DS16GAMMA
presenta
Jorhom & Jul'eth
Missione 21
Basato sulla saga di Star Trek di Gene Roddenberry, questa opera amatoriale è il prodotto della DS16GAMMA,
simulazione appartenente all'universo narrativo del Gioco di Narrazione PBeM
Starfleet Italy
Gli autori/giocatori hanno creato un proprio alter ego narrativo con il quale sono entrati a far parte della squadra
di comando della DS16GAMMA, quindi a turno hanno scritto i brani di questa avventura fantascientifica,
creando appunto questa opera amatoriale inedita e originale basata su Star Trek.
Questo racconto lungo è un'opera amatoriale che puó essere liberamente
riprodotta, purché integralmente, in ogni sua parte, e non a fini di lucro.
Anno pubblicazione 2020
www.starfleetitaly.it | DS16GAMMA
Equipaggio
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Ambasciatore Klingon Rogal Dothrak Ambasciatore Klingon
| Ambasciatore Federale T'Lani Ambasciatore Vulcaniano
| Tenente Comandante Tara Keane Capo Operazioni
| Tenente Comandante Alessandro Riccardi Capo Sicurezza
| Comandante Claire Drillrush Comandante
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Tenente Nammo Ch'Idrani Ufficiale Medico Capo
| Tenente Comandante Ramar Roberts Ufficiale Scientifico Capo
| Tenente Durani della Casata di Kanjis Ufficiale Tattico Capo
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Autori
Ambasciatore Klingon Rogal Dothrak Franco Carretti
| Ambasciatore Vulcaniano T'Lani Elena Fuccelli
| Capo Operazioni Tara Keane Monica Miodini
| Capo Sicurezza Alessandro Riccardi Fabio Manuello
| Comandante Claire Drillrush Maddalena Duci
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Ufficiale Medico Capo Nammo Ch'Idrani nd nd
| Ufficiale Scientifico Capo Ramar Roberts Marika Vicentini
| Ufficiale Tattico Capo Durani della Casata di Kanjis Vanessa nd
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Sommario
Sinossi
21.00 - Romeo e Giulietta
21.01 - Navi all'orizzonte e strani incidenti
21.02 - Compatibilità culturali
21.03 - Partenze e pene d'amore
21.04 - Parentele
21.05 - La curiosità non è femmina
21.06 - Non tutti i mali vengono per nuocere
21.07 - La scomparsa
21.08 - Se mi dovesse succedere qualcosa
21.09 - Una via d'uscita
21.10 - Sotto pressione
21.11 - Onore
21.12 - Un successo
Sinossi
I giochi della gioventù dei quadranti alfa e beta fanno da sfondo alla storia d'amore fra due giovani di razze diverse.
Riuscirà l'amore a vincere come nelle favole, oppure tutto si trasformerà in una guerra?
21.00 - Romeo e Giulietta
Autore: Ambasciatore Klingon Rogal Dothrak
DS16 Gamma, Ufficio del Capitano - 29/10/2398 - ore 10,13
"Io vorrei sapere chi ha avuto un'idea così idiota." Borbottò Shran facendo affiorare un sorriso sulle labbra del suo Primo Ufficiale.
"E' stata avallata dalla Flotta Stellare e comunque l'Ammiraglio Kaloethes mi ha preso alla sprovvista chiedendomi quale secondo me poteva essere una struttura veramente neutrale per disputare i Giochi della Gioventù... che gli potevo dire così su due piedi?" L'Ammiraglio Rick Maelstrom sembrò colpevolmente imbarazzato.
"Tutto fuorché Deep Space 16 Gamma!" ringhiò l'andoriano guardando disgustato la pila di documenti sulla sua scrivania.
"Su Shran datti una calmata, sono ragazzi al loro primo viaggio fuori dai loro quadranti di appartenenza che danni vuoi che possano provocare?" sorrise l'Ammiraglio sorseggiando la bevanda che gli era stata offerta.
"Sbaglio o è la stessa cosa che dicevate di quelli della Hope?" Anche Shran, come molti Capitani con particolari permessi Seclar, aveva seguito le terribili vicende di quel manipolo di ragazzi e dei guai che avevano combinato e risolto in giro per il quadrante alfa.
"Ehm... si in effetti..." tossicchiò imbarazzato Maelstrom "Però qui si parla di atleti! Una delegazione federale, una klingon e una romulana che gareggeranno fra loro per saldare l'amicizia e la fratellanza fra le tre fazioni! Sarà fantastico!"
"Sarà un bagno di sangue..." borbottò di nuovo Shran
=^=Riccardi a Capitano... questa non le piacerà.=^=
"Mi dica Signor Riccardi, che altro succede?" le antenne di Shran si afflosciarono visibilmente.
=^=E' appena arrivata una comunicazione della Flotta Stellare. I Vorta hanno chiesto di partecipare ai giochi della gioventù. Una delegazione di... giovani Jem'Hadar arriverà sulla stazione nei prossimi giorni.=^=
"Bene, io allora vado, ho un sacco di posti da visitare!" esclamò l'Ammiraglio Maelstrom saltando in piedi e poggiando la bevanda sulla scrivania.
"Comandante Drillrush prepari un alloggio per l'Ammiraglio Maelstrom, sarà l'anfitrione durante i giochi..." Sul volto di Shran apparve un ghigno malefico.
"Ma io..." tentò l'umano farfugliando.
"Comandante Riccardi, se la USS White Tiger si azzarda a lasciare la stazione con l'Ammiraglio a bordo, ha la mia autorizzazione a sparare!" continuò l'Andoriano senza dare tempo all'altro di controbattere.
=^=Certamente Signore!=^= ribattè il capo della sicurezza per niente sorpreso per l'ordine.
"Me la sono cercata vero?" borbottò Maelstron sospirando e guadagnandosi un'occhiataccia dal Capitano della stazione.
"Venga Ammiraglio, l'accompagno ai suoi alloggi." sorrise Claire facendo cenno verso la porta.
DS16 Gamma, alloggio Ambasciatore Rogal - 29/10/2398 - contemporaneamente
"Stilgar, te lo dico una sola volta. Se scopro che qualche altro baktag si intromette nella mia vita privata lo appendo per i luH allo scafo della mia nave... e poi mi occupo di te."
"Come desidera, ma quella mezzosangue..." il volto di Stilgar non dava indizzi su cosa pensava veramente, ma il fatto che la chiamasse mezzosangue non presagiva niente di buono.
"Non sono affari vostri con chi mi diverto! Se voglio farmi una mezzosangue per divertimento, non deve importarvi. Vuoi tornare a casa e dire a mio padre che hai fallito nel tuo compito di servirmi?" chiese Rogal alzandosi minaccioso.
"No mio signore..." Il capo della sicurezza klingon uscì dalla stanza senza fare ulteriori commenti.
"Se Tara mi sente fare queste affermazioni sono un klingon morto." Borbottò Rogal portando le mani alla testa.
"E' necessario per tenerla al sicuro. Per tutti i klingon della stazione lei è solo il passatempo dell'Ambasciatore Rogal, se pensassero che tu fai sul serio con lei sarebbe un disastro." Mormorò Vorn.
"Ma io faccio sul serio con lei!" sbraitò Rogal facendo sussultare il suo vecchio mentore.
"Troveremo un modo per sistemare la cosa, ma per ora devi far credere ai tuoi che si tratta solo di una... come la chiamano gli umani? Cortigiana?" Chiese il vecchio con curiosità.
"Mi ucciderà lo sento... se solo potessi dirle la verità."
"La verità non sempre è una benedizione... questa verità porterebbe l'impero in una guerra civile o in una guerra con la federazione. Tara Keane è una mezzosangue, questo è vero, ma l'onore di entrambe le sue razze le scorre nelle vene. Il tuo segreto le creerebbe una frattura insanabile: da una parte l'amore che prova per te e dall'altra il giuramento che ha fatto alla sua Federazione. Quale delle due avrebbe la meglio? E la parte che perderebbe lo scontro come si sentirebbe?"
Rogal abbassò la testa.
"Devo comunque avvertirla di questa farsa..." borbottò lui di rimando.
"Senza spiegarle il motivo? Ti farà a pezzi." ribattè Vorn divertito.
"Sei senza cuore..."
Luogo sconosciuto, - 29/10/2398 - contemporaneamente
"Ho poco tempo, come stai?"
=^=Sono terrorizzata, se ci scoprono sarà la fine!=^=
"Lo so, ma è l'unico modo per stare insieme."
=^=E' tutto organizzato?=^=
"Si è tutto pronto, a metà dei giochi fuggiremo su una nave ferengi che ho profumatamente pagato. Non vedo l'ora, finalmente potremmo andarcene lontano dalle nostre famiglie e dai nostri governi."
=^=Pensi che non approverebbero?=^=
"Non lo so, ma vuoi veramente rischiare?"
=^=No... Cosa succederà ai nostri compagni?=^=
"Non gli succederà nulla, nessuno sa di noi proprio per evitare qualsiasi loro coinvolgimento."
=^=Hai ragione... ti amo.=^=
"Anch'io... devo andare, se vengo beccato non riusciremo a stare insieme. Ci vediamo alla stazione."
=^=Non vedo l'ora!=^=
=^=Trasmissione terminata.=^=
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21.01 - Navi all'orizzonte e strani incidenti
Autore: Tenente Comandante Alessandro Riccardi
DS16 - Passeggiata della stazione - 30/10/2398 , ore 10.09
L'aria fuoriuscì rapidamente.
I due lunghi sospiri che seguirono non servirono a cambiargli l'umore. Riccardi era di pessimo umore.
A nulla era servito esiliare i marinai Thomson e Jentler alla dogana in ingresso come punizione per aver trovato quell'idea geniale. Eppure quei due aveva accettato di buon grado l'incarico felici di poter conoscere per primi i nuovi atleti. A lui quell'idea proprio non piaceva e non riusciva a mandarla giù.
Sbuffò ancora una vola e si appoggiò alla balaustra della passeggiata osservando la fiumana di persone che si alternano nella stazione.
"E' così che fa la guardia alla stazione?" Chiese una voce alle sue spalle.
"Capitano." Rispose Riccardi.
Shran si avvicinò al capo della sicurezza:"Hanno iniziato ad arrivare?"
"No signore." Riccardi scosse la testa, per poi aggiungere:"Ma ho raddoppiato la sorveglianza per preparami."
"A che cosa?"
"Kimmar." Riccardi sputò quel nome per sottolineare il disappunto verso il Ferengi.
"E che cosa ha fatto?" Chiese il capitano.
"Sta preparando una rete di scommesse clandestine." Rispose il capo della sicurezza.
Shran scoppiò a ridere:"Sarei sorpreso del contrario."
"Gia... ." Riccardi scosse la testa aggiungendo:"Sto cercando di fermare questa rete."
"Ma con discrezione." Aggiunse il capitano.
Riccardi cercò di ribattere ma arrivò una comunicazione:=^=Capitano.=^=
Shran attivò il comunicatore:"Mi dica comandante Drillrush."
=^=I sensori a lungo raggio rilevano una flotta del Dominio in avvicinamento.=^= Rispose il primo ufficiale.
"Quante navi?"
=^=Difficile a dirsi ma si tratta di almeno 7 o 8 navi, una corazzata e altri trasporti.=^=
"Come una corazzata?!" L'andoriano rimase scioccato.
=^=Sì, dev'essere per rappresentanza per i giochi... =^= Il primo ufficiale si interruppe per qualche secondo. Riccardi e Shran si guardarono capendo che dovevano esserci dei problemi. Poi arrivò la comunicazione del primo ufficiale:=^=Capitano abbiamo un problema... .=^=
DS16 - Magazzino 3K - 30/10/2398, ore 10.11
Kimmar entrò nel magazzino semi abbandonato. Il locale di sua proprietà ere nella penombra totale, era l'unico magazzino completamente vuoto da merci e lo utilizzava per gli incontri poco puliti o trattative delicate.
"Sei in ritardo." Disse una voce maschile.
"Dovevo finire la contabilità." Rispose il Ferengi ma il suo interlocutore aveva ben poco interesse per la finanza:"Non mi interessa... dobbiamo parlare di affari."
"Non mi piace non vedere in faccia il mio interlocutore:" Rispose Kimmar.
"Preferisco rimanere nella penombra." Rispose il ragazzo.
"Posso capirlo... hai almeno un nome?" Chiese Kimmar.
"Puoi chiamarmi Jo."
"Allora dimmi Jo, se questo è il tuo vero nome, hai portato quello che ti ho chiesto?"
"Si ho tutti i cristalli che mi hai chiesto." Jo non perse tempo e chiese subito:"E il mio passaggio?"
"Tranquillo." Kimmar sorrise.
"Non sto tranquillo." Nella voce di Jo c'era della tensione.
"Ho un trasporto che sta attraccando alla stazione e porterà te e la tua fidanzata lontano, dove non vi potranno più trovare."
"Bene ma non mi fregare... altrimenti..."Jo fece una una breve pausa. Kimmar sentì del movimento come se qualcuno stesse frugando nei vestiti. Poi sentì una cella di energia attivarsi con un sibilo e un colpo di plasma illuminò il locale per poi finire contro un muro a pochi passi da Kimmar.
"Direi che sei stato chiarissimo." Disse Kimmar cercando di sdrammatizzare.
DS16 - Sala comando - 30/10/2398, nel frattempo
"Capitano abbiamo un problema... ." Drillrush guardò lo schermo e poi rapidamente gli ufficiali della sala comando.
=^=Che succede?=^= Chiese il capitano e nello stesso istante suonò l'allarme rosso.
Il primo ufficiale preferì non rispendere al capitano ma dare comandi per risolvere la situazione:"Comandante Kaene inizi a teletrasportare i superstiti e attivi il raggio traente, dobbiamo farli attraccare rapidamente... atterraggio in priorità 1."
"Si comandante." Rispose prontamente l'ufficiale alle operazioni.
Poi Drillrush attivò la comunicazione:" A tutto il personale... emergenza medica alle sale teletrasporto e all'attracco 1."
Prontamente arrivò la risposta affermativa del personale medico ma Claire attivò la comunicazione:"Capitano c'è stata una esplosione su uno dei trasporti in attracco alla stazione. Stiamo evacuando la nave e la stiamo portandola all'attracco 1."
=^=Avete fatto bene, è un incidente?=^=
Claire guardò i dati sui sensori:"La nave è il trasporto Ferengi K'gar... al momento non abbiamo altri dati sulla causa dell'esplosione."
=^=Sto arrivando ma tenetemi informato.=^=
"Sì capitano."
Una volta chiusa la comunicazione l'ufficiale al controllo del traffico attirò la attenzione del primo ufficiale:"Comandante, il primo trasporto degli atleti Federali è appena uscito dal tunnel."
Claire sbuffò:"Maledizione... sono in anticipo."
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21.02 - Compatibilità culturali
Autore: Ambasciatore Federale T'Lani
Base stellare 16 Gamma
Studio del capitano Shran
30/10/2398, ore 16.20
"...Questo è da escludere!" - disse il primo giudice.
"Mi dispiace, ma non possiamo assolutamente permetterlo" - rincarò il secondo.
"E poi, a questo punto? Sono perfino scaduti i termini per presentare le candidature" - rimarcò il terzo.
Le antenne del capitano Shran avevano ceduto parecchi gradi da quando si erano presentati alla sua porta i tre presidenti del collegio arbitrale dei Giochi. I tre - tutti uomini e tutti con in volto la medesima espressione tra il funesto e l'oltraggiato che li rendeva quasi identici nonostante l'appartenenza a tre diverse razze - avevano presentato una protesta formale sulla presenza ai Giochi Giovanili dei ragazzi Jem'Hadar richiesta dai Vorta. Come se lui, Shran, avesse la benché minima voce in capitolo sulla faccenda. Quei Giochi maledetti gli erano stati imposti dall'Ammiragliato, come se non avesse già abbastanza beghe per le mani. Oltretutto, di lì a poco gli sarebbe anche toccato tenere una inchiesta sulle cause del disastro della nave da trasporto Ferengi. Erano morte delle persone. Lui aveva già provato più volte a far cadere nella conversazione che il suo compito in quel momento sarebbe dovuto essere quello di andare ad interrogare i superstiti e indagare sulle cause del disastro, ma quei tre non avevano voluto sentire ragioni ed avevano continuato a ripetere i loro argomenti. Dentro di sé, Shran stava invocando già da un pezzo gli antenati del suo clan perché aprissero una falla là dove c'era l'oblò e inghiottissero tutti quanti nello spazio insieme ai loro dannatissimi Giochi!
In piedi, di fronte ai tre giudici, stava una Vorta dalle profonde occhiaie nere, che stava perorando la tesi opposta con un tono così falsamente gentile da riuscire ad irritargli i nervi ancora più degli accenti oltraggiati dei tre giudici. La donna si era presentata come Conlan, e Shran l'aveva odiata a pelle, dal primo momento in cui l'aveva vista. Aveva dovuto concentrarsi per non far trapelare la sua avversione.
"Tuttavia - intervenne, suadente la Vorta - Se non erro, ci sono stati delle precedenti occasioni in cui sono state accettate squadre anche a termini di presentazione scaduti... Non è vero?"
Il secondo giudice - il romulano - borbottò qualcosa tra i denti che assomigliava ad una ammissione. Il terzo giudice - rappresentante della Federazione - lo fulminò con uno sguardo prima di rispondere:
"In un caso, si. Ma fu una unica eccezione alla regola, mai più ripetuta"
"Il fatto che vi siano state eccezioni - chiedo scusa, una sola eccezione - a mio parere vuol dire che la regola non è poi così vincolante, non è vero?"
Il terzo giudice ebbe uno scatto:
"Non ci prendiamo in giro - disse l'umano - Termini di presentazione o no, il fatto è che non possiamo accettare dei Jem'Hadar nei Giochi. Ne andrebbe del fondamento stesso della competizione: sportività ed eguaglianza di trattamento!"
"Non capisco dove sia il problema" - rimarcò la Vorta.
"Quello che il mio collega stava cercando di dire - intervenne il primo giudice - E' che una delle regole fondamentali dei Giochi è che non possono essere prese sostanze di qualunque genere per migliorare le prestazioni. I Jem'Hadar sono notoriamente programmati per essere dipendenti da una sostanza vietata in tutto il territorio delle nazioni partecipanti. Non possiamo accettare che gareggino dei ragazzi che prendono il ketracel bianco." - il klingon terminò le parole con un disgusto che gli fece snudare i denti.
"Proprio così - confermò l'umano, sporgendo in avanti il mento - Noi insistiamo molto con i nostri ragazzi che devono competere correttamente, senza far ricorso a sostanze che alterino le loro prestazioni. Con che faccia andremmo da loro, se accettassimo atleti dipendenti dal ketracel al punto da essere incapaci di gareggiare, o perfino di vivere, se ne fossero privati?"
Le sopracciglia della Vorta ebbero una lieve contrazione di disappunto:
"Dunque è il ketracel il problema? Potrei contestare il fatto. Dopotutto, anche i vostri atleti dipendono da sostanze chimiche e soffrirebbero molto se ne fossero privati a lungo... Solo che le chiamate cibo"
"Il cibo non è una sostanza dopante!" - contestò il romulano.
"E sicuramente non è vietato dai nostri ordinamenti legali" - sottolineò il federale.
"E' solo una questione culturale - disse Conlan - Nella nostra cultura, il ketracel è considerato un nutriente"
"Un...COSA?" - Il Klingon si rizzò in piedi, gonfiando il petto come se stesse per esplodere - PER CHI CI HAI PRESO, DONNA?"
Shran temette per un istante che si stesse per scagliare contro la Vorta. Si parò di fronte al Klingon:
"Sono sicuro che Conlan non aveva intenzione di mancare di rispetto agli onorevoli giudici dei Giochi! Io credo che possiamo arrivare ad una soluzione che non pregiudichi l'onore di nessuno"
"Onore? Che cosa ne sa questa femmina dell'onore?" - Il klingon snudò i denti in direzione della Vorta, che replicò:
"Onore forse no. Ma sono abbastanza sicura di riconoscere la paura quando la vedo"
Gli altri giudici si erano alzati in piedi. Il romulano afferrò il braccio del klingon, quasi a volergli impedire di massacrare la donna all'istante:
"PAURA IO? Come osa questa..."
"Si, paura: paura che i nostri Jem'Hadar usciti dall'incubatrice da meno di tre giorni si rivelino così forti, così potenti nei confronti dei vostri atleti da farli sfigurare di fronte a tutto il Quadrante Gamma!"
"SIGNORI!" - urlò Shran. I giudici e la Vorta lo fissarono. Il Klingon come se stesse per snudare un pugnale, il romulano con sorpresa, il federale con terrore, la Vorta come se d'improvviso si fosse trasformato in un insetto. Almeno aveva la loro attenzione, pensò Shran. Adesso, doveva convincerli a non ammazzarsi a vicenda.
"Il nodo della questione è: che cosa è il ketracel bianco e se comporta un ingiusto vantaggio a favore dei Jem'Hadar. - Alzò la mano, per prevenire l'obiezione del federale - Lo so che è vietata nella Federazione Unita dei Pianeti, ma ci sono esempi nella storia di sostanze intossicanti che tuttavia sono accettate dalle varie culture. L'alcool, tanto per fare un esempio: ne è vietato il consumo in alcune culture e normalissimo in altre, la mia compresa." - Colse un lampo di compassione sul volto del romulano, che poi con la coda dell'occhio sbirciò l'espressione del klingon e poi del federale. Shran si stava arrampicando sugli specchi per non causare un incidente diplomatico che poteva avere conseguenze devastanti, ed il romulano era stato il primo a capirlo.
"Propongo quindi che oggi stesso si faccia una commissione che decida sul punto. I Vorta - Shran piegò leggermente le antenne verso la donna - e gli onorevoli giudici della competizione porteranno nella commissione le loro argomentazioni"
"E chi dovrebbe decidere? - domandò Conlan, inarcando le sopracciglia - Lei?"
"No, non io - per mia fortuna, ebbe il tempo di pensare - Come sapete, c'è stato un incidente alla Base che ha coinvolto un cargo Ferengi, e sarò impegnato con l'inchiesta assieme al mio ufficiale scientifico, ma i Giochi si tengono comunque su una Base della Flotta Stellare. Il punto in discussione richiede una competenza medica, quindi a giudicare dovranno essere gli ufficiali medici capi. La commissione sarà presieduta dall'ufficiale medico capo della Base Stellare 16 Gamma, dottor Sonx. E tutti i presenti saranno tenuti ad osservarne le decisioni, qualunque esse siano" -
Il dottor Sonx non me ne sarà affatto grato, pensò Shran. Per uno scherzo del genere potrebbe chiedere il trasferimento o perfino dare le dimissioni, ma non posso fare altrimenti. Lanciò un'occhiata alla Vorta, che pareva soppesare gli uomini in piedi alla sua sinistra.
"Mi sta bene"- disse infine Conlan.
