DS16 Gamma - 18/03/2398 ore 22.00
Nella più totale oscurità dell'angusto alloggio, si avvertì una specie di squillo e uno schermo illuminarsi: una specie di ombra afferrò il D-Pad con entrambe le mani, e sembrò accomodarsi presso un tavolino, in un modo tanto naturale che sembrava fosse per lui normale scivolare nel buio più completo.
Osservò brevemente lo schermo e un ghigno gli si dipinse sul volto, la seconda ed unica cosa che illuminò per qualche secondo la stanza. Le istruzioni erano arrivate e questo poteva significare solo una cosa: Rillar aveva fallito ed era stato fatto prigioniero. Finalmente il divertimento avrebbe potuto avere inizio: da bravo professionista aveva già raccolto tutte le informazioni sul suo bersaglio.
Spostamenti, turni, relazioni personali e tutto ciò che era necessario non per niente, dopo aver ricevuto l'ennesimo incarico e un anticipo considerevole, si era trasferito sulla stazione, assumendo ovviamente una falsa identità in modo da passare inosservato, cosa che, tanto per cambiare, gli era riuscita facilmente. D'altronde sulla stazione avevano altri problemi e lui lo sapeva bene. Aveva avuto, inoltre, tutto il tempo per documentarsi sui vari sistemi di sicurezza e non aveva trovato nulla che potesse preoccuparlo più di tanto. Aveva decisamente lavorato in ambienti peggiori.
Certo, non era un'idiota: poteva tranquillamente aspettarsi che Rillar avesse vuotato il sacco, che la Keane sarebbe stata posta sotto una rigidissima sorveglianza e che ci fosse già qualcuno sulle sue tracce, ma gli importava assai poco: confinata in una stanza, il Comandante sarebbe stato un obbiettivo ancora più semplice da neutralizzare, diciamo così. Aveva preso le dovute precauzioni, preventivando l'insuccesso del "collega", elaborando un piano che non potesse avere falle: per questo aveva piazzato un dispositivo in sala teletrasporto, la cui attivazione ne avrebbe compromesso il funzionamento per un lasso di tempo sufficiente da permettergli di portare a termine il suo lavoretto.
In fondo era stato addestrato per questo, ci voleva un po' di brio, la monotonia cominciava davvero a tediarlo. Sorridendo si mise in tasca il D'Pad e si diresse verso la porta dell'alloggio che dava sul corridoio: la caccia aveva finalmente inizio.
DS16 Gamma - 18/03/2398 ore 22.02
Erano tutti in attesa: dalla comunicazione del Tenente Durani, gli ufficiali si erano trasferiti nell'ufficio di Riccardi, cercando nei video qualcuno di sospetto che potesse essere stato incaricato dell'omicidio o comunque una qualsiasi informazione, di qualsiasi natura, su questo misterioso soggetto.
Nonostante l'attività fosse frenetica, l'ambiente era avvolto nel silenzio più tombale. Ogni tanto qualcuno alzava repentinamente lo sguardo, nella speranza di riconoscere sul volto di uno dei colleghi le tracce di una vittoria.
I loro desideri furono esauriti: Riccardi, che si stava occupando di intercettare un qualunque segno avesse lasciato il killer dietro di sé e si era messo a controllare i dispositivi più disparati, balzò sulla sedia, praticamente urlando
"Capitano, l'abbiamo beccato!"
DS 16 Gamma - 18/03/2398 ore 22.02
Finalmente: si diresse verso il divano, lasciandocisi cadere sopra. Tara era appena tornata dagli alloggi del Capitano e la giornata era stata particolarmente pesante: il pensiero di Rogal e delle parole che aveva pronunciato nell'alloggio di Shran, tuttavia, le strapparono un sorriso.
Si diresse verso il replicatore: non c'era niente di meglio che un bicchiere di buon vino per concludere la serata. Non fece nemmeno in tempo ad afferrare il bicchiere che la voce del Capitano la raggiunse dal comunicatore:
=^= Capitano Shran a Comandante Keane, risponda Comandante, va tutto bene? =^=
Tara fu sorpresa dal tono allarmato dell'Andoriano.
=^= Capitano Shran, qui Comandante Keane, qui tutto a posto, mi trovo nei miei alloggi. Qualcosa non va? =^=
=^= Non ho tempo per spiegarle la situazione Comandante, ma al momento è confinata nei suoi alloggi: un gruppo della sicurezza la sta raggiungendo, il teletrasporto è fuori uso, pertanto non si muova! =^=
Tara non era proprio sicura di aver compreso quanto il Capitano le stava riferendo, tanto la situazione era mutata nel giro di pochi attimi. Non voleva inoltre pensare che la notizia ricevuta poco prima, potesse già avere dei risvolti tanto immediati. A quanto pare le cose non stavano proprio così.
