si rese conto che la vicinanza dei suoi colleghi lo rassicurava. Si sentiva come un lupo in mezzo al suo branco. Sentiva che era quello il suo posto, la morte poteva arrivare ovunque: sulla Marconi, su DS16 e persino sulla Terra. Doveva solo decidere di affrontarla insieme agli altri e lottare. La sola colpa della morte degli Allesto erano i loro nemici, non era il destino, solo la follia. Lui poteva solo vivere e godersi le cose belle e piangere le cose brutte. Avere paura si, ma non provare quel terrore assurdo che l'aveva attanagliato fino ad oggi.
Il dolore alla gamba gli fece abbassare lo sguardo. Jekal gli aveva infilato gli artigli nel polpaccio per richiamare disperatamente la sua attenzione. Si domandava come quel caitiano riuscisse ancora a muoversi, il Capo Rekon, che gli aveva dato un'occhiata mentre gli altri chiamavano l'infermieria, aveva detto che doveva essersi strappato qualsiasi tendine o muscolo che avesse in corpo per reggere quel tremendo peso da solo. Eppure era li, quasi svenuto dal dolore che indicava in direzione opposta a dove era concentrata l'attenzione di tutti.
Mariucci si voltò. Il nuovo marinaio, Jabin, un bajoriano silenzioso salito a bordo da DS16 in sostituzione di alcuni membri dell'equipaggio, stava armeggiando con i condotti al plasma in un'area in cui uno come lui non doveva entrare e soprattutto in un momento come quello in cui il guasto era altrove.
L'unica cosa che fece fu gridare un 'Ehi tu!', troppo stanco per fare altro. Il bajoriano si voltò stringendo un cacciavite sonico e un piccolo phaser fuori ordinanza. L'adrenalina iniziò di nuovo a pompare nel corpo di Mariucci senza questa volta portarsi dietro anche il terrore. Con lucidità osservò la mano armata di phaser puntare contro di lui, ma poi il traditore sembrò cambiare idea e puntare verso la schiena del capo ingegnere. Il giovane marinaio si buttò nel mezzo senza pensare sapendo di non aver la forza di spostare la mole del grosso tellarite. Ormai è fatta si disse guardando il ghigno del bajoriano.

Il phaser volò via prima di sparare. Dal apparve dal nulla. rrivato probabilmente con un ascensore secondario fuori vista, si era gettato nel vuoto scavalcando la ringhiera. Atterrato come un gatto proprio davanti all'uomo armato, aveva piroettato su se stesso colpendo con un calcio l'arma che svanì fra i macchinari. Il bajoriano si gettò su di lui come una furia colpendolo a sorpresa con un gancio di sospensione idraulico, ma fu l'unica cosa che riuscì a fare prima che il capo della sicurezza lo trasformasse in gelatina con due colpi ben assestati.
Mariucci sentì una mano sulla spalla e un grugnito di Rekon come ringraziamento, poi si accorse che la sua gamba stava sanguinando copiosamente e si accasciò a terra.
"Scusa..." borbottò Jekal accanto a lui. Mariucci sorrise e fece spallucce "Per così poco?"


Plancia - USS Marconi - 24/07/2395 Ore 12:50


Xo poggiò la mano sulla spalla del giovane timoniere. Erano tutti e due sudati come se avessero corso per dei chilometri. Era solo grazie alla giovane andoriana se Charles aveva individuato forse l'unico oceano del pianeta. Anche se lei aveva solo visto un riflesso del sole su quello che sembrava uno specchio d'acqua, si sentiva come se avesse contribuito a salvare la nave. Non si sentiva più impotente finalmente e l'idea di rimanere in un magazzino polveroso fu accantonata.
Il giovane era riuscito a fare l'impensabile rallentando la nave il più possibile prima che dalla sala macchine comunicassero il ritorno online dei motori, ma ormai era troppo tardi per scampare alla gravità, seppur ridotta, del pianeta. Con destrezza aveva fatto quanto poteva per raggiungere l'oceano e far ammarare la mastodontica nave. Adesso stavano lentamente inabissandosi ma sembrava che i guai, anche se non finiti, fossero per il momento diminuiti.
Il comandante Keane continuava imperterrita a tenere la nave al sicuro lottando con le unghie e con i denti. I sistemi di integrità strutturale e gli scudi furono potenziati al massimo. Il Capitano sembrò disinteressarsi della situazione passando subito ad altro, sicuro che il suo capo operazioni avrebbe fatto quello che era necessario.
Dal era sparito senza che Xo se ne accorgesse e Durani sembrava annoiata e in attesa di fare qualcosa. Charles guardava la mano che aveva sulla spalla e il viso di Xo come se fosse la prima volta che vedeva un'andoriana... o una donna qualsiasi.
"Sei stato eccezionale..." si sentì dire, come se volesse scusarsi per aver pensato male di lui e volesse in qualche modo premiarlo per aver salvato la nave.

Il giovane avvampò come un faro nella nebbia.


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13.02 - Spiaggiati

Autore: Tenente Comandante Tara Keane

USS Marconi - Plancia - 24/07/2395 Ore 18:00


Il pericolo di schiantarsi su quel pianeta sconosciuto era stato evitato all'ultimo secondo.
Certo si erano inabissati in quel caldo oceano verdastro per alcuni minuti ma, Rekon e i suoi uomini, erano riusciti a trovare quel po' d'energia sufficiente per uscire da quel liquido, che essendo a base di acido non era il massimo per lo scafo della Marconi.
Adesso, la sagoma lineare e metallica della nave stellare faceva uno strano contrasto con quell'antico paesaggio, arido e pianeggiante, su cui Shran aveva deciso di "parcheggiarla". Il Capitano non si sentiva per niente tranquillo con la nave su quella pianura assolata, completamente allo scoperto, ma non avendo avuto modo di sapere se il pianeta era abitato o no, almeno in quella parte di deserto sperava di non incontrare nessuno. Dopo l'ultima esperienza non aveva voglia di affrontare un altro primo contatto non desiderato. Aveva dato la precedenza alle riparazioni: gli bastava il minimo per tornare in orbita e far funzionare gli scudi.
Shran si guardò intorno: in plancia era rimasta Durani, con l'ordine di monitorare le vicinanze e Berthier che coordinava la Tattica, con quel poco che i sensori riuscivano a leggere per colpa di quel forte campo magnetico emesso dal pianeta. Salen alla postazione OPS, lasciata libera da Keane, che si era catapultata in Sala Macchine per aiutare con le riparazioni e il secondo di Wyandot, cui aveva concesso qualche ora di riposo, poiché spiaggiati com'erano, le sue capacità erano del tutto inutili.
Dal era in Infermeria, dove le sue attenzioni erano tutte per l'attentatore Jabin, che grazie alle "amorevoli cure" di Kuwano, si stava riprendendo dai colpi ricevuti dal capo della sicurezza della Marconi. Dal sapeva di aver esagerato, ma quel traditore era andato così vicino a eliminare lui e tutti i suoi compagni, che era stato preso da un eccesso di rabbia e Keiji aveva faticato per rendere presentabile il bajoriano, prima che il Capitano arrivasse per l'interrogatorio.
"Come sta?" chiese al medico senza distogliere lo sguardo.
"L'hai quasi ucciso questo verme, ma non avevo voglia di vedere qualcuno tirare le cuoia, dopo che abbiamo evitato un disastro: tra qualche minuto si riprenderà. Fammi vedere?" rispose il nipponico prendendo il mento di Dal tra indice e pollice e facendogli girare di lato la faccia, quindi urlò "Infermiera: perché nessuno si è occupato della testa di quest'uomo?" e cominciò ad armeggiare col suo tricorder, lì dov'erano.
"Non è niente, non prendertela con lei, sono io che non ho voluto."
"Bravo e complimenti per la tua nuova specializzazione in medicina traumatica: cosa ti ha fatto decidere che non avevi bisogno di cure? Sei un idiota: hai un trauma cranico con i fiocchi e dovresti stare in riposo, non qui a fare il cane da guardia a questo pazzo!"
Dal ascoltò la ramanzina del Dottore e quando si fu sfogato, gli disse:
"Hai ragione, scusami. Ma non posso, anzi non voglio lasciare solo questo traditore, sino a che non mi dirà perché voleva ammazzarci tutti."

USS Marconi - Plancia - 24/07/2395 - Ore 18:30


Shran era nel suo ufficio intento a leggere i dati sullo stato delle riparazioni della nave, quando l'addetto alle comunicazioni lo chiamò.
=^=Capitano ricevo una chiamata dalla Fearless=^=
=^=Molto bene: me la passi subito!=^=
=^=Capitano, qui il Comandante Garcia a comando della USS Feraless.=^=
=^=Salve Comandante=^= rispose l'andoriano di rimando
=^=Capitano, abbiamo delle novità da comunicare. Prima cosa abbiamo trovato il colpevole di quello che vi è successo. Si chiama...=^=
=^=Si chiama Jabin ed è di Bajor?=^=
=^=Sì Capitano, è esatto. L'avete trovato? Ce l'avete a bordo della Marconi?=^= rispose Manuela con una espressione di assenso. Quell'andoriano le piaceva proprio...
=^=Sì signor Garcia. Ce l'abbiamo al sicuro, i miei uomini stanno cercando di interrogarlo ma per il momento senza successo.=^=
=^=Bene, adesso veniamo al punto più interessante. Pare che il nostro uomo abbia passato diverso tempo nello stesso settore in cui vi trovate voi... Su Deep Space 16 pensano che da quelle parti ci possano essere dei complici. Anche io penso la stessa cosa, anzi, per quanto mi riguarda il nostro uomo potrebbe anche far parte di una organizzazione criminale. Le passo le coordinate precise del pianeta in questione.=^=
Dopo pochi istanti di attesa, l'ufficiale al timone della Marconi ricevette le coordinate, Manuela vide un'espressione di sorpresa negli occhi di Shran:
=^=Comandante, queste sono le esatte coordinate in cui siamo atterrati noi... Mi sta dicendo che casualmente siamo finiti nella tana del leone?=^=
=^=E' probabile Capitano, tenga gli occhi aperti quindi mi raccomando. Noi al momento manterremo la curvatura 9 fino a destinazione, e sperando di non avere problemi dovremmo essere da voi tra 3 giorni e 20 ore.=^=
=^=Bene Comandante, credo che noi per il momento non andremo da nessuna parte...=^= Shran chiuse la comunicazione con un sorriso amaro ma che fece colpo sulla donna al comando della Fearless.

USS Marconi - cella detenzione 1 - 24/07/2395 Ore 19:00


Il bajoriano Jabin, seduto sul letto della cella con il capo chino, continuava a ripetere una litania, dondolandosi lentamente avanti e indietro, ormai da mezz'ora, cioè da quando Kuwano l'aveva dichiarato stabile e dimesso dalla sua infermeria.
Dal, di guardia davanti all'ingresso della cella si era stancato di osservare la scena: non sarebbe stata di certo qualche preghiera ai Profeti che l'avrebbero salvato. L'accusa era tra le peggiori che un'ufficiale della Flotta potesse subire: tradimento!
E almeno in tre l'avevano visto mentre cercava di portare a termine quello che i suoi complici avevano progettato, in altre parole la distruzione della Marconi. Non avevano fatto i conti però con le capacità del suo equipaggio di reagire tempestivamente alle situazioni più disperate e alla loro capacità di porvi rimedio.
Shran entrò nell'area detentiva seguito da Durani e si fermò davanti alla cella N°1:
"Capitano la stavo aspettando: non ho voluto toglierle il privilegio d'interrogarlo."
"Grazie Dal. Jabin !" disse Shran cercando l'attenzione del bajoriano, che però non pose fine alle litanie.
"Jabin, adesso basta. Non sono disposto a tollerare questo suo atteggiamento: è finita, l'abbiamo scoperta e il suo piano è fallito. Mi dica il perché e chi sono i suoi complici a Deep Space 16!" e nella sua voce si leggeva la collera verso quell'uomo che aveva tradito tutti valori su cui aveva fondato la sua vita.
Jabin, come scosso da quel richiamo perentorio, tacque all'istante e smise di dondolarsi, alzò lo sguardo verso l'andoriano e con un filo di voce disse: "Mi dispiace."
Durani fu sorpresa da questo pentimento, di cui dubitava fortemente.
"Se le dispiace allora confessi, dica chi sono i responsabili e forse riceverà clemenza al processo." Incalzò Shran cercando di mantenere un tono più conciliante.
Jabin si alzò e si avvicinò alla barriera invisibile che lo teneva rinchiuso nella sua cella.
"No Capitano: mi dispiace d'aver fallito. Ma dopo di me i Profeti ne manderanno altri, fino a che la nostra causa non trionferà e Bajor non tornerà ai bajoriani!"
"Cosa sta dicendo? Bajor è già dei bajoriani!" intervenne Dal che, vista la sua metà bajoriana, si sentiva maggiormente coinvolto.
"Non ho niente da aggiungere sennonché sono pronto ad accettare il castigo che merito per il mio fallimento." Disse Jabin e con fierezza si rimise seduto e riprese le litanie.
"Ehi tu come osi, ti caverò fuori tutto quello che sai ..." Dal stava per entrare nella cella, pronto a qualsiasi sistema per estorcere informazioni dal prigioniero ma Shran lo fermò.
"Fermò Dal, in questo momento non otterremo nulla da lui: è convinto di aver avuto ordini direttamente dai Profeti e lei sa bene che, contro certe convinzioni religiose, non c'è niente che si possa dire per riportarlo alla ragione."
"Capitano me lo lasci per qualche minuto: conosco dei sistemi cui non saprà resistere." Disse Durani, fremente per lo sdegno di aver di fronte il traditore.
"No Tenente, non ci sporcheremo le mani del suo sangue ignobile. Non appena torneremo operativi lo riporteremo alla Base e se ne occuperà la Flotta ed io farò in modo che ottenga la massima pena. Andiamo, torniamo ai nostri doveri: signor Dal voglio che sia costantemente sorvegliato, non vorrei che cercasse di sottrarsi al castigo dei suoi Profeti!"