Base stellare 16 Gamma
Attracco 1
30/10/2398, ore 16.25
L'atmosfera all'attracco 1, dove sarebbe dovuta approdare la nave ferengi, era frenetica. Gruppi compositi di varie razze si accalcavano di fronte ai monitor che segnalavano notizie più o meno certe sui feriti e sui dispersi. I gruppi si riunivano scambiandosi domande, si scioglievano passando da un monitor all'altro, nella speranza di trovare una notizia in più o un nome in più sulla prossima schermata. Qualcuno gridava, qualcuno protestava, ma non sembrava ci fosse bisogno di più agenti della sicurezza. C'era dolore e incertezza nei volti che gli stavano intorno, non rabbia. Quella, pensò Ramar Roberts, probabilmente sarebbe arrivata più tardi. Rimpianse che al consigliere della Base fosse stata l'autorizzazione a partire prima dell'arrivo del suo rimpiazzo. Il rapporto preliminare diceva che sul cargo Ferengi distrutto c'erano anche parecchi passeggeri, fra i quali genitori e parenti di alcuni atleti e personale vario di servizio ai Giochi che non era riuscito a trovare posto sulle navi ufficiali. Tanta gente avrebbe avuto bisogno di assistenza psicologica.
Non si vedevano i feriti, che dovevano essere stati teletrasportati direttamente nell'infermeria della Base. Un gruppo si accalcava intorno ad una giovane donna betazoide in lacrime. Un agente della sicurezza fendette la folla per raggiungerla, la sorresse con un braccio e premette il comunicatore chiedendo il teletrasporto d'emergenza. Tutto il dolore lì intorno doveva essere soverchiante per una telepate, pensò Ramar Roberts guardandola svanire.
Sul suo Dipad pulsavano le stesse notizie che comparivano sui monitor, con solo qualche istante di differenza. Avvertì il calore di uno sguardo e si girò. Alle sue spalle era comparso un giovane romulano dal volto bruno:
"Lei è un ufficiale superiore, lo vedo dalla divisa... - disse il ragazzo - Ha qualche notizia in più?"
"No, mi dispiace. I rapporti sono solo in fase preliminare. Non sappiamo ancora niente sulle cause del disastro."
"Ma come può una nave esplodere a quel modo?"
"E' ancora presto per fare qualunque ipotesi."
L'angoscia che si vedeva sul volto del ragazzo gli fece pena:
"C'era qualcuno della sua famiglia, a bordo di quella nave?"
Il ragazzo si irrigidì:
"No. Nessuno. E' solo... Curiosità, la mia"
Il bajoriano non gli credette. Non bisognava essere betazoide per capire che tutto in quel ragazzo sapeva di disperazione. Si chiese per quale motivo stesse mentendo.
"Come ho detto, i rapporti sono solo preliminari. I tecnici della mia squadra non hanno ancora recuperato il relitto, ma per il momento dobbiamo occuparci dei feriti e fare l'elenco dei dispersi. Ci sono tante persone ancora da identificare, ma presto i loro nomi saranno su quei monitor" - accennò agli schermi di fronte ai quali era accalcata la folla - Come ti chiami?"
"Non importa... Chiedo scusa, non dovevo importunarla. Buona giornata"
L'ufficiale scientifico vide il ragazzo allontanarsi in mezzo alla folla.
Alle sue spalle comparve Tara Keane:
"Cosa stai facendo? - la donna seguì il suo sguardo - Che ha quel romulano di tanto interessante?"
"Non ne sono sicuro..." - disse Ramar Roberts.
Il ragazzo si allontanò, sentendo sulla nuca il calore pesante dello sguardo del bajoriano. Sapeva di aver fatto un errore ad abbordare l'ufficiale della Flotta Stellare, ma non aveva potuto fare a meno di fare domande. Dentro di sé bruciava dal desiderio di urlare, di fare qualsiasi cosa pur di non rimanere fermo, inutile, ad aspettare... Cosa? La nave che doveva portare lui... e lei, soprattutto lei, lontano per costruire una nuova vita in due, era saltata in aria. La sua famiglia si sarebbe accorta molto presto del furto dei cristalli di dilitio grezzi con cui Jo avrebbe dovuto pagare il loro viaggio ed il loro futuro insieme. E avrebbero capito che era stato lui a prenderli. Non poteva più tornare indietro, e non poteva aspettare che il furto fosse scoperto. Doveva fuggire, anzi: dovevano fuggire... Anche se adesso non sapeva più come.
Kimmar, pensò. Kimmar. Quel Ferengi gli doveva una spiegazione. E una nave.
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21.03 - Partenze e pene d'amore
Autore: Tenente Comandante Tara Keane
DS16 Gamma
Passeggiata Principale - 30/10/2398 - ore 16,50
Il giovane atleta romulano uscì dalla porta d'ingresso del Bar gestito dal Ferengi Kimmar: dopo l'esplosione della nave,aveva avuto urgenza di parlargli. Quel farabutto aveva accettato il suo pagamento e ora doveva procurare loro il passaggio che gli aveva promesso. Non gli interessava in che modo gli avrebbe fatto lasciare la Base, ma gli aveva fatto capire che non avrebbe atteso troppo a lungo che adempisse alla sua parte di contratto.
Si era appena infilato tra la folla che normalmente affollava il corso principale della Base, quando si sentì toccare una spalla. Si girò, quasi infastidito per essere stato strappato dai suoi pensieri, ma si calmò subito quando vide il volto del suo compagno di allenamenti che lo chiamava.
"Jorhom" questo era il suo nome per intero "Cosa ci fai ancora qui? La riunione tecnica è già cominciata e il Vecchio ha già notato la tua assenza. Ho trovato una scusa per allontanarmi e sono venuto a cercarti, lo sai anche tu quanto è maniacale su certe cose, ha già messo fuori squadra per molto meno, anche atleti molto forti!"
Jo voleva rispondere che non gli importava, che lo mettesse pure fuori, ma se l'avesse fatto, non avrebbe avuto modo di vederla. Gli allenamenti in pista erano i pochi momenti in cui potevano avvicinarsi senza destare sospetti che tra loro ci fosse dell'altro, ed era anche l'unico momento che aveva per comunicarle i dettagli del piano. Abbassò quindi il capo e seguì l'amico, rassegnato a subire l'ennesima lavata di capo. Sperava solo di avere pronto un piano da poterle comunicare!
DS16 Gamma . Sala Comando - 30/10/2398 - ore 19,00
La situazione stava tornando lentamente alla normalità, i superstiti della nave ferengi erano stati soccorsi e quelli tra di loro che avevano subito ferite, erano stai curati dallo staff medico di Sonx e solo una decina erano in condizioni così gravi da dover essere ricoverati. Purtroppo si contavano anche sette decessi, per lo più membri dell'equipaggio. Durani, in coordinazione con la sezione scientifica si stava occupando di recuperare i rottami della nave, per cercare tracce di ciò che aveva causato l'esplosione. Riccardi aveva già cominciato ad interrogare il Capitano della nave e avrebbe continuato, poi, con l'equipaggio e i passeggeri supersititi, aiutato dai suoi uomini. La Keane era occupata ad organizzare l'evento e l'arrivo anticipato delle principali delegazioni, l'aveva resa intrattabile: odiava fare le cose in modo approssimativo, ma già il preavviso con cui la Federazione aveva scaricato addosso loro questa scocciatura era stato breve, in più le squadre avevano anticipato l'arrivo di una settimana e adesso lei si ritrovava costretta a dover tralasciare alcuni aspetti che aveva pianificato per una perfetta riuscita dei giochi, se voleva terminare i lavori in tempo per la cerimonia inaugurale. Ci si era messa anche quella maledetta esplosione, che le aveva tolto aiuti preziosi per poter terminare i lavori al meglio.
Drillrush era al posto del Capitano da quando Shran aveva lasciato la Sala Comando per recarsi in infermeria, Claire pensava per accertarsi di persona sulla salute dei feriti. Quando però lo vide tornare e dirigersi a passo di marcia nel suo studio, senza rivolgere nemmeno un cenno al suo Secondo, capì che era successo qualcosa di spiacevole. Infatti non tardò molto la convocazione da parte di Shran affinché lo raggiungesse.
"Qualcosa non va Capitano?" chiese la donna appena entrata. Shran aveva i gomiti appoggiati sulla scrivania e si teneva la testa tra le mani, come se i troppi pensieri l'avessero fatta diventare troppo pesante, perché il solo collo potesse sostenerla. Si massaggiò le tempie con i pollici e disse:
"Si sieda Claire " e dopo aver aspettato che il suo Primo Ufficiale si accomodasse sulla sedia di fronte a lui, continuò"Si purtroppo sì. Ho fatto una cosa di cui non sono molto fiero, pensando di cavarmela in qualche modo, ma stavolta ho giocato male le mie carte."
"Non capisco Signore." Rispose perplesse il Primo Ufficiale.
L'andoriano le spiegò a grandi linee l'incontro avvenuto poche ore prime coi Presidenti dei Collegi Arbitrali dei giochi e di come aveva pensato di far decider al Dottor Sonx la questione. Era proprio da lui che era stato, per spiegargli quello su cui avrebbe dovuto decidere.
"E Sonx non l'ha presa bene , vero?" disse il primo Ufficiale.
"No, per niente. Pensavo che me la sarei cavata con qualche mugugno e qualche lamentela di troppo, invece ha detto che non si sentiva più di lavorare a queste condizioni e che vuole essere trasferito al più presto." disse Shran le cui antenne si erano abbassate sino a toccargli la fronte.
" Mi dispiace " disse Drillrush sinceramente colpita dalle parole del Capitano " vuole che provi a parlargli io? Magari..."
"No, non c'è niente da fare. E' stato irremovibile. Le chiedo di contattare il Comando Centrale per richiedere un rimpiazzo il prima possibile. "
"Si Signore, ma non sarà facile trovare qualcuno al suo livello in breve tempo."
"Novità sull'esplosione della nave Ferengi?" chiese Shran cercando di risolvere almeno una questione al meglio.
"Durani e Roberts stanno recuperando i rottami e quindi cominceranno immediatamente con le analisi."
"Molto bene , mi tenga aggiornato." terminò il Capitano congedandola.
DS16 Gamma- Nave Trasporto Klingon - ore 20.30
La delegazione Klingon era arrivata poche ore dopo l'esplosione della nave Ferengi e gli allenatori avevano pensato di rimanere a bordo almeno sino al giorno dopo, per permettere che la situazione sulla Base si normalizzasse un poco e mantenere i loro giovani atleti al sicuro.
Dopo cena i giovani si riunirono come sempre nell'area ristoro e quasi tutti formarono gruppi, più o meno numerosi, in cui allentare la tensione dei duri allenamenti a cui erano sottoposti, con chiacchiere o giochi piuttosto rumorosi.
Più lontana dagli altri, una quattordicenne dai capelli argentati e occhi, dal sorprendente color smeraldo, guardava assorta la Base, immobile nello spazio di fronte a loro. Era talmente persa nei suoi pensieri da non sentire la voce dell'amica che la chiamava.
"Jul'eth ! Jul'eth sei diventata sorda? o stai pensando al tuo Jo?"
" Shh.. Taci Mara, sei pazza? Vuoi che qualcuno ti senta?" rispose la giovanetta con una reale paura nella voce.
" Ma dai non sono così sciocca. " rispose l'amica sedendole accanto " siamo lontane dagli altri e poi ci sono diversi Jo tra gli atleti in gara!" Le fece l'occhiolino e un sorriso di scuse, poi continuò.
"Comunque hai sentito gli allenatori? Sembra che domani mattina l'Ambasciatore Dothrak assisterà ai nostri allenamenti! Sai ho sentito strane ed incredibili storie sul suo conto e non vedo l'ora d'incontrarlo. E poi spero di vedere mia zia! Sai quanti anni sono che non la vedo? Pensa che ero ancora una bambina e comunque, te l'ho già detto che sarà lei a guidare il nostro Casato alla morte di mio nonno?"
Jul'eth voleva bene a Mara,la sua amica del cuore, a cui unica, aveva confidato i suoi problemi d'amore, ma quando cominciava a parlare era un fiume in piena, e così, lei aveva imparato ad estraniarsi per salvarsi da quei suoi lunghi monologhi, e tornò a pensare al suo amato Jo e al fatto che la presenza dell'Ambasciatore agli allenamenti avrebbe impedito loro anche solo di avvicinarsi.
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21.04 - Parentele
Autore: Tenente Durani della Casata di Kanjis
DS16 Gamma
Ufficio Capo OPS
31 ottobre 2398 - ore 08.44
L'intera squadra scientifica guidata da Ramar Roberts era all'opera per comprendere le cause della deflagrazione avvenuta a bordo del trasporto Ferengi K'gar.
Si stava ancora ricercando la scatola nera per le registrazioni di volo, ma, nel frattempo, si tentava di ricostruire, olograficamente e fisicamente, la struttura del cargo per poter studiare appieno le cause scatenanti del disastro.. fossero esse dovute ad un guasto improvviso oppure a qualche evento colposo o doloso.
Il Ferengi Kimmar, armatore e proprietario del K'gar, era palesemente agitato, ma cercava di non darlo a vedere eccessivamente. Secondo Riccardi, che lo conosceva da più tempo, ciò voleva dire che a bordo del cargo c'era sicuramente qualcosa di valore, ma di provenienza molto probabilmente illegale.. merci di contrabbando o peggio.
Kimmar non poteva, pertanto, sbraitare troppo, rischiando di attirare l'attenzione cercava, bensì, di mantenere un basso profilo, ma i suoi occhietti vispi vagavano qua e là alla ricerca di possibili indizi.
Presumibilmente voleva solo rassicurazioni sul fatto che si fosse trattato di un mero incidente, ma la sua mente aveva già elaborato la possibilità che si trattasse di sabotaggio e voleva verificare di persona la situazione.
Era stato allontanato più di una volta oltre il perimetro di sicurezza, ma si era messo talmente tanto ad urlare che era stato convenuto, fra i Comandanti Drillush e Riccardi, che potesse rimanere in zona, ma al di fuori dall'area rossa delle indagini.
Per controllarne le mosse gli era stato messo alle calcagna un Tellarite, della sezione Tattica di Durani, dal carattere impossibile, scontroso come pochi, ma estremamente acuto ed attento sotto la pelliccia, oltre che dotato di un'ottima propensione alle conoscenze ingegneristiche.
Qualunque cosa fuori posto nel comportamento del Ferengi, il Tellarite se ne sarebbe accorto ed avrebbe anche potuto identificarne la causa scatenante.
Inoltre, la sua presenza permetteva alle squadre scientifiche di poter lavorare tranquillamente.
Dal canto suo, pur coordinando attentamente le attività dei suoi uomini, al Comandante Roberts continuava a balenare in testa l'immagine di quel giovane Romulano, così terribilmente affranto da quell'esplosione.
Come un rovello continuo, quella figura riappariva nelle sue elucubrazioni mentali, come se avesse notato qualcosa fra le prove esaminate e non riuscisse a mettere pienamente a fuoco la correlazione fra quel qualcosa ed il poco più che adolescente atleta.
DS16 Gamma
Ufficio Capo OPS
31 ottobre 2398 - ore 09.12
L'esplosione del trasporto Ferengi K'gar aveva obbligato la sezione operazioni, guidata dal Comandante Keane, a prendere una decisione, in un certo senso, sofferta, ma, allo stesso tempo, molto gradita ai colleghi della sicurezza, ossia destinare i quattro grandi dischi d'attracco alle altrettante potenziali squadre partecipanti ai Giochi della Gioventù.
Ciò voleva dire maggior consumo energetico, maggiore dispersione di forze e di personale, possibili sovraccarichi ai generatori principali e secondari della base, dovendo attrezzare, e mantenere in funzione, quattro enormi aree d'allenamento, con supporti olografici estremamente precisi per consentire la possibilità di un'identica preparazione per tutte le squadre in gioco.
L'area d'attracco A sarebbe rimasta a disposizione della Federazione e delle eventuali navi in transito.
La scelta era stata praticamente obbligata avendo, in precedenza, spostato il rottame del cargo Ferengi in quell'area per sottoporlo alle indagini del caso guidate dal Comandante Roberts.
La stiva principale dell'attracco, propria nel nucleo centrale del disco stesso, era stata riconvertita a sala d'addestramento olografica. Le aree laterali erano state riconvertite a spogliatoi, aree massaggi e tutto ciò che poteva essere utile agli atleti federali.
Il dispendio energetico per mantenere uno standard ottimale a tutti questi servizi era indubbiamente già di per sé notevole, lo diventava ancora ancor di più dovendolo poi ripetere per altre tre volte.
Il Comandante Keane, inoltre, aveva dovuto allestire anche quattro centri di controllo olografici di supporto, con personale dedicato, riformulando turni, permessi, congedi e ferie.
Il tutto in pochissimo tempo: una faticaccia infinita che l'aveva resa iperattiva, ma combattiva.. era una sfida con sé stessa e con le proprie abilità da vincere a tutti i costi col miglior risultato possibile.
Certo, Tara aveva dovuto rinunciare a vedersi con regolarità con il suo amato Rogal, ma l'Ambasciatore Klingon sapeva benissimo che si sarebbero rifatti una volta che tutta quella baraonda fosse finalmente finita.
Nonostante tutti i sacrifici, si poteva dichiarare ugualmente soddisfatta: era riuscita a riprodurre varie discipline dell'atletica leggera: velocità, mezzofondo, salto in alto, salto in lungo, lancio del peso ed anche aree per gli sport di gruppo, scelti per quell'anno, ossia rugby per i Federali ed un paio di giochi dai nomi impronunciabili per le altre due civiltà in gara, Klingon e Romulani.
La presenza dei Jem'Hadar era stata un'incognita fin dalla loro prima apparizione, ma, nel caso, si sarebbero dovuti accontentare di ciò che era stato approntato.
Per fortuna, il destino su una loro possibile partecipazione non era nelle sue mani, non era una cosa cui avrebbe dovuto pensarci lei sul volto di Tara comparve sorrisetto ironico pensando all'espressione furiosa del dottor Sonx.
Dopo qualche istante, scacciando quell'immagine dalla sua mente, decise che era opportuno fare una panoramica sulle quattro Aree di Allenamento, prima di recarsi dai suoi uomini per il briefing della situazione e, successivamente, di andare a visionare personalmente, assieme all'Ambasciatore Dothrak, la preparazione degli atleti del proprio popolo.
Tara diede quindi ordine al computer della base di connettere il primo schermo della sua consolle all'Area di Allenamento A, dedicata alla squadra federale.
L'allenatore in capo era niente di meno che Saadrig Tirros, un Trill decisamente in forma, alto e prestante, dalla battuta pronta e dalla voce tonante, ma dotato di un carattere bizzoso, impulsivo e, talvolta, decisamente un po' troppo irritabile.
Era stato pluricampione in attività e, una volta conclusa la carriera agonistica, si era dato all'allenamento, con risultati altalenanti, ma la sua buona stella gli aveva regalato più successi che sconfitte anche nella sua nuova professione.
La sua vice era una Vulcaniana allampanata di nome T'Mel: tanto il primo era impulsivo, quanto la seconda riflessiva. Cosa ovvia per una Vulcaniana, ma faceva da giusto contraltare al Trill, permettendogli di prendere decisioni migliori. Insieme gestivano un team multirazziale di istruttori chiamati a motivare e preparare un centinaio di ragazze e ragazzi dai quattordici ai vent'anni.
Il vociare e l'eccitazione era ai massimi livelli in una cacofonia di accenti ed esclamazioni tremenda: gli allenamenti non erano ancora iniziati e quindi vi era un rincorrersi di richiami, urla ed esaltazioni tipiche degli adolescenti.
Avuta conferma dalla squadra operazioni a supporto dell'area A che tutto era in ordine, il Comandante Keane ordinò al computer della base di chiudere il loro audio, pur mantenendo attiva l'immagine video sul terminale, e di mandare sul secondo schermo le registrazioni ambientali, in tempo reale, di quanto stava accadendo nell'area di allenamento B, ossia quella destinata ai Romulani.
La loro allenatrice in capo si chiamava Thureena, ed era, inaspettatamente, molto giovane e procace.
Ciò nonostante, non v'era istruttore maschio del suo seguito, ed erano solo ed esclusivamente maschi, che non la rispettasse decisamente alla lettera.
Dovunque lei passava, calava immediatamente il silenzio.
L'euforia, che regnava sovrana anche nel campo Romulano, si spegneva, quasi d'incanto, al suo incedere, per poi riaccendersi come un incendio mai domato una volta che lei si era allontanata.
A Tara quella donna non piaceva.. beh.. veramente non le piaceva nemmeno il Trill alla guida della delegazione sportiva federale, ma quella Thureena aveva un non so ché di minaccioso.
Persino l'ambasciatore Romulano Lamax pareva non sopportarla.
E, a Tara, Lamax decisamente piaceva come persona. Saranno stati i suoi trascorsi sul pianeta natale Klingon, ma quel Romulano aveva un senso dell'onore molto simile a quello del suo popolo.
Non piacendo a Lamax, quindi, come associazione di idee, Thureena era risultata anche a lei, a pelle, del tutto indigesta.
Dopo aver verificato coi suoi uomini la piena funzionalità della zona d'allenamento Romulana, Tara, come già fatto in precedenza, ordinò al computer di chiudere il collegamento audio con la stessa, pur mantenendo attiva la trasmissione video, e di attivare il collegamento con l'area d'allenamento C destinata ai Klingon.
Una volta aperto l'audio, per quanto se lo aspettasse, Tara dovette chiedere al computer di bordo di prendere dovute contromisure per l'enormità vocale che proveniva dagli altoparlanti.
Urla, imprecazioni, esclamazioni, incitamenti erano vocalizzati ad altissimo volume in un baccano assolutamente infernale.
Tara sorrise della situazione e sorrise ancor di più scorgendo la sagoma della nipote Mara. Difficile, d'altronde, non notarla in quanto salutava palesemente ogni telecamera di controllo, nemmeno fosse in un programma olovisivo.
Mara era sempre stata una ragazzina molto curiosa, esuberante, tenace, ma anche sciocchina.
Come diceva sempre suo padre, il fratello minore di Tara, Mara doveva ancora assaporare sulla sua pelle gli aspetti più negativi della vita, permettendole di formarsi un carattere più equilibrato.
Più tardi sarebbe andata volentieri a trovare la nipote, utilizzando come scusa la necessità di andare a fare da Cicerone all'Ambasciatore Dothrak per assistere ad uno degli allenamenti.
Il Capo allenatore delle squadre sportive Klingon era un vecchio di nome Kresha: non aveva più un pelo del corpo che non fosse brizzolato o bianco e sembrava incapace di alzare il timbro di voce più del normale, eppure era ubbidito, venerato e rispettato da tutti.
Pur non avendo mai gareggiato, ma era sempre stato un allenatore formidabile ed aveva formato quasi personalmente tutti gli istruttori che ora stavano seguendo i giovani atleti.
A Tara Kresha era simpatico.. sarà stato il legame razziale, sarà stato l'aspetto mansueto, ma onorevole del vecchio Klingon, ma le infondeva fiducia e tranquillità.
Dopo qualche minuto di osservazione curiosa dei propri simili, in cui ebbe conferma dai suoi uomini che tutto procedeva per il meglio, Tara indugiò a lungo prima di sospirare e dedicarsi all'area D, destinata, nemmeno a dirlo al Dominio.
Era una cosa di cui avrebbe fatto volentieri a meno, tuttavia, non poteva esimersi di verificare la conformità di quell'area di allenamento.
