USS Erinle, Ufficio del Consigliere, 22 Maggio 2399 ore 16:00
Il consigliere Soraya sedeva come suo solito lavorando a maglia, l'espressione del viso così rilassata che c'era da chiedersi come facesse ad esserlo considerato che aveva sulle spalle tutto il peso delle preoccupazioni, ansie e problemi dell'equipaggio della Erinle.
Il capitano Drax con riluttanza ne ammirava, e decisamente invidiava, l'aria di tranquilla serenità che la circondava perché lei di sicuro non riuscita a gestire con altrettanta serenità lo stesso peso.
"L'ambasciatore è una persona peculiare," commentò Soraya distogliendo lo sguardo dal suo lavoro solo per un istante prima di abbassarlo nuovamente sulle maglie.
"Peculiare è dir poco," commentò Drax sorseggiando il suo tè. La riunione era andata come al solito: un po' di chiacchiere sulla nave e sulla situazione dell'umore generale dell'equipaggio ed un po' sulla missione che li attendeva. Il capitano preferiva incontrare il consigliere nel suo territorio anche quando i loro colloqui non riguardavano lei personalmente. L'ufficio di Soraya era accogliente e, una volta entrati, si aveva la sensazione di essere in un territorio protetto, dove nulla di male poteva accadere.
Per sua natura Sidzi non si fidava di quelle sensazioni, la calma la faceva sentire a disagio e il silenzio la rendeva irrequieta. Secondo il suo simbionte, che aveva esperienza di vite vissute sul filo del rasoio, il capitano era così abituata a non avere un momento di riposo da non conoscere altro modo di vivere.
Prima dell'assegnazione alla Erinle, nel periodo più buio della sua carriera, Drax aveva insistito perché Sidzi si prendesse una vacanza puntando il dito su Risa dove sapevano, a suo dire, aiutare le persone a scaricare la tensione come pochi. Il risultato non era stato quello atteso: il capitano aveva finito per detestare il forzato riposo. Da quell'esperienza però aveva imparato che ogni tanto sfogare la frustrazione era accettabile se non addirittura necessario e, quando poi aveva affrontato i colloqui con il consigliere assegnatogli dalla Flotta prima di salire a bordo della Erinle, aveva scoperto di essere in grado di vedere quanto accaduto sulla Kosmos con maggior obiettività. Ammettere che Drax aveva ragione un po' le era costato, ma da allora cercava appena possibile di alleggerire la tensione quando poteva.
"Cosa ne pensa di questa missione?"
Il consigliere interruppe nuovamente il suo lavoro considerando la domanda, poi le sue dita abili ripresero a muovere abilmente i ferri, "il mio parare professionale è che l'inserimento a nostra insaputa di agenti operativi a bordo della Erinle nei mesi scorsi sia stata una mossa molto intelligente da parte della flotta," rispose lentamente, "pensi alle difficoltà che avremmo incontrato se li avessero inviati più di recente. Non solo non sarebbero stati credibili nei loro ruoli, ma avrebbero suscitato molti più sospetti. In questo modo invece, hanno avuto il tempo di acclimatarsi e quando arriveremo su Deep Space 9 saranno perfettamente in gradoi di svolgere i loro compiti."
"Quindi approva la decisione della flotta di non informarci se non ad operazione avviata?" Il capitano bevve un altro sorso di tè prima di posare la tazza sulla scrivania di Soraya.
"Professionalmente la capisco," la corresse il consigliere sollevando lo sguardo finalmente per fissarla, "personalmente ritengo che ci avrebbero causato molti meno problemi se ci avessero avvisato."
Sidzi annuì, "non posso che essere d'accordo con lei," commentò, "soprattutto considerato che non ci hanno ancora detto come intendono procedere una volta arrivati a destinazione. Come pensano di giustificare lo sbarco del personale? Oppure hanno altri piani? L'ambasciatore non è che sia così disponibile a fornire informazioni."
"E il tenente Naholo?"
Alla domanda Drax fece una smorfia, "non mi piace sfruttare i rapporti di amicizia dei miei uomini, non che non sia disposta a farlo se necessario," si corresse, "ma non mi piace. Cercherò di parlare nuovamente con l'ambasciatore. Fra una settimana saremmo su Deep Space Nine e mi piacerebbe non arrivare impreparata."
"Ma le piace."
Sidzi lanciò uno sguardo sorpreso a Soraya a quella affermazione.