=^= Capitano, io non riesco a cap ..=^=
Il Comandante non finì la frase: si voltò e vide la porta d'ingresso spalancarsi. L'istinto le suggeriva che qualcosa non andava e le confermava i presentimenti avuti poco prima. Afferrò il phaser, lo impostò su stordimento e con cautela si avvicinò alla porta di quello che aveva sempre considerato il posto più sicuro di tutta la stazione, cosa che a quanto pare, per motivi che ignorava, non poteva più considerare tale.
Dopo quello che sembrò un'eternità, arrivò alla porta, puntò il phaser verso l'esterno, perlustrando la zona da una parte all'altra, senza trovare nulla, se non quello che sembrava un deserto e lunghissimo corridoio. Si ritrasse leggermente, aprì il pannello di controllo e velocemente bloccò la porta, che si serrò immediatamente con un forte rumore metallico.
"Come siete prevedibili: mi rendete sempre il lavoro semplice, vi chiudete addirittura in trappola per conto vostro! E io che pensavo che con un ufficiale della Flotta klingon, sarebbe stato più divertente!"
Una voce glaciale la fece voltare e l'unica cosa su cui riuscì a concentrarsi era il ghigno sulla faccia di quell'uomo sconosciuto che, in tutta la sua possente figura, era a pochi metri da lei. Nonostante fosse pesantemente armato e quell'arma puntasse direttamente sul suo cuore, Tara non riusciva a concentrarsi su altro se non sul suo volto deformato dalle smorfie di sadica vittoria a cui si mischiava una leggera punta di delusione, come se la cosa più pericolosa in quella stanza fosse proprio quella bocca dall'incrinatura raccapricciante.
"Chi diavolo sei tu? E che cosa vuoi?"
Sibilò Tara, una volta ripresasi dalla sorpresa. Nonostante la percepibile tensione nell'aria, sembrava che Konig non avvertisse nulla, anzi: era evidente che non era sicuramente la prima volta che si trovava in una situazione simile.
"Uff .... Sempre le stesse domande ..."
Rispose con un'aria visibilmente annoiata, per poi continuare
"Faccia uno sforzo Comandante ... Avanti ci può riuscire".
Ancora quel ghigno: Tara non sapeva se essere più allarmata oppure più irritata per l'atteggiamento che quell'uomo, lì per ucciderla, assumeva. Konig si voltò molto lentamente per afferrare il bicchiere che poco prima era tra le mani della Keane, facendone vorticare il contenuto e annusandolo.
"Ah ah tesoro ... non un altro passo. Avevo solo sete, non agitarti"
Disse l'uomo, voltando leggermente il viso mentre sogghignava: Tara aveva cercato invano di avvicinarsi abbastanza da disarmarlo ora l'unica cosa che poteva fare era temporeggiare abbastanza da far sì che arrivasse la squadra della sicurezza, anche se, considerando la situazione, probabilmente non sarebbe riuscita ad evitare di venire ferita o peggio.
"Non otterrai ciò che vuoi, uccidendomi. E' solo questione di tempo prima che arrivino i soccorsi e, comunque finirà, ti cattureranno, ti rinchiuderanno e getteranno via la chiave"
"Ah capisco, questa è l'ultima carta che ti rimane da giocare"
Disse l'uomo con un tono sprezzante e continuò:
"Ma credo di poter soddisfare la tua richiesta d'altronde è il tuo ultimo desiderio, no? Perciò sappi questo: l'unica cosa che mi importa è che mi accreditino quanto pattuito, perciò facciamola finita".
L'uomo si voltò di nuovo per riappoggiare nuovamente il bicchiere sul tavolo fu in quel momento che Tara decise di rischiare il tutto per tutto, pensando che probabilmente l'esito della vicenda non potesse cambiare. Almeno l'avrebbe trattenuto abbastanza da far in modo che Riccardi e i suoi uomini potessero catturarlo.
DS16 Gamma - 18/03/2398 - ore 22.07
Ormai era diventata una corsa folle quella del gruppo della sicurezza guidato da Riccardi. Dall'allarme lanciato dal Tenente Durani sembravano essere passate delle ore intere anche se non era esattamente così, ma il Capo della sicurezza sapeva bene che in queste situazioni il fattore tempo era il più importante, se non il solo da considerare: per questo mentre il cuore pulsava incontrollato durante la sua corsa, sperava di arrivare in tempo. Sapeva anche che se l'assassino era un professionista, come temeva, non avrebbe certo aspettato che il Comandante Keane fosse stata al sicuro, confinata nei suoi alloggi e debitamente sorvegliata.
La squadra svoltò per l'ultima volta lungo i corridoi, sfrecciando verso l'alloggio della Keane. Il silenzio era squarciato dal suono disordinato dei loro passi, finchè non se ne aggiunse un altro. Un rumore sordo, di uno sparo un corpo che cadeva, mobili che si rovesciavano ed un bicchiere che si infrangeva al suolo.
Forse era davvero troppo tardi?