USS Marconi - Sala Macchine- 25/07/2395 Ore 03:10


Rekon era ormai esausto, l'età avanzata e lo sforzo compiuto ore prima per salvare la nave, l'avevano come svuotato da ogni energia, ma non voleva, anzi non poteva cedere alla stanchezza. Per fortuna la Keane si era unita alla sua sezione, rispolverando le sue capacità ingegneristiche, mettendo mano a diversi guasti e, in più, organizzando le squadre per le riparazioni in maniera impeccabile, così che finalmente la nave era tornata in sicurezza. Certo c'era ancora molto lavoro, ma se il Capitano lo avesse ordinato, sarebbero potuti tornare in orbita in qualsiasi momento, anche se, per la curvatura ci sarebbe voluto del tempo e, sempre che qualcuno non avesse colto il loro SOS e portato dei pezzi di ricambio, avrebbero dovuto accontentarsi della velocità a impulso. Il vecchio tellarita guardò i volti dei suoi uomini e un po' si compiacque di se stesso, perché anche tutti quei giovanastri erano stanchi e provati, ma nessuno cedeva di un passo. Si rivolse quindi a Tara:
"Ragazza, vieni qua."
La mezza klingon lasciò il terminale che stava riparando e gli si avvicinò.
"Che c'è vecchio?" rispose, certa che nessuno si sarebbe preso la libertà di rivolgersi a lui in quel modo, mentre lei se l'era guadagnato, tenendogli testa a una gara di mu'QaDves, tradizionale guerra d'insulti Klingon, in cui Rekon si era contraddistinto con onore, ottenendo il rispetto anche di Durani, che aveva fatto da giudice alla gara.
"La situazione ormai è sottocontrollo e questi pivellini sono allo strenuo delle forze: è il caso di rallentare e di cominciare a mandare qualcuno a riposare. Qualche ora di sonno non farà che bene." Tara si guardò intorno e, anche se lei sopportava bene la fatica grazie alla sua metà Klingon, capiva cosa voleva dire il vecchio Capo Ingegnere.
"Hai ragione: ci penso io e tu, sarai tra i primi ad andare." Rekon fece finta di protestare, ma la debolezza delle sue proteste, le fece capire quanto fosse stanco il tellarita e, mentre lo guardava uscire dalla Sala macchine, le venne in mente suo padre, invecchiato precocemente ai tempi del dolore per la morte di suo fratello. Scacciò dalla mente quell'immagine e si riconcentrò su quello che c'era da fare, certa che, come suo padre, anche Rekon si sarebbe ripreso alla grande.

Pianeta Leinos III - Emisfero Sud - Rifugio sotterraneo 25/07/2395 ore 07.35


La squadra di ricognizione era appena rientrata alla base e Jira Theris li attendeva nel suo ufficio: purtroppo le forti onde elettromagnetiche emesse dal pianeta, che lo rendevano un perfetto rifugio per la difficoltà dei sensori di penetrarlo, obbligavano altresì a doversi esporre fisicamente con missioni a terra, per accertarsi della situazione.
E al momento la situazione non era certo quella che avevano progettato. La nave federale avrebbe dovuto esplodere al contatto con l'atmosfera del pianeta, non lasciando testimoni di quello che così pazientemente avevano organizzato. E il martire, che avevano infiltrato tra l'equipaggio, con il compito di assicurarsi che il piano si attuasse o era stato scoperto o, alla fine, aveva tenuto più alla sua vita, che alla causa di Bajor Libero. Se fosse stato così, si sarebbe premunita di fargliela pagare personalmente: la vigliaccheria era dei deboli e non c'era posto per la debolezza, se volevano riuscire nel loro intento.
Pochi istanti dopo la porta dell'ufficio si aprì, lasciando entrare due dei suoi uomini più fidati, ancora in tenuta da ricognizione.
"Allora com'è la situazione?"
"Pessima: la Marconi è sulla pianura di Therios ed esternamente non ha subito danni importanti."
"Siete riusciti ad avvicinarvi abbastanza da poter usare i sensori a corto raggio potenziati?"
"Non abbastanza perché hanno messo uomini di guardia all'esterno della nave e siamo dovuti restare dietro le alture per non farci sorprendere. Sembra però che non abbiano fretta di lasciare il pianeta: forse non possono!"
"O forse stanno aspettando i rinforzi!" disse Theris "quindi dobbiamo agire il prima possibile: certo così individueranno prima i responsabili dell'esplosione e ci metteranno meno tempo a capire chi c'è dietro, ma ormai siamo pronti ed è ora di dare il via ai giochi!"


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13.03 - Mi verranno a cercare!

Autore: Capitano Shran del clan Mira

USS Marconi - Ufficio del Capitano - 25/07/2395 ore 07.00


Il Capitano non aveva chiuso occhio per tutta la notte.
Pensava a come agire.
Quando il giorno prima in plancia era giunta la comunicazione del Comandante Garcia che lo informava del fatto che fossero ammarati sullo stesso pianeta che ospitava quei terroristi, nessuno dei suoi Ufficiali superiori era presente: anche la stessa Durani, che non aveva mai lasciato il suo posto in plancia, in quei minuti si era allontanata per andare a controllare la situazione in sala macchine. Questo gli aveva dato la possibilità di riflettere da solo sul da farsi. Aveva passato in rassegna diverse ipotesi, tra cui anche quella di aspettare che arrivassero i rinforzi. Ok, sarebbe stata la soluzione più logica e di certo quella che avrebbe tenuto il suo equipaggio più al sicuro possibile, ma non era nella sua indole rimanere con le mani in mano. La Fearless sarebbe arrivata tra tre giorni, e quell'attesa l'avrebbe distrutto.
Decise quindi di convocare tutti i suoi ufficiali per una riunione, era prima di tutto necessario mettere al corrente i suoi uomini sulla situazione, dopodiché avrebbero studiato insieme una strategia... anche se lui aveva già in mente cosa fare.

USS Marconi - Sala Riunioni - 25/07/2395 ore 08.30


Tutti gli ufficiali superiori erano accorsi puntuali alla riunione indetta dal capitano per quella mattina. Erano tutti molto provati, in primis la Keane che era rimasta sveglia per tutta la notte a lavorare in sala macchine.
Shran era seduto al suo posto nella parte stretta del tavolo ovale che la Marconi aveva a disposizione per la sala riunioni. Aspettava pacifico che tutti prendessero il proprio posto, e fu piacevolmente sorpreso di vedere il Capo Operazioni scambiarsi un occhiolino di amicizia con il duro tellarita. Sorrise leggermente.
"Bene signori, vedo dalle vostre facce che avete lavorato sodo..." disse Shran incrociando gli sguardi di tutti i suoi uomini
"Signor Rekon cove va la Sala Macchine?"
"Capitano, la Marconi è di nuovo operativa. Possiamo riprendere quota anche adesso. Ancora manca la curvatura. Per quella dobbiamo aspettare di mettere le mani su dei pezzi di ricambio ma la propulsione ad impulso è all'92% della sua efficienza."
"Molto bene... per il momento vorrei rimanere qua sul pianeta però. Quanto può durare lo scafo a contatto con l'acqua acida del lago?"
"Capitano - rispose prontamente il Capo Ingegnere - al massimo altri tre giorni! Non un minuto di più!"
Shran fece segno di approvazione e disse che tra tre giorni sarebbe anche arrivata la Fearless con i rinforzi e soprattutto con i ricambia che aspettavano.
Dopo aver ascoltato i rapporti di tutti i suoi Ufficiali, Shran prese la parola per spiegare a sua volta quello che la Garcia le aveva detto il giorno prima e cioè che là su quel pianeta, nascosta da qualche parte, probabilmente c'era la base di una vera e propria organizzazione criminale a cui il loro prigioniero poteva far parte.
A queste parole Dal, visibilmente agitato, stava per prendere la parola ma il capitano lo interruppe subito con un gesto della mano: "Nessuno è ancora certo di niente. Sappiamo che Jabin ha passato diverse settimane qua su Leinos III e che sicuramente non ha agito da solo. Su Deep Space 16 non hanno ancora scoperto nulla in più rispetto a quanto vi ho detto. Per quanto ne sappiamo noi, Jabin potrebbe essere anche un pazzo che ha deciso di agire da solo." Puntualizzato questo, con un gesto del viso, Shran ridiede la parola al Tenente Dal che fremeva visibilmente per poter parlare.
"Capitano! Quel delinquente che abbiamo in cella qua sulla Marconi ha detto di aver agito per conto dei Profeti e che i Profeti lo aiuteranno fino a che la NOSTRA causa non trionferà. Ha parlato al plurale, sicuramente si tratta di un gruppo armato! E noi dobbiamo andare là fuori a stanarli, TUTTI!"
"Signor Dal si calmi. Io sono perfettamente d'accordo con il suo punto di vista, ma dobbiamo rimanere calmi, tutti, e lei deve cercare di non farsi coinvolgere troppo da questa faccenda..."
Questo di non farsi coinvolgere in prima persona era una delle frasi che più odiava dire da quando era diventato Capitano. Certo ne capiva e ne accettava il significato: un membro di equipaggio coinvolto per motivi personali in una questione di sicurezza non si rivela mai efficiente alla riuscita della missione, ma dal lato umano capiva che era impossibile cercare di tenere fuori i propri sentimenti dal lavoro. Lui da andoriano a volte faceva molta fatica a farlo. Ma si deve imparare, e se il suo Tenente non lo avesse capito, glielo avrebbe ripetuto con più convinzione...
"Capitano! Come può pensare che io non sia coinvolto in questa cosa? Sono per metà Bajoriano se lo ricorda? Quel bastardo sta mettendo in pericolo la vita dei bajoriani stessi oltre che aver messo in serio pericolo la nostra! Non crederà mica che il mio lavoro verrà condizionato da questi eventi... spero..." Dal dall'impeto e dalla rabbia si era addirittura alzato in piedi...
*ecco la classica reazione di quando si chiede a qualcuno di non farsi coinvolgere* pensò Shran ironico e riprese la parola questa volta con un tono decisamente più perentorio rispetto a quello che aveva avuto qualche istante prima.
"Tenente, si segga. Da quello che vedo lei sta già condizionando il nostro ed il suo lavoro."
Il mezzo bajoriano non si era neanche accorto di essersi alzato e tornò seduto con un visibile gesto di stizza.
"Signori, ho indetto questa riunione perché ho deciso di mandare delle pattuglie fuori a monitorare la situazione e volevo chiedere il vostro parere. Inizialmente pensavo che vi avrei tenuti tutti a lavorare alle riparazioni a bordo, ma visto che siete riusciti a rimettere in sesto la nave, credo sia meglio andare a vedere quello che c'è là fuori. Come detto, su questo pianeta potremmo non trovare nessun altro come potremmo imbatterci in dei veri terroristi. In questo caso potrebbero essere una decina di uomini come centinaia. Per questo motivo non posso mandare solo delle semplici squadre di ricognizione ma ci serve un piano d' azione."
La riunione andò avanti per altre due ore. La maggior parte delle strategie di attacco erano state formulate dal Tenente Durani ma alla fine ebbe la meglio l'azione proposta proprio da Dal.
Quando il Capitano sciolse finalmente la riunione e tutti stavano velocemente tornando ai propri lavori, Dal si avvicinò a Shran e gli porse le sue scuse.
Da quando aveva preso servizio per la Flotta Stellare, Dal aveva avuto a che fare con altri quattro Capitani, ma mai nessuno era come Shran. Lui era un tipo davvero molto particolare e molto difficile da capire: sempre molto cordiale e dai toni amichevoli, ma con una intonazione della voce che incuteva rispetto. All'apparenza molto pacifico ma in realtà sempre pronto all'azione. Non sapeva bene cosa lo colpiva di più, e alle volte non capiva neanche se lo preferiva al vecchio Capitano della Marconi, era così, difficile da prevedere...

USS Marconi - Plancia - 25/07/2395 ore 16.00


I sensori a lungo raggio della Marconi non sarebbero serviti a nulla, anche se già riparati, dal momento che questa si trovava spiaggiata e la curvatura del pianeta ne impediva l'utilizzo. Stessa cosa valeva per quelli a corto raggio: da quella posizione avevano una gittata di circa 150 metri: erano utili se qualcuno avesse tentato l'abbordaggio, ma, considerato che erano dentro a un lago e considerato che c'erano uomini di vedetta ovunque, anche questi non servivano a molto.
Il piano di Dal consisteva nel far decollare le tre navette della Marconi e mandarle in ricognizione intorno al pianeta per mappare quello che si trovava intorno e per capire se e con quante persone avevano a che fare. In effetti era un piano abbastanza banale ma tuttavia molto efficace, almeno per quei primi momenti.
=^= Capitano Shran. Le navette sono pronte a partire =^=
Fu la voce di Rekon che, dopo sole tre ore di duro lavoro, aveva dato il via libera alla ricognizione.

USS Marconi - Hangar Navette - 25/07/2395 ore 19.20


La Keane aveva stimato che con tre navette e seguendo delle precise traiettorie, avrebbero coperto tutta la superficie del Pianeta in sole 4 ore. Fortunatamente il tramonto era ben lontano dall'arrivare ed oltretutto ai sensori Federali di certo non serviva la luce per funzionare correttamente. Shran decise di partire subito.
Le tre squadre erano composte da tre uomini ciascuna: la prima, la navetta Scope era formata dal Capitano in persona, da un timoniere e da un Ufficiale della Sicurezza. Nella navetta Stark c'erano la Keane e altri due uomini della sua squadra. La terza navetta, la Enterprise, aveva come equipaggio Dal, Wyandot e un altro ufficiale della sicurezza fidato di Dal.
Shran aveva dovuto subire una lunga discussione con il suo Primo Ufficiale che ovviamente non voleva lasciarlo partire ma l'andoriano non volle sentir ragioni: odiava non avere nulla da fare ed un giretto con la sua Scope non avrebbe di certo fatto male a nessuno e tanto meno messo in pericolo nessuno...
=^= Bene Signori! Siamo pronti a partire? =^= la voce del Capitano arrivò nelle cuffie delle altre due squadre di sbarco.
=^= Navetta Stark pronta, Signore =^= rispose la mezza Klingon
=^= Anche noi siamo prontissimi Capitano =^= fu la risposta di Dal che con la sua navetta fu il primo a lasciare la Marconi.
=^= Bene! Ad ognuno la sua strada ragazzi. Ci sentiamo là fuori. =^=
E partirono tutti.