Qui il silenzio regnava sovrano: tutti i Jem'Hadar sembravano quasi marionette nelle mani di quella Vorta.
Conlan, all'apparenza così cortese, faceva tutto lei, portavoce, medico, allenatrice.
Anche in quel momento era al centro dell'attenzione.
Senza attendere conferma positiva da parte dei suoi uomini, Tara non poté fare altro che chiudere la trasmissione disgustata.
DS16 Gamma
Ufficio Capo SEC
31 ottobre 2398 - ore 09.25
Sebbene l'esplosione della nave Ferengi fosse una cosa deplorevole e deprecabile, visto il numero dei feriti e purtroppo le vittime, l'accadimento, avvenuto prima che il cargo toccasse la stazione, era di competenza del Tenente Durani e per il Comandante Riccardi era già di per sé una buona notizia.
Più tempo la collega Klingon passava nell'area d'attracco A, in mezzo a personale Federale, e meno lui avrebbe dovuto occuparsi di lei, distaccando uomini per la sua sicurezza.
L'arrivo di circa duecento Klingon, infatti, fra il centinaio di atleti ed altrettanti accompagnatori, era sicuramente fonte di possibili e problematiche vista la non facile situazione del Casato di Durani presso l'Impero.
Inoltre, la decisione del Comandante Keane, supportata in toto dal Capitano Shran, di dividere la stazione in quattro aree distinte era forse una delle notizie più gradite in assoluto ad Alessandro, seppur non lo desse a vedere.
Era decisamente più facile gestire l'incolumità di atleti, accompagnatori, semplici avventori della stazione se venivano limitate le occasioni per incontrarsi, o, per meglio dire, di scontrarsi.
Ciò andava sicuramente contro le intenzioni originarie e fondanti dei Giochi della Gioventù, ossia quelle di permettere ai futuri adulti di conoscere e rispettare culture differenti dalla propria, intraprendere legami di amicizia e fratellanza come solo possono nascere attraverso le pratiche sportive, condite, ovviamente, dal giusto livello di competitività ed agonismo.
Riccardi, però, non poteva permettersi il lusso di pensare anche a quello: ogni edizione dei Giochi portava infatti già con sé difficoltà organizzative e problematiche di vario tipo e quella del 2398 non ne era affatto esente.
L'Ammiragliato aveva optato per DS16 Gamma come territorio ideale per quell'edizione?
Benissimo, avrebbero accettato ogni decisione che il responsabile della sicurezza di quella base avesse preso per garantire l'incolumità di tutti i partecipanti.
Tutte le sue squadre erano all'opera, aveva chiesto al Tenente Durani anche parte dei suoi uomini così come ad ogni capo sezione delle navi federali attraccate alla base.
Appartenenti alla Flotta Stellare v'erano giusto un paio di navi, mentre il resto erano trasporti o navi civili.
Tuttavia, Riccardi era riuscito ad aumentare i suoi effettivi di circa una sessantina di elementi, senza contare gli uomini della sezione tattica di Durani.
Le varie ambasciate presenti sulla stazione avevano potenziato i loro sistemi di controllo e difesa e ciò gli aveva permesso di concentrare i suoi uomini in aree strategiche per evitare ogni qualsivoglia tipo di disordini.
Inoltre, avrebbe tenuto d'occhio Kimmar ed i suoi sodali.. ci sarebbe stata la solita rete di scommesse clandestine così come pure un aumento esponenziale del contrabbando ed una serie di attività secondarie che non poteva far finta di non vedere.
Per questi motivi, aveva allertato tutti i suoi contatti ed informatori oltre ad aver adibito all'uopo diverse squadre pronte ad intervenire.
DS16 Gamma
Infermieria
31 ottobre 2398 - ore 10.36
Il Dottor Sonx aveva perso del tutto la voglia di chiacchierare, cosa strana per un Denobulano, e di essere positivo: ce l'aveva col Capitano Shran per averlo messo in un guaio di difficile risoluzione: come poteva, da un punto di vista puramente medico, non dichiarare che l'uso del ketracel bianco era evidentemente dopante a favore dei Jem' Hadar?
L'argomentazione della Vorta Conlan su un paragone fra ketracel e cibarie di vario tipo lasciava il tempo che trovava, sebbene avesse anche qualche correlazione logica.
I medici Klingon, se così si potevano definire, si erano dichiarati fortemente contrari alla partecipazione dei Jem'Hadar, parlando di onore, di lotta alla pari, sfoderando nozioni di prestanza fisica, di coraggio, di rispetto e ben poche argomentazioni sanitarie.
I dottori Romulani, pur essendo perfettamente allineati sulle posizioni degli omologhi Klingon, avevano portato, invece, alla sua attenzione, studi e nozioni che tendevano ad escludere la partecipazione dei Jem'Hadar, mostrando come fosse evidente che l'utilizzo del ketracel bianco potenziasse le loro facoltà, o, per lo meno, facesse sentire loro meno fatica, meno dolore e quindi più propensione ad oltrepassare i propri limiti, anche al costo della vita stessa.
Sullo stesso piano erano le considerazioni sue e dei suoi colleghi appartenenti alla Federazione.
Lo stallo non sarebbe mai stato superabile dal punto di vista prettamente medico, tuttavia, una flotta del Dominio era attraccata alla stazione, sulla piattaforma D, con tutte le intenzioni di partecipare a quei giochi della Gioventù.
Erano stati confinati là per evitare guai peggiori, o così gli era stato comunicato, ma a lui era evidente che bastava la Vorta di nome Conlan per creare inimicizie e polemiche.
Con quella voce sempre abbastanza calma, gentile, suadente, esprimeva concetti taglienti come lame con uno sguardo penetrante come un phaser.
Era evidente che non avrebbe accettato un no come risposta.
Qualunque soluzione lui avesse escogitato, occorreva che i Jem'Hadar partecipassero, ne era ben conscio.
Non sarebbe, però, rimasto un attimo di più su quella stazione.
Finiti i giochi, finita la festa.
"E' evidente signori che tutti voi avete paura della nostra partecipazione.."
La voce di Conlan risvegliò Sonx dai suoi pensieri, un attimo prima che un vociare convulso e rabbioso provenisse dai medici Klingon.. seguito a ruota da mormorii di disapprovazione di tutti i presenti.
Alla fine, il Denobulano prese la sua decisione: non sarebbe piaciuta a nessuno, a lui in primis, ma pazienza.. se ne sarebbe andato, tanto valeva sparare tutte le sue cartucce.
"I Jem'Hadar possono partecipare"
Esordì con voce incerta per poi aumentare di intensità e volume per far fronte alle imprecazioni provenienti da più parti
"Ad una condizione.. l'iridio bicantazina del Ketracel bianco sarà somministrato dal sottoscritto, o comunque sotto mio stretto controllo, in dosi che non risultino essere elevate, controproducenti e dopanti per gli atleti"
Un boato assordante riempì l'infermeria.
Sonx dovette attendere dieci minuti buoni prima che la situazione si tranquillizzasse un minimo per continuare.
"Non è una soluzione onorevole, per molti di noi, lo so benissimo, ma sono sicuro che la prestanza fisica dei Klingon possa tranquillamente rivaleggiare con quella degli Jem'Hadar sottoposti a Ketracel Bianco, così come l'agilità, l'astuzia e le abilità di tutti gli atleti, essi siano Romulani o Federali, siano sufficienti per affrontare le gare con lealtà ed abnegazione."
Il brusio di sottofondo rimase elevato, ma Sonx tirò dritto
"Quello che non accetterò, e qui mi rivolgo a lei Conlan, saranno atti di violenza da parte degli atleti della sua fazione. Chiunque si dovesse macchiare non di condotta antisportiva, che già è deplorevole di per sé, ma rientra, purtroppo, nell'agonismo, bensì di aggressività immotivata, di comportamenti violenti e pericolosi, verrà immediatamente espulso dalla gara cui sta partecipando, senza appello alcuno. Non solo, eventuali minacce a giudici o loro collaboratori in seguito a queste espulsioni, verranno considerati atti punibili con la reclusione immediata"
La Vorta sembrò riflettere qualche secondo prima di allargarsi in un sorriso sornione, che non fece altro che rinfocolare il brusio che stava scemando.
Sonx prese nuovamente la parola alzando il braccio destro come a richiamare un attimo di silenzio
"Ah dimenticavo.. questa commissione stabilirà, in base anche ai dati che lei stessa ci ha fornito, quale sia la dose di Ketracel bianco accettabile. Prima di ogni gara, controllerò o farò controllare ogni atleta della sua fazione.. chiunque, e dico chiunque, per qualsivoglia motivo, sforerà quel limite non potrà partecipare alla disciplina.. ciò per scongiurare ogni forma di concorrenza sleale.. ed è una condizione non suscettibile di trattabilità"
Il sorriso sul volto della Vorta si spense, fissò Sonx come se fosse diventato un fastidioso parassita sul suo cammino, ma alla fine acconsentì alla richiesta, scatenando gli applausi convinti da parte dei Klingon presenti in onore del Denobulano.
DS16 Gamma
Ambasciata Vulcaniana
31 ottobre 2398 - ore 11.02
"L'ambasciatore Dothrak si scusa, ma aveva promesso ai giovani atleti del nostro popolo la sua presenza ai loro allenamenti in mattinata. Col vostro permesso, rimarrò io, in sua vece, fino al suo arrivo"
"Molto bene onorevole Vorn.. prego si accomodi" la voce dell'ambasciatrice T'Lani appariva sincera, il vecchio Klingon era saggio e rispettabile, molto meno impetuoso del suo superiore.
Non di uguale avviso erano gli altri due diplomatici presenti: il legato Cardassiano Varen e l'ambasciatore Romulano Lamak K'Jad D'Kran.
Il primo era fortemente irritato dalla presenza della Vorta Conlan e dei Jem'Hadar nella stazione, il secondo, invece, pur rispettando Vorn, trovava poco onorevole che ad una convocazione di tal genere, Dothrak facesse lo sgarbo di non presentarsi per assistere a degli stupidi allenamenti.
Aveva vissuto abbastanza fra i Klingon per capire l'importanza che avrebbero dato a quei giochi, pur tuttavia, c'erano protocolli ed etichette di buone maniere da rispettare, cosa che, a quanto pare, Dothrak non aveva ancora imparato a gestire.
A quella riunione, come portavoce della Flotta Stellare, partecipava anche il Capitano Shran.
L'Andoriano detestava trovarsi lì.
Faceva buon viso a cattivo gioco, dispensando sorrisi e battute da perfetto anfitrione, ma avrebbe preferito affrontare un cubo Borg a mani nude piuttosto che doversi sorbire nuovamente discorsi pieni di niente.
Aveva provato a portarsi dietro il Comandante Drillush, ma Claire era riuscita elegantemente a svicolare e lui non aveva insistito più di tanto.
In fondo le aveva delegato, suo malgrado, l'intera gestione della base in quei giorni.
Lui era sempre occupato in questioni politiche, diplomatiche, in discussioni su cosa fosse più giusto ed opportuno fare o non fare, mentre la sua vice doveva gestire e coordinare quella marea di circa cinquecento o seicento persone aggiuntive sulla stazione.
Non la invidiava, probabilmente anche lei avrebbe preferito combattere un cubo Borg a mani nude.
Fu in quel momento che Shran ripensò con rimpianto alla USS Marconi, alla bellezza del comandare una nave.. a viaggiare, lasciandosi alle spalle diplomazia e politica.
DS16 Gamma
Area d'allenamento C
31 ottobre 2398 - ore 11.22
"Per Kahless! Jul'eth guarda che bravo! E che bello!"
"Mara smettila di sbraitare, di chi parli?"
"Oh insomma sempre a pensare al tuo Jo! Ma guardati attorno no?"
"E che vedo? Molti nostri coetanei sembrano ancora cuccioli di targ.."
"Oh? Eh? Ma smettila anche tu!.. ci sono alcuni degli eredi delle più importanti Casate del nostro popolo qui.. e tu vivi nel tuo mondo di sogni.. dai muoviti"
"Io non sogno Mara, io amo Jo.. sei tu che sogni ad occhi aperti.. e parli.. anzi urli troppo!"
"Ma chi vuoi che mi senta! Ah ciao Zula, in bocca al targ per il lancio eh? Sì si ci vediamo dopo.. ma dove sei finita? Muoviti Jul'eth!"
"Si può sapere dove mi stai trascinando?"
"Uffa, muoviti e basta! Scusa.. sì ciao.. no, ma fai pure.. permesso.. sì grazie passiamo noi.. ohi attento con quel peso che ammazzi qualcuno.. permesso.. sì.. ok.. e levati.. ancora un attimo e.. ahio!!"
In una selva infernale, Mara era andata a sbattere contro un Klingon basso e tarchiato, con un volto all'apparenza innocuo, ma con occhi furbi e malevoli ed un ghigno poco raccomandabile.
Non era un istruttore, non era un guerriero, portava una sorta di mantello blu cobalto che gli copriva gran parte del corpo conferendogli un'aurea di autorevolezza che altrimenti non avrebbe mai potuto emanare.
"Uhm chi abbiamo qui? Oh ma guarda la giovane rampolla della Casata VodleH!"
"Consigliere An'eth K'Ploct, scusi non l'avevo vista"
"Me ne sono accorto, dove correvi?"
"Ehm.. no nulla.. volevamo solo vedere alcuni.. ehm.. amici che gareggiano nel rugby.. sa quello sport Federale.."
"Ah.. capisco.. per quanto odi queste discipline sportive importate da altre culture, posso intuire il vostro interesse.. tuo e della mia giovane nipotina Jul'eth."
"No zio.. io veramente"
"Oh smettila, non fare la timida.. so bene che ti piace qualcuno.. e non ci sarebbe nulla di male, ma sappi che il tuo legame di matrimonio avverrà quando io lo deciderò con la persona che sarà più utile alla nostra Casata"
"Mia madre.."
"Zitta Jul'eth.. tua madre ci ha disonorati! Il mio povero fratello non l'avrebbe mai dovuta sposare!"
"Ma si amavano!"
"L'amore? Oh già quella tua fissazione ridicola.. esiste solo la passione ed il sesso.. utile per riprodursi e dare eredi alla Casata.. io e tua zia non ci siamo mai amati, ma abbiamo avuto dei figli ugualmente.. che un giorno siederanno in Consiglio al mio posto.. e i figli dei loro figli.. l'amore può esistere solo per la propria Casata.."
"Ma zio.."
"Nessun ma.. rimani concentrata nei tuoi allenamenti.. bella come sei, in molti ti noteranno e qua deciderò a chi mandarti in moglie.. qualcuno a cui la nostra alleanza conterà molto di più che la tua ascendenza disgraziata!"
"Non parlare così di mia madre! Non te lo permetto"
"Non mi sfidare! La Casata di tua madre è stata bandita dall'Impero! Presto o tardi tutta la sua gente verrà uccisa e portata nel Gre'thor sul vascello capitanato da Kortar, il primo dei Klingon dove saranno eternamente sorvegliati e dannati dai Fek'lhr"
"Io sono per metà una Kanjis che tu lo voglia o no! Uccidimi allora!"
"Tua madre lo era e, per quello, ha pagato il suo disonore con la vita! Tu sei nata K'Ploct! Ti ho salvata per un debito d'onore che avevo con mio fratello"
"Che hai ucciso come hai ammazzato mia madre"
"Non li ho salvati, ma non li ho uccisi.. e lui non si sarebbe dovuto immischiare.."
"Era sua moglie! Mia madre!"
"I Kanjis dovevano essere sterminati! Tuo padre avrebbe dovuto accettare la cosa! Non l'ha fatto, ma ci ha lasciati senza recare disonore su di noi. E' già un'onta infamante per l'Impero che quella Casata sia sopravvissuta.. come è un'offesa l'inerzia di Casate importanti, ma la pagheranno.. i Goroth ed i P'ooD hanno perso ogni influenza.. i Vok non hanno quasi più potere alcuno.. mentre i VodleH, i Klaa, i Martok ed i Dothrak subiranno presto l'ira dell'Alto Consiglio."
"I VodleH sono amati e rispettati!" intervenne Mara alla sua maniera strepitando ad alta voce
"Certo, ma tuo nonno deve decidere da che parte stare.. non può pensare di continuare a sfidare l'Alto Consiglio.. quindi care mie, pensate bene di chi.. innamorarvi per usare un'espressione tanto cara alla mia nipotina.. perché ne andrà della vostra sopravvivenza.."
Jul'eth stava per rispondere a malo modo allo zio, quando Mara intervenne, sempre urlando in suo soccorso:
"Ha ragione Consigliere, ma noi siamo troppo giovani per queste cose! Ci innamoriamo facilmente, ciò nonostante poi faremo il bene delle nostre Casate.. proprio come lei.. da quando ne è divenuto leader, la sua Casata siede nell'Alto Consiglio, è temuta e debitamente osservata da tutti.. sono certa che delle questioni politiche dell'Impero vi siano persone molto più venerate e rispettate di noi chiamate a risponderne.. fra cui mio nonno e gli altri patriarchi.. quindi, se permette, noi avremmo i nostri amici da salutare! Ehi Mek!!"
Un enorme Klingon più largo che alto dal viso simpatico si avvicinò al terzetto con fare sghignazzante.. "ecco dove eravate finite! Non vi trovavo più!"
"Eh ci credo, tu sei enorme, noi piccoline, qua in mezzo, con tutta sta baraonda rischiamo anche di incontrare brutta gentaglia!" esclamò divertita Mara'VodleH
Sebbene all'apparenza poco sveglio, ci volle poco a Mek'Vok a capire l'antifona.. la zia Karana era stata ingegnere capo di quella stazione e, sebbene i loro rapporti non fossero mai stati molto stretti, anche per i contrasti che la zia aveva col nonno, l'intera Casata aveva appreso con favore che l'insofferenza, più volte manifestata, contro la decisione di imporre il naDHa'ghach ai Kanjis non era errata.
La zia Karana, così come quella di Mara, si era molto prodigata, infatti, in difesa di quella che sarebbe stata la cugina di Jul'eth: Durani'Kanjis, attualmente ufficiale in servizio in quella stazione.
"Venite, vi scorto io.. andiamo dal tuo caro Jang, dovrebbe essere da qualche parte coi gemelli Tahl e Janul e con il loro fratello maggiore Koroth."
Gli occhi di Mara si trasformarono virtualmente di due cuoricini tambureggianti: Jang era un loro coetaneo.. quello che più di tutti poteva chiamarsi il suo migliore amico.. sia suo sia di Jul'eth.. premuroso, attento, gentile, coraggioso, ma assennato.
L'esatto contrario dei due fratelli gemelli più grandi: Tahl e Janul erano presuntuosi e ciò era dovuto alla loro bellezza fisica che non lasciava indifferenti.. sicuramente non lasciava indifferente Mara.
Entrambi impulsivi e coraggiosi, erano il nerbo della squadra di rugby dei Klingon.. un gioco puramente terrestre che era stato esportato e praticato anche su Qo'nos, così come giochi Klingon erano stati esportati nelle gare federali.
Koroth, il fratello più grande del terzetto, invece, era ormai fuori dai Giochi della Gioventù.
I suoi ventuno anni lo rendevano troppo vecchio per parteciparvi ancora, ma, essendo campione in carica in alcune discipline, aveva di buon grado accettato l'invito del vecchio Kresha a far parte di quella spedizione.
D'altro canto aveva anche dovuto soccombere alle pressanti richieste della madre di controllare da vicino le esuberanze e le intemperanze dei due gemelli.
La Casata dei Muzak, infatti, era relativamente giovane ed aveva bisogno di farsi amicizie più che inimicizie in un ambiente molto competitivo come quello dei Klingon.
A Jul'eth, i Muzak non piacevano granché, eccezion fatta per il coetaneo Jang.. li riteneva troppo ambiziosi e vanitosi per i suoi gusti, ma piacevano, e non poco, alla sua amica Mara e, allora, lei faceva buon viso a cattivo gioco.
V'era poi un altro motivo, non secondario, per cui Jul'eth si sforzava di andare d'accordo coi Muzak.
I Muzak, infatti, mal si sopportavano con un'altra Casata, anch'essa giovanissima, presente in gran numero a quei giochi ossia quella dei cugini M'untokh
Estremamente bramosi di potere, erano legati a doppia mandata con i K'Ploct: tanto i primi erano prepotenti e superbi, quanto i secondi subdoli ed ipocriti.
Erano le due Casate che, più di tutte, avevano causato la rovina dei Kanjis e Jul'eth li odiava tutti quanti.
T'ebax e Parjigh erano coetanei dei gemelli e gli autentici capobanda di tutta la nidiata dei M'untokh.
Il primo era un autentico attaccabrighe, non si poteva stare in sua presenza senza assistere o essere costretti a partecipare ad una scazzottata o una rissa vera e propria.
Il secondo era agli antipodi del primo, ma completamente succube dello stesso, quindi disponibile a fare qualunque nefandezza T'ebax gli proponesse.
Eppure, secondo suo zio, erano due ottimi partiti.
Specialmente il secondo, il primo aveva, obiettivamente, delle tare mentali che anche un cieco avrebbe notato.
E lo zio An'eth non era cieco, né sordo.
Jul'eth sapeva che presto o tardi il suo amore per Jo sarebbe stato scoperto e sarebbero stati guai.
Le avrebbe combinato un matrimonio, quanto prima, e quella era l'occasione per trovare un partito migliore rispetto ai cugini M'untokh.
Se ci fosse riuscito, avrebbe avuto un'altra Casata su cui poter allungare le sue luride zampe, in caso contrario, si sarebbe accontentato di manovrare quei pagliacci che già pendevano dalle sue labbra.
Come se fossero stati evocati, i cugini M'untokh fecero la loro comparsa al campo di allenamento: spintoni, scherzi crudeli, bestemmie ed imprecazioni al loro passaggio.. persino gli allenatori facevano fatica a contenerne l'esuberanza e nemmeno potevano concedere agli altri atleti di dar loro una lezione, non fino a quando c'era un esponente dell'Alto Consiglio Klingon in mezzo a loro a proteggerli.
"I soliti guastafeste" urlò Mara in mezzo a quel gran baccano "E proprio ora che avevamo mollato quella piattola di tuo zio e potevamo stare coi nostri amici"
Jul'eth guardò in giro e, sebbene lei fosse fra le più minute, notò subito una cosa: An'eth K'Ploct aveva abbandonato la sala d'allenamento, segno inequivocabile che l'Ambasciatore Dothrak era in arrivo.. lo zio ci teneva alle sue false esibizioni di cortesia da protocollo.
"Qualunque cosa accada, coprimi!"
"Eh? Cosa?" urlò Mara stupita, poi capì.. vide una serie di sguardi partire dai gemelli Muzak rimbalzare su altri atleti, in uno scambio veloce di occhiate di assenso.. aspettarono che T'ebax attaccasse nuovamente per primo, facendosi forza del numero dei propri compari, e poi attaccarono in massa i M'untokh.
Dall'alto di una balaustra, nascosto alla vista, l'Ambasciatore Rogal Dothrak sorrise divertito.
