DS16 Gamma
Magazzini inferiori
31 ottobre 2398 ore 22.17
I federali entrarono nel magazzino come delle ombre. Riccardi non aveva tralasciato di addestrare i suoi uomini nelle tattiche di assalto nei luoghi della stazione. Le simulazioni della sicurezza comprendevano non solo la plancia della stazione, ma anche piccoli magazzini proprio come quello che stavano colpendo in quel momento.
Due a due si divisero per la sala muovendo i fucili phaser per seguire i movimenti del corpo, rivolgendosi in direzioni diverse per non farsi cogliere alla sprovvista. A differenza della polizia planetaria loro non dovevano dsichiarare la loro presenza, questa era casa loro e ne conoscevano ogni minimo anfratto.
Shran era un po' un pesce fuor d'acqua, ma sapeva quando era il momento di seguire gli ordini di qualcuno meglio addestrato di lui. Si limitò a seguire la schiena del suo capo della sicurezza e nel contempo continuava a lanciare occhiate in tutte le direzioni.
Erano arrivati a pochi metri dal fondo del magazzino quando Durani si bloccò. Alzò il phaser per prendere la mira ma Riccardi la bloccò facendogli segno di aggirare le casse metalliche che li dividevano dall'obbiettivo. Silenzioso come un gatto, l'uomo avanzò ancora per osservare.
Shran fece capolino per poi ritrarre immediatamente la testa. Un cardassiano era seduto su una cassa e osservava annoiato due persone legate. Fra loro c'erano una ventina di metri con scarsa copertura, il Capitano della stazione si domandò perché Riccardi non avesse semplicemente sparato con il phaser settato su stordimento.
Il Capo della Sicurezza si voltò verso di lui e gli fece alcuni segnali militari, l'andoriano era un po' arrugginito su queste cose, ma capì comunque il senso: stai qui e non ti muovere. Shran sospirò, dopotutto ad ognuno il suo mestiere. Prese il posto di Riccardi, che intanto era scivolato via e puntò il phaser sul cardassiano.
Per quelle che parvero ore, nè Riccardi, nè Durani si fecero vedere, poi dal nulla, come un sol uomo, i due sbucarono da chissà dove e appoggiarono all'unisono i loro phaser sulla faccia del cardassiano sconvolto.
"Fai una mossa, una qualsiasi..." ringhiò Durani all'indirizzo del criminale che parve deglutire.
"Capitano può venire adesso." lo chiamò Riccardi andando a controllare le condizioni dei due prigionieri. Con un sospiro di solievo si limitò a togliere il bavaglio ai due vedendo che erano ancora vivi.
"Riccardi che io sia dannato se non è un piacere vederti!" esclamò Kimmar con un tono non così felice. Sapeva che ora sarebbe stato in debito con l'umano e la cosa non gli piaceva.
"Liberatemi, devo andare da Jul'eth!" si intromise il romulano strattonando le corde che ancora lo legavano.
Il trillo di un comunicatore raggelò tutti. Riccardi prese il ferengi e lo alzò di peso per poi tagliare le corde che lo legavano.
"Adesso tu risponderai a quel comunicatore e dirai che va tutto bene." ordinò il Capo della Sicurezza guardando con occhi di ghiaccio il cardassiano.
"Altrimenti cosa farete?" chiese questi con fare spocchioso sapendo bene che gli uomini della Flotta Stellare potevano minacciare quanto volevano ma non potevano fare altro.
"Altrimenti i nostri due amici qui non ne saranno felici." Durani allungò al ferengi il suo D'k tahg e lui sogghignò appoggiandolo alla gola del prigioniero.
"Io non ho visto nulla..." sentenziò Shran guardandosi intorno con curiosità, come se non avesse mai visto in vita sua un magazzino.
=^=Kosloav, ci sono novità? Abbiamo visto strani movimenti nella zona.=^= disse la voce al comunicatore
"Niente da segnalare, ho solo dovuto imbavagliare quei due perché non la smettevano di lamentarsi." il pugnale graffiò la gola del cardasssiano per invitarlo ad essere più credibile possibile.
=^=Domattina sarà tutto finito e potremmo dare in pasto alla sicurezza della stazione i corpi di quei due. Stai comunque attento e se ci fossero dei guai uccidili e ritirati al luogo convenuto.=^= la comunicazione fu chiusa.
"Bene signor Kosloav, adesso ci dirai qual'è il luogo dell'incontro..." sussurrò Kimmar pungendo il collo del prigioniero.
"Non vi dirò un bel niente! So che non mi farete niente." grugnì lui di rimando ma con scarsa convinzione.
"Non ha tutti i torti" intervenne Shran sfilando dalla mano del ferengi il pugnale e restituendolo a Durani "Riccardi, come la prenderanno i romulani il rapimento di un loro rappresentante ai giochi, nonchè figlio di un importante famiglia di Nuova Romulus?" sparò a caso non sapendo nemmeno chi fosse il giovane che aveva intravisto poc'anzi.