Navetta Stark - Pianeta Leinos III - 25/07/2395 ore 23.00


Dopo quasi quattro ore di navigazione, le navette avevano tutte compiuto la loro missione. Nessuno aveva trovato nulla che potesse essere d'aiuto a capire quello che stava succedendo quando uno dei sensori della Navetta Stark captò un lievissimo segnale.
=^= Capitano, qui Keane. =^=
=^= Mi dica Tenente, vuole rimanere ancora qua fuori? =^=
=^= No no Capitano - rispose la Keane - in effetti questo pianeta sembra davvero molto affascinante. Foreste, animali, ruscelli, ma non è di questo che si tratta. La Stark ha evidenziato una piccola traccia energetica ma devo scendere un po' di quota per capire bene di che si tratta. =^=
=^= Sarebbe meglio che la raggiungessimo anche noi, Tenente. =^=
=^= No Capitano, non credo sia necessario. Perdereste più tempo per arrivare da noi che noi a scendere e a tornare alla Marconi. Vedrà che faremo solo dieci minuti di ritardo. =^=
=^= Va bene Signor Keane. Ma state attenti. Shran chiudo =^=
La Keane guidava lei stessa la navetta, in effetti sarebbe potuta anche partire da sola, ma per motivi di sicurezza Dal aveva imposto un equipaggio minimo.
"Ok, inizio la discesa."
In effetti la Keane c'aveva visto benissimo. Là sotto, nascosto dietro un bel mucchio di vegetazione, si trovava una struttura in metallo molto estesa *si direbbe una base militare* pensò tra sé e abbassò ancora di più la sua quota di navigazione.
Proprio nel momento in cui il Capo Operazioni stava per risalire, la voce allarmata di uno dei due uomini là dietro la spaventò.
"Capo! Siamo stati scoperti. Ci stanno analizzando! Capo andiamo via!"
"Maledizione! - esclamò Keane rendendosi conto che il Signor Farn aveva ragione - Manovra evasiva. Tenetevi forte." E virò bruscamente a destra...
"Farn, mandi immediatamente le nostre coordinate alla Marconi. Subito! Si sbrighi!" ordinò repentinamente la Keane mentre, presa dalle manovre per allontanarsi da quel posto, non si accorse che la loro Stark era presa di mira da un phaser.
All'improvviso ci fu una forte esplosione al motore.
La navetta iniziò a perdere quota.
Buio

USS Marconi - Ufficio del Capitano - 26/07/2395 - ore 00.23


"Maledizione!!" Shran aveva appreso ormai da diverso tempo della scomparsa della sua navetta e del suo Capo Operazioni. La sua rabbia era incontrollabile.
Il suo ufficio sembrava un vero campo di battaglia: la vetrinetta in cui teneva delle medaglie ed i suoi diplomi della flotta era frantumata dal lancio del primo d-padd trovato sotto tiro. Gli altri, accuratamente sistemati sulla sua scrivania adesso erano tutti per terra.
Quando il suo primo ufficiale entrò nel suo studio, lo sorprese mentre sferrava un pugno alla parete.
Il Comandante rimase sull'uscio della porta, aspettando un momento propizio per parlare:
"Ebbene, Signor Salen?" gli chiese l'andoriano dopo qualche minuto cercando di respirare profondamente e di calmarsi
"Capitano, capisco quello che è successo ma non mi sembra il caso di trattare il suo studio in questo modo." Rispose con freddezza il vulcaniano, a Shran parve quasi che lo stesse prendendo in giro.
"Senta, signor Vulcaniano. Uno dei miei migliori ufficiali è disperso, a voler essere ottimisti. Adesso, o lei ha qualcosa di valido da dirmi, o altrimenti mi lasci in pace. Sono stato chiaro?"
"Chiarissimo Signore. Appena lo riterrà opportuno ci vedremo in Plancia."
Nessuno dell'equipaggio della Marconi aveva ancora visto Shran arrabbiato. Era una cosa che gli succedeva davvero di rado in effetti. Un vulcaniano non era certo l'incontro migliore che l'andoriano potesse fare in quel momento, ma quello era il suo primo ufficiale e lui lo stimava e rispettava.
Sì, probabilmente gli voleva anche bene...
*maledetto vulcaniano...* pensò Shran e poco prima che questo potesse uscire dal suo studio si calmò un po' e lo chiamò:
"Signor Salen, la Marconi è sotto la mia responsabilità quanto sotto la sua. - Salen gli rispose con un solo gesto del capo, aveva capito che il Capitano gli stava chiedendo scusa a modo suo... - verrò in Plancia con lei... e, mi scusi per la mia accoglienza..."
"Non si preoccupi Capitano, aveva solo bisogno di sfogarsi. Certo non posso dire che la capisco, ma ho imparato a convivere con queste esternazioni." rispose il Primo Ufficiale senza nessun tipo di intonazione nella voce. Anche se, incrociato lo sguardo di Shran, gli lanciò uno sguardo di intesa.

Pianeta Leinos III - Base Terroristica - 26/07/2395 ore 02.07


Quando Keane riaprì gli occhi si trovò legata in una cella detentiva. Una donna bajoriana in assetto di guerra le faceva da piantone.
"Dove diavolo mi trovo?!" Gridò Tara con tutta la voce che aveva...e con tutta la sua rabbia klingon
Di tutta risposta si vide l'arma della guardia puntata addosso.
"E' inutile che ti agiti signorina, sei nostra prigioniera adesso. I tuoi due amici sono morti e la tua navetta è distrutta. Ma tranquilla, il Capo non ha intenzione di ucciderti, almeno per ora." Rise e si rimise di spalle alla cella.
"Verranno a cercarmi" gridò Keane
"Bene! Li aspetteremo allora..." e rise.


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13.04 - Complicazioni (esattamente ciò di cui avevamo bisogno)

Autore: Tenente Comandante Rekon

Pianeta Leinos III - Base Terroristica - In una seconda cella - 26/07/2395 ore 02.07


Il Capo Specialista Farn si guardò intorno stupito, cercando di ricordare come avesse fatto a finire legato in quella che aveva tutta l'aria di essere una cella di detenzione, anche se un po' rozza. Un soldato Bajoriano in assetto da combattimento lo stava tenendo sotto controllo con un fucile, ma non pareva particolarmente preoccupato.
"Io sono il Capo Specialista Hector Farn, della U.S.S. Marconi" disse, cercando di attirare l'attenzione del suo carceriere, mentre la sua mente lavorava febbrilmente alla ricerca di una soluzione o di una via di fuga da quella situazione "Avete attaccato una unità Federale, e questo è un reato molto grave. Perché..."
"Silenzio, è inutile che protesti, Umano!" lo interruppe con un certo disprezzo il Bajoriano "I tuoi due amici sono morti e la tua navetta è distrutta. Ma tranquillo, il Capo non ha intenzione di ucciderti, almeno per ora."
"Ma...perché?" chiese lo scienziato terrestre "Bajor è amico della Federazione da anni..."
"E' vero..." rispose duramente il soldato, prima di dargli le spalle "Ma la Federazione non è amica di Bajor...quindi le cose dovranno cambiare!"

Pianeta Leinos III - Base Terroristica - In una terza cella - 26/07/2395 ore 02.07


Il Guardiamarina Denora Seti fece uno scatto indietro quando si accorse di essere osservata da vicino ma - a causa dei legacci che le bloccavano braccia e gambe - il suo movimento non la allontanò che di pochi centimetri dal volto deturpato che la stava fissando.
"Non temere, bambina...non sono qui per farti del male..." disse la voce di donna, una voce melodiosa e gentile...una voce anziana e tranquillizzante che mal si sposava col volto deturpato - probabilmente dal fuoco - di chi le stava parlando.
Ma Denora era una osservatrice piuttosto abile...una giovane addetta alla sicurezza a cui non sfuggirono i dettagli, quali l'orecchino e gli abiti - che facevano della donna di fronte a lei una Vedek "Chi è lei?" chiese.
"E' così importante, bambina?" rispose la donna, riuscendo in qualche modo ad apparire tranquillizzante nonostante il proprio aspetto "Che il mio nome sia Adana o Winn...o qualunque altro...è così importante?" ripeté, citando i nomi di alcuni importanti leader religiosi del passato di Bajor. Quindi fece una pausa e aggiunse "Non è forse più importante sapere che ti sono amica e che non è mio desiderio farti del male?"
"Se lei non mi é nemica, perché sono legata e perché avete sparato sulla nostra navetta?" domandò il Guardiamarina Denora, muovendo per quanto poteva la testa, quando la presunta Vedek che le stava davanti sollevò la destra.
La donna ignorò quel tentativo della giovane Bajoriana di sottrarsi al suo tocco e le afferrò il lobo sinistro, sondando il suo Pagh. Quindi, soddisfatta, disse "Ragazza mia...non abbiamo certo attaccato te, che sei una coraggiosa figlia di Bajor, ma coloro che minacciano il futuro del nostro mondo..."
"Avete attaccato una Nave Stellare della Flotta Stellare!" protestò la bionda Bajoriana della sezione Tattica "la Federazione non é nemica di Bajor, tutt'altro!"
"Non in senso stretto, ragazza.." rispose la Vedek "ma la loro presenza - il loro modo di pensare e di vedere l'universo - é comunque un pericolo per Bajor. Inoltre il loro continuo sfruttamento del Tempio Celeste, senza alcun rispetto nei confronti dei Profeti che lo abitano. Quindi no..." concluse sorridendo "la Federazione non é un nemico in senso militare, ma deve andare via da Bajor quanto prima. Tutti gli alieni, a qualunque razza appartengono, devono andare via da Bajor."
"Senza la Federazione Bajor sarebbe ancora sotto il controllo Cardassiano, o del Dominio!" ribatté decisa la ragazza, venendo però interrotta dalla donna.
"Ragazza..." la ammonì, per la prima volta con tono irato "Bajor si é liberato dai Cardassiani per la forza dei suoi figli! Affermare qualcosa di diverso é un insulto a tutti i morti di Bajor!"
"Conosco la storia..." affermò allora conciliante la giovane ufficiale "ma dopo aver cacciato i Cardassiani dal pianeta, Bajor non aveva le risorse per difendere il nostro spazio...il controllo dell'accesso al Tempio Celeste sarebbe stato loro, se non ci fosse stata la Federazione a controllare Deep Space Nine..."
"Vedi, mia cara..." rispose la donna, addolcendo il tono di voce e poggiandole una mano sulla spalla "E' proprio questo il problema della Federazione...forse non lo fa con intento malevolo, ma tende a cambiare e uniformare tutte le culture con cui entra in contatto..."
Fu in quel momento che Denora comprese che la conversazione sarebbe stata ancora molto lunga.

U.S.S. Marconi - Sala Riunioni Principale - 28/07/2395, ore 11:18


"Molto bene, signori...qualche dubbio dell'ultimo minuto, prima di aviare l'operazione di recupero?" domandò il Capitano Shran, guardando i suoi uomini con un chiaro messaggio nelle iridi azzurre: non avrebbe accettato nessun ritardo ulteriore, neppure se gli avessero comunicato che le navette si erano improvvisamente tr-asformate in sculture di ghiaccio Andoriane.
Subito dopo l'abbattimento della navetta del Comandante Keane era stato predisposto dall'Equipaggio della Marconi un piano di recupero che prevedeva l'impiego delle due navette residue per trasportare altrettante squadre d'assalto - che sarebbero state comandate per l'occasione una da Dal e l'altra da Durani - fino alle ultime coordinate conosciute della Stark, procedendo a bassa quota ed in volo a vista.
Il piano, purtroppo, aveva subito un ritardo di quasi quarantott'ore a causa di una violentissima tempesta magnetica che aveva spazzato la superficie planetaria, spiegando per quale motivo su quell'ammasso di acqua e fango non si era mai sviluppata una civiltà.
"Le squadre avranno meno di sei ore per effettuare il recupero..." grugnì Rekon, dalla sua posizione. Il vecchio Tellarita era ben conscio della necessità di recuperare in fretta la collega ed amica e la sua squadra, ma il suo compito principale era quello di tenere insieme la Marconi, che in quel momento si stava nascondendo in un dannato mare di acido "dopodiché dovremo far necessariamente emergere la nave e decollare, se non vogliamo fare tutti un bagno in questo puzzolente mare..."
"Non preoccuparti, Rekon..." rispose Dal "Quaranta minuti di volo suborbitale per arrivare sul posto, altrettanti di avvicinamento e un paio d'ore di operazione...saremo di ritorno in tempo. Al peggio decollerete e ci verrete a prendere..."
"Certo, perché con la manovrabilità in atmosfera che abbiamo..." iniziò a brontolare Rekon, ma venne interrotto da Shran, che chiese "Altre perplessità?"
Prima che qualcuno potesse rispondere, però, la voce atona e monocorde del Primo Ufficiale emerse dagli altoparlanti incassati nel soffitto della sala, avvertendo che stavano ricevendo una comunicazione dalla U.S.S. Fearless.