DS16 Gamma
Area d'allenamento B
31 ottobre 2398 - ore 12.03
"Che diavolo ti prende Jorhom??" gli domandò a bruciapelo Mamee
"Ma niente.. rilassati che mi passa"
"Come faccio a star tranquillo? Il Vecchio Vrulmeek era incollerito per i nostri tempi e quella furia che ci guida, Thureena, non ci metterà molto a prenderci di mira.. io ho i miei interessi qui.. ho un piccolo giro di contrabbando lo sai.. procuro ciò che serve e ricavo piaceri da fanciulle riconoscenti.. non ho intenzione che mi rovini tutto con le tue prestazioni da pappamolla.. già ieri ti sono dovuto venire a cercare, mi spieghi cosa hai?"
"A te non ti disturba sapere che ci sono le persone che sono rimaste ferite o hanno perso la vita in quell'esplosione?"
"Ma stai scherzando? Non te n'è mai fregato niente in quasi diciotto anni che ci conosciamo.. siamo cresciuti insieme, sei sempre stato molto egocentrico nelle tue cose e ora ti preoccupi per gente che non sappiamo nemmeno chi sia? Posso capire se ci fossero stati nostri connazionali a bordo, ma non c'erano Romulani. E' esploso un cargo, pazienza.."
"Sì ma chi ci dice che sia un incidente?"
"Ah.. beh se è una teoria del complotto che ti affligge allora sono con te.. io adoro le storie sulla Tal Shiar, lo sai che epr me Thureena è una spia.. ci sta controllando per sapere chi sono i migliori.. non ci posso pensare.. lo spionaggio.. le congiure, le macchinazioni, gli intrighi.. m'eccito solo a pensarci.. certo mai come una bella e procace Romulana di nostra conoscenza, ma devo dire che anche quel paio di Bajoriane dell'altro giorno non erano male.."
"Sei proprio un maiale, Mamee.."
"Sì e me ne vanto.. però ora tu vai a farti una doccia e ti riposti come ha detto il Vecchio.. e, se mi dovesse chiedere, gli invento io una scusa.. in quello sono un autentico genio e lo sai.. tu vedi di riprenderti che ho bisogno di te!"
DS16 Gamma
Zona Spogliatoi Area d'allenamento B
31 ottobre 2398 - ore 12.18
"Psstt"
Jorhom, ancora a torso nudo, con solo un asciugamano a vita, si bloccò di colpo guardandosi attorno: sembrava abbastanza inequivocabilmente un segnale di richiamo.. per quanto debole..
Dopo qualche istante, non vedendo nessuno, riprese ciò che stava facendo
"Psstt"
Quella volta era sicuro, c'era qualcuno che chiamava lui.. anche perché non c'era nessun altro.. che fosse qualche ragazzina curiosa? Sapeva di piacere ad almeno quattro o cinque Romulane di età differenti ed almeno una di queste sarebbe stata disposta a fare carte false pur di averlo, ma addirittura intrufolarsi negli spogliatoi maschili gli sembrava eccessivo.
"Psstt scemo!"
"Jul'eth!! Amore mio! Dove sei?"
Un armadietto doppio si aprì ed uscì la stupenda creatura dai capelli argentati e occhi, dal sorprendente color smeraldo, di cui era profondamente innamorato: corse da lei prendendola in braccio e baciandola teneramente mentre lei avvinghiava attorno al busto di lui le sue gambe.
"Sei matta a venire qua.. ci ammazzano tutti e due!"
"Mio zio credo sia occupato in questo momento e la tua famiglia non ti verrebbe a cercare qua.. non ora almeno"
"Lo sai tesoro mio che la nostra nave è quella esplosa?"
"Volevi fuggire con quella?"
"Sì.. avevo pagato profumatamente un Ferengi, il proprietario di quella nave, per avere un passaggio.."
"Pagato? E con cosa amor mio?"
"Dei cristalli di dilitio grezzi che ho rubato ai miei.."
"Sei proprio matto.."
"Più tardi rintraccio quel Ferengi.. quel diavolo di un Kimmar e pretendo che ci dia un'altra via di fuga o che mi restituisca fino all'ultimo cristallo"
"Bravo.. ora però baciami"
"Sì ma.."
"Nessun ma.. non posso stare qua in eterno e non credere che così mezzo nudo tu non mi faccia un certo effetto.. quindi, non potendo fare altro, per ora baciami.. ai piani di fuga pensiamo fra un poco"
Jorhom sorrise ed il suo sorriso si rispecchiò in quello di lei.
Una decina di minuti di baci appassionati più tardi, decisero che era meglio tagliare la corda.
"Dai, vestiti che dobbiamo andarcene.."
"Sì ma da dove? A proposito tu dove sei passata?"
"Non certo dalla vostra zona allenamento mio caro.. ho i miei segreti.. l'hai voluta una compagna minuta e bassa oltre che velocissima?"
"Dai smettila.."
"Uffa c'è un portello più avanti, dentro una specie di sgabuzzino.. credo un tempo fosse utilizzato per qualche collegamento idrico.. in ogni caso porta esattamente in un altro bugigattolo vicino ad un'area che..."
"Cioè tu sei entrata in uno stanzino a caso e ti sei ficcata dentro ad un tubo senza nemmeno sapere dove andavi?"
"No no.. io lo sapevo.."
"E come?"
"Beh sì ecco.. meglio che tu non lo sappia ok? Ora sbrigati che è meglio che non mi trovino qua!"
"Non ti faccio andare via da sola ficcandoti in qualche tubatura, vengo anche io!"
"Ok, ma muoviti!"
DS16 Gamma
Area Attracco B
Locale CH.P1
31 ottobre 2398 - ore 12.18
"Visto? Semplicissimo.." esclamò Jul'eth tutta raggiante
"A me mancava il respiro veramente.."
"Ma come, il mio grande amore ha paura di un tubo?"
"Un tubo? A me pareva un tubetto, per poco non ci passavo.. sai che sono più grosso di te si?"
"Quante storie.. se non ti andava, potevi farla a piedi.. tu potevi"
"No no.. beccarmi quella strega o il mio allenatore pronti a farmi una lavata di capo non rientra fra le mie priorità.. io voglio andare da quel Ferengi.."
"Ed io devo andare a cercare una persona"
"Chi?"
"Zitto un attimo che controllo che non ci sia nessuno"
"Uhm ok."
"Via libera, andiamo.."
"Allora che dicevi? Chi devi rintracciare?"
"Oh è una lunga storia.. una parente di mamma.. cioè anche mia, ma la Casata era di mamma.."
"Ma tua mamma è stata lasciata morire da tuo zio dodici anni fa.."
Jul'eth si rabbuiò.
"Lo so, grazie tante!"
"Sì ok scusami, intendevo dire che questa parente di tua mamma, potrebbe non sapere nemmeno chi tu sia.. avevi due anni e, da quello che mi hai raccontato, i Kanjis erano stati banditi poco dopo la tua nascita"
"Mmpfh"
"Dai non mettermi il muso.. come fai a presentarti? Vai da questa parente e gli fai ciao sono Jul'eth K'Ploct, figlia di una tua parente, sono immersa fino al collo nella cacca di un enorme Targ, mi aiuti?"
"Mi spiace per mio padre, ma io non mi sento una K'Ploct, non sono mai stata veramente una K'Ploct.. più conosco mio zio e più io mi sento orgogliosa di mia madre.. io sono una KANJIS! CHIARO?"
Jul'eth quasi urlò quella frase un secondo prima di svoltare un angolo del corridoio che stavano percorrendo.
Un secondo dopo sbatteva contro un'uniforme da Tenente della Sicurezza della stazione spaziale.
A Jul'eth ghiacciò il sangue e chiuse gli occhi: si era distratta ed ora aveva combinato un pasticcio.
A Jorhom mancò il fiato: di fronte a loro avevano una Klingon dai lunghi capello marroni e dagli occhi castani che scrutava entrambi in maniera severa.
Fu dopo qualche interminabile istante di assoluto silenzio che la donna si abbassò verso Jul'eth scuotendola dalle spalle.
La ragazzina aprì gli occhi e li fissò sbarrati in quelli della sua interlocutrice in attesa dell'inevitabile sfuriata.
"Non so chi tu sia, ma io sono Durani e sono anche io estremamente orgogliosa di essere una Kanjis!"
Jul'eth scoppiò a piangere e strinse d'impeto la neo arrivata.
DS16 Gamma
Area Attracco C
Corridoi verso la Sala d'allenamento
31 ottobre 2398 - ore 13.12
Tara aveva ricevuto comunicazione urgente da Durani di attenderla in quel corridoio.
Non le aveva spiegato nulla, tranne la raccomandazione che fosse importante e che dovesse essere sola.
Ora le era comparsa davanti con a fianco una ragazzina Klingon dai capelli argentati e occhi verdi, ma con un modo di camminare simile al suo.
Entrambe stavano ridendo della sua espressione stupita, quindi cercò di darsi un contegno più marziale.
Durani sorrise all'amica e poi parlò alla giovane Klingon
"Vieni ti presento la persona di cui ti parlavo: Tara'VodleH!"
"Oh.. molto piacere tu sei la zia di Mara! Non fa altro che parlarmi di te, di quando diventerai la prima matriarca donna della tua casata.. è eccitatissima a riguardo"
"Beh.. grazie ma io spero sinceramente che mio padre possa essere ancora a lungo la nostra guida.. e tu sei?"
"Jul'eth K.. Jul'eth Kanjis"
Tara sbiancò fissando Durani con aria interrogativa
"Beh veramente si chiama Jul'eth K'Plotc e quel cognome l'ha salvata dalla strage che ha subito la mia famiglia"
"La nostra famiglia!" esclamò la ragazzina
"Sì ok, ma ora stai brava.. capisco che ti sei dovuta tenere dentro questa cosa per anni, ma ora non puoi sbandierarla ai quattro venti.. siamo ancora marchiati dal disonore"
"Colpa del fratello di mio padre e del suo arrivismo"
"Scusate, mi fate capire anche a me?" la voce di Tara appariva stranita
"Mio zio Mlag, sai quello accusato di tramare contro l'Alto Consiglio? Beh aveva una sorella minore.. Jal'ess, ossia la madre di Jul'eth.. era andata sposa ad un brav'uomo, forse troppo.. l'unico sano di mente dei K'Plotc.. sua madre e suo padre si amavano e mio zio Mlag decise di acconsentire a quell'unione per far felice la sorella. Solo in seguito, An'eth K'Ploct, il fratello di suo padre, fece la sua comparsa in scena. Aveva mire ambiziose, chiese, anzi pretese il sostegno dei Kanjis per arrivare in alto.. molto in alto.. mio zio Mlag non era interessato e nemmeno il nostro patriarca Kheldas, ossia il padre di suo padre. Il bisnonno di entrambe noi due.. Non potendo attaccare lui, An'eth decise di colpire più in basso, l'erede designato della Casata.. formulò accuse, fabbricò prove che i Kanjis stavano tramando contro l'Alto Consiglio e contro l'Impero.. cospirò, trafficò ed alla fine, come ben sai, riuscì nell'impresa"
"Sì questa storia me l'avevi raccontata, non conoscevo l'esistenza di questa bellissima fanciulla"
"Beh nemmeno io veramente.. quando tutto questo accadde io avevo dodici anni.. non avevo idea che zia Jal'ess fosse incinta.. An'eth pare l'abbia minacciata costringendola a ripudiare la sua Casata ed imponendo il nome K'Plotc al nascituro.. convinto che nascesse maschio."
"Invece nacqui io, mia madre mi difese finché potette, ma poi non fu curata e venne a mancare.. distrutto dal dolore mio padre la seguì poco dopo, facendo però giurare a suo fratello di farmi crescere sana ed incolume. Per quanto An'eth sia spregevole, ha un senso dell'onore tutto suo, quindi mantenne la promessa.. ed eccomi qui"
"Non ne bastava una di Kanjis a bordo, no vero? Direi che siete due testone uguali.. che non ho nemmeno bisogno della prova del DNA.. ed ora come la mettiamo?"
"Veramente non abbiamo finito.." disse Durani un po' imbarazzata
"No?"
"Beh no.. ho beccato la fanciulla qua presente in compagnia del fidanzato.."
"Ma non sei piccola per certe cose?" domandò Tara con espressione fintamente contrita
"Ho quasi quindici anni, quindi no.. e comunque non è successo niente!" esclamò Jul'eth "E anche se fosse.. io lo sposerò!"
"E sta buona un attimo.." fece Durani all'indirizzo della cugina per poi riprendere a parlare con Tara "il problema è che è innamorata persa di un Romulano di nome Jorhom.."
"E lui ricambia?"
"Così pare.."
"Un bel guaio.."
"Noi ci amiamo e se voi non lo capite, è un problema vostro!!" strepitò Jul'eth ad alta voce
"Zitta un po'!" fece Durani preoccupata che qualcuno le sentisse
"Non ci penso nemmeno.. Jorhom ed io ce ne andremo da qua!"
"E come?" domandò incuriosita Tara
"Ha parlato di un passaggio.. di un Ferengi.. o cavolo forse ho parlato troppo!"
"Kimmar!" esclamarono all'unisono Tara e Durani
DS16 Gamma
Area Attracco C
Corridoi verso la Sala d'allenamento
31 ottobre 2398 - ore 13.27
Congedatasi da Tara, diretta ad incontrare la nipote, approfittando della visita dell'Ambasciatore Dothrak, dopo aver fatto sgattaiolare, indisturbata, Jul'eth all'interno della stiva adibita a campo d'allenamento dei Klingon, Durani se ne stava andando meditabonda.
La presenza della piccola cugina era una cosa da comunicare quanto prima al bisnonno Kheldas: era la prova vivente di quanto fosse subdolo il patriarca dei K'Plotc.
Occorreva metterla al sicuro, prima che potesse utilizzarla come esca contro di loro.
Non riusciva, infatti, a pensare ad altro che l'unico motivo per cui l'avesse fatta crescere con lui fosse come arma di scambio contro i Kanjis.
La ragazzina sembrava ribelle, di difficile gestione.. ma non le aveva dato sentore di un'abile attrice: era sincera quando affermava di amare il suo bel Romulano e di odiare lo zio.
Se An'eth avesse voluto usarla come esca o come ostaggio non era dato saperlo, di sicuro non la poteva utilizzare come complice.
Ancora assorta dai suoi pensieri, non si accorse di essere seguita.. fu parecchi metri di corridoio dopo che si avvide di non essere sola: si voltò di colpo e rimase un secondo a bocca aperta, stupita.
Davanti a lei stava un marcantonio di Klingon puro sangue alto quasi due metri, forse poco più che vent'enne, con spalle larghe, ma bacino stretto, cosa abbastanza inusuale nel suo popolo caratterizzato per lo più da fisici grezzi e robusti.
Gli occhi erano di un particolare blu cobalto e tutto l'aspetto di quel ragazzo risultava per lei inusitatamente attraente.
Ciò nonostante, un piccolo minuscolo campanellino d'allarme iniziò a suonare in testa a Durani, riportandola alla realtà.
Strizzò gli occhi e si avvide che il giovane Klingon era armato con una mek'leth ed un qutluch.
"Non so chi tu sia, ma spero tu ti renda conto che minacciare un ufficiale della Flotta Stellare su una stazione spaziale appartenente alla Federazione, sebbene armato di tutto punto, sia un'enorme sciocchezza"
"Uh.. donna io ho il massimo rispetto per la tua uniforme.. non intendo colpirti come ufficiale, ma come traditrice dell'Impero.."
"E come fai a dire che io sono la persona che tu dici?"
"Tu sei Durani'Kanijs.. inutile negarlo"
"Non lo nego, sarebbe disonorevole"
"Tu hai perso l'onore!!"
"Questo lo affermi tu ragazzino, a proposito hai un nome?"
"Non sono un ragazzino?"
"No? Giusto.. solo un bambinone troppo cresciuto potrebbe accingersi a fare quello che hai in mente te"
"Potrei sgozzarti in un lampo"
"Certo, sono anche disarmata.. uccideresti una traditrice dell'Impero indifesa.. una nobile azione.. un vanto per la tua Casata"
"Tutti i Klingon sono tenuti a colpire coloro che sono sottoposti a naDHa'ghach!"
"Certo, ma la degradazione e la privazione dell'onore devono essere meritati.. non macchinati a tavolino.. ma tu che ne sai?"
"So quello che mi hanno raccontato!"
"Uhm.. sarai un giovane idiota appartenente ai M'untokh"
"Non osare paragonarmi a quella feccia"
"Allora chi sei? Troppo imprudente e troppo avventato per essere un viscido K'Plotc"
"Mi chiamo Koroth'Muzak ed avrò l'onore di combatterti e sconfiggerti"
"Come vuoi.."
Durani estrasse da due tasche nascoste dell'uniforme i suoi due pugnali d'k tahg a lame retrattili.
"A quanto pare, non eri disarmata, traditrice"
"La mia famiglia non ha mai tramato contro l'Impero.. chiunque lo sostenga è un infame bugiardo"
"Non è quello che dice An'eth K'Ploct"
"Appunto" rispose laconica Durani strappando un sorriso non voluto a Koroth
Quella donna gli piaceva, era sinuosa al punto giusto, combattiva, volitiva.. armata di quei due pugnali era anche tremendamente affascinante.. se non fosse marchiata di disonore ci avrebbe fatto volentieri un pensierino.
Koroth tentò un paio di affondi giusto per saggiare le difese dell'avversaria che si dimostrò subito scattante e reattiva.
Si affrontarono a lungo delineando un cerchio quasi perfetto fra loro seguendo uno schema abbastanza similare.. un paio di affondi lui, un paio di finte lei.
Questo per vari minuti.
All'improvviso, Durani partì all'attacco con una subitaneità che stupì il più giovane avversario: facendo affidamento sulla sua maggiore agilità, entrò dentro il muro difensivo del suo rivale ed assestò un quadruplice colpo col manico dei suoi d'k tagh contro punti ben precisi del torace del suo sfidante.
A Koroth mancò il fiato: per i colpi subiti.. per l'onta di essere stato battuto in così poco tempo.. per la consapevolezza che lei lo aveva risparmiato pur potendolo uccidere..
Gli mancò il fiato, ma iniziò a battergli forte il cuore: non di paura, non di spavento, non di adrenalina, ma di qualcosa di più profondo e forse mai provato.. che fosse amore? Non l'aveva mai provato.
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21.05 - La curiosità non è femmina
Autore: Tenente Comandante Ramar Roberts
DS 16 Gamma
Ufficio Sezione Scientifica
31 Ottobre 2398 - ore 16.00
Nonostante il continuo lavoro dell'intera squadra scientifica e le innumerevoli ricostruzioni, ancora nessuno aveva trovato una risposta su come e perché la nave Ferengi K'Gar fosse stata distrutta.
La scatola nera sarebbe sicuramente stata utile ad indicare quale strada avrebbe portato alla risoluzione di quell'enigma esplosivo, ma, cosa ancora più incredibile, questa sembrava essere sparita nel nulla e ciò andava verosimilmente a significare che qualcuno voleva non si trovasse e, da questo, si poteva dedurre che la deflagrazione non poteva essere un semplice incidente.
Questa strada, per quanto la più logica visto le circostanze, rendeva il tutto ancora più confuso: chi poteva essere interessato a distruggere la nave di Kimmar? Riccardi conosceva abbastanza bene il Ferengi da sapere che i suoi affari non erano condotti propriamente secondo la legge e ciò certo non limitava la lista di possibili colpevoli che avrebbero avuto un buon movente per saldare i diversi conti in sospeso con l'avidissimo Kimmar.
Roberts fissava nuovamente lo schermo in modo scrupoloso e attento, cercando qualcosa che magari poteva essergli accidentalmente sfuggito nelle ultime ore era circondato da tre dei membri della sua squadra, che avevano lo stesso sguardo accigliato e concentrato del Comandante, espressione che nelle ultime ore sembravano caratterizzare quell'ufficio brulicante di personale che continuava a calibrare dati, a proporre qualsiasi soluzione potesse anche solamente avvicinarsi a cosa potesse aver causato tutto quel putiferio.
Roberts si portò una mano alla fronte, chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie.
"Va bene ragazzi, direi che così non arriviamo da nessuna parte: prendiamoci qualche minuto per riorganizzare le idee. Guardiamarina Richards, si rechi sul luogo dell'incidente e provi a vedere se ci sono novità che ci possano aiutare! Ci ritroviamo qui tra una ventina di minuti, ottimo lavoro!"
I tre si dispersero abbastanza velocemente: era frustrante non riuscire a completare il puzzle, soprattutto considerando che ne mancava un pezzo decisivo. Roberts sbuffò, guardò un'ultima volta lo schermo e si distese all'indietro sulla sedia, chiudendo gli occhi c'era qualcosa, o meglio qualcuno che non riusciva a togliersi dalla testa: la presenza sul luogo dell'incidente, l'espressione avvilita e abbattuta di un'ultima speranza che svanisce ... Un'espressione che il Comandante conosceva molto bene ed era certo di non essersi sbagliato a riguardo.
Ciò che non riusciva a capire era il perché dello stato d'animo del giovane ragazzo romulano: il suo sesto senso gli diceva che ovviamente l'atleta non era coinvolto in quanto era accaduto, ma allo stesso tempo non poteva e non riusciva a fare a meno di pensare, o meglio ad intuire, che forse le risposte che cercavano non erano così ovvie e che in qualche modo la chiave di tutto poteva essere cercata su una strada non propriamente tradizionale e scientifica.
"Computer" esordì "forniscimi la lista degli atleti romulani che parteciperanno ai giochi".
Scorse rapidamente tutta la lista, fino a trovare il file con rispettiva immagine del ragazzo il cui atteggiamento lo lasciava perplesso. Dopo aver letto avidamente il dossier da cui non ricavò alcuna informazione che potesse interessarlo, come immaginava, si alzò di scatto, si stirò e si diresse verso la porta del proprio ufficio.
"Comandante, mi sono recato sul luogo dell'incidente come da lei richiesto: purtroppo nessuna novità"
Disse il Guardiamarina Richards, un po' sconsolato e osservando il proprio superiore che non sembrava minimamente interessato a quello che gli aveva appena riferito.
"Non si crucci Guardiamarina, qualcosa mi dice che troveremo presto quello che stiamo cercando"
Rispose Roberts, con quella leggera strafottenza che lo caratterizzava.
"Ha trovato qualcosa, Signore?" ribatté speranzoso il giovane sottoposto.
"Effettivamente sì: ho ritrovato la mia grande passione per la competizione sportiva e credo proprio che la asseconderò".
Così dicendo, il Comandante uscì spedito dalla porta, lasciando un giovane Guardiamarina attonito a guardare la porta aprirsi e chiudersi di scatto, chiedendosi se forse il capo della sezione scientifica non fosse improvvisamente impazzito.
DS 16 Gamma
Sala allenamento Klingon
ore 16.20
Durani era concentrata a tenere lo sguardo fisso sulla piccola cugina: non si aspettava di poter ritrovare proprio in quelle circostanze qualcuno legato alla sua casata, i Kanjis, e ora si sentiva totalmente responsabile delle sorti della ragazza.
Nella sua mente continuavano ad affacciarsi le immagini di tutti i possibili scenari che le sue azioni avrebbero potuto creare e tutte portavano ad uno scontro diretto con quel viscido An'eth K'Plotc: un sorriso sadico le si dipinse sul volto.
