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DS16GAMMA - MISSIONE 20 RSS DS16GAMMA - Missione 20

20.01 " Nella mia fine è il mio principio "

di Claire Drillrush, Pubblicato il 19-03-2018

Deep Space 16Gamma - Sala ologrammi 3 - 17/03/2398 - Ore 20.52


A Claire era sembrata un'idea così buona organizzare quella piccola festa in sala ologrammi che la delusione per la sua cattiva riuscita le sembrava quasi insostenibile. Non insostenibile al punto ad uscire e gettarsi giù dalla balconata della passeggiata, ovviamente, ma comunque discretamente fastidiosa.

Era stato uno dei consiglieri della stazione a suggerirglielo con l'idea di smorzare la tensione di un periodo particolarmente intenso per il personale. Nell'arco degli ultimi tre mesi l'equipaggio aveva dovuto occuparsi di un primo contatto, di ospitare due meeting per la stesura di contratti commerciali - uno dei quali era terminato bruscamente quando uno dei delegati si era mostrato comprensibilmente offeso dalla tresca tra la propria moglie e un assistente della parte avversa. Poi c'era stato l'incidente ad uno degli attracchi, quando le morse non si erano sganciate e si erano quasi portate via metà dello scafo di un mercantile ferengi. Avevano chiuso la serie in bellezza solo la settimana precedente con la visita dell'ammiraglio Ranis, di passaggio sulla via per un incontro diplomatico, il cui principale passatempo era stato criticare a tappeto ciascuno dei loro protocolli della sicurezza. Quando avevano salutato l'alto ufficiale alla sua partenza, Claire aveva fissato con crescente preoccupazione una vena sulla tempia di Riccardi che pulsava tanto da minacciare di esplodere. Dalla faccia di Sonx era chiaro che il medico denobulano aveva avuto la stessa idea.

Lei aveva già incontrato in passato Ranis, anche se non in veste ufficiale, durante una festa all'ammiragliato a cui suo padre aveva portato la famiglia e sapeva per esperienza quanto potesse essere irritante. Vista la piega che avevano preso le cose, le sembrava già un risultato notevole non essere stata costretta a fargli scudo del suo corpo mentre Riccardi tentava di strangolarlo a mani nude.

In nessuna di quelle occasioni era successo qualcosa di particolarmente grave, si era trattato per lo più di affari di routine, ma la vicinanza e la sfortuna che sembravano attanagliare la stazione in quel periodo aveva innalzato notevolmente i livelli di stress generale. Da qui il suggerimento del consigliere Stevens.

Inizialmente Claire aveva ignorato la faccenda. I party non la facevano impazzire in linea generale, in particolare quelli di cui lei stessa doveva accollarsi l'organizzazione. Ma Shran non si era opposto all'idea - anche se definirlo d'accordo sarebbe stato alquanto azzardarlo - e nel giro di qualche giorno si era lei stessa convinta che per il bene di tutti valesse la pena tentare.

Lo scenario era stato curato nei dettagli e specificatamente progettato per essere rilassante e divertente. A tutti i membri dello staff di comando e ai personale delle principali ambasciate erano stati inviati appropriati inviti, sottolineando come si trattasse di un'occasione informale. L'abbigliamento d'epoca - la simulazione era ambientata in un locale terrestre all'inizio degli anni venti, con musica e bevande rigorosamente analcoliche a disposizione degli ospiti - era stato suggerito senza che la cosa diventasse un'imposizione e nessuno si sentisse a disagio.

Lei stessa indossava un abito verde corto, guanti al gomito e una fascia con una piuma in tinta tra i capelli. E si sentiva ridicola.

Buttò giù in fretta il contenuto del suo bicchiere e lo affidò ad un cameriere di passaggio. Fu Sonx a portagliene un altro. Il medico indossava un elegante smoking e sembrava piuttosto di buon umore, uno dei pochi nella sala.

"Si sta divertendo, Claire?" le domandò con un sorriso prima di bere un sorso dal proprio bicchiere.

"Più o meno. Ma non era questo lo scopo..." rispose lei, buttando giù l'intero contenuto del proprio calice. "E lei?"

"Oh, sì. Adoro queste occasioni conviviali E credo proprio che il personale ne trarrà giovamento. Musica, bevande, relax."

"Trova?" domandò lei guardandosi intorno. "Non mi sembra si stiano divertendo."

Il suo sguardo corse a Shran e all'ambasciatrice T'Lani, lui in smoking lei con indosso una classica tunica vulcaniana, che conversavano a poca distanza. Passando loro accanto, Claire aveva udito uno stralcio di conversazione riguardante un rapporto diplomatico di cui avevano discusso il giorno prima al briefing degli ufficiali superiori.

A poca distanza Tara e Rogal erano seduti allo stesso tavolino, ma non si scambiavano una parola da almeno un quarto d'ora. La tensione tra loro era talmente palpabile che persino le guardie del corpo dell'ambasciatore avevano deciso di fare tappezzeria ad una certa distanza. Claire non era una cui piaceva ficcare il naso nelle faccende altrui ma questa cosa fra loro andava avanti da un po'. Lei non ne conosceva il motivo, ma non ci voleva un telepate per capirlo.