U.S.S. Marconi - Plancia - 28/07/2395, ore 11:25


"La U.S.S. Faerless - o comunque una nave con dimensioni e traccia energetica comparabile ad una Classe Defiant - ha appena raggiunto un'orbita geostazionaria..." informò il Primo Ufficiale, non appena gli altri Ufficiali Superiori ebbero varcato la soglia della Plancia.
"Si sono già spostati in orbita bassa per trasferirci i materiali?" domandò di rimando Shran, prendendo posto sulla poltrona di comando e rivolgendosi al Comandante Berthier, che stava rilevando uno dei propri subordinati alla postazione scientifica.
"Non ancora..." rispose la Betazoide "probabilmente stanno mantenendo un'orbita alta per ridurre al minimo il tempo di esposizione ad eventuali attacchi dal pianeta...in fondo, anche se la Defiant è una nave piccola e compatta, la loro capacità di volo atmosferico è comunque limitata e faticherebbero ad evitare attacchi come quello che ha abbattuto la navetta di Tara..."
"Compensazione dei disturbi EM completata..." Annunciò nel frattempo Rekon, che si era temporaneamente piazzato alla consolle OPS senza neppure rilevarne l'operatore "ora ha una trasmissione pulita e criptata, Capitano..."
Shran fece un cenno di assenso all'Ingegnere e - poco dopo - il volto del Comandante Garcia comparve sullo schermo.
"Siete arrivati, ben arrivati..." salutò l'Andoriano con un sorriso, passando senza neppure accorgersene al tono da Latin Lover che spesso sfoggiava con le femmine di molte razze.
=^=Grazie Capitano...=^= Rispose il comandante Garcia annuendo, prima di aggiungere =^=Siamo pronti a teletrasportare gli aiuti sula Marconi. =^=
"Grazie a voi, procedete pure quando sarete in posizione." Rispose il Capitano della Marconi, mantenendosi ben retto sulla schiena.
=^=Emh... sì bene. =^= Rispose Manuela.
Shran notò una certa insicurezza nella giovane donna, come se qualcosa che aveva detto l'avesse in qualche modo turbata. In quel momento, però, non c'era tempo per preoccuparsene, quindi passò immediatamente al punto successivo "C'è un'altra cosa di cui vorrei parlarvi... uno dei nostri ufficiali è stato catturato."
Il volto del Capitano si indurì a quelle parole. Manuela provò ad interromperlo per chiedere delucidazioni, ma l'alieno dalla pelle blu non le lasciò il tempo di dire nulla, aggiungendo "Ci prepariamo ad una missione di salvataggio.." *che avremmo già dovuto portare a termine, dannazione!*
=^=Avete bisogno di rinforzi?=^= domandò il Primo Ufficiale di Deep Space 16 Gamma, non riuscendo evidentemente a cogliere dove l'Andoriano stesse andando a parare.
"No," rispose Shran, scuotendo appena il capo, le antenne quasi frementi di impazienza "ma essendo in orbita potete utilizzare i vostri sensori per darci informazioni sulle coordinate del luogo di scomparsa.... Ve le trasmetto ora."
"Bene aspettiamo il materiale e le informazioni tattiche." Aggiunse dopo un momento, notando che l'Umana sembrava stesse rimuginando sulla cosa, dopodiché fece chiudere la comunicazione all'addetto alle Operazioni, visto che il Capo Ingegnere era già sparito alla volta della Sala Macchine, dove lo aspettava un lavoro improbo per ripristinare l'efficienza dei Motori a Curvatura.

U.S.S. Marconi - Plancia - 28/07/2395, ore 12:00


"Abbiamo appena ricevuto il primo invio di materiale..." comunicò l'addetto alla consolle Operazioni, dopo aver scambiato alcune parole con la Stiva di Carico principale, chiarendo "si tratta della nuova bobina di Curvatura..."
"Shran a Rekon...i pezzi che ci hanno inviato vanno bene per riparare i nostri danni?" chiamò immediatamente il Capitano della Marconi, supponendo che il suo Ingegnere Capo fosse appostato nella stiva, pronto a controllare quanto ricevuto per mettersi al lavoro.
=^= Vanno bene quanto possono andar bene dei dannati pezzi di una nave diversa...la Bobina di riserva di una Defiant non è certo come la nostra, visto che tra le due classi di navi ci sono trentasette anni di differenza di progettazione e due milioni di tonnellate di differenza...=^= cominciò a brontolare Rekon, mentre in sottofondo si sentiva il rumore dei forklift antigravitazionali in azione e il chiacchiericcio di quelli della Sezione Ingegneria, intenti probabilmente a coordinare le attività.
Appena arrivato Shran avrebbe probabilmente interpretato la protesta di Rekon come un problema, una bandierina alzata per avvertirlo che ci sarebbero stati problemi a completare le riparazioni. Ma Shran conosceva troppo bene il suo Capo Ingegnere e sapeva che - per gli standard del Tellarita - quella protesta era piuttosto fioca, segno che il materiale ricevuto era di suo gradimento tanto quanto poteva esserlo data la situazione. Per questo decise di non forzare il - chiamiamolo buonumore - del suo ingegnere, dicendo solo "Fate del vostro meglio. Per quando le squadre di recupero saranno tornate sarebbe utile avere la Curvatura..."
=^=Sì, beh...e qui sarebbe utile avere i cantieri orbitali di Tellar per poter fare le riparazioni come si deve...=^= brontolò il Vecchio, prima di iniziare a sbraitare come suo solito ordini alla sua squadra.
Shran chiuse la comunicazione piuttosto divertito e - volgendosi verso Julie - chiese "A che punto sono le squadre di sbarco?"
La Betazoide - che aveva provveduto ad interfacciare i sensori passivi della Marconi con la griglia di rilevamento orbitale che la Fearless aveva costituito sfruttando il proprio carico di sonde - impiegò circa cinque secondi prima di affermare "Si trovano a dieci minuti dal punto di atterraggio designato. Stanno procedendo a volo radente per evitare i loro strumenti di rilevazione"
Il punto di atterraggio designato era una radura nella boscaglia, a circa un chilometro dal complesso - parzialmente interrato - che la Fearless aveva rilevato dall'orbita. Stando alle scansioni tattiche ottenute dall'altra nave federale si trattava di un grande complesso industriale, costruito principalmente sotto terra in un duro terreno granitico e difeso pesantemente da otto batterie di cannoni Polaronici pesanti...dove accidenti i Ba-joriani avessero trovato i materiali per costruire ed armare una base del genere era un mistero, anche se non stupiva che avessero scelto di tentare di distruggere la Marconi per evitare che la trovasse...
Prima che qualcuno potesse aggiungere qualcosa, però, il Comandante Berthie aggiunse "Signore, la base ha appena lanciato numerosi piccoli velivoli! Si direbbero un trasporto e cinque...no, sette caccia!"
Navetta Edison - contemporaneamente
"Signore...dalla Marconi ci segnalano diversi velivoli atmosferici in avvicinamento!" annunciò il Capo Master Mok, voltandosi verso Dal.
Il Mezzo-Cardassiano si trovava in piedi dietro la postazione del pilota, sulla quale Chuck stava operando con la consumata abilità che ormai tutti i presenti gli avevano visto esercitare in qualche situazione di crisi. Lanciando uno sguardo ai sensori, chiese "A che quota stiamo volando? Possono averci intercettati?"
"Improbabile, siamo a trenta metri dal suolo e ci sono alberi alti quasi dieci metri sotto di noi..." rispose l'unico appartenente alla Sezione Comando e Navigazione presente a bordo.
"Possiamo scendere ancora?" domandò il Capo della Sicurezza, osservando la formazione nemica, che lo lasciava un po' interdetto...*perché diavolo lasciano andare avanti il trasporto, che pare disarmato, anziché mettersi in posizione di scorta?*
"Noi sì..." rispose Chuck con un sorrisetto, abbassandosi ancora finché le gondole della navetta non arrivarono quasi a sfiorare le cime degli alberi, facendo di tanto in tanto sfrigolare i deflettori di navigazione "Non so se Max sulla Ch'oor possa fare lo stesso, però..."
Come a rispondere al dubbio del giovane asso del timone, l'altra navetta della Marconi si abbassò di circa cinque metri, allontanandosi però di un paio di chilometri dalla Edison. Un secondo dopo, la voce di Durani emerse dall'altoparlante =^=Dal, noi non possiamo scendere più di così...ci allontaniamo, così se ci rilevano non mettiamo in mezzo anche voi. Da quanto vedo sono caccia atmosferici bajoriani, quindi non dovrebbero essere un pericolo reale per i nostri scudi. In caso di ingaggio lasciateli a noi e procedete con la missione di recupero...=^=
"D'accordo, buona fortuna!" rispose il Mezzo-Cardassiano, tenendo gli occhi puntati avanti a sé e stringendo più forte la spalliera del sedile.
Pianeta Leinos III - Base Terroristica - Cella di Denora Seti - 28/07/2395, ore 11:13
Il Guardiamarina Denora Seti pensò che il suo istruttore all'Accademia sarebbe stato fiero di lei. Accettando di rinunciare alla propria divisa e lasciandosi progressivamente coinvolgere nei vaneggiamenti della Vedek senza nome, era riuscita a guadagnarsi la fiducia dei suoi compatrioti.
Questi non erano stati ancora così stupidi da lasciarla a piede libero, ma le avevano tolto i ceppi che la immobilizzavano, lasciandola libera di girare per la piccola prigione in cui era stata rinchiusa.
Dal canto suo Denora era quasi dispiaciuta per quella gente...le guardie che la controllavano - con le quali aveva parlato parecchio in quei giorni - erano per lo più persone per bene, traviate da una ideologia folle professata da quella strana Vedek che, dotata di un carisma impressionante, le aveva traviate portandole a credere che la Federazione fosse un nemico di Bajor.
*Ma la mia fedeltà deve andare innanzitutto alla Marconi, alla Federazione e al mio mondo... se ci sarà modo di salvarli il Capitano lo troverà!* si disse piluccando i resti del proprio piatto, prima di apprestarsi a portare a termine il piano di fuga che aveva elaborato.
Piano magari era una parola grossa, ma almeno aveva capito come uscire dalla cella. Dopo si sarebbe trattato di trovare il Comandante Keane e Farn, per poi filarsela con la loro navetta o con qualsiasi altro mezzo in grado di volare fino alla Marconi. Certo, la Vedek le aveva detto che i suoi compagni erano morti nello schianto della Stark, ma Denora sapeva che non era vero.
In quei giorni aveva sentito spesso urla e grugniti provenire dal corridoio dove spariva e compariva la Vedek e - anche se i suoni erano distorti - lei sapeva per certo che appartenevano a Tara Keane...erano infatti gli stessi versi di sfida che le aveva sentito lanciare a più riprese l'anno precedente, quando aveva aiutato a difendere la Marconi dagli abbordaggi Borg brandendo orgogliosamente una Bath'Let.
Certa di non sbagliarsi, la ragazza fece cenno a Berei - il giovane carceriere che non la perdeva mai di vista - di aver finito il pranzo e si alzò in piedi con il vassoio metallico in mano.
Come i giorni scorsi il ragazzo - poco più che un bambino, in realtà, probabilmente messo a controllare lei perché era apparsa come la più docile dei tre prigionieri - si avvicinò alla porta, attendendo ad aprirla che lei posasse il vassoio con le stoviglie vuote sul mobiletto accanto all'ingresso della cella.
Questa volta, però, non sarebbe successo. Il Guardiamarina della Sezione Tattica fece infatti appena un passo verso la porta, salvo poi inciampare casualmente nel piede della branda e cadere in avanti. Istintivamente sollevò il vassoio, lasciando che fosse questo ad impattare per primo - circa un decimo di secondo prima della sua testa - contro lo spigolo del mobile.
Con un tonfo sordo e la testa ovattata, poi, la giovane Bajoriana crollò a terra, sentendo il viscidume del sangue scorrerle sulla fronte e simulando solo in parte il dolore di un forte trauma.
Come aveva previsto, Berei si fece prendere dal panico vedendola cadere e sbattere la testa e, senza pensare a chiamare aiuto, si precipitò ad aprire la porta della cella, armeggiando diversi secondi con la chiave meccanica prima di riuscire ad infilarla correttamente nella toppa.
Denora contò mentalmente fino a cinque tenendo gli ogghi semichiusi poi, quando sentì il respiro del ragazzo vicino al suo volto, strinse la presa sul vassoio che non aveva ancora lasciato andare e mosse il braccio destro con rapidità, colpendolo alla tempia con la superficie di metallo con tutta la forza che il suo corpo allenato possedeva.
Berei - colto alla sprovvista - barcollò all'indietro e Denora fu lesta ad alzarsi. Ignorando il dolore come Dal le aveva insegnato a fare, la Bajoriana si avventò sul suo conterraneo e gli bloccò il collo con una presa poi, facendo pressione sulla trachea, lo fece svenire.
Rapidamente si asciugò il sangue che colava da un brutto taglio sulla fronte e - recuperata la pistola phaser, il comunicatore e le chiavi del suo carceriere, lo chiuse nella cella.
"E adesso cerchiamo gli altri!" borbottò, scuotendo la testa per schiarirsi le idee.
Pianeta Leinos III - Base Terroristica - Cella di Tara Keane - 28/07/2395, ore 11:25
Tara era da giorni pronta alla fuga, ma ancora non se ne era presentata l'occasione. I suoi carcerieri la trattavano come un animale estremamente pericoloso e la tebnevanoin una gabbia, alla catena. I ceppi che le bloccavano i polsi le permettevano di norma di arrivare al vassoio del cibo o alla ritirata, ma laloro lunghezza poteva essere ridotta a comando per consentire l'accesso alle guardie, verso le quali non poteva fare altro che i-nveire e lanciare sfide che - puntualmente - venivano lasciate cadere.
La ragazza stava giusto finendo di consumare il proprio pasto - un centrifugato di certo energetico e nutriente ma che, in quanto a sapore, faceva rimpiangere le razioni di emergenza della Flotta - quando accadde qualcosa di strano.
Una voce in bajoriano - Tara percepì a livello inconscio la differenza, anche se il traduttore universale inviò il messaggio in standard al suo cervello - chiamò la guardia che si voltò verso l'esterno della zona celle, appena un istante prima che un raggio phaser la raggiungesse al petto, mandandola a terra.
Un attimo dopo il Guardiamarina Denora entrò nella stanza con indosso un abito ed in mano un phaser bajoriano, subito seguita dal Capo Farn, che appariva piuttosto a disagio con un'arma identica stretta nella sinistra.
"Presto, venga Comandante!" chiamò la donna della squadra di Dal, aprendo rapidamente ceppi e cella, prima di passarle il phaser della guardia svenuta "Non so quanto impiegheranno a capire che siamo fuggiti..."
"Meno di quanto ne impiegheremo noi a trovare un mezzo di trasporto per scappare, quindi sbrighiamoci!" affermò cupamente Tara, prendendo il comando ed avventurandosi nei corridoi sconosciuti alla ricerca di un terminale di computer.
Pianeta Leinos III - Base Terroristica - Tempio - contemporaneamente
Quando le domandavano il suo nome, lei era solita rispondere che non era importante, che un nome era solo l'ombra di una cosa, non la cosa stessa. La verità era che lei stessa non ricordava più il proprio nome, un altro tassello della sua identità cancellato come il volto, deturpato dal fuoco.
Ma sapeva di essere una Serva dei Profeti, e sapeva cosa essi volessero da lei.
Quando Jodel Mass entrò trafelato nel suo santuario, Vedek Nessuno - così si riferiva a sé stessa - sciolse la posa meditativa e disse placidamente "Respira profondamente, amico mio, e poi dimmi cosa é successo."
"É scappata..." ansimò il Bajoriano "la prigioniera che stavi tentando di convertire...ha steso la guardia ed é scappata. Pare abbia liberato gli altri...io..."
"Tu non farai nulla, ancora..." rispose la Vedek, mentre la bocca senza più labbra si apriva in un inquietante sorriso "dimmi, quanta forza stanno usando per scappare?"
Preso in contropiede, Jodel dovette pensare qualche istante prima di rispondere "La prigioniera Bajoriana ha abbattuto Berei con un oggetto contundente, ferendolo senza però ucciderlo. Da allora stanno usando le armi sottratte alle guardie in modalità stordimento pesante..."
*La Federazione... Così deliziosamente prevedibile...* si disse soddisfatta Vedek Nessuno, prima di affermare col tono di chi ha la piena autorità e la certezza che nessuno la disattenderà "Ottimo, allora lasciali procedere nella fuga. Metti guardie nei corridoi, ma assicurati che non siano numerose e si facciano sparare. Fate in modo che arrivino all'hangar secondario..."
"Ma..." provò ad obiettare l'uomo, venendo però immediatamente interrotto dalla sfregiata.
"Così é la volontà dei Profeti...vai e attendi che abbiano rubato la navetta e si siano allontanati, prima di inviare i caccia a cercare di abbatterli."
Jodel Mass fece un inchino e si ritirò, palesemente confuso in volto. Vedek Nessuno, evidentemente soddisfatta, si recò sino ad un piccolo altare, ove si trovava un apparato di comunicazione schermato. Dopo averlo aperto, inviò una semplice comunicazione " Anticipiamo la consegna, Capitano. C'é anche un altra questione da gestire..."
Infine, estremamente soddisfatta, la donna riprese posizione di fronte all'altare e, pensando a Denora Seti, affermò "Ottimo lavoro, bambina...ancora non lo sai, ma la tua vita renderà un grande servigio ai Profeti..."
Navetta Bajoriana Tempio Celeste - 28/07/2395, ore 12:00
Tara osservò con preoccupazione lo schermo sensore del trasporto che avevano scelto di utilizzare per la fuga. La sicurezza nella base Bajoriana era piuttosto rilassata ed erano riusciti a raggiungere un Hangar con relativa facilità.
All'interno avevano trovato quanto restava della loro navetta, troppo danneggiata dalle armi della base per volare ancora, e alcuni mezzi da trasporto.
Si trattava principalmente di mercantili leggeri e navette per il trasporto persone, tutti di origine Bajoriana e tutti -piuttosto malandati.
Tra questi la Mezza Klingon aveva scelto una navetta da cinque pisti, che appariva leggermente meno malmessa delle altre e che - oltre ai propulsori ad impulso - era dotata anche di motori antigravitazionali che le avrebbero consentito una discreta mobilità atmosferica.
Erano decollati mentre - con colpevole ritardo - gli allarmi avevano cominciato a risuonare nella grande base ma, col semplice accorgimento di volare molto basso, erano riusciti ad evitare di venire bersagliati dai sistemi difensivi dell'installazione.
Purtroppo la loro fortuna non era durata fino al loro arrivo sulla Marconi, in quanto uno stormo di caccia era stato inviato alloro inseguimento e, nonostante l'iniziale vantaggio, adesso erano quasi giunti all'intercettazione.
"Alzare gli scudi!" ordinó il Capo OPS, sperando che quei vecchi intercettori bajoriani continuassero ad essere i catorci che erano stari usati dalla Resistenza contro Cardassia e non avessero aggiornato i sistemi d'arma.
Vana speranza, in quanto il primo colpo di phaser si infranse appena tre secondi dopo sugli scudi della navetta, facendola rollare pericolosamente.
"Maledizione!" ringhiò Tara, eseguendo una virata stretta per evitare il colpo successivo, che andò ad infrangersi sulla vegetazione che si estendeva sotto di loro, provocando un principio di incendio "possiamo rispondere al fuoco?"
"Questa navetta non è armata, Comandante..." rispose il Guardiamarina Denora, prima di spegnere una serie di sistemi non essenziali per convogliare più energia agli scudi.
"Abbiamo un altro problema, signore..." annunciò il Capo Farn dalla consolle ausiliaria con la quale monitorava i sensori di volo atmosferico "ci stanno circondando e una nave viene verso di noi da davanti..."
Non ci fu tempo di dire altro. Con una manovra che il più dei piloti della Marconi avrebbe considerato spericolata (e, con il termine "il più dei piloti" venivano ricompresi tuti i piloti eccetto Chuck), Tara fece picchiare verso il basso la navetta, proprio nel momento in cui la nave che volava contro di loro si alzò da una quota molto bassa, aprendo il fuoco sui caccia inseguitori e vaporizzandone uno che - trovato a scudi abbassati - non ebbe neppure il tempo di reagire.
"Ma è una delle nostre navette!" esclamò Denora, mentre la navetta federale sparpagliava i caccia facendo fuoco con entrambi gli emettitori phaser contemporaneamente.
"Sì, ma facciamogli sapere che siamo noi, o ci prenderà a bersaglio..." fece notare il Comandante Keane, prima di aprire le comunicazioni verso quella che aveva riconosciuto essere la navetta Ch'oor "Qui Comandante Keane a Navetta Ch'oor, grazie per l'assistenza!"
=^=Di nulla!=^= rispose secca la voce di Durani, mentre la navetta faceva esplodere un caccia che - non considerando che i phaser federali erano strutturati a banchi con un raggio di azione molto ampio . aveva avuto la brillante idea di mettersi di coda per cercare di abbatterla =^= Procedete verso la Marconi, mentre vi copriamo...=^=
Tara si chiese per un momento come pensasse Durani di affrontare da sola uno squadrone di caccia ma - proprio mentre stava per rispondere - da un qualche punto a ridosso delle cime degli alberi una seconda navetta eseguì una strettissima cabrata, facendo fuoco con i Phaser ed abbattendo altri due inseguitori.
"Ricevuto, ci vediamo a bordo!" rispose la giovane donna, impostando una nuova rotta più diretta verso il punto dove era ammarata la loro nave, ormai certa che Durani e l'equipaggio della Edison - chiunque fosse a pilotarla - fossero perfettamente in grado di occuparsi dei restanti caccia Bajoriani.