"Andiamo capitano, non mi dica che non apprezza il brivido dell'inatteso, del non sapere cosa accadrà, della tensione che precede una missione con tantissime incognite..:" La provocò il consigliere con un sorriso.
"C'è una bella differenza tra incoscienza e amore per l'azione, consigliere," ribatté Drax rabbuiandosi, "non metterò mai a rischio il mio equipaggio se non avrò tutte le informazioni necessarie." Il tono del capitano era quasi tagliente e Soraya sollevò le mani per placarla.
"Non intendevo offenderla, signore. Constatavo semplicemente il fatto che l'idea di una missione rischiosa la eccita, molti capitani non vorrebbero sapere di più. Lei invece vuole i dettagli per essere sicura che il suo equipaggio sia pronto ad ogni evenienza. Non si limita al solo trasporto, lei vuole partecipare attivamente alla missione, che sia anche solo quella di garantire il supporto in caso di bisogno."
Sidzi considerò quanto aveva detto il consigliere con attenzione. Era dipendente dall'adrenalina? Assolutamente. Amava ancora le situazioni rischiose e la sensazione di ansia e fremente attesa che le accompagnavano? Sicuro. Permetteva a queste di dominarla? No. E questa realizzazione la portò a guardare sorpresa Soraya che annuì.
"La differenza fra un capitano che si limita semplicemente a fare il suo dovere e un capitano che rischia equipaggio e nave, sta nel mezzo." continuò il consigliere, "è suo dovere portare l'ambasciatore e i suoi uomini a destinazione, è anche suo diritto sapere quello che è necessario per poter intervenire nel caso in cui le cose non andassero come devono. E lo faranno se diamo ascolto alle voci che girano."
"Quale voci?" Chiese Drax sorpresa mentre il suo pensiero andava a quello che le aveva confidato Sinclair.
Soraya strinse le spalle, "secondo lei il decrittatore universale interessa solo alla Federazione?"
A quella frase il capitano fece una smorfia e si passò la mano sul viso, "no," rispose con un sospiro, "per questo vorrei che facesse 'compagnia' il più possibile all'ambasciatore. Lo distragga, intrattenga, lo interroghi come solo lei sa fare," si alzò ignorando le sopracciglia sollevate del consigliere a quella frase, "voglio che la smetta di alitare sul collo dei miei uomini, voglio scoprire il più possibile e avere il tempo di prepararmi perché temo che quando conosceremo il piano completo, se mai lo conosceremo, sarà troppo tardi per intervenire nel caso in cui qualcosa vada male."
"Capitano?" La richiamò Soraya proprio quando stava per uscire.
"Consigliere?"
"Non si preoccupi dell'ambasciatore." E il suo sorriso inquietò non poco Drax che uscì dall'ufficio augurandosi di non trovarsi mai al posto del vulcaniano.
USS Erinle, Sezione Scientifica, 22 Maggio 2399 ore 18:10
Gli ordini del comandante Toran ancora risuonavano nelle orecchie di Shinead O'Lauglin mentre entrava nella sezione e si dirigeva verso il suo ufficio.
'Fate quello che potete per scoprire quello che c'è sotto,' aveva ordinato nella riunione che aveva tenuto con lei, Alexis e Robert. 'Con discrezione,' aveva aggiunto e Shinead si era trattenuta dal roteare gli occhi a quella precisazione.
La faceva facile lui. Un conto era capire chi fossero gli agenti infiltrati, cosa che per altro aveva già fatto, un altro scoprire cosa sapessero. Shinead non aveva mai lavorato veramente sotto copertura, non aveva alcun addestramento in quel campo e, soprattutto, non aveva alcuna idea di come si facesse a far parlare un agente esperto se non attraverso la tortura. La tortura... Si fermò qualche secondo a considerare quest'ipotesi mentre si appoggiava allo schienale della sua poltroncina poi scosse la testa. Si certo, aveva proprio bisogno di un'altra corte marziale.
Eppure doveva esserci un modo per ottenere la stessa cosa senza ricorrere a metodi estremi. Del resto non si trattava di nemici, ma di ufficiali che semplicemente avevano altri compiti. Facevano parte tutti della stessa barca, o nave, o Erinle, e fino a prova contraria, fino a quando non fossero arrivati su Deep Space Nine erano suoi sottoposti. Meditò sul suo ragionamento tamburellando con le dita sulla scrivania. Non serviva a nulla farli parlare, bastava osservarli con molta attenzione, concluse. Dovevano pur avere un modo di comunicare con l'ambasciatore o con qualcuno che dava loro gli ordini e se fossero riusciti a capire quale fosse, sarebbe stato un bel passo avanti per avere qualche informazione in più.