Finalmente avrebbe avuto ciò che meritava. Abbassò lo sguardo e scrutò l'uniforme che indossava: il sorriso sparì dalla sua faccia: non poteva ignorare di essere anche un ufficiale della flotta e di non poter agire di impeto come avrebbe voluto. Allo stesso tempo trovava conforto nell'aiuto e nel supporto di Tara e confidava che insieme sarebbero riuscite ad aiutare Jul'eth e smascherare il patriarca del clan K'Plotc, in un modo o nell'altro. Sospirò e non si rese conto che la cugina le si era avvicinata di soppiatto.
"Tenente Durani" esordì la giovane attirando l'attenzione dell'altra, per poi abbassare la voce.
"Si tratta di Jorhom... un tuo collega, un bajoriano mi sembra, lo ha avvicinato e l'ha sottoposto ad una specie di interrogatorio... Ne sai qualcosa? Cosa sta succedendo?"
Durani rimase sorpresa e improvvisamente sentì uno sguardo invadente e curioso su di sé: voltandosi fu più che meravigliata nel ritrovarsi a qualche metro di distanza il Comandante Roberts, che la osservava pseudo divertito con un sopracciglio leggermente inarcato: la storia d'amore segreta tra la cugina e il giovane romulano e tutto ciò che comportava avrebbe potuto diventare meno segreta di quello che il Tenente sperava
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21.06 - Non tutti i mali vengono per nuocere
Autore: Tenente Nammo Ch'Idrani
DS16 Gamma - Ufficio del Comandante - 31 ottobre 2398 ore 16.30
"Molto bene Capitano, grazie per il rapporto, mi tenga aggiornato sulle eventuali novità".
L'ammiraglio Maelstrom appoggiò il contenitore dal quale aveva sorseggiato fino a quel momento una tazza di the bajoriano.
"E per la cerimonia inaugurale dei Giochi? E' tutto pronto?"
Shran sollevò leggermente al cielo le sue antenne.
"Ammiraglio, la sorpresa dell'ultim'ora dei Jem'Hadar ha confuso il programma, tuttavia, grazie anche agli ufficiali protocollari del suo Comando, abbiamo messo a posto il tutto, domani si comincia".
"Bene, capisco il suo disappunto Capitano ma questa può essere una ghiotta occasione per inaugurare una relazione diplomatica più distesa con il Dominio ed il Comando Flotta non ha certo l'intenzione di farsela sfuggire... mi auguro che anche gli arbitri ed il comitato medico che sorveglierà sull'andamento dei Giochi siano stati adeguatamente... avvertiti".
Fissò gli occhi in quelli di Shran.
*In pratica il Comando Flotta ci sta scaricando la patata bollente...* pensò immediatamente Shran ma il suo sguardo non tradì alcuna emozione.
"Non si preoccupi Ammiraglio, tutto filerà per il meglio ed i Jem'Hadar non creeranno problemi."
"Bene, alla cerimonia inaugurale terrò il discorso di benvenuto, faccia sì che la Vorta sia seduta accanto a me."
"Benissimo".
DS16 Gamma - Area ospiti - 31 ottobre 2398 ore 17.00
Il ronzio dello scrambler era sommesso, a malapena una persona che avesse attraversato il corridoio aldilà della porta avrebbe potuto percepirlo.
"Abbiamo poco tempo prima che i sensori della base rilevino la presenza di una distorsione nei sistemi ed attivino il sistema di allarme..." disse una voce nell'ombra.
"L'ammiraglio Maelstrom presenzierà alla cerimonia di inaugurazione dei Giochi ed avrà con sé la Vorta..." replicò rapidamente una seconda voce assai più bassa.
"Perfetto. E' l'occasione che aspettavamo, faremo saltare in aria entrambi e con essi ogni possibilità di una pace duratura... la tua idea di creare il diversivo con quella nave trasporto ha funzionato perfettamente, nella confusione generale, hanno dovuto dirottare tutte le navi in arrivo su moli non predisposti e così siamo riusciti a scaricare indisturbati..."
"Non perdiamo tempo, provvedete a posizionare l'ordigno sul palco d'onore..."
"Signore, cosa facciamo con il Ferengi? Mi sembra che sospetti qualcosa, sta andando in giro a fare domande..."
La figura più massiccia si mosse entrando nel cono di luce che illuminava debolmente la stanza.
"Del Ferengi mi occupo io, ora andate... per Cardassia!"
"Per Cardassia!".
Quadrante Alfa
31 ottobre 2398 ora indefinita
L'odore dell'aria condizionata del trasporto era quasi insopportabile.
*La Flotta perde pezzi* pensò Nammo osservando criticamente i segni del tempo e della cattiva manutenzione che si manifestavano piuttosto chiaramente sulle superfici del vecchio veicolo.
*Più passa il tempo e più la Flotta spende per le armi... e per il resto non resta più nulla*.
L'andoriano scosse la testa e con essa le antenne.
"Ehi Tenente, faccia attenzione, finirà per infilarmi un'antenna negli occhi!" strepitò il vicino.
Si trattava di un boliano decisamente corpulento che, da quando il trasporto aveva lasciato la Stazione stellare di partenza, aveva alternato brevi ma rumorosi sonnellini con momenti di veglia divisi più o meno equamente tra tentativi maldestri di scambiare quattro chiacchiere con Nammo e altrettanto maldestri spuntini.
"Tenente, le dispiace se le faccio una domanda?" interloquì il boliano.
Al silenzio di Nammo, proseguì.
"Sa, me lo domando da quando siamo partiti..." si interruppe per estrarre da un contenitore a tenuta stagna l'ennesima porzione di carne putrefatta.
Nammo stava cominciando a pensare che l'odoraccio che si sentiva in tutto il trasporto non fosse originato solo dal cattivo stato di manutenzione del mezzo.
"Vede, io sto andando alla Deep Space 16 per la turnazione del personale amministrativo... capisce, a noi burocrati ci spediscono di qua e di là in continuazione... uno non può nemmeno ambientarsi, che ne so, mettere su una famiglia che viene assegnato dall'altra parte del Quadrante! E non c'è sindacato che tenga! Sembra sia proprio una norma inderogabile della Flotta... 'il personale amministrativo deve sperdersi nello spazio!'" il boliano scoppiò in una risata ed alcuni pezzi dell'indefinibile carne precipitarono sui sedili del trasporto e nello spazio che divideva il boliano stesso dall'andoriano.
Nammo si scoprì a fantasticare diversi usi delle ushaan-tor sul corpo del vicino.
"Allora, dicevo, in fondo li capisco anche se ci spostano periodicamente... noi del personale siamo sempre sotto pressione controlla lo stato di servizio di tutti, attribuisci i permessi premio, registra gli avanzamenti di carriera, gli spostamenti da un luogo di servizio ad un altro, gli eventuali encomi, le malattie, le gravidanze... e per non parlare di quando ci sono degli scontri armati! Morti, feriti, dispersi... tutto lavoro per noi!" le mani del boliano, strette attorno ad un pezzo di carne olezzante si agitavano pericolosamente.
"Non capisco però quale sia la domanda..." replicò gelido l'andoriano.
"Sì, giusto...Mi scusi tenente ma sa, con tutto quanto abbiamo da pensare noi del Personale, beh, ogni tanto ci scappa via qualcosa!" Sorrise a bocca aperta, consentendo all'andoriano di osservare la lingua cartilaginea che si agitava all'interno.
Un conato di vomito prese allo stomaco Nammo.
"Dicevo... mentre lei era distratto mi sono permesso di ricercare sul Dpad il suo profilo... sa, noi del Personale... abbiamo accesso praticamente a tutti i dati..."
La frase cadde in un gelido silenzio.
"Beh, insomma, mi domandavo... dato il suo grado e lo stato di servizio, le spetterebbe il comando di una sezione medica, però, non trovo alcun provvedimento di trasferimento del personale in carico alla Deep Space... allora, mi domandavo come mai...".
Nammo lo interruppe.
"Sono comandato presso la Deep Space per la durata dei Giochi della Gioventù, quale membro del comitato medico che dovrà seguire le gare..."
"Non me ne parli! Sapesse quanto abbiamo avuto da fare noi per questi maledetti Giochi! Avremo dovuto scaricare non so quanti dati dall'holonet tra risultati sportivi, profili degli atleti, stato di salute..."
=^= Signori, siamo pronti ad attraversare il Tunnel... dall'altra parte ci attende la Deep Space Gamma 16, tenetevi pronti... 3... 2... 1...=^=
Nammo rivolse un ringraziamento silenzioso ad Uzaveh l'Infinito mentre la navicella cominciava a scomparire nel Tunnel.
DS16 Gamma
Magazzino 3K
31 ottobre 2398 ore 19.50
Non sentiva Jul'eth da quando si erano lasciati nel corridoio mentre la ragazzina si abbracciava con la cugina.
Lui era corso via quasi subito, capiva poco di tutte le complicate vicende di clan Klingon ed in fondo nemmeno gli interessavano.
Lui e Jul'eth erano una cosa a parte, diversa da tutto quanto era esistito prima e le differenze di razza, di cultura e di religione non avrebbero avuto mai senso per loro. E lui avrebbe volentieri messo da parte anche tutta la questione dinastica dei Kanjiis.
Da allora, tuttavia, non aveva fatto altro che rimuginare sul da farsi.
C'era il rischio che Jul'eth si affidasse alla cugina e le raccontasse tutto. Era sempre stata una tale ingenua! E se la zia fosse stata meno disponibile ad aiutarli di quanto lei non credesse?
In fondo, era reciprocamente due estranei e, magari, intervenire impedendo la fuga d'amore di Jul'eth avrebbe potuto essere molto produttivo per la semi esiliata cugina Durani, soprattutto agli occhi del terribile zio An'eth K'Ploct, avrebbe potuto anche guadagnarsi una reputazione tutta nuova!
No, decisamente non c'era da fidarsi e così l'unica soluzione restava rivolgersi a Kimmar... gli doveva un trasporto! O perlomeno i cristalli grezzi che gli aveva incautamente consegnato.
E così Jorhom era corso al magazzino del ferengi ove si era nascosto in attesa del ritorno del suo interlocutore.
Il suo Dpad si era illuminato a festa diverse volte tra le chiamate di Mamee, dell'istruttore Vrulmeek ed infine dei suoi stessi genitori. Mentre le prime chiamate poteva facilmente attribuirle alla sua scomparsa ingiustificata, le chiamate di papà e mamma non poteva ragionevolmente considerarle frutto della nostalgia.
Era arrivato il momento di tagliarsi i ponti alle spalle, non aveva più alternative.
Non dovette attendere troppo, la porta del magazzino scomparve di lato ed apparve sulla soglia il Ferengi.
Ma non era solo.
"Mi dovete ripagare l'intera nave e quanto vi trasportavo... non mi interessa sapere per quali ragioni lo avete fatto ma mi dovete ripagare gli uomini persi!"
"Non credere stolto di poter ricattarci... se dovessi parlare saresti nei guai come noi!"
"Non credo proprio, io non so nulla dei vostri traffici, mi interessa solamente riavere la mia nave e tutti i crediti che mi avete fatto perdere!"
Jorhom seguiva a malapena la conversazione, nascosto com'era dietro alcune casse, e non riusciva a vedere il volto dell'altro che, tuttavia, manifestava un atteggiamento minaccioso.
"Attento Kimmar! Non tirare la corda... un giorno potresti pentirtene..."
"Senti, coso... non c'è altro da aggiungere... o mi versi immediatamente la cifra che ti ho chiesto sul conto cifrato che ben sai oppure..."
"Oppure!?" l'ombra si avventò sul Ferengi. "Pensi di minacciare un membro dell'Ordine Ossidiano!?"
"Cosa?!" dissero contemporaneamente Kimmar e Jorhom.
D'improvviso baluginarono nell'oscurità alcuni lampi.
Un phaser era stato estratto.
Kimmar urlò mentre il Cardassiano gli si avventava contro, Jorhom, con il suo phaser in pugno, balzò fuori dal suo angolo.
Un sensore si attivò nella Sala Comando.
=^=Allarme! Phaser attivato nella Stazione!=^=
DS16 Gamma
Infermeria
31 ottobre 2398 ore 20.00
"Dottore... guardi qui!".
Il malumore di Sonx ancora non era cessato.
Aveva appena terminato una riunione con lo staff medico e sportivo che si andava componendo per le gestione delle gare dei Giochi, compresi gli Ufficiali che si sarebbero dovuti occupare del maledetto Ketracel Bianco, che era stato richiamato in Infermeria dove gli assistenti e gli holomed stavano curando i feriti del trasporto Ferengi.
In questo caso, però, era il coroner di bordo, il Sottotenente Jaspeer Singh che intendeva attrarre la sua attenzione.
"Si? Cosa succede?" disse Sonx con malcelata insofferenza.
"Si tratta di un Ferengi... del corpo di uno dei Ferengi morto nell'incidente..."
"Ebbene?" replicò spazientito.
"Beh guardi lei stesso, lo vede quel pezzo di metallo infilatosi nel petto? Bene... si tratta di parte della paratia che divide la stiva secondaria di quel trasporto... conoscendone la posizione e conoscendo la posizione del Ferengi nella postazione del secondo Ufficiale..."
"Come ne è sicuro?"
"La paratia della stiva secondaria riporta una scritta... ecco qui ne vede una parte ancora visibile sul pezzo... e vista la profondità con la quale è entrata nel corpo del Ferengi..."
"E' letteralmente schizzata..."
=^=Sala Comando? Abbiamo le prove di una bomba a bordo del Trasporto K'gar...=^=
DS16 Gamma
Sala Comando
31 ottobre 2398 ore 20.00
Le spie si accendevano una dietro l'altra.
Un conflitto con phaser era in corso nell'area magazzini.
Un'esplosione era stata registrata come causa dell'incidente della K'gar.
Era stata denunciata la scomparsa di un atleta romulano.
*Decisamente una bella serata...* pensò Drillush.
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21.07 - La scomparsa
Autore: Comandante Claire Drillrush
DS16 Gamma
Sala Comando
31 ottobre 2398 ore 20.22
Claire tamburellò con le dita sul bordo della consolle e chiese, per quella che le sembrava la settantaduesima volta in dieci minuti, se c'erano novità.
Non ce n'erano.
Non che lei si aspettasse una serata tranquilla, un po' per via della situazione attuale un po' per la sua vena di vago pessimismo cosmico.
Suo padre diceva sempre "preparati al peggio, ma aspettati il meglio". Lei si preparava al peggio e si aspettava comunque il peggio.
Se in più ci si sommava il fatto che per la stazione ci fossero qualcosa come quattro delegazioni di atleti adolescenti di razze assortite a piede libero e che fosse appena saltata in aria metà di una nave trasporto, francamente, il meglio che ci si poteva aspettare era di uscirne tutto d'un pezzo e senza aver assassinato nessuno. Figurarsi il peggio.
E poi Claire detestava i ragazzini. C'era stato un periodo della sua vita, anni prima, in cui aveva desiderato dei figli. Poi, misericordiosamente, quel periodo era passato, anche grazie all'aiuto del suo compagno di allora, il quale le aveva comunicato che piuttosto che fare un figlio si sarebbe gettato nell'olio bollente. Simon era sempre stato un uomo di sfumature.
Sperava ardentemente che nessuno dei giovani atleti avesse combinato qualcosa di incredibilmente stupido.
Perciò, Claure tamburellò con le dita sul bordo della consolle e chiese di nuovo se c'erano novità. Erano a 73 ora?
Non appena l'allarme di attivazione del phaser era stato rilevato, Riccardi e un paio dei suoi erano partiti alla volta della fonte, un magazzino da qualche parte nei livelli d'attracco.
Shran, che aveva già i suoi grattacapi con la cerimonia di apertura e con la visita dell'ammiraglio Maelstrom il quale, tra l'altro, a lei era sembrato ancor meno entusiasta di loro all'idea e chiaramente intento a capire se poteva inventare una scusa per defilarsi all'ultimo, per esempio il morbo Meroviano o un attacco Borg, era sceso in infermeria a parlare con Sonx. Il medico, che aveva anche lui la sua parte di burrasca emotiva al momento, sembrava aver trovato le prove dell'esplosione di una bomba a bordo della dannata nave passeggeri.
Comunque la si volesse vedere, non c'era nulla di buono da aspettarsi da una faccenda del genere.
DS16 Gamma
Infermeria
Contemporaneamente
"Ne è certo, Dottore? Assolutamente certo?" domandò Shran, le antenne leggermente ripiegate in avanti a sottolineare l'urgenza della domanda.
Sonx passò il padd che reggeva in mano al capitano e annuì.
"Assolutamente certo. Non l'avevamo capito subito, data la dinamica dell'esplosione, ma come le ho mostrato l'energia cinetica necessaria a conferire a quel pezzo di paratia una tale velocità non può essere stata generata che da un'esplosione."
"E' possibile che non si tratti di un qualcosa di intenzionale?"
Il medico scosse la testa. "Abbiamo controllato. Non sono un esperto di ingegneria, naturalmente, ma in quel punto non c'è nulla che potesse esplodere causando un tale danno."
Shran annuì, richiamando le schematiche della piccola nave e la lista di carico. Nessun componente particolare, nessun carico volatile o pericoloso. Non ci passavano nemmeno le condutture EPS in quella paratia. Non poteva essere esplosa per conto suo.
Ma che senso aveva?
"Se si tratta di una bomba," continuò il capitano, "per quale motivo avrebbero dovuto piazzarla sopra una nave trasporto? Nella lista dei passeggeri non c'era nessun nome rilevante."
"Potrebbe trattarsi di una vendetta privata?"
"Tutto è possibile, ma in questo caso il tentativo è stato piuttosto maldestro. Ci sono stati dei superstiti."
"Il bersaglio avrebbe potuto essere una delle vittime, qualcuno seduto accanto alla posizione della bomba... anche se," esitò un istante il medico, le ampie sopracciglia aggrottate mentre considerava le varie opzioni, "il passeggero avrebbe potuto alzarsi o cambiare posto o comunque scampare all'esplosione."
"Già, non è il modo migliore di assassinare qualcuno."
"Ma allora qual è lo scopo?"
Shran non disse nulla per qualche istante, poi le sue antenne parvero afflosciarsi leggermente. "Creare caos," disse. "Esattamente, l'ultima cosa che ci serve in questo momento."
DS16 Gamma
Sala Comando
31 ottobre 2398 ore 20.34
La settantacinquesima volta fu quella buona.
=^=Riccardi a sala comando.=^=
"Qui sala comando. Dica, comandante."
=^=Qui non c'è nessuno.=^=
Claire aggrottò le sopracciglia. Ecco quello che si otteneva ad aspettarsi il meglio. "Come sarebbe che non c'è nessuno? Siete nel posto giusto?" Claire lo chiese, anche se sapeva benissimo che era inutile. Riccardi era di quanto più affidabile avessero a disposizione e certamente non avrebbe commesso un errore del genere. Il primo ufficiale aveva grande fiducia in lui. Fortunatamente Riccardi lo sapeva e non sembrò seccato dalla domanda, a cui si limitò a rispondere affermativamente.
"E' possibile che si tratti di un errore? Di un falso allarme?"
=^=Non ci sono segni evidenti di lotta o di danni provocati da uno scontro a fuoco ma, non trovando nessuno, ho controllato le registrazioni di sicurezza.=^=
"E?"
=^=Non ce ne sono. Il sistema è stato manomesso in qualche modo. Qualunque cosa sia accaduta non è stata registrata dal sistema di sorveglianza.=^=
"Ma questo ci conferma che qualcosa è accaduto."
=^=Sì, comandante. E so anche dove andare a cercare qualche risposta.=^=
DS16 Gamma
Alloggio Durani
31 ottobre 2398 ore 21.28
Jul'eth era venuta da lei talmente sconvolta che in un primo momento Durani non aveva saputo che fare. Aperta la porta del suo alloggio, se l'era trovata davanti e la cugina era entrata come una furia, buttandosi quasi addosso a lei.
Agitatissima, aveva farfugliato qualcosa a proposito di quel ragazzo.
Durani non era avvezza a certe cose, men che meno a calmare un'adolescente klingon sull'orlo dell'isteria. In ogni caso c'era riuscita, un risultato di cui pareva stupita lei stessa.
Aveva replicato un raktajino per la cugina, l'aveva fatta sedere e, autoimponendosi la calma, aveva atteso che fosse in grado di parlare.
"Si tratta di Jo."
"Questo l'avevo capito. Cosa è successo?"
"E' scomparso!" La ragazza ingollò un ultimo sorso di raktajino cercando di mantenere la calma. "Gli ho parlato l'ultima volta verso le 16, quando mi ha detto che quel tuo collega gli aveva fatto delle domande. Dovevamo parlare di nuovo stasera, ma non riesco a contattarlo. Ero preoccupata e... ho fatto finta di perdermi per avvicinarmi alla loro area di allenamento... e quel suo amico mi ha detto che è scomparso... la loro allenatrice ne ha denunciato la scomparsa!"
Durani aggrottò leggermente le sopracciglia. "Sai a che ora è stata denunciata la scomparsa di preciso?"
La ragazza scosse con vigore la testa. "No. Ma tu devi trovarlo. Devi, ti prego!"
DS16 Gamma
Infermeria
31 ottobre 2398 ore 21.45
=^=Sala comando a Infermeria.=^=
"Qui infermeria," rispose Sonx.
=^=Dottore, il trasporto su cui viaggia il dottor Nammo della commissione di controllo medico è arrivato. Se non sbaglio mi aveva chiesto di avvertirla.=^=
"Grazie. Comunichi per favore al dottore che lo aspetto in infermeria."
DS16 Gamma
Passeggiata
Contemporaneamente
Il magazzino non apparteneva direttamente a Kimmar, ma Riccardi non ci aveva messo molto a risalire a lui. Ormai conosceva bene quel genere di affari loschi e non si faceva illusioni sul fatto che, qualunque cosa fosse davvero accaduta in quel magazzino, Kimmar non ne fosse a conoscenza.
Perciò, in mancanza di altre piste, aveva deciso di fare una visitina al ferengi per chiedergli se per caso in quel magazzino non fosse in atto qualcosa di cui sentiva la necessità di parlagli.
Ciò che lo stupì davvero, però, fu che Kimmar non si trovava. Né alla sua attività, né altrove.
DS16 Gamma - Area di allenamento Dominio - 31 ottobre 2398 ore 22.10
La Vorta prese con gesto elegante il padd che il suo assistente le porgeva e ne lesse il contenuto con grande attenzione. Nessun muscolo del suo viso si mosse mentre scorreva il rapporto. Niente nella sua espressione rivelò il suo disappunto per le notizie che i suoi uomini le avevano portato. Non un cenno lasciò capire quanto la presenza di quei dannati Cardassiani a bordo fosse per lei motivo di rabbia e di imbarazzo.
Si limitò a restituire il padd e tornò a seguire gli allenamenti.
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21.08 - Se mi dovesse succedere qualcosa
Autore: Tenente Comandante Alessandro Riccardi
Luogo sconosciuto e tempo sconosciuto
L'odore era insopportabile. Forte, deciso, acre. Gli arrivava contro con una tale forza da sembragli un pugno. Cerco di scuotere la testa per liberarsi dalla presenza di quel tanfo ma fu inutile: i muscoli del collo sembravano inerti e bloccati. La testa gli vorticava e una forte sensazione di nausea premeva sulle viscere.