U.S.S. Marconi - Plancia - 28/07/2395, ore 13:00


"Abbiamo ricevuto anche l'ultimo carico dalla Fearless..." annunciò l'addetto OPS, con un evidente tono di sollievo nella voce "il personale del Comandante Rekon conferma che tutto il materiale è compatibile..."
Shran sbuffò, a metà tra l'infastidito ed il soddisfatto. Infastidito perché - a causa dell'anomala composizione dell'atmosfera planetaria - avevano impiegato un'ora e mezza per ricevere tre carichi di materiale che, in altre circostanze, sarebbe stato allocato nelle loro stive in poco più di venti minuti. Soddisfatto perché - nel frattempo - la missione di soccorso si era svolta sorprendentemente bene, con il Comandante Keane ed il suo gruppo che erano andati incontro alle due navette della Marconi dopo essere evasi dalla base Bajoriana.
Adesso le tre navette stavano per entrare nell'Hangar principale e - una volta ripristinata la Curvatura - anche la Marconi sarebbe emersa da quel dannato mare di acido per ritornare nel suo elemento naturale. Dopodiché, la Marconi e la Fearless avrebbero sistemato anche quella ridicola base di dissidenti Bajoriani, svelando il mistero sul sabotaggio alla sua nave e portando all'arresto dei colpevoli.
"Capitano..." chiamò allarmata Julie, rompendo d'un tratto quell'atmosfera semirilassata che si era formata dopo l'annuncio che la missione di recupero era andata bene "le sonde hanno rilevato delle tracce di curvatura multiple in uscita nei pressi del pianeta!"
"la Fearless ci ha mandato un messaggio in bassa frequenza, signore..." interruppe l'addetto OPS, mentre provvedeva a decodificare il messaggio "Hanno individuato sei caccia del Dominio in avvicinamento e devono ritirarsi."
"Sei Caccia? Dove?" domandò Shran, alzandosi istintivamente in piedi, le antenne azzurre già tese verso lo schermo visore, che in quel momento mostrava un mare verdognolo piuttosto agitato, intento ad infrangersi contro il massiccio scafo della Marconi.
"Stanno entrando nell'atmosfera nei pressi della base nemica..." rispose Julie "e stanno teletrasportando qualcosa." Attese un momento, prima di aggiungere "Sono molto rapidi...forse sanno come superare le interferenze..."
"Il Dominio che collabora coi Bajoriani?" si domandò ad alta voce l'Ufficiale Andoriano in comando "Non ha senso...passiamo in Allarme Giallo e dite a Rekon di sbrigarsi, perché potremmo doverci muovere in fretta..."
"Le navette sono nella fase finale di approccio..." annunciò l'Ufficiale Tattico di turno, mentre la visuale sullo schermo veniva modificata per mostrare i due vascelli Federali e quello Bajoriano che si allineavano con la grande nave stellare, passando in mezzo alle sue Gondole di Curvatura per accedere all'Hanar principale.
"Va bene, Julie...tenga d'occhio quelle navi..." rispose il Capitano, tornando a sedersi con una cattiva sensazione che gli irrigidiva i muscoli del collo.

U.S.S. Marconi - Plancia - 28/07/2395, ore 13:20


"Bentornata a bordo, Comandante Keane..." la salutò Shran, quando Tara ebbe varcato la soglia del Turboascensore. Il Capo OPS si era presa appena dieci minuti per lavarsi e cambiarsi di uniforme, prima di raggiungere i colleghi sul ponte di comando.
"Grazie di essermi venuti a prendere, signore..." rispose il Capo OPS, rilevando la propria postazione ed estendendo implicitamente il ringraziamento a Dal e Durani, che - dopo aver messo in fuga i caccia - avevano provveduto a scortarla fino alla Marconi.
Prima che il siparietto potesse continuare, il Comandante Berthier annunciò che le navi del Dominio stavano abbandonando l'atmosfera planetaria in quel momento "Sembra stiano attivando i motori a Curvatura..."
"Un problema in meno..." commentò con un ghigno Dal, mentre lo schermo visore mostrava le riprese di una delle sonde della Fearless, che stava inquadrando dal basso i sei caccia viola mentre - una volta abbandonata la zona di influenza del pozzo gravitazionale del pianeta - si accendevano per un istante della luce emessa dalle loro Gondole prima di allungarsi a causa della distorsione ottica provocata dall'entrata nel Subspazio.
L'atmosfera in Plancia si stava giusto distendendo, quando l'Allarme Rosso scattò, attivato dalla consolle tattica "Sono usciti dalla Curvatura, sopra di noi!" urlò Durani, mentre una pioggia di proiettili di energia illuminava il cielo ripreso dallo schermo visore, andando ad impattare sull'acqua.
Prima che il nemico riuscisse a correggere il tiro, la Marconi alzò gli scudi evitando di subire danni rilevanti, ma anche così non avrebbero retto un bombardamento orbitale per molto tempo.
"Che diavolo sta succedendo?" sbraitò Rekon, entrando in Plancia con passo di carica "Stiamo cercando di calibrare una fo***ta bobina di Curvatura, e gli scossoni non aiutano quando devi effettuare correzioni misurabili in Micron!"
"Non ora, Rekon..." ribatté Shran, mentre un colpo diretto li raggiungeva. Anche se l'atmosfera impediva una mira precisa ai caccia del Dominio, loro erano un bersaglio immobile e presto o tardi sarebbero stati sopraffatti "possiamo decollare?"
"Certo che sì..." rispose l'ingegnere, portandosi alla consolle Ingegneria "ma a che pro? In atmosfera abbiamo la manovrabilità di un sasso tirato da una catapulta, ci abbatterebbero prima di aver raggiunto lo spazio aperto.."
"Allora non ci restano molte alternative..." commentò il Capitano della Marconi, mentre un colpo diretto particolarmente fortunato faceva esplodere un condotto EPS da qualche parte, generando un temporaneo abbassamento delle luci a bordo "Prepariamoci ad immergere la nave verso il fondo del mare...la rifrazione dovrebbe fornirci una difesa efficace contro le armi ad energia del Dominio!"
E così, mentre letali proiettili di energia cadevano dal cielo come una pioggia di stelle, la grande Nave Stellare cominciò ad immergersi nelle profondità marine, lo scafo sfrigolante a contatto con le concentrazioni sempre maggiori di acido di quelle acque.