USS Erinle, Ufficio dell'Ingegnere capo, 22 Maggio 2399 ore 20:05
Alexis Draen studiava la simulazione grattandosi la punta del naso, poi con un sospiro esasperato la disattivò. Era impossibile creare un sistema del genere! Quale era il gioco dei cardassiani? E, soprattutto, chi erano? Agivano per conto dell'unione o no? No, concluse mentre si recava in sala macchine. Il gentile rumore del motore la salutò come un vecchio amico mentre continuava la sua riflessione controllando i dati che gli passò subito il suo vice. Se l'unione fosse stata coinvolta non avrebbe fatto un'asta, continuò a ragionare mentre avviava delle routine di controllo con gesti automatici dati ormai dall'abitudine, l'avrebbero anzi tenuto segreto e usato come meglio credevano.
Quindi questi cardassiani chi erano? Una frangia ribelle? Indipendenti? Sapeva decisamente troppo poco su quello che c'era dietro e non le piaceva per nulla. Sollevò lo sguardo a fissare i suoi uomini al lavoro. Perché l'ambasciatore era stato così vago nelle sue informazioni? Un lento sorriso le comparve sul viso.
Se davvero l'asta sarebbe stata organizzata su Deep Space Nine, o la base fosse stata usata come punto di partenza per andare altrove, qualcuno, su Deep Space Nine, l'avrebbe di certo saputo. Il sorriso le si allargò.
"Ottimo lavoro," disse al suo vice prima di dirigersi verso l'uscita, "se serve qualcosa sono nel mio ufficio."
Tutto sommato, la vita a bordo della Erinle era molto diversa da quello che si era aspettata.
USS Erinle, Sala Ologrammi, 22 Maggio 2399 contemporaneamente
"Qual è la tua missione! Parla!" Il guardiamarina si accasciò a terra dopo il colpo al plesso solare e ansimò per ritrovare il fiato. Il nausicaano si chinò su di lui afferrandolo per i capelli e sollevandogli la testa pronto a colpirlo di nuovo con un pugno.
"Computer, interrompere la simulazione".
Il nausicaano si bloccò con il pugno ad un centimetro dal viso del guardiamarina che si lasciò cadere a terra con un sospiro.
"Tenente Gurlfar, la sua opinione." Ordinò Naholo in direzione del boliano che fino a quel momento si era tenuto in disparte accanto a lui. Chiamato in causa si schiarì la gola.
"Io, ecco..."
"Con parole sue tenente," lo incalzò Naholo mentre aiutava il guardiamarina ad alzarsi da terra.
Per tutta risposta il boliano sospirò. "In un interrogatorio il mutismo non aiuta mai, bisogna sempre cedere qualcosa," all'occhiata interrogativa del guardiamarina proseguì, "bisogna avere sempre a disposizioni delle informazioni a portata di mano, non troppo importanti da poter dare e far credere all'interrogatore che si sta cedendo. Tuttavia ci sono teorie che questa tecnica non sia la più indicata, in alcune occasioni è suggerito ricorrere a tecniche psicologiche di protezione della propria mente dal dolore. Se poi venissero usate delle droge invece..:"
"Grazie tenente," lo interruppe Naholo per poi guardare il guardiamarina che arrossì. "Non se l'è cavata male per essere il suo primo interrogatorio," gli disse, "se non sapessi che è fresco di accademia sospetterei che abbia avuto un addestramento speciale." Sorrise.
Il rossore dell'altro aumentò, "grazie signore," rispose balbettando.
"Potete andare," ordinò loro Robert e restò ad osservarli mentre lasciavano il ponte ologrammi.
"Naholo a Toran," chiamò sfiorando il comunicatore non appena le porte si chiusero alle spalle dei due.
=^= Qui Toran, mi dica tenente. =^=
"Sono addestrati, ma non hanno l'esperienza che immaginavamo."
=^= Che abbia finto? =^=
"Lo escludo comandante, non ne avrebbe avuto motivo. Non è noi che il guardiamarina deve ingannare."