Dall'altra parte rispetto al piccolo palco, un gruppetto composta da Durani, Roberts e Riccardi, tutti vestiti per l'occasione, chiacchierava accanto al tavolo dei beveraggi. Tutti e tre avevano l'aria un po' stanca ma, grazie al cielo, sembravano abbastanza rilassati. Di tanto in tanto dal loro gruppo veniva persino una risata.

Sonx aveva seguito il suo sguardo. Bevve un altro sorso. "Non tutti si divertono o si rilassano allo stesso modo. E non è certo colpa sua se qualcuno non ci riesce affatto," commentò in tono gentile. "La festa è un successo, dovrebbe esserne contenta." Le strizzò brevemente l'occhio.

Claire aprì bocca per rispondere ma venne interrotta dal suono dell'interfono interno.

=^= Sala comando a capitano Shran. =^=

"Qui Shran." Le antenne dell'andoriano si drizzarono, lo sguardo rivolto al soffitto benché la voce non arrivasse affatto da lì.

=^= Signore, mi spiace disturbarla, ma credo che lei e il comandante Roberts dovreste venire qui. Stiamo rilevando qualcosa di strano. =^=

Deep Space 16Gamma - Sala Comando - 17/03/2398 - Ore 21.18


"E ora che altro succede?"

Claire si tolse in fretta la fascia dai capelli mentre seguiva Shran fuori dall'ascensore. Roberts, l'autore della soffocata domanda cui tutti stavano pensando, le passò accanto aprendosi la giacca dello smoking e andò dritto alla sua postazione.

Il personale della sala comandi rivolse loro un cenno del capo ed ebbe la buona creanza di non sembrare stupido dal loro abbigliamento.

"Rapporto," disse Shran mentre tutti prendevano posto, rilevando gli addetti in servizio.

"Stiamo rilevando delle emissioni insolite dal tunne, Capitano."

"Comandante Roberts?"

L'ufficiale scientifico sostituì l'addetto alla postazione e aggrottò le sopracciglia. "E' molto strano," commentò, le dita che correvano sui controlli.

Shran attese pazientemente che riprendesse.

"E come se il tunnel si stesse aprendo. Le emissioni che stiamo rilevando sono compatibili con l'alterazione del gradiente gravimetrico che si verifica quando la singolarità si apre ma..."

"Ma il tunnel è chiuso," concluse Claire sollevando le sopracciglia.

"Non abbiamo navi previste in arrivo prima di quattro ore," si inserì Riccardi.

"Né comunicazioni in entrata." Tara ruotò appena sulla poltroncina, perplessa. "Non ci sono tracce di segnali di soccorso o di altro genere."

Roberts tornò a scuotere la testa. "No, il tunnel è chiuso. Non riesco a capire, sembra quasi..."

Qualunque cosa sembrasse a Roberts, nessuno fece in tempo a sentirlo. Sullo schermo, lo spazio vuoto dove il tunnel chiaramente non si stava aprendo venne invaso improvvisamente da un chiarore intenso che prese ad espandersi come un'onda d'urto, investendoli prima che chiunque avesse il tempo di reagire.

La stazione venne scossa mentre lo schermo divenne completamente bianco per un istante, accecando i presenti. Tutti sbatterono le palpebre per qualche istante, poi si guardarono intorno.

"State tutti bene?" domandò Riccardi, osservando gli ufficiali mentre guadagnava il centro della sala comando. Ricevette cenni positivi da diversi punti della sala. Annuì. "Rapporto. Shran, cosa diavolo è stato?"

L'andoriano parve confuso per un momento, poi superò rapidamente Roberts e prese posto alla postazione scientifica. "Non lo so, signore. Sembra che siamo stati investiti da un'ondata di energia, forse un'onda di shock di qualche tipo."

"Può essere più preciso?"

"No, per ora no." Le antenne dell'andoriano puntarono alla consolle come se questa gli avesse arrecato un'offesa personale. Le dita presero a correre sui comandi, mentre tentava di dare un senso alle letture che scorrevano sul display. Per un istante si voltò verso Drillrush che, in piedi accanto a Riccardi si teneva una mano sulla fronte, come in preda ad un capogiro. La donna incontrò lo sguardo del marito, annuì e abbassò la mano.

"Capitano, stiamo ricevendo rapporti danni da diversi livelli, ma nessuno di grave entità e nessun ferito," si inserì Roberts in tono secco,

Riccardi annuì ancora una volta. "Almeno questa è una buona notizia, Numero Uno."

"Signore, con il suo permesso, torno in infermeria. Anche se non ci sono feriti ho alcuni pazienti di cui occuparmi."

"Vada pure, dottoressa." Drillrush uscì, mentre Keane si avvicinava alla postazione centrale. "Capitano, crede ci sia pericolo nell'immediato?" domandò.

"Non credo, ambasciatrice. Per il momento, la situazione sembra sotto controllo. Con un po' di fortuna potrebbe trattarsi solamente di un interessante fenomeno scientifico."

"Che tuttavia coinvolge il tunnel spaziale, a quanto sembra."

L'espressione di Riccardi non cambiò. Se era preoccupato, non lo diede a vedere. "Il mio personale si sta occupando dei rilevamenti del caso," rispose con un un'ombra di gelo nella voce.

La Keane lo fissò per un istante. "Mi aspetto di essere tenuta al corrente di eventuali sviluppi, Capitano. Faccia cortesemente avere al mio assistente Rogal ogni nuova informazione."

Riccardi annuì rigidamente. L'ambasciatrice Keane uscì.