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13.05 - Negli Abissi

Autore: Tenente Jaran C. Dal

U.S.S. Marconi - Plancia - 28/07/2395, ore 13:40


"Situazione?" chiese il capitano Shran. Erano immersi nel mare acido di Leinos III da venti minuti, il tutto per proteggersi dalle navi del Dominio. Fu Tara Keane a rispondere "Per ora la struttura tiene, ma alcuni ponti hanno segnalato erosioni dello scafo in alcuni settori"
"Se non sono settori vitali, evacuateli e sigillateli, meglio non rischiare" disse l'andoriano le cui antenne erano puntate sul capo operazioni, poi si voltò verso Durani e Dal che stavano osservando la console tattica "Cosa mi dite della navi del Dominio?"
"Sono ancora in orbita bassa - disse Dal - ...e sembra ci stiano seguendo"
"Come mai non ci sparano più? Il mare ci sta dando protezione?"
Durani alzò lo sguardo dalla console "Sì capitano, ci siamo immersi ad un profondità di circa centoottant'otto metri, se anche ci bombardano la massa d'acqua sopra di noi è sufficiente a disperdere i colpi d'energia"
"Siamo fortunati che il Dominio non usi più armi solide" commentò il mezzo cardassiano.
"Se fossimo veramente fortunati non saremmo in questo schifo di mare acido, ragazzo!" il capo ingegnere fece il suo ingresso in plancia uscendo dal turbo ascensore.
"Capitano" il tellarite si posizionò di fronte a Shran "vedrò di essere chiaro onde evitare di essere frainteso o non ascoltato. Ho pensato di venire fino a qui per dirle che..." Rekon fece una pausa e guardò il suo capitano, le antenne dell'andoriano si puntarono sull'ingegnere capo, poi il tellarite diede sfogo alle proprie rimostranze "...le ho detto mille volte che questa nave è stata fatta per volare nello spazio, non, e ripeto non, per navigare in un mare per lo più un mare di acido!!"
Il tellarite durante la sua sfuriata aveva sputacchiato un po' ovunque probabilmente anche in faccia al capitano, Dal era convito che l'andoriano avrebbe strangolato il capo ingegnere, invece con sorpresa del capo della sicurezza, Shran si passò la mano sul volto, poi guardò il suo sottoposto "Comandante Rekon, questo sarà il mio primo e unico avviso: non provi mai più a parlarmi in quel modo, ora se ne torni alla sala macchine, vorrei arrestarla ma purtroppo so che lei è, probabilmente, il miglior ingegnere a bordo di questo vascello e mi serve dove è più utile, ovvero in ingegneria e non in un cella."
Shran fece una pausa "Ora Comandante" Rekon rimase stupito dalla reazione del capitano, cosa che non avveniva spesso, l'intera plancia era in silenzio mentre il tellarite girò i tacchi e senza proferire parola inforcò la porta del turbo ascensore. L'andoriano si alzò dalla poltrona di comando e, sistemandosi la divisa si avvicinò alla consolle operazioni "Comandante Keane, voglio che esegua delle simulazioni e delle stime su quanto possiamo rimanere ancora qui sotto prima che la Marconi sia compromessa in maniera definitiva"
"Inizio subito signore" rispose la mezza klingon.
"Tattico e sicurezza" Dal e Durani si misero praticamente sull'attenti.
"Voglio che studiate un piano di disimpegno per quando usciremo da questo qua, se possibile provate a contattare la Fearless per coordinare una eventuale azione evasiva"
"Sì signore" risposero all'unisono i due ufficiali.
"Signor Wyandot" l'andoriano si era spostato alle spalle del timoniere "Cerchi di mantenere quanta più acqua possibile tra noi e le navi del dominio, e si prepari ad eseguire le manovre che il comandante Durani le darà una volta che usciremo da questo acido.
"Ci conti Capitano" rispose il giovane tenente.


U.S.S. Fearless - Plancia - 28/07/2395, ore 13:25


"Situazione?" chiese il comandante Garcia.
"A quanto pare la Marconi è in difficoltà, è stata costretta ad immergersi in quel mare acido..." Karana continuò a digitare qualcosa sulla consolle davanti a lei.
"Il Dominio?"
"Le due navi che sono entrate dall'orbita restano in posizione, all'inseguimento della Marconi, ma hanno smesso di bombardare."
"Quanto può resistere lì sotto la nave? Quanto pericoloso è quell'acido?"
"Sinceramente? Non sapevamo neanche che una classe Ambassador potesse immergersi così tanto, nell'acido poi..."
"Mi dia una stima comandante"
"Secondo dei calcoli approssimativi, direi non più di due ore, prima che lo scafo della Marconi collassi"
"Vedremo di farcele bastare"
Dalla postazione delle comunicazioni un guardiamarina attirò l'attenzione del facente funzioni di capitano "Signore, ricevo una trasmissione"
"Origine?"
"E' molto disturbata, sto calibrando, ma credo arrivi dalla USS Marconi"
"Sullo schermo..."
Il guardiamarina scosse la testa "Solo audio signore, mi spiace"
"Apra il canale" la forza dell'abitudine vece voltare l'ufficiale verso lo schermo principale, che in quel momento visualizzava una ripresa a lunga distanza delle navi del Dominio. "Qui è la Fearless, mi ricevete?"

U.S.S. Marconi - Sala Macchine - 28/07/2395, ore 13:45


Rekon era tornato in sala macchine imprecando e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, pentendosi della sfuriata fatta davanti al capitano. *Proprio nessuno capisce che questa nave sta per fare un brutta fine?* batté un pugno sulla parete del turbo ascensore. Due ore, due ore e mezza al massimo.... questo è quanto durerà la Marconi se rimaniamo qui sotto, io posso metterci anche lo sputo per tenere assieme questo vascello ma dobbiamo uscire da questo acido*
Il turbo ascensore si fermò e le porte si aprirono sulla sala macchine dalla Marconi, tecnici correvano a destra e sinistra, tamponando, sistemando, modificando e in alcuni casi costruendo condotti EPS e altri strumenti che servivano a mantenere in funzione la Marconi. Come il tellarite fece la sua comparsa subito due sottufficiali gli si fecero incontro, Rekon sfoderò uno dei suoi migliori ringhi e uno dei due cambiò strada, il secondo invece, dopo un tentennamento proseguì nella sua direzione *Deve essere qualcosa di veramente importante* pensò l'ingegnere capo.
"Signore - l'umano porse al tellarite un d-pad - questo è il rapporto sulla tenuta della struttura della nave aggiornato a cinque minuti fa"
Rekon scorse i dati, molte sezioni erano state evacuate e sigillate "Quello che vedo non mi piace tenente - guardò l'umano - soluzioni?"
Il sottufficiale non sembrò a disagio, lavorava con Rekon da tempo ormai, ed aveva imparato che essere titubante o nascondere informazioni era esattamente ciò che il suo capo odiava, quindi senza farsi intimidire diede la sua risposta "Signore per il momento non abbiamo trovato un modo per neutralizzare l'acido, quindi l'unica soluzione per il momento è isolare i compartimenti che non reggono all'erosione e cercare di andarcene al più presto"
"Quindi non ha una soluzione decente" il tellarite inclinò leggermente di lato la testa attendendo una replica dal suo interlocutore.
"Non abbiamo una soluzione per l'acido, ma siamo riusciti a sistemare i motori ad impulso, possono garantirci una accelerazione di 2.5, lo so che non è la piena potenza del sistema ma è sempre meglio del 0.25 che avevamo fino a trenta minuti fa."
Rekon sorrise.
"Ottimo, se ne usciamo vivi tu e la tua squadra vi godrete una cassa di birra romulana...offerta da me!"

U.S.S. Marconi - Plancia - 28/07/2395, ore 13:55


=^= Rekon a plancia =^=
"Qui plancia - rispose Shran - mi dica qualcosa di positivo, comandante"
=^= Capitano abbiamo sistemato nel miglior modo possibile i motori sub luce le possiamo dare una potenza di 2.5 anche se per un breve periodo =^=
"A quanto corrisponde questo breve?" l'andoriano tamburellò con le dita il poggiolo della sua poltrona.
=^= Cinque minuti e mezzo, forse sei =^=
Il capitano sorrise =^= Ce li faremo bastare, quando saranno disponibili questi motori? =^=
=^= E' già tutto in linea =^=
Le antenne dell'andoriano si puntarono sul timoniere che lo stava osservando, con un cenno del capo Chuck confermò le informazioni del tellarite.
"Grazie signor Rekon, eccellente lavoro"
=^= Lo so. Rekon chiude. =^=
Shran si sedette sulla sua poltrona e scuotendo la testa sorrise. Dal vide la scena e anche sul suo viso comparve un sorriso.
*Finché il capitano sorride, allora abbiamo una speranza di cavarcela* pensò l'ufficiale della sicurezza tornando a guardare la consolle tattica assieme a Durani.

U.S.S. Marconi - Plancia - 28/07/2395, ore 14:00


"Tattico, comunicare alla Fearless che stiamo per riemergere, coordinatevi per le manovre - Shran attese il ricevuto di Durani, poi si rivolse a Chuck - Iniziare emersione, motori in accelerazione, avvertire tutte le postazioni, allarme giallo su tutti i ponti"
Diversi "Sissignore" arrivarono dalle varie postazioni *Nonostante tutto, questo equipaggio darà sempre il meglio di sé* pensò orgoglioso il capitano andoriano mentre osservava sullo schermo principale la telemetria e l'immagini di quel mare acido.


Kolgrom - Plancia - 28/07/2395, nello stesso dominio


Il Jem'Hadar analizzò più volte la consolle per essere certo che non ci fossero false letture, poi si rivolse al suo comandante "Primo - richiamò la sua attenzione - a quanto pare i federali hanno deciso di uscire, rilevo che si stanno avvicinando alla superficie"
L'alieno più anziano si avvicinò all'addetto ai sensori, verificò i dati e dopo averli convalidati si voltò verso il comandante Vorta del vascello "Signore, rilevamento trenta punto quattro, i federali stanno emergendo, cosa desidera che facciamo?"
Il Vorta si girò verso il suo primo ufficiale "Ohhh! Era ora, iniziavo ad annoiarmi! Aspettiamo che emergano, poi con il supporto della Vorlon li abbattiamo, non voglio testimoni, non deve rimanere nulla di quella nave"
"Come comandi" il Jem'Hadar iniziò a dare ordini ai vari sottoposti e a coordinarsi con la nave alleata.


U.S.S. Marconi - Plancia - 28/07/2395, ore 14:01


"Dieci secondi all'emersione capitano - disse Chuck - nove, otto, sette..."
"Tenersi pronti - disse Shran - Impostare i bersagli e prepararsi al fuoco" ordinò.
Cinque secondi più tardi la Marconi uscì dal mare acido di Leinos III: la nave classe Ambassador-Y eruppe, letteralmente, da quelle acque corrosive, diverse paratie dello scafo erano state erose e l'immagine di insieme non era proprio il massimo della bellezza, ma l'importante era che la Marconi volasse e potesse combattere.
Appena i banchi phaser furono fuori dall'acqua Durani li attivò ed iniziò uno scontro con la Kolgrom, la più vicina delle due navi del Dominio. La Marconi iniziò ad essere bombardata dalle armi della Kolgrom.
"Situazione" urlò il capitano sotto una pioggia di scintille provenienti da varie consolle saltate.
"Gli scudi reggono" urlò Dal per farsi sentire sopra la cacofonia di esplosioni e suoni che aveva invaso la plancia "Non so per quanto, se anche la seconda nave del Dominio decide di unirsi allo scontro..." il capo della sicurezza non finì la frase.
"Situazione della Fearless?"
"Dovrebbe essere qui tra dieci secondi..."

I cieli sopra Leinos III - 28/07/2395, ore 14:02


Le due navi del Dominio iniziarono l'avvicinamento alla Marconi, intenzionate a distruggere la nave Federale, la prima in pozione più avanzata aveva già ingaggiato l'Ambassador, mentre la seconda si teneva più defilata. Come un falco rigeliano, la Fearless si tuffò nelle nuvole che la separavano dalle sue prede, in piena accelerazione aprì il fuoco sulla nave di scorta, scaricandole addosso gran parte del proprio arsenale: l'intercettore del Dominio, esplose in una nube di fuoco dalla quale la Fearless emerse come un'araba fenice.
=^= Fearless a Marconi, avete bisogno di assistenza? =^= chiese Manuela.
La Kolgrom, rivelata la presenza della seconda nave federale e avendo perso la scorta, iniziò una serie di manovre di disimpegno per allontanarsi dai federali, ma la Marconi e la Fearless non diedero possibilità di fuga ai nemici, con un fuoco incrociato abbatterono anche il secondo vascello del Dominio.
=^= Qui il capitano Shran della Marconi, grazie per l'assistenza. Non abbiamo ancora finito su questo pianeta: stiamo andando a trovare una base terroristica, se non avete di meglio da fare e volete unirvi a noi, siete i benvenuti. =^=
Pochi istanti dopo le due navi, una a fianco all'altra, impostarono la rotta per la base dei terroristi.


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13.06 - Intrighi

Autore: Tenente Durani della Casata di Kanjis

FLASHBACK - Leinos III - Tempio Celeste Pah'Wraiths - 28/07/2395, ore 13:00


"Teletrasporto in corso..
"Bene, avvertite la Vedek che.."
"Un attimo signora! Per i Profeti! ALLARME ALLARME!!!!!"
Jodel Mass stava rientrando nella sala di controllo quando sentì le sirene tagliare l'aria silenziosa del Tempio Celeste. Istintivamente portò la mano alla cintura ove teneva le sue armi mentre affrettava il passo, iniziando a correre per capire quello che stava succedendo.
"RAPPORTO Kiral!" urlò entrando nella piccola sala ellittica
"Jodel, meno male che sei qui! Assieme alle casse che stavamo aspettando, sono sbarcati dai caccia del Dominio anche quattordici Jem'Hadar: sono gruppi d'attacco"
"Ne sei sicura?"
"Si hanno tentato di ingannare i nostri sensori, ma siamo riusciti ugualmente a percepire l'intrusione coi sistemi di terra"
"Maledetti traditori! Cosa stanno facendo?"
"Il primo gruppo ha preso posizione alla biforcazione della Rotonda del Pensiero, l'altro si sta dirigendo verso l'hangar navette"
"Dove sono i Guardiani?"
"Borom e i suoi sono stati abbattuti, Heler sta organizzando le squadre per scacciare i profanatori dal Tempio"
"Avvertite Keena che faccia evacuare i devoti"
"Molto bene e.." il giovane bajorano si interruppe premendo il comunicatore auricolare
"Che succede?"
"Ci chiamano.. dai caccia!"
"Che possano essere maledetti, rifiuta è un diversivo!" ordinò Jodel prima che una voce roca, anziana ma priva di furia rabbiosa anzi quasi melodiosa si facesse sentire
"I Profeti mi avevano avvertita, lasciate che il Vorta parli"
La donna che aveva parlato aveva il volto deturpato dal fuoco e negli occhi brillava una scintilla di autentica devozione, velata da un'ombra di fanatismo.
Nessuno nella sala osò nemmeno pensare di contraddire la Vedek.
Jodel Mass fece un inchino e si tirò indietro, palesemente confuso in volto.