"Non credo bene... se vogliamo essere precisi quel ragazzino è anche il fidanzato della figlia prediletta di un clan klingon piuttosto sanguinario" Durani sbuffò a sentirsi dare della sanguinaria e soprattutto sul fatto che fosse la figlia prediletta.
"Ah si? Credo che sia il caso di consegnarlo a loro allora... oppure direttamente alla Vorta, visto che vogliono attentare alla sua vita. Signor Riccardi, secondo lei quale sarebbe la cosa migliore per la federazione?"
Il colorito del cardassiano si era fatto sempre più verdognolo.
DS16 Gamma
Ufficio del Capitano
31 ottobre 2398 ore 23.45
Quando Jul'eth e Jorhom si erano rincontrati era per tutti palesi quanto i due si amassero e quanta poca lucidità ci fosse in quell'amore. I due si erano corsi incontro per poi abbracciarsi. La klingon aveva riempito di baci il volto del suo spasimante trattenendo a stento le lacrime.
Tutti loro li avevano guardati con un misto di divertimento ed invidia. Shran e Riccardi si domandarono se erano mai stati così passionali e pazzi in giovane età e Durani sembrava pensierosa e orgogliosa di quella nipote che aveva appena conosciuto.
Adesso, seduti su comode poltrone e davanti ad una bevanda calda, si dilungarono per spiegare tutti i fatti, sebbene Jorhom fosse ancora restio a rivelare tutto.
"Non ti preoccupare per i tuoi famigliari e gli allenatori. Alla fine diremo che eri stato catturato dai terroristi e quindi non hai potuto rispondere alle loro chiamate, vedrai che sarai accolto come un eroe." Sharn cercò di tirare su di morale il giovane romulano.
"Non mi interessa ne degli allenatori ne della mia famiglia. Qualsiasi sia il risultato verrò separato da Jul'eth e questo non posso permetterlo" Sentenziò il giovane con sguardo irato.
"Ragazzi io vi capisco, ma vi rendete conto che ho le mani legate? Non vi posso imbarcare su una nave e farvi sparire nel nulla!" commentò Shran tirando un sospiro di rassegnazione.
"E allora ci uccideremo e staremo insieme nello Sto'Vo'Kor!" esclamò convinta la giovane Klingon
"Ambasciatrice T'Lani, la prego, dica qualcosa anche lei." pregò Sharn all'indirizzo della vecchia vulcaniana cercando un aiuto. L'aveva invitata a partecipare a quell'incontro perché contava su di lei per una soluzione. Per quanto i sentimenti dei due non toccassero un vulcaniano, contava sulla sua genialità per risolvere la questione.
"L'amore è vaporosa nebbiolina formata dai sospiri se si dissolve, è fuoco che sfavilla scintillando negli occhi degli amanti s'è ostacolato, è un mare alimentato dalle lacrime degli stessi amanti. Che altro è esso? Una follia segreta, fiele che strangola e dolcezza che sana." recitò l'ambasciatrice con sguardo enigmatico all'indirizzo dei giovani.
A differenza di Jorhom, Jul'eth colse subito il significato di quelle parole e ne fu affascinata.
"Romeo e Giulietta... molto azzeccato in effetti" si congratulò Shran che sebbene apprezzasse la citazione non aveva idea di come questo potesse aiutarli.
"Mi dispiace dirlo così, ma non è il momento di pensare a questo e sono certo che Jorhome mi darà ragione" il giovane guardò sorpreso Riccardi "Bisogna prima di tutto fermare i cardassiani! Per quanto una bomba sotto il sedere della Vorta non sia male come idea, ci saranno un sacco di persone all'innaugurazione dei giochi domattina e bisogna prenderli prima che facciano una strage." il giovane romulano fece un cenno di assenso con la testa e il Capo della Sicurezza fu felice di aver valutato bene quel giovane. Dopotutto era stato sconvolto dall'incidente con la nave trasporto e aveva capito subito che era un bravo ragazzo.
"Quindi lei e Durani vi occupate dell'attentato mentre io e l'ambasciatrice ci occuperemo dei ragazzi e di evitare una crisi interplanetaria che potrebbe anche sfociare in una guerra!" esclamò Shran calcando la mano sulla parte della missione che lo riguardava e che invece sembrava più un passatempo.
"Ha qualche idea?" chiese T'Lani sollevando un sopracciglio.
"Naturalmente! Dovremmo lavorarci un po' gli ambasciatori e magari mettere a punto un piano, però... Ragazzi, avete mai pensato di arruolarvi nella Flotta Stellare?"
Jul'eth e Jorhom si guardarono sorpresi.