Cercando di riprendere il controllo di sé stesso aprì gli occhi ma riuscì soltanto a vedere alcune luci intermittenti davanti a lui di color rosso e blu. Il resto era sfocato, annebbiato e buio.
Poi una figura gli si avvicinò.
La paura prese Jo e lo ridestò.
La mente riattivò rapidamente i sensi e il giovane romulano scattò pronto a difendersi ma scopri che delle funi lo tenevano bloccato.
"Calmati sono io." Disse una voce.
Jo riconobbe la figura accanto a lui. "Kimmar..." Disse il giovane con un filo di voce.
"Già sono io. Ci hai messo molto tempo per riprenderti... e dire che sei un atleta." Il Ferengi scoppio a ridere.
"Siamo stati attaccati dai Cardassiani e ora ci hanno portato qui." Quella fredda e lucida analisi sembrò uscire più dalla bocca di un Vulcaniano che da un Romulano.
"Esattamente." Confermò Kimmar.
"Dove siamo?" Chiese il giovane.
Il Ferengi scosse la testa:"Non lo so, ci troviamo forse in uno dei magazzini dei ponti inferiori della stazione a giudicare dall'odore siamo vicini ai condotti di raffreddamento del nucleo a fusione."
"E i Cardassiani? Dove sono?" Chiese Jo.
"Nell'altra stanza."
"Non ci hanno ucciso." Il romulano era confuso.
"Perché hanno trovato degli ottimi polli." Kimmar rise di gusto.
"Polli?"
"Sì." Il Ferengi smise di ridere e divenne serio: "Stanno preparando un attentato e vogliono addossare la colpa su di noi." Poi si corresse:"O meglio su di te... sull'Impero Romulano."
Jo accusò il colpo.
Una sensazione di tristezza lo avvolse colpendolo nel profondo. Sarebbe stato considerato da tutti un traditore della sua patria, il disonore avrebbe colpito la sua famiglia e sarebbe diventato la causa scatenante di una nuova guerra. Avrebbe perso Jul'eth per sempre e temeva che la ragazza l'avrebbe considerato un imbroglione tale da ingannarla e usarla per i suoi scopi.
Nella disperazione più totale Jo pianse.
Kimmar distolse lo sguardo.
DS16 Gamma
Ufficio della sicurezza
31 ottobre 2398 ore 22.10
Riccardi era di pessimo umore. Arrivò un ufficio dopo un giro per la passeggiata. Salutò con un cenno la guardia di piantone all'ingresso e si diresse verso la sua scrivania.
Mille domande affioravano nella sua mente: dov'era finito Kimmar? Che relazione c'era tra lui e l'esplosione del mercantile?
Si sedette sulla poltrona e notò che il terminale sulla sua scrivania lampeggiava segnalando l'arrivo di un messaggio.
Attivò il computer e aprì il messaggio.
Arrivava da Kimmar.
=^=Ciao sbirro, questo è un messaggio automatico che ti arriverà se mi dovesse succedere qualcosa.=^=
La prima frase raggelò il sangue a Alessandro.
Riccardi lesse tutto il messaggio di un fiato con una rapidità e una concentrazione tale che la sua mente avrebbe fatto levitare il terminale.
Scoprì di come quel generoso, altruista e onesto Ferengi avesse aiutato una giovane coppia, Jorhom e Jul'eth, a coronare la loro fuga d'amore. Appariva come un nobile e altruista ladro al pari, se non meglio, di un moderno Robin Hood. Se non avesse conosciuto quel Ferengi si sarebbe commosso.
La seconda parte del messaggio fu peggiore della prima. Kimmar aveva descritto come aveva scoperto il complotto dell'Ordine Ossidiano, della vera causa dell'esplosione del mercantile e di un possibile attentato contro la Federazione e il Dominio.
Fu come se l'intera stazione gli fosse caduta addosso.
Per un lunghissimo momento gli mancò pure il respiro.
La lettera era coronata di prove raccolte contro l'Ordine e di altre informazioni pronte a scagionare il Ferengi da ogni accusa.
Riccardi sapeva che Kimmar era disonesto, contrabbandiere e faccendiere ma non era un traditore o peggio. Non avrebbe mai fatto nulla contro la stazione e non aveva interessi a scatenare una nuova guerra.
Fu quella la parte peggiore: sapeva che Kimmar stava dicendo la verità. Certo una verità molto comoda per lui e romanzata a suo favore ma era pur sempre la verità.
Dalla furia avrebbe fatto a pezzi ogni oggetto nel suo ufficio ma ora era il tempo di agire.
Si alzò di scatto e raggiunse a grandi falcate la porta pronto a chiamare a raccolta i suoi uomini ma una chiamata lo bloccò all'istante: =^=Durani a Riccardi.=^=
DS16 Gamma
Alloggio di Durani
31 ottobre 2398 ore 22.10
Durani alla fine aveva ceduto: avrebbe aiutato la cugina a ritrovare Jo.
Gestire una adolescente i preda alle paranoie e a sofferenze amorose era una cosa difficile, ma gestire una Klingon in simili condizioni era troppo persino per Durani.
Dopo aver sbuffato sonoramente attivò la comunicazione:"Durani a Riccardi."
La risposta arrivò rapidamente =^=Dimmi pure.=^=
L'ufficiale tattico si avviò all'uscita del suo alloggio seguito dalla cugina: "Ho bisogno di un favore."
=^=E' un brutto momento... ma dimmi appena finisco qua cerco di aiutarti.=^=
A quelle parole Jul'eth sbuffò seccata ma venne subito folgorata da un occhiataccia di Durani.
"E' sparito un romulato di nome Jo." Nel mentre le due Klingon uscirono dall'alloggio e si incamminarono per il corridoio.
=^=Il nome completo è Jorhom?=^= Chiese Riccardi.
"Sì."
=^=Allora abbiamo lo stesso problema.=^= Dopo un breve silenzio il capo della sicurezza aggiunse: =^=Ed è un grosso problema... temo che quel giovane potrebbe essere già morto.=^=
Quelle parole paralizzarono la giovane Jul'eth buttandola nello sconforto. Durani si voltò verso la cugina senza sapere cosa fare e come aiutarla.
Durani inspirò fortemente, afferrò la mano di Jul'eth come per cercare di spronarla, e continuò a parlare: "Ci possiamo incontrare?"
=^=Certo vieni alla sotto sezione 32A vicino all'imbocco dei magazzini. Sto andando lì con le mi squadre di sicurezza.=^= Breve pausa. =^=Ho un phaser in più che ti posso dare.=^=
Riccardi chiuse la comunicazione.
Le due Klingon raggiunsero il turboscensore e vi entrarono.
Jul'eth non parlava era assorta nei suoi pensieri. Durani non sapeva cosa fare e decise di stare in silenzio.
DS16 Gamma
Infermeria
31 ottobre 2398 ore 22.15
"Cardassiani?" Shran rimase decisamente sorpreso.
"Sì signore." Confermò l'ufficiale scientifico.
Il capitano della base era tornato in infermeria per vedere se c'erano novità e non si sarebbe mai aspettato una rivelazione simile.
"Ho condotto delle analisi sul frammento di scafo recuperato dal dottore e ho rilevato tracce di esplosivo di origine cardassiana." Roberts alzò le mani in segno di difesa: "Tuttavia potrebbe essere stato acquistato al mercato nero."
Il dottor Damar si allontanò dal gruppo e coprì il corpo del Ferengi ucciso.
Il capitano rimase pensieroso: "Vero però è un indizio."
Roberts fece per parlare ma venne interrotto da una comunicazione urgente: =^=Riccardi a capitano. Abbiamo un grosso problema.=^=
Il capitano scosse le antenne e attivò a sua volta la comunicazione.
Nel mentre il dottor Nammo entrò in infermeria.
DS16 Gamma
Area allenamento Dominio
31 ottobre 2398 ore 22.15
Un Jem'Hadar si avvicinò a Conlan sussurrando: "I Federali si stanno muovendo."
La Vorta non rispose subito, anzi abbozzò un sorriso malvagio e rispose: "Bene, state pronti tra poco tocca a noi."
DS16 Gamma
Sala comando
31 ottobre 2398 ore 22.15
Claire si avvicinò alla consolle operazioni dicendo: "Abbiamo qualcosa."
La Klingon sbuffò pesantemente scuotendo la testa: "No purtroppo ci sono troppe interferenze e segnali. La radiazione è troppo debole."
Claire annuì gravemente aggiungendo: "Abbiamo una posizione approssimativa però."
"Sì." Fu la pronta risposta del capo operazioni.
"L'ha inviata alle squadre di sicurezza?"
La Klingon annuì e Claire rispose con un sorriso: "Bene, continua a monitorare la situazione e avvisami se ci sono novità, io intanto aggiorno il capitano."
DS16 Gamma
Magazzini inferiori
31 ottobre 2398 ore 22.17
Durani accompagnata dalla cugina riuscì a ricongiungersi con Riccardi e la sua squadra.
Alessandro si arrestò di colpo mentre la squadra di sicurezza di dispose ad anello protettivo. Erano tutti armati pesantemente di phaser tipo tre.
Riccardi guardò le due Klingon dicendo: "Ah Durani, eccoti"
"Avete trovato Jo?" Chiese ansiosa Jul'eth.
"Non ancora." Rispose Alessandro. Un marinaio passò un phaser a Durani la quale lo prese ringraziando il sottoposto con un cenno.
Riccardi spiegò brevemente la situazione: "Il Ferengi, Kimmar mi ha mandato un messaggio automatico nel caso in cui non fosse tornato da un incontro. Nel testo spiega come questi due Jul'eth e Jo." Il capo della sicurezza guardò con aria severa la giovane come per rimproverarla: "Avessero pianificato una fuga amorosa col suo aiuto. Tuttavia i loro piani sono stati sconvolti da l'azione di un gruppo di sabotatori che vogliono piazzare dell'esplosivo alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi."
Durani a quelle parole si fece dura in volto. Jul'eth rimase impassibile.
Riccardi riprese a parlare: "Kimmar l'ha scoperto a causa dell'esplosione sul suo cargo e ha incontrato i terroristi ma è stato rapito assieme a Jo. L'allarme phaser che abbiamo rilevato dev'essere relativo al loro rapimento."
Durani non poté fare a meno di notare una certa di aria di rispetto e soddisfazione nel volto di Riccardi quando parlò della mossa geniale del rivale: "Temendo il peggio, Kimmar ha ingoiato una piccola capsula contenente un composto radioattivo che può essere rilevato dai nostri sensori."
"Quindi potete andare a salvare Jo?" Chiese speranzosa Jul'eth.
Riccardi scosse amaramente la testa: "Purtroppo no. La radiazione è troppo debole e abbiamo molte altre fonti che disturbano il segnale. Abbiamo un idea approssimativa ma dobbiamo setacciare diversi magazzini ad occhio nudo."
"Bene. Mettiamoci al lavoro." Disse Durani. Riccardi rispose con un cenno del capo.
La squadra di sicurezza si preparò a rompere la formazione difensiva e a partire.
"Verrò anch'io." Disse Jul'eth.
"No è fuori questione." Fu la risposta secca di Riccardi.
"Ma..." Provò a dire Jul'eth ma Durani fu più veloce: "Basta! Questa è una cosa pericolosa c'è ne occuperemo io e Alessandro."
"Martin, Thomson e Jerill." Riccardi chiamò tre dei suoi uomini per poi guardare la giovane Jul'eth: "Proteggete questa ragazza ad ogni costo e impeditele di fare sciocchezze."
I tre marinai annuirono e raggiunsero la giovane.
Nel mentre da un turbo ascensore uscì il capitano Shran.
"Capitano." Lo salutarono contemporaneamente Durani e Riccardi.
L'andoriano si avvicinò alla squadra dicendo:"Bene andiamo."
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21.09 - Una via d'uscita
Autore: Ambasciatore Klingon Rogal Dothrak
DS16 Gamma
Magazzini inferiori
31 ottobre 2398 ore 22.17
I federali entrarono nel magazzino come delle ombre. Riccardi non aveva tralasciato di addestrare i suoi uomini nelle tattiche di assalto nei luoghi della stazione. Le simulazioni della sicurezza comprendevano non solo la plancia della stazione, ma anche piccoli magazzini proprio come quello che stavano colpendo in quel momento.
Due a due si divisero per la sala muovendo i fucili phaser per seguire i movimenti del corpo, rivolgendosi in direzioni diverse per non farsi cogliere alla sprovvista. A differenza della polizia planetaria loro non dovevano dsichiarare la loro presenza, questa era casa loro e ne conoscevano ogni minimo anfratto.
Shran era un po' un pesce fuor d'acqua, ma sapeva quando era il momento di seguire gli ordini di qualcuno meglio addestrato di lui. Si limitò a seguire la schiena del suo capo della sicurezza e nel contempo continuava a lanciare occhiate in tutte le direzioni.
Erano arrivati a pochi metri dal fondo del magazzino quando Durani si bloccò. Alzò il phaser per prendere la mira ma Riccardi la bloccò facendogli segno di aggirare le casse metalliche che li dividevano dall'obbiettivo. Silenzioso come un gatto, l'uomo avanzò ancora per osservare.
Shran fece capolino per poi ritrarre immediatamente la testa. Un cardassiano era seduto su una cassa e osservava annoiato due persone legate. Fra loro c'erano una ventina di metri con scarsa copertura, il Capitano della stazione si domandò perché Riccardi non avesse semplicemente sparato con il phaser settato su stordimento.
Il Capo della Sicurezza si voltò verso di lui e gli fece alcuni segnali militari, l'andoriano era un po' arrugginito su queste cose, ma capì comunque il senso: stai qui e non ti muovere. Shran sospirò, dopotutto ad ognuno il suo mestiere. Prese il posto di Riccardi, che intanto era scivolato via e puntò il phaser sul cardassiano.
Per quelle che parvero ore, nè Riccardi, nè Durani si fecero vedere, poi dal nulla, come un sol uomo, i due sbucarono da chissà dove e appoggiarono all'unisono i loro phaser sulla faccia del cardassiano sconvolto.
"Fai una mossa, una qualsiasi..." ringhiò Durani all'indirizzo del criminale che parve deglutire.
"Capitano può venire adesso." lo chiamò Riccardi andando a controllare le condizioni dei due prigionieri. Con un sospiro di solievo si limitò a togliere il bavaglio ai due vedendo che erano ancora vivi.
"Riccardi che io sia dannato se non è un piacere vederti!" esclamò Kimmar con un tono non così felice. Sapeva che ora sarebbe stato in debito con l'umano e la cosa non gli piaceva.
"Liberatemi, devo andare da Jul'eth!" si intromise il romulano strattonando le corde che ancora lo legavano.
Il trillo di un comunicatore raggelò tutti. Riccardi prese il ferengi e lo alzò di peso per poi tagliare le corde che lo legavano.
"Adesso tu risponderai a quel comunicatore e dirai che va tutto bene." ordinò il Capo della Sicurezza guardando con occhi di ghiaccio il cardassiano.
"Altrimenti cosa farete?" chiese questi con fare spocchioso sapendo bene che gli uomini della Flotta Stellare potevano minacciare quanto volevano ma non potevano fare altro.
"Altrimenti i nostri due amici qui non ne saranno felici." Durani allungò al ferengi il suo D'k tahg e lui sogghignò appoggiandolo alla gola del prigioniero.
"Io non ho visto nulla..." sentenziò Shran guardandosi intorno con curiosità, come se non avesse mai visto in vita sua un magazzino.
=^=Kosloav, ci sono novità? Abbiamo visto strani movimenti nella zona.=^= disse la voce al comunicatore
"Niente da segnalare, ho solo dovuto imbavagliare quei due perché non la smettevano di lamentarsi." il pugnale graffiò la gola del cardasssiano per invitarlo ad essere più credibile possibile.
=^=Domattina sarà tutto finito e potremmo dare in pasto alla sicurezza della stazione i corpi di quei due. Stai comunque attento e se ci fossero dei guai uccidili e ritirati al luogo convenuto.=^= la comunicazione fu chiusa.
"Bene signor Kosloav, adesso ci dirai qual'è il luogo dell'incontro..." sussurrò Kimmar pungendo il collo del prigioniero.
"Non vi dirò un bel niente! So che non mi farete niente." grugnì lui di rimando ma con scarsa convinzione.
"Non ha tutti i torti" intervenne Shran sfilando dalla mano del ferengi il pugnale e restituendolo a Durani "Riccardi, come la prenderanno i romulani il rapimento di un loro rappresentante ai giochi, nonchè figlio di un importante famiglia di Nuova Romulus?" sparò a caso non sapendo nemmeno chi fosse il giovane che aveva intravisto poc'anzi.
"Non credo bene... se vogliamo essere precisi quel ragazzino è anche il fidanzato della figlia prediletta di un clan klingon piuttosto sanguinario" Durani sbuffò a sentirsi dare della sanguinaria e soprattutto sul fatto che fosse la figlia prediletta.
"Ah si? Credo che sia il caso di consegnarlo a loro allora... oppure direttamente alla Vorta, visto che vogliono attentare alla sua vita. Signor Riccardi, secondo lei quale sarebbe la cosa migliore per la federazione?"
Il colorito del cardassiano si era fatto sempre più verdognolo.
DS16 Gamma
Ufficio del Capitano
31 ottobre 2398 ore 23.45
Quando Jul'eth e Jorhom si erano rincontrati era per tutti palesi quanto i due si amassero e quanta poca lucidità ci fosse in quell'amore. I due si erano corsi incontro per poi abbracciarsi. La klingon aveva riempito di baci il volto del suo spasimante trattenendo a stento le lacrime.
Tutti loro li avevano guardati con un misto di divertimento ed invidia. Shran e Riccardi si domandarono se erano mai stati così passionali e pazzi in giovane età e Durani sembrava pensierosa e orgogliosa di quella nipote che aveva appena conosciuto.
Adesso, seduti su comode poltrone e davanti ad una bevanda calda, si dilungarono per spiegare tutti i fatti, sebbene Jorhom fosse ancora restio a rivelare tutto.
"Non ti preoccupare per i tuoi famigliari e gli allenatori. Alla fine diremo che eri stato catturato dai terroristi e quindi non hai potuto rispondere alle loro chiamate, vedrai che sarai accolto come un eroe." Sharn cercò di tirare su di morale il giovane romulano.
"Non mi interessa ne degli allenatori ne della mia famiglia. Qualsiasi sia il risultato verrò separato da Jul'eth e questo non posso permetterlo" Sentenziò il giovane con sguardo irato.
"Ragazzi io vi capisco, ma vi rendete conto che ho le mani legate? Non vi posso imbarcare su una nave e farvi sparire nel nulla!" commentò Shran tirando un sospiro di rassegnazione.
"E allora ci uccideremo e staremo insieme nello Sto'Vo'Kor!" esclamò convinta la giovane Klingon
"Ambasciatrice T'Lani, la prego, dica qualcosa anche lei." pregò Sharn all'indirizzo della vecchia vulcaniana cercando un aiuto. L'aveva invitata a partecipare a quell'incontro perché contava su di lei per una soluzione. Per quanto i sentimenti dei due non toccassero un vulcaniano, contava sulla sua genialità per risolvere la questione.
"L'amore è vaporosa nebbiolina formata dai sospiri se si dissolve, è fuoco che sfavilla scintillando negli occhi degli amanti s'è ostacolato, è un mare alimentato dalle lacrime degli stessi amanti. Che altro è esso? Una follia segreta, fiele che strangola e dolcezza che sana." recitò l'ambasciatrice con sguardo enigmatico all'indirizzo dei giovani.
A differenza di Jorhom, Jul'eth colse subito il significato di quelle parole e ne fu affascinata.
"Romeo e Giulietta... molto azzeccato in effetti" si congratulò Shran che sebbene apprezzasse la citazione non aveva idea di come questo potesse aiutarli.
"Mi dispiace dirlo così, ma non è il momento di pensare a questo e sono certo che Jorhome mi darà ragione" il giovane guardò sorpreso Riccardi "Bisogna prima di tutto fermare i cardassiani! Per quanto una bomba sotto il sedere della Vorta non sia male come idea, ci saranno un sacco di persone all'innaugurazione dei giochi domattina e bisogna prenderli prima che facciano una strage." il giovane romulano fece un cenno di assenso con la testa e il Capo della Sicurezza fu felice di aver valutato bene quel giovane. Dopotutto era stato sconvolto dall'incidente con la nave trasporto e aveva capito subito che era un bravo ragazzo.
"Quindi lei e Durani vi occupate dell'attentato mentre io e l'ambasciatrice ci occuperemo dei ragazzi e di evitare una crisi interplanetaria che potrebbe anche sfociare in una guerra!" esclamò Shran calcando la mano sulla parte della missione che lo riguardava e che invece sembrava più un passatempo.
"Ha qualche idea?" chiese T'Lani sollevando un sopracciglio.
"Naturalmente! Dovremmo lavorarci un po' gli ambasciatori e magari mettere a punto un piano, però... Ragazzi, avete mai pensato di arruolarvi nella Flotta Stellare?"
Jul'eth e Jorhom si guardarono sorpresi.
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21.10 - Sotto pressione
Autore: Ambasciatore Federale T'Lani
DS16 Gamma - Settore detenzione della Sicurezza -01 novembre 2398, ore01:30
"Sono loro?" - domandò il capitano Shran, accostandosi ai monitor. Sugli schermi, si vedevano quattro differenti immagini, provenienti da altrettante celle di detenzione. Si trattava di tre uomini e una donna, tutti cardassiani. La donna sedeva rigida sul bordo della branda. Si muoveva appena, lanciando rapide occhiate verso l'alto, in direzione della olocamera, per poi riabbassare subito lo sguardo di fronte a sé, come per timore di essere scoperta. L'uomo arrestato al magazzino, Kosloav, era in piedi con le spalle alla paratia in fondo alla cella. Anche attraverso le olocamere a media risoluzione del settore detenzione si poteva vedere che era pallidissimo.
Riccardi assentì, sedendosi a braccia incrociate sul bordo della sua scrivania:
"Si. Li abbiamo fermati per accertamenti con un pretesto e li abbiamo messi in celle separate."
"Che genere di pretesto?"
"Piccole irregolarità doganali"
Shran sbuffò. Riccardi fece una smorfia:
"Si, lo so che è debole"
"Non possiamo certo trattenerli a lungo, per delle piccole irregolarità doganali!"
"L'unico per cui abbiamo prove da portare in tribunale è Kosloav, e lui finora non ha parlato... Del resto, lo ha visto anche lei, capitano, quando lo abbiamo preso, che non ha parlato nemmeno quando Kimmar gli ha puntato il pugnale alla gola"
"Si, lo so... Anche se il ferengi ha recitato bene, si vedeva che quel tipo aveva più paura di parlare che di lui"
Shran tornò a fissare i monitor, stavolta concentrandosi sugli altri due uomini. Uno dei due si era disteso sulla branda, con gli occhi e le braccia incrociate, in apparenza tranquillissimo. L'altro era vicino al campo di forze che chiudeva la cella, e fissava con occhi di fuoco le guardie dall'altra parte. Era l'unico dei fermati, Kosloav a parte, a mostrare un certo nervosismo, pensò Shran.