FLASHBACK - Kud'ika - Plancia - contemporaneamente


Il Vorta Kiivan sedeva sulla poltrona di comando: era giovane, impulsivo ma non imprudente. Era stato scelto per porre fine a quell'ignobile ricatto cui il Dominio era stato sottoposto.
Le varie prove del sostegno diretto ed indiretto all'elezione della nuova Kai su Bajor dovevano essere recuperate o distrutte. Solo così avrebbero potuto trattare alla pari coi sostenitori della Nuova Religione.
Certo violare il loro tempio, mentre ancora lo stavano portando alla luce dopo un tempo immemorabile di oblio non era il massimo, ma d'altronde quell'anziana Vedek ed i suoi non pretendevano di imporre un'alleanza forzata?
Doveva dare tempo a Toman'Son di recuperare quel manufatto e distruggerlo. Riuscire nell'impresa era condizione necessaria per la sua sopravvivenza. Quello che sarebbe accaduto dopo non Kiivan non importava. Se i bajorani avessero chiuso le loro difese aeree, lui avrebbe sacrificato i Jem'Hadar senza pensarci molto su ed era sicuro che Toman'Son ed i suoi si sarebbero uccisi prima di consegnarsi o di finire prigionieri.
Dopo la richiesta di comunicazione con il Tempio, dovette attendere qualche minuto prima che venisse aperto il canale, segno che su Leinos III stavano valutando il da farsi.
Kiivan sorrise ticchettando le dita sulla consolle davanti a sé. Ogni attimo da loro perso era un attimo guadagnato.
Il sorriso del Vorta si spense quando si accese il monitor e comparve il volto deturpato della Vedek:
=^=Sapevo che avrebbero mandato lei, Kiivan.. i Veri Profeti me l'avevano rivelato=^=
"Non subito dei suoi legami con i Pah'Wraiths o come si chiamano le divinità in cui crede, ma cara la mia sacerdotessa dubito che gli uomini che stanno ora combattendo per lei sappiano il vero motivo per cui rischiano la vita"
=^=Kiivan, carissimo.. anche gli Jem'Hadar non lo sanno eppure ubbidiscono come cani ai tuoi ordini=^=
"Avresti dovuto consegnarci ciò che è nostro, ora ce lo prenderemo"
=^=I tuoi cani verranno falciati dal volere dei veri Profeti, senza riuscire nella loro missione=^=
"Di questo ne dubit.." Kiivan fu interrotto da uno dei suoi uomini che gli mostrò un visore portatile per qualche istante
La Vedek notò immediatamente il cambio espressivo negli occhi del suo interlocutore:
=^=Carissimo, te l'avevo detto. I Veri Profeti non sbagliano. Ciò che cerchi non è più nel Tempio.. è stato affidato alla cura di una nave federale nostra amica ed alleata.. se le tue navi decidessero di distruggere ciò che a me è più caro, la USS Marconi indagherebbe e presto saprebbe la verità sulle vostre macchinazioni=^=
"Vecchia strega! Chiudere comunicazione! A tutte le navi, entrare in curvatura!"
"Signore e Toman'Son?"
"Non hanno speranze, che si battano fino all'ultimo respiro!"

USS Marconi - Plancia - 28/07/2395, ore 14:03


=^= Tre minuti di autonomia Capitano, stiamo tentando di aumentare il margine, ma.. muovetevi scansafatiche!!!! O vi prendo a calci fino a farvi uscire la divisa dai denti =^=
Il Capitano diede ordine di chiudere forzatamente la comunicazione con la sala macchine, ben intuendo che Rekon si era del tutto dimenticato di avere il canale aperto ed era alle prese con qualche sventurato che non faceva il proprio lavoro con la dedizione, l'alacrità e la velocità richiesta dal vecchio tellarita.
"Situazione tattica?"
"I caccia del Dominio si sono aperti a ventaglio, sembrano pronti all'azione" rispose Dal notando un'esitazione della klingon impegnata in qualche controllo sulla propria consolle
"La Fearless?"
"Si è frapposta fra noi ed i caccia, ma non ha la stazza per questo ruolo di copertura: dovrebbe ingaggiare uno scontro in velocità e agilità, senza certezza di riuscita e lasciandoci completamente alla mercé di chiunque voglia aprire il fuoco"
Le antenne dell'andoriano si mossero verso la klingon che continuava a grugnire, mantenendo però un silenzio concentrato, lasciando che fosse il mezzo cardassiano a fare il rapporto.
"Tenente Durani?"
"Capitano ho impostato le griglie di difesa automatica.. ogni energia superflua è stata dirottata agli scudi, ma senza i motori ad impulso, le batterie di riserva non sono in grado di far fronte al dispendio energetico"
"Soluzioni?"
"Mantenere questa altitudine riduce l'arco d'azione necessario agli scudi, se la Fearless dovesse posizionarsi su un lato, potrei dirottare l'energia degli scudi su un solo settore, ma non dureremmo molto. Per risparmiare energia potrei passare al sistema di tiro manuale, perdendo capacità di reazione ed i colpi da noi sparati servirebbero non da offesa ma da bersagli evasivi."
"Possibilità di successo?"
"Nessuna Capitano, ma preserverei la nave il tempo necessario alla sala macchine per tentare di fare il miracolo"
"Va bene proceda per il momento"
Un ringhio sordo come unica risposta
"Cosa succede Tenente?"
"Stanno continuando a scansionarci Capitano! Cercano qualcosa! Uhm hangar navette! Abbiamo qualcosa che loro vogliono"
Non ci fu bisogno di parole: Dal notò lo sguardo del Capitano e si precipitò con una squadra a perquisire la navetta usata da Tara Keane per la fuga.


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13.07 - Come era stato predetto...

Autore: Tenente JG Charles "Chuck" Wyandot

USS Marconi - Hangar navette - 28/07/2395, ore 14:15


=^=Dal a plancia.=^=
"Rapporto!" rispose Shran sobbalzando per l'ennesimo colpo ricevuto dalle navi avversarie.
=^=Non abbiamo trovato niente signore, qualsiasi cosa cercassero non è...=^=
"Signor Dal?" esclamò il Capitano della Marconi guardando verso l'alto come se guardare gli altoparlanti potesse riattivare la comunicazione.
"Signore! Breccia negli scudi. La squadra del signor Dal e la navetta... sono tutti stati teletrasportati a bordo della nave Jem'Hadar." Shran colpì con forza il bracciolo della poltrona quando Durani comunicò la notizia.

Incrociatore Kolgrom - Hangar principale - 28/07/2395, contemporaneamente


Quando Dal riuscì a rendersi conto di quello che era successo era ormai circondato da decine di Jem'Hadar con i fucili spianati. Nessuno dei suoi uomini stava muovendo un muscolo, sapevano bene che reagire in quella situazione significava, se erano fortunati, essere abbattuti da qualche raffica settata su stordimento... ma quella gente non usava praticamente mai lo stordimento.
"Salve gente, cercavate qualcuno in particolare, o avete pescato a caso?" chiese il Capo della Sicurezza alzando le braccia e facendo segno ai suoi di fare altrettanto. Quattro contro trenta? Fatica inutile, meglio sembrare collaborativi.

"Mi scuso per averla prelevata così di sorpresa, ma il tempo a nostra disposizione è alquanto limitato." Kiivan, il vorta al comando, fece la sua comparsa da dietro le spalle del Jem'Hadar più grosso che Dal avesse mai visto.
"Non si preoccupi, è sempre bello fare un giro turistico degli incrociatori del Dominio." rispose il mezzo cardassiano abbassando lentamente le braccia.
"Ormai il Dominio non esiste più, è solo una parola che indicava una coalizione molto potente che ha cessato di esistere. C'è un trattato di pace, non ricorda?" Kiivan fece segno ai guerrieri di procedere e sei di loro entrarono nella navetta.
"Trattato di pace... trattato di pace... mi ricorda qualcosa. Era per caso quello dov'è scritto che non dobbiamo più prenderci a cannonate a vicenda?" Dal lanciò un'occhiata verso la navetta e notò che i soldati la stavano letteralmente smontando alla ricerca di qualcosa che neppure lui era riuscito a trovare.
"Alle volte dobbiamo fare cattiva sorte a buon viso... o era il contrario?"
"Non lo chieda a me, non sono bravo con i proverbi terrestri..."

Un Jem'Hadar fece capolino dalla navetta e scosse la testa. Il Vorta sospirò e guardò Dal per alcuni momenti valutandolo.
"Gar'Tharok, quanto tempo pensi ti servirebbe per spezzare la sua volontà?" chiese il Vorta al Primo dei Jem'Hadar
"Giorni..." mormorò il guerriero rendendo, dal suo punto di vista, onore al capo della sicurezza. Gli uomini di Dal fecero un passo avanti ma lui li fermò con un gesto.
"Troppo tempo, dovremo passare all'opzione due." guardò Dal e poi sparò a bruciapelo "Dov'è il cristallo dei Profeti?"
"Che cristallo?" La domanda era così assurda che Dal lasciò trapelare la sua sorpresa.
"Come immaginavo... maledetta vecchia. Sapevo che ci stava prendendo in giro, ma non potevo correre nessun rischio. Aprite un canale con la Marconi e cessate le ostilità!" Gar'Tharok lanciò uno sguardo disgustato al Vorta ma fece come gli era stato detto.

"Signor..." chiese Kiivan all'indirizzo dell'ufficiale della flotta stellare.
"Tenente Dal, sono il capo della sicurezza della USS Marconi." Rispose lui che non riusciva a comprendere il repentino cambiamento della situazione.
"Mi segua prego, andiamo in plancia..." Kiivan si voltò dirigendosi verso l'ascensore
"E i miei uomini?" Dal non si mosse.
"Che prendano pure la navetta e tornino sulla vostra nave, non importa." rispose il Vorta aspettando il suo ospite.

"Andate!" ordinò Dal agli uomini che erano con lui e troncando immediatamente qualsiasi rimostranza. Poi seguì il Vorta nell'ascensore.

USS Marconi - Plancia - 28/07/2395, alcuni minuti dopo


"Signore, comunicazione dall'incrociatore del Dominio!" esclamò l'addetto alle comunicazioni. Per un attimo nella mente di Shran passò l'immagine di Dal che, dopo essersi fatto strada a mani nude attraverso tutto l'incrociatore del Dominio, arrivava in plancia per chiamarlo e dirgli che era tutto a posto. Scosse la testa per scacciare quella stupida fantasia, ma rimase a bocca aperta quando sul monitor principale apparve il suo capo della sicurezza.

"Signor Dal, sta bene?"
=^=Si tutto bene Signore. A quanto pare la situazione ha subito un cambiamento improvviso, anche se non ho idea del perchè!=^= commentò lui confuso e completamente in balia degli eventi.
=^=Mi permetta di spiegare la situazione...=^= Kiivan si fece avanti e compì una sorta di inchino =^=Mi scuso per quello che è successo ma la situazione ci impone di agire senza perdere tempo. Capitano mi dica, dov'è il Cristallo dei Profeti?=^=
"Come scusi?" chiese Shran che pensava di aver capito male.
=^=La situazione è la seguente: potrei assaltare la vostra nave con le forze del Primo Gar'Tharok per trovare quello che sto cercando, ma la cosa richiederebbe tempo e uomini, oppure potrei distruggervi, ma questa ci negherebbe la possibilità di recuperarlo, quindi glielo chiedo un'ultima volta: dov'è il Cristallo dei Profeti? La Vedek bajoriana ha detto di averlo dato alla loro nave alleata, la Marconi.=^=
"Non so niente di nessun Cristallo e nemmeno di quale Vedek stia parlando. Noi eravamo in questo settore in esplorazione quando abbiamo avuto avarie sulla nave che ci hanno costretti ad un atterraggio di fortuna. La USS Fearless è giunta da Deep Space 16 Gamma proprio per fornirci assistenza."
=^=Confermo quello che il Capitano Shran ha detto!=^= commentò il comandante Garcia che condivideva lo schermo con il Vorta.
=^=Vi credo Capitano=^= commentò Kiivan =^=Quella vecchia pazza mi ha preso in giro, ma non potevo rischiare che fosse la verità. Mi dispiace molto.=^=
"Le dispiacerà di più quando i diplomatici della Flotta Stellare comunicheranno il vostro operato ai suoi capi" commentò Shran con rabbia.
=^=Non si preoccupi questo non accadrà!=^= la comunicazione si chiuse all'improvviso.

"Signore hanno riattivato le armi e si preparano a fare fuoco!" esclamò Durani
"Manovre evasive, tutta l'energia agli scudi, non sprecate energia per fare fuoco, non ne abbiamo abbastanza! Capitano Garcia cerchi di aprirci un varco e poi si tolga dai piedi e torni verso la stazione, se non riusciamo a fuggire dalla morsa del Dominio c'è poca speranza per noi!"
=^=Mi rifiuto di...=^=
"Comandante Garcia questo è un'ordine!" esclamò rabbioso Shran mettendo ben in chiaro chi fra i due comandava, poi fece chiudere la comunicazione.
"Shran a Rekon, voglio tutta l'energia che potete darmi per gli scudi!"
=^=Ce l'ha già Capitano, ormai siamo alla frutta. Possiamo incassare qualche colpo ma poi andrà tutto in malora!=^= dal tono pacato dell'ingegnere capo, il capitano si rese conto che non c'era più niente da fare.
"Grazie Signor Rekon, ce li faremo bastare!" concluse Shran "Tenete Wyandot faccia il possibile per proteggere la Fearless, almeno loro devono riuscire ad andarsene. La Marconi ormai non ha più modo di entrare in curvatura..."

Tutti si resero conto che questa era la fine per loro.

Incrociatore Kolgrom - Plancia - 28/07/2395, ore 14.25


"Cosa dobbiamo fare per abbattere quella dannata nave?!" esclamò rabbioso Kiivan e il Jem'Hadar al tattico grugnì per l'onta che stava subendo e che avrebbe pagato, in seguito, con una punizione o con la morte.
"Il nostro timoniere è un tantino oltre le vostre possibilità." commentò divertito Dal asciugandosi con la manica il sangue che gli usciva dalla bocca.
Dopo che il Vorta aveva dato l'ordine di aprire di nuovo il fuoco sulla Marconi, il capo della sicurezza si era gettato su di lui, ma i guerrieri del Dominio l'avevano bloccato. Era riuscito a ucciderne due prima di essere steso dal Primo. Si domandava perchè non l'avessero ancora eliminato.
"Volete ammazzarlo? La sua voce mi da fastidio!" commentò infatti il Vorta.
"Lui combatterà contro di me più tardi. Si è meritato il diritto ad una morte da guerriero." commentò Gar'Tharok senza nessuna inflessione nella voce. Il Vorta alzò gli occhi al cielo disgustato.