"Siamo almeno sicuri che si tratta di loro?"
Riccardi si morse le labbra prima di rispondere:
"Sono abbastanza certo di non sbagliare - disse - Anche se il nostro amico del magazzino non ha voluto parlare, abbiamo tracciato il segnale del suo comunicatore fino ad una piccola nave commerciale cardassiana. I miei uomini la stanno perquisendo con cura in questo momento. "
"Abbastanza certo?" - le antenne di Shran si irrigidirono -
"Non posso darle una certezza assoluta, capitano, fino a quando non avremo fatto delle indagini più accurate. Ma la nave era ormeggiata non troppo lontano da dove sarebbe dovuta approdare la nave ferengi esplosa. Sono sicuro che questa non è una coincidenza. Hanno fatto saltare la passeggeri ferengi - e causato tutti quei morti - solo per distrarci, per impedirci di trovare qualsiasi cosa avessero con loro. "
"E pensa di tenere quella gente - Shran puntò il dito sui monitor - in cella fino a quando? La Federazione dei Pianeti Uniti ha ancora leggi e regolamenti che dobbiamo rispettare, e questi non permettono di tenere in cella dei sospetti indefinitamente. O fino a quando non saranno terminate le indagini"
"Spero almeno di trattenerli abbastanza da impedire loro di commettere l'attentato. So benissimo che se non si trova qualcosa di più valido contro di loro più che subito, rischiamo di doverli mandare via liberi e con tante scuse..."
Fu interrotto dal suono della porta che si apriva. Si girò, per vedere Ramar Rogers:
"Capitano, tenente..." - li salutò.
"Ha qualcosa per noi?" - fece Shran. Ramar si strinse le spalle:
"Non molto, purtroppo. Non ho avuto tempo di approfondire... Ho fatto qualche controllo sulla nave che ci interessa nei database della Flotta. Ho scoperto che risulta di proprietà di una società armatrice di Cardassia che è stata iscritta nei registri solo tre mesi fa. Secondo i registri, il proprietario della società si chiama Werrek"
"Uhm... - fece Shran perplesso - Il nome dovrebbe dirmi qualcosa?"
"Non credo proprio- rispose Ramar - Soprattutto considerando che questo Werrek risulta deceduto nella strage che seguì alla rivolta contro l'occupazione del Dominio su Cardassia!"
"E' sicuro? Non potrebbe essere un omonimo?" - domandò Riccardi.
"Per iscrivere una nave in un registro commerciale di Cardassia occorre depositare l'impronta del d.n.a., tenente. Non sono possibili errori: hanno depositato il d.n.a. di un uomo deceduto da più di dieci anni... Il motivo può essere uno solo"
"Già - disse Shran - Hanno creato una compagna armatrice fantasma per prepararsi nel caso che non avessimo creduto alla colpevolezza del ragazzo romulano"
"Oppure non erano preparati affatto a buttare la colpa addosso al ragazzo romulano - ipotizzò Roberts - Dopotutto non potevano sapere in anticipo del suo tentativo di fuga, no? Il loro potrebbe essere un modo per approfittare di una situazione favorevole"
Riccardi scrollò la testa:
"No, questo non lo credo. Un attentato come quello, contro un dignitario di tale importanza e durante una manifestazione sportiva - che comporta di per sé stessa controlli ed attenzione alla sicurezza - presuppone per forza una pianificazione accurata, una organizzazione che si occupi anche dei dettagli. Del resto, Kimmar può aver detto ai cardassiani del previsto tentativo di fuga del giovane romulano..."
"L'organizzazione e la pianificazione non possono essere stati tanto accurati se adesso i cardassiani sono nelle nostre celle" - obiettò Shran.
"Per nostra fortuna" - aggiunse Ramar.
"Già. Per nostra fortuna - commentò amaro Riccardi - Questo però non ci fa fare un passo avanti nelle indagini. Se la nave appartiene ad un armatore fantasma possiamo legalmente sequestrarla, ma dovremo pur sempre lasciar andare l'equipaggio non appena scaduti i termini per trattenerli."
"C'è anche di peggio" - disse Shran.
"Cosa, capitano?" - domandò Riccardi.
"La sicurezza non ha ancora trovato l'esplosivo - disse Shran - Se non lo troviamo più che subito, se non saremo assolutamente certi che la cerimonia di inaugurazione dei giochi sia in sicurezza, sarà necessario annullarla. Dovrò andare di fronte ai diplomatici, all'ammiraglio Maelstrom e a tutta la cricca dei giornalisti che dovevano trasmettere la cerimonia via subspazio e dire loro che non si fa più... Gli alti papaveri della Flotta Stellare saranno sicuramente contentissimi della gran figura che fa questa Base Stellare di fronte a tutti: potenze regionali, pianeti non allineati, Bajor, Cardassia... Chiunque... - fece una smorfia - E questo significa che la Flotta farà finire con la testa su un ceppo chiunque ritenga responsabile. Spero che almeno si accontentino della mia..."
DS16 Gamma - Alloggio di Durani -01 novembre 2398, ore02:00
La piccola Jul'eth si era addormentata su una poltrona. Jorhom non si era staccato un secondo da lei, ma era evidente che le tensioni delle ultime ore si stavano facendo sentire anche sul fisico del giovane atleta. Il ragazzo si alzò senza far rumore, stiracchiandosi le giunture, poi si avvicinò a Durani, che si era seduta di fronte alla sua consolle di comunicazione.
"Funziona?" - le chiese, a bassa voce.
"Credo di si" - rispose Durani. In quel momento, una sinusoide si trasformò nel volto di un anziano Klingon:
=^= Q'aplà! =^=
"Q'apla! Onore a te, Kheldas!"
=^= Perché mi hai chiamato? Non è coraggio correre rischi inutili! =^=
"Ti ho chiamato perché An'eth K'Ploct si trova qui, sulla Base Stellare 16 Gamma... - disse Durani - E perché è arrivato il momento per restituire l'onore alla casata Kanjis..."
DS16 Gamma - Ufficio ambasciatrice T'Lani -01 novembre 2398, ore07:30
"Da quanto tempo ci conosciamo, ambasciatrice?"
T'Lani inarcò un sopracciglio:
"Da abbastanza tempo da farmi dubitare della tenuta della sua memoria, se mi fa questa domanda, ambasciatore Lamak"
L'uomo si era seduto di fronte alla scrivania della vulcaniana. Contrariamente al suo solito, aveva rifiutato - per quanto garbatamente - l'offerta dell'ottimo té verde che l'ambasciatrice si faceva venire apposta da Vulcano. Riunì le punte delle dita di fronte a sé, altro gesto che la donna riconobbe.
"La mia memoria non è ancora così malandata. Sono molti, molti anni che ci conosciamo. In tutti questi anni, ci siamo trovati anche su fronti differenti..."
"Qualcosa che spero non accada mai più" - disse T'Lani socchiudendo gli occhi.
"Sono d'accordo, ambasciatrice... Mai più" - disse con enfasi.
Il discorso stava avendo sottintesi che non le piacevano affatto, pensò T'Lani. Poggiò i palmi delle mani sulla scrivania di fronte a sé - un gesto che anche lui sicuramente riconosceva in lei - prima di domandare:
"Non ho motivo di credere che questo possa accadere di nuovo. Lei no, Lamak?"
"Forse"
Bene, pensò T'Lani. Niente più sottintesi:
"Per quale motivo?" - domandò, quasi brusca.
"Nelle ultime ore sono stato contattato da una allenatrice spaventata. Un giovane atleta, un minore che le era stato affidato, non si è presentato agli allenamenti. La famiglia ha provato a contattarlo, inutilmente, così è stata attivata la mia ambasciata. Ho fatto cercare presso l'infermeria, ma non risultano ricoverati corrispondenti alla sua descrizione. Così, ho provato a chiedere alla Sicurezza della Base, casomai il ragazzo si fosse trovato in qualche guaio... E' appena un adolescente, dopotutto. Ma qui, le risposte che ho ricevuto sono state... come dire? Ambigue."
Lamak si piegò verso di lei:
"Come ho detto prima, ci conosciamo da molti anni. Nessuno di noi ama l'ambiguità. Quindi le chiedo: ha notizie di Jorhom G'Hmontk?"
"Si"
Lamak la guardò sorpreso. Non si era veramente aspettato una ammissione, o almeno non così immediata da parte sua, pensò T'Lani, sorvegliando con cura la sua espressione per non far trapelare la soddisfazione per averlo colto di sorpresa. Lamak si appoggiò di nuovo sullo schienale della poltrona:
"Di che cosa è accusato?"
"Nulla"
"Perché viene trattenuto, allora?"
"E' stato liberato, non trattenuto. E' stato trovato legato e imbavagliato insieme al proprietario di uno dei negozi della Passeggiata, un ferengi di nome Kimmar."
Lamak assentì lievemente:
"So chi è Kimmar. Jorhom è ferito?"
"No"
"Posso vederlo? Avrà bisogno di assistenza dopo una vicenda traumatica come un sequestro di persona. A proposito, ci sono stati degli arresti?"
T'Lani assentì:
"Un cardassiano con cui Kimmar ha avuto scambi commerciali. Sicuramente ha dei complici, che la Sicurezza della Base non ha ancora individuato"
"E' per questo che Jorhom viene trattenuto? Per dare la possibilità alla Sicurezza di prendere i complici del cardassiano? Se è così, la mia ambasciata può proteggere il minore con altrettanta cura della vostra Sicurezza"
"Non è la mia Sicurezza, ambasciatore. Non ho nessuna autorità su di essa"
Lamak la fissò dritto negli occhi:
"Non le nasconderò, T'Lani, che trovo strana questa conversazione... La mossa più logica - da vulcaniana, direi - Sarebbe stata quella di riconsegnare subito il ragazzo ai suoi genitori, o all'allenatrice, o direttamente a noi dell'ambasciata. Dunque, deve esserci un'altra logica... E mi domando quale sia. Forse dovrei presentare una protesta formale? Non posso credere che la Federazione voglia rischiare una crisi diplomatica per non voler riconsegnare alla sua famiglia e alla sua gente un ragazzo che a quanto pare non è neanche accusato di nulla!"
"Jorhom non è vulcaniano e non segue le vie della logica - T'Lani sospirò - Si fa condizionare dalle emozioni. Nello specifico, si tratta di una forte emozione nei confronti di una ragazza appartenente ad una squadra avversaria, che a quanto pare... condivide le sue vedute. Volevano fuggire insieme"
Il volto di Lamak si rischiarò.
"Tutto qui? Si è fatto una ragazza?" - si mise a ridere.
"Una ragazza Klingon per la precisione."
"Oh... Beh, io sono l'ultima persona della Galassia a poter criticare. Ho sposato una betazoide, dopotutto. Ma Jorhom è pur sempre un minore ed i minori dovrebbero stare con le loro famiglie. Non crede anche lei? Dopotutto, gli amori adolescenziali spesso si consumano rapidamente"
"Non solo da adolescenti... Almeno tra le specie che si fanno guidare dalle emozioni"
"Innegabile. Ma comunque, il ragazzo non ha ancora l'età per lasciare la famiglia."
"Sempre che la famiglia lo rivoglia indietro"
Lamak corrugò la fronte:
"Ho sentito io stesso il padre e la madre di Jorhom. Erano preoccupatissimi. Perché non dovrebbero voler indietro il loro figlio?"
T'Lani non rispose. Si limitò a guardare fisso in volto l'ambasciatore romulano. L'uomo si morse le labbra:
"D'accordo - disse infine Lamak, alzandosi in piedi - Contatterò i genitori per dire loro che il figlio è vivo e sta bene. Sono sicuro che mi chiederanno di riportarlo a casa. E quindi, tornerò qui a presentare per vie ufficiali una richiesta formale di rilascio e riconsegna ai legittimi tutori del minore."
"L'attenderò qui" - T'Lani si alzò a sua volta. Il colloquio era finito.
Per il momento.
DS16 Gamma - Sala conferenze -01 novembre 2398, ore10:00
Le olocamere dei giornalisti illuminavano la sala come shrapnel su una trincea della prima guerra mondiale. Le domande e le proteste fioccavano da tutte le parti, fino a far perdere la testa. Claire Drillrush non capiva come il capitano Shran riuscisse ancora a stare in piedi di fronte a quel bombardamento. Il rumore era assordante, al punto che quasi non si distinguevano le domande le une dalle altre.
"Lei continua a dire che ci sono motivi di sicurezza..." - chiedeva uno.
"Non è possibile annullare i giochi! - proclamava un altro - Non a questo punto!"
"Non sono i giochi ad essere annullati! - si sgolava Shran - "Solo la cerimonia iniziale!"
Shran non aveva voluto che lei fosse al suo fianco in quel momento, come sarebbe stato teoricamente suo dovere di primo ufficiale. Le aveva detto il perché senza giri di parole, giusto prima di chiamare l'ammiraglio Maelstrom a bordo della USS White Tiger per anticipargli il contenuto della conferenza. Gli ufficiali al suo comando erano ancora giovani e con una carriera da fare. Lui voleva essere l'unico a perdere il posto.
Quindi era andato da solo ad affrontare i giornalisti, i giudici e i membri delle delegazioni. Claire, nonostante l'opposizione del capitano, era andata lo stesso in sala, trovando un posto non troppo lontano da quelli riservati alle delegazioni diplomatiche.
Una giornalista terrestre si girò a farle un cenno di saluto. L'aveva abbordata al bar un paio di giorni prima,presentandosi come Lara C, senza altre specificazioni. Claire le sorrise di rimando sperando di non far trapelare il suo nervosismo. Avrebbe dovuto evitarla uscendo dalla sala, altrimenti avrebbe cercato di farla parlare. Lei non poteva dirle che le squadre di sicurezza in quel momento stavano pattugliando ogni centimetro quadrato - non solo della sede che avrebbe dovuto accogliere la cerimonia iniziale, ma anche spogliatoi e alloggi di atleti, allenatori, accompagnatori e personale tecnico alla ricerca di esplosivo che non si trovava.
I cardassiani fermati, da parte loro, non avevano ancora fatto alcuna dichiarazione, confessione o altro. Claire non sapeva quale fosse il loro scopo, ma se si trattava di creare caos, allora c'erano pienamente riusciti, senza neanche disturbarsi a mettere l'esplosivo.
Avvertì del movimento alle sue spalle e si voltò in tempo per vedere l'ambasciatore romulano entrare nella sala, scuro in volto. Dette appena un'occhiata, per poi girarsi e tornare da dove era venuto.
La conferenza terminò. Shran ignorò le nuove domande che lo rincorsero fino alla porta, dove due agenti della sicurezza impedirono ai giornalisti di seguirlo.
Claire si alzò, cercando di muoversi altrettanto in fretta, ma una mano scura le si posò sul braccio:
"Ciao, caarissima! - la giornalista terrestre le rivolse il più candido dei suoi sorrisi. Parlava la lingua della Federazione con un accento strascicato, da America centro o meridionale - Che fai, scappi come il tuo capo?"
"Ciao, Lara. A me veramente sembra che il capitano Shran sia rimasto ad affrontare le vostre domande più che a sufficienza" - ribatté Claire, cercando di liberarsi.
"Vostre? Io non ne ho neanche fatte, per la verità - Lara C le si affiancò, ignorando il suo tentativo di guadagnare l'uscita - Più che quello che voleva o poteva dire il tuo povero capitano, mi interessava lo psicodramma dietro le quinte. Il presidente del collegio arbitrale sembrava sul punto di tirare fuori la bat'let e far fuori Shran sul posto... E scommetto che la Vorta gli avrebbe dato una mano, considerato quanto ha protestato per l'annullamento della cerimonia. Sembrava illividita! L'ho vista parlare fitto fitto con il suo vice durante tutta la conferenza. Non sai quanto pagherei per sapere quello che si dicevano!"
"Davvero?" - fece Claire fermandosi di botto.
La giornalista le scoccò un'occhiata indagatrice:
"Beh, naturalmente il mio network pagherebbe latinum sonanteper delle buone informazioni..."
Claire scosse la testa:
"Non sto parlando di questo. Le tue olocamere hanno inquadrato la Vorta mentre parlava?"
"Si, certo"
"Allora ho un modo per sapere che cosa ha detto. In cambio, non voglio denaro. Voglio che nei vostri servizi trattiate Shran con almeno un po' di rispetto. Non si merita di essere esposto al pubblico come se fosse tutto colpa sua!"
Lara parve pensarci un po' su, quindi assentì:
"D'accordo, affare fatto!"
"Bene. Allora, andiamo in infermeria"
Lara fu sorpresa, ma non fece commenti e la seguì.
Arrivarono in infermeria. Claire scartò gli infermieri che si presentarono e chiese direttamente del medico capo. Le fu detto che il dottor Sonx era occupato con la dose quotidiana di ketracel bianco da dare ai giovani Jem'Hadar della squadra. In sostituzione, le si presentò davanti un giovane andoriano:
"Dottor Nammo Ch'Idrani... Qual è il problema?"
"Sono il comandante Claire Drillrush. Voglio accedere al vostro sistema di ricostruzione olografica medica, se non è attualmente occupato"
Nammo si girò verso la postazione:
"Sembra sia libera... Ma perché le serve, comandante?"
"Tutte le sale olografiche sono naturalmente state modificate e approntate per i giochi... Altrimenti, userei una sala ologrammi"
"L'olografia medica serve solo a ricostruire anatomie, comandante - disse Nammo - Non può essere usata per moltoaltro!"
"Lo so, ma non ho bisogno di molto altro" - si girò verso Lara C, che aveva seguito lo scambio in silenzio:
"Puoi scaricare le riprese olografiche della conferenza in quella consolle?"
La donna sembrava piuttosto sconcertata, ma andò a collegare la sua olocamera alla consolle. In mezzo alla stanza comparve l'immagine di quella che era stata la sala conferenze fino a pochi minuti fa. Claire mandò avanti la registrazione, finché non si vide la figura della Vorta e del suo assistente. La selezionò, togliendo dalla olografia tutte le altre figure e la guardò parlare al suo assistente. Capì perché l'atteggiamento della Vorta avesse attirato l'attenzione della giornalista. Il dottore si avvicinò alle olografie:
"E' come se avesse paura... Ma di cosa? " - disse.
"La mia olocamera non è abbastanza potente - si strinse le spalle la giornalista - Non possiamo sentire quello che si stanno dicendo"
"Ma possiamo vederlo. Giusto, dottore? - riavvolse la registrazione ed inserì una applicazione. Prima di avviare, si rivolse alla giornalista:
"L'olografia può ricostruire il movimento delle labbra. Ovviamente, il movimento delle labbra corrisponde alla lingua usata... Quella che noi normalmente non sentiamo, grazie ai nostri traduttori universali. Ma possiamo ricostruire le parole usate dal movimento labiale e quindi passarle al nostro traduttore universale. La voce è una ricostruzione, quindi non corrisponderà all'originale... Ma le parole, si."
Premette un tasto. L'olografia ebbe un salto e perse definizione per un istante, ma poi si avviò:
"Questioni di sicurezza... - /diceva Conlon- Ed hanno annullato proprio la cerimonia, quando eravamo pronti ad agire! Non può essere una coincidenza! Dobbiamo rivedere i piani... Il Fondatore deve essere liberato, a tutti i costi!"
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21.11 - Onore
Autore: Tenente Comandante Tara Keane
DS16 Gamma
Infermeria
01 Novembre 2398 ore - 10:15
La reazione di Claire alle parole pronunciate dalla Vorta furono davvero immediate. Per prima cosa chiamò il Capitano dicendogli che aveva urgenza di parlargli e che era necessaria la presenza di T'Lani e Riccardi, poi si rivolse a Lara C., la giornalista che aveva fornito le immagini e le disse, guardandola dritto negli occhi per sincerarsi che capisse appieno le sue parole:
"Tutto quello che hai visto e sentito deve rimanere assolutamente segreto, devo sequestrare la tua olocamera e non potrai pubblicare niente di tutto ciò, almeno sino a che non avremo scoperto come la Vorta voglia liberare il Fondatore. Ti prometto però che potrai dare in esclusiva la notizia, una volta che la questione sarà sistemata. Se ci dovesse essere una fuga di notizie, sarò io stessa a venire ad arrestarti. Sono stata chiara?"
"Tranquilla Claire, non metterò a repentaglio la sicurezza della Base per uno scoop, anche se succulento. Vorrei, però, oltre all'esclusiva, anche quell'intervista che non mi hai concesso due giorni fa."
"Accordata. Sarai la prima a sapere quando tutto sarà finito." Disse Drillrush congedando la giornalista. Poi si girò verso Ch'Idrani e gli chiese: "Quanto ne sa della fisiologia dei Fondatori?"
"Ho studiato la cartella clinica di Odo ma credo possano essere più utili le mie conoscenze nel campo della stasi, perché non credo che possa essere rimasto nascosto per così tanti anni, qualsiasi forma esso abbia assunto, senza essere messo in stasi!"
"Molto bene, mi segua!" disse Claire uscendo dall'infermeria per raggiungere Shran nel suo ufficio.
DS16 Gamma
Ambasciata Klingon
01 Novembre 2398 ore - 10:25
An'eth K'Ploct girò l'ultimo corridoio per immettersi in quello che portava all'Ambasciata Klingon con la solita aria baldanzosa: certo la convocazione da parte dell'Ambasciatore era almeno insolita, ma quell'incontro avrebbe potuto trasformarsi in un'opportunità per stringere nuove e potenti alleanze. Dopotutto nessuno dei figli di casa Dothrak era sposato e sua nipote Jul'eth era davvero bella *Mai dire mai!* pensò mentre entrava negli spazi dell'Ambasciata.
Arrivato davanti alla porta dell'ufficio di Rogal perse parte della sua arroganza davanti all'aria minacciosa dei Suvwl'lw di guardia e disse:
"L'ambasciatore Dothrak ha chiesto la mia presenza!" cercando di mettere nell'intonazione quella sicurezza che le due alte figure di rosso vestite facevano perdere alla maggior parte di quelli che se li ritrovavano davanti.
Le guardie non mossero un muscolo, semplicemente si spostarono per far entrare il Klingon.
Rogal era al centro della stanza, in piedi davanti alla scrivania, alla sua destra il fratello Angron e alla sinistra il vecchio Vorn, mentre quattro delle sue guardie facevano ala ai due lati dei tre.
An'eth si fermò a metà della stanza e guardò con sospetto lo strano spiegamento di forze, non capiva bene la situazione, ma sentiva un brivido salirgli dalla schiena ed era un brivido di paura, perché vedeva negli occhi grigi di Rogal una furia a stento dominata.
"Ambasciatore, è un onore poter parlare con te, ma non capisco questo dispiegamento di forze! Ho forse fatto qualche cosa?"
"An'eth K'Ploct se avessi un briciolo d'onore non faresti questa domanda, sai benissimo cosa hai fatto! Ma per te Onore è solo una parola vuota di significato!"
Il klingon impallidì, ma cercò di tergiversare.
" Davvero non capisco e non tollero che un Consigliere dell'Impero sia trattato..." ma Rogal non lo lasciò terminare.
"Taci! Davvero non immagini perché ti abbia convocato? " disse e si spostò appena di fianco, lasciando che Durani si mostrasse.
"Cosa ci fa qui quella rinnegata di una Kanjis? Il Casato Dothrak difende adesso i traditori? Lo riferirò al Consiglio!" disse e si voltò per andarsene, ma due dei Suvwl'lw si erano messi davanti alla porta e non avevano la minima intenzione di spostarsi, se non dietro ordine preciso del loro Signore.
"Il Casato Kanjis non ha mai tradito e adesso ci sono prove che lo dimostrano e che accusano te di aver tramato contro di loro per cosa? Potere e denaro? Davvero non sei degno di essere un Klingon!"
Ad An'eth gli si gelò il sangue nelle vene, nel sentire quelle parole e tornando a girarsi verso l'Ambasciatore quasi urlò dicendo "Prove? Quali prove? Io non ho fatto niente. I Kanjis hanno congiurato contro l'Impero ed io ho solo portato le prove che lo dimostravano!"
"Prove che tu hai provveduto a costruire!"
"E' una menzogna! Chi osa affermare il contrario?"
"Angron mostragli il video !"
Il fratello di Rogal fece partire le immagini da un oloregistratore, che An'eth riconobbe come quello che aveva regalato alla nipote Jul'eth qualche mese prima e che la giovane usava per riprendere i suoi allenamenti per guardare dove sbagliava per migliorare le sue prestazioni fisiche. In questo caso, si vedeva in primo piano la giovane Mara VodleH, che probabilmente aveva preso in prestito l'oloregistratore dalla compagna di stanza, compiere esercizi di riscaldamento nel campo di allenamento allestito su DS16 e, in secondo piano, Koroth del Casato Muzak che aveva una discussione assai animata con T'ebax M'untok .
Togliendo tutti i rumori di fondo, si sentiva chiaramente quello che i due ragazzi si stavano dicendo. A un certo punto della discussione, il giovane M'untok sosteneva che se non gli avesse chiesto scusa, avrebbe fatto fare al casato Muzak la stessa fine dei Kanjis e quando Koroth gli disse che erano solo parole in bocca a un vanaglorioso bugiardo, l'altro ribatté che suo padre aveva aiutato An'eth K'Ploct a rovinare i Kanjis e che si sarebbe assicurato che il suo casato fosse il prossimo della lista. Il video terminò con i due giovani che venivano separati dagli allenatori un attimo prima che Koroth si scagliasse contro T'ebax.
Rogal guardò il klingon davanti a lui con disprezzo e gli chiese se avesse qualcosa da dire in sua discolpa.
"Falsità, sono solo falsità. Qualcuno ha modificato quel video per farmi apparire colpevole." Ribatté An'eth tentando un'ultima difesa.
Vorn, rimasto in silenzio fino a quel momento, si rivolse a una guardia e disse "Fallo entrare"e nella stanza fu letteralmente catapultato il cugino di An'eth, Kapac M'untok, le cui condizioni fisiche testimoniavano di come l'interrogatorio cui era stato sottoposto, fosse stato duro.
"Scegli meglio i tuoi alleati An'eth K'Ploct: un vero klingon non avrebbe ceduto così presto, per fargli confessare tutta la macchinazione ordita da te ai danni del Casato Kanjis, Stilgar non si è nemmeno dovuto macchiare le mani del suo sangue. E stando a quello che ci ha detto ci sarebbero anche delle prove fisiche, che stoltamente non hai badato a distruggere, forse per ricattare il tuo compare, nel caso avesse deciso di tradirti, a testimoniare le tue nefandezze!" Disse il vecchio e saggio Vorn guardando con disprezzo i due traditori. Il Capo del Casato K'Ploct, capì che tutto era perduto, i suoi sogni di gloria svaniti per colpa di una stupida disattenzione da parte della famiglia del suo inutile cugino, e non fece alcun tentativo di difendersi: semplicemente abbassò il capo e si arrese all'evidenza.
"Ho già informato l'Alto Consiglio di quello che ho scoperto. Voi sarete scortati su Qo'nos per rispondere delle vostre azioni e il nome dei Kanjis tornerà presto al ruolo che gli spetta. Portateli via!" disse Rogal e non si abbassò nemmeno a posare lo sguardo su quei klingon senza onore che avevano portato tanto dolore e lutto in una famiglia che, invece, non l'aveva mai perso. Mentre le guardie prendevano i due reietti in custodia e li trascinavano via, Rogal si avvicinò a Durani che fino a quel momento era rimasta zitta e immobile, come se una sola parola o un piccolo gesto avesse potuto cambiare l'esito di quell'incontro, e le disse
"Durani della casata di Kanjis, l'onore della tua famiglia è stato ristabilito e quando il Consiglio vi toglierà il naDHa'ghach, ritornerete al ruolo che vi spetta nella nostra società!"
"Grazie Ambasciatore per avermi ascoltata, in fondo non era tenuto a farlo visto la condanna che pendeva sulla nostra testa: la nostra famiglia è in debito con i Dothrak!" rispose sollevata dalla fine di quello che aveva causato la morte dei suoi genitori e di tanti membri della famiglia.
"Più che me, devi ringraziare il giovane Koroth Muzak: è stato intelligente e astuto. Non so cosa l'abbia spinto a intervenire, ma a volte gli Dei agiscono in modi strani per mostrare la verità!"
"E' vero, Koroth non mi conosceva neppure sino a ieri e non era tenuto a farlo, gliene sarò riconoscente per sempre. "
I due Klingon si salutarono con rispetto e Durani uscì dall'Ambasciata, per la prima volta, senza temere che qualche membro della sua stessa specie tentasse di ucciderla! Era una bellissima sensazione e anche se il cuore le urlava di correre a chiamare il patriarca della Famiglia, per dirgli che finalmente tutto era chiarito e che il loro onore sarebbe tornato a essere immacolato, percorse quei pochi metri che la separavano dall'uscita dall'Ambasciata con estrema lentezza, per godersi quella sensazione il più a lungo possibile. Ripensò anche al bel volto di Koroth, il giovane che dopo averla affrontata ritenendola una traditrice, si era poi prodigato per aiutarla. Quando se l'era ritrovato davanti alla porta del suo alloggio, poche ore prima temeva, che non avesse capito bene con chi aveva a che fare e si era preparata a subire un altro attacco. Invece lui le disse che da quando aveva combattuto e perso con lei, non aveva fatto altro che pensare che una femmina come lei non potesse appartenere a una famiglia di traditori e aveva cominciato a fare domande al vecchio allenatore Kresha, che aveva conosciuto personalmente il patriarca dei Kanjis: anche lui era convinto che una famiglia così antica e onorata non avesse potuto macchiarsi di un crimine così infamante. E poi si era ricordato che spesso i rampolli M'untok, solevano vantarsi di come avrebbero potuto mandare in rovina interi casati, se solo l'avessero chiesto al loro potente parente, e allora si era chiesto: e se non fossero solo vaneggiamenti di menti instabili? Si era così deciso a stuzzicare il fratello maggiore dei M'untok, chiaramente il più instabile e il più iracondo dei due, sperando di portarlo a fare rivelazioni compromettenti e il tutto con la collaborazione di Mara VodleH, che registrando come il solito i suoi allenamenti, aveva immortalato lo scambio tra i due.
Era stato poi semplice portare all'attenzione dell'Ambasciatore Dothrak il video incriminante, grazie all'intercessione del Comandante Keane, e, bisognava ammettere, che Rogal si era mosso poi velocemente e senza tanto clamore: aveva fatto prelevare Kapac M'untok e lo aveva fatto interrogare da Stilgar, il capo delle sue guardie, il quale non aveva impiegato molto tempo a farlo cedere e confessare.
Era ancora persa in questi pensieri, quando il suo comunicatore si attivò, riportandola alla realtà.
=^=Tenente Durani è richiesta la sua presenza nell'ufficio del Capitano!=^= disse la voce del giovane addetto alle comunicazioni di turno in quel momento e che aveva ricevuto l'ordine di chiamare gli ufficiali superiori.
=^=Vado immediatamente!=^=
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21.12 - Un successo
Autore: Tenente Durani della Casata di Kanjis
DS16 Gamma
Ambasciata Klingon
21 Novembre 2398 ore - 22:00
Anche senza Cerimonia Inaugurale, i Giochi della Gioventù si erano conclusi con successo rifletté il saggio Vorn.
Non tanto dal punto di vista agonistico: come c'era da aspettarsi, i Klingon si erano rivelati i più forti fisicamente, ma, in alcune discipline, ciò che contava era la tenacia, l'astuzia e la capacità di improvvisazione.. cose che pochi della sua razza possedevano, specialmente in giovane età.
Il successo di quell'edizione era riferito al fatto che erano riusciti ad evitare che un evento di pace si trasformasse in una guerra di proporzioni mai viste.
Certo qualche testa sarebbe saltata e qualche altra tagliata, ma erano dettagli in un ampio disegno.
Il Capitano Shran era stato destituito dal comando della Base Spaziale, non per sue incapacità, ma perché il Contrammiraglio Maelstrom, ufficialmente, non poteva fare altrimenti.
Allo stesso modo, anche il Dottor Sonx era stato costretto a lasciare l'incarico.
L'idea, geniale per quanto folle, di azzerare quasi completamente il Ketracel Bianco agli atleti Jem'Hadar aveva permesso di evitare che questi ubbidissero ciecamente alla Vorta Conlan, utilizzando le proprie capacità intellettive.
Per quanto Vorn dubitasse che ne avessero ancora in abbondanza.
In ogni caso, al momento topico, i giovani Jem'Hadar si erano rifiutati di abbandonare le gare cui stavano partecipando per dar man forte al dichiarato tentativo della Conlan di uccidere i Cardassiani.
O, per meglio dire, sollevando il velo di menzogne che la circondava, quello di liberare il Fondatore.
Il mancato apporto degli Jem'Hadar aveva messo nella difficile posizione la capo delegazione del Dominio: non poteva scatenare una guerra contro l'Impero Klingon, la Federazione Unita dei Pianeti, l'Impero Romulano, l'Unione Cardassiana per non parlare delle altre agglomerazioni politiche che si sarebbero fortemente sentite tirare in causa dalla violazione plateale di un'occasione di pace come i Giochi della Gioventù.
La Conlan non poteva dichiarare apertamente che la loro presenza lì era stata solo un pretesto: il Dominio non era pronto ad un altro bagno di sangue e nemmeno i Fondatori rimasti, con ogni probabilità, avrebbero sacrificato sé stessi ed i loro solidi adepti nel mero tentativo di liberare uno dei propri simili.
Il piano della Vorta, o, per meglio dire, del Fondatore era stato ingegnoso: fingersi un Cardassiano assetato di vendetta, creare un clima di sospetto o, preferibilmente, una piccola striscia di sangue al fine di esacerbare gli animi e favorire quello che sarebbe stato, a tutti gli effetti, un attentato ai danni della Delegazione del Dominio.
Sarebbero stati uccisi ragazzini Jem'Hadar del tutto innocenti, ma poco importava.
Facendosi forza di quella strage, la Vorta avrebbe preteso la testa del Fondatore, identificato come capo dei Cardassiani fondamentalisti, ben sapendo che la Federazione non avrebbe mai potuto concedergliela.
Conlan avrebbe strepitato, urlato, fatte velate minacce di ritorsioni belliche ad ampio spettro, pretendendo che fosse il Dominio a giudicare l'attentatore.
In ciò, indubbiamente, aveva valutato che avrebbe avuto man forte dai Klingon e dai Romulani, mettendo in minoranza il Capitano Shran, uomo sì di polso, ma poco avvezzo agli intrighi politici.
Una minima esitazione da parte dell'Andoriano ed la Conlan avrebbe raggiunto il suo scopo: liberare il mutaforma, terminare i Giochi della Gioventù e darsi alla fuga prima che qualcuno potesse collegare tutte le tessere del mosaico, intuendo l'inganno.
In effetti, gran parte del suo piano iniziale si poteva definire come riuscito: dall'attentato alla navetta Ferengi... nulla di più che un diversivo, con vittime, con l'obiettivo di far accendere le luci delle indagini alla ricerca dei colpevoli..
In un modo o nell'altro si sarebbe scoperto che su DS16 Gamma erano sbarcati dei Cardassiani, fanatici, pronti ad immolarsi per vendicarsi del Dominio.
Vi era poi stata una serie di banali incidenti ai danni degli Jem'Hadar... di cui si era data scientemente colpa talvolta ai Klingon, altre agli atleti della Federazione, altre ancora a quelli Romulani.
Dopo l'arresto della prima cellula Cardassiana, fra cui il Fondatore sotto mentite spoglie, compito della seconda era quella di perpetuare azioni di disturbo e tentativi di generare incidenti ai giovani Jem'Hadar.
L'obiettivo finale della escalation era appunto una strage degli atleti del Dominio.
Per far ciò, la stessa Conlan era addirittura riuscita a far evadere i Cardassiani prigionieri.
La notizia della loro fuga avrebbe dovuto infuocare gli animi a tal punto che la Vorta avrebbe finto di non riuscire più a governare i suoi atleti arrivando a millantare qualche colpo di testa da parte di questi ultimi.
Solo grazie al genio del Denobulano Sonx, che aveva, appunto, limitato, ben sotto alla soglia concordata, gli apporti del Ketracel Bianco, si era evitato il peggio.. solo una decina di atleti l'aveva seguita.. troppo pochi per l'attuazione del suo piano.
Intuito l'inganno, il comportamento del dottore, non propriamente leale nei confronti del Dominio, aveva causato sincere e vibranti proteste della Vorta mentre uguale sorte era toccata all'apparente incapacità del Capitano Shran di garantire l'incolumità degli atleti Jem'Hadar.
Conlan aveva preteso le loro teste al Contrammiraglio Maelstrom.
Quest'ultimo, dopo aver reagito, da grande attore, con uno sdegno che pareva autentico, alle richieste pressanti provenienti dall'esponente del Dominio, aveva finto di essere costretto a soccombere alle istanze della Vorta.
In realtà, e Vorn lo sapeva benissimo, l'Andoriano era un uomo d'azione e aveva già manifestato più volte la sua insofferenza a tutta quella pantomima diplomatica.
Da quel punto di vista, il federale aveva il pieno rispetto da parte dell'anziano Klingon.
Pertanto, lo scaltro Maelstrom ne ordinava il trasferimento ad altro incarico ben sapendo di non fare un torto, bensì un favore all'ex Capitano della USS Marconi.
Allo stesso modo, pure il Denobulano aveva presentato richiesta di diversa dislocazione dopo aver ricevuto l'incarico di gestire quell'enorme patata bollente del Ketracel Bianco.
Anche per Sonx, di conseguenza, Maelstrom non aveva fatto altro che avallare le richieste del suo ufficiale.
In attesa di un nuovo Capitano, la base DS16 Gamma sarebbe rimasta nelle salde mani del Comandante Drillush e del resto dello staff di comando.
E di questo, Vorn non poteva che dirsi soddisfatto.
Certo, la Vorta aveva preteso altre teste, ma la Flotta Stellare aveva risposto picche: era stata proprio l'iniziativa della Conlan a permettere la fuga dei Cardassiani.
Una sua azione, che la Drillush aveva dimostrato essere stata mirata e pensata, aveva causato, come effetto collaterale, l'imprevedibile ed improvviso black-out dei campi di forza dell'area detentiva, consentendo l'evasione dei fondamentalisti Cardassiani.
Questo la Vorta lo sapeva benissimo: il suo scopo era liberare il Fondatore.. il fatto che l'esito del suo piano si fosse rivelato opposto a quanto aveva preventivato.. beh.. non poteva attribuirne le colpe se non a sé stessa.
Quello che né lei né il Fondatore avrebbero mai saputo era che tutto era stato accuratamente preparato dall'Ambasciatrice T'Lani con il pieno accordo di tutte le forze in gioco: Rogal Dothrak per i Klingon, Lamak K'Jad D'Kran per i Romulani e il Legato Varen per i Cardassiani.
I Romulani avevano pressoché lasciato sguarnita una navetta appetibile, piccola e veloce, perfettamente utilizzabile per la fuga.. cosa di cui i Cardassiani avevano subito approfittato trascinandosi dietro anche il Fondatore.
Il fatto che gli evasi fossero stati intercettati da una flottiglia Klingon, ribelle all'Impero, e subito distrutti non poteva essere causa attribuibile a nessuno della Flotta Stellare.. e su questo Maelstrom era stato chiaro ed irremovibile.
Il Legato Varen si era pubblicamente scusato per le azioni dei suoi connazionali, pur avendoli segretamente recuperati un attimo prima che fossero annientati e posti sotto protezione diplomatica all'interno degli spazi destinati alla Delegazione Cardassiana.. avrebbe in seguito chiesto lumi sulla loro appartenenza o meno all'Ordine Ossidiano.
L'Ambasciatore Romulano Lamak K'Jad D'Kran aveva a lungo protestato per il furto e la distruzione della piccola unità depredata dagli evasi... ovviamente le rimostranze erano state sapientemente bilanciate anche contro il Capitano Shran, ma l'obiettivo principale era stata la Vorta.
La sicurezza della base aveva dimostrato, senza ombra di dubbio alcuno, che tutto era partito dalla maldestra intromissione informatica della Conlan, dal suo tentativo di accesso ai sistemi della base per ovviare all'immobilismo, secondo quest'ultima, dei federali.. e di ciò era stata duramente chiamata a renderne conto dall'Ambasciatore Lamak.
La reazione della Vorta era stata veemente, una difesa accorata del suo agire, puntando il dito contro le aggressioni subite ed il mancato giusto processo per i colpevoli di quei vili atti per colpa dei Klingon.
Fu allora che iniziò il colpo di teatro destinato al suo signore: Rogal si era dovuto scusare per l'azione bellica portata avanti dalla flottiglia Klingon ribelle.. era stato costretto a millantare colpe esemplari e punizioni memorabili.. aveva raccontato a tutti che non era opera dell'Impero, che lui rappresentava, ma di esponenti sovversivi, già banditi e colpiti dal disonore.
Più Dothrak si cospargeva il capo di cenere, più la Vorta sibilava accuse e pretendeva di vedere rotolare teste, non accorgendosi di esagerare: coloro che erano stati uccisi, erano, in teoria, ribelli Cardassiani colpevoli di atti di aggressione immotivata ai danni dei giovani Jem'Hadar.. il fatto che fossero stati eliminati doveva essere per lei soltanto motivo di gioia e non di risentimento.
Cosa che le fu sapientemente fatta notare dall'Ambasciatrice T'Lani, facendo calare una pesante cappa di silenzio fra i presenti.
Fu in quel momento che, con un secondo perfetto colpo di teatro, fece la sua comparsa l'anziano patriarca dei Kanjis: Kheldas.
Legato a lui marciava un Cardassiano.. non uno a caso, ma il presunto leader degli attentatori..
Prima ancora che la Vorta si prodigasse ad urlare e pretendesse di condurre quest'ultimo davanti alla giustizia del Dominio, da più parti, quasi per caso, come un soffio di vento che si tramutava improvvisamente in tornado si levò il grido del giudizio per combattimento.
Una pratica in uso fra le Casate Klingon, così come presso l'Impero Romulano, in determinate occasioni.
Il Capitano Shran abbozzò una timida resistenza, in fondo era già stato delegittimato dalla Vorta, limitandosi a lasciare spazio all'Ambasciatrice T'Lani che, apparentemente, utilizzò tutta la sua arte oratoria per far sì che il sospettato venisse sottoposto ad un giusto processo.
La reazione degli altri diplomatici fu decisamente contraria: Rogal, Varen e Lamak si dichiararono concordi a far sì che l'imputato fosse sottoposto a tale antica usanza per dimostrare la propria innocenza.
La situazione di presunto stallo era stata pensata appositamente per far sì che la Vorta prendesse una decisione: se avesse optato per una soluzione di forza, Stilgar ed i suoi erano pronti ad intervenire, così come Riccardi e la Sicurezza Federale..
Si presupponeva che Conlan avrebbe aizzato i Jem'Hadar alla carica ed, infatti, la si vide discutere animatamente col suo seguito, incitando a convocare tutti gli atleti, ma si dovette scontrare col fatto che nessuno degli sportivi aveva voluto abbandonare le proprie gare, desiderando dimostrare sul campo il proprio valore sportivo.
Mentre la Vorta assumeva un colorito verdastro tendente al biancastro, fu data un'arma al Fondatore.
Stilgar ed i suoi crearono un ampio cerchio attorno ai due contendenti.
Una volta liberato, il Fondatore sembrò saggiare l'arma, le proprie capacità combattive e la reattività dell'anziano rivale: tentò qualche affondo, fece qualche piroetta e provò a colpire più volte l'avversario, ballandoci attorno sperando di trovare un punto debole.
Kheldas, dal canto suo, rimase quasi del tutto immobile: rispose ai colpi con minime parate con la sua Bat'leth.. un'arma rivista per facilitarne l'uso data la sua età avanzata, ma letteralmente un gioiello agli occhi esperti di Vorn.
Quando il Fondatore aprì la sua guardia, scoprendosi per un istante il fianco destro, l'anziano Klingon colpì con una forza lenta, ma inesorabile.
La parata, tardiva, del Fondatore non fermò l'attacco: la Bat'leth spezzò la lama avversaria ed andò a conficcarsi sulla coscia, sul fianco entrando in profondità nelle carni del mutaforma.
Fu allora che Kheldas rivelò a tutti la verità: sputò in faccia a quell'essere di averlo riconosciuto.. che non era un Cardassiano, ma uno dei più rivoltanti mutaforma contro cui avesse mai combattuto della Guerra contro il Dominio.. pronto a sacrificare amici e nemici, combattenti ed inermi, donne e bambini pur di arrivare alla vittoria personale.
Un essere talmente insulso ed osceno che perfino la stragrande maggioranza dei suoi simili sopravvissuti si era rifiutata di andarlo a salvare..
La rivelazione di Kheldas, fatta rotolare come un macigno su tutti i presenti, aveva messo la Vorta in una posizione insostenibile: non poteva che dichiararsi vittima di quella macchinazione ed ergersi a paladina dei propri giovani Jem'Hadar.. tutti gli attentatori erano stati uccisi, un Fondatore pronto a tradire i propri devoti solidi abbattuto, mentre coloro che si erano dimostrati responsabili di aver concesso quella concatenazione di eventi dovevano essere puniti.
La sua cantilena di protesta fu interrotta, mentre ancora le viscere dell'immondo essere insozzavano il ponte, quando tutti i Klingon presenti iniziarono a ritmare un'antica canzone da guerra in onore del vecchio patriarca dei Kanjis.
L'aveva iniziata Kresha, il capo istruttore, trascinandosi dietro prima Vorn, poi il fratello maggiore di Rogal ed infine Stilgar e tutti gli altri.
La voce per cui la casata sarebbe stata riabilitata si sarebbe diffusa a macchia d'olio.. non ci sarebbe stata ancora pace perché molti erano gli alleati dei K'Ploth.. ma presto la ragnatela di menzogne si sarebbe dissolta e quell'antica casata di guerrieri avrebbe riottenuto l'onore che le era stato tolto ingiustamente.
Ed anche quello era stato un successo di quell'edizione dei Giochi della Gioventù.
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FINE MISSIONE