Tre bordate violentissime gettarono a terra tutti i presenti, scintille ed esplosioni si susseguirono per alcuni istanti seguite da imprecazioni dell'equipaggio. Uno scintillio attirò lo sguardo di tutti sul federale che era seduto a terra.

"Di nuovo?" commentò Dal mentre il teletrasporto lo portava via.

USS Marconi - Plancia - 28/07/2395, contemporaneamente


"Signore sparvieri Klingon in disoccultamento!" esclamò Durani. Nella sua voce c'era sorpresa e orgoglio "Stanno bersagliando l'incrociatore del Dominio! I loro scudi sono appena collassati!"
"Signor Keane porti via Dal di li immediatamente!" ordinò Shran "Signor Durani appena lo abbiamo faccia fuoco con tutto quello che ha sull'incrociatore. Ordinate alla Fearless di fare altrettanto, tagliamo la testa del serpente!"

Lo scintillio del teletrasporto illuminò la plancia. Dal si alzò di scatto andando ad occupare immediatamente la sua postazione.
"Bentornato Tenente!" commentò il Capitano visibilmente sollevato "Ha qualche idea di cosa stia succedendo?"
"Nessuna signore. Come ha sentito stanno cercando un Cristallo dei Profeti e lo cercavano a bordo della Marconi, non trovandolo presumo che volessero metterci a tacere."
"La cosa non mi stupisce! Situazione!" chiese poi rivolgendosi all'ufficiale tattico.
"L'attacco a sopresa è stato devastante per loro. Hanno perso scudi e armi, ma ci sono ancora avversari nell'area."
"Chieda rispettosamente al Capitano Klingon di non distruggere l'ammiraglia del Dominio o non avremo risposte!"
"Troppo tardi..." commentò Durani con un ghigno di soddisfazione.
Sullo schermo due sparvieri si voltarono in due strette virate e si gettarono sulla loro preda come i rapaci da cui prendevano il nome. I siluri partirono simultanemanete dai vascelli e spaccarono in due l'incrociatore del Dominio, un attimo dopo si trasformò in una palla di fuoco.
"E addio alle nostre risposte..." commentò acido Shran abbandonandosi sulla poltrona.

Leinos III - Tempio Celeste Pah'Wraiths - 28/07/2395, ore 14.40


"L'incrociatore di Kiivan è stato distrutto. L'altra nave e i caccia rimasti sono saltati in curvatura." comunicò Kiral
"E i Jem'Hadar dentro il tempio?" chiese Jodel Mass guardando il suo compagno.
"Si stanno facendo strada attraverso le nostre forze. Sono rimasti in pochi ma combattono come dei demoni!"
"Informate la Vedek immediatamente, le forze Jem'Hadar stanno andando proprio verso di lei."
"Lo sa... ha detto che fa tutto parte dei disegni dei Veri Profeti."

Leinos III - Camera celebrativa Pah'Wraiths - 28/07/2395, ore 14.50


"Vedek siamo riuscita ad aprirla!" il giovane bajoriano aveva gli occhi luminosi per la felicità. La donna gli sorrise e gli toccò la testa per benedirlo.
"Ti ringrazio figlio mio... adesso fortificate l'area, io entrerò per parlare con i Veri Profeti. Dovete fermare i mostri del Dominio, al resto penseranno i nostri dei!" osservò il fanatismo del giovane che veniva centuplicato dal luogo in cui si trovavano e sorrise.

Lo guardò correre verso l'entrata del tempio poi varcò la soglia della camera di prigionia dei suoi dei.

Le forze del Primo Toman'Son erano in inferiorità numerica di quattro a uno, ma lui non se ne preoccupava. Il suo secondo, Gar'Tharok, doveva già aver preso il suo posto come era giusto che fosse. A lui non restava altro che portare a compimento la sua missione. L'unica possibilità era arrivare alle camere interne del tempio e prendere il cristallo... semprechè si trovasse ancora lì.
L'ultima dose di ketracel bianco era ormai andata. Aveva ordinato ai suoi di ignettarsela per renderli ancora più letali. Sapeva che avrebbero comunque pagato le conseguenze di quella overdose.
I bajoriani combattevano con determinazione e cieco fanatismo. Formavano dei veri e propri muri di fuoco che i suoi faticavano ad attraversare, ma quando riuscivano ad arrivare abbastanza vicino alle loro fortificazione questi tentavano di assalirli in corpo a corpo... grosso errore.
Con un audace colpo di mano, e grazie soprattutto all'incredibile velocità di cui erano dotati, due dei suoi guerrieri sfondarono l'ultima sacca di resistenza davanti all'entrata della camera. Dietro di loro nuove forze stavano arrivando, ma non era importante.
Si fece largo fra i corpi dei bajoriani caduti uccidendo chiunque gli si parasse di fronte poi ordinò agli altri di formare un muro difensivo.

Toman'Son attraversò il corridoio fino a giungere alla Camera di Prigionia. Un grosso cristallo di colore rosso era depositato su un piedistallo di pietra con molteplici incisioni. Si lasciò un attimo distrarre dai complessi geroglifici che attorniavano l'intera sala e alla fine posò gli occhi sulla donna dal volto deturpato.

"Benvenuto nella Camera Celebrativa. I Veri Profeti ti aspettavano!" commentò la Vedek con le mani giunte davanti a se.

Toman'Son non si curò di quell'essere e si avvicinò al cristallo. La sua missione era prenderlo in custodia e teletrasportarsi via dal pianeta, ma ormai non c'era più nessuno che potesse trarli in salvo. Con una certa dose di soddisfazione, ben poco jem'hadar, si rese conto che la sua sola opzione era distruggere se stesso, il cristallo e il tempio con un'unica grande esplosione purificatrice. Il che avrebbe mandato anche in malora i piani di quel maledetto Vorta che lo aveva abbandonato.
Il Primo, con un ghigno, attivò il conto alla rovescia che avrebbe messo fine a tutto.

"Tutto è come i Veri Profeti avevano previsto..." sussurrò la Vedek con un sorriso.

USS Marconi - Plancia - 28/07/2395, ore 15.00


"Capitano ho un picco di radiazioni che arriva dal pianeta! Esplosioni multiple!" avverti Durani mentre la sua strumentazione sembrava impazzire.
"Avvertite tutti di allontanarsi. Signor Wyandot faccia quello che può per arrancare via da qui!"
"Signore c'è una fortissima perturbazione gravitometrica - urlò Tara per sovrapporsi agli allarmi e alle voci dei suoi colleghi - sta per aprirsi uno strappo nel continuum. Verremo sicuramente trascinati dentro se non saltiamo a curvatura!"
"Plancia a sala macchine! Signor Rekon mi dica che abbiamo la curvatura!"
=^=Mi dispiace Signore...=^= la lapidaria risposta di Rekon mozzò il fiato a tutti.
"Lo strappo si è aperto proprio sul pianeta!" il visore principale mostrò una scena tanto affascinante quanto terribile. Dove prima c'era lo spazio e un pianeta adesso c'era un qualcosa di oscuro contornato da selvagge energie gravimetriche di inaudita potenza "La nave verrà tirata dentro se non facciamo qualcosa!"
"Opzioni per chiudere quel coso Signor Berthier?" chiese Sharn al suo ufficiale scientifico.
"Nelle condizioni in cui ci troviamo? L'esplosione del nucleo di curvatura al centro della singolarità, ma non sono certa che si chiuderà, di sicuro dovrebbe impedirne l'espansione. Se siamo fortunati si trasformerà in un tunnel spaziale stabile."
"Un tunnel per dove?"
"Non ne ho idea Signore, ma potrebbe essere collegato anche con un'altra dimensione."
"Bene, non c'è altro da fare! Evacuate immediatamente la Marconi, voglio tutti fuori di qui. Signor Wyandot mi faccia posto, vi voglio via di qui il prima possibile!"
Il coro di dinieghi da tutti i membri della plancia non fu ascoltato. Sharn fu costretto a ordinare a Dal di sgombrare la plancia, sapendo che non poteva rifiutarsi. Il compito primario di una Capo della Sicurezza era tenere al sicuro l'equipaggio della sua nave e, nonostante fosse stato il primo a rifiutarsi di abbandonare il capitano da solo, non poteva fare altro se non salvare gli altri.
Durani si trovò costretta a strappare a forza Tara Keane dalla sua postazione. Le due incrociarono lo sguardo con il loro capitano e Shran vi lesse l'orgoglio che provavano nei suoi confronti.

"Andiamo Chuck è il momento di andare..." commentò Dal toccando la spalla del giovane.
"No..." il Capo della Sicurezza ammutolito dal tono fermo del giovane si voltò verso Shran.
"Signor Chuck il mio era un'ordine se non l'aveva compreso." intervenne il Capitano
"Signore, ha il cinque percento di possibilità di riuscire ad entrare incolume all'interno della singolarità. Tenuto conto dei potenti flussi gravimetrici e della necessità di fare in fretta il suo è un suicidio."
"E quindi lei vorrebbe prendere il mio posto e io dovrei andarmene?" chiese lui divertito
"No signore, ho bisogno di lei per attivare i protocolli per l'espulsione del nucleo e per altre cose. Con me ha più possibilità, senza di me non ne ha nessuna!" gli occhi del giovane si puntarono in quelli di Shran senza abbandonarli.
"Ho capito... Signor Dal può andare."

Dal strinse per un attimo la spalla di Chuck e poi la mano di Shran. Senza altre parole prese il turno ascensore che l'avrebbe portato alla scialuppa più vicina. Attorno ai due l'allarme di evaquazione era l'unico rumore. Sullo schermo principale le prime scialuppe di salvataggio schizzavano via dalla nave come proiettili.

"Bene Chuck, mi faccia vedere quant'è bravo."
"Signore... ho bisogno di avere il controllo di tutte le postazioni direttamente collegate alla mia console. Dovrò reagire in fretta e non posso aspettare che lei mi comunichi le letture."
"Farai fare anche qualcosa a me?" chiese lui dopo aver dato l'ordine al computer di bordo.
"Può tenersi le armi..." rispose Chuck che sembrava essere sempre più concetrato e rispondeva quasi di riflesso.
"Per sparare a cosa?"
"Non saprei, ha chiesto lei qualcosa..." Shran sorrise divertito.

La Marconi compì una stretta virata e si gettò come un pesce nel vortice oscuro. La nave sembrava distorcersi e sussultare. Le mani del giovane timoniere correvano sui tasti come un pianista, decine di letture dei sensori venivano analizzati e trasformati in azioni senza che nemmeno il timoniere se ne rendesse conto. Shran fu certo che lui non avrebbe avuto successo se fosse stato lui a pilotare, il suo unico rammarico era di dover portare con se quel giovane straordinario.
"Signore può sganciare il nucleo di curvatura. Tempo di detonazione un minuto, il flusso che ci attraversa lo porterà nel centro esatto della singolarità."

Sharn dette l'ordine e osservò sullo schermo il nucleo che usciva e che da li a poco si sarebbe trasformato in un piccolo sole.
"Ottimo lavoro Signor Wyandot!" commentò poggiandogli una mano sulla spalla.
"Grazie signore, avrò bisogno di una vacanza dopo questa giornata." rispose Chuck scuotendo la testa come se cercasse di riemergere da uno stato meditativo autoindotto.
"Se potessi la porterei io stesso ovunque. Non avevo mai visto portare una nave integra dentro una singolarità."
"E due?" chiese il giovane con un sorriso.

Un lampo di luce li avvolse.

USS Fearless - Plancia - 28/07/2395, ore 15.25


"Tenente non so come ha fatto ma adesso lo rifaccia per portarci fuori di qui!" commentò Garcia mentre Chuck si precipitava al timone della defiant.
"Che diavolo?!" Shran si guardò attorno confuso. Gli allarmi contribuivano a confonderlo.
"Il suo ragazzo non ha guidato solo la Marconi ma si è connesso anche con i sistemi della Fearless. Ci ha agganciati alla Marconi e ha mosso il tutto come un'unica nave. Non so se è incredibilmente bravo o incredibilmente fortunato!" Garcia fece per alzarsi per dare il posto di comando a Shran ma con un cenno la fece rimanere seduta.
"Le avevo dato l'ordine di andarsene!"
"E io l'ho ignorata, ma solo dopo che il suo timoniere mi ha detto che c'era una speranza di salvare anche voi."
"Ultimamente sembra che i miei ordini vengano ignorati un po' troppo spesso." commentò Shran mentre seguiva le acrobazie della defiant per uscire dalla singolarità.
"Un buon equipaggio sa quando è necessario ignorare il proprio Capitano, specialmente quando rischia di perderlo. E sarebbe un gran peccato perderla." I due si guardarono negli occhi per qualche secondo poi distolsero entrambi lo sguardo imbarazzati.
"Cinque secondi alla detonazione!" avvertì Riccardi dalla postazione tattica.
"Adesso o mai più Tenente!" esclamò Garcia.

La Fearless scalciò come un cavallo selvaggio e poi spiccò un salto accellerando a curvatura.

USS Fearless - Plancia - 28/07/2395, ore 17.35


"Capitano Varkin la ringraziamo per la sua assistenza e per tratto in salvo parte dell'equipaggio della Marconi" il guercio capitano dello sparviero emise un grugnito e spense la comunicazione. Garcia sogghignò vedendo lo sguardo stupito di Shran.
"Ha riattaccato!" commentò lui guardandola.
"Fa sempre così. Lo fa anche con l'ambasciatore K'ooD... comunque gli farò arrivare una bottiglia di birra romulana a suo nome."
"Grazie Capitano... c'è stato qualche cambiamento?" chiese guardando lo schermo dove la singolarità era ancora attiva ma fortunatamente non più in espansione.
"Si è fermata e pare stabile. Abbiamo inviato una sonda ma stiamo ancora analizzando i dati. Fra un paio d'ore arriverà la USS Hawking per darci il cambio e iniziare lo studio della singolarità. Secondo il suo ufficiale scientifico si tratta di una specie di porta verso un nuovo universo."
"Spero solo che non sia una porta che ci pentiremo di aver aperto..." commentò Shran mentre un brivido gelido gli correva lungo la schiena.

Bajor - Appartementi privati della Kai Wann - 28/07/2395, ore 18.21


La donna si riscosse dalla meditazione e si concesse un sorriso. Tutto era andato come doveva.
"Come i Veri Profeti avevano predetto..."


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FINE MISSIONE